Anime & Manga > Lupin III
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Autore: jarmione    17/01/2022    3 recensioni
Dopo anni di inattività, Lupin torna in azione ed il suo obbiettivo è la Bilancia della morte.
Questa bilancia sconvolgerà il gruppo di Lupin e persino Anika, la quale vedrà il suo mondo sgretolarsi.
Riusciranno a risolvere questo nuovo enigma?
O tutti crolleranno nel tentativo?
Genere: Avventura, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti.

Nuova long su Lupin e nuove avventure per lui e la sua banda.

Attenzione, questa storia si collega al finale e alle vicende accadute nella mia “Il tesoro dei suicidi” sempre di Lupin.

Non c’è obbligo di leggerla, se non volete, tanto metto i riferimenti anche qui.

Dedico questa storia a due/tre persone in particolare:

1) Evelyn80, a cui avevo promesso un seguito e che so piacere Anika ed il suo rapporto con i vari personaggi.

2) Fiore del deserto che non solo AMA Lupin...ma è stata talmente tormentata da me, che questa storia è il minimo.

3) E a te, che ancora leggi e sopporti le mie idee o a te che per la prima volta ti avventuri nel mio profilo.

 

Vi auguro buona lettura e spero vi piaccia.

 

 


Era ormai scesa la sera sulla città e tutti iniziavano a rincasare.
Era stata l'ennesima giornata noiosa, piena di scartoffie da compilare, giri di pattuglia a vuoto e dove i delinquenti non commettevano reati.
Da una parte andava bene, la tranquillità faceva sempre comodo, ma dall'altra i poliziotti si stufavano a dover svolgere i soli lavori d'ufficio.
Persino Zenigata, ormai, si era dovuto rassegnare a quella vita.
Ogni tanto capitava qualche arresto, ma si trattava di piccoli delinquenti e spacciatori.
Nulla che fosse all'altezza delle sue aspettative.
E tutto da circa sei anni, dopo aver abbandonato il caso Lupin III.
Non si era più fatto vedere, non compiva più colpi e tutto questo era inspiegabile.
A volta ci pensava, ma non aveva più fatto richiesta di rimettersi a capo della squadra speciale dell'Interpol.
Sospirò, mentre camminava a passo lento lungo il marciapiede.
Respirava a pieni polmoni l'aria fresca della sera, le mani in tasca e gli occhi rivolti verso l'alto ad osservare la luna.
Girò il vicolo, la luna scomparve dietro all'edificio e tutto divenne buio.
In lontananza, verso il fondo del vicolo, una piccola finestra era illuminata e segnava la presenza di qualcuno al suo interno.
Man in mano che si avvicinava, Zenigata sentiva il profumo delle pietanze che i suoi abitanti stavano preparando.
Un piccolo sorriso solcò le sue labbra.
Dopo una lunga giornata era piacevole sentire certi profumi e vedere una luce in un vicolo come quello.
Dopo aver sospirato, buttando fuori tutta la tensione accumulata durante la giornata, Zenigata si avvicinò alla porta della casa illuminata e spinse in giù la maniglia.
Da prima venne accolto dalla luce, poi dal profumo di cibo più intenso ed infine da un urlo di gioia che partiva dal fondo e si avvicinava a lui.
"Papà!"
Zenigata non ebbe nemmeno il tempo di toglierei l'impermeabile.
Un piccolo bambino gli saltò letteralmente in braccio, per fortuna lui era pronto a tenerlo.
Conosceva bene L'irruenza del piccolo.
"Sei a casa, che bello!" Esclamò il bambino, prendendo il cappello del padre e mettendoselo in testa.
"Potevo forse mancare?" Domandò il padre, sorridendogli dolcemente.
"No, non potevi!" Rispose allegramente il piccolo, mentre lui lo rimetteva a terra.
Subito lo vide correre fino al divano, dove alcuni giochi erano sparsi, per continuare a giocare.
"L'accoglienza più veloce del mondo" fu il commento sarcastico che seguì, mentre una giovane donna dai lunghi capelli neri si avvicinò a Zenigata.
"Ben tornato a casa" disse, posandogli un piccolo bacio sulle labbra.
Era un gesto semplice, ma caloroso e Zenigata era felice di poter tornare a casa e avere qualcuno che lo aspettava.
Era un sogno divenuto realtà.
"Grazie, Anika"
Anika sorrise e tornò di nuovo ai fornelli, facendo intuire che a breve sarebbe stato tutto pronto.
Dopo essersi messo comodo, Zenigata si avvicinò al piccolo.
Il divano, misto al pavimento sottostante, erano pieni di giochi e pupazzi, tutti con una posa ben precisa.
"A cosa giochi?" Domandò curioso l'ispettore.
Il piccolo indicò i vari giochi e disse "Quelli sono i ladri e questo sei tu"
I ladri erano dei soldatini in plastica completamente verdi, mentre lui...lui era un orsacchiotto con il fiocco blu come papillon.
Zenigata non sapeva se mettersi a ridere o imbarazzarsi per essere stato paragonato ad un orsacchiotto.
Ma chi era lui per demolizzare la fantasia di un bambino?
Sorrise e accarezzò la testa del suo piccolo "Molto bravo, Yuki" disse "i poliziotti acciuffano sempre i ladri"
Anika, anche se intenta a cucinare, stava ascoltando.
Dentro di sé mille emozioni si facevano strada, impedendole quasi di muoversi.
Si tranquillizzò un poco quando sentì il piccolo Yuki esclamare "No, mica li prendi!" Zenigata sgranò gli occhi scandalizzato e Yuki proseguì "Tu stai andando a lavoro e per caso li vedi, ma tu non puoi ar...arra...erre...prenderli" disse, sbuffando perché faceva fatica a dire le parole "Perché fai lavori con la carta"
Zenigata volle sprofondare.
Pure suo figlio ci si metteva a ricordargli quale fosse la sua posizione.
Anika ridacchiò e annunciò che era pronta la cena.
Questo aiutò il suo uomo ad uscire dall'imbarazzo e, prontamente, disse "Bene, vorrà dire dire che io arresterò il bambino che non si lava le mani entro due minuti!"
Yuki si finse spaventato e corse urlando fino al bagno, aprendo l'acqua e segnalando che stava lavando le mani.
"Che minaccia, ispettore" Anika servì la zuppa di ramen.
"Comunque a ha funzionato" poi guardò Anika, notando un velo di tristezza e preoccupazione sul suo volto "Qualcosa non va, Anika?"
Anika sospirò "No, nulla" si sforzó di sorridere.
"Dimmi la verità" incalzò Zenigata.
"Io..." Anika fece per parlare, ma Yuki arrivò di corsa e si sedette mostrando le mani pulite.
"Fatto!" Poi guardò la zuppa e ne annusó il profumo "mamma, sei la migliore"
"Grazie, piccolo mio" Anika sorrise al bambino e fece capire a Zenigata che avrebbero parlato più tardi, anche se questo significava restare per almeno tre ore con lo sguardo serio dell'uomo che la seguiva ovunque.

*****

Anika sospirò di sollievo, osservando la piccola cucina pulita e in ordine.
C'era silenzio e Yuki dormiva già da un'ora.
Seduto su una sedia fuori dell'uscio di casa, Zenigata osservava il vuoto davanti a sé con sguardo serio.
Aveva passato la cena in silenzio, limitandosi a sorridere a Yuki che gli raccontava la sua giornata ed i giochi fatti.
Quando tentava di incrociare lo sguardo di Anika, lei volgeva il suo altrove.
Aveva paura, preoccupazione, ma di cosa?
Si era interrogato su cosa potesse affliggerla ed erano poche le conclusioni a cui era giunto.
Era capitato già tre volte in passato.
La prima quando avevano iniziato a vivere sotto lo stesso tetto.
La seconda quando cercava reprimere i suoi istinti di ladra mentre tentava di entrare in polizia, con scarso successo.
E la terza...quando aveva scoperto di attendere Yuki.
Le aveva pensate tutte, ma sperava davvero che si trattasse di qualcosa di piacevole come l'ultima volta.
Ma perché, nonostante provasse a pensarci, non riusciva a sorridere o essere tranquillo.
Non potè fare altro che attendere Anika, cosa che non richiedette molto tempo.
La donna usci poco dopo e, con un ennesimo gran sospiro, si sedette a fianco di Zenigata.
Il silenzio era glaciale e Anika non riusciva a romperlo.
Aveva troppa paura di essere giudicata.
"L'ultima volta eri preoccupata senza motivo" disse Zenigata, cercando di rompere il ghiaccio.
"Questa volta è diverso"
Zenigata sospirò "Non farmi usare i miei metodi per farti confessare" disse "Avanti parla"
Anika si morse le labbra e raccolse tutto il suo coraggio.
Alla fine confessò, estrando qualcosa dalla tasca dei pantaloni.
"Si tratta...di Lupin"
A Zenigata quasi venne un colpo, ma si limitò a guardarla con aria seria.
Perché aveva nominato Lupin?
Erano anni che non parlavano più di lui o degli altri e lo credeva un argomento ormai chiuso.
Non era stato facile per nessuno dei due.
Anika aveva covato rabbia per molto tempo e tutt'ora ne aveva.
Lui aveva fatto di tutto per mantenere la promessa fatta e prendersi cura di lei.
All'inizio era stato un rapporto che sembrava tipico di un padre con la propria figlia.
Ma alla fine, entrambi, avevano iniziato a cedere alle emozioni.
Lui aveva confessato a lei il suo passato, la sua vita ed i suoi sogni e lei aveva confessato i suoi.
Tutto era filato liscio, con gli alti e bassi che quel tipo di relazione poteva avere.
Quando poi erano andati oltre ed erano in attesa di Yuki, i problemi sono stati maggiorati.
Ma nessuno dei due aveva mollato ed ora avevano trovato il loro equilibrio.
Ma poteva quell'equilibrio, nato tra un poliziotto ed una ex ladra, durare a lungo?
Zenigata deglutì.
Non voleva perdere quello che era riuscito ad ottenere.
Venne ridestato dai suoi pensieri quando Anika gli porse qualcosa.
"Guarda" disse lei, mostrandogli una busta bianca "È arrivata questa mattina al centro congressi" spiegò "Il direttore ha dato numeri e nemmeno si è accorto che gli è caduta dalle mani"
Zenigata la prese e ne estrasse il contenuto.
Una carta da gioco...modificata e con un messaggio inequivocabile.
"Koichi, che facciamo?" Domandò Anika, trattenendo un singhiozzo "Non voglio che...che..."
Zenigata le mise una mano sulla spalla in segno di conforto.
"Ci penso io" disse, mentre con l'altra mano accartocciava la carta e la busta, gettandola nel cestino poco distante.
Poi la strinse dolcemente fra le braccia e lascio che lei affondasse il viso nel suo petto.
Lupin non avrebbe devastato il suo mondo.
Non di nuovo.

Ruberò la bilancia
Lupin III

  
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