Capitolo terzo
So bene come dare il peggio non
darmi consigli
Cerco un veleno che non mi scenda mai
Ho un angelo custode sadico
Trovo una scusa ma che cosa cambierà, eh?
La grande storia banale
Prima prosciughiamo il mare
E poi versiamo lacrime
Per poterlo ricolmare
Le promesse erano mille mille
Ma nel cuore sento spille spille
Prova a toglierle tu baby tu baby…
(“Chiamami per nome” – Fedez,
Francesca Michielin)
Passava il tempo e
Ramsay non ricompariva, tanto che, ad un certo punto, Theon si vide costretto a
uscire da quella tinozza dove l’acqua stava diventando fredda per non prendersi
una broncopolmonite (no, il Covid non c’era nei Sette Regni, ma vista l’abilità dei medici del luogo anche una
malattia più comune avrebbe potuto mandare all’altro mondo senza tanti
complimenti…). Così si asciugò, si rivestì, gettò l’acqua sporca fuori dalla
finestra, tanto da quella locanda non passava mai un’anima, e si mise davanti
al fuoco per riscaldarsi mentre aspettava Ramsay, chiedendosi dove potesse
essersi cacciato. Da lui ci si poteva aspettare tutto e il contrario di tutto, questo
era vero, ma che motivo aveva di non tornare in camera? Oddio, a dirla tutta il
motivo ce l’aveva e Theon si lasciò sfuggire un sorrisetto malizioso ricordando
quanto il giovane Bolton fosse apparso a disagio e imbarazzato vedendolo
spogliarsi, ma prima o poi sarebbe dovuto tornare, no? E sarebbe toccato a lui
fare il bagno…
Pensando a quanto le
cose fossero cambiate, o meglio a come si fossero addirittura ribaltate rispetto a qualche mese prima,
Theon non poté nascondere la soddisfazione: Ramsay si era tanto divertito a
farlo sentire umiliato e mortificato, a guardarlo nudo per contare tutte le sue
cicatrici, a fingere di volerlo lavare per metterlo ancora più a disagio e
adesso era lui che non riusciva nemmeno a stare nella stessa stanza se il
giovane Greyjoy si spogliava! La vita, a volte, era davvero paradossale, e lui
poteva ben dirlo con tutto ciò che aveva passato.
Comunque Ramsay non
tornava. Cosa poteva essere successo? Con una punta di agitazione Theon
considerò che, trattandosi di Ramsay, poteva davvero essere successo di tutto. E se l’ex Lord di Grande
Inverno avesse avuto un attacco di nostalgia
del passato e avesse deciso di fare a pezzi o scuoiare la povera
locandiera, così, tanto per passare il tempo? È vero che era già parecchio che
Ramsay non si comportava più così (giusto,
pensò Theon, allora ero troppo
terrorizzato da lui per farci caso, ma Ramsay aveva smesso di catturare e
torturare il suo prossimo da molto prima che arrivasse Roose Bolton a Grande
Inverno. Forse il fatto di essere diventato un vero Lord lo aveva inibito?),
tuttavia con lui non si poteva mai stare tranquilli. Theon lasciò il
confortevole calduccio del fuoco e si affrettò a uscire dalla stanza e a
scendere le scale per raggiungere la sala da pranzo… e Ramsay era proprio lì,
seduto in fondo alle scale, che guardava con una certa aria seccata i secchi
vuoti accanto a lui.
“Ramsay, cosa ci fai
qui? Non saresti dovuto venire in camera per fare il bagno? Io ho finito da un
pezzo” gli disse.
Il giovane Bolton si
voltò verso di lui, imbronciato.
“E come accidenti
avrei fatto, secondo te, a portare su per le scale i secchi con l’acqua calda
da solo? Ti sei forse dimenticato che quel maledetto Jon Snow mi ha picchiato
tanto da lussarmi la spalla sinistra?” si lamentò, petulante. “Beh, io non me
lo sono dimenticato, mi fa male e di
certo non posso fare sforzi con il braccio sinistro!”
Theon dovette
nascondere il sorrisetto che gli saliva spontaneo alle labbra ogni volta che
constatava quanto Ramsay diventasse molto meno affascinato dal dolore fisico quando
toccava a lui provarlo e non a quei
disgraziati che aveva torturato per tanto tempo a Forte Terrore, inoltre era
pure buffo vederlo lì, seduto in fondo alle scale, tenendo il broncio come un
ragazzino che non è stato invitato a giocare. Ancora una volta il giovane
Greyjoy dovette ricordare a se stesso che, nonostante tutto, Ramsay in effetti era un ragazzo di neanche ventun anni,
un anno meno di lui. Era facile dimenticarlo, specialmente nei terribili anni
che Theon aveva trascorso in balia delle sue follie a Forte Terrore, allora
Ramsay sembrava enorme, spaventoso, un gigante che aveva sempre un modo nuovo
per straziarlo… ma le cose erano decisamente cambiate già da quando, a Grande
Inverno, Roose Bolton aveva cominciato a fare il bello e il cattivo tempo e
costretto il figlio a obbedirgli in tutto o quasi. Erano poi diventate quasi
paradossali con l’arrivo di Jon e Sansa a Grande Inverno e la totale disfatta
di Ramsay, che era apparso l’ombra di se stesso, terrorizzato, sconvolto e
incredulo che veramente qualcuno
potesse avere intenzione di fare del male a lui.
Non funzionava così, sarebbe dovuto essere il contrario, no? E, dal momento in
cui Theon aveva scelto di prendere Ramsay sotto la sua protezione, la bilancia
si era spostata sempre di più, Theon aveva acquisito determinazione e
intraprendenza tanto quanto Ramsay aveva dimostrato di essere completamente
sprovveduto per tutto ciò che riguardava guerra e politica, nonché un codardo
che sapeva fare la voce grossa solo quando la sua vittima era incatenata e
possibilmente anche mezza sbranata dai cani.
“Allora che cosa
vuoi? Devo aiutarti a portare in camera i secchi con l’acqua calda?” gli
domandò Theon, divertendosi a mostrarsi condiscendente adesso che non era più costretto ad esserlo davvero.
“Secondo te? Sto qui
seduto aspettando che passi una carrozza?” replicò Ramsay.
Ecco,
notò Theon, che ultimamente era diventato attentissimo
a questi dettagli. Il Ramsay di qualche
mese fa mi avrebbe ordinato di portargli l’acqua per il bagno senza tanti giri
di parole. Lui mi ha risposto in modo sarcastico, è vero, ma non mi ha ordinato
niente… come se pensasse che non ne ha più il diritto… e in effetti è proprio
così, Ramsay non è più il Lord di niente e io lo aiuto se mi va di farlo, tutto
qui.
La constatazione
riempì ancora una volta Theon di soddisfazione. Certo che gli avrebbe portato i
secchi di acqua calda in camera, a dire il vero non vedeva l’ora di metterlo in
imbarazzo chiedendogli se aveva anche bisogno che lo aiutasse a lavarsi!
La vendetta di Theon
stava prendendo una strada tutta particolare, forse anche perché il giovane si
sentiva davvero sempre più attratto da Ramsay (ve l’ho detto che anche lui
aveva iniziato a sragionare!) e, oltre a divertirsi a metterlo a disagio, gli
piaceva proprio l’idea di lavarlo e magari anche di fare altro! Le cose, però,
non andarono esattamente come lui aveva previsto, perché Ramsay si fece, sì,
aiutare a preparare l’acqua per il bagno nella tinozza, ma poi senza tanti
complimenti chiuse la porta della stanza in faccia a Theon prima ancora di
sbottonarsi il farsetto!
Theon, rimasto chiuso
fuori dalla stanza che, tecnicamente, era anche la sua, la prese comunque con
molta filosofia (dopo tutto quello che aveva passato a Forte Terrore prima e a
Grande Inverno poi aveva dovuto per forza sviluppare una buona resilienza, tanto per usare un termine
che va tanto di moda oggi) e, anzi, si mise a ridere piano, con la schiena
appoggiata alla porta. L’imbarazzo sempre più evidente di Ramsay lo divertiva e
lo eccitava pure e, ovviamente, gli faceva capire ogni volta di più quanto il
giovane Bolton fosse totalmente preso da lui… e quindi anche vulnerabile.
E, comunque, prima o
poi Ramsay avrebbe dovuto aprirla, quella porta, e avrebbero dormito insieme.
In fondo quella camera l’aveva pagata lui. O meglio, non l’aveva pagata nessuno dei due perché non
avevano neanche una moneta bucata, però la locandiera aveva dato al Lord la stanza più grande e comoda della
locanda. Nel frattempo, Theon si distrasse ripassando mentalmente il discorso
che avrebbe fatto quella sera stessa a Ramsay, prima di portarselo a letto,
tanto per capirsi. Doveva essere gentile e rispettoso, quello sì, visto che
intendeva conservare intatte le dita che gli erano rimaste; ma, d’altro canto,
avrebbe anche dovuto mostrarsi determinato, perché stava per iniziare una sorta
di new deal della loro situazione e
Ramsay doveva arrivare a capire, anche con quel solo neurone che aveva, che a
Pyke le cose sarebbero andate in un certo modo e che era pure nel suo interesse
che così fosse.
Così, quella sera,
quando fu ora di dormire, Theon si spogliò di nuovo e si infilò tra le
lenzuola, aspettando che Ramsay lo raggiungesse.
Ramsay spalancò tanto
d’occhi e rimase immobile come una statua di sale.
“Ramsay, è piuttosto
tardi e domattina, probabilmente, la locandiera avrà delle cose da farci fare”
disse il giovane Greyjoy, fingendo di non notare il totale sbigottimento del
suo compagno. “Vieni a letto o pensi di dormire sul pavimento? Io non te lo
consiglio…”
“Ma… ma… perché ti
sei spogliato? Non ce l’hai una camicia da notte, qualcosa?” domandò Ramsay,
ritrovando la facoltà di parola a stento.
Theon rise, era una
cosa che aveva ripreso a fare spesso (anche se non più a sproposito come
prima), che lo faceva stare bene, lo faceva sentire di nuovo se stesso… e,
soprattutto, si era accorto che in quel modo affascinava e stravolgeva Ramsay
ancora di più!
“Ma dai, secondo te
mentre preparavo due cose in fretta e furia prima di scappare da Grande Inverno
mi sono messo a cercare le camicie da notte? Non erano certo cose di primaria
importanza, oltre tutto le prime notti le abbiamo passate in fienili e stalle
abbandonate e quindi abbiamo dormito ben vestiti e con i mantelli addosso!”
replicò.
Ramsay in quel
momento avrebbe voluto avere il suo mantello addosso, anzi anche due o tre e,
per buona misura, ne avrebbe arrotolati un paio anche attorno a Theon
nonostante nella camera ci fosse già abbastanza caldo… fin troppo caldo, a
dirla tutta, almeno per il giovane Bolton che si sentiva andare a fuoco e non
capiva perché. In fondo non era certo la prima volta che vedeva Theon senza
niente addosso, al contrario, neanche tanto tempo prima era lui stesso a
divertirsi a farlo spogliare per mortificarlo. E allora perché adesso si
sentiva così… strano? Sì, strano in un modo diverso dal suo solito,
chiaramente.
“Ora però magari ti
avrebbe fatto comodo” provò a dire, sperando che sembrasse una frase di senso
compiuto.
“E perché? Questa
stanza è già abbastanza calda” ribatté Theon, apparentemente senza scomporsi,
ma dentro di sé divertendosi un mondo. “Ramsay, non vorrai dirmi che ti senti a
disagio nel venire a letto con me nudo? Insomma, non c’è niente che tu non
abbia visto almeno già un centinaio di volte se non di più!”
“Eh? Ah, sì,
naturalmente, è vero” dovette ammettere Ramsay. “Io però… ecco, io penso di
tenere indosso la camicia e magari anche…”
“Secondo me finirai
per avere caldo, ma fai pure come preferisci, se ti senti più a tuo agio” gli concesse Theon, stiracchiandosi nel letto e incrociando
le braccia dietro la testa, con un sorriso scanzonato dipinto sulle labbra. “Comunque
anche di questo dovremo parlare prima di giungere a Pyke e forse sarebbe meglio
farlo ora, se non sei troppo stanco, naturalmente.”
Come potesse essere
stanco Ramsay che non aveva praticamente fatto
niente per tutto il giorno lo sapeva solo il Dio Abissale, tuttavia Theon
preferì mantenere ancora per un po’ quella patina di cortesia che riservava al
giovane Bolton e che era ormai una parodia della sua vera sottomissione di
qualche mese prima… in fondo, a Pyke non c’erano ancora arrivati e lui desiderava,
se possibile, arrivarci con tutte le dita e gli arti che gli rimanevano!
“Di cosa vuoi
parlare, delle camicie da notte?” domandò Ramsay, stupito.
Theon scoppiò a
ridere, cosa che provocò un mezzo colpo apoplettico a Ramsay.
“Ma no, certo che no!
Intendevo del rapporto che dovremo instaurare noi due, del legame che dovremo
mostrare davanti agli Uomini di Ferro e che dovrà essere il più possibile
vicino alla realtà per risultare credibile” rispose.
“Ma… in che senso?”
fece il giovane Bolton, ancora più confuso, mentre il suo povero neurone
cercava inutilmente di venirgli in soccorso.
Theon, come chiunque
avesse conosciuto Ramsay, sapeva fin troppo bene che con lui era inutile
parlare o tentare di spiegare razionalmente le cose, così decise di farglielo
capire in un modo un tantino più
diretto. Si alzò dal letto e si avvicinò al giovane che, nel frattempo, cercava
di guardare in tutte le direzioni possibili tranne quella che aveva davanti,
tanto che a momenti diventava strabico; gentilmente e con molta discrezione
(nella malaugurata ipotesi che Ramsay avesse un coltello sottomano e decidesse
di placare in quel modo il suo imbarazzo), Theon iniziò a slacciargli il
farsetto e a spogliarlo e intanto gli parlava in tono calmo e pacato.
“So che non ti piace
sentirtelo dire, ma il fatto è che, a Pyke, io sarò considerato il Principe
delle Isole di Ferro, l’erede del Trono del Mare, mentre tu sarai solo quello
che ha fatto massacrare gli uomini di Yara al Moat Cailin” spiegò
pazientemente. “Tu stesso hai detto di temere la vendetta degli Uomini di
Ferro, ma se sarai sotto la mia protezione nessuno oserà farti del male e
neanche pensarci lontanamente.”
“Davvero tengono in
così tanta considerazione la tua parola a Pyke?” ribatté Ramsay, piuttosto
scettico, ma più che altro per dire qualcosa, visto che Theon lo stava
lentamente svestendo e lui non trovava nemmeno la forza di muoversi.
“Dovranno farlo per
forza” rispose il giovane Greyjoy, che in realtà non era mai stato cagato più
di tanto, ma che riteneva di avere adesso un diverso ascendente anche sulla gente
delle Isole di Ferro grazie alla sicurezza che aveva acquisito. “Ma dovranno
anche capire che tu non sei più un pericolo, che hai deciso di allearti con me
e che noi due siamo d’accordo su tutto, che siamo legati, che tu mi rispetti e
che ti fidi delle mie decisioni.”
“Ah, sì?” riuscì a
dire Ramsay, prima che Theon decidesse di portarselo a letto senza altri
indugi. A dire il vero non capiva bene cosa potesse entrarci tutta quella parte
con il fatto di mostrare alla gente di Pyke che lui stimava e rispettava il
giovane Principe e che si rimetteva alla sua protezione… ma chissà, forse le
due cose erano legate in qualche modo. E poi Theon cominciò a baciarlo e
davvero a quel punto Ramsay perse quel minimo di lucidità mentale che ogni
tanto si degnava di fare capolino nella sua mente sconvolta! Non era la prima
volta che lo baciava, anzi aveva iniziato a Grande Inverno a farlo e a fare
anche altre cose, per compiacere il
suo Lord, diceva allora. Eppure stavolta sembrava diverso. Ramsay non sapeva un
bel niente di amore, passione e cose del genere, la sua esperienza in materia
si limitava a qualche stupro di prigioniere a Forte Terrore, anni prima… ma
persino lui riusciva a rendersi conto del fatto che Theon lo stava baciando e
accarezzando in un modo diverso, non tanto per compiacerlo quanto perché…
poteva essere? Sembrava quasi che fosse Theon a volerlo!
Lo baciava con lentezza
e intensità, ogni carezza pareva una coccola e quando i loro corpi si unirono
allora sì che davvero Ramsay andò completamente
fuori di sé (sì, intendo ben più di ciò che per lui era normale) e non capì più nemmeno chi fosse, dove fosse e perché;
tutto il resto dell’universo scomparve e il mondo per lui divenne solo Theon,
che gli incendiava il sangue nelle vene e gli infondeva un languore che lo
rendeva completamente inerme tra le sue braccia.
Alla fine
i due divennero davvero una cosa sola, perdendosi l’uno nell’altro in una dolce
e assoluta estasi e Theon strinse ancora Ramsay tra le braccia, rendendosi
conto che quel contatto non lo aveva solo soddisfatto, ma gli aveva anche
donato una pace e un calore che si diffondevano per tutto il suo corpo.
“Vedi,
intendevo una cosa del genere, ecco” disse poi, sorridendo e divertendosi a
scompigliargli affettuosamente i capelli. “Ora siamo molto più uniti di quando
mi limitavo a… a compiacerti, no? Ed
è questa unione di idee, di intenti e di intenzioni che gli Uomini di Ferro
dovranno vedere.”
Ecco, a
dirla tutta Ramsay non aveva capito proprio un bel niente e si chiedeva
vagamente cosa gli Uomini di Ferro
avrebbero dovuto vedere di quello che lui e Theon avevano appena fatto… ma alla
fine era abituato a non capire granché delle situazioni e, in quel momento, l’unica
cosa che gli interessava era che si sentiva insolitamente felice, la rabbia e i
rancori che lo avevano sempre oppresso si erano placati e praticamente svaniti,
e che tutto quello che contava per lui era che Theon gli restasse accanto.
Se era
quello il modo per farsi accettare a Pyke, a lui sarebbe andato più che bene!
Fine capitolo terzo