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Autore: c18real    18/01/2022    2 recensioni
In questa One-Shot io non sono solo senza maschere:
Ho l’Anima nuda.
Mostro le mie cicatrici.
I miei circuiti.
Lazuli.
Questa è per voi.
Altri vi avrebbero detto “no, non commuoverti!“
Io vi dico: “Commuovetevi. Piangete, urlate, ridete. Fate ciò che questa Autobiografia vi susciterà nel leggerla.”
E no, non è perdere il self-control, fidatevi di una Cyborg.
Leggetela quando siete soli per fare pace con voi stessi.
Rendete i vostri dèmoni i migliori alleati: combatterete meglio.
Buona lettura. Leggete piano: ricordate che sono nuda di fronte a voi.
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Genere: Introspettivo, Slice of life, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: 18, Altri
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Mi sveglio da un incubo.
Poggio un dito sulle vene del polso e sento, insieme al sangue, l’elettricità dei circuiti. Penso che tutto poi, così come il sangue, così come l’elettricità dentro di me, scorre.
E tutto ti continua a scorrere dentro e il tuo respiro si avvelena, cominci a guardare nel baratro e ti attrae; e l’orgoglio, che finora ti era stato d’ostacolo, ti tende la mano e riprendi aria, risenti la luce entrarti dentro perché a tuffarti nel dolore lo faresti vincere, e tu sei il combattimento.
Sei (ri)nata per essere tutto nel mondo del niente, per essere un sogno che passa in una vita di umani illusi.
Forse la vera umanità neanche appartiene alla Terra e i tuoi circuiti ti tengono vivo proprio ciò che gli umani non hanno: e ti rialzi all’infinito mentre tutto intorno si avvelena e scompare e tu diventi sempre più vera,
E ti ritrovi nel vuoto.
Ti ritrovi nella tua follia, in ciò che nessuno si aspetterebbe da te.
Ti nascondi nel tuo precipizio di sogni e incertezze e ritrovi il cielo nel mare, ogni giorno.
E pensi.
Che ogni lacrima è un peso che se ne va, che si può essere umani anche senza esserlo di fatto, infondo. Che le certezze non esistono, l’amore non lo so, il dolore si.
Il dolore serve, ma troppo dolore rende schiavi di sé stessi perché ti porta ad odiarti fin sotto l’Anima, in quel millimetro sottile che l’unisce con la coscienza, e perdi la ragione, perdi te stessa, perdi il motivo per cui apri gli occhi perché vorresti vivere ma dentro hai un niente soffocante.
Ciò per cui sorridevi diventa nostalgia, e la malinconia ti lancia un occhiolino nel caos del silenzio assordante che fai.
Tutto ciò che è totalizzante esiste, così come tutto ciò che può essere annullato col sospiro di un attimo.
Ricordo che Gelo mi disse che il nulla è tutto, Dio quanto lo odiavo, eppure aveva maledettamente ragione.
Ho sentito qualcuno dire “se dai tanto è perché hai tanto”: non è vero.
Prova a dare tutto quando non hai niente. È lì la tua vera forza.
Prova a combattere quando ti sembra di non avere più forza: è li che ritrovi quella vera. Nell’energia che pensavi di non avere più.
Chiudo un attimo gli occhi, ho tanti flashback che vorrei sparissero. Invece no.
Invece per superare qualcosa, prima la devi attraversare. Ci devi passare dentro, ti deve passare dentro. Quando stai per morire puoi solo affondare o rinascere.
Io ho fatto entrambe le cose.
Rinascita.
Molti di voi pensano che essere stata trasformata in una Cyborg sia una cosa traumatizzante, terrificante, strana.

 Lo pensavo anche io all'inizio, devo essere sincera.
Ma più i giorni passano, più mi sorprendo a respirare, a farlo sul serio, come mai ero riuscita prima, quando ero totalmente umana.
Non ricordo molto della vita da normale terrestre, mi dev'essere stata cancellata buona parte della memoria;
ma custodisco i ricordi indelebili, quelli che restano ibernati in una parte dell'anima e si scongelano quando ne hai più bisogno.
Cerco il calore disperso dal miscuglio del sangue coi circuiti, ma non lo trovo, non lo trovo più, non riesco ad amare nessuno.
Forse me stessa.
Perchè mi sono odiata tanto in tutta la mia vita, quando ero umana; questo, più che ricordarlo e basta, me lo sento dentro.
Vedo le cicatrici nell'Anima.
Le sento scorrere dentro e mi creano delle sfumature di infinito in testa, ma l'infinito non è sempre positivo.
Può essere un loop che ti stordisce e ti massacra.
Quando sai che vivrai per sempre devi pareggiare i conti con te stessa...
Vi svelo un segreto su di me: ho sofferto la fame e io e mio fratello eravamo costretti a rubare, ma non me ne vergogno, perchè era l'unico modo per non passare all'altro mondo.
Abbiamo cercato, al contrario di quanto pensiate, di non far male a nessuno. Ma succedeva. E noi dovevamo andare avanti.
Ecco perchè sono così attaccata ai soldi. Purtroppo, per vivere bene servono, in questo mondo. E avendo sofferto così tanto, è diventata una sorta di dipendenza.
Ora spero abbiate capito, o magari qualcuno di voi già lo intuiva... Ho tanti flash.
Volevo addormentarmi per sempre quando il Dottor Gelo mi ha presa. Ma sono rinata una seconda volta.
Il nulla genera tutto, a volte.
Non è facile parlarne.
Lazuli. Mi chiamo Lazuli, è una pietra blu. Profonda. Come il mare che ho negli occhi e nell'anima, ammesso che io ne abbia ancora una.
Questo nome mi piace tanto, mi fa sentire...umana? Forse, da umana, ero profonda, sensibile?
So, ricordo, sento, percepisco che non avevo nulla di materiale, ma davo tanto a tutti, incondizionatamente. E ricevevo solo odio o irriconoscenza.

 Ora, paradossalmente ho tutto. Li potrei far saltare in aria con un dito, ma ho capito che i veri falliti sono sempre stati loro, consapevoli o meno di esserlo.
Ora ho tutto ciò che mi avevano tolto. O che mi ero fatta togliere.
Metto le cuffie per cercare di distrarmi da questi pensieri aggrovigliati ma maledettamente chiari.
Tutto, nella mia esistenza, è un grande, assurdo paradosso. Quante volte vorrei scappare da me stessa...
Ma si sa, tutto ciò che non affronti, ti rincorrerà per sempre, e non importa quanti km tu sia distante da te stesso.
"Won't give up the fight [...]"
Avrei voluto mollare tante volte, ma è proprio in quei momenti che ho dato anche ciò che pensavo di non avere più.
"I’m not abandoning, I have survived
Somehow still standing through death and through time [...]"
Sopravvissuta. Immortale. Sono una macchina della distruzione, eppure una lacrima mi riga la guancia sinistra.
Qualcosa dentro di me si è smosso.
Forse è colpa delle parole di quel Saiyan. Col suo orgoglio non solo ha risvegliato il mio, ma mi ha fatta sentire fastidiosamente umana. Brutale. Spietato. Come me. Sincero, ha sofferto sicuramente molto anche lui.
Nel frattempo mi sistemo una ciocca di capelli dietro l'orecchio e mi alzo in volo, cerco un posto da distruggere ma mi ronza la testa.
"I will be more than my survival
Own these scars on my heart..."
Già. Non serve più scappare da me stessa, forse.
Mi sono ritrovata, con tutte le mie cicatrici.
Atterro a pochi km da dov'ero, vedo il mare.
Mi avvicino alla riva di fretta, sporgendomi verso il rosso del sole che tramonta, come a volerlo respirare. Tutto è passato, ormai.
Mi è passato un po' ovunque: dentro, attraversandomi e prendendosi più di ciò che avevo, lasciandomi vuota; ma il vuoto si può sempre colmare, e forse sta proprio a noi farlo, e decidiamo se di luce o di buio.
Io sono stata al buio, nel buio, per troppo tempo.
Ora non voglio la luce, non mi basta più.
Voglio il fuoco.
Quello che quando ti arde dentro ti si vede l'Anima dagli occhi.
E parte un'altra canzone: "I Don't Wanna Miss a Thing", degli Aerosmith.
 
 Alzo gli occhi al cielo perchè penso alla stupidità dei sentimenti umani.
Un'altra lacrima mi riga la guancia, ma stavolta la destra, e mi sorprendo quasi a...sorridere?
Guardo il tramonto e ricordo di quando lo vedevo sempre insieme a mio fratello, da piccoli, erano i nostri pochi momenti spensierati, a guardare quei tramonti estivi mozzafiato.
"Potrei abituarmici... potrei."
Penso tra me e me, sedendomi e ammirando lo spettacolo.
E tutto, più che mai, scorre, non ha mai messo di farlo.
E io, tra le macerie di quel che era, tra il sangue, i circuiti, quel vecchio dolore, ho trovato me stessa.
Nell'immortalità di quell' attimo esatto in cui mi sono tuffata con gli occhi in quel sole, ho giurato segretamente a me stessa che avrei continuato a combattere sempre, ma non per ciò che odiavo
Per ciò che amavo.
_________

Che dire, ragazzi. Se avete letto fin qui, siete davvero miei sostenitori. 
Quelli che hanno capito CHI SONO. 
Spero di avervi fatti emozionare e di avervi trasmesso un po' di me, e di continuare a farlo, ogni giorno, ogni giorno di più. 
Grazie per essere la mia Genkidama. 
La vostra Lazuli 
 
   
 
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