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Autore: fenris    14/01/2022    4 recensioni
Nella cupa oscurità del lontano futuro... c'è solo l'avventura! Centinaia di clan di esploratori e guerrieri si contendono la galassia tra tornei, missioni e guerre in miniatura. Sei ragazzi delle Isole del destino sognano di unirsi a loro, ma i loro sogni vengono infranti in una notte. Un di loro, Sora, si ritrova caricato con un'antica eredità che lo obbligherà ad addentrarsi negli angoli più oscuri della galassia e a scoprire il suo stesso limite.
*Crossover con Star Wars, Spectrobes e altre serie Disney con altri elementi da diversi giochi Square Enix*
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yuri | Personaggi: Kairi, Riku, Sora
Note: AU, Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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“ E' difficile immaginarsi uno dei più grandi avventurieri di tutti i tempi come un bambino scavezzacollo.”, osservò Sora, intento ad aiutare i compagni a sollevare una trave del Deposito sotto gli occhi curiosi di Dumbo, ogni tanto chiamato per aiutare. Ventus, al momento occupato a radunare le monete schizzate durante lo scontro di poche ore prima, rise scuotendo la testa.

 

“ Io l'ho conosciuto quando era un ventenne scavezzacollo e anche dopo essere diventato padre non maturò più di tanto, ma concordo. Comunque, per un anno e mezzo dopo il matrimonio della madre, Anakin passò il tempo giocando con qualsiasi aggeggio elettronico o motore che gli capitasse per le mani, ficcandosi in qualche guaio e sognando di lasciare Tatooine. La sua occasione arrivò quando ricevettero la visita di due avventurieri persi nel deserto.”.

 

*****

 

Cliegg era andato a cercare qualche animale da poter conservare in frigo per il prossimo mese, portando con sé Anakin in modo che facesse pratica con le armi da fuoco. Dopo un po' di ricerca avevano trovato un gruppetto di ratti del deserto, grosse creature pelose più simili a iene che a dei roditori, intenti a masticare alcune carcasse.

 

“ Anakin, il mirino da sei e le munizioni di basso calibro, per favore.”, ordinò il contadino, ricevendo i suddetti oggetti dal figliastro, seduto sull'altro sedile del loro veicolo. Cliegg era un uomo sulla quarantina, piuttosto tarchiato e con radi capelli biondo scuri, il volto segnato dal sole di Tatooine. Paragonato alla moglie e al figliastro era un uomo semplice e pratico, i cui pensieri si dedicavano per lo più ai bisogni primari della sua famiglia, incluso l'assicurarsi che gli Hutt o chi per loro non li infastidissero. Tutto il resto veniva in secondo piano.

 

“ Ecco, Cliegg.”, disse questi, memorizzando dunque il modo in cui l'uomo attaccava il mirino al proprio fucile laser e lo caricava. Sparò dunque una rapida serie di colpi, beccando ogni volta una delle loro prede, che caddero sulla sabbia senza troppa sofferenza prima che il resto del gruppo scappasse coi brandelli del loro macabro pasto.

 

Quando i due si avvicinarono a prendere le prede, notarono due figure umanoidi tremolanti all'orizzonte dirigersi nella loro direzione. Cliegg mise Anakin dietro di sé e puntò verso di loro il fucile, temendo fossero dei Tusken raider o altri dei tanti banditi che girovagavano nel deserto.

 

“ Chi siete? Vi avviso, ho un fucile ben carico e non ho paura di usarlo.”, ammonì caricando l'arma. Le due figure si fermarono all'istante alzando le braccia.

 

“ Calma, non abbiamo nessuna intenzione di farvi del male. Siamo due avventurieri, ci siamo persi nel deserto.”, disse uno dei due con una voce maschile e molto calma, che rieccheggiò nell'aria ricca di calura.

 

“ Ecco la nostra licenza e gli altri documenti.”, affermò il compagno, apparentemente un po' più giovane, lanciando il proprio cosmolink fino ai piedi del raccoglitore d'umidità. Questi lo prese e controllò i dati all'interno, appartenenti a un certo Obi- Wan Kenobi del clan Eclipse. Anakin lesse a sua volta, allargando la bocca come se gli avessero appena portato un gelato enorme e soprattutto gratuito.

 

“ Chiedo scusa per il mio atteggiamento, venite pure- esclamò tranquillizzato Cliegg, venendo quindi raggiunto dai visitatori- Ma su Tatooine ti sparano subito, se abbassi la guardia. Cliegg Lars, molto piacere.”, si presentò allungando la mano, che venne presa dal più anziano dei due avventurieri.

 

“ Qui- Gon Jin.”, rispose questi, un umano dai lunghi capelli castani e una barba ben curata, vestito in maniera simile a un monaco, sebbene la corporatura non suggeriva fosse un picchiatore.

 

L'altro era un Bangaa dalle scaglie di un brillante marrone, stesso colore della corta barba sotto la mandibola, mentre teneva le due paia di orecchie legate in strane treccine squamate. I suoi occhi a fessura sembravano molto gentili e cordiali. Anakin li fissò subito con somma ammirazione, persino lui poteva dire che erano avventurieri di prim'ordine.

 

“ Obi-Wan Kenobi. Potrebbe portarci alla città più vicina, da qualche meccanico? Gps e comunicatori si sono rotti quando abbiamo combattuto un drago delle sabbie.”, domandò mentre il mercante di umidità gli ridava il Cosmolink.,

 

“ Ho il migliore proprio qui- rispose Cliegg, mettendo una mano tra i capelli di Anakin, che sembrò riscuotersi dalla sua trance- Consideratevi nostri ospiti, offrirvi un buon pasto e un letto è il modo migliore per ripagarvi della mia diffidenza.”.

 

Circa un'ora dopo i quattro erano nella cucina della loro fattoria, riempita dall'odore dell'ottima cucina di Schmi. La donna era una longinea figura dai capelli neri, che nonostante tutte le disgrazie riservatele dalla vita aveva mantenuto un certo ottimismo e un aspetto gioviale, anche grazie all'aiuto di Anakin.

 

“ Avete detto che appartenete al clan Eclipse? E' vero che utilizzate tutti le armi dei campioni della Repubblica?”, domandò curiosissimo il ragazzino, ennesimo quesito che aveva posto agli ospiti, più che felici di saziare la sua fame di informazioni.

 

“ Non tutti, ma molti di noi hanno il potere di evocarle. Maestro Xenahort, il capoclan, è riuscito a radunarci con grande fatica e dedizione. Cerchiamo pertanto di onorare la memoria degli antichi Jedi diffondendone gli insegnamenti e svolgendo missioni ovunque ci sia bisogno di noi.”, disse Obi- Wan, bevendo un po' del vino di cactus che gli avevano offerto.

 

“ Dopo aver dato qualche aggiustata ai suddetti insegnamenti.”, aggiunse Qui- Gon con una piccola risata. Non aveva mai fatto mistero infatti che riteneva alcuni usi dei Jedi a dir poco opprimenti, e più utili talvolta a limitare il loro lavoro.

 

Come il giuramento di non sposarsi o la fissazione che il Lato oscuro fosse interamente negativo, estirpata qualche secolo dopo la caduta della Repubblica. Da questo punto di vista lui e Xenahort andavano abbastanza d'accordo e avevano posto qualche modifica al codice usato dal clan.

 

“ Dev'essere fantastico. Girare la galassia, combattere Spectrobes e criminali, salvare vite...”, elencò sognante il bambino, con lo sguardo perso nel soffitto. Schmi, intenta a servire il più anziano dei due jedi, gli diede un'occhiata supplicante che venne sorpresa.

 

“ Lo è... ma è anche una vita molto dura, bambino. Ogni azione richiede una volontà ferrea e un continuo addestramento. Se non mantieni il passo con le continue sfide di ogni giorno, non ci vorrà molto prima che la Forza ti chieda di riunirti a essa.”, disse Qui- Gon con ton dolce, ma fermo, mentre approfittava dell'ottima cucina offertagli. Cliegg non mancò di notare l'espressione vagamente rassenerata della moglie e quella un po' più preoccupata del figlioccio.

 

“ Tu come hai cominciato, Obi- Wan, se posso chiedere?”, chiese invece Owen, servendo un altro po' di vino al diretto interessato.

 

“ Beh, ero un novizio di un tempio di Adramelech. Il patrono della mia specie, e sarei dovuto diventare uno dei suoi paladini. Cinque anni fa circa, il mio maestro passò da quelle parti assieme al nostro capo clan e scoprì che ero capace di evocare un Keyblade. Mi offrì di venire con lui e... accettai, c'era semplicemente troppo da vedere.”, raccontò il giovane Bangaa, riaquisendo l'interesse del più piccolo di casa, infastidendo però di nuovo la madre.

 

“ Qui l'unico tempio è quello di Anima. La pregano per lo più gli schiavi per sopportare meglio le fatiche. Ogni tanto io le facevo delle offerte.”, disse secca Schmi posando il dessert a tavola, chiaramente a disagio con l'argomento, che sembrò chiudersi lì.

 

Dopo cena Anakin si mise a disegnare nella sabbia uno dei suoi piccoli progetti, un droide da protocollo per aiutare i genitori nellle transizioni d'affari. Aveva un aspetto umanoide, per certi versi comico coi grossi occhi simili a quelli di una capra e le gambe tenute come un servitore bacchettone.

 

“ Non sono esperto di tecnologia, ma sembra impressionante.”, lo interruppe la voce di Qui- Gon, la cui figura era illuminata dal tramonto del pianeta desertico come una guerriero nomade d'altri tempi.

 

“ Oh, buona sera, maestro Qui- Gon.”, lo salutò il ragazzino rizzandosi in piedi.

 

“ Niente maestro, non sono che un comune Custode del Keyblade. Ma se lo desideri posso darti qualche consiglio. Scegli tu a che riguardo.”, affermò l'uomo con un piccolo cenno, sedendosi accanto ad Anakin, di cui aveva notato il non trascurabile turbamento. Lui sospirò e si sdraiò sulla sabbia, guardando il cielo ormai praticamente nero.

 

“ Allora... voglio andarmene da questo pianeta. E non tornarci mai più.”, confessò il bambino, immaginando quante stelle ci fossero sopra di lui. Così vicine e così lontane dalla sua portata.

 

“ Lasceresti qui tua madre pur di andare all'avventura?”, chiese Qui- Gon. Non c'era alcun giudizio nel suo animo, solo la volontà di comprendere meglio il pensiero di Anakin.

 

“ Lei, Cleigg e Owen sono le uniche persone che mi mancherebbero. Del resto di Tatooine me ne frego. Ma c'è così tanto nella galassia da vedere, così tanto che potrei fare, mi fosse data la possibilità. Qui se sono fortunato potrei diventare il consigliere di un Hutt, e mi viene da vomitare al solo pensarci.”, svelò il biondino, guardando il profilo della città dov'era stato schiavo stagliarsi all'orizzonte e ripensando ai giorni in cui aveva lavorato lì con Watto e dov'era stato testimone di fin troppi crimini.

 

All'improvviso un rombo di motori riempi l'aria. I due videro arrivare a qualche miglio di distanza diverse vetture occupate da figure umanoidi ben armate, che cominciarono a sparare riparandosi dietro i veicoli, mentre altri entrarono in casa, ora origine di un gran trambusto. Anakin e Qui- Gon cominciarono a correre mentre gli assalitori scendevano, rivelandosi come Tusken Rider, volgarmente detti Sabbipodi, una popolazione nomade di Tatooine che aveva avuto molti screzi con le razze più recenti di Tatooine e il sindacato Hutt.

 

Non pochi erano stufi di vedere i loro territori oltraggiati in un modo o nell'altro dagli stranieri e si rifacevano sulle fattorie di umidità, in modo da lasciare gli invasori senz'acqua.

 

Obi- Wan uscì dalla casa brandendo il proprio Keyblade e attaccando con rabbia la decina di banditi che provò a circondarlo, ma impossibilitato a usare le sue tecniche per paura di ferire Schmi, trascinata via dai banditi.

 

“ MAMMA!”, esclamò Anakin nel vederla tra le braccia dei Tusken, divincolandosi tra le loro braccia mentre Obi- Wan cercava di raggiungerla.

 

Il suo Keyblade era molto simile a un comune spadone, nero con una linea arancione al centro che si concludeva in un cuore, e il lato destro leggermente seghettato. La guardia era molto larga ed era formata da due manici simmetrici sempre seghettati. Il portachiavi assomigliava a un piccolo drago.

 

Obi-Wan l'aveva battezzato Eclisse Totale, siccome in quanto Cavaliere delle Rune poteva bloccare o addirittura assorbire quasi ogni attacco magico col giusto tempismo. Cosa che stava facendo al momento, venendo però rallentato dal continuo sbarramento di fuoco che i banditi gli stavano rivolgendo contro e dal poco spazio al momento a sua disposizione.

 

Qui-Gon si gettò nella mischia, ingaggiando un duello col capo dei Tusken Rider. Il Custode si mostrò da subito ben più abile e rapido dell'alieno, che però era incredibilmente resistente, forgiato dalle mille catastrofi quotidiane di Tatooine, e rispose con la stessa forza di una tempesta di sabbia contro Qui- Gon, riempiendo l'aria di ozono quando le loro armi si incrociarono.

 

Il Keyblade del potente maestro scivolò sul bastone di combattimento del capo banda in una pioggia di scintille. Era una bizzarra arma azzurro chiaro con l'impugnatura blu scuro, la cui lama ricordava una classica spada che verso metà si divideva in angoli a formare due punte. Dalla punta della spada partivano due estensioni che si univano a formare un'immagine simile a un dente scheggiato. Era stato chiamato Rejection of Fate dal suo possessore, in segno del suo disprezzo per chiunque cercasse di manipolarlo.

 

 

Obi- Wan fu sul punto intanto di liberare Schmi, spedendo Tusken a terra con una manciata di fendenti. Venne interrotto quando alcuni rimasti dietro di lui gli lanciarono dei taser sulla schiena, col risultato di paralizzarlo mentre guardava la povera donna ormai a un passo dai veicoli dei banditi, gridando il nome di Anakin e Cleigg.

 

 

“ SCHMI!”, esclamò quest'ultimo correndo col fucile in mano dopo essersi liberato, sparando nel tentativo di aiutare la moglie, ma venendo rapidamente posto come prima sotto Stop, che lo bloccò nell'esatto momento in cui gridava.

 

Qui- Gon lanciò la sua arma contro quello che sembrava il capo dei Tusken. Questi schivò appena e lanciò una sfera di ghiaccio contro il guerriero, che incassò senza particolari problemi prima di ingaggiarlo in un frenetico corpo a corpo. Era chiaramente molto più forte del predone, ma il resto della tribù continuava a bersagliarlo con quanto avevano.

 

Anakin strinse i denti. Avrebbe tanto voluto aiutare, ma non aveva armi, nessuna abilità o magia. Era così insignificante, proprio come quando era ancora schiavo, incapace di prendere una decisione che fosse totalmente sua e veniva picchiato da ogni errore per poi andare a piangere nelle braccia di Schmi.. E anche ora la sua vita stava per essere stravolta senza che ne avesse il controllo.

 

' Non voglio più essere il giocattolo del destino. Voglio plasmare il mondo con le mie scelte, far tremare chiunque faccia del male a chi amo, voglio essere il più forte di tutti. ', pensò guardando sprezzante il capo della brigata, ancora occupato a combattere Qui- Gon, il cui elegante e raffinato stile di combattimento rivaleggiava a più riprese con le mosse di bastone del rivale, un violento e diretto stile, combinato col potere di vento e sabbia per imitare le terribili tempeste del pianeta.

 

Anakin osservò entrambi gli stili, analizzandoli come se fossero un circuito elettronico, e inconsciamente immaginò di imitarli, finchè non avvertì il loro potere, una presenza che riverberò nella forza per vari chilometri. Qualcosa nel giovane ruggì e dal petto apparvero due sfere di energia, una bianca e una nera, che rotearono in un bellissimo gioco di luci prima di posarsi nelle sue mani, trasformandosi in una coppia di bellissime spade a forma di chiavi, una bianca con sfumature verde e turchesi, l'altra nera in stile gotico.

 

“ Due Keyblade?!”, esclamò sbigottito Obi- Wan, reazione condivisa anche dal maestro e molti dei Tusken, che ammirarono paralizzati il piccolo meccanico dare i primi colpi all'aria con le armi appena materializzate.

 

Il capo dei banditi, sentendo l'odore di un'occasione cercata per anni, ordinò di prendere il bambino, che si ritrovò a mulinare le armi contro un gruppo di quell'orda di Rider. Pur avendo evocato quelle spade per la prima volta, riuscì comunque ad assestare qualche goffo colpo ai predoni, rallentando un po' la propria cattura e riuscendo a dare qualche calcio alle ginocchia dei più vicini, finchè anche lui non venne afferrato e legato.

 

Fortunatamente, dividendo le loro forze, i Tusken erano diventati un bersaglio più facile per i due jedi. Dotati di un po' più spazio di manovra e aiutati dalla distrazione offerta da Anakin, riuscirono finalmente a coordinarsi per sconfiggere la maggior parte dell'orda e infine il suo capo, il cui corpo cadde sulla sabbia con un tonfo, l'ultima cosa vista dai suoi occhi le bellissime lune di Tatooine.

 

Poco dopo i due Jedi erano intenti a curare le ferite dei loro ospiti, inclusi ovviamente l'eroico e appena rivelato Custode. Ora guardato con più apprensione che mai dalla madre. Qui- Gon guardò entrambi, mentre con un piccolo gesto fece sparire le poche ferite di Schmi.

 

“ Mia signora, ho avuto modo di vedere che il vostro scopo non è altro che tenere Anakin al sicuro, e lo condivido. Ma abbiamo avuto modo di vedere che anche qui non sarà mai davvero al sicuro.”, disse quasi desolato alla donna, che si mise il viso tra le mani. Poco lontano Cleigg sospirò, conscio che quel discorso si era fatto aspettare anche troppo.

 

“ Schmi, amore mio. Conosciamo entrambi il potenziale di Anakin. Restando qui appassirebbe come quasi qualsiasi pianta che tenta di crescere. Vuoi saperlo infelice per tutta la vita, o libero di fare ciò che vuole?”, disse l'uomo. La moglie si scoprì il volto, asciugando alcune lacrime mentre anche Anakin si faceva avanti.

 

“ Mamma, per favore, devo andare.”, disse il biondino, più serio di quanto lo fosse mai stato nella sua vita. E la questione si chiuse lì. La mattina successiva Owen aveva fatto sedere Obi-Wan e Qui-Gon sulla sua macchina per portarli allo spazio porto più vicino. Il fratello minore stava dando i suoi saluti ai genitori.

 

“ Figliolo, spero potrai un giorno perdonarmi per non essere mai riuscito a farti sentire a casa. Hai la mia benedizione per questo viaggio, possano gli dei proteggerti ora e per sempre.”, affermò Cliegg, chinandosi e prendendo il bambino per le spalle, ricevendo un assenso in risposta. Schmi dal canto suo riuscì appena a parlare mentre lo alzava per abbracciarlo con suo grande imbarazzo.

 

 

 

“ T- ti voglio bene, mamma.”, disse un po' a fatica Anakin, agitandosi nella stretta di sua madre. I suoi compagni di viaggio, osservando la scena, si fecero sfuggire qualche risata.

 

“ Sta attento piccolo mio. Anch'io ti voglio bene.”, rispose la donna baciandolo sulla fronte prima di lasciarlo andare. Salutando ancora con la mano, Anakin si diresse a rotta di collo verso la macchina di Owen, che gli strinse la mano prima di mettere in moto.

 

“ Quanto ci metteremo ad arrivare su Malik?”, chiese ansioso l'appena rivelato Custode.

 

“ Un paio di giorni, se niente ci ostacolerà nel viaggio iperluce. Ne approfitteremo per darti le prime basi sull'uso della Forza.”, rispose Qui- Gon, tenendosi allo sportello per sopportare l'accelerazione del veicolo, che sfrecciava tra le dune con abilità.

 

“ Sono certo che lo addresterete bene come avete fatto con me, maestro Qui- Gon.”, disse invece Obi- Wan, ruffando un po' i capelli del nuovo membro della squadra, che gli diede un pugnetto. Qui- Gon rise alla scenetta e diede a sua volta una palla sulla spalla dell'allievo.

 

“ Sarà addestrato a dovere, ma non da me. Tu te ne occuperai, è ora di crescere.”, sorrise il guerriero umano, lasciando il povero Obi- Wan con un palmo di naso.

 

******

 

“ Mamma mia, chissà che shock.”, rise Sora, immaginandosi la faccia di Obi- Wan nel ricevere quella novità.

 

“ Obi- Wan, dici? Già, all'inizio non era certo di avere le qualità per formare Anakin come Custode, ma i fatti provarono altrimenti. Un maestro desidera due cose dal suo allievo prima di qualsiasi altra cosa: il talento e la capacità di lavorare sodo. Anakin aveva entrambe. Dopo essersi abituato all'idea di essere un insegnante, Obi- Wan sottopose il nuovo Custode a un intenso e lungo allenamento in modo da metterlo alla pari con gli altri apprendisti e legare con lui. In breve diventarono inseparabili, praticamente fratelli. Sebbene ad Anakin non piacesse che il suo maestro fosse tanto protettivo alle volte.”, disse Ventus con una risatina.

 

“ Non avevo mai sentito di questo Obi- Wan onestamente. Era forte quanto Vader?”, gli chiese Angela, intenta a portare un paio di sacchi di cemento.

 

L'espressione dell'altro Custode si incupì, in un misto tra il preoccupato e il malinconico.

 

“ Per darti un'idea, durante la guerra solo quattro persone hanno sconfitto uno dei comandanti della Gilda dei Diafani in un uno contro uno. Vostro zio Paperone, Anakin, Ercole... e Obi- Wan.”, rivelò Ventus, scatenando una reazione di stupore nei suoi ascoltatori.

 

“ Urca urca.”, disse Qui impressionato. Sapeva già dello scontro tra Paperone e il pirata Davy Jones, o quello tra Ercole e Ade, ma non credeva ci fosse stato qualcun altro alla pari con quei mostri della Gilda. Almeno all'epoca, al momento il livello degli avventurieri si era alzato ancora negli anni passati dal conflitto.

 

 

 

“ Già. Ovviamente anche Obi- Wan ebbe bisogno di consigli sul come continuare l'addestramento del suo allievo, e Qui- Gon non smise di essere una guida insostituibile- continuò Ventus - Ma lui fu tra le prime vittime di quel terribile conflitto. Cornelius e complici avevano riunito le loro forze lungo l'orlo esterno, lontano da tutto e tutti, in attesa del momento in cui avrebbero avuto più possibilità e avessero sufficienti alleati anche nel centro della galassia. Quando attaccarono, furono talmente brutali e fulminei che nessuno capì cosa fosse successo finchè non mandarono un messaggio ai pianeti più importanti, intimando una resa.”.

 

******

 

L'atmosfera nell'aula magna del clan Eclipse era una di commiatto e tristezza. Qui- Gon era stato tra i membri più gentili del clan e aveva aiutato il maestro Xenahort, il capo clan, a forgiare innumerevoli studenti che erano ora tra i più famosi esponenti dell'organizzazione. Non pochi lo vedevano come il futuro leader.

 

Alla parete della sala si trovava un'immagine olografica del Jedi, sotto la quale Obi- Wan stava parlando alla folla come altri amici del defunto, incluso Anakin e Xenahort, avevano già fatto.

 

“ Per concludere, ringrazio ognuno di voi per essere qui a porgere le vostre condoglianze. Eppure vi chiedo di non essere tristi, perchè il mio maestro credeva soprattutto nell'unità della Forza e voglio credere che sia felice. Egli è ora tutt'uno con ogni essere vivente, con ogni evocazione e col nostro stesso clan. Sono certo che continuerà a guidarci tutti in futuro.”, concluse dunque Obi- Wan, ricevendo un breve ma fragoroso applauso, a seguito del quale tornò al fianco di Anakin in prima fila.

 

“ Semplice, ma più che fedele ai valori di Qui- Gon, mio maestro. I miei complimenti.”, disse il giovane Custode al suo insegnante, che si sedette e gli strinse la mano.

 

“ Grazie, Anakin. Posso solo sperare ora di continuare a vivere secondo i suoi insegnamenti.”.

 

“ Avrai modo per farlo. E ho già prenotato una missione per noi, se ti senti pronto.”, continuò il ragazzo, al che Obi- Wan annuì nuovamente, sentendo lentamente svanire la tristezza, ricordando quanto egli stesso aveva detto poco prima.

 

“ Sì, mi aiuterà a distrarmi, grazie. Se non sbaglio devono parlare solo altre due persone, includendo il maestro Xenahort. Poi partiremo.”.

 

Il capo clan degli Eclipse era un'anziano Skrull dall'aria un po' allampanata. Aveva la pellaccia verde tipica della propria specie, con tanto di orecchie a punta. Il volto allungato presentava occhi color ambra e un pizzetto ingrigito. Indossava un lungo vestito formato da una giacca bianca, sormontata da due cinture, e un lungo cappotto nero.

 

Era considerato un po' un visionario, ma non ci si poteva aspettare qualcosa di diverso dall'uomo che aveva fondato il clan con la più alta concentrazione di Custodi nel tentativo di ricreare l'ordine dei Jedi.

 

“ Grazie a tutti. Parlerà ora Mace Windu.”, disse solenne il capo clan.

 

Anakin alla notizia si sbattè una mano in faccia, gesto imitato da molti altri dei presenti.

 

“ Hanno davvero permesso a Windu di dare l'encomio funebre?”, chiese a metà tra il divertito e il disperato mentre sul palco saliva un alto uomo di colore, calvo e dal viso quasi granitico.

 

“ Qui- Gon Jin era uno dei migliori amici che avrei mai potuto chiedere. Fin da quando fummo reclutati da maestro Xenahort, è sempre stato lì per me. Dopo il mio partner, Jar Jar, era probabilmente la persona più vicina nell'intero clan, e sono lieto di dire che non sono l'unico a pensarlo.”, cominciò il guerriero con tono pacato, che stupì non pochi.

 

“ Non ci credo, non ha ancora usato una sola parolaccia.”, sussurrò Anakin impressionato, per poi venire deluso.

 

“ In poche parole, Qui- Gon era il più grande e fico cazzone che abbia mai conosciuto.”, disse infine Windu, scatenando una necessaria risata.

 

“ Immagino fosse troppo chiedere alla Forza un simile miracolo.”, rise Obi- Wan mentre Xenahort prendeva il suo posto, preparandosi a fare la sua ultima arringa, quando lo schermo posto sopra la bara, che aveva mostrato fino a poco prima immagini di Qui- Gon, soffrì di alcuni disturbi, che lasciarono il posto a un uomo incappucciato col volto nascosto dalla sua veste color porpora, al di là di un importante paio di corna dorate e lunghe dita ossute ricoperte da verruche.

 

“ Mi rivolgo a tutti i clan e governi della Via lattea. Il mio nome è Cornelius Arawan, signore dell'orlo esterno e capo del mio clan, la Gilda dei Diafani. Da lungo tempo abbiamo pattugliato e governato l'orlo esterno, che invece voi non avete fatto altro che ignorare, se non per cercare tesori e spectrobe.”, cominciò il misterioso figuro con una voce cavernosa.

 

Anakin inarcò un sopracciglio. Tatooine si trovava a un passo così da quella zona, dove si era più volte recato in missione. Non aveva mai sentito parlare di un governo unificato, o tanto meno una singola forza di protezione per l'orlo. C'erano solo tanti cartelli criminali.

 

 

 

“ Le nostre genti sono stanche di essere derubate. Le loro voci sono arrivate a me e i miei fratelli, e abbiamo deciso di espanderci nella galassia. Vi porteremo la nostra giustizia, riprendendo quanto ci avete rubato. Avevamo anche offerto ad alcuni dei vostri migliori avventurieri di unirsi a noi, purtroppo non tutti hanno accettato. Quelli che hanno rifiutato sono ora un tutt'uno con la Forza.”,

 

L'immagine dello stregone sparì, facendo partire una lunga serie di foto. Tra esse i presenti riconobbero altri amici, appartenenti ad altri clan o che agivano come indipendenti. L'ultima foto a essere mostrata fu proprio quella di Qui-Gon.

 

 

Un coro di puro oltraggio partì dalla folla lì radunata, chiedendo vendetta per i loro amici morti. Xenahort tentò di calmare gli animi, mentre la folla cominciò a prentendere di rispondere al fuoco con il fuoco.

 

Cornelius intanto riprese a parlare, togliendosi il cappuccio. La visione sottostante inorridì i presenti. Il volto dell'incantatore era del tutto priva di pelle, gli occhi due orbite vuote al di là di inquietanti puntini rossi che sembrarono scutare l'animo di ognuno di loro, mentre la bocca, simile a un varco per qualche dimensione infernale, era decorata da una chiostra di denti giallastri e affilati.

 

“ Arrendetevi, o voi e i vostri cari li raggiungerete. Io sono re Cornelius, e tra non molto mi chiamerete vostra maestà.”, concluse con tono minaccioso e determinato il misterioso figuro, che si alzò mentre la telecamera si allontanava per rivelare moltre altre figure accanto a lui, non meno impressionanti.

 

Alcuni di coloro che si avventuravano spesso nell'orlo esterno ritornarono a sussurrare, citando i nomi di Jack Skeletron, il Conte Gelo, Macchia Nera, Ursula e tanti altri tiranni del territorio estremo della galassia, ognuno dei quali un mostro capace di far tremare interi pianeti con la loro sola presenza nella Forza.

 

 

“ Maestro, che ne pensa?”, disse Anakin con un sussurro, rivedendo quanto lo aveva condotto fino a quel momento, e ponderando se fosse capace di combattere una guerra.

 

“ E' vero che abbiamo preso molto alle genti dell'orlo esterno- riconobbe grave Obi- Wan- e forse meritiamo una punizione per ciò. Ma in quel discorso non ho avvertito un desiderio di giustizia, solo una sete di potere senza pari. Dovremmo combattere, mio giovane allievo. Preparati al peggio.“, concluse con un commento che si perse tra le grida oltraggiate nei suoi compagni

 

*****

“ Avevo sentito che Cornelius e colleghi erano, come si suol dire, todo loco, ma non che si inventassero anche simili scuse.”, disse Sora, che nei precedenti minuti era stato totalmente perso nel discorso di Ventus.

 

“ Beh, non avevano esattamente torto, la situazione di alcuni pianeti dell'orlo esterno è migliorata solo dopo la guerra.”, osservò Gaia. Il Custode più anziano annuì nella direzione della paperetta.

 

“ Io fui uno dei primi orfani del conflitto, e venni trovato dal Maestro Eraqus, che aveva già preso sotto la sua ala Terra e Aqua. Fece del suo meglio per tenerci lontano dal fronte, ma siccome il fronte era praticamente ovunque, finimmo comunque per farci le ossa una battaglia dopo l'altra Io spesso mi nascondevo sulle navi che partivano per le manovre, non sopportavo l'idea di non fare niente mentre i miei fratelli maggiori e mio padre rischiavano la vita. In un paio di occasioni proprio assieme ad Anakin, che nel frattempo aveva sviluppato un certo legame con l'allora regina di Naboo, da lui già incontrata in precedenza. Si chiamava Padme Amidala.”.

 

“ La madre di Luke e Leila!”, esclamò Max.

 

“ Esatto, ma ne parleremo domani. La giornata di lavoro è finita e abbiamo bisogno di riposarci. A chi va una partita a Dissidia?”, domandò il ragazzo, guadagnando segni di assenso. Dissidia era il picchiaduro per eccellenza del momento, e consentiva a degli amici di affrontarsi con gli avventurieri più famosi e potenti in circolazione.

 

“ IO PRENDO TOPOLINO!”, gridò Sora, generando uno sbuffo generale.

 

“ Sleale tu sei, Sora.”, commentò Grogu, punzecchiandogli un ginocchio mentre si dirigevano all'auto di Paperone, ansiosi di sentire il resto della storia l'indomani.

                                                                                                                   ****

Saaaaaaaalve a tutto il fandom di Kingdom Hearts e a chiunque altro capiti su questa storiella. Spero abbiate trascorso vacanze piacevoli e che la sessione vi si prospetti bene. Io sono stato abbastanza bene e mi sto preparando per i primi esami della magistrale. Intanto spero che questa seconda occhiata al passato di Anakin e compagni vi sia piaciuta. Inizialmente la dichiarazione di guerra di Cornelius sarebbe dovuta essere nel prossimo capitolo, ma ho pensato di dedicarlo tutto alla guerra e non farlo troppo lungo. Concludo chiedendovi tutti i consigli che potete darmi, augurandovi anche un buon anno e ringraziando chiunque abbia recensito.

  
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