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Autore: Aranel95    09/01/2022    2 recensioni
Inuyasha è rimasto ormai solo al mondo e il suo unico parente in vita è il suo fratellastro maggiore, Sesshomaru. Nonostante condividano il sangue da parte di padre, il giovane Sesshomaru disprezza Inuyasha la cui unica colpa è stata avere una madre umana. L'astio del principe dei demoni aumenta con il passare del tempo, tutto a causa della spada Tessaiga, una potente arma lasciata in eredità dal padre al figlio minore... Quando Sesshomaru aveva l'occasione di uccidere suo fratello, tuttavia, ha deciso di essere sportivo e di non attaccare il nemico che non era in grado ancora di difendersi.
Il racconto unirà la narrazione degli eventi della serie ai vari flashback dell'infanzia dei due fratelli e di come il loro rapporto sia cambiato nel corso degli anni, nonostante la rivalità tra i due fosse palese e tagliente.
Genere: Azione, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Inuyasha, Sesshoumaru
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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*Sesshomaru POV*
 

Arrivato per primo, Sesshomaru non esita un istante a brandire la magnifica Tessaiga, la spada che può distruggere cento demoni in un solo colpo, una spada forgiata proprio da una delle zanne di suo padre. Un ghigno di soddisfazione si dipinge sul suo volto: adesso, era diventato abbastanza potente da superare suo padre e prenderne il posto… sì, adesso era lui il nuovo signore dell’Ovest. 

Ma Tessaiga non era d’accordo. Tessaiga non poteva essere brandita da Sesshomaru, non voleva… Sesshomaru sente bruciare la sua mano destra, ancora di più su quella piccola cicatrice. Tessaiga aveva una barriera che la proteggeva e che si sarebbe dissolta solo se brandita dal suo degno padrone. Sesshomaru non era degno.

“Pa…padron Sesshomaru!”

Quell’insopportabile di Jaken è andato nel panico più totale ma Sesshomaru era calmo come sempre.

“Mio padre è stato molto prudente, è protetta da un incantesimo…”

Più che cauto, in realtà, Toga conosceva bene suo figlio Sesshomaru e conosceva bene la sua natura. 


“Per oggi basta così!”

“Sì, padre…”

Sesshomaru ripose la sua spada, una vecchia lama che un tempo era di suo padre, nel suo fodero. Nonostante la giovanissima età, il principe dei demoni doveva essere in grado di combattere già da piccolo. In più, era come affascinato dalle spade di suo padre, Sounga e Tessaiga, le più pericolose e potenti…

“Padre?”

Toga si voltò verso il figlio mentre era intento a cambiarsi d’abito, Inukimi non amava molto il fatto che padre e figlio cenassero con i loro hakama da allenamento, sporchi di terra e polvere.

“Dimmi, Sesshomaru.”

Il giovane demone iniziò a cambiarsi anche lui, prima di rispondere al padre.

“Tessaiga… perché non posso toccarla?”

Toga sospirò. Quella spada l’aveva forgiata con lo scopo preciso di proteggere la sua Izayoi, una spada che era nata per proteggere qualcuno di caro. Il grande demone guardò il figlio dritto negli occhi, ambra e ambra si incrociarono…

“Sesshomaru, io ti porrò sempre la stessa domanda in merito a ciò… hai qualcosa da proteggere?”

“Padre, mi innervosite ogni volta con questa stupida domanda!”

“Tu pensi solo alla ricerca spasmodica del potere e non ti rendi nemmeno conto di quello che ti circonda…”

“E cosa mi circonda? Il tuo amore ingiustificato per gli umani?!”

Toga si alzò, schiaffeggiando il figlio. Sesshomaru doveva pur sempre portare rispetto ai suoi genitori, anche se era un principe, anche se era il figlio prediletto.

“Finché tu non capirai cosa voglia dire proteggere e amare, non comprenderai mai il vero potere, non comprenderai mai quale sia il valore delle cose!”

Sesshomaru portò una mano sul labbro spaccato a sangue a causa dello schiaffo di suo padre. Il suo essere così incapace di nutrire sentimenti diversi dall’odio e dalla sete di potere, avevano spinto suo padre a lasciargli in eredità Tenseiga, la spada che con un solo colpo restituisce cento vite, una spada che non può ferire, che può essere usata per comprendere la pietà, la compassione, l’amore…


“Sesshomaru!!”

Il principe si volta vedendo Inuyasha dentro la tomba del padre. Si era portato dietro quell’umana dai strani vestiti… Che sciocco.

“Il nostro duello non è ancora finito!”

“Siamo nella tomba di nostro padre, dovresti essere più rispettoso!”

“Non essere ridicolo, sei tu che stai profanando la sua tomba!”

Come osava quell’ignobile mezzodemone alzargli la voce e parlargli di rispetto?! Lui che mai aveva conosciuto suo padre…


“Dunque è nato…”

“A quanto pare…”

Inukimi fumava la sua pipa con nonchalance, senza sembrare sconvolta dalla morte del marito e dalla nascita del figlio avuto con l’umana. Sesshomaru era seduto al suo fianco, sfogliando un emaki contenente una mappa, ma la sua mente correva al pensiero di suo padre, morto a causa di una comune mortale.

“Boing… boing! Inukimi-sama!”

La demonessa sentì un pizzico al collo e in quel preciso punto, si diede un colpo, schiacciando il vecchio Miyoga, il demone pulce servo di suo marito.

“Che fastidioso che sei…”

“Mi dispiace, mia signora! Comunque, volevo dirvi che io, Totosai e Saya abbiamo proceduto alla sepoltura del padrone!”

“Bene, avete fatto quanto richiesto?”

“Naturalmente!”

Miyoga rimase sconvolto nel vedere la scioltezza e tranquillità di Inukimi davanti a quella notizia. Al contrario, la povera Izayoi, fuggita dal castello in fiamme, non appena seppe della morte del suo grande e unico amore, scoppiò in lacrime. Sesshomaru, invece, si alterò.

“Di’ a Totosai che si trovi un nuovo nascondiglio se non vuole morire!”
Il giovane demone era alterato per la codardia e la sfacciataggine con la quale Totosai gli aveva smollato la spada Tenseiga proprio ai piedi di Bokuseno!

“Ahh! Signorino Sesshomaru!”

Miyoga si nascose nel mokomoko di Inukimi la quale, prontamente, lo scaccia.

“Calmati, figlio mio. In quanto a te, Miyoga…”

“Ditemi…” chiese impaurito.

“Sei congedato. Se vuoi continuare a servire mio marito, sei libero di farlo ma ti pregherei di non mettere più piede qui. Tu hai favorito questa relazione tra Toga e Izayoi e, per onestà, dovresti servire lei e il suo… bambino.” disse con aria disgustata.

“Mia signora…” prima che Miyoga potesse continuare, Inukimi riprende a parlare.

“Tuttavia, ti concedo di avvisarmi per stabilire gli incontri tra me e la donna. Toga ha lasciato scritto e detto che io debba accogliere Izayoi e Inuyasha fin quando l’umana sarà in vita. Ma solo questo!”


Sesshomaru, in quel momento, ricordò perché quel codardo di Miyoga era sempre appresso a Inuyasha, soprattutto quando lo sentì parlargli di Tessaiga. Ma non avrebbe permesso a quel mezzo demone di fare tesoro di quella spada così potente e magnifica! 

 

*Inuyasha POV*

 

Tutto qui? Tutto questo marasma per una vecchia spada arrugginita? Inuyasha non sapeva se ridere per l’assurdità o se maledire padre e fratello per tutto quello scompiglio creato. Sesshomaru aveva tanta foga per una lama tutta scheggiata, piena di ruggine e con l’elsa come unica parte intatta.

“A me sembra una normalissima spada, e per giunta arrugginita!”

Inuyasha non aveva torto, l’aspetto ingannava chiunque! Miyoga invita il giovane a estrarla, sbeffeggiando Sesshomaru, che era stato incapace di farlo. Ma a quanto pare… anche Inuyasha non era riuscito! Eppure, a detta di Miyoga, quella spada apparteneva solo ad Inuyasha… ma cosa c’era di sbagliato?! Perché?! La barriera non lo aveva respinto, tra l’altro. E Sesshomaru voleva sfruttare ciò per rubargliela.

Il principe dei demoni si era dunque accanito con tutto sé stesso verso il fratello e la povera Kagome che, impegnata a scacciare quell’odioso esserino di Jaken, aveva provato a proteggere Tessaiga dalle bramose grinfie di Sesshomaru. Ma la cosa più sconvolgente è che Kagome era riuscita a estrarre Tessaiga…


“Inuyasha! Inuyasha torna qui!”

Izayoi era disperata, non riusciva a trovare suo figlio né all’interno né all’esterno del palazzo. Iniziò a correre vedendo il figlio, come al solito, solo a piangere seduto sotto l’albero che si trovava nel grandissimo giardino, vicino al ruscello.

“Quei pusillanime! Me la pagheranno per tutti gli insulti che…” Izayoi era incapace di arrabbiarsi sul serio ma non poteva non farlo quando prendevano di mira il suo bambino.

“Mammina… se papà fosse ancora vivo, pensi ci avrebbe protetti?” Inuyasha la guardò con i suoi occhi innocenti da bambino.

“Ma certo, piccolo mio! Tuo padre era molto forte e…” non riusciva a parlare. Si fece però forza e guardò nuovamente il suo bambino. “... e noi due oggi stiamo bene perché lui ci ha protetti.”

“Perché Sesshomaru non è gentile come papà? Eppure sono due demoni…” disse Inuyasha accovacciandosi sulla riva del ruscello e disegnando dei cerchi nell’acqua con un dito piccino.

“Sesshomaru è stato cresciuto da sua madre, lei disprezza gli umani. Ma tuo padre no, no… lui… lui aveva forgiato una spada per me, sai?!"

Le orecchie da cane di Inuyasha si drizzarono e i suoi occhi tristi si illuminarono improvvisamente.

“Davvero?? E tu l’hai mai usata?”

Izayoi rise dolcemente carezzandogli la testa.

“Ma no, piccino. La usava lui, per proteggermi. Era una spada graaaande come una sua zanna!” disse allargando le braccia.

“Oooh e dov’è adesso?”

“La custodisce l’anziano Miyoga, credo… Però non ricordo il nome di questa spada. So soltanto che mi disse che, se avessi avuto un maschietto forte come lui, gli avrebbe lasciato in eredità questa spada che solo chi ha sangue umano può toccarla”.

“E io…” Inuyasha si indicò guardando Izayoi che annuì.

“Chissà, un giorno incontrerai una bella ragazza di cui ti innamorerai e dovrai proteggerla come ha fatto tuo padre con me…”

“Quindi tu l’hai toccata?”

“Sì, anche se mai mi faceva avvicinare alle sue spade. Capitò una volta, venimmo attaccati da un demone nel bosco e tuo padre, per una distrazione venne disarmato. La sua spada cadde e io la raccolsi! Di solito, le sue spade erano protette da una barriera in modo che nessuno che lui non autorizzasse poteva prenderle…”


Inuyasha ricordò che anche sua madre fu in grado di sfiorare Tessaiga. E solo nel momento in cui Inuyasha doveva proteggere Kagome da Sesshomaru che aveva assunto la sua forma demoniaca, Tessaiga avrebbe mostrato il suo vero potere!

 

  
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