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Autore: lmpaoli94    29/01/2022    0 recensioni
La via è chiusa.
Fu creata da coloro che sono morti.
La via è chiusa.
Un monte maledetto che sovrasta il piccolo porto di Kattegat.
Voci misteriose che risuonano come una condanna nelle case dei vichinghi e nei loro sogni più profondi.
Ma cosa potrebbe essere dato tale mistero che stava facendo impazzire gli abitanti di uno dei villaggi normanni più importanti?
P. S.: terrò conto di alcuni personaggi morti durante la serie, per cui il tempo in cui si svolge la storia non è mai specificato.
Genere: Avventura, Drammatico, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bjorn Ironside, Lagertha, Ubbe
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Mentre Bjorn e Ubbe fissava la figura imponente del Re dei Morti, finalmente i loro dubbi furono del tutto dissipati.
< Conte Haraldson… Non posso credere che siate proprio voi il Re dei Morti. >
< Bjorne… Ricordo ancora quando ero un piccolo ragazzino innocente. Adesso sei molto cresciuto… Assomigli molto a tuo padre. >
< Già. Peccato che proprio voi l’abbiate trasformato in un guerriero senza scrupoli che non si ricorda di avere una famiglia. >
< Io’ non ho fatto niente, giovane ragazzo. Tuo padre è arrabbiato perché il suo corpo non si è ricongiunto con quello del Dio Odino. E come biasimarlo? Tutti non vorremmo essere nel Valhalla. Ma qualcosa ci ha tenuti intrappolati qui, rendendoci molto furiosi… E tu sai meglio di chiunque altro come si sentono i vichinghi quando sono arrabbiati. >
Sentendo tutte quelle sciocchezze, Gimli non poté che prendere la parola.
< Re Haraldson, perché non decidete di parlare chiaramente e confessate che siete proprio voi colui che ha intrappolato la sua gente in questo Monte Maledetto, luogo sospeso tra la vita e la morte. >
< E voi chi siete? Non vi ho mai visto prima d’ora. >
< Non ha importanza chi sono io ma quello che potete fare. >
< Ovvero? >
< Dimenticate di essere un sovrano di un esercito che non deve esistere. Loro, come voi, si meritano di banchettare con i vostri Dei. Perché continuare a soffrire in queste terre man mano che passa il tempo? Molti di noi vi dimenticheranno e voi non potrete farci niente. >
< Vi sbagliate, vecchio nano. I nostri nomi di guerrieri non potranno essere mai dimenticati. >
< Allora diteci: che cosa volete? >
< E’ giunto il momento che i morti ritornino in vita e conquistino il mondo. Per troppo tempo non siamo stati compresi. Rimanere nell’ombra ci ha fatto riflettere ed essere delle creature diverse. Per questo ci stiamo organizzando. Torneremo alla luce e chi sarà contro di noi pagherà con la vita. >
< Il vostro piano è pura follia > fece Ubbe pronto a combatterlo.
< Taci, ragazzo. Non sei ancora pronto per rivolgermi la parola. >
< Come osate… >
< Ubbe, per favore. Non fare il suo gioco. >
< Ci sta offendendo, fratello. Lui vuole solo il male dei suoi compagni. >
< L’ho intuito… Ma sarò io che deciderò di liberarli. >
< Ahahah e come? Facendogli delle false promesse? >
< Loro potranno riposare in pace per sempre se non fosse per voi. Per questo voi dovete perire oltre la morte e la distruzione, Conte Haraldson. >
< Io non sono più un Conte! Sono un Re! Il Re di Kattegat. >
< Non più, ormai. C’è chi ha preso il vostro posto. >
< E saresti tu l’intrepido guerriero? Non farmi ridere. Sai a malapena reggere una spada. >
< Dite sul serio? Allora perché non duelliamo? Per capire chi tra di noi è il più forte… O forse avete troppa paura per affrontarmi? >
< Idiozie. Non riuscirete mai a sconfiggermi. Pensavo che l’avresti capito con tuo padre. >
< No. ogni guerriero ha un punto debole. Ed io scoprirò il vostro. >
Ma Gimli, riluttante che il guerriero condottiero potesse andare incontro ad un suicidio, cercò di farlo desistere in tutti i modi.
< Non avete nessuna speranza contro di lui > fece il nano digrignando i denti < Che cosa diavolo state facendo? >
< Questo Re senza terra mi ha mancato di rispetto. Ed ora che venga rispedito nell’oblio più profondo. >
< Siete voi che farete una brutta fine se non mi ascoltate! Bjorn! >
< Ho combattuto moltissime guerre, Gimli. Non mi tirerò indietro proprio adesso… Se Il Re dei Morti vuole combattere, e così sia. >
Sguainando la sua spada, Bjorn la corazza era pronto per colpire.
Ma appena si ritrovò faccia a faccia dinanzi al Re, i suoi colpi cominciarono ad essere inutili.
< Non riuscirai mai a colpirmi. Nessuno c’è mai riuscito! >
< Vi sbagliate. Mio padre vi ha ucciso. >
< Condannando tutti gli altri soldati e sé stesso. Io ho dato vita a questa montagna. Sono io che devo guidare l’esercito vichingo. Anche dopo la morte! >
< Voi siete pazzo. Non riuscirete mai nel vostro intento. >
Mentre Bjorn combatteva con grande difficoltà, Gimli e Ubbe decisero di venire in suo aiuto.
< Non provate a muovervi o vi ucciderò così rapidamente che i vostri spiriti saranno intrappolati nella Montagna Maledetta per sempre. >
< Le vostre intimidazioni non ci fanno paura > rispose Ubbe di rimando.
< Piccolo ragazzino, chi ti credi di essere? >
< Fermatevi! >
Un urlo acuto e sconcertante risuonò in quel salone sotto lo sguardo attento di Re Haraldson.
Girandosi all’indirizzo del suo acerrimo nemico, il Re gli intimò immediatamente di lasciare la sala.
< Non osate ordini, Conte Haraldson. E confessate chi siete veramente: un povero stupido che non riesce a farsi rispettare dal proprio esercito. >
Indignato per tale affronto, interruppe il confronto con Bjorn per concentrarsi contro l’uomo che l’aveva ucciso.
< Che cosa vuoi dimostrare Ragnar Lothbrock? Che sei migliore di me anche da morto? >
< Io sono il più forte di tutti, Conte. Mettetevelo bene in testa. >
< Io son un Re! >
Mentre la sua furia si riversava in quella sala, le pareti iniziarono a crollare a causa della loro forza prorompente mentre i tre guerrieri assisterono stupiti alla battaglia.
< Bjorn! Tu e gli altri dovete uscire di qui e recuperare tutti gli spiriti dei morti, altrimenti saranno seppelliti per sempre come voi. >
< Ma padre, tu che cosa… >
< Combatterò contro il Conte per darvi il tempo necessario affinché riuscirete a scappare da qui. >
< Non ce la faranno mai, Ragnar. Tuo figlio non ha il tuo stesso coraggio. >
Fissando malamente quello spirito demoniaco, Bjorn gli gridò che il suo coraggio se l’era conquistato con onore durante tutte le battaglie vinte.
< Voi non sapete chi sono, Haraldson. E mal lo saprei. >
Uscendo dalla sala accompagnato dagli altri guerrieri, la furia del Re Haraldson fu ancora più micidiale di prima.
Mentre Ragnar si difendeva magistralmente, quest’ultimo non faceva che ricordargli il modo in cui era morto nell’ultima sua battaglia.
< Siete un fallito nato, Haraldson. Nemmeno vostra moglie vi rispetta e vi ama. >
< Non osare parlare di lei! >
< L’avete intrappolata contro la sua volontà solo per dimostrare la vostra reticenza… Ma voi siete meno di nulla, Haraldson. È giunta l’ora di finirla. >
< Sì. Con la vostra definitiva morte. >
Ma mentre Ragnar conficcò la sua spada nel collo dell’uomo defunto, tutto il male che si era venuto a creare nella Montagna Maledetta stava sparendo per sempre.
Ma sotto quella potenza bruta, un terremoto devastante si accingeva a distruggere quel passato buio che aveva ricoperto le anime degli spiriti dei vichinghi.


La Montagna stava crollando in maniera molto rapida e i tre guerrieri dovevano fare alla svelta se non volevano rimanere seppelliti.
Mentre le anime dei morti erano inspiegabilmente spariti, Bjorn non riusciva a capire dove si erano cacciati.
< Che cosa vi preoccupate per loro?! >tuonò Gimli < Dobbiamo uscire di qui alla svelta. >
Rifacendo il percorso inverso sotto la caduta dei massi, il povero Ubbe venne sfiorato di striscio, ma l’irruenza del colpo lo fece crollare a terra dolorante.
Come se non bastasse, aveva anche una gamba bloccata e le sue ferite erano molto gravi.
< Ubbe, come ti senti? >
< Stavo meglio molto prima, Bjorn. Ah! >
< Ti liberiamo alla svelta. Stai tranquillo. >
Ma Ubbe, vedendo che la situazione stava peggiorando alla svelta, intimò suo fratello e Gimli di lasciarlo da solo.
< Non ho nessuna speranza, ormai. Lasciatemi qua a morire. >
< Non se ne parla nemmeno. Io non ti abbandono. >
< Bjorn, devi tornare al villaggio… >
< Non m’importa! Non mi muovo senza di te! >
Con la forza della disperazione, Bjorn e Gimli riuscirono a spostare il masso prima che il soffitto della montagna potesse cadere sulle loro teste seppellendoli definitivamente.
Zoppicando a causa della ferita, Ubbe fu trasportato sulle spalle da Bjorn, mentre Gimli faceva da apripista verso gli ultimi metri.
IL terremoto, per quanto poteva essere distruttivo, riuscì in pochi minuti a distruggere la Montagna Maledetta mentre tutti quei rumori si riversarono verso la cittadina di Kattegat.
Tirando un sospiro di sollievo dopo la missione portata a termine, Bjorn non si sentiva soddisfatto come credeva.
< I morti… sono spariti… > fece il guerriero con tono flebile < Com’è possibile? >
< La loro casa è stata distrutta. Se possiamo chiamarla casa… >
< Dove diavolo si possono essere cacciati? >
< Non lo so, Bjorn. Ma secondo me non saranno più un problema adesso. >
< Voi dite? Non sapremo mai se mio padre è riuscito a sconfiggere il Conte Haraldson. Non sapremo mai niente di loro! e questo mi manda in bestia. >
< Cercate di stare calmo. Agitarsi non serve a niente. >
< Abbiamo fallito la missione. Non siamo riusciti a liberare il nostro villaggio. Quei morti ci attaccheranno da un momento all’altro. >
< Non potete saperlo… >
< Sì che lo so! > gridò Bjorn facendosi sentire per tutta la vallata < Non mi sono mai sentito più inutile di adesso. >
Fissandolo con sguardo rammaricato mentre la rabbia di Bjorn stava prendendo il sopravvento, Gimli consigliò di riportare Ubbe al villaggio per essere curato.
Ma appena si voltarono verso l’orizzonte, l’esercito dei morti comparve alle loro viste.
Capitanate da Aslaug e da Sichi, la speranza si riaccese negli occhi dei tre guerrieri.
< Avete finalmente liberato le nostre anime dalla tirannia dell’oscurità. Adesso la malvagità non ristagnerà mai più in queste terre. Né ora né mai. >
< IL vostro luogo è crollato. Che cosa succederà adesso? > domandò Bjorn.
< Andremo nel Valhalla, giovane Bjorn > fece Sichi < E gran parte del merito lo dobbiamo a te oltre che a tuo padre. >
Mentre Ragnar avanzava verso di loro cono sguardo trionfante e pieno di speranza, Bjorn e Ubbe avrebbero avuto voglia di abbracciarlo, ma purtroppo sapevano che questo era impossibile.
Nei suoi occhi aleggiava un velo di riconoscenza in quei tre guerrieri, soprattutto per quanto riguardava suo figlio Bjorn.
< Mi hai fatto capire il vero senso di appartenenza verso la mia gente… Ho sempre sognato e sparato che la tiranni di quell’uomo potesse finire al più presto. E tutto è stato possibile grazie a voi tutti. >
< Che fine ha fatto il Conte Haraldson? >
< Il suo spirito non toccherà mai più queste terre e non andrà nel Valhalla. Odino l’ha rinnegato per sempre… Non so che fine possa aver fatto, ma sicuramente non è più un nostro problema né della tua gente. >

< Non più, ormai. Hanno trovato in te un guerriero abile e coraggioso. Saprei proteggere il tuo villaggio anche a costo della vita. Ne sono certo. >
< Quindi questa sarà l’ultima volta che ci vediamo. Ma almeno potremmo dirci addio. >
< Non mi sono mai piaciuti gli addii, padre. Preferisco abbracciarti. >
< Sai che non è possibile visto il mio stato. >
< Lo so. >
Dopo essersi guardati negli occhi per un’ultima volta, gli spiriti dei vichinghi morti furono pronti per salire alla corte di Odino dove Bjorn e gli altri guerrieri avrebbero creduto che sarebbe stato un posto migliore di Kattegat.
< Adesso vostro padre è a casa. Grazie soprattutto per avergli fatto capire da che parte deve stare. Era accecato dalla rabbia. Per questo non desiderava altro che regnare in un luogo che non esiste. >
< Già… Ma non ne farò un vanto. Voglio ricordare mio padre com’era in vita. Non riesco a sopportarlo da come è morto. >
< Giusto anche questo… Adesso che finalmente abbiamo completato la nostra missione possiamo tornare al villaggio. >
< Credevo di non sentirvelo mai dire, nano Gimli. >
< Lo so. Ma immagino che s’eppur non ci siamo mai sopportati, credo che mi vorreste salutare. >
< Come? Ripartite di già?>
< Ho ancora la forza e il tempo di vedere altri luoghi nascosti. Non ho intenzione di fermarmi proprio adesso. >
< Si può sapere quanti anni avete? >
< Sinceramente non lo so nemmeno io. >
Mentre Ubbe stava cercando di attirare la loro attenzione, i due guerrieri si scusarono con lui per non aver pensato alla sua grave ferita.
< Sai Ubbe, credo che dovrai dimagrire appena ti rimetterai in forze. Sei davvero peso. >
< Sei tu che non sei più forte come un tempo. >
< Vuoi forse fare un incontro di lotta? >
< Perché no. Ci posso pensare. >
< Ed io non rifiuterò. >
< Buono a sapersi. >


Vedendo suo figlio e suo fratello tornare verso il villaggio, Lagertha fu molto entusiasta nel vederli tornare.
La folla di abitanti, radunata intorno al cancello che racchiudeva la cittadina portuale, li festeggiò per il compimento della missione.
Ma Ubbe, bisognoso di cure, decise che non era ancora il momento di festeggiare.
< Portatelo dentro > fece Lagertha ad alcuni uomini < E chiamate subito un curatore. Alla svelta!>
Mentre Bjron sentì il calore di una madre che gli era rimasto sempre vicino, per Gimli era giunto il momento di partire.
< Non ho molto tempo ancora da dare. Sento che le mie forze mi stanno abbandonando. >
< Eppure non sembrate così vecchio > fece Lagerta. >
< Vi ringrazio. Voi siete sempre molto gentile con me. >
< Rimanete anche questa notte. Partirete domani mattina. >
< Vi ringrazio ancora, ma come ho detto a vostro figlio, non voglio fermarmi proprio adesso. >
< Volete portarvi con voi alcune provviste per il viaggio. >
< Ho già tutto l’occorrente > rispose il nano con sorriso.
Fissando quel guerriero con cui non aveva mai legato veramente, fu davvero molto dispiaciuto nel sapere che sarebbe partito subito.
< Non credevo di dirlo mai ma mi mancherete. >
< Anche voi, Bjorn la corazza. >
Mentre i due guerrieri si abbracciavano a vicenda, l’arrivo tempestivo di Ubbe li redarguì all’istante.
< Ubbe, ma cosa… >
< Credevate davvero di andarvene senza salutarmi? Dovrete passare su quello che mi resta del mio corpo. >
< Non dite così. Voi tornerete in forma. >
< Mi mancherete davvero, nano Gimli. Mi sarebbe piaciuto sapere la storia sulla vostra terra. >
< Tutti noi volevamo saperne di più > mormorò Bjorn < Non volete darci nessun indizio al riguardo? Nemmeno un piccolo racconto per occupare le nostre menti? >
< La mia terra deve ancora rimanere segreta per secoli e secoli. Solo i bravi scopritori come voi potranno saperne di più. Ma adesso, il segreto deve essere custodito gelosamente… Sappiate solo che abbiamo combattuto fino all’alba dei tempi, salvando questo pianeta dalla distruzione. In un certo senso come avete fatto voi con vostro fratello, Bjorn. >
< Non saremo mai riuscito in questa impresa senza di voi > fece Bjorn.
< Forse è vero. Ma siete stato voi il vero condottiero… Anche se non vi date tutti i meriti. >
< Ha fatto tutto mio padre. Io non molto… >
< Allora mettiamola in questo punto di vista: voi farete molto in futuro. Per il vostro popolo e la vostra famiglia. Non ho mai visto così tanti umani uniti tra di loro. è davvero un bene che non deve essere sciupato… E sono convinto che questa unione durerà anche dopo la vostra morte. >
< Ci potete giurare. >
< Gimli, sapete già dove dirigervi? >
< Sinceramente no. Forse a nord… forse ad est… Il mio viaggio sarà imprevedibile. Ma non posso nemmeno scartare il fatto che un giorno mi possiate rivedere. >
< Allora noi vi aspetteremo. Ogni giorno che passerà > disse infine Bjorn prima di vedere il piccolo grande guerriero oltrepassare il cancello della città di Kattegat per l’inizio di una nuova avventura.
   
 
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