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Autore: littlegiulyy    02/01/2022    0 recensioni
LaPush. Una riserva sperduta nello stato di Washington, uno dei posti più piovosi d'America, un luogo dove la magia è intrinseca nei suoi abitanti. Ma se esistesse della magia anche in altri posti? Se il branco Quileute non fosse l'unico branco che esiste? Le favole ormai sono realtà, questo si sa.
Hailey Bennett non è una ragazza come tutte le altre. La magia scorre anche nelle sue vene e questo comporta grandi responsabilità. Decisa ad allontanarsi dalla sua riserva Navajo, andrà a trovare il cugino Johnny, trasferitosi a LaPush un anno prima. Convinta di poter fuggire dalle sue pesanti responsabilità solo per qualche settimana, alla fine nella sua vita tutto cambierà; complice soprattutto l'incontro con un giovane Quileute, Embry Call.
Genere: Avventura, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Clan Cullen, Embry Call, Leah Clearweater, Nuovo personaggio, Quileute
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
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5. Self control

Sfilarono rapidi tra le strade alberate ed arrivarono a destinazione dopo poco meno di un quarto d’ora. Hailey si guardò intorno estasiata.
Quello che doveva essere il centro della piccola cittadina di Forks, ed era pieno di bancarelle natalizie. Gli addobbi ornavano ogni angolo della strada e le illuminarie natalizie facevano brillare ogni palo della luce ed ogni vietta secondaria. Un via vai di gente ricolma di sacchetti percorreva avanti e indietro la via principale, sfilando tra  banchi cosparsi di addobbi e regali. Dei fiocchi di neve cadevano leggeri dal cielo.
La prima cosa che pensò, fu di essere finita in un film natalizio.
Era proprio quella la sensazione che provava in quel momento.
Scese dalla moto e si tolse il casco continuando ad analizzare quella piccola cittadina in subbuglio per le feste natalizie. Doveva essere capitata nel momento perfetto per visitare Forks.
-Vieni, andiamo a farci un giro- disse Embry incamminandosi in mezzo al fiume di gente che camminava in mezzo alla via. La ragazza non ci pensò due volte, si sistemò la sciarpa al collo e lo affiancò entusiasta.
-Ma è sempre così a natale?- chiese curiosa guardandosi intorno.
Embry sorrise. –Si… per questo non potevi non vedere i mercatini natalizi di Forks-
-A LaPush non organizzate niente?-
-Faremo una festa di natale… il venticinque dicembre. Nella tribù Quileute si usa così- le spiegò infilando le mani in tasca e continuando a passeggiare apparentemente sereno.
Hailey lo guardò.
La sua voce non tradiva alcuna preoccupazione, eppure la sua magia aveva avvertito una piccola sensazione diversa da quella che si sarebbe aspettata.
Tristezza.

-E di che festa si tratta?- chiese curiosa.
-La vigilia si passa in famiglia, il venticinque di solito facciamo un pranzo a casa di Sam ed Emily e la sera tutta la riserva va al ballo del fiocco…-
-Il ballo del fiocco?- ripeté senza capire.
Embry ridacchiò. –un ballo organizzato dagli anziani della tribù. Si chiama così perché… beh, in realtà non so neanche io perché si chiami così- rise divertito –ma si fa da molto prima che io nascessi, è una tradizione-
Per un attimo, ancora quella sensazione.
Tristezza.

-E cosa si fa a questo ballo?- indagò incuriosita.
-Si mangia, si beve, si balla…- disse il ragazzo continuando a camminare –quello che si fa ad ogni festa insomma- aggiunse ridacchiando.
-E ci vanno tutte le famiglie?-
-Sì-
-Tu ci andrai quest’anno?- chiese la ragazza.
Embry la guardò sorpreso –certo… ci vado ogni anno- rispose –e poi Sam non mi permetterebbe mai di non andarci- aggiunse accennando un sorriso.
-Non gli va che tu non ci sia?-
-E’ una festa organizzata dal consiglio… come potrei non andarci facendo parte del branco?-
Hailey lo guardò meditabonda.
-Non ne sembri molto felice però-
-I miei fratelli porteranno le loro ragazze…- disse pensieroso e quasi imbarazzato infilando le mani in tasca e guardando davanti a sé. Lo guardò curiosa. Le sembrò ci fosse molto di più sotto, ma il ragazzo non aggiunse altro.
Una domanda martellò la testa di Hailey, scalpitando per uscire dalla sua bocca.
Forse non avrebbe dovuto chiederglielo, dopotutto non erano affari suoi. Eppure, quella domanda non accennava a sparire dalla sua testa. E non era neanche la prima volta che le balzava per la mente.
Alla fine, decise di farla.
-E tu? Ce l’hai una ragazza?- chiese falsamente distratta.
Un momento di silenzio in cui avvertì solo il suo cuore battere leggermente più tachicardico del normale seguì la sua domanda. Per un attimo credette che non le avrebbe risposto, poi Embry parlò.
-No…- rispose vago –e tu?- chiese subito dopo prendendola in contro piede.
Si voltò a guardarlo sorpresa, scoprendolo intento a fissarla.
Deglutì nervosa. Cosa avrebbe dovuto rispondere?
Lei e Scott si erano lasciati prima che lei partisse per LaPush, la loro storia era finita. Ma era finita sul serio? Erano stati insieme così tanto tempo che chiudere la loro storia in quel modo non le sembrava possibile.
Eppure, Scott le aveva mentito. Aveva fatto crollare le sue certezze e l’aveva tradita proprio l’unica persona di cui si fidava di più al mondo. Come poteva stare insieme ad una persona del genere?
Tuttavia, non era ancora pronta a lasciarlo andare del tutto.
Forse.
-Non lo so- ammise sincera.
Embry sospirò, guadagnandosi un’occhiata curiosa della ragazza.
-Come fai a non saperlo?- le chiese senza capire.
Hailey si schiarì la voce. Non poteva raccontargli tutto, ne le andava di farlo. Soprattutto con Embry.
-Ci sono stati un po’ di casini ultimamente…- rispose vaga.
-Scott Anderson?- le chiese guardandola per un istante. Hailey annuì, memore del fatto che fosse presente durante la sua ultima discussione con Johnny. Probabilmente, Embry aveva fatto due più due, unendo tutte le informazioni che aveva ricevuto da quella conversazione e dai pensieri di Johnny.
Non aveva senso negare niente. Perché avrebbe dovuto farlo poi?
-L’Alpha eh?- le chiese il ragazzo sorridendole quasi amareggiato. Hailey lo guardò stranita, non riuscendo a comprendere fino infondo il suo comportamento.
-Sì… è l’Alpha del branco Navajo- confermò distrattamente guardandosi intorno.
-E… ha avuto- si interruppe un attimo, attirando la sua attenzione. Embry le sembrò improvvisamente nervoso. Lo guardò attentamente, incitandolo con lo sguardo a proseguire.
-Ha avuto l’imprinting con te?-
Nervosismo e tensione. Embry era nervoso e teso. Poteva sentirlo distintamente.
-No-
Sollievo.
Lo guardò confusa. Non riusciva a comprendere tutte quelle emozioni che stavano attraversando il ragazzo, ne tantomeno perché la sua magia non si spegnesse. In qualche modo, riusciva sempre a distaccarsi dalle emozioni altrui concentrandosi su sè stessa. Tuttavia, con Embry non ci riusciva in nessun modo.
Quello che provava quel ragazzo lo provava anche lei, era quasi estenuante.
Hailey si fermò davanti ad una bancarella piena di addobbi natalizi. Guardò estasiata tutte le palline decorate a mano e le ghirlande ornate da fiocchi e brillantini. Lei amava il natale, nonostante in Arizona non fosse così caratteristico come a Forks.
Sfiorò con le dita un piccolo cristallo di ghiaccio inciso nella legna…
-Non ti va di andare alla festa?- gli chiese continuando a curiosare nel banco.
-Non molto…- rispose sincero.
-Non ti piace il natale?- gli chiese curiosa tornando a guardarlo. Non riusciva proprio a motivare quella sensazione che sentiva fiorire nel ragazzo, ma che subito dopo riusciva a mettere a tacere.
Embry la guardò sorpreso dalla domanda. –Certo che mi piace…- farfugliò sulla difensiva –perché non dovrebbe piacermi il natale…- aggiunse convincente.
Se non lo avesse sentito dentro di sé, gli avrebbe quasi creduto.
-A me puoi dirlo, non ti giudico- ridacchiò Hailey riprendendo a camminare ed allontanandosi dalla bancarella. Embry la seguì, soffermandosi con lo sguardo sulle sue gambe snelle e perfettamente fasciate da un paio di jeans attillati, ma fece finta di niente.
-Non è che non mi piaccia- si giustificò –è solo che… è il periodo dell’anno in cui chi non ha una famiglia si sente più solo- mormorò visibilmente impacciato abbassando lo sguardo sui suoi piedi. Hailey si voltò a guardarlo stupita senza capire. Di cosa stava parlando?
Embry intuì la domanda implicita della ragazza, ma non rispose. Continuò a camminare pensieroso, stando attento a non incrociare il suo sguardo indagatore. Hailey decise di parlare.
-Di cosa stai parlando?- esternò il suo pensiero, obbligandolo a rispondere.
Embry si fermò improvvisamente, in mezzo al via vai di gente. Le mani in tasca, gli occhi fissi su di lei. Hailey si fermò a sua volta, guadandolo spaesata dal suo comportamento inaspettato. Non riusciva proprio a capire cosa gli prendesse quel giorno. Non conosceva da molto Embry e non poteva dire di conoscerlo bene, tuttavia non lo aveva mai visto in quello stato.
Lo guardò intensamente, incitandolo a darle spiegazioni con lo sguardo.
Embry sospirò –la mia famiglia siamo solo io e mia madre- confessò ad alta voce –non ho idea di chi sia mio padre- aggiunse con frustrazione guardandola negli occhi.
-Ma sei un licantropo…- disse la ragazza sottovoce.
-Sì, ma non ho idea di chi sia mio padre- ripeté abbassando la voce adesso –quando sono nato, tutti i Quileute che potrebbero aver trasmesso il gene della licantropia erano sposati- disse continuando a guardarla seriamente negli occhi. Hailey comprese all’istante quello che le stava dicendo indirettamente e restò a bocca aperta. Cercò con tutta sé stessa di controllare lo stupore dipinto sul suo volto. Ma come poteva davanti ad una rivelazione del genere?
Embry non sapeva chi fosse suo padre, ma doveva essere per forza uno dei padri dei suoi fratelli. Avrebbe dovuto convivere tutti i giorni con questo scandalo e, sicuramente, era emerso anche nella mente del branco.
Il ragazzo proseguì, senza che lei dicesse niente. –Jacob, Quil o Sam. Uno di loro tre è mio fratello, ma non saprò mai chi di loro lo è davvero- disse amareggiato. Il silenzio dopo la sua confessione, fu pieno di rumore.
Si guardarono intensamente. Hailey non sapeva cosa dire. 
-Il natale mi piace- esordì nuovamente il ragazzo –ma mi ricorda sempre che siamo solo io e mia madre. Sono nato da una relazione clandestina, ma io ho sempre vissuto nella riserva e mio padre non si è mai preoccupato per me. Quando mi sono trasformato, è stato uno scandalo all’interno del consiglio e per un sacco di tempo mi sono sentito così. Uno scandalo… nient’altro. Leah non ha fatto che rinfacciarmelo quando si è unita al branco, giusto per mettere un po’ di malumore. Era arrabbiata e frustrata per quello che era successo con Sam e, per mettere in difficoltà lui, alla fine rendeva la vita impossibile a me- concluse vomitando tutti i pensieri che gli martellavano la testa in quel periodo.
Hailey lo guardò a bocca aperta, per la prima volta senza parole.
Si rese conto che, nonostante tutto, erano più simili di quanto immaginasse.
Embry non aveva idea della sua storia, così diversa eppure così simile alla sua. Non aveva idea di come potesse comprenderlo perfettamente. Anche lei era cresciuta solo con sua madre, anche lei non aveva goduto dell’amore donato da due genitori, eppure in quel momento non riuscì a non concentrarsi esclusivamente sul ragazzo in piedi davanti a lei. Le sue emozioni erano così forti da sovrastarla, erano così travolgenti e così intense da immergerla totalmente nel suo stato d’animo del momento.
Embry strinse i pugni nelle tasche della sua giacca e tutti i suoi muscoli scattarono come molle. Hailey avvertì immediatamente il viraggio delle sue emozioni.
La tristezza era mutata in rabbia.
Questo non andava bene. Non andava bene per niente.
Non in quel momento. Non in quel posto.
Le braccia di Embry iniziarono a tremare e notò immediatamente la sua mascella serrarsi rabbiosa cercando di mantenere il controllo delle sue azioni. Il suo corpo iniziò ad essere scosso da spasmi, mentre le persone continuavano a sfilare caotiche intorno a loro senza accorgersi di niente. Ogni muscolo vibrava impazzito.
Una preoccupante consapevolezza si fece largo nel suo petto; Embry stava per perdere il controllo ed erano in mezzo ad un sacco di persone.
Si guardò intorno agitata, assicurandosi che nessuno si fosse reso conto di quello che stava per succedere e del comportamento inusuale del ragazzo. Nessuno sembrò fare caso a loro due per fortuna.
-Embry- disse spaventata facendo un passo verso di lui –stai tranquillo, cerca di calmarti- 
Embry strinse i denti trattenendo un ringhio. –Ci… sto provando…- disse con difficoltà –ma non ci riesco- aggiunse cercando disperato i suoi occhi. Hailey agganciò il suo sguardo spaventato, consapevole di essere al confine del suo autocontrollo. Sapeva cosa stava per succedere ed aveva paura. Sarebbe esploso lì, in mezzo a tutta quella gente, perché ormai era arrivato al limite. Qualcosa aveva fatto scattare dentro di lui la trasformazione, il suo istinto animale.
I tremori e gli spasmi erano sempre più frequenti e sempre più intensi.
Ancora qualche minuto scarso e la trasformazione sarebbe avvenuta.
Non sapendo cosa fare, d’istinto Hailey lo afferrò per un polso e lo trascinò fuori dalla folla. Corse verso una vietta secondaria poco illuminata trascinandolo di peso, nonostante il suo corpo fosse scosso dagli spasmi.
Una volta raggiunto un vicolo in cui non sembravano esserci passanti, spinse dentro il ragazzo, infilandosi dietro di lui nella strettoia. Lo guardò per un istante, pentendosene subito dopo.
Mollò la presa sul suo polso.
La usa pelle era bollente, quasi ustionante al contatto. Il suo viso era imperlato di sudore nel vano tentativo di controllarsi, mentre ogni muscolo del suo corpo si agitava impazzito per la trasformazione imminente.
Agitaione. Disperazione. Frustrazione. Rabbia sempre più forte.
-Hailey…- farfugliò a denti stretti –devi andartene- aggiunse cercando di fare un respiro.
-Devi calmarti Embry- disse la ragazza cercando di restare calma, almeno lei.
-Non riuscirò a controllarmi ancora per molto- disse con difficoltà –sto per esplodere, non mi è mai successo- aggiunse guardandola disperato –vattene ti prego, non voglio farti del male-
-Non puoi trasformarti nel centro di Forks…- gli fece notare allarmata –devi cercare di tranquillizzarti-
Un ringhiò incontrollato uscì dalla bocca del ragazzo. Strizzò gli occhi dolorante.
Sapeva quanta fatica e quanto dolore stesse provando per trattenere la sua trasformazione. Il suo lupo scalciava per liberarsi e bruciava ogni centimetro della sua pelle.
-Hailey vai via- urlò dolorante. Hailey non si mosse, ma continuò a guardarlo apprensiva.
–Embry… ti prego- disse guardandolo preoccupata. Ma non servì a niente.
Quando fu sul punto di far scoppiare il suo lupo, ormai incapace di trattenere oltre la sua trasformazione, emise un ringhio sommesso ed Hailey si gettò su di lui giocandosi l'ultima carta. Avvolse con le braccia il suo corpo bollente e sudorante, stringendolo forte al petto.
-Embry ti prego- sussurrò al suo orecchio –cerca di controllarti, non puoi trasformarti qui. Ti vedranno- aggiunse preoccupata. Gli spasmi del corpo del ragazzo non accennarono a diminuire, ma i suoi occhi cercarono quelli azzurri della ragazza disperatamente.
Embry appoggiò fermamente le mani sulla sua vita e cercò di respingerla per allontanarla dal suo corpo prossimo alla mutazione. –Ti prego vai via- disse disperato –non potrei mai perdonarmelo se ti facessi qualcosa…- aggiunse quasi con le lacrime agli occhi e facendole tremare inspiegabilmente il cuore.
-Non mi farai del male, ma ti prego, devi controllarti-
-Non ci ri… riesco- sputò fuori allo stremo delle forze, scosso dall’ennesimo spasmo.
Panico, paura. Non riusciva più a controllarsi.
In quel preciso istante, Hailey comprese che non c’era via di ritorno.
Embry non si sarebbe controllato, si sarebbe trasformato nel giro di pochi secondi.
Sospirò rassegnata, sapeva cosa doveva fare.
Nonostante avesse promesso di non rivelare a nessuno i suoi poteri, non poteva restare a guardare.
Dopotutto, era la protettrice. Il suo ruolo consisteva anche nel preservare il segreto.
Si ribellò alla sua ricerca di spazio e lo strinse ancora più forte a sé, nonostante gli spasmi del suo corpo glielo rendessero estremamente difficile. Fece aderire perfettamente il corpo del ragazzo ancora in forma umana al suo e le sue mani piccole e magre volarono rapide sulle sue guance bollenti.
-Embry- lo chiamò dolcemente –Embry guardami- disse cercando il suo sguardo. In un istante, incarcerò gli occhi disperati di Embry nei suoi.
-Embry- sussurrò intensamente scostandogli un ciuffo di capelli dagli occhi e scoprendogli la fronte mantida di sudore –adesso devi tranquillizzarti e controllarti- disse fermamente.
-Non… ci riesco…- mormorò ormai quasi privo di forze –vai via, ti prego. Perché non capisci?- aggiunse prossimo all’esaurimento –non voglio… farti del male-
Hailey non si mosse di un millimetro, ma continuò a guardarlo intensamente negli occhi.
-Devi calmarti. Stai tranquillo- disse seriamente –non mi farai del male, ma devi fidarti di me adesso. Stai tranquillo e guardami negli occhi-
Improvvisamente, le sue iridi celesti iniziarono a brillare sempre di più e si colorarono di un viola soprannaturale, donandole un aspetto assolutamente poco umano. Embry spalancò gli occhi sorpreso, senza staccare gli occhi dai suoi.
-Calmati- disse nuovamente la ragazza –non ti trasformerai se non lo vuoi- aggiunse senza spostare lo sguardo dal suo. Improvvisamente, il corpo di Embry smise di tremare e di essere scosso dal convulso, come se un potere superiore avesse bloccato il suo lupo interiore. Un’aria rarefatta intorno a loro lo costrinse a perdersi negli occhi della ragazza in piedi davanti a lui, facendolo perdere nei suoi occhi violacei e brillanti.
Il ragazzo poté avvertire distintamente tutti i muscoli tornare sotto il suo controllo, uno per uno, come se il suo lupo avesse obbedito ad un ordine superiore. Tutta la rabbia che provava prima, adesso sembrava essersi dissolta, come se non fosse mai esistita, ed aveva lasciato una grande sensazione di tranquillità e serenità nel suo cuore. Embry continuò a guardarla rapito dai suoi occhi incredulo, senza comprendere cosa stesse realmente succedendo. Poteva sentire distintamente il suo respiro caldo sulle sue labbra, a pochi centimetri di distanza dalle sue, ed i loro cuori battere tachicardici entrambi, alla stessa frequenza.
Poi, improvvisamente come era iniziato, tutto finì senza alcun preavviso.
Gli occhi di Hailey tornarono al colore originale spegnendosi di quel bagliore soprannaturale ed Embry si sentì più leggero. Quando si rese conto di aver trattenuto il respiro fino a quel momento, il ragazzo espirò tutta l’aria che aveva nei polmoni e poi inspirò. Il profumo della ragazza davanti a lui entrò nelle sue narici e venne catalogato dalla sua mente come assolutamente buono.
Le mani di Hailey erano ancora appoggiate sulle sue guance calde.
-Co… cosa…cos’è successo?- mormorò confuso senza distogliere lo sguardo dal suo.
La ragazza non rispose, ma continuò a guardarlo intensamente.
Non poteva dirgli la verità.
-Hailey- insistette il ragazzo –come hai fatto? Sei stata tu vero?- farfugliò sempre più confuso. Hailey sospirò e, controvoglia, allontanò le mani dalle guance del ragazzo riportandole lungo i fianchi.
-Non ti risponderò- ammise sincera –non posso- precisò.
-Perché non puoi dirmelo? Non lo dirò a nessuno-
Hailey sorrise. –il branco si legge nel pensiero… lo saprebbero tutti senza che tu lo voglia-
Embry non accennò ad allontanarsi da lei. Voleva risposte. –Come hai fatto?- indagò ancora confuso –mi stavo per trasformare, io l’ho sentito. Non riuscivo più a controllarmi, ero ben oltre il limite io…-
-Ma non ti sei trasformato nonostante fossi oltre il limite, questo è l’importante- lo interruppe la ragazza.
-Non l’ho fatto perché c’eri tu!- sbottò Embry lasciandola di stucco. Quando si rese conto della sua reazione esagerata, cercò di tamponare –avevo paura di farti male, non potevo trasformarmi con te vicino-
Hailey ascoltò restando in silenzio.
Non voleva farle male. Lui si era preoccupato per lei ed il suo pensiero era riuscito a frenarlo.
-Sei un lupo con molto autocontrollo- commentò atona continuando a guardarlo negli occhi.
Embry sospirò. –i tuoi occhi Hailey, i tuoi occhi- borbottò scuotendo la testa –erano dello stesso colore di quel giorno, nel bosco…- aggiunse guardandola negli occhi serio. Hailey distolse lo sguardo e girò il viso ma, prima che potesse aggiungere altro, la mano di Embry volò rapida sotto il suo mento, costringendola a guardarlo ancora negli occhi. Senza vie di scampo.
–Dimmi la verità- mormorò il ragazzo a pochi centimetri di distanza dalle sue labbra –sei stata tu vero? Tu hai bloccato la mia trasformazione e mi hai reso così calmo, vero?- le chiese a brucia pelo. Hailey deglutì nervosa e restò in silenzio, incapace di mentire davanti a quegli occhi che riuscivano a spogliarla solo guardandola. Embry le faceva uno strano effetto, e non riusciva a capire perché.
-Come immaginavo- commentò sotto voce il ragazzo, senza mollare la presa estremamente delicata sul suo viso –immagino non mi dirai come hai fatto, ma a me basta sapere che sia stata tu. Prima o poi magari capirai che puoi dirmi tutto- aggiunse addolcendo il tono di voce improvvisamente.
-Per favore…- sussurrò la ragazza –non dirlo a nessuno- si raccomandò preoccupata.
Non voleva che gli altri sapessero. Voleva restare lontana per un po’ dalle sue responsabilità e dal suo ruolo.
Embry la guardò intensamente. –Hailey, il tuo segreto è al sicuro. Blinderò anche i miei pensieri in qualche modo pur di non mostrarli ai miei fratelli- la rassicurò.
-Grazie- disse guardandolo riconoscente.
Non sapeva perché, ma sentiva di potersi fidare di lui.
Embry mollò la presa sul suo viso, ma non si allontanò di lei, in attesa della sua prossima mossa.
-Forse dovremmo parlare di quello che è appena successo- ipotizzò la ragazza, ma leggendo nello sguardo di Embry una miriade di domande, corresse il tiro e precisò. –non intendo riguardo… beh, intendevo dire che forse dovremmo parlare più del perché è successo…- disse titubante guardandolo. Embry continuò a guardarla in silenzio, in attesa che proseguisse. Doveva essere sincera, non sapeva bene come affrontare il discorso. Erano bastate poche frasi per fargli perdere il controllo, non voleva riaccadesse.
Sospirò e guardò il ragazzo dolcemente. –so che è dura non avere nessuno a natale- esordì –posso capirti, te lo assicuro. Ma è anche vero che hai tante persone intorno a te che ti vogliono bene. Quello che ti è successo è orribile, ma non sei solo Embry-
-Loro hanno le loro famiglie, io no-
-Anche tu fai parte della loro famiglia. Il branco è una famiglia- gli ricordò la ragazza.
Embry sembrò rifletterci su seriamente, mentre Hailey dentro di sé pensò a quanto fosse ironico che avesse pronunciato proprio lei quell’ultima frase. Vista la sua situazione era ironico davvero…
-Hai ragione- stabilì infine il ragazzo guardandola negli occhi. Si fissarono seriamente per qualche istante, poi le labbra di Hailey si piegarono in un ghigno –lo so- disse sporgendosi in avanti ed avvicinandosi ulteriormente a li –io ho sempre ragione- soffiò divertita sulle sue labbra.
Per un attimo, Embry si irrigidì alla vicinanza con la ragazza, ma non riuscì a non sorridere a sua volta. –E’ ancora presto per dirlo… questo lo vedremo- le rispose. Poi, fece un passo indietro ristabilendo le distanze.
-Comunque… credevo fosse Paul quello che si innervosisce con poco- ridacchiò la ragazza.
-Tutti abbiamo lati nascosti- rispose gioviale il ragazzo –o no?- le chiese poi guardandola con tono di sfida.
Hailey rise. –Suppongo di sì-
-Toglimi una curiosità- disse Embry.
-Dimmi-
-Ad Halloween non ti servono le lenti a contatto vero? Attivi quella cosa strana negli occhi e cambiano colore?- le chiese sghignazzando. Hailey gli diede una pacca sulla spalla fintamente arrabbiata.
-Smettila! Non faccio niente del genere- borbottò offesa, ma il ragazzo non smetteva di ridere.
-Ma diventano solo viola o anche di altri colori?-
-EMBRY- tuonò la ragazza –smettila-
Embry alzò le mani in segno di resa –e va bene, ok, la smetto- disse frettolosamente, ma senza riuscire a togliersi dalla faccia un sorriso divertito. Poi abbassò le mani senza smettere di guardarla.
-Grazie per prima- disse sincero –come minimo ti devo una cena- 


 
  
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