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Autore: cabin13    19/01/2022    1 recensioni
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Qualcosa in lui crolla, si spezza, fa riaffiorare ricordi che credeva di aver accantonato e superato da anni, invece questi lo travolgono come un fiume in piena. E lui non può far altro che annegare.
Non è più sicuro di riuscire a controllare le sue reazioni, la vista è offuscata da tanti episodi che scorrono davanti ai suoi occhi. Episodi che ritraggono lui e sua sorella. Ma al viso di Bianca se ne sovrappone un altro, uno minuto e ancora paffuto, con i lineamenti da bimba.
Genere: Angst, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nico di Angelo, Will Solace
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Accettazione

Nico ha impiegato settimane per ottenere una risposta degna di questo nome da parte di suo padre. Dalla sera in cui la bambina è stata presentata al padiglione della mensa, le sue domande si sono fatte più insistenti. Lui vuole, deve sapere.

– Può darsi che a volte gli Inferi si comportino in maniera un po’… uh, particolare con i miei figli – si è arreso alla fine il dio. – Il Lete li riconosce come qualcosa del suo mondo e la magia non sortisce lo stesso effetto che ha sugli altri semidei.

Altro di più il ragazzo non riesce a carpirlo, ma se lo fa bastare comunque. Per il resto, al Campo si allena con la spada nell’Arena, sta con Will, partecipa inaspettatamente alle attività serali ed evita più che può la ragazzina come se fosse la personificazione delle peggio pandemie. Si tiene alla maggior distanza possibile da Bianca. Il solo vederla fa riaffiorare in lui ricordi dolorosi, legati ad un periodo che Nico vorrebbe tanto poter cancellare.

La sua tecnica funziona per un po’, riesce a scappare da lei per quasi tre settimane: gli basta ignorare quella vocina nella sua testa che continua a ripetergli di affrontare il problema in questione, tanto non può scappare in eterno. Il Re degli Spettri si ostina a mandare al Tartaro la coscienza che ha un timbro incredibilmente simile a quello di Will – e sì che il figlio di Apollo ha avuto il buon senso di non tirar più fuori l’argomento quando era scattato e l’erba intorno a lui era d’improvviso ingiallita.

La voce dimostra di avere ragione, però, quando un giorno la ragazzina lo mette praticamente con le spalle al muro. La scena, vista dall’esterno, potrebbe essere quasi comica; un quindicenne dall’aspetto un po’ lugubre, che spesso mette in soggezione solo a vederlo, è messo all’angolo da un’angelica bambina alta nemmeno un metro e trenta.

Nico è andato a recuperare la faretra che Will ha di nuovo scordato al poligono di tiro e si è trovato di fronte a due occhioni verdi da cerbiatto e dall’aria molto intelligente. – Tu sei Nico, vero? – chiede la sua acuta vocina, ha un tono curioso e gentile.

Il figlio di Ade si scopre paralizzato sul posto, incapace di rispondere. Boccheggia nella speranza di trovare parole che però escono solo come suoni incoerenti e molto sconnessi.

– Perché non ti sei mai fatto vedere? Sono tre settimane che ti sto cercando per tutto il Campo.

Poco ci manca che si strozzi sul serio: l’espressione imbronciata che ha in viso è identica a quella di sua sorella, identica. L’impulso di scappare via è potente nel suo cervello, ma non produce alcun effetto sui muscoli, ancora congelati sul posto.

Già, perché l’ha evitata? Come lo spiega ad una bimba di quattro anni che lei è la reincarnazione di morta ancora prima che nascesse?

Nico boccheggia, incapace di rispondere. È come se quegli occhi gli stessero scavando dentro, privandolo di ogni difesa, e la sensazione non gli piace affatto. Ma non ha nemmeno idea di come cavarsi da quella situazione – potrebbe scaricarla in maniera rude, come si addice al suo modo di fare scostante, ma non ce la fa. Di fronte a quel viso è del tutto impotente.

– Non è come dovresti trattare una sorella! – si imbroncia lei.

E lì Nico è sul punto di dare di matto. Non ce la fa più, la diga dietro cui si è barricato si crepa e comincia a sgretolarsi, cedendo alla pressione di tutto quello che si è tenuto dentro per quelle tre settimane.

– Tu non sei mia sorella. Tu non sei lei! Sei solo la sua reincarnazione, ma non sei Bianca. Per cui smettila di assillarmi e lasciami in pace! Sei morta! – nemmeno si rende conto di aver cominciato a urlare, spaventando la bambina che adesso lo fissa con gli occhioni pieni di lacrime.

La sorpresa e la tristezza, però, lasciano ben presto spazio a un’altra emozione. Bianca trema di rabbia, quando la sua voce acuta ribatte: – Ho passato con te settant’anni al Casino Lotus! Ti ho cresciuto io, per cui non dire che non sono tua sorella!

– Solo per abbandonarmi dopo?!

Dovrebbe averla superata. Dovrebbe aver accettato che sua sorella avesse voluto unirsi alle Cacciatrici per essere libera dalle responsabilità, almeno per una volta nella vita, e che lo avesse lasciato da solo al Campo solo per poi non tornare mai più da lui. Dovrebbe aver imparato a convivere con il fatto che Bianca avesse scelto di rinascere per riprovarci dall’inizio, un’esistenza del tutto nuova. E invece no.

Dall’esterno dev’essere una scena alquanto ridicola: un quindicenne che sta urlando contro una bimbetta alta la metà di lui, ed entrambi che discutono di eventi successi negli anni Quaranta come se avessero più di ottant’anni.

– Ma sono tornata! Sono qui da te, adesso. E tu invece stai facendo di tutto per tenermi a distanza!

– Io non... Tu non dovresti avere alcun ricordo di me...

– Non lo so perché io sappia così bene che tu sei mio fratello e che mi ricordi tutte queste cose... – Bianca trema, mentre le lacrime le rigano le guance paonazze. – Ma mi rende triste vedere che tu scappi così mentre io provo ad avvicinarmi a te. – e poi la sua voce diventa un pigolio: – Io ho paura... Mi manca la nonna, questo posto è strano e tu... tu sei l’unico che io mi ricordi a cui poter chiedere aiuto...

Nico la osserva spiazzato. Mentre litigavano si è dimenticato che si trattasse di una bambina di appena quattro anni, sola e spaventata in un mondo el tutto nuovo.

E allora una realizzazione lo coglie. Anche lui era solo quando è arrivato al Campo, perché Bianca si era già unita alle Cacciatrici; era solo un po’ più grandicello, ma voleva sua sorella maggiore al suo fianco. Un punto di riferimento, qualcuno che potesse aiutarlo a combattere lo smarrimento e la paura. Adesso ha Will, Hazel, Reyna e Jason, ma se le ricorda le nottate in solitudine a desiderare ardentemente che la sua unica famiglia potesse essergli vicino.

Rivede se stesso in quella bambina. Quella bambina che adesso cerca lui come lui cercava Bianca.

Gli ci vorrà ancora del tempo per metabolizzare che quella ragazzina conserva davvero i ricordi e gli atteggiamenti della sorella che credeva morta e svanita per sempre; forse ci impiegherà mesi, o addirittura anni. Ma può iniziare con l’accettarlo. E accettare lei.

Si inginocchia a terra per essere allo stesso livello del suo viso e le prende le spalle scosse da piccoli singhiozzi. Abbozza un sorriso che forse è un po’ sbilenco, ma attira l’attenzione di Bianca e la fa calmare un pochino.

– Mi... mi dispiace – balbetta. – Possiamo... Posso aiutarti io, qui al Campo. Come un fratello, va bene?

E, con sua sorpresa, anche le labbra della bambina si distendono in un sorriso mentre annuisce raggiante. 

 

 

 

 

Hola gente

Dopo tre anni, finalmente anche questa storia è completa! Ho ultimato questo capitolo conclusivo in pochi giorni, colta da un'ispirazione che mi aveva abbandonato per moooolto tempo (almeno riguardo questa mini-raccolta) e così eccomi qua

Ovviamente Nico non ha ancora del tutto elaborato che sua sorella conservi ancora dei ricordi di lui anche dopo essere rinata, ma farà del suo meglio per elaborare e accettare la cosa. È un processo che non può essere liquidato in un solo capitolo, perciò ne ho soltanto gettato le basi

Ringrazio chi recensirà e anche chi leggerà e basta

Alla prossima gente

Adios

   
 
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