Libri > Twilight
Segui la storia  |       
Autore: Bellamy    20/01/2022    2 recensioni
La battaglia tra i Cullen e i Volturi termina in maniera inaspettata: i Cullen perdono, Edward e Bella si uniscono alla Guardia di Aro e Renesmee perde la memoria. I pochi mesi di vita vissuta da Nessie vengono spazzati via.
Dopo quasi un secolo, Aro invita Renesmee a Volterra.
Genere: Malinconico, Suspence, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Nuovo personaggio, Renesmee Cullen, Volturi | Coppie: Bella/Edward
Note: What if? | Avvertimenti: Violenza | Contesto: Breaking Dawn
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Ben ritrovati! Spero stiate bene.
Perdonatemi l’assenza, la difficoltà a scrivere questo capitolo e gli impegni universitari non mi hanno permesso di postare prima.
Scrivo per ringraziare chi aprirà questa pagina per la prima volta, chi è arrivato a questo capitolo adesso, o chi, silenzioso, aspettava questo nuovo aggiornamento da tempo. Grazie, grazie, grazie!
Spero che questo capitolo vi piaccia, buona lettura!
Bellamy.










Andrew sbucò fuori da quella stretta porta di legno chiaro, troppo bassa per lui.
Scambiò una veloce occhiata con Edward, il quale si era voltato verso di lui, per niente sorpreso della sua comparsa, poi gettò uno sguardo verso Bella, Alice e Jasper e infine me.
Sentii le mie lacrime asciugarsi sulle guance. Il calore che inondava il mio corpo sparì improvviso dalla testa fino a piedi e, sotto questi, il terreno divenne un vortice pronto a prosciugarmi via.
La mia mente si bloccò per un attimo e si riavviò di forza.
Cosa ci faceva Andrew all’interno del Palazzo dei Priori? Perché non era scappato via? Perché era ritornato dai Volturi? Me lo aspettavo già fuori dai confini italiani.
Nel frattempo Jasper si parò davanti a me e Alice in nostra difesa, i denti scoperti. Edward lo scrutò un attimo ma non disse nulla, per nulla impressionato dalla sua reazione.
“Aro vi aspetta.” Borbottò Andrew a nessun in particolare e non curandosi degli ammonimenti che Jasper gli lanciava con i suoi occhi minacciosi.
Ero lì, in piedi, tra Alice e Jasper, piantata sul ciottolato come se avessi fatto le radici. Ero incapace di muovermi, nemmeno di battere ciglio. Le mie pupille erano totalmente fisse su quel vampiro neonato il quale sembrava non essersi mai spostato da Volterra in vita sua.
Ero sconvolta, lo shock era arrivato peggio di qualsiasi imprevisto.
Inoltre potei giurare di aver sentito il mio cuore incrinarsi. Crac.
Se c’erano tante cose della mia vita e degli ultimi eventi che non mi erano chiari, questa le superava tutte e faceva ancora più male. Ebbi la sensazione che le mie guance stessero per andare fuoco nonostante non sentissi più calore dentro il mio corpo.
Perché Andrew mi aveva tradita. Andrew mi aveva mentito.
Voleva che io tornassi a Volterra, lui non voleva abbandonare i Volturi.
Andrew doveva riportarmi a Volterra, riportarmi ad Aro. Tutte quelle parole...sapeva che io non lo avrei ascoltato, sapeva che avrei fatto diversamente, sapeva che non c’era nessun modo di convincermi.
La sua proposta di stare insieme era solo un pretesto per rafforzare la mia decisione di ritornare a Volterra.
Tutte quelle attenzioni che mi rivolgeva erano state fatte semplicemente per guadagnarsi la mia fiducia. La sua fu tutta una farsa.
"Tranquilla Alice, fidati di me." Disse all'improvviso Edward guardando negli occhi la vampira. Supposi che stava tentando di tranquillizzarla. Dunque neanche Alice si fidava di lui.
Alice annuì e guardò Jasper il quale si avvicinò a lei.
Andrew si mise di lato per farci passare senza proferire parola. I primi a entrare furono Edward e Bella, ovviamente, seguiti da Alice e Jasper i quali mi lanciarono delle occhiate veloci per spronarmi a seguirli. Entrambi erano ancora intenzionati a incontrare Aro nonostante le mie preghiere e i miei avvertimenti.
“Non fidatevi.” Dissi rivolgendomi direttamente a Alice e Jasper. “Vi prego, ascoltatemi, non fidatevi di loro tre.” Conclusi, con la voce spezzata, indicando Edward, Bella e Andrew con un cenno del mento.
Nell’espressione obliqua di Alice e Jasper potei notare che le loro certezze stavano vacillando. Non sapevano cosa fare: ascoltare Edward e Bella o me.
Alice si voltò verso Edward: “Devi dirci qualcosa che dovremmo sapere?” La sua voce era seria, severa e tagliente.
Edward non batté ciglio. “No. È una pura formalità. Poi potrete andare via.”
“Andiamo.” Fece Andrew, la foce neutra, senza sfumature nel tono. Alice e Jasper ripresero il cammino.
Ero sola.
Guardai le mie gambe: che senso aveva, ormai? Che senso aveva partire per una battaglia quando i tuoi cari e coloro di cui ti fidavi ti voltano le spalle? Che senso aveva tentare di imporsi, di far cambiare idea, quando nessuno aveva intenzione di ascoltarti e credere alle tue parole? La lotta, anche solo considerarla ormai, non valeva la pena.
Feci un breve, veloce respiro e anch’io varcai la porta con la morte nel cuore.
Aro avevo già tentato di uccidermi una volta. Chi mi assicurava che non avrebbe tentato una seconda volta? Stavo per scoprirlo, volontariamente.
Gli occhi erano puntati verso i miei zii, sulle loro schiene. Non avevo la minima intenzione di guardare Andrew in faccia oppure chiedergli cosa diavolo ci facesse lì in quel momento. Non c’era bisogno, lo sapevo, potevo arrivarci da sola quella volta.
Perché dovevo farlo? Perché mai dovevo prestare attenzione a un traditore? Perché dovevo andare dietro a qualcuno che aveva finto per tutto quel tempo? Che mi aveva presa per i fondelli?
La rabbia e la delusione non presero il sopravvento, come sarebbe stato normale, ma sfociarono insieme nell’indifferenza. Pensavo di star riprendendo il controllo della mia vita in mano, ma si rivelò essere solo una illusione. Non era di certo la prima volta dopotutto. Che senso aveva continuare ad arrabbiarsi?
Ero indifferente.
Andrew, rimanendo sempre in silenzio, chiuse la porta dietro di sé e mi raggiunse velocemente. Sbuffai.
Continuai a ignorarlo, i miei occhi seguivano Alice, Jasper e i miei genitori biologici che ci precedevano. Sentivo però gli occhi di Andrew su di me.
Ci inoltrammo in un lunghissimo canale diramato in tantissimi corridoi, alcuni altrettanto lunghi mentre altri più corti, tutti ricchi di specchi e antichi, preziosi mobili e cimeli. Alcuni passaggi erano illuminati dalla corrente elettrica, altri da candele che rendevano l’ambiente spettrale. Il silenzio regnava, non si sentivano nemmeno i nostri passi o il mio respiro.
A volte gli zii si voltavano per guardarmi e lanciare un'occhiataccia ad Andrew. Stessa cosa faceva Bella, apprensiva e confusa. Forse nemmeno lei si aspettava di vedere Andrew oppure c’era qualcos’altro. Stava tentando di fare dei collegamenti, per caso? Anche a lei sembrava strano la comparsa di Andrew a seguito della mia? Non lo sapevo e decisi che non m’importava. Vedendo che non stavo tentando di darmela a gambe e la mia espressione totalmente spenta, si voltò di nuovo verso Edward.
I suoi occhi erano puntati su di lui e notai che le sue labbra si mossero, ma da queste non uscì nessun suono.
Io, contro ogni mia intenzione, mi voltai verso Andrew e lui si voltò verso di me, come se non aspettasse altro.
Il suo sguardo era limpido: la gravità delle sue azioni non lo aveva neanche sfiorato. Ma lui era così, no? Faceva ciò che voleva – in questo caso ordinato – senza curarsi degli altri. Lui aveva sempre la coscienza pulita in qualsiasi caso.
Si chinò su di me, le sue labbra direzione orecchio sinistro: "Se sarà il caso, vai, scappa, io riuscirò a trovarti." Il suo fu meno di un sussurro, la sua voce fu impercettibile, resa così bassa da far modo che potessi sentirlo solo io.
Che cosa intendeva dire con quel consiglio? Perché mi stava dicendo una cosa del genere? Perché si ostinava a fingere che gli importavo? Non aveva buoni presentimenti per l'incontro con Aro? Non prospettava nulla di nuovo se non la minaccia di veder la mia vita terminare? Non potei non trovarlo patetico.
Mi voltai verso di lui, il suo viso a pochi centimetri dal mio. "Pensi che continuerò a fidarmi di te?" gli domandai, le labbra si aprirono a malapena.
Mi guardò dritta negli occhi e le sua espressione mi disse chiaramente che non era il momento di opporsi. La sua apparente compostezza nascondeva qualcos'altro: rabbia.
Non m’importava, non m’importava se era arrabbiato o se era soddisfatto dei suoi gesti. Lui era diventato il mio boia, insieme ai miei genitori biologici e ai miei zii.
"Se arriverà il momento, vai." Ripeté e si rimise in posizione eretta, gli occhi puntati davanti a sé questa volta.
Gli lanciai un'occhiataccia sperando di fargli capire attraverso le mie pupille che non avrei seguito il suo consiglio, che non mi sarei nuovamente fidata di un traditore come lui. Fidarsi o meno, Andrew mi avrebbe portata sempre da Aro, non mi avrebbe mai fatta scappare via da lui comunque.
“Carlisle ci aspetta, Edward.” Disse Alice e l’attenzione di tutti, ovunque essa fosse in quel momento, si spostò su di lei.
Edward non si voltò verso la vampira per risponderle, lo fece guardando il percorso che si apriva davanti a sé: “Lo so, Alice.”
Non riuscii a vedere il volto di Alice, ero curiosissima di vederlo, ma lei continuò a parlargli: “Non vedo il futuro. Sono completamente cieca.” La sua voce era ferma e decisa.
“Sì, Alice, so cosa intendi.” Disse il vampiro con voce monocorde, né infastidita né annoiata.
Bella si voltò verso la vampira, le due si guardarono per qualche secondo e poi la prima, con una espressione disperata stampata sul volto, lanciò uno sguardo su di me e dopo ritornò alla posizione iniziale.
Alice e Jasper si stavano completamente affidando a Edward e Bella nonostante avessero dei dubbi e delle preoccupazioni. Alice aveva chiarito che non poteva prevedere il futuro, a causa mia, che non poteva organizzare, insieme a Jasper, una qualche via d’uscita se le cose fossero andate male. Erano pronti a buttarsi nel vuoto.
Allora perché avevano accettato di vedere Aro?
Mi portai la mano destra sulla bocca e l'altra sulla testa, cercando di controllare l'agitazione e il desiderio di andare via e abbandonare tutti che imperversavano brutali dentro di me. Sì, abbandonare tutti, perfino Alice e Jasper, gli unici che mi facevano restare in Italia.
Stavamo per voltare l'ennesimo angolo ed eccolo lì: l'ultimo, lungo e sfortunatamente familiare corridoio dai pavimenti di marmo che portava alla Sala delle Udienze. L'immensa e imponente porta di legno intagliata, sorvegliata da due vampiri, nascondeva cosa conteneva al suo interno e padroneggiava su tutto l'ambiente circostante.
Ebbi la sensazione che le pareti ai miei lati si stessero restringendo e mi chiesi perché stavamo camminando a passo umano quando potevamo seguirne uno più consono alla nostra natura. Ma mentre io cercavo di occupare la mia mente con queste osservazioni superficiali, iniziai a rallentare il mio, di passo, e Andrew fece la stessa cosa, lanciandomi uno sguardo interrogativo.
Poggiò una mano fredda sotto il mio mento, rabbrividii e la scacciai.
Sapeva, probabilmente meglio di me, quando un'altra crisi stava per iniziare, ma si sbagliava e mi stavo sbagliando pure io. Risposi ad Andrew scuotendo la testa.
Cercai di fare dei respiri profondi e rallentare il battito frenetico del mio cuore. Non stava arrivando una nuova crisi, non potevo permetterlo in quel momento e in quel luogo. Era la mia ansia che, man mano che ci avvicinavamo alla non desiderata meta, aumentava vertiginosamente.
Dall'interno della sua giacca di pelle, Andrew fece uscire fuori una piccola scatola di metallo. La coprì con un pugno e l'avvicinò alla mia mano aperta lungo il mio fianco, la lasciò andare sul mio palmo.
Non sentì la necessità di specificare cosa conteneva: morfina.
Lo guardai, confusa, e strinsi forte il piccolo contenitore. Quando abbandonai Londra, non avevo lasciato nessuna scatola del medicinale ancora piena. Ero convinta di aver preso tutta la morfina che Andrew era riuscito a trovare. Mi ero sbagliata di nuovo.
Sentii il mio volto raggiungere le stesse temperature che poteva raggiungere un vulcano.
Non gli dissi nulla, non lo ringraziai perché tutto ciò che provavo in quel momento era odio. Odio nei suoi confronti, odio nei miei perché avevo accettato quella sua forma di aiuto.
Posai il piccolo tesoro nella tasca posteriore dei miei pantaloni.
Perché non mi hai uccisa prima? Perché ti comporti così? Volevo chiedergli.
I due mastodontici vampiri aprirono la porta anticipandoci di qualche centimetro. Eravamo arrivati.
"Fai parlare me, Bella." Sentii Edward mormorare. Bella non replicò.
"Ricordati cosa ti ho detto." Mi sussurrò invece Andrew all'orecchio.
Quando sarebbe arrivato il momento, dovevo scappare via.
Annuii velocemente, ma non sapevo effettivamente perché reagii in quel modo. Forse per non rimuginare su quale tipo di momento Andrew intendesse; forse perché, nonostante il gentile gesto di darmi altre pillole di morfina, continuavo a non fidarmi di lui; forse perché me ne volevo andare a gambe levate proprio in quell'istante.
Alice si voltò verso di me, fece un cenno col mento indicandomi di avvicinarmi a lei e Jasper. Obbedii lasciando solo Andrew.
La parte rialzata della Sala delle Udienze, dove si trovavano i tre troni di legno e oro, era parecchio affollata.
Aro, Caius, e Marcus erano seduti. Ognuno aveva una espressione diversa: Aro sembrava sollevato e meravigliato, trepidante; Caius era scuro in volto; Marcus guardava intensamente le due donne - le quali sembravano arrivate direttamente dall'epoca della Grecia antica - che si trovavano ai lati dei due fratelli. Erano le mogli di Caius e Marcus.
Intorno a loro gravitavano i pezzi forti della Guardia dei Volturi: Jane, Alec, Demetri, Felix, Renata, Santiago, Heidi e molti altri. Insieme sembravano creare una grande nube nera all'interno dell'immensa stanza.
"Aro." Salutò Edward, stranamente impaziente.
Il vampiro non prestò attenzione a Edward. Si alzò e fece alcuni passi per fermarsi tra i tre scalini che portavano ai troni.
"Alice, Jasper! Che gioia rivedervi di nuovo! Perdonatemi la sfrontatezza, ma non mi aspettavo una visita a così poca distanza dall'ultima. Non è così, fratelli?"
Marcus rispose pressoché indifferente. Caius si alzò e fece per avvicinarsi ad Aro il quale scese gli ultimi scalini per tagliare ancora più distanza tra di noi.
Mi misi accanto a Jasper, Andrew mi superò per mettersi dietro ad Aro, occupando il posto precedentemente occupato dalla moglie. Notai che Bella ed Edward rimasero fianco ad Alice. Non spalleggiarono il loro padrone.
“Va’ al diavolo, Aro.” Risposi io, interrompendo qualsiasi cosa Alice stesse per dire. Il mio nervosismo, la mia ansia e la mia impazienza mi annunciarono.
Aro non reagì come mi aspettavo: si voltò verso di me con un sorriso furbo. I suoi occhi brillavano come due rubini, la pelle sembrava carta trasparente al contatto coi raggi del sole che penetravano dagli alti tetti in vetro.
Notando la sua espressione divertita, la mia visuale divenne tutta rossa, come i suoi occhi.
Dal mio petto nacque un ruggito che graffiò i polmoni e tutte le ossa che componevano la mia gabbia toracica. Scoprii i denti, digrignanti.
Le mie gambe si mossero da sole, autonome.
“Renesmee...” Sussurrò debole Edward, ma era già troppo tardi: avevo appena scacciato, con un schiocco, la mano di Jasper pronta ad afferrarmi per la vita.
Dalla mia bocca uscì un sibilo mentre le mie dita si agganciavano al collo rigido di Aro.
Il violento urto lo fece cadere indietro, contro i gradini di marmo che portavano al suo trono, ai piedi dei suoi fratelli. Io mi avventai sopra di lui, le ginocchia premute contro il suo petto.
“Uccidimi ora!” Gli urlai con tutta la voce che avevo in corpo, stringendogli il collo, le unghie aggrappate alle sue guance di pietra, pronte a scavarci dentro. “Ora! Davanti a tutti! Adesso! Codardo! ORA! QUI! CODARDO! CON LE TUE MANI!”
“Maledetta!” Aro ringhiò, portando le sue mani sulle mie spalle, spingendomi verso l’alto mentre la mia vista periferica si riempì di ombre e pallide, forzute braccia. Venni scagliata verso la cupola, con uno schianto la schiena batté pesante contro il marmo e il vetro.
Quando precipitai sul pavimento, la scena che si rivelò davanti ai miei occhi era totalmente diversa da quella iniziale. Era cambiata nel giro di pochi secondi: il volto di Aro era in mezzo alla morsa di Bella sotto tiro di Caius, l’espressione della vampira era demoniaca; Edward e Dimitri, appoggiato da altri sei vampiri, si ringhiavano contro a vicenda; Alice e Jasper si guardavano le spalle da Alec, Jane, Felix e altri cinque vampiri.
Era questo il momento che Andrew tanto temeva?
Avevo fatto scoppiare la bomba. Nella sala riecheggiavano solo stridori e ringhi in contrasto con il silenzio che di solito contraddistingueva l’ambiente. La tensione era palpabile così come l’adrenalina le quali iniziarono a scorrere veloci nelle vene e nei muscoli.
Venni immediatamente raggiunta da due vampiri che non avevo mai visto prima. Mi tennero stretta ai lati obbligando a mettermi in ginocchio. Un terzo vampiro, il quale si posizionò di fronte, mi diede un calcio nello stomaco dal quale si propagarono un dolore sordo e dei brividi freddi.
NON LA TOCCATE!” Bella urlò, ricevendo uno schiaffo in faccia da Caius. Aro non riuscì a liberarsi, però, dalla presa di ferro della vampira.
“Bella!” Chiamò Edward, non riusciva a trovare una via d’uscita perché veniva continuamente assalito da tanti vampiri quanti ne metteva KO. Notai che dalle porte, quelle dietro ai troni, stavano iniziando ad arrivare altri membri della Guardia, pronti a dare una mano. Vi erano, inoltre, molti mezzi vampiri che parteciparono alle battaglia contro i Figli della Luna.
Non potevamo resistere ancora per molto, pensai, perché eravamo chiaramente in inferiorità numerica.
Molti vampiri iniziarono a cadere a terra come foglie secche, comunque, vittime dell’esperienza in battaglia di Jasper. Come tutti gli altri, Jasper non si fermava un attimo, in pochi millisecondi metteva fuori un immortale e replicava la stessa azione con un altro. Non dimenticava mai, però, di fare da scudo ad Alice.
Aggrappandomi alla presa dei due vampiri che mi tenevano ferma, con tutta la forza che avevo feci due passi in avanti per quanto la costrizione mi permetteva. Con un salto, diedi un calcio al vampiro, mi spinsi indietro facendo una capovolta e portando con me i due vampiri che bloccavano le mie braccia. Questi vennero schiantati uno contro l’altro verso il vampiro rimasto al centro, sgretolandosi come grandi blocchi di gesso. Ora ero libera di muovermi e pronta ad aiutare i miei zii... ed Edward e Bella.
Ma le mie vere intenzioni puntavano ad altro: Aro.
Era riuscito a liberarsi da Bella e si proteggeva, insieme ai fratelli, alle mogli, a Jane e Alec, dietro ai vampiri che si avventavano su Bella ed Edward. Codardo. Codardi.
Iniziai a girare intorno alla grande Sala non mollando mai lo sguardo sul vampiro. Gli occhi di Aro, però, incontrarono i miei e capì cosa intendevo fare. Si spostò nella mia direzione e avanzò verso di me. Io ringhiai e accelerai il passo, non curandomi dell’inferno che stava accadendo intorno a me o alle voci che mi chiamavano. Lo avrei ucciso con le mie mani.
Andrew, il quale non si era scomposto per partecipare a quella lotta iniziata dalla sottoscritta, s’intromise tra me e Aro.
FERMI!” Urlò e il fracasso si smorzò improvvisamente. Tutta la Guardia si fermò, s’irrigidì al suo ordine, immobili come statue. Gli unici ancora liberi di movimento eravamo io, Alice e Jasper, Bella ed Edward i quali si allontanarono dai corpi pronti ad attaccare dei Volturi. Il dono di Andrew non aveva avuto nessun effetto su di noi. Eravamo protetti dallo scudo di Bella.
“Lasciami!” Esclamai a denti stretti, scoperti, cercando di divincolarmi dalle braccia di Andrew che mi stringevano. Il mio sguardo non abbandonava Aro, sentivo i miei occhi pulsare e la bocca salivare. “Lasciami andare! Lasciami!”.
“Mandale via, Aro.” Disse Edward a qualche metro di distanza da noi. Nonostante tutto, continuava a sostenere un atteggiamento indifferente, distaccato.
“Non avresti chiuso occhio se fosse morta in battaglia, Edward.” Disse Aro, tranquillo.
Edward rimase impassibile, composto, per nulla scalfito dalle parole del vampiro. Rabbrividii: si riferiva a me.
“Cosa significa?!” Esclamò Bella, rivolgendosi prima ad Aro e poi a Edward, appoggiandogli una mano sulla spalla. “Cosa vuol dire?!”
“Mandale via, manda via tutti, Aro.” Disse Edward.
Aro, il corpo immobilizzato, fece un piccolo sorrisetto, ancora a pochi centimetri di distanza da me, divisi solo dal braccio di Andrew.
“Diglielo, Edward.”
“Cosa?” Fece isterica Bella. “Edward!”
“Cosa hai fatto?” Sibilai rivolgendomi ad Aro, lui girò gli occhi verso di me, come un serpente.
Non aspettò che spiegasse Edward, lo fece direttamente lui e io non ero sicura di voler ascoltare: “Tempo addietro, Edward e io facemmo un patto.”
Bella si voltò nuovamente verso Edward, la fronte corrugata, il suo volto era il riflesso di quelli di Alice e Jasper.
Edward, le sue spalle erano un po’ curvate, si voltò verso Bella, Jasper e Alice, la sua mascella era rigida così come le sue labbra, premute in una linea finissima.
“Volevo mandare via Bella da Volterra e farvi continuare a vivere una vita tranquilla... ho spezzato i miei legami con voi... Tramite il dono di Chalsea.” Disse continuando il racconto di Aro.
Detto questo, Edward si voltò verso di me: “Sei arrivata tu... e ho spezzato il mio legame con te.” Terminò.
Bella, Alice e Jasper impallidirono, il loro colorito divenne ancora più bianco e cereo di quello che solitamente era.
I miei occhi iniziarono a prudere, battei le palpebre e solo in quell’istante mi resi conto che avevo il respiro affannato.
Aveva fatto spezzare i suoi legami tra lui e Bella? Tra lui e i Cullen?
Tra lui stesso e me?
Ebbi la stessa sensazione di quando si tratteneva l’aria. Prima o poi, si necessitava di riprendere fiato, si iniziava a sentire i polmoni bruciare.
In un primo momento, le parole di Edward avevano un significato confuso per me, quasi incomprensibile nonostante, dentro di me, c’era un campanello d’allarme che squillava forte.
Dopo, ricordai cosa mi disse, a Londra, Andrew: “Un giorno ti odiavo e l’altro non mi dispiacevi. Era sempre così, un circolo vizioso, alti e bassi. Ma è stata tutta opera di Aro e di Chalsea. Lei può influenzare le relazioni tra le persone, distruggerle o crearle.”
Chalsea, quella vampira che non avevo mai visto, che non sapevo neanche se fosse insieme a noi in quel momento. Chalsea aveva il dono di eliminare e creare le relazioni tra persone. Eliminare o creare, creare o eliminare.
Tenni ancora il mio sguardo su Edward.
Edward, il vampiro che avevo imparato a odiare fin dall’inizio. Edward, il vampiro che non si era mai fatto scrupoli a manifestare il suo disprezzo nei miei confronti. Forse, tanto tempo fa, la realtà era molto diversa...
Quello stesso Edward, uno mai visto prima d’allora, aveva preferito sacrificare i sentimenti, forti o deboli che fossero, che provava per Bella, per me e per il resto della famiglia solo per poterci permettere di vivere serenamente.
Lui sarebbe rimasto a Volterra, solo, mentre Bella sarebbe dovuta ritornare dai Cullen, da noi.
Si era sacrificato per noi?
Si era sacrificato per noi.
Ricordai le parole di Bella, quando mi confidava che Edward era cambiato, che non era più lo stesso uomo di cui si era innamorata. Edward non era cambiato, i sentimenti verso di lei erano cambiati.
Dunque i legami tra loro due erano già deboli fin dall’inizio, prima ancora che io arrivassi? Da quanto tempo i loro rapporti erano andati in declino per volere di Edward?
Perché voleva che i Cullen continuassero a condurre una vita serena? I Volturi rappresentavano una minaccia per noi? Temeva questo? Oppure c’era altro?
L’atteggiamento freddo e distaccato di Edward non era stato dettato, quindi, da chissà quali sentimenti di odio, antipatia o insofferenza nei confronti di Bella o di me. L’aveva fatto per... proteggerci?
Non sapevo come reagire né cosa pensare, dopo quella veloce riflessione la mia testa era completamente vuota.
Riconobbi, comunque, di stare provando un sentimento al quale non riuscivo a dare un nome, non lo riconoscevo ma ero cosciente che non era qualcosa di positivo e pesante, molto pesante.
Rimasi immobile nella presa di Andrew. Il mio sguardo saltava da Edward e Bella e viceversa. Il volto della vampira era scioccato, frantumato, rotto, a pezzi, vuoto. Probabilmente lei si sentiva proprio in quel modo. Vedendola mi sentii annegare nel bel mezzo dell’oceano, disperata.
Ad un tratto la voce di Aro cominciò a riecheggiare per tutta la Sala: “Come se io decidessi di lasciarvi veramente! Voi siete miei! Carlisle non sarà mai più potente di me!”
Questa volta fu Alice a far esplodere la sua rabbia la quale aveva deformato il suo bellissimo volto. Mi mancò il fiato.
Venne trattenuta da Jasper. Il gesto mi diede fastidio come diede fastidio ad Alice perché anche io avevo il desiderio impellente di uccidere Aro e i Volturi tutti.
LA MIA VISIONE, ARO! RICORDA COSA TI HO FATTO VEDERE!” Urlò Alice strattonandosi da Jasper.
Cosa? Cosa aveva previsto Alice?
Nonostante Aro fosse ancora sottomesso al dono di Andrew, la sua espressione tradì il suo cambio d’umore, le sue pupille si dilatarono e le sue labbra si aprirono.
“Ah!” Fece Caius, dietro le nostre spalle. “Conosciamo già la conclusione!” Disse divertito.
Quale conclusione? Di cosa stavano parlando?
“Sono anni che tiri troppo la corda, Caius.”
“E allora?” Sfidò Caius.
“Hai avuto un’altra visione?” Chiese Aro, la sua curiosità era quella tipica dei bambini. Non sembrava avere intenzione di restare sulla stessa lunghezza d’onda del fratello.
Il suo volto era illuminato dall’impazienza, dalla voglia di sapere cosa Alice avesse mai visto, dalla voglia di possedere Alice e il suo dono. Al pensiero un’altra dose di rabbia venne iniettata nelle mie vene. Mi sporsi in avanti per fermarlo, ma Andrew strinse la presa intorno a me.
Alice allungò la mano verso Aro.
“Alice, no!” Le proibì Jasper.
“Deve sapere a cosa va incontro.” Disse decisa Alice guardando Aro.
“Andrew.” Sibilò Aro e un secondo dopo fu libero di avvicinarsi ad Alice. Io tentai di nuovo di divincolarmi dalla presa di Andrew e lui mi lasciò andare questa volta.
Aro prese tra le sue la mano di Alice con delicatezza, come se avesse a che fare con qualcosa di prezioso.
Il contatto durò pochi secondi. Aro lasciò cadere la mano di Alice non dimostrando la stessa gentilezza di prima.
“È confuso.” Disse lui, turbato. Cosa aveva visto?
“Cosa ti ha fatto vedere?” Domandò Caius.
“Però ogni giorno si fa più certo.” Disse Alice, in risposta ad Aro.
“Rifletti, Aro.” Fece Edward a qualche centimetro dietro ad Alice. “Sarai solo.”
“Cosa hai visto questa volta, Aro?” Ripeté Caius, in seguito si rivolse ad Andrew e gli ordinò: “Liberaci”. Il vampiro obbedì.
Aro si voltò verso Caius, senza dire nulla, meditabondo. Dopo si voltò verso Marcus e, infine, verso Andrew alle mie spalle. Aro continuò a non dire nulla.
Lo vidi stringere le mani in pugno, il suo sguardo ora rivolto verso il basso. Poi lo alzò rivolgendosi ad Alice.
CARLISLE NON DIVENTERÀ PIÙ POTENTE DI ME! NON AVRÀ QUELLO CHE DEVO AVERE IO!”
LASCIA ANDARE EDWARD, BELLA E RENESMEE! E NON VIVRAI CIÒ CHE HAI VISTO!” Urlò Alice, i denti scoperti, china e pronta all’attacco. La tensione era salita di nuovo alle stelle. Feci un passo avanti, rimanendo sempre dietro ad Aro, pronta a scattare.
“NO!” Ruggì Aro, afferrando il collo di Alice con entrambe le mani. Immediatamente, Jasper si fiondò verso Aro per liberare la compagna, ma Alice fermò lui, me, Edward e Bella, tutti pronti all’attacco, con un gesto della mano. Anche la Guardia, anch’essa pronta a rispondere al nostro contro attacco, si bloccò al suo gesto.
Alice guardò negli occhi Aro, tranquilla in volto nonostante avesse ancora le mani del vampiro su di lei.
“Se mi uccidi o mi obblighi a rimanere con te, succederà lo stesso, Aro.” Disse lei, a denti stretti.
“Leva. Le. Tue. Mani. Da. Lei.” Ammonì Jasper, scandendo le parole. Il suo volto bruciava dalla rabbia. Felix e Demetri si avvicinarono verso di lui e ringhiò. Alice si staccò da Aro con uno strattone, con forza.
“Carlisle non rappresenterà una minaccia per te.” Disse Edward. “Non lo è mai stato. Lasciali andare.”
“No.” Fece Bella, debole. “Edward...”
“Lasciali andare, Aro.” Disse Andrew, ripetendo le parole di Edward. Tutti ci voltammo verso di lui, sorpresi da quella presa di posizione. I suoi occhi erano puntati su Aro. La sua espressione era serissima.
“Dai gli ordini?” Domandò Aro, ironico. “Vuoi unirti a loro, caro Andrew? Non mi stupirebbe.”
Andrew non si scompose e preferì non soffermarsi su cosa Aro intendeva veramente con quelle parole. “No. Io ti servo, lo sai.” Rispose.
Aro non disse nulla, ma la sua espressione parlava per lui: i suoi occhi erano sgranati, la bocca socchiusa. Era incastrato tra la visione di Alice, l’ordine inaspettato di Andrew e la verità che lui, senza vampiri con poteri speciali, non era nulla.
“Possiamo ucciderti seduta stante, Andrew. Ricordatelo.” Minacciò Caius, avvicinandosi di qualche passo verso me e lui. Aro lo fermò.
“La perdita sarebbe troppo grande, Caius. Non avete mai trovato qualcuno come me.” Rispose Andrew, senza modestia ma aveva ragione. Dopo si rivolse, di nuovo, verso Aro: “Mandali via, Aro e, in cambio, avrai i miei servigi. Per sempre. ”
Mi voltai verso di lui. “Cosa?” Sussurrai.
Che intenzioni aveva? Perché aveva fatto questa proposta?
“No, Andrew.” Gli dissi. “No.” Ripetei. Se fosse stato possibile, avrebbe dovuto dimenticare cosa aveva appena detto.
Non riuscivo a credere alle mie orecchie. Cosa pensava? Non avrei mai permesso ad Andrew di fare una cosa del genere. Poco importava se mi aveva tradita. Non avrei mai fatto questo ad Andrew. Mai.
Quello che la sua mente aveva escogitato era incredibile, inconcepibile. Non gli avrei mai permesso di sottoporsi ad un impegno così grande, non per causa mia. Non potevo sapere che, nella mia vita, un’altra persona stava sacrificando la propria per me. Era un gesto cattivo, egoista. Andrew non doveva condannarsi a tale pena.
Io e Andrew avevamo deciso di separare le nostre vite. Io non dovevo determinare il suo futuro. Avevo molte volte proposto di seguirmi e unirsi ai Cullen, avevo accettato la sua decisione di non farlo. Mai avrei pensato di fargli sacrificare la sua vita per la mia.
Come potevano Alice e Jasper, Bella ed Edward permetterlo? Perché non stavano protestando?
“Quale gesto magnanimo.” Disse Aro, incantato, totalmente dimentico del precedente atteggiamento sfrontato di Andrew. “Prima la salvi, disobbedisci ai miei ordini e ora... questo.”
Mi voltai verso i miei zii ed Edward e Bella. Solo in quel momento mi resi conto che stavo tremando. Notai Edward scrutare sia Aro che Andrew.
“Non posso permetterlo.” Dissi, a nessuno in particolare ma indirizzato a tutti.
Aro batté le mani. Il drastico cambio d’umore era stato immediato: “Bene! Bella! Edward! Ringraziate il vostro benefattore! Ringraziate Andrew se vostra figlia è ancora qui! Sana e salva! Ringraziate Andrew se siete liberi!”
Aro aveva accettato la proposta. Ovviamente. Dopo aver accettato il patto con Edward, era certo che accettasse quello con Andrew. Maledetto.
“No!” Urlai. Mi voltai verso Andrew, furiosa: “Cosa ti è saltato in mente?!” Esclamai.
“Non ti preoccupare.” Disse, sereno. “Fidati di me.”
Non dovevo preoccuparmi? Si era bevuto il cervello?
Fidati di me. Fidati di me.” Ripeté Aro. Il tono della sua voce era un misto di sorpresa e scherno, derisione.
Andrew strinse le labbra e, tutto ad un tratto, Aro, Caius, Marcus e tutta la guardia, compresi Jane e Alec, si immobilizzarono. I loro occhi erano inquietanti: vuoti, vitrei, rosso scuro.
“Cosa è successo?” Domandai.
“Non possono né sentirci né vederci. Sto obbligando Alec a utilizzare il suo dono.” Mi rispose Andrew. Poi, si rivolse a Edward e Bella: “Andate. Aro non sarà più un problema per voi.”
“No! Non così!” Protestai io. Era pazzo.
“Ren, io voglio stare qui. Fa’ come ti dico, almeno una volta.” Disse esasperato.
“Non perché ti obbligo io!” Mi voltai verso i quattro vampiri alle mie spalle. “Non potete permetterglielo!”
“Non sto rimanendo per te, Ren.” Bofonchiò tranquillo Andrew. “Non sei il centro dei miei pensieri.”
Lo guardai, stupita: “Cosa c’entra questo, adesso?” Perché non riusciva mai a cogliere il punto? Perché tutto sembrava così surreale?
“Nessie,” mi chiamò Alice, “io l’ho previsto.”
“Cosa? Quando?”
“Cinque minuti fa. Andrew... a capo dei Volturi. A posto di Aro.”
“Come è possibile?” Domandai.
Andrew? Capo dei Volturi? Al posto di Aro? L’immagine che si era appena creata nelle mia testa era orribile, terrificante: Andrew, con un completo nero, la giovinezza lo aveva abbandonato da molto tempo, i suoi occhi erano diventati aridi, la pelle del suo volto increspato, fine e trasparente al sole…
Ero senza parole, inorridita.
“Fico.” Disse divertito Andrew.
Bella si avvicinò al vampiro, per nulla interessata alla conversazione o alla sconcertante visione di Alice. Con un atteggiamento umile disse: “Grazie Andrew, grazie per aver salvato la mia Renesmee. In qualsiasi modo tu l’abbia fatto. Non riuscirò mai a ringraziarti abbastanza.”
“Potevate dirglielo.” Lui le rispose, con tono arrogante. Bella divenne ancora più pallida, più addolorata. Abbassò lo sguardo. Guardandola m’immobilizzai, incapace di reagire allo scambio di battute appena creato.
“Hai ragione, Andrew.” Fece Edward, grave. Sospirai. No…
“Andrew.” Lo chiamai voltandomi verso di lui. “Vieni con noi. Per favore.”
Ci doveva essere una soluzione, c’era una soluzione e non era quella di Andrew.
Lui sembrava irremovibile nella sua decisione. Per me era inconcepibile voler rimanere a Volterra. Inconcepibile era rimanere a Volterra per colpa mia e dei miei genitori biologici. Ancora più inconcepibile era sostituire Aro nel suo ruolo di guardiano dei vampiri tutti.
Andrew sorrise. Ancora una volta sembrava non percepire la gravità e l’importanza delle sue azioni. “No! Guarda!” Mi disse divertito.
I Volturi ritornarono nuovamente in sé: liberi di muoversi, sentire e vedere.
Aro, furioso, inveì contro Andrew il quale mi spinse verso Bella per non cadere nel mirino del vampiro.
“Hai sbagliato, Andrew.” Minacciò Aro.
“Non credo.”
Felix e Demetri erano pronti a difendere il loro padrone, ma vennero prontamente bloccati come venne bloccato Aro, il suo collo era fermo tra le mani di Andrew.
Andrew mosse i polsi con un colpo secco producendo uno schianto.
La testa di Aro cadde pesantemente a terra insieme al resto del corpo. Il mio respiro si smorzò in gola.
Era morto. Andrew l’aveva ucciso.
Due secondi dopo si sentì un altro schianto. Questa volta fu il corpo di Caius a cadere contro il pavimento di marmo. La sua testa era nelle mani di Marcus.
“Tutti, in questa stanza, sono liberi di andare o rimanere.” Disse Andrew con tono chiaro e forte dopo aver lanciato una occhiata a Marcus, sempre impassibile.
Si voltò verso di me. “Voglio rimanere qua, Ren. Vai. Sei libera.”
Non riuscivo a staccare lo sguardo dai cadaveri di Caius e Aro: fermi, immobili, senza vita, senza possibilità di difendersi né attaccare o minacciare le vite altrui.
Pensavo di star vivendo la scena fuori dal mio corpo, da una prospettiva diversa, da una dimensione diversa, estraniante: tutta la Guardia, intorno a noi, era ferma, cieca, totalmente ignorante di ciò che era successo mentre due dei tre vampiri più potenti erano morti, ai nostri piedi.
Tutti erano immobili tranne Marcus che, in silenzio, contemplava solennemente quei due corpi a terra, davanti a sé.
Quando Andrew li avrebbe liberati da quella stasi, come avrebbero reagito? Pensandoci, venni travolta da una ondata di paura.
La mia mano destra venne stretta da quella di Bella, alle mie spalle, prendendomi alla sprovvista.
“Ti prego, Renesmee, andiamo.Per favore.” M’implorò con gli occhi sgranati e le mascelle contratte, il viso pallido incorniciato da lunghe ciocche di capelli castani. Tremava e il suo corpo pareva minacciare il crollo.
La guardai e poi mi voltai verso Andrew.
“Addio, Andrew.” Dissi, senza pensarci. Nonostante mi rifiutassi di lasciarlo, fu istintivo dirgli addio dopo aver osservato le condizioni in cui Bella riversava in quel momento.Fu scioccante vederla in quello stato e questo mi fece decidere. Non potevo causarle ulteriore sofferenza, non se lo meritava.
Da quanto tempo aspettava quel momento? Per quanto tempo aveva sofferto in silenzio? Per quanto tempo aveva desiderato di scappare via? E chi ero io per negarglielo? Non volevo certo vietarle la libertà, era il modo in cui questa libertà veniva concessa che non accettavo.
Delle lacrime calde iniziarono a cadere sulle mie guance e fin giù sul collo. Potevo stare solo da una parte, i fatti già si erano formati davanti a me.
“Ciao, Ren.” Sorrise lui.
Bella tirò la mia mano verso la sua direzione, costringendomi a seguirla. Prese per mano Edward e cominciammo a dirigerci fuori la Sala dell’Udienze, ora inondata dal silenzio.
Mi voltai ancora indietro: Andrew mi sorrise e mi fece l’occhiolino.
Jasper aprì le grandi porte con violenza e fu l’ultima volta che vidi Andrew.
Uscimmo dal Palazzo dei Priori velocemente, in pochi secondi, correndo questa volta. Al nostro passaggio vedemmo alcuni vampiri fermi, ancora vittime del potere di Andrew.
Ritornammo nel piazzale. Il sole estivo, nonostante fosse pomeriggio, era ancora caldo e cocente.
Ci fermammo perché Alice si fermò improvvisamente. Si girò verso Edward e gli diede un forte schiaffo in faccia.
“Non farmi più una cosa del genere!” Rimproverò, fumante di rabbia. “Come hai potuto?! Non hai pensato a Bella?! Sai quanto ha sofferto?! No! Non hai idea di cosa ha passato! Non hai pensato a Nessie?! Nessie, Edward! Tua figlia! Non hai pensato a noi?!”
Edward, in silenzio, si ricompose dalla reazione violenta di Alice. “L’ho fatto perché ho pensato a voi. Mi dispiace.” Rispose tranquillo, gli occhi socchiusi.
“Sei un fottuto idiota, Edward!” Gli gridò in faccia. “E non devi scusarti con noi, ma con loro!” Gli rimproverò puntando un dito verso me e Bella, lei strinse più forte la mia mano.
“Andiamo a casa, per favore.” Singhiozzai. Avevo voglia di tapparmi le orecchie, come facevano i bambini. Ero stanca, stanca di tutto. Non ero pronta a sostenere litigi o conversazioni che richiedevano tutte le mie energie, cosciente che, prima o poi, avrei dovuto sostenerle. Ero stremata e pronta a piangere.
Non volevo rimanere in quel posto un secondo di più perché sapevo che avrei potuto cambiare idea in fretta e ritornare da Andrew.
Alice afferrò il cellulare dalla tasca interiore della giacca che indossava.
“Carlisle…lo so, l’ho visto. Senti, Edward e Bella tornano con noi.”
“Edward e Bella?” Domandò Carlisle, la voce commossa.
“Sì.” Rispose Alice truce, senza ricambiare la stessa emozione di Carlisle. Lanciò uno sguardo di rimprovero a Edward. “Prenderemo un aereo il prima possibile. Cambiate i vostri biglietti: Bella vuole tornare a Forks e pure io. Ci vediamo lì.” Chiuse la chiamata.
Corrugai la fronte. Pensavo ritornassimo a Willinston, nel Nord Dakota. Mi chiesi, inoltre, perché Alice evitò di fornire a Carlisle un piccolo dettaglio: la morte di Aro e Caius.
Dopo aver posato il cellulare, Alice guardò me, Bella ed Edward, l’espressione disgustata.
“Dovete cambiarvi.”
Arrivammo a Forks la sera del giorno dopo. Pioveva e faceva freddo.
In aeroporto, a Seattle, trovammo Esme e Carlisle.
“Non riuscivo ad aspettare.” Si giustificò Esme. Non l’avevo mai vista così commossa e felice in vita mia. Stritolò Edward e Bella in lungo abbraccio attraendo la curiosità di tutti i presenti. Dopo stritolò me, tempestandomi di baci.
“Voglio tornare a casa.” Bella sussurrò, tra le braccia di Carlisle.
Quando la fitta foresta che proteggeva la nostra casa iniziava a presentarsi ai nostri occhi, Bella cambiò radicalmente.
Non parlava ma era visibile quanto fosse più serena. Sorrideva.
Continuava a stringere per mano sia me che Edward.
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Twilight / Vai alla pagina dell'autore: Bellamy