Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
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Autore: MsLucry94    09/01/2022    0 recensioni
Albion e Onore sono il nome di una daga e una spada donate a una bambina dorniana con i capelli argentati e gli occhi viola da parte di due padrini speciali: Lewyn Martel e Arthur Dayne
Questa storia parlerà di Game of thrones da prima della Ribellione di Robert alla fine della serie ma dal un punto di vista diverso. Quello di una bambina.
Si vedranno tutti gli avvenimenti principali e spero che possa piacere
Genere: Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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È tutto il giorno che sono rinchiusa in questa torre e nessuno è più venuto a dirmi qualcosa e sono molto preoccupata. Le urla sono riuscita a sentirle anche da questa distanza e non so che cosa possa significare, ma la cosa non mi piace. Come ha detto zio Jamie mi sono nascosta sotto il letto di papà e lo sto aspettando, ma spero che faccia presto, inizio ad avere paura anche di questa torre. Quando le porta della sala del trono si aprono di nuovo, per un secondo credo seriamente che quello appena arrivato sia mio padre, ma poi mi accorgo che è semplicemente lord Stark in groppa al suo cavallo, che sta arrivando a tutta velocità. Non so dire chi avrei preferito che arrivasse e la cosa onestamente non mi interessa neanche. Adesso sono solo curioso di capire se quell’uomo vuole rivendicare il trono per sé oppure per quel pazzo del suo amico. - Lord Stark… - - Che cosa succede qui. Come mai il re giace morto ai tuoi piedi. – - Cosa pensi che sia mai potuto succedere, secondo te. – Non mi è mai piaciuto quell’uomo e mi sento in dovere di sbeffeggiarlo un po’. - Cos’è successo mi sembra più che evidente, ser Jamie, ma mi chiedo come sia possibile che tutto questo lo abbiate fatto voi. Non avete un onore, voi Guardie Reali. – - Non parlare di onore a me, lord Stark. Ho fatto quello che dovevo e non ho nessun rimpianto. – - Questo si vedrà quando arriverà il nuovo re, Robert Baratheon. – Quindi non vuole il trono per sé, ma è venuto per cederlo al suo amico. Lascio cadere il discorso, tanto non mi interessa continuare a parlare con lui. Ho visto da come mi ha guardato che idea si è fatta di me e non mi interessa perdere tempo a spiegargli il perché delle mie azioni, in fondo lui non ha nessun motivo per giudicarmi, cosa che ha cominciato a fare nel momento in cui ha messo piede dentro questa sala. Il mio pensiero in questo momento va a Nymeria ed ai figli di Rhaegar. Sono abbastanza sicuro che la piccola stia bene e non sia stata toccata dai combattimenti nascosta bene nella torre della Guardia reale, ma inizio a preoccuparmi di quello che può essere successo ai bambini ed alla principessa Elia. Non penso che mio padre sia arrivato ad ordinare la sua morte, anche perché da stratega quale è sa che la corona adesso non può permettersi di inimicarsi anche Dorne, e l’uccisione della principessa Elia sarebbe come accendere un focolaio difficilmente spengibile. Già la morte del principe Lewyn non sarà semplice da digerire a Dorne, anche se è morto combattendo e facendo il suo dovere, ma se dovessero morire anche una donna innocente e i suoi figli sarebbe una catastrofe. Nessuno potrebbe fermare i dorniani dal loro intento di scatenare una guerra, e una guerra contro Dorne sarebbe fallimentare sotto tutti i punti di vista, neanche Aegon I e le sue sorelle con i loro draghi sono riusciti a conquistarla in fondo. L’arrivo in pompa magna di Robert Baratheon, ormai re anche se non ancora ufficialmente incoronato, mette fine al momento di stallo che si era creato in quel momento. E subito dopo arriva anche mio padre, visibilmente compiaciuto, portando con sé due corpi avvolti in mantelli porpora dei Lannister. Inizialmente non capisco chi possano essere, ma inorridisco quando comprendo. I capelli argentati che spuntano sul cranio fracassato del neonato non lasciano adito ad alcun dubbio sulla sua identità e quindi anche su quella del corpicino che gli sta accanto. - Sire, vi porto un pegno per la vostra vittoria più importante. I corpi morti di Aegon Targaryen e di sua sorella Rhaenys, i figli del principe Rhaegar. – - Cos’è successo. – La rabbia di lord Stark è quasi dirompente e l’indignazione nei suoi occhi grigi fa impressione. Non c’è quasi nessuno qui nella sala del trono, solo il nuovo re, il suo amico Eddard Stark, io, mio padre e Jon Arryn, che sembra il più calmo in questo momento. - Per suggellare il tuo diritto al trono questi bambini dovevano morire ed io ho fatto solo quello che andava fatto, sire. Adesso poi potete prendervi il trono senza che nessuno lo metta in discussione. – - Avete ucciso due bambini solo per questo? Noi non siamo delle bestie incivilizzate. Robert non puoi avvalorare veramente tutto questo. – - No, do ragione a lord Tywin, è una cosa che andava fatta e adesso la mia pretesa al trono è molto più forte. – - Questi sono dei bambini morti! Non degli oggetti! Questo è un infanticidio, non possiamo lasciarlo impunito. Come non possiamo lasciare impunito quello che ser Jamie Lannister ha fatto contro il re. Ha infranto la prima regola del suo giuramento senza alcun ritegno! – - No, non mi interessa quello che si può dire, ser Jamie ha fatto solo del bene per questo regno, uccidendo il re folle. Lo perdono per il suo crimine e non perderà il suo posto da Guardia reale. – Sorrido abbassando il capo. Onestamente non mi aspettavo un risvolto del genere, ma in parte sono contento. Sono entrato nella Guardia reale per motivi non proprio degni, ma alla fine mi è sempre piaciuto farne parte e spero di continuare per sempre. - E per quanto riguarda i bambini?! – Lord Stark è agguerrito e non demorde, almeno riguardo i due cadaveri che sono ancora ai loro piedi. – - Non ne voglio più sentir parlare. Sono morti e basta! – - Ma… - - Niente ma, Ned! Adesso basta. – - E la principessa Elia che fine ha fatto? – La voce pacata e tranquilla anche in una situazione del genere di lord Arryn mette per un attimo fine alla discussione tra i due vecchi amici. - Purtroppo è morta anche lei. I miei uomini l’hanno trovato uccisa stuprata a morte accanto al corpo del piccolo Aegon. – La reazione di lord Stark è quasi violenta e Jon Arryn è costretto a mettersi in mezzo tra lui e il re prima che succeda qualcosa di irreparabile. - Abbiamo ucciso anche la sorella del principe regnante di Dorne, non bastava solo lo zio? Adesso si scatenerà una guerra. – - Non è detto e di questo ce ne occuperemo a tempo debito. – Le parole di Jon Arryn mettono freno alla furia di lord Stark, almeno per il momento. - Bene, se questo è quanto, io me ne vado, non c’è più motivo per il quale debba restare. – - Ned, no! Ho ancora bisogno di te qui. – Le parole del re sono quasi comiche, insieme alla sua posizione. - No, non ho intenzione di rimanere un momento di più. Continuerò l’avanzata verso sud e finirò di liberare quei castelli ancora in mano ai lealisti Targaryen. E poi devo ancora fare una cosa… - Le parole lasciate in sospeso sono solo per noi, me e mio padre, perché gli altri si scambiano uno sguardo d’intesa prima che lord Stark esca dalla sala del trono. Quando sento la porta della torre che si apre, per un attimo sono contenta. Penso che sia finalmente zio Jamie che viene a prendermi, finché non sento le voci che accompagnano chiunque sia entrato. - Abbiamo controllato quasi tutto il castello. Rimane solo questa torre, facciamo in fretta. – Non è la voce di zio Jamie e la cosa mi fa paura. La voce che arriva sembra cattiva. Sento aprire con forza tutte le porta e avvicinarsi pericolosamente verso quella della stanza di papà. Impaurita impugno velocemente il pugnale di zio Arthur, che tenevo proprio in questa stanza, pronta a combattere contro questi sconosciuti. Quando sento qualcun sfondare di forza anche la porta della stanza mi sfugge un piccolo grido di paura e chiunque ci sia mi sente. Lo sento avvicinarsi al letto e improvvisamente sento qualcuno che mi prende il braccio. Spaventata prendo il pugnale e lo conficco nella mano che è spuntata sotto il letto. Le urla di dolore di chiunque sia nella stanza sono talmente forti che improvvisamente entra pure una seconda persona. - Che cosa succede qui? – - Ci deve essere qualcuno qui, mi ha appena pugnalato! – - Dove? – - Sotto questo letto. Vieni fuori piccolo bastardo, vieni fuori che non ti faccio nulla… - - Non credo che funzioni. – - Oh, sì che funzionerà. So dove si nasconde e non mi può sfuggire. E appena l’avrò preso si pentirà di quello che ha appena fatto. – La seconda volta che vedo la mano da sotto il letto, non riesco a difendermi. Questa volta la mano è molto più grande della prima e la persona a cui appartiene molto più determinata. Mi afferra in malo modo per un braccio e mi strattona finché non riesce a farmi uscire da sotto il letto, con un braccio dolorante. - Una bambina, sono stato attaccato da una semplice bambina? – - A quanto pare. – - Brutta stronza, adesso ti faccio passare io la voglia di attaccare gente molto più grande di te, te lo posso garantire. – - Stai lontano da me, brutto energumeno. Non ti avvicinare. – - E come pensi di fermarmi, con quello stuzzicadenti? – Ride del mio pugnale, ma io non mi faccio intimorire e non lascio la presa, se vuole farmi del male io non mi tirerò indietro. - Quanti anni hai, sembri proprio un bel bocconcino. – Rimango zitta, non ho alcuna intenzione di dire niente ad un uomo del genere. - Che cosa c’è, l’uomo cattivo ti ha strappato la lingua? – - Anche senza lingua rimane sempre un bel bocconcino, magari prima di farla prigioniera possiamo divertirci un po’. Non sono mai andato con una bambina con quei colori. – - Neanche io, penso che sia veramente bella. – Non capisco i loro discorsi e mi fanno paura, ma non riesco a difendermi. Loro sono due e sono molto più grossi di me, mi fanno paura. Zio Jamie mi aveva detto che qui sarei stata al sicuro, ma a quanto pare non è così. Adesso ho paura, anche perché quegli uomini sono sopra di me ed uno si sta slacciando i pantaloni, con un sorriso malvagio in faccia. Inizia anche a toccarmi in punti in cui nessuno l’ha mai fatto e mi fa male. Chiudo gli occhi, sperando che la cosa finisca presto, quando ad un certo punto sento che la porta viene di nuovo aperta con violenza e improvvisamente non c’è più nessuno sopra di me. Mi rannicchio spaventata in un angolo e infine riapro gli occhi. Quello che vedo mi fa paura. Davanti a me c’è zio Jamie, con la spada in pugno, che tiene per la gola un uomo. - Cosa credevi di fare in questa torre? – - Quello che mi ha detto di fare vostro padre, ser Jamie. Ci ha permesso di darci alla pazza gioia e di fare quello che volevamo dentro le mura di questa città ed io adesso voglio quella bambina. Non sono mai stato con una così bella e la voglio per me. – - Quella bambina non si tocca! – - E chi lo dice? – - Lo dico io! E lo dice la mia spada. Vai a trovarti qualcun altro, a meno che tu non voglia ritrovarti senza cazzo. – Vedo quell’uomo che se ne va molto in fretta e poi zio Jamie che si gira verso di me, con la rabbia ancora negli occhi. - Ti hanno fatto del male? – - No. – - Sei sicura? – - Sì, sì, non mi hanno fatto nulla. – Lo vedo farmi un sorriso stentato. - Adesso posso uscire da qui? – - Sì, piccola, ma ti devo prima dare una brutta notizia. – - Quale? – - Il re vuole vederti. – - Come mai? Ha sempre cercato zia Elia, mai me. – - È diverso, adesso il re è un altro. – - Come mai? – - Re Aerys è morto. – - Mi dispiace molto. – - Non devi, piccola, non era una brava persona. – Sento che mi sta nascondendo qualcosa e voglio capire quello che sta succedendo qui. - Zio Jamie, cosa succede? – - Perché dici questo? – - Perché mi stai nascondendo qualcosa, ne sono sicura. – - Purtroppo è vero, ma non ho il coraggio di dirtela. È molto brutta. – - Cosa? – - Anche la principessa Elia, e i piccoli principi sono morti. – - NO! Non ci credo! Zia Elia, Rhaenys, non possono essere morti! Papà aveva detto che saremmo stati tutti al sicuro! – - Lo so piccola, ma Lewyn non si poteva immaginare quello che è successo qui, nessuno poteva. Mi dispiace. – Non riesco più ad ascoltarlo, quello che dice fa troppo male. I ricordi della zia e di Rhaenys si accavallano nella mia mente senza un ordine preciso, mentre le lacrime solcano il mio volto. Sono troppo sconvolta anche solo per rendermi conto che siamo arrivati davanti alla sala del trono. - Lo so che è difficile, ma adesso devi essere coraggiosa. Le cose potrebbero sembrarti un po’ strane, ma sono certo che tutto andrà per il meglio. – Cerco di fargli un piccolo sorriso, anche se senza molto successo, mentre mi asciugo le lacrime e varco a testa alta la porta di quella sala.
   
 
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