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Autore: desyrin    21/01/2022    0 recensioni
Io sono Ayame Aomori, un'adolescente degli anni 70, morta troppo presto e catapultata nel Seireitei.
la mia vita ultraterrena era destinata a scorrere lenta e inesorabile, fino al consumarsi della mia anima, fino a quando....
Scoprirono che avevo il "dono" di usare la Reiatsu e riuscii ad entrare nell'Istituto Centrale per le Tecniche dello Spirito:l'accademia degli Shinigami. li conobbi subito Rukia, che divenne una preziosa amica e Renji la persona più strana e affascinante che abbia mai potuto conoscere... beh, il resto lo lascio a voi.
Genere: Azione, Sentimentale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kuchiki Rukia, Kurosaki Ichigo, Nuovo personaggio, Renji Abarai
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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-Aomori Ayame!- esclamò qualcuno dal cortile centrale dell’accademia.
Feci un passo avanti. -eccomi!- esclamai. La ragazza che mi chiamò indossava una divisa bianca con strisce rosse, fece un cenno di assenso per dire che aveva sentito. Eravamo tutti riuniti li, come primo giorno, per poter essere divisi delle rispettive classi e assegnati ai vari corsi. Notai che eravamo veramente in tanti, non mi aspettavo un simile reclutamento. La Shinigami continuò a leggere la sfilza di nomi. Mi guardai intorno, c’erano parecchie matricole, la cosa mi rincuorava. L’unica cosa che temevo era l’approccio con quelle persone… sicuramente quasi tutti facevano parte della nobiltà, o almeno di qualche alto rango, di conseguenza spocchiose, piene di loro e arroganti. Non sarebbe stato facile.
-……….Rukia!- esclamò ancora quella ragazza. Un’altra si fece avanti, la guardai con interesse: era piccola, minuta, capelli nero corvino che le ricadevano fino alle spalle, aveva uno sguardo fiero ma spaurito con occhi grandi e azzurro/grigi. Appena la chiamarono rispose con un “Si!” deciso. Quasi la invidiavo per tutta quella sicurezza che emanava. Quando la shinigami andò avanti a snocciolare altri nomi, notai che "Rukia", guardò dalla mia parte, poco più distante, facendo un cenno di saluto. Seguii il suo sguardo e vidi un ragazzo con i capelli più incredibili che avessi mai visto: Una cesta di capelli rosso fuoco, legati in una coda alta, e uno sguardo furbo e allegro. Ricambiava lo sguardo di Rukia con un sorrisetto sulla bocca. “che persona strana!” pensai.
-Abarai Renji!- -Si eccomi!- esclamò proprio lui … il ragazzo con i capelli rosso fuoco. Aveva risposto con tanta veemenza da creare un circolo di risatine di scherno. -Si, abbiamo capito che sei tu, non serve che lo urli al mondo- sussurrò una ragazza dietro di me e la sua vicina rise fragorosamente. “razza di idiota… non ha nemmeno il coraggio di farsi sentire” pensai incupendomi Quando videro che tutti risposero all’appello, ci assegnarono le stanze e le classi. Io capitai in una camera singola, non che mi dispiacesse, ma comunque mi aspettavo di condividere il dormitorio con almeno altre 3 ragazze. poco male.
La stanza aveva un armadio a muro con due ante scorrevoli,nelle quali c'erano le coperte, un piccolo cuscino e un futon molto confortevole. nell'altra erano state posizionate le divise dell'accademia e quelle poche cose che possedevo, tra cui due kimono, qualche libro di letteratura, cambi di biancheria e altri piccoli ninnoli che mi ero portata dietro. In un angolo della stanza, proprio sotto la finestra c'era una scrivania con una piccola libreria di lato e al centro della stanza un piccolo tavolino con un cuscino a terra per poter prendere il the e leggere la sera prima di dormire. "molto confortevole, mi aspettavo di peggio!" il mio umore migliorò, sentendo che finalmente la mia vita (anche se secondaria) stava finalmente andando nel verso giusto. sulla scrivania c'era un foglio chiuso da un sigillo. lo aprii.

                    " si comunica a tutti gli studenti che alle ore 15 verrete sottoposti a dei test di routine per poter scegliere meglio
                                     in che sezione verrete smistati. Siete pregati dunque di presentarvi nel cortile principale.
                                                                                     non sono ammessi ritardi."

Non stavo più nella pelle, iniziai a sorridere trepidante saltellando sul posto. Cosa mi sarei dovuta aspettare? duelli con le spade? prove di abilità fisiche? non ne avevo la più pallida idea, ero talmente fremente che non riuscivo a stare ferma nella stanza, sapendo che avrei dovuto aspettare anche parecchie ore, dato che erano appena le 11 del mattino. Decisi di uscire dalla stanza e di farmi un giro per l'accademia. Passai da un cortile all'altro. c'erano piante e alberi di ogni forma e dimensione, colori bellissimi ogni dove, nonostante fosse piena estate, i prati e le piante erano tutti curati e rigogliosi. passai davanti alla palestra, mentre da dentro si sentivano le urla e gli schiamazzi della classe che si stava allenando in combattimento con le spade di legno. poco più avanti iniziava un enorme plesso fatto tutto di legno, su più piani, con un'insegna piantata a terra, poco prima della porta d'ingresso che citava:" CLASSI 1-5, SEZIONI S,A,B e C." proseguii il giro e arrivai davanti ad un altro edificio di legno con la scritta "mensa". Proprio in quel momento mi accorsi che in effetti avevo fame, così decisi di entrare. dopo aver mangiato un po di riso con dell'edamame e un po di salmone alla piastra, mi diressi verso il cortile aspettando le 15.
Ci sottoposero a dei test per vedere le nostre abilità. Per fortuna non ebbi problemi con la spada, nonostante fosse la prima volta che ne prendevo una, l’istruttore notò qualcosa in me. “giorno fortunato!” pensai felicissima! Al test per la “magia” come ancora la chiamavo io, e cioè potere spirituale, mi sottoposero a una cosa semplicissima, in altre parole evocare un globo di forza spirituale corporeo sulla mia mano e tenerlo attivo per qualche minuto. Non ebbi difficoltà dato che quella tecnica come la chiamavano era stata l’unica cosa che mi faceva capire che avevo dei poteri spirituali! Alla fine fui assegnata alla seconda classe, ovvero nella padronanza discreta della spada e del kido. (combattimento con il potere spirituale) La sera arrivò presto e dopo aver consumato un buon pasto, con una buona sensazione addosso, mi diressi in camera e dopo aver messo il futon a terra mi misi sotto le coperte, esausta ma piena di buoni propositi, mi addormentai quasi subito. La mattina dopo ero pimpante.Mi diressi verso i bagni del dormitorio con la divisa nuova sotto il braccio.
Mi sciacquai la faccia, sistemai i capelli, (forse un pò troppo lunghi) facendo una treccia e m’infilai l’uniforme dell’accademia. Via di corsa per i corridoi, uscii fuori e mi diressi verso l'edificio principale. Ecco la classe; ero stata assegnata alla 1-A. Entrai tranquillamente: la classe era a forma di anfiteatro con i banchi tutti intorno alla cattedra e si sviluppavano a semicerchio e in altezza. Occupai posto vicino ad una finestra quasi alla fine dei banchi, in alto a destra. Osservai chi era dentro in quel momento. Avevano già formato dei gruppetti, ragazze e ragazzi che chiacchieravano allegramente e scherzavano tranquilli. “speriamo di riuscire a fare amicizia, sai che noia passare un'intero percorso accademico da sola?” pensai con insicurezza. Non era da me fare così! Mi sedetti in quell'angolo, lontano dal trambusto degli altri studenti. "per il momento va bene cosi, Ayame, poi vedi di fare amicizia!" mi dissi con fermezza.
-Posso sedermi vicino a te?- una voce mi sollevò da quei pensieri, alzai lo sguardo. Era Rukia, la ragazza che avevo notato ieri alla cerimonia di apertura.
-Oh, si certo!- risposi con un sorriso pacato, accennando un sorriso. -Molto piacere, sono Aomori Ayame- le porsi la mano.
-Io Rukia, piacere- ricambiò con un sorriso la stretta di mano. - un nome molto singolare, davvero bello-
-Si, grazie- sorrisi. Era davvero una ragazza dolce e delicata. ci fu un momento di silenzio mentre lei si sedeva e sistemava le sue cose. La guardavo incuriosita.
-Allora- continuò lei una volta sistemata -Da dove provieni? ti ho notata all'appello di stamattina e sembravi un pò ... spaurita-
-Già...- ammisi -Vengo dal Rokungai n°60- aggiunsi quasi sottovoce, lei spalacò leggermente gli occhi, sorpresa.
-ah ecco.- disse e rimase in silenzio per qualche secondo. In quel momento mi sentii imbarazzata. Avrei fatto meglio a tacere, sapevo che chi proveniva dai Rokungai non era ben visto. -Beh,dai ti è andata bene- Continuò lei sorridendo di nuovo,– io vengo dal distretto 78-. Sbarrai gli occhi, quel distretto era uno dei più malfamati! eppure eccola lì davanti a me bella e solare. Mi guardà con uno sguardo di intesa e capii che non ero sola, anzi.
-Non pensavo ce ne fossero altri dal Rokungai… come me- aggiunsi distogliendo lo sguardo dal suo viso e guardando fuori dalla finestra.
-il fatto Ayame, è che non siamo assolutamente le sole, quest'anno dicono che ce ne sono tantissimi di noi...- un altro sorriso – ma questo non vuol dire che non dobbiamo andare d'ccordo, ti va di essere mia amica?- Rukia porse la mano di nuovo e sentii di aver trovato una persona sincera, mi ispirava davvero tanta fiducia. Non mi era mai successo, nemmeno nella mi vita terrena, di avere una sensazione così limpida e fiduciosa per una persona.
-certo!- Esclamai stringendogliela e ricambiando il sorriso, grata.
-quindi dovrò presentarti anche quella “testa di ananas” del mio amico allora- Rukia si dovette trattenere nel ridere. La guardai con fare interrogativo, poi collegai. Si riferiva al tizio strambo che avevo visto alla cerimonia, con i capelli rossi a punta !
-ah! ho capito chi è!- esclamai sorpresa. -il ragazzo con i capelli rossi messi in modo indecente!-  A quel punto Rukia non si trattenne e scoppiò a ridere. Talmente forte che contagiò anche me e ridemmo come matte, come due ragazze che si conoscevano da una vita. Sembrava fosse cominciato tutto bene. La sua presenza mi tranquillizzava ed ero un po’ più sicura, sicura che non sarei più rimasta da sola.
   
 
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