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Autore: Ciarax    01/01/2022    2 recensioni
Dal testo:
'Sei nel territorio dei Quillayute. Da dove vieni? -Il tono era autoritario nella mente di quella creatura straniera.
Lei alzò la testa e incrociò lo sguardo con quelli di un enorme lupo nero che distava a pochi metri da lei, la stazza imponente e il portamento da capobranco.
L'intero branco circondava il lupo dal manto candido come la neve appena caduta, sporcato dal colore più naturale del sottopelo. Enorme come loro, il licantropo era circondavo da una dozzina di altri membri del branco capeggiati dall'enorme lupo nero che guardava a testa alta la straniera.'
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Carlisle Cullen, Clan Cullen, Nuovo personaggio, Paul Lahote, Quileute
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Twilight
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I -

I would be a liar
If I said I was fine
But I can't help being honest
And I know now is not the time
 


            Senza almeno un paio di secoli di fughe alle spalle quel trio di vampiri non sarebbe stato abbastanza abile da scomparire in quel modo. Dal territorio dello Yukon, Canada, aveva sentito le loro tracce e aveva iniziato quella caccia che l’aveva portata al confine con gli Stati Uniti.
Da lì, erano spariti nel nulla.
            Settimane di viaggio e non si era riposata un attimo, le possenti zampe che affondavano nel terreno umido dalle piogge cadute di recente nel bosco dove stava correndo. Le montagne e il paesaggio erano vagamente familiari e senza prestare molta attenzione decise di imboccare un sentiero per inoltrarsi ulteriormente nel cuore dello stato di Washington dove oltre le distese di boschi e di vegetazione non sembrava esserci altro.
            Dopo un paio d’ore qualcosa colse la sua attenzione, un altro odore. Diverso da quello dei nomadi, più simile al suo. Altri della sua specie.
Le orecchie si mossero autonomamente individuando altre creature che correvano alla sua stessa velocità, dalla stazza equamente imponente e un ululato in lontananza la fece rallentare impercettibilmente.
            Il sole era al tramonto e il cielo grigio copriva gli ultimi raggi, la creatura decise di rallentare, trotterellando fino all’imbocco di un piccolo torrente dove si fermò a bere.
            Sei nel territorio dei Quillayute. Da dove vieni? Il tono era autoritario nella mente di quella creatura straniera.
            Lei alzò la testa e incrociò lo sguardo con quelli di un enorme lupo nero che distava a pochi metri da lei, la stazza imponente e il portamento da capobranco.
L'intero branco circondava il lupo dal manto candido come la neve appena caduta, sporcato dal colore più naturale del sottopelo. Enorme come loro, il licantropo era circondavo da una dozzina di altri membri del branco capeggiati dall'enorme lupo nero che guardava a testa alta la straniera.
            Quillayute... Gli anziani, le parole erano risuonate leggere, decise ma caute e dall'inconfondibile timbro femminile.
L'odore di quel licantropo era lo stesso dei membri del branco, ma Sam non ricordava di nessun altro di loro che aveva mutato e che se ne fosse andato. Niente era stato accennato nemmeno dagli anziani della tribù.
            La straniera non era remissiva, la testa alta e gli occhi di un giallo paglierino che mantenevano il contatto con quelli dell'altro. Non c'era alcun atteggiamento aggressivo, un alpha e un altro alpha.
Sam sentiva i pensieri degli altri membri accavallarsi fra di loro quando molti erano curiosi di saperne di più e solo un paio erano restii a darle fiducia.
            Dobbiamo portarla dagli anziani.
            È una straniera, è una minaccia.
            Ha il nostro stesso odore!
            È una Quillayute anche lei.
            Che avesse il loro stesso odore era inconfondibile ma quello non era comunque una prova sufficiente per cedere la fiducia ad uno straniero entrato all’improvviso nel loro territorio. Tutti avevano inizialmente pensato ad un vampiro ma il passo era decisamente troppo pesante per appartenere a creature così minute rispetto a loro, e decisamente più sfuggenti.
            Gli anziani decideranno cosa fare, se vuoi parlare con loro dovrai seguirci e non tentare nulla che ci faccia considerare che sei una minaccia per la tribù. Non esiteremo ad attaccarti, in quel caso. È tutto chiaro? Solamente tra due capobranco c’era dialogo, e tutti i pensieri degli altri Quillayute non raggiunsero la mente della mutaforma che si prese qualche secondo di silenzio per osservarli.
            Girò la testa guardandosi intorno per un momento, contando meno di una decina di membri nel branco che in quel momento la guardavano incuriositi, guardinghi ma non aggressivi. Era circondata e anche volendo non avrebbe potuto fare altro, inclinò la testa abbassando le orecchie all’indietro.
            Avete la mia riconoscenza per l’aiuto offertomi.
...
            Muoversi su due gambe era qualcosa che le risultò estremamente difficile, avanzava a piccoli passi come un neonato che muove i suoi primi passi. La parete la supportava nel suo avanzare incerto e i piedi nudi affondavano nel terreno umido dandole un po' di sicurezza.
Non ricordava l'ultima volta che aveva ripreso la sua forma umana. Tenere traccia del tempo era difficile con l'incedere dei decenni e alla fine di era arresa, limitandosi ad orientarsi col cambio delle stagioni.
            Erano tutti giovani, nel pieno dell'adolescenza, scatenati e in preda all'euforia. La guardavano incuriositi dopo che anche loro avevano mutato forma e aspettavano impazienti il suo arrivo. Quel branco sembrava giovane, formatosi da meno di due cicli di stagione eppure lavoravano bene.
Uno dei ragazzi le offrì gentilmente una maglia prima di mandarla a ritrasformarsi, evitandole così l’imbarazzo di non avere alcun vestito con sé.
            L’enorme maglietta le arrivava a metà coscia e nonostante le temperature fossero ancora abbastanza rigide, la sua temperatura corporea la teneva facilmente al caldo. Aveva faticato non poco all’inizio, semplicemente per rimettersi in piedi da quanto era abituata a quattro zampe nelle foreste; i capelli erano lunghi poco al di sopra della vita e anche se puliti erano annodati in più punti e con qualche traccia di foglie o fili d’erba.
            «Billy ti aspetta» la stessa voce autoritaria con cui aveva parlato prima le arrivò dritta alle orecchie, facendo alzare la testa e incrociato gli occhi scuri di Sam Uley.
            La donna dimostrava poco più di vent’anni e anche volendo era veramente difficile darle più di ventidue anni, il fisico tonico e la pelle abbronzata su cui spiccata un tatuaggio circolare sul braccio destro, leggermente sbiadito. Gli occhi castani guizzarono immediatamente sul resto del branco che aveva mutato prima di lei e che ora la guardavano con attenzione, chi con un sorrisetto divertito e chi con serietà, aspettando una sua mossa.
Annuì e cautamente seguì Sam all’interno della casa dove dimorava uno degli anziani del villaggio.
...
            Billy Black, uno degli anziani della tribù. Osservava curiosamente la giovane donna che aveva di fronte, con un’enorme maglia che le arrivava a poco sopra le ginocchia e con i piedi scalzi. I capelli erano lunghi e a malapena sistemati che le ricadevano ai lati del viso, disteso in un’espressione di sconforto.
            Il tatuaggio sulla sua spalla era indubbio che testimoniasse la sua appartenenza ai Quillayute, eppure, non era mai stata vista. La fronte era corrucciata mentre si concentrava per rispondere alla domanda che Billy le aveva posto con molta semplicità: da quanto mancava da quelle terre.
Per un attimo l'anziano, e anche alcuni membri del branco, avevano pensato come non fosse in grado di parlare o che avesse una qualche sorta di difficoltà, anche se non dimostrava nessun problema nella comprensione. Era da almeno un’ora che tentavano di ricavare delle informazioni da quella donna e appena uno dei ragazzi tentava di alzare la voce esasperato un basso ringhio lasciava le sue labbra e quello si zittiva immediatamente, preso in contropiede da una reazione del genere.
            «Se non parli non possiamo aiutarti. Nessuno ti farà del male qui, puoi fidarti» le disse Sam tentando nuovamente di farla parlare.
La donna abbassò un attimo la testa e sistemò le gambe di fronte a sé dal divano su cui era seduta, incrociando nuovamente lo sguardo con quello dell’uomo sulla sedia a rotelle che la osservava con cipiglio severo ma nient’affatto scontroso.
            «Ephraim Black... il primo della vostra famiglia... un alpha» le parole erano flebili, ma ferme anche c'era una nota d'incertezza quando corrucciava la fronte facendo una pausa di tanto in tanto, intenta a trovare le parole che non usava più da chissà quanto tempo.
Billy sgranò gli occhi ma mantenne un'espressione indecifrabile, «Conosci il nostro antenato, va bene. Sono le leggende della nostra tribù, tutti le conoscono»
La donna scosse la testa.
            «Due generazioni prima di lui... prima del patto»
            L'alpha che vagava per le terre dei Quillayute, sparito nel nulla e succeduto da Ephraim Black. Non aveva rinunciato al suo ruolo di capobranco ma semplicemente era sparito. Quella che aveva di fronte era stata la prima donna della tribù a trasformarsi in mutaforma e a succedere come capobranco formatosi tra i Quillayute.
Né Billy né gli altri anziani avevano molte notizie su di lei ma se era vero, quella che aveva di fronte non era una giovane mutaforma appena iniziata alla vita del branco. Doveva assolutamente saperne di più.
            «Come ti chiami?»
   
 
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