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Autore: Ace of Spades    17/01/2022    2 recensioni
«Una cosa Mihawk la sapeva con assoluta certezza: in quell'appartamento non era l'unica persona pericolosa.
E se lo aveva capito lui, probabilmente ne erano a conoscenza tutti.
Quindi la domanda era: per quale motivo avevano accettato di condividere uno spazio in cui vivere?
Il rasoio di Occam: a parità di fattori la soluzione più semplice è quella giusta.
Perché si annoiavano.»
.
.
.
Tre giovani studenti universitari decidono di dividere le spese abitando insieme. Piuttosto normale, certo, se non fosse che le tre persone in questione vogliono uccidersi a vicenda per far passare il tempo.
Non possono farlo? Ah no? Andate a dirlo a Crocodile, Doflamingo e Mihawk.
Genere: Comico, Demenziale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Crocodile, Donquijote Doflamingo, Drakul Mihawk | Coppie: Shichibukai/Flotta dei 7
Note: AU, Nonsense, What if? | Avvertimenti: nessuno
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XIII


Turn that fear into a souvenir








I giorni successivi passarono normalmente.
Una volta additato l'elefante nella stanza, ai tre ragazzi non rimaneva altro che concentrarsi sugli esami e decidere cosa fare.
 
Perché quella in cui si trovavano era una situazione estremamente scomoda.
Non arrivi dove erano arrivati loro senza togliere di mezzo le persone che potevano rappresentare un problema. E il problema maggiore era quello delle loro vere identità.
 
Mihawk si era sempre sentito un po' un eroe mascherato da come sentiva parlare di Babayaga, una leggenda metropolitana che incontri solo quando devi morire. Gli mancava solo la falce, il mantello nero lo possedeva.
Di base la morte in persona.
 
Lui non si sentiva diverso dal solito, non si era sentito diverso nemmeno quando aveva capito che la sua vera vocazione era l'omicidio su commissione. Avrebbe mentito se avesse detto di non avere un'arma preferita.
Le lame erano un secondo linguaggio per lui, le spade e i pugnali erano ciò che lo animava.
Nella sua vita normale aveva scelto di prendere una laurea e provare a diventare traduttore, oppure di continuare a tirare di scherma e diventare un maestro per poter insegnare agli altri.
Anche se difficilmente si vedeva nella veste di un insegnante paziente e amorevole.
 
L'unica persona che sapeva davvero chi fosse e cosa facesse nel tempo libero era quella che lo aveva introdotto nel mondo del crimine.
Ed era anche il motivo per cui lui non si fidava mai a prescindere da chi aveva davanti.
Perché se una persona come Shanks, sorridente, paziente, amorevole e gentile, si rivelava essere a capo di un'organizzazione malavitosa con contatti governativi all'età di ventitré anni, allora chiunque poteva essere un potenziale pericolo.
 
E guarda chi mi ritrovo come coinquilini.
 
La vera domanda ora era: cosa fare?
 
 
°
 
Crocodile sapeva che doveva eliminarli.
Per Mr. Zero avere una faccia significava essere morto.
 
Doflamingo lo guardò dal divano, mentre, con le braccia incrociate al petto, picchiettava le dita sul braccio.
Non c'era alcun motivo per cui nè Doflamingo nè Mihawk avrebbero potuto decidere di non ucciderlo, d'altronde la sua esistenza minacciava la loro. Cos'altro avrebbero potuto fare?
 
"Non posso ucciderti, lo sai"
 
Crocodile rischiò di lasciarsi scivolare la tazza dalle mani.
"Come?"
"Ho detto che non riesco ad ucciderti"
 
La sola cosa che voleva sapere era:
"Perché?"
 
Doflamingo fu quasi sorpreso dalla domanda.
"Ma come, pensavo sapessi tutto. Non ti basta guardare una persona per sapere le sue debolezze? Non è questa la grande dote di Mr. Zero?" rispose scimmiottandolo.
 
Il moro deglutí e riuscí ad appoggiare finalmente la tazza.
A dire il vero sapeva quale fosse il suo punto debole.
Joker era noto per essere un pazzo, ma soprattutto un pazzo narcisista. Era uno dei tanti sentieri che aveva seguito per inquadrare meglio la figura che aveva davanti.
Tutti erano convinti che fosse quello ciò che lo penalizzava, la troppa sicurezza in se stesso.
 
Crocodile era giunto ad altre conclusioni.
 
"So quale corda tirare per farti impiccare."
Il biondo lo guardò soddisfatto.
"Illuminami."
 
Il moro si appoggiò al ripiano della cucina.
"La prima cosa che verrebbe da dire è che si potrebbe far leva sul tuo lato megalomane. Sarebbe facile farti cadere in trappola, immagino che molti ci abbiamo provato"
 
L'altro ragazzo gli fece cenno di proseguire.
"Fallendo. Forse è un tuo punto debole, ma non è più un tasto da spingere se anche la persona stessa ne è a conoscenza. Esattamente come il sadismo e la smania di potere, sono tutti tratti di te che hai imparato ad amare e a controllare."
 
"Non male. Quindi sentiamo, quale sarebbe, Oh grande Mago, il mio vero punto debole?"
 
Crocodile lo fissò per un po'.
 
"Lasciami prima dire una cosa. Il mio modo di condurre gli affari - diciamo - funziona perfettamente proprio perché non parliamo di punti deboli. Un punto debole è quando qualcuno soffre il solletico o è claustrofobico.
Parliamo di far capitolare un altro essere umano senza che questo possa controllare le sue azioni.
Parliamo di vincere la guerra, non solo una battaglia."
"Quindi?"
"Amore"
 
Doflamingo lo fissò sbigottito.
 
"Non ho capito"
"Volevi sapere cosa avrei usato contro di te per farti capitolare. Amore. È questa la tua debolezza, sono i tuoi stessi sentimenti, le tue emozioni. Sei una persona istintiva, molto spesso ti lasci controllare da ciò che provi, ma in particolare non hai la più pallida idea di come gestire un sentimento sincero, segno che hai finto di provarne per la maggior parte della tua vita."
 
L'altro chiuse la bocca di scatto e rimase immobile. Crocodile lo guardò ancora e si diresse verso l'ingresso. Prima di poter uscire dalla stanza sentí la voce roca di Doflamingo, un sussurro più che altro.
 
“Potresti anche essere il diavolo.”
 
“Ti ringrazio, ma non lo sono, però ammiro il suo modo di concludere gli affari.”
 
Si chiuse la porta alle spalle lasciandolo solo.
 
 
 
 
 
 

Angolo dell'Autrice:
Bentrovati, sappiate che ho concluso la storia, e quindi verrà pubblicato un nuovo capitolo ogni lunedì; sono 19, non tantissimi lo so, ma ho detto tutto, giuro.
A presto,
A. of S.
  
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