Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: evil 65    15/01/2022    11 recensioni
(Sequel di "The War of Ice and Nightmares - La Battaglia del Crogiolo")
Dopo gli eventi del primo libro, Mr Cold - la variante di Jack Frost che per poco non aiutò Pitch Black a dare il via ad una nuova Dark Age - si ritrova finalmente libero dal giogo del suo padrone, e comincia a seminare il caos per tutto il Multiverso. Questo attirerà l'attenzione della MVI - la Multiverse Variant Intelligence - i cui membri non si fermeranno davanti a nulla pur di assicurare lo Spirito alla giustizia.
Nel frattempo, menti assai più spietate e dagli obbiettivi maligni, pianificano di ribaltare completamente l'ordine naturale della creazione stessa...
Genere: Avventura, Fantasy, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Elsa
Note: AU, Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
- Questa storia fa parte della serie 'The War of Ice and Nightmares'
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Salve, diabolici lettori! Siamo Evil 65 e Rory Drakon, E SIAMO TORNATI! O, almeno, siamo tornati su questo fandom… o sui fandom Disney/Dreamworks in generale, visto che anche questa storia sarà un enorme crossover. È stata pubblicata qui unicamente per due ragioni.
Innanzitutto, è un sequel diretto (con tendenze allo spin-off) di “The War of Ice and Nightmares”, ora ribattezzato “The War of Ice and Nightmares – La Battaglia del Crogiolo”. Per chi non l’ha ancora letta, potete trovarla a questo link:
https://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3876509&i=1
E sì, è necessario averla letta per poter capire questa storia. Sul serio, smettetela di leggere, se non volete beccarvi spoiler per il primo libro!
In secondo luogo, la sezione Frozen di EFP è molto più frequentata rispetto a quella crossover, ma non preoccupatevi… anche in questo caso, i personaggi e le vicende dei due film dedicati ad Elsa avranno un ruolo centrale.
I protagonisti principali della storia, infatti, saranno ancora una volta Jack Frost (o meglio, Mr Cold, la versione maligna di Jack incontrata nel primo libro della saga) e una nuova variante di Elsa. Ma non saranno certo gli unici, perché questa storia utilizzerà un sacco di personaggi provenienti da film e serie animate Disney/Dreamworks, sia 3D che 2D! Ma tranquilli, non ci sarà bisogno di aver visto tutte queste opere, per capire l’andazzo della trama e i personaggi.
Le loro avventure convergeranno poi in un terzo libro che fungerà da metaforico Endgame della saga, riunendo tutti i personaggi incontrati nei primi due e aggiungendone molti altri! E chissà…in base alle preferenze dei recensori, potremmo inserire determinati universi e personaggi per questo capitolo finale, visto che la trama è ancora solo abbozzata.
Le vicende di questo spin off saranno molto ispirate alla serie tv su Loki, personaggio dell’MCU, ma ne prenderanno in prestito solo lo stile, gli argomenti trattati saranno molto diversi.
Detto questo, vi auguriamo una buon ritorno a questa saga…e una buona lettura!

 
 
 

Prologo
 

 
"Turn around
Look at what you see
In her face
The mirror of your dreams
Make believe I'm everywhere
Given in the light
Written on the pages
Is the answer to a neverending story..."
Limahl - The Neverending Story
 

In una dimensione molto lontana…

Track 1: https://www.youtube.com/watch?v=2QbJD-1Rw6s

 
Nell’ambito del Multiverso, quando si parlava dell’occultismo, tutte le teorie sulle dimensioni sostenevano l’esistenza di un “potere” al di fuori degli spazi conosciuti.
Individuare l’inizio di ogni cosa: questo era il desiderio più caro ai primi maghi.
Alcuni di loro l’avevano definita semplicemente “Origine”… altri la “Grande Magia”… la “Forza” tra i mondi, l’inizio e la fine di tutto, il perno che stava alla base dell’esistenza stessa.
E secoli orsono, era stata propria la ricerca di questo luogo “al di fuori dei mondi” a guidare la vita di uno dei più potenti stregoni che avessero mai camminato sulla Terra: Yen Sid.
Il suo passato era avvolto dal mistero, la sua vita era stata un susseguirsi di leggende e battaglie.
Come tutti i maghi di una certa età, anche lui aveva maturato l’antica arte del “nascondersi” agli occhi del mondo…o di tutti i mondi, nel suo caso.
Per certi versi, l’esilio autoimposto era l’unica, ovvia maniera per andare avanti…almeno per coloro che detenevano un potere abbastanza grande da poter influenzare gli eventi a livello cosmico.
Ecco perché l’uomo aveva costruito la sua abitazione all’interno di una dimensione tascabile creata da lui stesso.
Una piccola bollicina tra bolle molto più grandi, quasi un granello di polvere se paragonato ai giganteschi universi con cui confinava.
E tutto realizzato unicamente per il bene della SUA Ricerca! La ricerca di quella misteriosa “Origine”, che per molti anni aveva ossessionato i suoi sogni e obbiettivi. 
L’abitazione di Yen Sid sorgeva proprio al centro di quell’Eden, una casetta rustica circondata da centinaia di chilometri quadrati di foresta e pianure in cui aveva inserito animali e creature provenienti dalle innumerevoli realtà visitate nel corso degli anni. Un bel bestiario, per cui Cacciatori di Frodo e ricercatori sarebbero stati capaci di sacrificare un arto o due, pur di metterci le mani sopra!
Draghi, unicorni, kirin…bestie provenienti da ogni mitologia esistente, ma mai dannosi per il delicato ecosistema in cui erano stati portati.
Nel laboratorio di Yen Sid, costruito sotto terra, al momento era stato allestito un insieme di attrezzature sperimentali, simili a ciò che veniva comunemente noto tra gli scienziati come il “pendolo nero”.
La differenza tra quest’ultimo e le apparecchiature utilizzate abitualmente negli esperimenti di fisica, era che il grosso puntatore di quel pendolo conteneva un gioiello magico, cimelio di un’antica civiltà, ed era stato costruito in modo tale che l'inchiostro, scorrendo giù dall’asta, potesse rilevare i picchi di energia che avvenivano ogni qualvolta un fenomeno magico si verificava nei pressi del dispositivo.
In poche parole, era un vero e proprio rilevatore magico, il primo mai realizzato! Almeno di questo era convinto Yen Sid, anche se non poteva esserne sicuro al 100%. Dopotutto, il Multiverso era vasto e infinto…quindi era del tutto possibile che, in una qualche remota realtà, un vecchio mago (o qualcuno di totalmente diverso) fosse riuscito a realizzare il medesimo marchingegno con diversi secoli d’anticipo!
Mentre rimuginava su questo bizzarro paradosso, Yen Sid sedeva con uno sguardo riflessivo di fronte al macchinario.
Un uomo di età piuttosto avanzata, era comunque messo molto bene per una persona di quasi 1000 anni. Magro come un chiodo, aveva un volto barbuto dai lineamenti forti e saggi, coronanti un paio di occhi che avrebbero messo in allerta anche il più degenerato dei furfanti.
Al piano di sopra, invece, bazzicava un individuo dall’aria totalmente diversa.
Qualcuno il cui aspetto avrebbe fatto inarcare parecchie sopracciglia – almeno tra gli umani - poiché era quello di un topo antropomorfo delle dimensioni di un ragazzino, vestito con una toga rossa.
Il suo nome era Topolino…e proveniva da un altro mondo, uno molto diverso dal luogo d’origine di Yen Sid.
Un mondo pieno di magia, in cui maghi e streghe erano diventati la specie dominante, e l’arcano era tanto comune quanto il semplice atto di respirate.
Come mago, Topolino non era nato in una famiglia famosa, né aveva avuto la fortuna di incontrare un buon maestro quando era ancora un adolescente.
Per la maggior parte autodidatta, alla fine era stato abbastanza fortunato da essere ammesso all’Accademia Magica di Fantasia, la più grande istituzione per l’Insegnamento delle arti arcane.
Per i primi anni, Topoliono aveva creduto - profondamente e senza dubbio alcuno - che questo doveva essere un buon motivo per sentirsi incomparabilmente onorato e orgoglioso delle proprie capacità… almeno fino a quando i suoi compagni di classe non avevano cominciato a sabotare ogni suo progresso magico, definendolo uno scarto della nobile società arcana. E tutto perché non era nato da una famiglia rispettabile!
Per mostrare il sistema ormai corrotto dell’Accademia, il giovane topo aveva scritto un’esposizione intitolata “ Inchiesta sul Sentiero intrapreso dalla Magia nel Nuovo Secolo”, il risultato di quasi un anno di concettualizzazione e tre mesi di stesura.
Attaccando brutalmente la visione tradizionale della comunità magica, l’esposizione era scritta con impegno scrupoloso, illustrando gli argomenti con chiarezza ed intensità, senza una sola esitazione. Se vista dagli Inquisitori di Fantasia, avrebbe certamente causato una notevole agitazione… ma il docente del dipartimento magico, la professoressa Magica De Spell, si era limitata a gettarla via dopo averla  letta distrattamente una volta sola.
Deluso e amareggiato dal mondo che lo aveva tradito, il giovane Topolino aveva scelto di abbandonare l’Accademia…solo per ritrovarsi catapultato tra le metaforiche braccia di colui che avrebbe cambiato la sua vita per sempre: Yen Sid.
Gli eventi che portarono al loro incontro sono molti, e di certo non li racconterò qui. Ma ciò che è davvero importante…furono le conseguenze di quella fatidica casualità.
Topolino divenne l’apprendista di uno dei maghi più potenti di sempre!
Eppure, malgrado l’opportunità lo avesse inizialmente elettrizzato…con il passare degli anni, il giovane mago si era ritrovato piuttosto deluso dall’esperienza accademica affrontata sotto le “cure” del vecchio.
“Probabilmente perché mi tratta più come un servo glorificato che come un vero apprendista” pensò con un certo disappunto, mentre accendeva il fuoco per preparare il consueto tè del Pomeriggio. Solo uno dei numerosissimi compiti e incarichi di cui Yen Sid lo aveva reso responsabile dall’inizio della loro “partnership”.
Riuscì a restare fermò per appena due minuti, prima di decidere che l’acqua ci stava mettendo troppo a scaldarsi. Così, com’era tipico di tutti i giovani – e impazienti – apprendisti magici, fece alcuni movimenti con le mani e aumentò la portata della fiamma… anche troppo, visto che l’intera teiera prese fuoco all’istante.
Topolino lanciò un grido sorpreso e si affrettò a riempire una brocca, prima di scaraventarne il contenuto sull’oggetto ormai già bruciacchiato.
Per fortuna riuscì a spegnere il fuoco, cosa che gli valse un sospiro di sollievo.
<< Vedo che hai ancora qualche problema con il controllo elementale >> disse una voce burbera alle sue spalle. Una voce che, ormai, il giovane apprendista avrebbe potuto riconoscere tra mille.
<< Maestro Sid! >> squittì spaventato, mentre cercava invano di nascondere la teiera bruciata << Io… ecco… non volevo disturbarla! Stavo solo cercando… >>
<< Di usare la magia per fare qualcosa di semplice come scaldare l’acqua per il tè >> terminò lo stregone, il volto contratto da un cipiglio scontento << Mio apprendista, non ti ho forse ripetuto già molte volte che i nostri doni non dovrebbero mai essere utilizzati per simili piccolezze? Ricordi cos’è successo l’ultima volta che hai scelto di disobbedirmi? >>
Topolino si sentì bruciare le orecchie per l’imbarazzo. Il ricordo di come aveva rubato il cappello magico del suo maestro era ancora MOLTO fresco nella sua mente. Per non parlare del modo in cui lo aveva usato!
Ci era davvero mancato poco che allagasse l’intera abitazione, e tutto perché aveva provato a pulire la casa usando la magia.
<< Io… lo ricordo molto bene, Maestro Sid >> borbottò, gli occhi abbassati a terra << E ancora me ne rammarico. Volevo… volevo solo vedere se ero riuscito a fare qualche miglioramento >>
L’uomo lo fissò in silenzio per quasi un minuto buono, poi sospirò stancamente.
<< Potere e saggezza verranno con il tempo >> gli disse con un tono molto più gentile << Sei ancora molto giovane. Non cercare di crescere troppo in fretta, o potresti pentirtene. >>
Già… come se non avesse già sentito lo stesso discorso almeno un milione di volte. Ma invece di protestare, il topo si limitò ad offrirgli un inchino rispettoso.
<< Come dite voi, Maestro >> disse mentre cominciava a lavare la teiera bruciata.
Fece per prendere uno straccio, ma Yen Sid glie lo strappò con un semplice movimento delle dita, senza nemmeno doversi avvicinare.
<< Perché non vai a chiamare la nostra ospite? Lascia che mi occupi io di questa vecchia teiera. >>
Topolino inarcò un sopracciglio.
A volte era facile dimenticarsi che, nell’ultimo anno, il santuario dello stregone aveva accolto una nuova anima sperduta. Principalmente perché questa persona aveva la tendenza a vivere sempre da sola, lontana dall’abitazione e dai suoi occupanti.
C’erano giorni in cui lo stesso apprendista si chiedeva come facesse a non morire di fame!
<< Pensate che avrà voglia di unirsi a noi? >> domandò incerto.
In tutta risposta, Yen Sid gli lanciò un sorriso misterioso. << C’è solo un modo per scoprirlo. >>
A quelle parole, gli occhi di Topolino parvero illuminarsi. Qualsiasi cosa, pur di allontanarsi al più presto dalla sua ultima umiliazione.
<< Allora vado! >> squittì << Corro! Ehm… torno subito! >>
E, detto questo, si precipitò fuori dalla casetta, il tutto sotto lo sguardo divertito del suo maestro.

                                                                                                   * * *

Topolino camminò lungo il sentiero delimitante l’abitazione, fino a raggiungere una radura circondata da statue. A differenza della casa di Yen Sid, quella parte della proprietà sembrava fuoriuscita direttamente da un dipinto cinese.
C’era un piccolo tempio intagliato all’interno di una grande roccia, sopra cui scrosciava una cascatella sovrastante. Le sue acque confluivano direttamente in un laghetto cristallino, al cui centro spiccava una tavola di legno. E sopra quella tavola… una tigre. Ma non una tigre qualunque, come quelle che un qualunque bambino umano avrebbe potuto osservare dalla gabbia di uno zoo.
Proprio come Topolino, si trattava di un felino dalle sembianze alquanto bizzarre. Corporatura e arti assomigliavano vagamente a quelli di un essere umano, e perfino la posizione in cui si trovava al momento era assai diversa da quella di un comune animale.
Era la posizione meditativa di un artista marziale: ginocchia appoggiate al terreno, dita poggiate in grembo e unite ai polpastrelli.
Per aggiungere un ulteriore caratteristica bizzarra a quel set già insolito di stranezze, indossava un hanfu scarlatto, privo di maniche e dai contorni neri che si intonavano ai lunghi pantaloni dello stesso colore.
La tigre sembrò non accorgersi dell'arrivo di Topolino. Se ne stava semplicemente lì, immobile, con gli occhi chiusi. Sembrava quasi una statua!.
L'apprendista compì un paio di colpi di tosse.
<< Ehm… Tigre? >> domandò con la sua vocetta acuta << Io e il Maestro Sid stiamo per prendere il tè del pomeriggio. Ti andrebbe, uhm… di unirti a noi? Se non sei troppo impegnata, ovviamente! >>
La felina rimase in silenzio per un lungo istante, per poi emettere un sospiro e socchiudere le palpebre.
<< Al momento, mi starei esercitando con la meditazione. >>
La sua voce era profonda, calma, dal timbro di chi è abituato a esprimersi con ferma disciplina e autocontrollo.
Il topo si agitò nervosamente sulla punta dei talloni. << Oh… certo, questo lo vedo! È, ehm… una bella posizione! Penso… voglio dire, non so molto di meditazione… o di kung fu >> si corresse, prima di arricciare il volto in una smorfia contemplativa << o di arti marziali in generale. Sai com’è, sono più il tipo magico! Non che sia ancora pronto per combattere con la magia, il Maestro Sid dice che mi ci vorranno ancora molti anni di addestramento! Ah, io, ehm...ti sto disturbando, per caso? >>
<< Sì >> fu la risposta diretta, senza peli sulla lingua, più simile ad uno sbottare.
Tigre si costrinse a rilassare il volto e le spalle. Per quanto facesse in qualche modo parte del suo carattere essere impulsiva e brusca, non le piaceva essere scortese. Cercò di riparare, optando per essere più sincera possibile con il dovuto tatto.
<< Parli molto e con eccessiva energia, perdendoti per strada molto spesso >> gli spiegò, pratica << In questo modo, mi lanci vibrazioni negative. >>
Ad essere completamente schietti, Topolino le ricordava una persona molto cara che aveva il suo stesso modo di fare, e rammentarlo era per lei molto doloroso. Tuttavia, questo non lo disse, riservata com’era sempre stata.
<< In ogni caso >> aggiunse, con solennità << Tramite la pazienza e il continuo, costante esercizio, un giorno anche tu sarai pronto. >>
A quelle parole, gli occhi di Topolino parvero illuminarsi di luce propria.
<< Lo pensi davvero?! Io… cioè… ovvio che lo pensi, diventerò sicuramente un grande mago! Almeno spero… no! Pensa positivo, Topolino! Tu puoi farcela! >> sussurrò a se stesso con ritrovata determinazione. Poi, il suo sguardo tornò a posarsi sulla felide. << Io… allora ti lascerò alla tua meditazione. È solo che… be’... >>
L’espressione sul volto dell’apprendista si fece improvvisamente incerta. << Te ne stai quasi sempre per conto tuo. Non fraintendermi, sono felice che tu sia così dedicata alla protezione di questo posto! Ma, ecco...ogni tanto potresti prenderti una pausa… solo per dire >> borbottò con voce sempre più bassa e imbarazzata.
Tigre si sentì come se lo stomaco le fosse stato appena trafitto da una pugnalata. Anche questo era qualcosa che si era spesso già sentita dire diverse volte, da quella stessa persona e anche dalle altre che amava. E lei aveva provato a seguire consigli simili, ci aveva provato davvero, a lasciarsi andare, a divertirsi…
Ora non poteva fare a meno di pensare che fosse stato un errore. Un errore terribile. Se solo fosse stata più forte, più resiliente, forse avrebbe potuto evitare di soffrire…
<< Non posso rischiare che a questo santuario accada qualcosa per via di una mia mancanza >> dichiarò, scacciando con forza quei pensieri << Sarebbe imperdonabile. >>
Il giovane apprendista si limitò a roteare gli occhi. << Oh, andiamo, il mondo non finirà mica per una piccola paus-... >>
Non ebbe la possibilità di terminare la frase. Dapprima, un forte vento cominciò a soffiare nella radura, sollevando foglie e spaventando gli uccelli che si trovavano in zona.
Topolino lanciò un grido sorpreso e indietreggiò istintivamente più vicino allo stagno, mentre uno strano squarcio azzurro cominciò a formarsi nell’aria di fronte a lui.
Il topo deglutì.
<< Ehm… è una cosa normale, da queste parti? >> domandò nervosamente.
<< No, non lo è >> gli rispose la voce ferma della tigre.
Tutti i suoi sensi erano in allerta, mentre si guardava intorno. Sapeva riconoscere le anomalie magiche, quando ne vedeva. E ora riusciva anche a _sentirle_... a percepirle, come qualcosa di palpabile.
<< Credo sia meglio che tu vada dal Maestro. Adesso. >>
Gli occhi di Topolino tremolarono. << Ma… e se fosse pericoloso? Non posso lasciarti qui da sola! Potresti aver bisogno di aiuto... >>
<< Topolino >> Il tono di Tigre fu inflessibile. << In questo momento, abbiamo entrambi un dovere inviolabile. Il mio è quello di capire cosa stia succedendo e fermarlo se è un pericolo, in quanto guardiana di questo luogo. Il tuo, in quanto allievo, è quello di avvertire Yen Sid così che possa aiutarci. >>
Il topo aprì la bocca per controbattere… ma fu allora che quello strano bagliore cominciò ad emettere scariche elettriche.
Deglutì a fatica. Qualcuno… stava sicuramente penetrando la barriera magica che proteggeva questo posto. Qualcuno di MOLTO potente, visto che tali difese erano state messe dallo stesso Yen Sid.
Lanciò un’ultima occhiata in direzione di Tigre.
<< Fa’ attenzione >> borbottò, prima di allontanarsi rapidamente sul sentiero, sotto gli occhi vigili dell’altra.
Poi, Tigre tese le orecchie e annusò l’aria, le vibrisse in movimento. Si acquattò a quattro zampe e cominciò a correre, dirigendosi verso il punto in cui la barriera era stata intaccata. Qualunque cosa stesse cercando di forzarla, aveva intenzione di frenarla sul nascere!
Fu allora che un lampo illuminò l’intera radura, costringendola a frenare la sua avanzata e a coprirsi gli occhi. La barriera che circondava la magione si crepò in diversi punti, ma fortunatamente rimase per lo più intatta… salvo quel buco luminoso da cui erano partite le scariche.
Tigre si ritrovò a fissare uno spazio nero e apparentemente senza fondo. Poi, qualcosa – no, qualcuno – attraversò i confini della protezione.
Era un essere umano, almeno così appariva. Un uomo, per la precisione, con una corporatura alta e magra. Capelli neri e brizzolati incorniciavano un volto sottile, affilato, con un naso adunco, la pelle grigia come cenere appena caduta. I suoi occhi erano di un castano acceso… eppure, la felide intravide delle strane macchie gialle lungo i bordi delle pupille. Sembravano quasi fuori posto, come sbavature sulla tela di un dipinto. Innaturali.
Indossava una giacca rossa simile al completo di un marinaio, e reggeva nella mano destra uno strano bastone color pece.
Il suo sguardo spaziò per tutta la radura, fino a posarsi su di lei.
<< Bel posto >> commentò con tono impassibile, quasi senza vita << Mi piace davvero la composizione, fa molto Asia Orientale. Non l’ho mai visitata di persona… ma dicono che sia davvero stupenda, soprattutto in primavera. >>
Gli occhi gialli della tigre trafissero il misterioso uomo da capo a piedi, mentre teneva i pugni serrati sui fianchi, con ogni muscolo in tensione. Non conoscendo la minaccia, non avrebbe scoperto le sue sin da subito, prima avrebbe valutato il tutto scrupolosamente.
<< Chi sei… umano? >>
Aveva esitato nel definirlo così, perché per quanto l’aspetto suggerisse che lo fosse, l’aura che aveva percepito le suggeriva non lo fosse completamente.
<< E perché hai violato questo luogo? >>
In tutta risposta, lo sconosciuto le offrì un rispettoso inchino.
<< Perdonate l’intrusione inattesa, non volevo certo turbarvi. Sono il Generale Kozmotis Pitchiner. >>
La tigre intravide subito i modi di fare tipici di un nobile. Non che ne avesse incontrati molti… ma quei pochi con cui aveva interagito si erano sicuramente distinti rispetto alle masse comuni. UNO in particolare.
<< E la ragione per cui ho violato questo santuario... >> riprese l’uomo << è che ho bisogno di aiuto. Più precisamente, dell’aiuto che il proprietario di questo luogo può offrirmi. >>
Scrutò la felide con un’espressione incuriosita. << Ditemi… il nome Yen Sid vi suona familiare? è lo Stregone che sto cercando >>
Tigre rimase in silenzio, riflettendo rapidamente. Come per la maggior parte dei santuari magici, al di là della barriera erano stati posti dei Guardiani in pietra, creature capaci di scrutare l’imperscrutabile, e che impedivano l’accesso a coloro che nutrivano cattive intenzioni nei confronti del loro creatore. 
Era chiaro che quell’uomo voleva qualcosa da Yen Sid… e qualunque cosa fosse, era tutt’altro che  raccomandabile. Doveva prendere tempo per comprendere meglio con chi avesse a che fare, prima di agire in qualsiasi modo.
<< Quindi siete giunto a chiedere aiuto, annientando la magica barriera, senza avere la certezza di trovare chiunque state cercando? >> rispose, con sarcasmo << Sembrate un individuo alquanto educato, ma non si può dire lo stesso delle vostre azioni. >>
Il rinominato Kozmotis si passò una mano tra gli ispidi capelli, sembrando quasi imbarazzato.
<< Credetemi, avrei preferito evitarlo… ma sfortunatamente, i guardiani all’entrata del Santuario non sembravano molto aperti all’idea di farmi passare. Sono stato costretto ad usare altri mezzi per arrivare qui. >>
Questo la diceva lunga. Davvero lunga.
<< Che cos’è che volete davvero, signor Pitchiner? >> domandò la felina, senza mezzi termini << Dopo i guardiani, ci sono io. E se loro non vi hanno ritenuto degno di passare… dovrete sforzarvi parecchio per convincere me. >>
L'espressione sul volto del nobile si fece improvvisamente custodita.
<< Vi ho già detto perché sono qui. Ho bisogno del vostro aiuto... basta con queste sciocchezze! >>
La voce dell'uomo cambiò all’improvviso. Da calma ed elegante, divenne un ringhio che fece rizzare i peli sulla schiena della Tigre, mettendola subito in allerta. Gli occhi del presunto Generale divennero un paio di pozzi gialli e malaticci… e il grigiore della sua pelle sembrò accentuarsi, mentre la giacca rossa si tingeva di nero.
<< Perché perdiamo tempo a parlare con lei? Non abbiamo bisogno del suo permesso! Basterebbe così poco per toglierla di mezzo... NO! >>
Sotto lo sguardo confuso della felide, Kozmotis si portò una mano alla testa. Il nero dei suoi vestiti lasciò nuovamente posto ad un rosso purpureo e gli occhi tornarono di un caldo castano chiaro.
<< Noi… non dobbiamo fare del male a nessuno. Posso convincerla… non c’è alcun bisogno di combattere... ma lo faremo, se necessario… quindi ti prego... >> Tornò a fissare Tigre. << Portaci da Yen Sid. Ho bisogno di parlare con lui, perché… ha qualcosa di cui ho DAVVERO bisogno. Devi solo dirmi dove si trova, e allora me ne andrò all’istante! >>
Lei fu sul punto di vacillare. Le parole dell’uomo e la sua espressione supplichevole sembravano seriamente accorate e sincere. Di più, percepiva che era così.
Tuttavia, le sfingi non l’avevano lasciato passare. D’altronde, c’era qualcos’altro in lui, qualcosa di oscuro e terribile. Non servivano i suoi sensi per immaginarlo: non poteva certo fare finta di non aver visto quel suo… attacco.
Non avrebbe saputo in che altro modo definirlo. Le era sembrato l’attacco tipico di una persona con problemi mentali, ma una cosa del genere non distorceva letteralmente i propri lineamenti! Era stato come se a parlare fossero… due individui nello stesso corpo.
La tensione non abbandonò i suoi muscoli. Per quanto volesse, non riusciva a fidarsi. Poteva anche essere sincero, ma questo non significava automaticamente che avesse delle buone intenzioni. E di sicuro, dopo quel che aveva visto, dubitava anche fosse del tutto sano di mente.
<< Mi dispiace, signore >> disse, categorica << non posso lasciarvelo fare. >>
A quelle parole, l’espressione sul volto di Kozmotis sembrò congelarsi. Dapprima speranzosa, quasi supplichevole, tornò alla fredda tabula rasa con cui si era inizialmente presentato. Poi, lentamente… i suoi vestiti cominciarono a dipingersi ancora una volta di un intenso nero pece.
<< Dunque è così >> sussurrò, con un tono di voce che fece rabbrividire la felide << Io… ci ho provato. Dico davvero, ho provato ad essere gentile! Perché io… non voglio fare del male alle persone… LO ODIO! Ma… ma... >>
I suoi occhi cominciarono a tingersi di un giallo dorato.
<< Ma DEVO farlo >> continuò con un sibilo << Devo… per loro. Lo capisci, non è vero? Sì, sì… loro hanno bisogno di me... di noi. >>

Track 2:  
https://www.youtube.com/watch?v=qxtV0BTaU7w
 
L'uomo sbatté il bastone a terra.
Dapprima non accadde niente. Poi, lentamente, dalle ombre degli alberi circostanti cominciarono a formarsi quattro strane sagome color pece.
All’inizio senza forma, volteggiarono a mezz’aria come delle nuvolette cariche di pioggia. Pochi secondi dopo… Tigre si ritrovò a fissare dritta in un paio di occhi gialli e illuminati. E quegli occhi demoniaci erano incastonati in un muso dalle fattezze canine… a sua volta collegato ad un corpo massiccio e peloso dotato di quattro robuste braccia artigliate. Ciascuno di quegli arti reggeva una lama seghettata, simile alle scimitarre della sua terra natia.
Subito dopo, anche il resto delle nuvolette assunsero la forma di quello strano lupi antropomorfo.
La felide eseguì la posizione marziale di difesa, ma questo non impedì ai peli della sua schiena di rizzarsi completamente. Non sapeva cosa fossero quegli esseri neri capaci di mutare, e questo già di per sé era inquietante… ma era la forma che avevano assunto a disturbarla di più: le rievocava sgradevoli ricordi di sangue, dolore e disperazione, e questo la spaventava.
Tuttavia, pensò l’istante dopo, era meglio così. Dopotutto, era stolto il guerriero che si lanciava in battaglia senza avere paura.
Ma gli occhi di quei malvagi esseri erano affamati e voraci, come se stessero pregustando proprio i suoi timori. Facevano scattare le zanne e dilatavano le narici, fermi come ad assaporare quell’istante.
E Tigre non aveva intenzione di concedere loro un minuto di più!
Chiuse gli occhi e si concentrò.
Vista così, era un bersaglio facile. Anche troppo vulnerabile, e questo per le creature era in qualche modo eccitante. Una di loro non volle aspettare oltre e l’attaccò…ma ecco che si ritrovò, di colpo, bloccato da un pugno, sferratogli contro dalla felina.
La zampa serrata di quest’ultima, premuta contro il petto del suo avversario, era intrisa di una potente aura d’oro: ci fu un guizzo, ed essa si propagò in lineari venature sulla pelle dell’essere… e poi lo disintegrò in un’esplosione di scintille.
Le altre bestie si fermarono all’improvviso, visibilmente sorprese dalla distruzione del loro compagno. E quel breve istante in cui esitarono, confermò a Tigre che non erano affatto costrutti senza cervello, ma creature vive, senzienti e maligne, ben lontane da qualunque cosa avesse mai affrontato.
<< Impressionante >> commentò Kozmotis, mentre la scrutava con un cipiglio contemplativo << Non ho mai visto una magia del genere. Posso chiedere di cosa si tratta? >>
<< Non di magia >> replicò la felina, cambiando posizione, in procinto di attaccare << Per il resto, non darò al capo dei miei nemici informazioni sulle mie capacità. >>
<< Capisco >> borbottò l'invasore, assottigliando lo sguardo << In questo caso... >>
Si voltò verso le creature restanti e indicò la felide.
<< Eliminatela… ORA >> ringhiò con una voce molto più profonda rispetto a prima.
Inizialmente diffidenti, i tre lupi rimanenti tornarono all’attacco, e si lanciarono all'unisono contro la guardiana. Tigre saltò, ed eseguì una devastante spaccata in aria, colpendo il muso dei due più vicini, poi sferrò un calcio volante al terzo, spedendolo.
Caricò il pugno, e questo si intrise nuovamente dell’energia d’oro; si girò di scatto e sferrò un colpo dal basso verso l’alto, centrando in pieno il lupo che stava per attaccarla alle spalle. La mascella della creatura esplose in una miriade di granelli di sabbia, e il mostro cominciò a vomitare una strana sostanza nera.
“Disgustoso” pensò la felide, mentre si preparava a finire i restanti due… solo per essere costretta ad evitare il bordo di una lama affilata.
Compì un rapido balzo all'indietro. Quando si rimise in piedi, il suo sguardo incontrò ancora una volta quello di Kozmotis… il cui bastone aveva appena assunto la forma di una gigantesca falce color pece.
<< Questi Fearlings non valgono neppure la metà dei miei vecchi soldati >> commentò l'uomo, mentre camminava verso di lei << Avrei preferito non sporcarmi le mani… ma sembra che dovrò occuparmi di te personalmente. >>
L’istinto di Tigre percepì immediatamente il pericolo incombente, catalogandolo come più grave e terribile di quelle creature. Strinse i pugni e li tese davanti a sé, illuminandoli dell’aura d’oro.
<< Allora fatti avanti. >>
Fissò dritto negli occhi l’avversario senza alcun timore ma, per tutta risposta, Kozmotis si limitò a sorridere.
<< Oh, credimi, nulla mi renderebbe più felice che combattere una guerriera dal coraggio indomito come il tuo… ma sfortunatamente, ho una tabella di marcia da rispettare. Ragion per cui... >>
Alzò la mano libera… e schioccò le dita. Subito, i rinominati Fearlings sembrarono fondersi con le ombre della radura. Tigre si guardò attorno, i sensi completamente in allerta. Poi, qualcosa si mosse sotto i suoi piedi.
Abbassò lo sguardo e vide una catena color pece fuoriuscire dalla propria ombra. La colpì col pugno d’oro, mandandola in frantumi. Ma ecco che, alle sue spalle, ne comparì una terza… e poi una quarta… e poi una quinta.
La felide si ritrovò presto a volteggiare tra le fruste di sabbia, riuscendo ad evitare la maggior parte di loro e a distruggerne altre con l’energia scaturita dai suoi pugni. Sfortunatamente, non fu in grado di eliminarle tutte: un totale di quattro catene le si avvolsero attorno alle braccia e alle gambe, inchiodandole a terra.
Sorpresa, Tigre tentò di liberarsi con la semplice forza bruta, ma quel metallo non voleva piegarsi; cercò di usare l’aura, ma il dolore le impediva di concentrarsi a dovere. Frustrata, si divincolò animatamente e rifilò uno sguardo infuocato al suo avversario.
<< Questo è da codardi! >> sputò, con enorme disprezzo.
L’espressione sul volto di Pitchiner si fece improvvisamente triste.
<< Lo è >> confermò con evidente rammarico, sorprendendola << Ma è anche necessario. Perdonami, so che meriteresti una fine da guerriera...ma come ti ho già detto, loro contano su di me. Io… devo farlo. >>
Si fece avanti, la falce posta proprio sotto il collo di Tigre.
<< Mi dispiace... >>
Ma prima che potesse calare la lama, un torrente di fuoco si abbatté contro di lui, scaraventandolo a diversi metri di distanza.
Le catene che tenevano Tigre si dissolsero in una nuvola di sabbia e la felide cadde a terra, ansimante. Quando sollevò la testa, i suoi occhi si posarono sull'inconfondibile figura di colui che l’aveva appena salvata.
<< Maestro! >>
Yen Sid, lo Stregone, era ritto in piedi di fronte a loro, la mano tesa e intrisa di energia magica.
<< Tigre >> le rispose, lo sguardo fisso in direzione della forma caduta di Kozmotis << Topolino mi ha informato dell’arrivo di un ospite inatteso. Immagina la mia sorpresa…quando l’ho visto in procinto di uccidere uno dei miei allievi. >>
La voce dell’anziano stregone sembrò rimbombare di puro potere, mentre fulmini e saette illuminarono il campo di battaglia.
<< Chi sei, straniero? E per quale motivo hai fatto breccia in questo santuario? Parla, e potrei rendere la tua punizione… meno dolorosa di ciò che riservo solitamente ai miei nemici. >>
In tutta risposta, Kotzmotis scrocchiò il collo un paio di volte, gli occhi ora illuminati di giallo.
<< E così è arrivato… eh eh… il grande stregone. Confesso… di essere un po' deluso. Mi aspettavo qualcuno di meno decrepito >> sibilò con un tono di voce mellifluo.
Scoprì i denti in un sorriso predatorio.
<< Ma penso che potresti comunque offrirmi una lotta divertente…No! >> sbottò all’improvviso, la sua voce normale recuperata << Ricorda perché siamo qui! Non siamo venuti per combattere. >>
E detto questo, i suoi occhi – ora castani – incontrarono quelli perplessi dello stregone.
<< Maestro Sid…deve venire con noi…me. Ho bisogno del suo aiuto >> disse con un tono di voce che suonava quasi supplichevole.
Lo stregone arricciò il volto in un cipiglio scontento. << Un modo interessante di dimostrarlo, visto il modo in cui hai quasi ucciso la mia guardiana. >>
Kozmotis trasalì, visibilmente castigato.
<< Un semplice malinteso, ve lo assicuro >> si affrettò a correggerlo << Ma ho DAVVERO bisogno di un oggetto che solo lei può darmi. Una volta conosciuta la sua posizione, vi assicuro che me andrò senza recarvi alcun danno. >>
Yen Sid rimase in silenzio per quasi un minuto. Poi, i suoi occhi si fecero improvvisamente freddi e tempestosi.
<< So cosa tu e il tuo…amico… >> sputò << state cercando. E la mia risposta…è no. Non vi aiuterò mai a trovare il manufatto. La sua posizione è celata per un motivo! >>
Da rispettoso, il volto di Kozmotis divenne una maschera impassibile. A Tigre non serviva essere un telepate per capire che quella non era affatto la risposta che aveva sperato.
Vide i suoi occhi ritornare ad un giallo malaticcio.
<< Allora sembra che non abbia altra scelta… >> sussurrò << che costringervi a parlare. >>
A quelle parole, la radura esplose in un turbinio di fiamme e sabbia nera.
Gli attacchi dei rispettivi avversari si scontarono con una potenza tale da costringere Tigre a coprirsi gli occhi, mentre gli alberi attorno al santuario cominciarono a prendere fuoco e l’acqua ad evaporare.
Il mondo divenne un vortice di lampi e ombre.
Quando la polvere generata dall’impatto si dissipò, ecco che Kozmotis comparve alle spalle di Yen Sid, la falce alta e pronta a colpire. Tigre si lanciò subito verso il vecchio mago, ma presto si rese conto che non avrebbe mai fatto in tempo.
La lama calò verso la spalla di Sid, chiaro segno che l’invasore non volesse colpirlo mortalmente…ma incontrò una certa resistenza. Attorno allo stregone si era appena materializzata una sorta di Aura azzurra.
Pitchiner spalancò gli occhi, sorpreso, mentre Yen Sid si limitò a sollevare la mano destra. Non si voltò nemmeno, mentre grosse radici sbucavano dal terreno e afferravano l’avversario come tante spire, prima di lanciarlo in direzione di Tigre.
La felide fu rapida a reagire e colpì l’uomo con un poderoso pugno dorato, rispedendolo verso il suo maestro. Questi non fu da meno ed evocò dal nulla una frusta argentata che andò ad avvolgersi attorno alla caviglia del nemico.
Kozmotis perse la presa sulla falce, e il suo corpo vene violentemente sbattuto da una parte all’altra della radura, come se fosse un animaletto di pezza tra le grinfie di un cane. Infine, Yen Sid lo scaraventò nelle acque del laghetto.
L’invasore fuoriuscì dall’acqua poco dopo, annaspando, gli occhi - illuminati nuovamente da un perfido bagliore dorato - interamente rivolto alla coppia di avversari.
Lo stregone incontrò il suo sguardo con un’espressione impassibile e compì alcuni movimenti con le mani.
Subito, le acque del laghetto sembrarono muoversi al ritmo di quei gesti, sollevandosi in aria come una gigantesca serpe. Poi, si abbatterono violentemente contro Kozmotis, il quale ebbe appena il tempo di ergere uno scudo di sabbia nera.
L’uomo dagli occhi gialli ringhiò, mentre sentiva la protezione cedere sotto la potenza di quell’attacco. Non sarebbe resistito ancora a lungo.
<< Pensavi davvero di avere qualche speranza? >> tuonò Sid << Sciocco! Ho combattuto esseri molto più potenti di te! So chi sei…o meglio, che cosa sei Pitch Black. Ho incontrato molte tue versioni, nel corso dei mie viaggi, e nessuna di loro è mai uscita vittoriosa da una battaglia con me. Rinuncia ora…e ti risparmierò la vita. >>
<< Temo che colui che dovrà rinunciare a questa battaglia… >> disse una voce suadente alle spalle dei combattenti << sei tu, vecchio stregone. >>
Yen Sid interruppe l’attacco, giusto un attimo prima che distruggesse completamente lo scudo di Kozmotis.
Sia lui che Tigre girarono subito la testa…e i loro occhi si posarono sull’esile figura di un uomo dalla pelle scura, vestito con bizzarri abiti violetti. Indossava anche un cappello a cilindro sgualcito, coronante un viso da donnola contratto in un perfido sorriso.
Yen Sid non sapeva chi fosse, ma in lui percepì l’inconfondibile puzzo del Vodoo, un tipo di magia in cui solo pochi praticanti delle arti arcane osavano cimentarsi…e per buone ragioni.
Il misterioso sconosciuto sollevò un bastone che teneva nella mano destra…e subito il corpo di Topolino sbucò da dietro un cespuglio, avvolto da viticci color pece.
<< M-maestro…mi dispiace >> balbettò l’apprendista, gli occhi rigati dalle lacrime.
Tigre scoprì i denti e fece un minaccioso passo in avanti.
In tutta risposta, lo sconosciuto sollevò un dito e cominciò ad agitarlo.
<< Ah ah ah, io non lo farei se fossi in te >> la ammonì scherzosamente << Potrei farmi un’idea sbagliata… e stringere la presa per errore. >>
Il suo sguardo crudele si posò sul prigioniero. << Dovreste proprio complimentarvi con lui. Mi ha visto mentre cercavo di attaccarvi alle spalle e ha provato a fermarmi. Sfortunatamente per lui…ho molti amici nei piani bassi. >>
Strinse le dita della mano destra e i gemiti sofferenti di Topolino si fecero più forti.
Yen Sid strinse gli occhi in un paio di linee sottili…e fece cenno a Tigre di tirarsi indietro.
La felide acconsentì con riluttanza. Nessuno dei due voleva rischiare la pelle del giovane apprendista.
Un grugnito alle loro spalle li avvertì che Kozmotis si era già ripreso dallo scontro.
<< Facilier >> disse offrendo al nuovo arrivato un cenno di ringraziamento << Sapevo che la nostra alleanza si sarebbe rivelata utile. >>
<< Ma naturalmente >> ribattè l’uomo con un inchino beffardo << Prendo sempre i miei contratti MOLTO seriamente, sai? >>
Yen Sid imprecò mentalmente. Era stato stupido, da parte sua, non prendere in considerazione che più di un nemico fosse riuscito a penetrare la barriera. Probabilmente, questo “Facilier” aveva attraversato lo squarcio mentre Tigre e il suo alleato erano impegnati a combattere.
Gli occhi dello stregone Vodoo tornarono a posarsi su di lui.
<< La situazione è molto semplice, vecchio >> riprese con tono affabile << Arrenditi a noi…o il topo tirerà le cuoia. Mi sembra un buon affare, non pensi anche tu? >>
“Non lo è affatto!” pensò Tigre, gli artigli che fremevano al solo pensiero di squarciare questo stregone. Come osavano prendere in ostaggio una persona pura e onesta come Topolino? E tutto per costringere il loro maestro in chissà quale piano nefasto.
Fece per muoversi… ma una mano nodosa le si posò sulla spalla, costringendola a fermarsi.
<< Molto bene >> sospirò Sid, visibilmente rassegnato << Verrò con voi. >>
Gli occhi di Tigre e Topolino si spalancarono all’unisono.
<< M-maestro Sid… non lo faccia… >>
<< Silenzio, roditore >> ringhiò Facilier, aumentando la presa dei viticci.
Lo stregone fu assai tentato di attaccare, anche solo per il piacere di ferire quell’uomo. Tuttavia, riuscì a mantenere il controllo delle proprie emozioni. Aveva trascinato lui Topolino in questa situazione…e ora doveva tirarcelo fuori.
<< Tigre… sta' giù. >>
<< Ma Maestro… >>
<< Fa' come ti dico! >> abbaiò, e subito la felide si ritrasse con le orecchie appiattite sulla testa.
Soddisfatto, Yen Sid si voltò verso Kozmotis, che lo stava guardando con sospetto.
<< Niente trucchi >> avvertì l’uomo, stringendo gli occhi in un paio di linee sottili.
Lo stregone annuì in accordo. << Niente trucchi… purché li lasciate vivere entrambi. >>
Perché per quanto fosse crudele, questa variante di Pitch Black sembrava stranamente più onorevole rispetto alla maggior parte delle sue controparti.
Kozmotis riconobbe le sue parole con un cenno, per poi indicare la sua testa.
<< Butta via il cappello >> ordinò << So quello che può fare. >>
Yen Sid sospirò mentalmente. A quanto pare, erano venuti MOLTO preparati. Con riluttanza, afferrò il suo oggetto magico più potente e lo lanciò ai piedi di Tigre, che lo prese rapidamente.
<< Soddisfatto? >> domandò beffardo, rivolto verso Facilier.
In tutta risposta, l’uomo si limitò a sorridere, per poi sollevare il bastone. Subito, una palla d’ombra andò a formarsi attorno al corpo dell’uomo, intrappolandolo.
<< È un piacere fare affari con voi >> sghignazzò lo stregone voodo, mentre lasciava andare Topolino.
L’apprendista ricadde pesantemente a terra e cominciò a tossire sonoramente.
Tigre corse subito da lui e lo aiutò a rialzarsi, mentre Kozmotis afferrava qualcosa da sotto il cappotto: un globo di neve.
Lo lanciò al suolo, e subito un vortice di luce si materializzò di fronte alla coppia di invasori.
<< Adieu, mon ami! >> esclamò Facilier, mentre entrambi scomparivano nel portale, seguiti dalla sfera contenente Yen Sid.
Tigre provò a raggiungerli… ma non fu abbastanza veloce. Il vortice si chiuse con un lampo, e le zampe della felide afferrarono solo la nuda terra. Aveva fallito il suo incarico. Il Santuario era stato violato… e Yen Sid era nelle mani di un nemico sconosciuto.
Strinse le mani a pugno, gli occhi illuminati da un bagliore furioso.
<< Dannazione! >>
 
 
 
E così si comincia! Ancora il Multiverso, ancora una volta minacciato… ma da chi?
Sicuramente da Pitch, o almeno da una sua versione MOLTO diversa rispetto a quella del primo libro. Ma sarebbe un po’ ripetitivo usare solo lo stesso villain, e infatti in questa storia non sarà affatto l’unico! Avremo ben sei antagonisti principali, e un altro lo avete già incontrato in questo capitolo: Facilier, aka L’Uomo Ombra, aka il villain principale della pellicola La principessa e il ranocchio!
Ma com’è finito a lavorare per l’Uomo Nero, che per qualche ragione si fa chiamare ancora con il suo nome umano?
Per chi non se lo ricorda, la storia sulle origini di Pitch è ampiamente spiegata nel terzo capitolo del primo libro, ma orami tutti voi dovreste sapere che l’Uomo Nero, prima di diventare un’entità lovecraftiana amante degli incubi, era un rinomato Generale.
Ma cosa vorrà da Yen Sid? Perché sì, in questa storia c’è anche lo stregone di “Fantasia”, accompagnato dal suo apprendista pasticcione, Topolino versione “Apprendista Stregone”! E non dimentichiamoci di Tigre, proveniente dalla saga di film “Kung Fu Panda”!
Come si sono intrecciate le loro storie? Non preoccupatevi, tutto sarà spiegato con il tempo.
Fino ad allora, lasciateci pure un commento. Ci vediamo al prossimo capitolo!
P.S. Essendo avvolte nel mistero, abbiamo deciso di sbizzarrirci con il passato di Yen Sid e di questa versione di Topolino. La società magica da cui proviene il secondo è leggermente ispirata a quella di Fate/Stay Night ed Harry Potter.
Magica Du Spell è un famoso personaggio della serie DuckTales, nonché il nome inglese del personaggio Disney Amelia la strega, acerrima nemica di Paperon de' Paperoni.
  
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