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Autore: ParoleNelCuore02    20/01/2022    0 recensioni
Estate, sole e un pomeriggio di studio. Tè caldo, biscotti allo zenzero e aria condizionata. Film o libro? Realtà o delirio?
Louis, lo sappiamo, fa quel che può per stare al mondo e complicare la vita ad Harry, se poi gli si chiede pure di dar prova delle sue conoscenze di cultura generale è presto che finita.
________________
[Dal testo]
«Che succede?» chiese Louis[...].
«Le gemelle non riescono a memorizzare 'Orgoglio e Pregiudizio'.» spiegò il riccio.
«Che?!» chiese confuso il castano.
«'Orgoglio e Pregiudizio'.» ripeté Harry, paziente.
Louis scrollò le spalle.
«Mai sentito.» fece.
Tre paia di occhi lo fissarono sconvolti.
«Ma è Jane Austen!» esclamarono in coro le gemelle.
«E' tipo...uno dei pilastri della letteratura inglese!» gli fece notare Haz.
Louis si passò una mano tra i capelli.
«Mi dispiace...non mi dice nulla.» negò.
Harry rimase interdetto a fissare il maggiore a bocca spalancata per qualche istante...
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Rosing Park
~ ~ ~ ~

Passarono diversi mesi prima che la situazione mutasse. Arrivò il tempo del raccolto e le prime piogge della stagione.
Una mattina, finalmente, giunse una lettera che attendeva da tanto.
Louis la lesse con un sorriso nostalgico e si affrettò a rispondere:
 
Caro Simon,
grazie per la tua lettera. Sono molto felice che la casa, il mobilio e le strade siano di tuo gusto e che Lady Catherine sia amichevole e affabile.
Dopo la tua partenza, Zayn è andato a Londra e gli ufficiali a nord con l’affascinante signor Horan-Wickham.
Ti confesso che la mia vita è stata piuttosto noiosa.
Quanto al favore che mi chiedi, non è affatto un favore: sarò lieto di farti visita quando più ti converrà.
Louis
 
****
 
Quando il giovane Tomlinson-Bennet giunse a Rosings Park, il signor Winston-Collins stava potando la siepe.
Simon corse ad accoglierlo all’inizio del vialetto e lo abbracciò con trasporto.
«Benvenuto nella nostra umile dimora.» lo accolse il signor Winston-Collins «Mio marito m’incoraggia a trascorrere più tempo possibile in giardino per mantenermi in salute.» stava dicendo quando i due amici entrarono.
«Mio caro,» lo interruppe gentilmente il giovane Cowell-Collins «credo che il nostro ospite sia stanco dopo il viaggio.».
Prese Louis per una mano ed insieme si addentrarono nella casa, mentre, alle loro spalle, il marito continuava ad elencare le migliorie che intendeva apportare al giardino antistante.
Simon ridacchiò appena ai discorsi del consorte, poi, quando il loro ospite si fu sistemato, lo condusse in un salottino isolato. Louis sorrise nel riconoscere il gusto delicato dell’amico negli arredi della stanza e si accomodò volentieri su uno dei divani in legno di ciliegio tappezzato di verde.
«Non saremo disturbati qui.» assicurò il padrone di casa versando una tazza di tè «Questa stanza è a mio particolare uso.». Sorrise.
«Oh, Lou.» aggiunse raggiante «Non sai che piacere occuparmi di una casa mia.».
Louis ricambiò la gioia dell’amico e accettò volentieri la tazza che gli stava porgendo.
Presero a discorrere amabilmente sugli ultimi avvenimenti di Meryton, finché il signor Winston-Collins richiamò l’attenzione del marito.
«Che succede?» chiese Louis, allarmato, al vedere l’amico affrettarsi a raggiungere la finestra.
«Il maiale è scappato di nuovo?» urlò Simon preoccupato, affacciandosi «Oh, è Lady Catherine!» esclamò una volta sinceratosi della situazione «Vieni a vedere, Lou.» lo chiamò con un sorriso.
L’amico lo raggiunse.
«Grandi notizie!» riferì il signor Winston-Collins attraverso la finestra aperta sul giardino «Questa sera siamo stati invitati da Lady Catherine de Bourgh a visitare Rosings.».
«Che meraviglia!» commentò Simon, estasiato.
«Non sentitevi a disagio, caro cugino, per via del vostro abbigliamento.» lo tranquillizzò il cugino.
«Indossa semplicemente l’abito più bello che hai portato.» aggiunse il giovane Cowell-Collins voltandosi e sorridendo all’amico.
«Lady Catherine accetta sempre di buon cuore le persone umili.» concluse l’uomo.
Simon tentennò appena al commento del consorte. Louis si sforzò di sorridere.
 
****
 
Rosings Park era immensa, più di Netherfield Hall, si trovò a pensare Louis.
Oltre gli ettari di verde, sorgeva la tenuta con finestre ad arco, torrette e guglie.
«Una delle più belle viste di tutta l’Europa, non è vero?» commentò il signor Winston-Collins mentre si affrettavano a percorrere il parco alla luce del sole ormai al tramonto «Solo le vetrate costeranno almeno 20.000 sterline!».
Louis indossava dei pantaloni scuri, i migliori che aveva portato, e una giacca di seta verde muschio. Consegnò all’uscere il mantello e si sistemò la camicia che s’intravedeva all’altezza del collo.
Seguì i due coniugi attraverso quelle sale finemente decorate con affreschi lungo le pareti ed arredi di ottima fattura.
Il valletto che li accompagnava aprì una porta e il signor Winston-Collins li precedette, presentandosi per primo al cospetto della ricca possidente.
«Vossignoria.» pronunciò con riverenza e un inchino composto «Signorina de Bourgh.» aggiunse rivolto alla figlia della nobildonna, sedutale accanto.
L’uomo, con un gesto accorto, richiamò i due giovani ancora fermi sulla porta.
Simon e Louis incedettero lentamente fino al cospetto della lady e s’inchinarono.
«Così voi siete Louis Tomlinson-Bennet.» commentò Lady Catherine.
«Sì, sono io, madama.» si limitò a confermare il giovane.
La donna lo squadrò per qualche istante.
«Lei è mia figlia.» disse alla fine, posando una mano sulla spalla della fanciulla seduta accanto a lei, visibilmente a disagio.
Il pastore stava per fare un commento sul valore di alcuni oggetti di arredo della sala, quando un nuovo ospite li raggiunse.
«Signor Styles-Darcy,» soffiò Louis quando ebbe incrociato lo sguardo con quello smeraldino dell’uomo «cosa ci fate voi qui?».
Il gentiluomo si limitò a fare un ulteriore passo verso il giovane e ad inchinarsi cordiale. Louis ricambiò e tornò ad incrociare gli occhi con quelli magnetici dell’altro, almeno finché suo cugino non s’intromise.
«Signor Styles-Darcy, non sapevo che saremmo stati onorati.» commentò il signor Winston-Collins, avvicinandosi per porgere i saluti.
L’uomo lo guardò appena, per poi tornare su quelle iridi celesti.
«Signorino Louis, sono ospite.» rispose al giovane.
Lady Catherine si alzò.
«Conoscete mio nipote?» indagò.
Il giovane Tomlinson-Bennet tentennò appena, ma poi rispose: «Sì, madama, ho avuto il piacere d’incontrarlo nell’Herdfordshire.».
Lo sguardo smeraldino non lo abbandonò un istante.
«Colonnello Fitzwilliam. Molto lieto.» si presentò l’altro ospite che accompagnava il signor Styles-Darcy.
I tre invitati s’inchinarono e ciò mise fine ai convenevoli.
 
****
 
Ormai a sole tramontato, la sala da pranzo era illuminata da candelabri accuratamente posizionati suoi tavolini di servizio a ridosso delle pareti. Una coppia era stata posta anche al centro del tavolo per agevolare la consumazione del pasto. I commensali si disposero ai propri posti, coi valletti alle spalle pronti ad accompagnare le loro sedie.
Lady Catherine, a capotavola, fece per sedersi, imitata dagli ospiti, quando notò un particolare che la fece fermare.
«Signor Winston-Collins, non potete sedere accanto a vostro marito.» lo rimproverò «Spostatevi.».
L’uomo si guardò intorno confuso.
«Dall’altra parte.» lo istruì la donna.
Louis colse l’antifona e si affrettò a lasciare il suo posto al cugino, per spostarsi dal lato opposto del tavolo, tra il giovane Cowell-Collins e...il signor Styles-Darcy.
Lady Catherine approvò la disposizione e si sedette, imitata dagli altri commensali.
«Harvey,» chiamò la nobildonna «le portate di pesce.» disse al primo cameriere.
Il giovane Tomlinson-Bennet trattenne il fiato al pensiero del suo vicino di posto e si sforzò di concentrarsi sulla zuppa che aveva nel piatto.
«Voglio sperare che la vostra famiglia goda di ottima salute, signorino Louis.» intervenne però, il signor Styles-Darcy, incrociando gli occhi coi suoi.
«Così è, grazie.» rispose cortese.
Fece per prendere la posata e iniziare a mangiare, ma poi ci ripensò.
«Mio fratello maggiore si trova attualmente a Londra, non vi è capitato di incontrarlo?» chiese, con una velata nota di risentimento nella voce.
«Non sono stato così fortunato.» rispose l’uomo prima di essere bruscamente interrotto da Lady Catherine.
«Suonate il pianoforte, signorino Tomlinson-Bennet?» gli chiese la donna.
«Poco, madama, e modestamente.» rispose sbrigativamente il giovane cominciando a mangiare.
La donna parve delusa.
«E disegnate?» aggiunse.
«No no, affatto.» rispose prendendo un cucchiaio di zuppa.
«Vostro fratello e le vostre sorelle disegnano?» insistette.
«No, nessuno di loro.» si affrettò a dire Louis, sperando che l’interrogatorio finisse presto.
«Strano.» commentò Lady Catherine «Suppongo che vi sia mancata l’opportunità. Vostra madre avrebbe dovuto portarvi in città ogni primavera a farvi istruire.».
«Mia madre l’avrebbe fatto, ma mio padre odia la città.» replicò con un sorriso il giovane.
La donna non si aspettava una replica così decisa ed ebbe un momento di tentennamento, poi riprese: «E l’istitutrice vi ha lasciati?».
«Non ne abbiamo mai avuta una.».
«Nessuna istitutrice?» chiese confusa la nobildonna «Cinque figli cresciuti senza istitutrice: mai sentita una cosa del genere.».
Alcuni dei commensali mostrarono espressioni contrariate, ma nessuno commentò.
«Vostra madre si sarà ridotta una schiava per istruirvi.» dedusse la donna.
«Nient’affatto, Lady Catherine.».
La nobildonna fissò il giovane con sconcerto.
Louis tentò di prendere un altro cucchiaio di zuppa, ma l’interrogatorio riprese.
«E le vostre sorelle sono già in società?» gli chiese ancora.
«Sì, signora, tutte.» confermò il giovane.
«Tutte!» esclamò contrariata «In società tutte in una volta? Questo sì che è strano.» aggiunse sottovoce.
Il signor Styles-Darcy, guardò la zia per un istante, ma poi tornò alla sua zuppa.
«Voi siete solo il secondogenito,» continuò imperterrita la nobildonna «Le minori in società prima che i fratelli siano sposati. Le vostre sorelle minori devo essere davvero giovani.».
«La più piccola non ha ancora 16 anni.» confermò il signorino.
Lady Catherine lo guardò come se avesse appena ammesso di amare farsi il bagno al fiume senza vestiti.
«Ma è molto crudele per delle sorelle non potersi divertire in società, solo perché il fratello maggiore non è sposato.» aggiunse Louis «Ciò non incoraggia l’affetto fraterno.».
Lo sconcerto sul volto della nobildonna si fece ancora più evidente.
«Esprimete la vostra opinione in modo molto deciso, per essere così giovane.» lo rimproverò «E qual è la vostra età?».
Il giovane, al sentire la domanda, sorrise condiscendente.
«Con tre sorelle minori già grandicelle, vossignoria non si aspetterà che lo dica.».
Lady Catherine trasalì. Louis fu costretto a nascondere l’espressione compiaciuta dietro un cucchiaio di minestra.
La cena continuò pressocché in silenzio. Ci fu solo qualche commento sporadico del colonnello Fitzwilliam e qualche frase a sproposito del signor Winston-Collins.
Terminato il pasto, si spostarono in un altro salotto per il dopocena.
Fu in quel momento che Lady Catherine parve volersi vendicare sul giovane Tomlinson-Bennet, per l’impudenza di poco prima.
I tre signori era in piedi, mentre la padrona di casa, la figlia e il giovane Cowell-Collins, sedevano sui divani bevendo tè.
Louis stava ammirando gli uccelli esotici che Lady Catherine teneva in costose gabbie accanto alla finestra, quando arrivò la fatidica richiesta.
«Signorino Tomlinson-Bennet, andate a suonare il piano.» gli ordinò.
Il giovane si voltò nel panico.
«No, ve ne prego.».
«Poiché la musica mi delizia.» lo ignorò la donna «Del resto vi sono poche persone in Inghilterra che traggano dalla musica un godimento più autentico del mio» si adulò «e abbiano più spiccato gusto musicale.» poi sembrò perdersi nei ricordi «Se mai avessi imparato, sarei stata una grande esperta. E così anche Anne,» aggiunse guardando la figlia «se la salute glielo avesse consentito.».
La giovane chinò il capo, rattristata.
«Lady Catherine,» intervenne Louis, cercando di giustificarsi «non sono afflitto da falsa modestia dicendovi che suono in modo mediocre io...» - «Non esitate, vi prego, Louis.» lo interruppe il signor Winston-Collins «Lady Catherine aspetta.» sottolineò.
Il giovane fece per protestare ancora, ma l’occhiata insistente della donna lo fece desistere, così prese un bel respiro e si avviò verso il pianoforte.
Si sedette allo sgabello e cercò di ricordarsi le lezioni che sua madre gli aveva impartito anni prima. Sospirò ed iniziò a suonare.
«Come se la cava Gemma, Harold caro?» indagò la signora.
Louis ebbe un tentennamento a sentire quel nome, ma poi continuò la melodia.
L’uomo interpellato distolse in fretta gli occhi che aveva puntato sul giovane Tomlinson-Bennet, per rispondere alla zia.
«Suona molto bene.».
«Spero che si eserciti.» si raccomandò la donna «Non si può acquisire nessuna eccellenza senza la costante pratica. L’ho detto al signor Cowell-Collins.» il giovane interpellato si voltò verso la signora «Dato che non possedete uno strumento, sarete il benvenuto qui: potrete suonare nella stanza della governante.».
«Grazie, vossignoria.» fu il commento riconoscente del giovane, lievemente coperto dalla melodia che Louis stava ancora suonando.
«Non darete fastidio a nessuno in quella parte della casa.» aggiunse la nobildonna.
Approfittando del momento, il signor Styles-Darcy si avvicinò al pianoforte. Louis sbagliò un paio di note quando sentì la presenza dell’uomo accanto a sé, ma non lo diede a vedere.
«Volete intimorirmi, signor Styles-Darcy, nel venire con tale solennità ad ascoltarmi?» chiese provocante «Non mi spaventerò neanche se vostra sorella suona così bene.» aggiunse cercando di rimanere concentrato sullo strumento.
«Vi conosco abbastanza, signorino Louis, da sapere che non potrei intimorirvi neanche volendo.» ribatté l’uomo.
Louis alzò gli occhi dai tasti per un istante e trovò quelle iridi verdi ad attenderlo. Sbagliò un’altra nota.
Il colonnello Fitzwilliam arrivò in quel momento e ciò diede al giovane la scusa per tornare a concentrarsi sullo strumento.
«Com’era il mio amico nell’Hertfordshire?» chiese provocando un leggero imbarazzo nel signor Styles-Darcy.
Louis alzò gli occhi sui due e smise di suonare.
«Davvero volete saperlo?». Il colonnello annuì con un sorriso divertito.
Il giovane Tomlinson-Bennet riportò i suoi occhi sul gentiluomo.
«Preparatevi a sentire qualcosa di spiacevole.» avvertì il colonello «La prima volta che l’ho visto ad un ballo, non ha ballato con nessuno, anche se i gentiluomini erano pochi e vi fosse più di un giovane seduto senza cavaliere.».
«Conoscevo solo le persone che erano con me.» si giustificò il signor Styles-Darcy.
«E a un ballo non si possono fare presentazioni.» ribatté allusivo il giovane, facendo sorridere Fitzwilliam.
La conversazione fu interrotta da Lady Catherine che richiamò il colonnello. Louis soppesò la figura del signor Styles-Darcy, per un istante, poi riprese a suonare.
«Non ho il dono di conversare con facilità con persone che non ho mai incontrato prima.» ammise l’uomo in un sussurro, interrompendo la musica.
«Potreste chiedere consiglio a vostra zia e impratichirvi.» suggerì sprezzante il giovane.
Le loro iridi si scontrarono: per una volta, quelle verdi erano sulla difensiva.
Il signor Styles-Darcy si allontanò. Louis riprese a suonare e non notò lo sguardo che l’uomo gli lanciò da lontano.
Uno sguardo colmo di frasi non dette.
 




NOTE FINALI  
Anche oggi mi ono ridotta quasi a mezzanotte a pubblicare.
Che ne pensate di questa cena al lume di candela? 
Vi aspetto giovedì prossimo

xoxo 
 
  
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