Storie originali > Drammatico
Segui la storia  |       
Autore: lmpaoli94    03/01/2022    1 recensioni
Civitella Cesi, Viterbo
Nessuno sapeva suonare come lui.
La melodia che emanava in quel luogo risuonava in tutto il castello e in tutto il piccolo borgo di quel luogo dimenticato dal passato.
Ma il conservatorio, inaugurato all’interno del Castello del borgo, cercava di far riecheggiare quel passato tanto dimenticato ma che aveva un assoluto bisogno di ritornare alla luce grazie ad un piccolo gruppo di adolescenti passionevoli di musica che scopriranno la voglia di imparare l’arte delle melodie dimenticate e di una voglia di riscoprire l’amore senza dimenticarsi del loro percorso formativo.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
La prova finale stava per giungere.
Io e tutti i miei compagni eravamo pronti per dimostrare ai nostri professori i nostri miglioramenti e tutto il nostro talento.
Sembravo un fiume che si accingeva ad esplodere.
Uno tsunami che non conosceva confini.
Avrei potuto distruggere tutto e tutti e sentirmi glorificato.
ma tutto ciò si stava affievolendo una volta che stavo per entrare.
Sentendo il mio nome, tutti i miei compagni si voltarono verso di me.
Essi non dissero nulla ma in fondo al loro cuore sapevo che volevano darmi la buona fortuna.
In fondo non avevo avuto un buon rapporto con loro, anzi ero continuamente puntiglioso e sgarbato, soprattutto con Beatrice.
Potevo benissimo dire che quella ragazza mi aveva rovinato la vita per sempre e che la sua gelosia sarebbe stata la mia rovina, ma prima di oltrepassare la porta della sala dove avrei fatto il mio esame, quella ragazza così sgarbata mi diede la buona fortuna con sincerità che non mi sarei mai immaginato.
< Sei il più bravo di tutti noi. Ti meriti di avere il massimo > mi disse con tono franco.
< Grazie, Beatrice. Significa molto per me. >
E anch’io, in quel momento, non ero mai stato così sincero prima d’ora.
Forse era la paura e il timore di non farcela che mi faceva sentire così buono.
O forse perché stavo davvero cambiando in meglio.
ma ora non potevo distrarmi per molto.
Svevo una missione sola da compiere: essere me stesso e il mio talento.


Entrando nel salone, tutti i miei professori che mi hanno accompagnato in questo anno si trovavano dinanzi a me.
Tranne la mia professoressa di arpa, assente per quello che era successo.
Non c’era stato tempo di trovare un sostituto o una sostituta degna della sua bravura, ma quando me la vidi dinanzi che stava entrando nel salone per assistere al mio esame, improvvisamente mi bloccai.
< Alessandro, ti vorremmo già premiare per la tua dedizione e il tuo lavoro nello studio che hai conseguito quest’anno > mi disse il Signor Tucci con tono deciso < Hai saputo superare tutti i tuoi limiti lasciando me e gli altri docenti senza parole. Anche il rettore del conservatorio è del nostro stesso avviso e visto che la professoressa Baldi è quella che ha creduto più di tutti in te, ti meriti che il suo sguardo giudizioso sia il preambolo per il tuo futuro. Sia in bene che in male. >
Volevo tanto ringraziare il Signor Tucci e gli altri docenti per questo regalo, ma mi limitai a fare un cenno d’assenso con la testa.
Ero fermamente convinto delle mie capacità e lo spartito che mi ero preparato era un inno alla musica classica.
< Ho scelto di rappresentare al meglio Le nozze di Figaro di Mozart. Spero che gradiate il suono melodioso di tale opera. >
< Procedi pure, Alessandro. >
E nel dire ciò, in quel momento esistevo solo io. E la mia musica.


Finita la prova, io e tutti i miei compagni ci congratulammo per la nostra riuscita all’esame.
Molti di loro avrebbero avuto una spiacevole sorpresa perché non ce l’avrebbero fatta e non toccava a me smorzare quegli animi così vivamente felici.
Dovevo cercare di mantenere i piedi per terra come poteva, senza pensare ad altro.
Intanto però, il Professor Tucci mi guardava dalla finestra del suo ufficio e come risposta a quello sguardo, mi inchinai come segno di rispetto.
Avrei voluto dirgli tante cose, ma alla fine fu lui a richiamarmi all’attenzione.
Ancora con grande sorpresa, fui chiamato nel suo ufficio.
non riuscivo a pensare a niente, troppo preso per quello che avevo conseguito.
La mia musica era perfetta e sentire l’applauso di tutti in quella sala mi riempiva il cuore di gioia.
< Voleva vedermi, Signor Tucci? >
< Siediti, Alessandro. >
< Preferisco stare in piedi, signore. >
< Quando ti limiterai a fare quello che ti dico? >
Per non cadere in discussioni inutili, obbedii alla sua richiesta.
E prima che potesse parlare, lo ringrazia per la sorpresa conseguita.
< Era solo un modo per vederla un’ultima volta, Alessandro. Magari un giorno la rivedrai con sommo piacere e la tua abilità nella musica sarà sicuramente cresciuta… Ma questo addio agrodolce è il primo passo per la tua prossima avventura nella musica. >
< Mi sta forse dicendo che sono stato promosso? >
< Aveva forse qualche dubbio? >
La mia contentezza era pacata, forse perché in fondo me l’aspettavo.
< Il giudizio di tutti noi +è stato unanime: sei stato il migliore tra tutti. La professoressa Baldi non ha avuto nessun dubbio su di te. È ancora follemente innamorata e vederti come suonavi il violino, l’hai ancora resa orgogliosa. Sarebbe caduta ai tuoi piedi se avesse voluto… Ma bando alle scenate: che cos’hai intenzione di fare dopo questo anno in conservatorio? È strano che uno come te non sia impazzito dietro queste mura. >
< Professor Tucci, intanto voglio ringraziarla per queste belle parole… E per quanto riguarda il mio futuro, non mi sono minimamente annoiato imprigionato in queste mura come dice lei. E non mi sto affatto riferendo a quello che è successo tra me e la professoressa Baldi.
Sta di fatto che il mio desiderio di un giorno futuro è poter insegnare in questo luogo. Sempre se ne avrò le possibilità. >
Il Signor Tucci sembrò davvero sorpreso dalle mie parole.
< Caro Alessandro, lo vuoi capire che le tue capacità vanno ben oltre l’insegnare? Tu potresti scrivere opere che solo gente come Puccini, Mozart e Vivaldi possono concepire. Tu hai l’stremo talento di essere uguale a loro. >
< Lo so bene, professore. Ma in fondo tutto questo non m’interessa. Voglio solo essere me stesso. Tutto qua. >
Non volendo dire altro, il Signor Tucci acconsentì alla mia decisione.
> Destino vuole che il professore di Violino vada in pensione tra un anno esatto. Magari ci potrebbe essere posto per te. >
< Mi sta dicendo che lei… >
> Non dirlo a nessuno, mi raccomando > mormorò il professor Tucci interrompendomi < Ho bisogno di cambiare aria. E tu potresti essere il mio degno successore. >
< Ma allora lei non va’ in pensione. >
< Voglio solo distrarmi come voglio. Lontano da queste mura, altrimenti credo di impazzire. >
< La sua saggezza e la sua fermezza non è affatto in discussione, professore. >
< Grazie, Alessandro. È bello sentirtelo dire. >
Dopo una stretta di mano seguito da un abbraccio, mi congedai da quell’uomo capendo di aver trovato un padre che mi ha saputo guidare nei momento difficili, anche se inizialmente non me ne ero reso conto.
La mia nuova vita sarebbe iniziata da lì a poco, mentre uno sguardo felice e spensierato andò ad incrociarsi ancora verso di me.
Non volevo amori tipici di chi non si ritrova da tanto tempo.
Solo un abbraccio seguito da stima reciproca. È quello che mi sentivo di manifestare dinanzi alla mia professoressa preferita che mi ha saputo davvero spingermi oltre l’erotismo più sfrenato e più sbagliato che potessi credere.
E tutto ciò me lo sarei ricordato negli anni avvenire, morendo insieme alla mia musica e divenendo una leggenda composta solo da note e dalla melodia più soave.
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Drammatico / Vai alla pagina dell'autore: lmpaoli94