Anime & Manga > Lupin III
Segui la storia  |       
Autore: jarmione    21/01/2022    3 recensioni
Dopo anni di inattività, Lupin torna in azione ed il suo obbiettivo è la Bilancia della morte.
Questa bilancia sconvolgerà il gruppo di Lupin e persino Anika, la quale vedrà il suo mondo sgretolarsi.
Riusciranno a risolvere questo nuovo enigma?
O tutti crolleranno nel tentativo?
Genere: Avventura, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Eccomi bella gente! Come state?

A voi il secondo capitolo della storia e spero vi piaccia come sempre (a chi non piace...scusatemi, cercherò di migliorare).

In questa storia sta collaborando Fiore Del Deserto, quindi il merito è anche suo.

Buona lettura

 

 

 

Il sole era al culmine del suo giornaliero viaggio celeste e segnava a tutti l’arrivo dell’ora di pranzo tanto agognata.

In un piccolo paesino, fra le colline della prefettura di Okayama, una Fiat 500 era parcheggiata fuori da un’osteria locale.

Il camino della casa era fumante ed un profumo sfizioso si espandeva per tutta la zona, attirando i lavoratori e qualche turista di passaggio.

Lupin se ne stava seduto ad osservare il piatto ricco di pietanze che la cameriera, denominata “bellezza” dallo stesso ladro, aveva portato con un gran sorriso.

“Buon appetito” sentenziò, fiondandosi sul cibo senza badare che non era da solo.

Infatti iniziò una piccola lotta da parte di Jigen per ottenere almeno una piccola porzione di ramen caldi.

Inutile dire che gli sguardi della gente furono tutti puntati su di loro per cinque minuti buoni.

Quando la situazione si placò e le pietanze furono suddivise in modo abbastanza equo, i due ladri si misero a mangiare con tranquillità.

Lupin gustava ogni boccone con estrema tranquillità, cosa che Jigen non riusciva a comprendere.

Avevano lasciato il Giappone anni prima ed era stata l’unica decisione saggia che Lupin avesse preso.

Ora aveva deciso di ritornarci e Jigen non era affatto d’accordo.

Aveva tentato in tutti i modi di lasciarsi alle spalle il passato, di ricominciare e lontano da lì, ma no! Lupin non era dello stesso parere.

Aveva messo gli occhi su una bilancia particolare e di cui aveva fornito ben pochi dettagli da quando erano partiti per ritornare fin lì.

“Non mi hai ancora detto nulla su questa bilancia” disse Jigen “Non mi dirai che non hai come pesarti”

“Molto spiritoso” bofonchiò Lupin, mentre addentò voracemente la fetta di pane che aveva in mano “Questa non è una bilancia qualunque” specificò, ingoiando “Pensa che nessun ladro, neanche il più malandato, ha mai osato rubarla”

“E, guarda caso, dobbiamo proprio farlo noi” commentò sarcastico Jigen, che ancora aspettava il vero motivo per cui Lupin voleva quella bilancia.

“Mio caro Jigen, non hai idea del valore che ha” precisò Lupin, schioccando le dita e iniziando a spiegare quanto sia preziosa.

Di tutti gli oggetti che Lupin poteva rubare, quella bilancia era decisamente l'ultima che Jigen si aspettava.
Secondo le storie sentite, quella bilancia era stata creata da Ade, Dio della morte greco, che l'aveva donata ai ladri dell'antica Grecia con la scusa di aiutarli ad arrivare alla vecchiaia.

Anche se non erano del tutto convinti, gli umani avevano davvero creduto alla storia del Dio e pensavano che stesse facendo tutto quello per non avere l’oltre tomba troppo affollato.

Un pensiero ingenuo ma che per l’epoca era anche normale.

Ma la storia era completamente diversa.
Ade aveva creato la bilancia e aveva specificato che bisognava scrivere il proprio nome su uno dei piatti e sull’altro, automaticamente, sarebbe uscito il nome di chi avrebbe procurato la morte della persona stessa.

Chiunque la utilizzava, capiva il significato che essa aveva, ma non credeva realmente ai risultati che essa produceva.

Ma, quando i primi responsi trovarono riscontro nella realtà, il pensiero che gli umani avevano in merito alla bilancia si sgretolò e questo fece cambiare completamente atteggiamento verso di essa.

Dato che nessun ladro voleva morire per mano di altri, il risultato fu lo scoppio di una guerra fra malviventi che portò alla sopravvivenza di pochi i quali, vedendo l'orrore creatosi a causa della bilancia, la nascosero e si tolsero la vita.
Ade non voleva aiutarli ad evitare l'inevitabile, voleva mietere più vittime possibili e sfruttava l'odio dell'umanità per raggiungere l'obbiettivo.
Fu ritrovata da un famoso archeologo italiano, Aristide Calderini, che la portò in Italia e la fece mettere in un museo.
Più volte era stata messa all'asta ma mai nessuno, a causa della leggenda tramandata, aveva osato acquistarla.
Ora era stata messa all'asta di nuovo dopo molto tempo e per Lupin si era aperta una sfida così allettante da non poterla rifiutare.
Da quando aveva iniziato la sua carriera di ladro, quella era la prima volta che poteva mettere le mani su un oggetto di quella portata.

"Fammi capire bene" sospirò Jigen "Tu vuoi rubare un oggetto...che ti dici chi sarà la persona che ti ucciderà?" Si portò l'indice ed il pollice alla base del naso "Ti rendi conto di quanto sia stupido!?"
Lupin sorrise "Ecco perché voglio rubarla" disse "I ladri, i malviventi, è difficile che muoiano per cause naturali, tanto vale essere preparati"
Jigen era sempre più sorpreso "Mi auguro che tu stia scherzando"
"Sei sempre scettico" disse Lupin, alzandosi per pagare il conto e poi uscendo fino alla macchina.
"E se non funziona?" Domandò ancora Jigen "Se non ti dice nessun nome?"
"Allora vorrà dire che non mi ucciderà nessuno" ammiccò "Sarò immortale"
"Sbruffone" Jigen si accese la sigaretta e poi sali in macchina e ripartirono.
"Il Giappone...l'ultimo posto in cui volevo tornare" sbuffò "Lo detesto" aggiunse in un borbottio.
"Beh, io no" commentò Lupin serio "È stata tutta una tua decisione, se ben ricordo, io ho scoperto tutto a fatto avvenuto"
Jigen sbuffò di nuovo e si mise a guardare fuori dal finestrino.
Non dimenticherà mai quella dannata notte di sei anni prima.
Era stata la decisione più dura e stupida della sua vita, ma si era ripromesso di non tornare mai più sui suoi passi per non creare altre delusioni.
Ma non passava giorno in cui non si malediceva e si pentiva per quello che aveva fatto...per aver abbandonato Anika.

L’esperienza in quella foresta maledetta gli aveva fatto capire quanto stupido fosse stato.

Aveva privato una bambina della sua infanzia e della sua adolescenza.

Si era innamorato di lei ma non le aveva mai mostrato veramente l’affetto che meritava ed infine, dopo aver visto che tutti la volevano e che lei non si sentiva adeguata in mezzo a loro, l’aveva sedata e abbandonata.

Aveva sempre sperato che Zenigata se ne fosse preso cura o, almeno, l’avesse indirizzata verso prospettive migliori.

Jigen non poteva più darle nulla, né un futuro e nemmeno l’amore che essa desiderava.

La amava ancora e non riusciva a smettere di farlo, ma nonostante questo, se avesse potuto tornare indietro lo avrebbe rifatto.

Gli era già capitato, non poteva creare una stabilità con una donna.

La sua vita era troppo frenetica per poter creare famiglie o avere relazioni fisse.

Solitamente riusciva a parlare con loro, a capirle e lasciarsi con il sorriso, tenendo pur sempre conto che le relazioni che instaurava erano sempre con donne già impegnate.

Ma con Anika era diverso.

Lei non era una donna impegnata con lui che le faceva da amante.

Anika era sua e lo sarebbe rimasta, ed era proprio questo il problema.

Anika era una donna come tutte le altre, crescendo e andando avanti negli anni avrebbe desiderato una famiglia e...lui non poteva dargliela.

Non poteva rischiare che lei chiedesse qualcosa che Jigen non era pronto ad avere, un po’ per sua natura e un po’ perché non poteva dare a quelle creature un futuro normale.

Mandarli a scuola, dargli un istruzione.

Sarebbe finito a curarli come aveva fatto con Anika che, viste le continue fughe e spostamenti, aveva appreso tutto stando con lui e con Lupin.

Quest’ultimo non l’aveva mai perdonato per averla abbandonata e più volte aveva tentato di convincerlo a tornare sui suoi passi e rintracciare la ragazza.

Ma non era mai riuscito e a tutt’oggi non capiva il perché.

Anika era diventata totalmente irreperibile.

Era a causa di questo che avevano perso Goemon.

Il samurai era rimasto talmente sconvolto da questa notizia che aveva preferito andarsene piuttosto che vivere qualcuno capace di un gesto simile.

Da quel giorno non lo avevano più visto.

“Dove siamo diretti esattamente?” domandò Jigen, cercando di scacciare i suoi pensieri.

Lupin sorrise, pregustando già la riuscita del colpo

“Al Tokyo International Forum”

 

*****

 

Anika si stava rivestendo dopo aver pulito il palco del centro congressi assieme ad una sua collega.

Quella sera si sarebbe svolta un’asta e di mezzo c’era l’oggetto che Lupin aveva già dichiarato voler rubare.

Sapeva che amava mettersi in mostra, ma Anika non capiva il perché desiderasse tanto quella bilancia.

Aveva provato ad informarsi ma non aveva trovato molto.

Era Lupin che riusciva ad informarsi sempre di tutto e lei aveva quella vasta conoscenza solo grazie a lui.

Da sola non era in grado di fare molto e, di fatti, la sua ricerca si era bloccata dopo aver scoperto che la bilancia era collegata ad Ade, il Dio greco della morte.

Non aveva voluto nemmeno approfondire l’argomento.

Lei non era più parte della banda di Lupin e Zenigata non era più a capo della squadra speciale dell’Interpol.

Era diventata una cittadina semplice e con una vita normale, aveva una famiglia e non poteva desiderare nient’altro.

Ma allora perché sentiva lo stomaco chiudersi ed un nodo ala gola ogni volta che pensava a Lupin?

Forse perché lui, Jigen e Goemon sono stati la sua famiglia e lei non aveva digerito quell’abbandono da parte di Jigen.

L’uomo che amava l’aveva lasciata sedata in una stanza e non si era più fatto trovare.

Per ripicca aveva smesso di cercarlo e aveva fatto in modo di non essere più contattata.

Se non fosse stato per Zenigata, chissà dove poteva essere a quest’ora.

Probabilmente starebbe ancora facendo la ladra e, forse, non avrebbe nemmeno Yuki.

Anche se non era granché espansivo, Zenigata si era rivelato totalmente diverso dal classico poliziotto burbero e con il pallino degli arresti.

Nonostante Anika avesse provato a dissuaderlo in ogni maniera, lui aveva deciso di accettare un posto d’ufficio all’interno dell’Interpol e tutto pur di avere abbastanza tempo libero da dedicare a lei.

Anche se non amava quel lavoro, Zenigata aveva confessato di non essersi mai pentito di quella scelta in quanto gli aveva permesso di poter essere presente alla nascita di suoi figlio e in quegli anni di crescita.

Anika non lo avrebbe mai ringraziato abbastanza.

Una volta pronta uscì dal centro e, di istinto, si guardò attorno alla ricerca di qualcuno dall’aria sospetta.

Era stupido, ma sperava ancora di vedere Lupin e gli altri comparire davanti ai suoi occhi...anche travestiti e sarebbe stata sicura di riconoscerli.

Non vedendo nulla di sospetto, si affrettò a raggiungere l’asilo di Yuki per portarlo a casa.

Ovviamente, appena Yuki vide la sua mamma, gli saltò letteralmente in braccio e subito riuscì a strappargli la promessa di un gelato entro breve.

Una promessa che Anika manteneva sempre con estremo piacere.

Ma quella piccola gioia non sarebbe durata a lungo.

Il suo telefono cellulare squillò.

“E’ papà?” domandò Yuki ed Anika annuì, passando al piccolo il telefono.

“Ciao papà!” esclamò a gran voce, poi sgranò gli occhi “Si te la passo” e ridiede il telefono alla mamma, mentre tornava a mangiare il suo buonissimo gelato al cioccolato.

“Ciao, dimmi” rispose Anika con un sorriso, ma nessuno parlò dall’altra parte.

Questo la fece preoccupare “Koichi…?”

 

Riprendo il caso Lupin”

 

Il sorriso si spense e Anika sentì il suo cuore saltare un battito

  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Lupin III / Vai alla pagina dell'autore: jarmione