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Autore: ame_vuiller003    10/01/2022    0 recensioni
Tris è quasi un'intrepida. Lo ha scelto lei, dopo che il test attitudinale si è rivelato inconcludente. Ha abbandonato tutto ciò che conosceva per immergersi in un mondo completamente nuovo dove ci sono specchi, cibi elaborati e dove lei può avere degli amici e degli interessi al di là del volontariato. Dopo essere saltata da quel cornicione, il giorno della Scelta, ha finalmente capito cos'è la vera amicizia non appena ha incontrato Christina e Will.
Uriah e Marlene sono delle persone squisite che riescono sin da subito a farle provare la bellezza dell'essere intrepidi.
Perfino Lynn inizia ad essere simpatica qualche volta. Ma in tutto questo, lei ancora non riesce ad inquadrare lui: Quattro. Chi è? Perché è così restio a parlare della sua famiglia e delle sue origini? Ma soprattutto, perché sembra così combattuto quando si tratta di lei?
- Questa storia è una versione alternativa di quella narrata dalla Roth, qui non ci saranno rivolte né attentati agli Abneganti, ma semplicemente la storia d'amore tra Tris e Quattro un po' revisionata e con qualche avventura e colpo di scena. E nulla, spero che vi piaccia -
Genere: Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Four/Quattro (Tobias), Marlene, Tris, Uriah, Will
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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TRE ANNI DOPO

Sono in mensa quando Will corre veloce verso di me e mi abbraccia.
-Ce l'ho fatta!- mi dice e io sorrido felice. Sono due anni che si prepara per superare il test e entrare in lista per diventare capofazione. Ha passato ogni secondo della sua vita senza Christina a studiare.
-Peter non l'ha passato, non l'ha passato!- dice ancora, e questa notizia mi rende felice per davvero.
-Beh, questa notizia mi ha migliorato la giornata. E dato che tra sei mesi bisognerà rieleggere i nostri capi fazione, farò in modo di proporti.- gli dico ridendo.
Una mano calda si posa sul mio fianco e me lo stringe appena.
-Congratulazioni, te lo sei meritato.- dice Tobias dando una pacca sulla spalla a Will. Poi si gira verso di me.
-Uriah mi dice di dirti che domani hanno deciso di andare allo Zipline, ho detto che ci vai anche tu. Ho fatto bene?- chiede. Io lo guardo e gli bacio una guancia.
-Assolutamente sì.- gli rispondo. Ho deciso che voglio riuscire a convincerlo a provarlo una volta, ma non ho ancora ben definito come fare.
-Dovresti provarci anche tu, solo una volta.- gli butto lì. Lui mi guarda come se gli avessi appena detto che sono incinta.
-Cosa? Stai scherzando? Potrebbe venirmi un infarto.- mi dice. Vedo entrare Christina.
-Dovresti andare a darle la buona notizia.- suggerisco a Will e lui si allontana trotterellando.
-No, non sto scherzando. Dovresti provarlo, non è così male. E poi, sarai legato, non c'è alcun pericolo.- dico girandomi a guardarlo. Lui mi prende per mano e ci sediamo insieme al tavolo.
-Sai, sto cercando di capire se sei completamente pazza o se semplicemente stai cercando un modo lento e doloroso per uccidermi. Soffro di vertigini, Beatrice.- mi ricorda dolcemente abbasando la voce sull'ultima frase. Nonostante ormai tutti sappiano quali sono i nostri veri nomi, io continuo ad essere l'unica a chiamarlo sempre Tobias. A lui non da fastidio, ma nonostante ciò è rimasto e probabilmente rimarrà per sempre "Quattro".  E, come io sono l'unica ad usare il suo vero nome, lui è l'unico a chiamare me con il mio vero nome. In pratica, è cambiato ben poco. Da quando i vertici sono stati cambiati, i Pacifici hanno avanzato un sacco di proposte e la nostra società è stata completamente rivoluzionata.
Dopo settimane di dibattito si è deciso che le famiglie possono riunirsi non solo nel Giorno delle Visite ma anche per le festività. Due anni fa Caleb e i miei genitori sono venuti da me e abbiamo mangiato tutti insieme, mentre l'anno scorso io, mio fratello e Tobias siamo stati invitati a cena da loro. Marcus non si è fatto vivo, nonostante papà mi abbia confidato di averlo invitato. Sono felice che non sia venuto. Quest'anno, invece, Caleb ha invitato tutti quanti da lui. Circa un'anno fa ha finalmente deciso di fidanzarsi con Elisabeth e, sebbene non mi stia sempre molto simpatica, sono felice per loro.
La situazione economica sta pian piano migliorando, anche se siamo ancora parecchio distanti dalla fine della crisi.
Sorrido mentre afferro un hamburger e lo addento.
-Prometti che ci penserai? Solo una volta, poi non te lo chiederò più.- gli dico. Lui mi guarda torvo.
-Ci penserò.-
Rimango a bocca aperta, non pensavo che sarei riuscita a convincerlo così facilmente a prendere in considerazione l'idea.
-Che c'è?- mi chiede prendendo un hamburger a sua volta.
-Nulla, tranquillo. Ero solo stupita dalla tua risposta. Pensavo che ci avrei messo di più.- dico. Lo sento bofonchiare qualcosa ma non capisco cosa. Lo guardo, è pensieroso. Ci starà pensando davvero?

•••

Qualcuno bussa alla porta. Mi avvicino con l'elastico per capelli in bocca e una maglia che stavo per stendere nella mano.
Non faccio in tempo ad allungare la mano sulla maniglia che Tobias entra. Ormai vive praticamente da me; passa qui gran parte della sua vita.
-Ti ho interrotta?- mi chiede guardando lo stendino dietro di me. Io scuoto la testa e tolgo l'elastico dalla bocca.
-No, tranquillo, stavo solo stendendo. Hai finito la riunione?- gli chiedo.
-Sì, abbiamo passato il tempo a parlare del risultato del test e dei prossimi possibili colleghi che avremo in futuro. Sinceramente, spero di essere rieletto con Will.-
-Ti rieleggeranno sicuramente.- gli dico riprendendo a stendere. Lui si avvicina e mi aiuta. Quando siamo da soli, sembriamo una classica coppia Abnegante. Quando mangiamo a casa da soli, una volta serve lui è una volta servo io. Se cucina lui io ritiro e viceversa. Ci viene naturale.
-Ci ho pensato.- mi dice nervoso. Mi giro rapida verso di lui. Lo ha fatto davvero? A giudicare dal suo pallore direi di sì.
-Davvero? E?-
Lui si siede ma subito dopo si rialza.
-Credo, per una volta, di poterti accontentare.- dice. I pantaloni che tengo in mano mi cadono e lui li raccoglie scuotendoli.
-Stai scherzando?- chiedo. Lui scuote la testa.
-O mio Dio.- dico e lo vedo alzare gli occhi al cielo.
-Però... non voglio farlo con tutti gli altri. Quindi, se vuoi farmelo fare, lo faremo da soli.-
Accetterei qualsiasi condizione pur di vederglielo fare. Aggiro lo stendino e lo abbraccio. Lui ridacchia piano, ma non capisco se sia per me o perché è nervoso.
-Dobbiamo portare per forza qualcun altro, io non ti saprei mettere l'imbracatura.- dico.
-Chi?-
-Zeke?- propongo. Lui annuisce, dopotutto parliamo del suo migliore amico.
-Quando?- mi chiede.
Lo guardo e ci penso.
-Dipende... vuoi che te lo dica con largo anticipo?- chiedo.
-Non lo so. Ma non aspettare troppo o rischierò di avere un attacco di panico solo al pensiero.- mi dice. Io lo guardo e sorrido appena.
-Se non vuoi non ti voglio obbligare, Tobias. Non importa, lo sai vero? Ci sono un sacco di altre cose che possiamo fare, non devi per forza farlo.- gli sussurro accarezzandogli una guancia. Lui mi sorride e mi bacia.
-Voglio vedere se riesco ad arrivare a tre, chissà...- mi sussurra a fior di labbra e io rido.
-Bene, allora vado a parlarne con Zeke. Finisci tu di stendere?- gli chiedo tutta felice. Questa volta scoppia seriamente a ridere e mi fa segno di andare. Esco e corro verso il Pozzo.

•••

Io e Zeke abbiamo deciso di farlo questa sera. Lui non ha il turno e Tobias non sospetta nulla. Sorrido maliziosa quando sento bussare alla porta e mi alzo dal divano.
-Chi è?- mi chiede Tobias quando mi alzo. Io non rispondo e vado ad aprire.
-Zeke? Che cosa..? Oh.. oh no..-
Vedere la consapevolezza di cosa accadrà farsi spazio sul volto del mio ragazzo è un'immagine che conserverò per sempre: assolutamente meravigliosa.
-State scherzando? Adesso?- chiede. Zeke annuisce.
-Guarda il lato positivo: domani potrai scoprire se ha sortito l'effetto desiderato o meno e non dovrai aspettare.- gli dico con una alzata di spalle. Lui scuote la testa fissandoci.
-Voi siete pazzi.- dice.
Zeke ride.
-Coraggio, Eaton, ti aspetto fuori.- dice. Non l'ho mai sentito usare il cognome di Tobias prima d'ora e devo dire che fa terribilmente strano. Sentire il suo cognome lo riscuote e, pallido, si alza dal divano e va a prendere la giacca che ha appoggiato sulla sedia e mi porge la mia. Io la afferro e poi gli prendo la mano e gliela stringo forte. Spero di infondergli un po' del coraggio che immagino gli servirà.
Corriamo lungo le carrozze del treno e ci saltiamo dentro. Per tutto il tempo Tobias non parla.
-Hai accesso i generatori d'emergenza? O dobbiamo farcela a piedi?- chiedo guardando Zeke.
-Scusa, rigida, ma per chi mi hai preso? Credi davvero che voglia farmi tutta quella roba a piedi?- mi dice con tono scherzoso, come suo solito.
Io rido e alzo le mani in segno di resa.
-Scusa.- dico ridendo, poi mi siedo accanto a Tobias e mi accoccolo al suo fianco. Lui mi stringe forte il fianco con un braccio.
-Dio, Quattro, rilassati. Non è nulla di che.- gli dice Zeke.
-Certo, tu non hai paura dell'altezza.- bofonchia Tobias, ma lo dice troppo piano perché Zeke possa sentirlo. Sono sicura che in ogni caso, dopo oggi, gli sarà piuttosto chiaro che il suo tenebroso amico soffre di vertigini.
Quando saltiamo giù dal treno ci mettiamo a correre verso l'Hancock e poi entriamo negli ascensori.
-A che piano?- chiede Tobias con la voce che trema appena. Io premo il numero 100, e lui strabuzza gli occhi, -Oh Dio...- commenta senza fiato.
-Tranquillo, se vuoi tornare indietro basta che me lo dici, okay?- gli chiedo avvicinandomi mentre l'ascensore sfreccia verso l'alto.
-No, col cavolo che torniamo indietro.- dice Zeke ridendo, ma poi torna a guardare Tobias perplesso. -Sicuro di star bene?- gli domanda. Lui annuisce. Certo, come no. Mi sento un'idiota ad averlo convinto a venire qui.
-Non è colpa tua, lo sai vero?- mi dice. A volte mi sembra che mi legga quasi nel pensiero. Gli sorrido. L'ascensore si ferma e, con un sospiro profondo, Tobias esce e si arrampica sulla scala che porta al tetto. Grazie al cielo oggi non c'è vento, così se non altro non è come il suo scenario della paura.
-Oh no. No no no.- dice scuotendo la testa quando vede il palo da cui scende il cavo di metallo e il mucchio di imbracature al fianco di questo.
-Coraggio, Quattro. Non capisco perché tu sia così spaventato.- dice Zeke. Poi, forse perché riesce a fare due più due o forse semplicemente perché vede che Tobias evita accuratamente i bordi del tetto, lo guarda con occhi spalancati: -Quattro, tu soffri di vertigini!- constata con sorpresa. Tobias annuisce nervoso e Zeke scoppia a ridere.
-Dio, avresti potuto dirlo subito! Coraggio, vieni, dammi la manina.- lo prende in giro e lo afferra per un polso trascinandolo con forza verso le imbracature. Io lo seguo da vicino.
-Vuoi andare prima tu, o devo andare prima io?- gli chiedo.
Lui ci pensa un attimo.
-Prima tu.- mi dice. Lo bacio velocemente mentre Zeke attacca un'imbracatura alla carrucola e afferro la mano che mi sta porgendo. Infilo la testa e lascio che stringa le cinghie intorno al mio corpo. Guarda Tobias con un sorriso rassicurante fino a quando Zeke non mi lancia. Sorrido e rido: non mi stancherò mai di tutto questo.

•••

-Coraggio.- dice Zeke, ma io vorrei sprofondare e non riemergere più. Poi mi rendo conto che mi trovo a trecento metri di altezza e che sprofondare sarebbe un problema.
Beatrice lo ha fatto, ora lo farò anche io. L'imbracatura è pronta sopra alla mia testa.
-No, non ce la faccio.- dico. Zeke sbuffa, ma lo conosco abbastanza bene da sapere che sta scherzando.
-Ascoltami, okay? Non sei costretto a tenere gli occhi aperti, se non vuoi. E se non te la senti, giuro su quello che vuoi che andiamo agli ascensori e scendiamo. Te lo ha detto anche Tris, non è un problema. Ma immagina che faccia avrebbe se ti vedesse arrivare imbracato proprio sopra di lei. Io penso che sarebbe profondamente orgogliosa di te, amico. E non penso che tu voglia perdertelo.- mi dice alzando un sopracciglio.
Faccio dei respiri profondi e annuisco un paio di volte, poi afferro la mano che mi sta porgendo prima che mi passi il coraggio e chiudo gli occhi mentre mi stringe le cinghie attorno al corpo.
-Pensa che effetto farà, avere solo tre paure!- mi grida, poi mi lancia nel vuoto. Sono così terrorizzato che non riesco neanche ad urlare. Alzo lo sguardo evitando accuratamente ciò che c'è sotto di me. Ho le lacrime agli occhi a causa dell'aria, ma ciò che vedo è bello, bello davvero. Forse riuscirò davvero a superare questa paura, chi lo sa.
Arriverò in fondo alla Zip-line.
Posso farcela.
Devo farcela.
Lo voglio.

•••

Aiuto Tobias a liberarsi delle cinghie e lo faccio sedere per terra. Il mio viso tira da quanto sto sorridendo.
-Ce l'hai fatta!- gli dico felice. Lui annuisce, ma sta ancora tremando. A momenti arriverà Zeke, ma a me non importa proprio per niente.
Tobias sorride debolmente e tenta di mettersi in piedi. Le gambe gli tremano e si siede di nuovo.
-Allora? Come è stato?- gli chiedo mentre mi siedo al suo fianco e gli cingo la vita con le braccia.
-Terribile. La vista era carina, ma non lo rifarò mai più.- sospira appena con il fiato corto. Rido e lo abbraccio.
Con uno sforzo, si tira in piedi e appoggia la schiena al muro dietro di lui.
-Sono molto orgogliosa di te, davvero. Fossi stata al tuo posto, non penso che avrei mai avuto il coraggio di farlo.- gli dico stringendomi di più a lui e appoggiando la testa al suo petto. Lui mi accarezza la schiena.
-Uhm... secondo me ne avresti avuto da vendere di coraggio. Per fare questo e altro.- mi sussurra tra i capelli. -Domani ti dirò se dovrai continuare a chiamarmi Quattro o potrai passare a Tre.-
Ridacchiamo entrambi.
-Aspetterò con ansia.- gli rispondo.
Dopo che anche Zeke arriva e si congratula con Tobias, torniamo a casa. Le emozioni di questa sera ci hanno stremato. Salutiamo Zeke e poi, mano nella mano, ci dirigiamo verso il mio appartamento. Cerchiamo di fare il più piano possibile fino a quando non ci chiudiamo la porta alle spalle. Ci togliamo le scarpe e le giacche e, dopo esserci cambiati, ci dirigiamo in camera da letto. Ci corichiamo e, con un sorriso, mi accoccolo nel suo abbraccio.
-Come stai?- gli chiedo in un sussurro dopo aver spento la luce.
-Meglio di quanto avrei pensato.- mi risponde lui. Passo una mano sul suo petto: ha degli addominali troppi scolpiti e troppo perfetti, non è giusto.
-Sono davvero felice. Non avrei mai pensato di poterti convincere così facilmente.-
Lo sento ridere.
-Non pensavo che mi avresti mai convinto così facilmente. Ma per te farei qualunque cosa, anche andare a cena da Marcus se me lo chiedessi.- dice, poi fa una pausa e continua -No, questo forse no.-
Questa volta sono io a ridere.
-Ti amo, lo sai?- chiedo, alzando leggermente la testa nella sua direzione e lasciandogli un piccolo bacio sulla guancia.
-Sì. Ti amo anch'io.- mi risponde, poi mi mette una mano su una guancia e, scivolando un po' più giù sul materasso, copra la mia bocca con la sua.

Non avevo mai pensato a come sarebbe stato il mio futuro, a quello che avrei fatto una volta saputo il risultato del test attitudinale o una volta finita l'iniziazione. Per anni ho sempre vissuto al fine di superare un determinato evento, più o meno importante. Ma ora, per la prima volta, mi sento pronta per fare dei progetti più duraturi. Ancora non so cosa accadrà nel mio futuro, ma di una cosa sono certa: Tobias ne farà parte.
   
 
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