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Autore: striscia_04    08/01/2022    2 recensioni
Una mattina Gajeel si risveglia nell'ultimo luogo che si aspetterebbe di rivedere, e soprattutto dove desidererebbe essere.
Non sa come c'è finito, ne tanto meno come sia possibile che si trovi lì.
Ma cosa più importante, come mai Phantom Lord esiste ancora?!
Dovrà tentare di scoprirlo, mentre lotta disperatamente per scoprire come è finito in quel luogo e soprattutto come tornare a casa.
Intanto Fairy Tail si troverà a fare i conti con una nuova-vecchia conoscenza e a doverla aiutare a tornare da dove è venuta, se vuole sperare di riavere indietro il suo membro.
(Spero di avervi incuriosito. Questa è la prima storia a rating arancione che scrivo, quindi per favore siate clementi.)
(STORIA REVISIONATA)
Genere: Azione, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Gajil Redfox, Levy McGarden
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Il sole stava già calando all’orizzonte e quasi tutti i maghi avevano abbandonato la sede per recarsi alle rispettive abitazioni.
Makarov scivolò sulla poltrona del suo ufficio abbandonandosi ad uno sbuffo: erano stati tre giorni ricchi di tensione e preoccupazioni, ma grazie al cielo la situazione si era risolta, Gajeel era tornato a casa nel suo tempo e la storia, per quel che ne poteva sapere, non aveva subito alterazioni.
Si stirò sollevando un braccio e portandolo dietro la schiena, mentre si abbandonava ad un fragoroso sbadiglio.
Alla sua età certe avventure erano veramente sfiancanti. Quanto avrebbe pagato per avere qualche anno di meno o non dover stare ancorato a quella maledetta sedia perennemente paralizzato.
Si carezzò le ginocchia con le dita delle mani beandosi del piacere della pelle che si struscia contro il tessuto dei calzoni, procurando un piacevole tepore a quella parte del corpo sempre troppo fredda a causa dello scarso movimento.
Gli mancavano molto le lunghe passeggiate fatte nei vicoli della città o solo l’adrenalina della corsa o il semplice movimento ritmico dei passi e delle articolazioni che ad ogni comando imposto dal cervello si piegavano distendendosi e ritirandosi.
Sapeva però, che non avrebbe mai più provato quella piacevole e gioiosa esperienza e sapeva che i suoi arti inferiori sarebbero rimasti immobili e rigidi come statue di marmo, fino alla fine dei suoi giorni.
L’unica consolazione che poteva trovare per scacciare quel pensiero ricadeva nella costatazione che l’infermità lo aveva colpito alla veneranda età di ottantotto anni.
Le sue gambe avevano vissuto molto a lungo e svolto egregiamente il loro compito, sostenendolo sempre nel momento del bisogno. Lui era certo di essersele godute, proprio come si era goduto tutta la sua vita fatta di momenti felici e carichi di allegria, ma anche ricca di rimpianti e ricordi spiacevoli.
Adesso però era vecchio e le gambe non gli sarebbero servite a molto, inoltre le aveva sacrificate volentieri e anche in quel momento, se ce ne fosse stata l’esigenza, lo avrebbe rifatto. Perché nulla valeva più della vita dei suoi ragazzi, dei suoi figli, dei suoi compagni, dei membri della sua famiglia.
Le generazioni cambiano e della mia ne rimangono pochi. Sono felice che i miei ragazzi abbiano ancora così tanto tempo davanti a loro per godersi le gioie della vita.
Tempo.
Una parola che in quei giorni lo aveva portato molto a riflettere: aveva visto come esso fosse mutabile e volubile, come bastasse una minuscola parte dell’insieme messa in modo errato perché tutta la costruzione crollasse su se stessa. Il pensiero di come avessero rischiato di perdere tutto per un semplice scambio di persona gli procurava ancora una certa ansia nonostante il peggio fosse passato.
“Ho fatto bene a far restituire il libro al Consiglio. Non oso immaginare cosa potrebbe succedere se finisse nelle mani sbagliate.” ragionò tra se.
Ma forse la preoccupazione era dovuta a qualcos’altro…
La porta si spalancò d’improvviso facendolo sussultare,
“Scusi Master.” disse la nuova arrivata chiudendosi l’uscio alle spalle: “Non volevo spaventarla.”
“Tranquilla ero solo sovrappensiero.” rispose il vecchietto sorridendo allegro alla vista di una delle sue figlie.
La porta si aprì di nuovo e un’altra persona entrò nella stanza, ma si arrestò di colpo sorpresa dalla vista della prima arrivata: “Oh Elsa. Non sapevo fossi qui. Se avete da fare passo più tardi.”
“No no Mira. In realtà vi ho convocate entrambe.” si affrettò a richiamarla il Master vedendo che stava già imboccando l’uscita.
“Possiamo saperne il motivo?” chiese la rossa, mentre la cameriera si sedeva sulla sedia accanto alla sua.
“Vi ho chiamato perché dovete farmi un favore. Dovete mandare un messaggio alla regina Hisui!”
“Alla regina?! E’ successo qualcosa di grave?” chiese Mira allarmata.
“Non lo so con esattezza, ma ho bisogno che mi controlli una cosa…”
“Ha a che fare con lo scambio dei due Gajeel?” domandò Titania e Makarov tacque ragionando su come spiegare alle due la situazione.
“Io non so bene come sia potuto succedere.” esordì il vecchio, mentre le altre due lo ascoltavano con attenzione: “Ma è innegabile che questo scambio è stato prodotto da una qualche magia temporale. Elsa ho bisogno che tu contatti Gerard e che gli chieda informazioni, se non sbaglio una sua amica utilizzava magie legate al tempo…”
“Si riferisce ad Ultear?”
“Proprio lei! Da quel che ho sentito durante la battaglia contro i draghi ha utilizzato un tipo di incantesimo che le ha sottratto molti anni di vita e che ora vive in una casetta isolata.”
“Si, mi assicurerò di chiederle informazioni.” disse la ragazza.
“Il libro invece che fine ha fatto?” si intromise Mira, “Ho chiesto a Mest di riportarlo alla sede del Consiglio, Jura si occuperà di custodirlo.”
“Bene, adesso sono più tranquilla. Ma perché vuole contattare sua maestà?”
“Come ricorderete durante i Giochi Magici sette draghi varcarono il portale Eclipse e rischiarono di distruggere il regno.”
“Si, ma parliamo di due anni fa e poi che collegamento ci può essere tra il portale e quello che è successo a Gajeel?” domandò l’albina.
“E’ vero, ma se ricordi bene dopo quell’evento due ragazzini misteriosi comparvero proprio dai resti di Eclipse e riuscirono pure a tornare nella loro epoca.”
“Già, chissà chi erano e da quale tempo provenivano? Non riesco a ricordarne il nome, ma dissero di essere venuti alla gilda per cercare i genitori.” ricordò Elsa.
“Sì e tu accusasti Gildars di essere il loro padre illegittimo.” disse Mira scoppiando a ridere: “Che poi se ricordo bene assomigliavano incredibilmente a Levy.”
“Tu dici? A me ricordavano Gajeel, soprattutto il bambino. Riuscì pure ad imparare la tua magia della trasformazione diventando un piccolo drago grigio.” disse Elsa.
“Era un bambino molto talentuoso, spero che stiano bene e che abbiano ritrovato i loro genitori.”
“Si. Comunque, tornando al discorso del portale.” riprese la parola Titania spostando lo sguardo su Makarov: “E’ impossibile che c’entri qualcosa… Zeref è morto un anno fa e da quel che sappiamo tutto quello legato a lui, compresi i libri, è scomparso alla sua dipartita. Eccezion fatta per Natsu che è un caso particolare tutti gli incantesimi e le maledizioni del Mago Nero non esistono più. Eclipse stesso non si può più attivare ed è diventato un misero ammasso di rottami tenuto al centro della capitale come costruzione ornamentale.”
“Quello che dici è giusto e forse le mie sono solo supposizioni che rasentano l’assurdo, ma resta comunque una possibilità…”
“Che possibilità?” chiese la barista sorpresa di vedere il volto del vecchio incupirsi all’improvviso.
“Come ha detto Elsa, Zeref non esiste più e le sue creazioni sono impossibili da utilizzare, ma… questo vale solo per noi.”
“Che significa?”
“Significa che Zeref è morto in questo tempo, ma nel passato è ancora vivo! Se qualcuno proveniente dal passato volesse utilizzare il portale potrebbe farlo, perché la magia di Zeref lì esiste ancora.”
“Ma senza le Chiavi dello Zodiaco e qualcuno che apra il portale dalla nostra parte non è possibile viaggiare nel tempo!” esclamò la rossa.
“E questo ci riporta alla questione dello scambio temporale. Ipotizziamo che qualcuno sia riuscito ad ottenere il libro, ma che non potesse viaggiare nel tempo liberamente poiché in esso non è presente quell’incantesimo. In quel caso gli sarebbe stato necessario il portale.
Sfruttando la grande quantità di magia e la capacità concessagli dal portale in quel caso sarebbe riuscito ad effettuare un incantesimo presente in CRONOLOGIA TEMPORALE…”
“E che razza di incantesimo è?”
“Una magia molto potente che si dice sia stata dettata all’autore dallo stesso Zeref. Lo scrittore del volume lo menziona apertamente alla fine del libro. Io e Mest lo abbiamo notato prima che lo portasse ad Era.
Secondo ciò che scrive l’autore negli ultimi quattrocento anni di attesa Zeref tentò più volte di modificare e migliorare Eclipse e alla fine ci riuscì, ma ormai gli era inutile. Molto probabilmente Natsu e gli altri Dragon Slayer erano già giunti nella nostra epoca, oppure mancava poco tempo prima che accadesse.
Insomma, alla fine del libro viene riportato questo incantesimo che permette l’attraversamento del portale senza doversi affidare agli Spiriti Stellari.”
“Va bene Master, ma io non riesco più a seguirla. Cosa c’entra tutto questo con lo scambio temporale?” domandò Mira la cui espressione era un misto di stupore e confusione.
“Questo incantesimo prevedeva che Zeref fosse ancora in vita in entrambe le epoche! Pensate adesso a cosa potrebbe succedere se si pronunciasse una magia che influenza un tempo dove il suo creatore non esiste più!”
“Lei pensa che da questo sia dipeso lo scambio temporale?!” esclamò l’albina.
“Il tempo è un elemento delicato e alterarlo provoca gravi danni, noi stessi ne siamo stati testimoni. La mia però è solo un’ipotesi, ma non si può mai sapere. Per questo intendo scrivere alla regina perché controlli se il portale ha subito alterazioni.”
“Ma perché proprio Gajeel e non qualcun altro è stato coinvolto?” chiese Mira dubbiosa.
“Non saprei, forse è collegato in qualche modo a questo possibile viaggiatore del tempo.”
“Tutto bene Elsa? Ti vedo pensierosa.” disse il vecchio ridestandola dalle sue riflessioni.
“Eh? Ah, sì. Tutto bene. Stavo pensando a quello che ha detto… se fosse vero e ci fosse un viaggiatore temporale mi chiedo cosa voglia fare e soprattutto…”
“Se sia un alleato o un nemico?!” concluse Makarov, mentre la rossa rispondeva con un cenno affermativo.
 
“Yawn!” sbadigliò la guardia reale, mentre sollevava le braccia e si stiracchiava.
“Sonno?” chiese il collega seduto dall’altro lato.
“Si, non mi aspettavo certo il turno di notte?!” protestò il soldato.
“Già e soprattutto dobbiamo stare svegli tutta la notte a fare la guardia ad un pezzo di antiquariato!” urlò il collega piantando un calcio contro un pezzo di muro, che era una delle poche parti rimaste in piedi del portale Eclipse.
“Ti rendi conto che due anni fa proprio da questo coso sono spuntati fuori sette draghi?”
“IIH! N-Non farmici ripensare. Certe volte ho ancora gli incubi! Se non fosse stato per tutti quei maghi oggi saremmo tutti morti!”
“E’ vero. Sono stati incredibili!”
“Invece, adesso questo coso è solo un monumento che ci ricorda ogni giorno cosa abbiamo rischiato.” disse la guardia piantando un secondo calcio, questa volta contro una delle due ante semi-distrutte.
“E ci rovina le nottate.” rincarò la dose l’altro.
Ad un tratto dal portale si levò una luce bianca che accecò i due e li costrinse ad indietreggiare parandosi gli occhi con le mani.
“Ma che succede?”
“Cos’è questa luce?”
Come era apparsa la luce prese a scomparire lentamente sotto gli sguardi esterrefatti dei due soldati, che solo dopo pochi minuti riuscirono a distinguere di nuovo la costruzione.
Sbarrarono gli occhi e spalancarono la bocca, mentre il sudore gli colava sulle fronti quando scorsero vicino ad una delle porte una mano che spinta via permise al suo proprietario di varcarla.
Davanti ai due increduli omini comparve una figura completamente avvolta da un mantello nero e un cappuccio sulla testa che lasciava intravedere solo la bocca.
“C-Chi sei?” gridò una delle due vedette ma la figura non rispose, si chiuse il portale alle spalle e si incamminò verso di loro.
“ALTO LA’!” urlò la seconda guardia imbracciando la lancia e puntandone la lama contro il nuovo venuto che in tutta risposta non arrestò il passo.
“Ora basta! Identificati o saremo costretti a…” la voce gli morì in gola e la vista gli si fece vitrea.
Provò un tremendo bruciore al collo poi gli sembrò che tutto iniziasse a ruotare intorno a lui, l’ultima cosa che vide fu il cielo stellato sopra di se e poi tutto si annebbiò.
“WAAAAAAAAAHHH!” gridò il suo compagno, sbiancando e spalancando la bocca inorridito, mentre guardava la testa dell’amico staccarsi dal collo e volare in aria prima di riatterrare con un tonfo sul terreno.
Ma non fece in tempo a fare neanche un passo che un freddo pungente lo investì e spalancò la bocca ritrovandosi a pochi centimetri di distanza dal volto la figura incappucciata.
Abbassò lo sguardo e un urlo gli morì in gola: al centro del suo petto, conficcata all’altezza del cuore c’era la mano del misterioso individuo e dal suo busto zampillavano fiumi di sangue.
Riuscì solo a produrre qualche gemito prima di cadere in ginocchio: gli occhi gli ruotarono fin dentro le orbite e cadde morente sul terreno, mentre il suo assassino estraeva con disinvoltura la mano dal suo petto.
Superò i due cadaveri, procedendo sempre con passo lento e nel silenzio della notte scomparve nell’oscurità.


Nota d’autore: FINE! Ecco qui l’epilogo di questa mia storia! E come avevo promesso contiene una sorpresa, perché la storia non finisce veramente qui, ho in mente di scrivere, quando mi sarà possibile, un seguito che spieghi anche la venuta di questo tizio incappucciato.
Per quanto riguarda l’epilogo in se, ho cercato di dare una valida spiegazione del perché sia successa questa cosa a Gajeel, ma ci sono dettagli che approfondirò nel seguito. Per quanto riguarda la parte relativa ai gemelli della Light Novel, che ho voluto citare, ho ripreso tutte le informazioni da Wikipedia, perché qui in Italia è inedita.
Grazie a tutti coloro che sono giunti a questo punto, che hanno letto e recensito la storia e grazie a quelli che la leggeranno in futuro.
Un saluto da striscia_04.
   
 
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