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Autore: Elgas    18/01/2022    4 recensioni
[Lettura da PC]
« Andrai a Shurima… », annunciò in un breve spruzzo di coraggio, « … abbiamo preso
accordo coi Khan a nord del Grande Sai. Incontrerai Atem Thoth nella sua città, Kenethet.
Risolvi il loro problema Jhin… in cambio avremo dieci reliquie, reliquie appartenenti all’antico
ordine delle Sentinelle della Luce. »
Genere: Angst, Erotico, Hurt/Comfort | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi, Crack Pairing | Personaggi: Altri, Jhin
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
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CAPITOLO 4

L’ombra tagliava l’ampia sala, un velo a mutarne la luminosa architettura. Il sole aveva
superato la vetrata, l’oscuro sipario era calato su Jhin, ma ancora egli non accennava a
muoversi; in piedi, brandiva l’Assolutore, gli occhi puntati su esso, il respiro calmo, più
intenso quando l’aria lasciava i polmoni, i capelli tirati indietro, alcune ciocche a ricadere
sulla fronte.

« Dammela… prima devo capire. »

Akshan non aveva protestato, non com’era solito fare; esitazione, resti di un riflesso
incondizionato… poi tutto era sparito. Jhin non aveva fatto nulla, non ancora, ma tale
bellezza, tale dedizione bastavano a fugare ogni dubbio, a rapirlo come nessun altro.
Jhin fissava l’arma, assaggiandone peso, equilibrio, scrutandone ogni dettaglio, ogni
meccanismo, ogni sfumatura della pietra runica, quasi l’intento fosse fondersi con essa.
Akshan non l’aveva mai fatto, non così; quel giorno l’aveva presa, strappata dalla teca,
andando contro i dettami dell’Ordine, contro le parole di Shadya prima che
« Jhin… tu percepisci la magia? »
Una domanda improvvisa, fuga da un ricordo pregno di sangue e dolore. L’uomo espirò
lentamente come se mente, voce stessero emergendo da una grotta antica, persa nelle
sabbie del tempo; infine riportò lo sguardo su di lui.
« Ne hai avuto un assaggio al nostro primo incontro. Sì… posso vedere la magia, incantare
i miei proiettili, creare trappole bellissime. Un dolce retaggio. »
« Retaggio? »
« Ah! Ah…! Attento a cosa chiedi Akshan. »
Una risposta coincisa, il nome sussurrato in un misto di minaccia e sensualità.
Akshan abbassò il capo, istanti della notte precedente lo invasero violenti; carezze,
sensazioni, promesse... un saluto stentato, una richiesta rimasta imprigionata
nell’imbarazzo. Ti va di entrare? Dormirai più comodo… sarebbe bastato così poco per…
« Bene… iniziamo. Fammi vedere come spari. »
Veloce si aggrappò a quelle parole, ma la fuga durò poco. Dopo aver sparato una prima
selva di colpi, centrando tutti i bersagli, Jhin si fece avanti, invisibile, proibito come il più
recondito dei peccati, il respiro a sfioragli la nuca.
« La mira è buona, sul resto non ci siamo. Rozzo come sempre. Una linea, una linea
dritta… punta della spalla, mano opposta. Così avrai la certezza di colpire, qualunque sia
la tua posizione. Anche se i proiettili sono incantati, non scordare i fattori ambientali…
luce, vento, dislivello, eventuali ostacoli a frapporsi fra te e l’obiettivo. »
Akshan lo seguì, la realtà sfocata dietro la sua voce, il corpo tirato come una marionetta.
Jhin muoveva i fili, danzando insieme a essi con destrezza e decisione. Averlo vicino…
così vicino… il petto a sfiorare la schiena, lo spazio freddo lasciato dalla incurvava, il
calore a invadere il bacino, le gambe fuse in una posa fluida...
« Guarda avanti… gli occhi aperti… tutti e due. »
La realtà tornò; una visione abbagliante, eppure…
L’Assolutore era lì, Sussurro accanto a esso, saldo fra le dita di Jhin; due linee dritte,
perfette, eppure...
« Ricorda Akshan… l’arma è un’estensione di te, fa parte di te. Nel proiettile c’è un
frammento della tua anima. Quando spari è il cuore a sparare. Arrivare al cuore…
capire come la morte possa… debba essere magnifica. »
Ecco… una neutralità così soverchiante, irritante, perfetta; una devozione alla morte,
all’atto di uccidere, elevati sopra ogni possibile comprensione. Imperscrutabili. Quante
persone aveva ucciso Jhin? Quanti erano stati così fortunati? Uccidere… arrivare al cuore?
Al cuore di quei luridi bastardi? No… non aveva importanza. Non per lui. Togliersi,
strappare via una patetica e ingombrante debolezza. Non tremare più. Nient'altro.
Solo così avrebbe ucciso i restanti Khan e Shadya… Shadya...

« Questa infine è la sala predisposta al tiro al bersaglio. Ti piace? », la rivede, i passi leggeri,
il viso anziano, gentile.
« Sì… non è male. Perché siamo qui? Non dovevamo continuare l’addestramento con la spada? »,
la rivide accompagnata dalla propria voce, così giovane e impaziente.
« Vedi… ho riflettuto a lungo su quale potesse essere l’arma più adatta a te. Ecco… tieni. D’ora in
avanti impugnerai questo. »
« Oh… è bellissimo… l’hai forgiato tu? »
« Sì. Ma consideralo un regalo, sopratutto un regalo. »
« Un regalo… ah…! Però… ecco un boomerang non mi sembra così minaccioso. »
« Il boomerang torna sempre indietro... e anche tu Akshan… quando ti sentirai perduto, saprai
sempre dove guardare. »

No.
Non posso… non posso Shadya… se voglio riaverti… con l’Assolutore… io…

« Ora. Insieme. »
Jhin… la voce, la realtà a tornare nella sua essenza. Akshan sparò. I colpi leggeri
dell’Assolutore, l’eco tonante di Sussurro a guidarli. Uno. Due. Tre. Quattro. Perfetto.
« Bravo. Impari in fretta. »
Con Jhin ogni cosa appariva più semplice... meno dolorosa. Lasciarsi andare...
« Grazie. Davvero… grazie. »
Gratitudine e subito il desiderio la corruppe, la divorò vorace e senza sconti.
Lasciarsi andare… con lui, solo con lui... anche questo...
« Di nulla. Avresti dovuto vederli... i tuoi occhi mentre sparavi… belli, malinconici. »
Uno. Due. Tre. Quattro. Jhin tese i fili… ecco… il respiro fra i capelli in un’eco colmo di
estasi, le dita a incedere la pelle lungo l’anca, sotto i pantaloni, ad artigliare la gamba quasi
volessero pregustarne il sangue. Lo seguì, i brividi nascosti fra respiri contratti.
« Sono curioso... questa rabbia… perché ammazzi i Khan? Solo per difendere Shurima? »,
con eleganza l’uomo fece scivolare l’arma a terra.
« Mi… mi pare di essere stato chiaro a riguardo. »
« La tua missione… sì… in parte… non mi piacciono le bugie, soprattutto quelle sciocche.
Sono maschere mediocri. »
Lasciarsi andare… soli, ombre fatta di sangue... non c’è niente per noi oltre a questo...
« Anch’io non… posso rivelarti tutto », l’Assolutore cadde sopra Sussurro.
« Capisco… e dimmi… desideri altro Akshan? »
« Ah… cosa ne pensi Jhin? Anche tu vuoi scoparmi… non è così? »
Un invito sporco, brutale. Lasciarsi andare... insieme… Uno. Due. Tre. Quattro.
Le dita lo sfiorarono, calde, avide. Ne riconobbe la delicatezza, ma adesso Jhin era lì,
in mezzo alle gambe, a muoversi con carezze lente e decise, a donargli piacere con una
naturalezza disarmante.

-.-.-.-.-.-.-.-.-.-

Nessuno l’aveva mai toccato così. Un anno scandito da notti effimere, bordelli diversi,
consumando finte passioni, dimenticando ogni dolore, esitazione, fallimento. Una matassa
che rimaneva sotterrata nel freddo pavimento, pronta a riemergere all’alba, quando visi e
mani sconosciuti richiedevano monete scintillanti o un gioiello sottratto ai Signori della
Guerra.
Nessuno l’aveva mai toccato così. Jhin era diverso anche in questo. Ogni carezza incideva
la pelle con sensuale delicatezza, quasi volesse scavare la carne e al tempo stesso
preservarne l’interezza; le dita scivolavano decise, come se il sudore fosse inchiostro
con cui dipingere una sublime opera d’arte; ogni respiro divorava il collo seguendo una
muta melodia; il corpo danzava contro il suo, elevandosi sopra ogni altra notte, sopra tutti,
poiché anche quell’atto agli occhi di Jhin doveva innalzarsi, diventare perfetto.
E Akshan non sentiva più nulla. Ogni pensiero, persino la sicurezza appena ottenuta, si
dissipavano a ogni tocco, affinché nulla rimanesse se non quel piacere. Ogni affanno, la
strana curiosità che Jhin gli riservava… tutto era scivolato via, rintanandosi negli angoli
più bui della sala. Al sorgere del sole tutto sarebbe tornato… ma al momento, anche
volendo, non riusciva a provare nient’altro se non...
« Ah.. Jhin… »
Lo chiamò, si mosse facendo aderire maggiormente i loro corpi; il freddo della colonna
lo abbandonò rimanendo confinato alle scapole. Lo chiamò… due... e Jhin sciolse i capelli
liberandoli dal sottile laccio, l’ultimo frammento di tessuto su corpi ora nudi. Tre
una carezza artigliò la mascella facendo ricadere le ciocche in avanti, una cascata di fili
d’inchiostro. Perfetto. Quattro… e Jhin lo baciò. Un bacio, il primo concesso solo ora
mentre il calore diveniva più intenso, pulsando come dolci onde del mare. Perfetto.
Una fuga… l’ennesima… ecco l’ ”amore”… il lato più egoista, fugace?
Fallito… traditore…
Per un attimo la realtà fu lì, in procinto di azzannarlo.
« Ti prego… ti prego... »
Bastò. Jhin sorrise, la mano a sfiorare entrambi, là dove le loro erezioni non avevano
smesso di mischiarsi, sporcarsi in una matassa di sudore e pulsazioni. Quattro. Akshan
chiuse gli occhi, lo baciò, un bacio disperato, colmo di bisogno. Lasciarsi andare…
insieme… un’esplosione di leggerezza, l’eco a fluire nel calore del loro seme.
Lasciarsi andare… un’istante e Jhin tornò a divorargli la bocca, piano, con una tenerezza
finora sconosciuta. Lo fece a lungo, per un tempo che non seppe quantificare; un gesto
necessario a entrambi. Lo fece a lungo, persino quando Akshan si adagiò sul pavimento
non si fermò, le dita accarezzavano i fianchi, la schiena, quasi volessero proteggerlo e dare
le ultime sfumature all’opera d’arte.

-.-.-.-.-.-.-.-.-.-

« Shadya… perché mi hai salvato? »
« Lo chiedi come se pensassi di non meritarlo. »
« Non sono nessuno… essere qui insomma... »
« Akshan… non devi giudicarti così duramente... ne giudicare gli altri. »
« Io… non è facile. Non quando hai vissuto ogni giorno calpestato… »
« Lo so. Non è facile. Ma dentro di te, c’è molto di più di quanto tu creda. »

« Se vuoi rendere la zuppa più saporita aggiungi queste spezie. Ecco… gira tu. »

« Ti piace disegnare... la prossima volta che andremo in città, ti prenderò tutto l'occorrente. »

« Per quale motivo precluderci un’arma simile? Con l’Assolutore contrastare la Mietitura sarà »
« No, Akshan. Te lo proibisco. Non dovrai toccarla… mai più. »
« Perché?! Quale stupida regola ce lo impedisce?! »
« Un potere del genere non… non deve essere usato con leggerezza. Elargire morte e vita… queste
cose bisogna lasciarle al Destino. Vedi di non dimenticarlo. »

« Ah… quindi è così… tu… ah... io non dovrei neanche essere vivo... »
« Ti prego, lasciami finire. »
« Non elargire vita e morte… uhm… mi hai mentito… mi hai mentito… »
« Akshan…! Akshan torna qui! »

« Shadya… Shadya! No… no... »

L’odore del sangue. Il fetore della morte. La paura risalì vorace, mutando il sogno in incubo, persino
la
realtà apparve in una massa logorante, opprimente, scura come gli abissi dell’oceano.
Un’istante infinito… e la luce arrivò, torbida, ammaliante; la morbidezza del divano, la
penombra della sera, il tepore di Jhin a pervadere la schiena, il respiro infossato nel collo.
Jhin...

« Ti diverti a elargire giustizia… a dividere le persone in bianco e nero... no… maschere…
siamo tutti maschere. Ecco la verità. Ho visto uomini malvagi disposti a tutto pur di salvare i
figli… ho visto uomini benevoli lasciarsi andare a depravazioni e torture. Dimmi… chi dovrebbe
morire secondo la tua giustizia? Hai così fretta di ammazzarli? »

« Nel proiettile c’è un frammento della tua anima. Quando spari è il cuore a sparare. »

Sì… ora riusciva a vederlo… il significato di quelle parole. Seppur lontano era lì, ad
alimentare una fragile sicurezza. Uccidere i Khan, ucciderli…
Eppure non sento nulla… per quanti ne abbia ammazzati, ancora non…
« No… io… ti riporterò indietro… ti riporterò indietro... »
Navigando in quelle parole, si strinse di più a Jhin.



Angolo Autrice:

Attendevo con ansia questo momento lo ammetto. E giusto per citare un post su twitter: “ Shippare Jhin con qualsiasi personaggio maschile è perfettamente normale. ” E giusto quell’autore aveva fatto una Tier List con tutti i pretendenti, sia in relazione a Fanart che Fanfic… e sì, c’era anche Akshan tra i papabili, la top era composta da Zed, Thresh e Draven (io ci avrei messo pure Shen ma gustibus).
Siamo arrivati a un svolta cruciale e la storia giunge finalmente a metà.
Ci si vede a Febbraio <3
Un saluto
Elgas
   
 
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