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Autore: Chiaragiappo_1    22/01/2022    4 recensioni
Ogni mattina Daichi e Suga finivano per incrociarsi a quella caffetteria fuori porta, mentre l’uno si apprestava ad entrare e l’altro correva lungo la strada fiancheggiata da alberi di ciliegio
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Daichi Sawamura, Koushi Sugawara
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Suga studiava musica, arpa per la precisione ed ogni sera si esercitava nella sua stanza del dormitorio universitario.
Daichi studiava legge ed ogni sera ascoltava quella meravigliosa melodia sdraiato sul letto nella camera adiacente a quella di Koushi.
Non sapeva di preciso che strumento fosse né tantomeno il nome di quell’artista che lo suonava così divinamente, ma quella musica per lui era diventata importante. Quelle note gli trasmettevano una moltitudine di sensazioni: serenità, dolcezza, a tratti malinconia.
I primi arpeggi, quel susseguirsi di poche note appena pizzicate, gli davano come l’impressione di capire da subito lo stato d’animo del musicista, di entrare nei suoi più intimi pensieri, stabilendo con lui una sorta di relazione emotiva.
Ormai per Sawamura rientrare in stanza, sul calar della sera, in attesa che quella musica cominciasse a diffondersi, era diventata un’abitudine davvero irrinunciabile.
Ogni mattina, subito dopo il risveglio, si vestiva velocemente per andare a correre, e al ritorno, sotto la doccia, si ritrovava istintivamente a fischiettare le armonie che aveva sentito la notte prima.
Un pensiero fisso ormai gli arrovellava il cervello: doveva assolutamente scoprire da quali mani provenissero quelle dolci note.

Anche Sugawara era un tipo piuttosto mattiniero e non poteva fare diversamente in quanto, tra una lezione e l’altra, doveva lavorare per mantenersi con gli studi. Grazie al suo aspetto gradevole, gli fu facile trovare un impiego part time in una caffetteria poco fuori dal campus. Era un posticino tranquillo, per lo più frequentato da studenti e coppiette, in cui poter assaporare le prelibatezze sempre fresche preparate in modo artigianale e bere un buon caffè seduti attorno ad uno dei pochi tavolini rotondi.
Il locale aveva un che di familiare, chiunque vi entrasse per la prima volta poteva affermare di trovarsi come a casa.
Forse era il modo in cui era stato arredato - uno strano miscuglio di stile country e chabby chic con candide tendine di mussola alle finestre con quello più tradizionale giapponese - o forse era quel ragazzo dai capelli cinerei che stava dietro al bancone che accoglieva i clienti con un grande e caloroso sorriso.
Koushi adorava il suo lavoro, amava poter interagire con le persone, aiutarle, ascoltarle, consigliarle.
Si sa, alla fine i baristi conoscono sempre i segreti di tutti.
E lui non faceva eccezione.
In alcuni momenti di maggiore calma, metteva in sottofondo un po' di musica classica che riecheggiava nel locale infondendo serenità.

Ogni mattina Daichi e Suga finivano per incrociarsi a quella caffetteria fuori porta, mentre l’uno si apprestava ad entrare e l’altro correva lungo la strada fiancheggiata da alberi di ciliegio.
I loro sguardi si intrecciavano languidi, le loro bocche accennavano un sorriso e le loro teste si inchinavano leggermente in avanti in segno di saluto.
Niente più di questo, ma entrambi pensavano che quello fosse un buon modo per iniziare la giornata.
 
Un giorno, in pausa tra una lezione e l’altra, Sawamura fu invitato da alcuni amici di corso a prendere un caffè proprio in quel locale.
 
“Daichi vieni con noi? Andiamo alla caffetteria all’angolo, è un posto stupendo e poi il barista è… beh, lo vedrai!”
 
In quel locale si respirava un’atmosfera tranquilla, diversa dai soliti posti affollati e alla moda pieni di ragazzi schiamazzanti sembrava che il tempo si fosse fermato in un‘ epoca passata.
 
“Benvenuti, accomodatevi pure, sarò subito da voi!” Esclamò il ragazzo dietro il bancone, mentre, di spalle, stava preparando un caffè con il sifone.
 
Sawamura riconobbe la capigliatura argentea che ogni mattina soleva incontrare mentre tornava dalla corsa e sussultò non appena lo vide: non immaginava di ritrovarselo proprio dietro a quel bancone.
In tutto questo tempo aveva supposto che si trattasse di un cliente come tanti, un po' mattiniero, ma pur sempre un cliente. 
I ragazzi si accomodarono ad un tavolo rotondo circondato da divanetti e Koushi fu presto da loro.
Si sorprese non appena incrociò quel moro che ogni mattina faceva jogging lungo quella strada. Il suo sguardo si soffermò a lungo su di lui: vederlo abbigliato così elegante, in completo nero e camicia bianca arrotolata sugli avambracci, gli fece provare uno strano formicolio al petto. Era davvero bellissimo!
Scosse la testa ed allargò il suo sorriso chiedendo cosa volessero ordinare.
 
“Daichi, Daichi! Ehi amico stai bene?”
“Si perché me lo chiedi?”
Rispose ridestandosi.
“Ti abbiamo chiesto tre volte cosa volessi ma tu non hai mai risposto! Che ti sei mummificato?”
 
Scoppiarono tutti in una risata fragorosa e Sugawara riuscì a trattenere seppur a stento, la sua ilarità.
O cielo, quanto era divino quel ragazzo!
La pelle diafana e i capelli argentati facevano da cornice a quelle piccole labbra rosee e morbide.
Daichi ne era completamente rapito.
 
“Un caffe al sifone per favore!”
Spiccicò con fatica.
 
“Ok bene, allora un caffè nero, un the verde e un caffè al sifone. Arrivano subito!”
 
Quando si allontanò, Sawamura parve riprendersi dallo stato catartico in cui era piombato.
 
“Te l’avevo detto che il barista era strepitoso! Ma non credevo ti facesse quest’effetto! Cavolo Daichi, avresti dovuto vederti! Eri in un altro pianeta!”
 
Il moro si mise le mani nei capelli poggiando i gomiti sul tavolino quando la musica in sottofondo colpì la sua attenzione.
La riconobbe all’istante: era quella che ascoltava tutte le sere, quel susseguirsi melodioso di note che lo cullavano ogni notte fino a sprofondare in un sonno sereno tra le braccia di Morfeo.
Koushi ritornò con un vassoio ricco di leccornie: aveva preparato quella comanda con cura, abbinando delle tortine deliziose assieme alle bevande ordinate.
Daichi lo guardò stupefatto, per lui aveva scelto un daifuku alla fragola, il suo preferito.
Un accostamento tanto azzardato quanto allettante: la dolcezza e l’acidità di quel frutto racchiuso nella pasta di riso si sposavano alla perfezione con il gusto aromatico e deciso del caffè nero.
 
Poi alzò lo sguardo e si perse in quegli occhi profondi e lucenti color nocciola.
“Posso farti una domanda?”
Il suono della sua voce uscì quasi strozzato; la schiarì con un colpo di tosse per poi continuare a chiedergli:
 
“Ehm, che musica è questa che hai messo?”
 
Suga fece una smorfia di sorpresa:
 “E’ musica da camera. Lo strumento che sta suonando è l’arpa! Ti piace?”
 
“Moltissimo! Chi è il musicista?”
 
Koushi si mise a fissare il pavimento, le guance iniziarono ad imporporarsi per l’imbarazzo.
“In verità sarei io! Ecco, è solo una registrazione amatoriale…” si giustificò con un filo di voce “Ma se ti piace, ti posso consigliare qualche musicista davvero bravo, io non sono ancora…”
 
Udendo quella confessione, Sawamura restò di sasso.
“Vuoi dirmi che sei tu quello che ogni sera suona al dormitorio?”
 
Il viso di Koushi si tinse tutto di un rosso vermiglio acceso:
“Ehm, si! Scusami se ti ho dato fastidio!”
 
Fece per congedarsi, vinto dalla vergogna allorquando Daichi si alzò dal tavolo e lo bloccò, stringendolo dolcemente per le spalle.
Lo tirò a sé, tra le sue forti braccia sussurrandogli col cuore colmo di felicità:
 
“Finalmente ti ho trovato!”


Note: Ringrazio di cuore Silvana, che con i suoi betaggi e i suoi consigli mi è sempre vicina. grazie di cuore
Un po' di dolce ci vuole nella vita, spero con questa storia di averne sparso un pò! :)
   
 
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