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Autore: Gaia Bessie    03/01/2022    1 recensioni
Quando Peeta Mellark ricopre di primule il terreno che circonda casa sua e di sua moglie, Gale non pronuncia parola: prende, fa i bagagli, e fugge nell’ex Distretto 2 – a Katniss non lo dice mai ma, quando si guarda allo specchio (e brandelli di polvere e polline gli rimodellano il viso), intravede una testolina bionda alle sue spalle: c’è perenne odore di fiori, in tutto il Distretto 12, c’è odore di fiori con un sentore di polvere da sparo.
[Gale/Prim | Partecipa all'iniziativa "Regali di inchiostro" organizzata sul gruppo Facebook "L'angolo di Madama Rosmerta"]
Per Valerie.
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gale Hawthorne, Primrose Everdeen
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Per Val,
Sei stata una scoperta del 2021 e, per questo, volevo iniziare il 2022 con un regalino per te. Spero ti piaccia.


 
Primule e polvere da sparo
 
Quando Peeta Mellark ricopre di primule il terreno che circonda casa sua e di sua moglie, Gale non pronuncia parola: prende, fa i bagagli, e fugge nell’ex Distretto 2 – a Katniss non lo dice mai ma, quando si guarda allo specchio (e brandelli di polvere e polline gli rimodellano il viso), intravede una testolina bionda alle sue spalle: c’è perenne odore di fiori, in tutto il Distretto 12, c’è odore di fiori con un sentore di polvere da sparo.
Quando raccoglie i propri averi e decide di andare via, Katniss si squarcia in una smorfia scontenta: non glielo dice esplicitamente, d’altronde è dalla fine della ribellione che hanno smesso di dirsi in faccia le cose, ma preferirebbe che Gale restasse. Eppure lui, che è divenuto ancor più di poche parole di quanto non lo sia mai stato, scuote il capo e glielo dice così, in poche sillabe: il Distretto 12 vive di spettri. Fra cui, anche se Gale non lo menziona mai esplicitamente, il suo.
Katniss non si mostra comprensiva – ha sempre presupposto che il proprio dolore fosse in grado di oscurare quello di chiunque altro: ho perso tutto quello che avevo, ha detto con voce roca, vivere adesso significa ricostruire tutto da zero. Ma, quando Gale con uno sguardo le ricorda che anche lui è ferito, Katniss non si smuove di un millimetro.
Non ne hai il diritto, gli dice, non l’hai avuto mai. Esplicitamente non lo rimarca mai – che quel io non lo so ha segnato la fine della loro amicizia e di molto altro ancora.
Gale lo sa. Che il giorno in cui abbandona Katniss in un campo di primule, chiedendole di vivere quella vita che anche lui avrebbe desiderato, segna un’inevitabile rottura: quando viene dicembre, anno che insegue il successivo, è sempre e solamente Peeta a scrivergli un biglietto di auguri ma, quando Gale lo stende sul tavolo per leggerlo (Mellark ha una grafia improponibile, è tutta un ghirigoro), quell’odore gli arriva dritto all’anima ancora una volta.
Taglia i contatti con tutti quelli che l’hanno conosciuto – ma, soprattutto squarcia ogni legame con i propri ricordi.
Si inizia a mormorare d’istituire un giorno del ricordo per i martiri della ribellione: ma Gale, che si sacrificherebbe sul tavolo della cucina di Katniss se servisse ad avere una martire in meno, chiude gli occhi e si rifiuta di fissare nella mente quella data. E, quando tutta Panem s’inchina e mormora preghiere per rendere omaggio a chi non è sopravvissuto (e, quindi, anche lui), Gale sigilla la mente e ignora quell’odore odioso e persistente che ammorba anche il suo nuovo Distretto.
Il guaio delle primule è che non sono capaci di sfiorire – e, quando Gale comincia a vederle per le strade, in mazzi giallastri legati da nastri colorati, si rende conto che è finita.
Ma non è nemmeno mai cominciata.
 
***
 
Prim era.
Il guaio è che tutta la sua esistenza è passata, sfiorita e, adesso che ha bisogno di ricordare una sua qualunque caratteristica per riportarsela alla memoria, l’unica cosa che riesce a partorire è che lei era.
Ed era moltissime cose, ma soprattutto era la propria essenza, il proprio essere ormai sfiorito – Prim era. E Gale, che passa le ore a fluire da un’attività alla successiva, senza alcun tipo di pausa, quando è costretto a prendere fiato o a fermarsi per pranzare, ci pensa.
Che Prim era – un bocciolo esploso a primavera, punzecchiato da un nugolo di spine: Prim era, ma soprattutto aveva. Tutta una vita davanti.
(E gliel’ha tolta lui – inutile pensare che, al netto di tutte le sue chiacchierate con Katniss, Gale non si senta minimamente in colpa).
L’ha vista crescere.
Il giorno in cui finalmente l’ha vista per davvero, senza la coda da paperella che le faceva da metronomo per i suoi passi, Gale s’è detto: ancora un po’, deve ancora crescere – ma Prim, alla fine di tutto, l’occasione di crescere non l’aveva avuta mai.
La vede negli angoli degli specchi, una volta bambina e una volta finalmente cresciuta, per ricordargli che è tutto perso, tutto da rifare.
Anche a casa sua, ogni volta che scorge Prim nel fondo di un piatto e nel vetro di un bicchiere, c’è odore di fiori e polvere da sparo.
(È ancora tutto da cominciare, dice lei nel suo riflesso, vedrai).
Il Distretto 12 vive di spettri, gli hanno detto – ma anche il Distretto 2 non sa come salvarlo da essi.
   
 
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