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Autore: desyrin    29/01/2022    0 recensioni
Io sono Ayame Aomori, un'adolescente degli anni 70, morta troppo presto e catapultata nel Seireitei.
la mia vita ultraterrena era destinata a scorrere lenta e inesorabile, fino al consumarsi della mia anima, fino a quando....
Scoprirono che avevo il "dono" di usare la Reiatsu e riuscii ad entrare nell'Istituto Centrale per le Tecniche dello Spirito:l'accademia degli Shinigami. li conobbi subito Rukia, che divenne una preziosa amica e Renji la persona più strana e affascinante che abbia mai potuto conoscere... beh, il resto lo lascio a voi.
Genere: Azione, Sentimentale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kuchiki Rukia, Kurosaki Ichigo, Nuovo personaggio, Renji Abarai
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 3
 
 -Renji-
 
 
La prima parte delle lezioni passò in fretta. Alla pausa pranzo, io e Rukia, gironzolammo un po’ parlando di tantissime cose, finché non raggiungemmo il cortile interno, pieno di panchine e alberi  fantastici… era quasi autunno quindi sulle aiuole c’era un letto di foglie gialle, arancioni e rosse, bellissime. Ci sedemmo proprio in mezzo al prato sotto un albero di acero rosso. Chiacchierando del più e del meno conobbi meglio Rukia. Era davvero interessante parlare con lei; ne aveva passate tante da bambina e poi aveva sempre in bocca un nome: Renji.
Aveva fatto tantissime cose con lui, fin da bambini, scorazzato per il Rokungai, rubacchiando delle piccole cose, facendo dispetti, andando a fare il bagno al fiume e pescare pesci con le mani. Aveva avuto un’infanzia triste ma allo stesso tempo piena di avventure, aveva un amico formidabile. Mi accorsi che aveva suscitato il mio interesse, solo ascoltando i suoi racconti. Renji sembrava davvero un ragazzo genuino e simpatico, ero davvero curiosa di conoscerlo meglio.
Facemmo una pausa dalle chiacchiere ed io mi stesi sul prato per godermi quella bellissima e soleggiata giornata. Chiusi gli occhi, annusando l’aria, piena di fragranze di ogni tipo: l’odore del sole che scalda il prato, gli alberi di acero che avevano un profumo dolce ma allo stesso tempo aspro, i fiori di vario genere tra cui un vasto prato d’iris contornati da ogni genere di rose. Era davvero tutto stupendo. Aprii gli occhi e raccolsi una foglia rossa appena caduta e la portai davanti agli occhi. Aveva un colore caldo e intenso, quasi lo stesso colore di capelli di quel ragazzo…. Renji.
-Rukia?- dissi a un certo punto.
-Si?- rispose. Si era sdraiata anche lei
-Lo nomini spesso, io sono curiosissima di conoscerlo… Renji intendo- lo dissi mentre giocavo con quell’enorme foglia rossa. Subito mi pentii di averlo chiesto, in fondo, conoscevo Rukia da poche ore, non volevo sembrare scortese o pretenziosa.
-oh- esclamò Rukia con un sorriso.
Si tiro su a sedere e guardò lontana- certo perché no? Anzi, sai che ti dico? Te lo presento subito! Il ragazzo testa-ad-ananas ci ha trovato!-.
Mi tirai su in tempo, per vedere quello scalmanato dai capelli rossi che correva verso di noi, con un sorriso da ebete stampato in faccia.
-Rukiaaaaaa! Urlava come un ossesso -Dovresti vedere la mia classe! Io sono nella prima, è fantastico!- La raggiunse continuando a sbraitare con quella faccia solare. Mi colpì tantissimo il suo comportamento. Trattava Rukia come un maschio e lei rideva di gusto a sentirlo. Li lasciai chiacchierare in pace, avevano una sintonia assurda, un’amicizia così era difficile trovarla.
-Renji, devo presentarti una persona- Rukia si girò dopo un po’, per indicarmi.
Io sorrisi giovale. Mi alzai dal prato e li raggiunsi tendendo la mano verso di lui.
 -wow, sei davvero un terremoto, lo sai?- sorrisi divertita. –Io sono Ayame, Ayame Aomori-
Lui mi fissò per due o tre secondi, visibilmente confuso. Quasi incantato. Io continuai a guardarlo, con fare interrogativo. Non sapevo cosa fare, era veramente incantato, come inebetito.
-Renji!- sibilò Rukia guardandolo storto.
Rukia gli pestò il piede, con tanta furia che temetti che gli avesse rotto qualche dito. Renji iniziò a urlare come un ossesso per il dolore.
-MA DICO, SEI IMPAZZITA?- Ululò lui, iniziando a saltellare per il dolore. Io rimasi interdetta, non sapevo se ridere o rimanere seria.
-SEI TU QUELLO MALEDUCATO CHE NON SALUTA LA MIA AMICA!- Urlò lei di rimando.
Non riuscii a trattenermi, iniziai a ridere come una matta, tanto che dovetti reggermi la pancia.
-Oh Rukia!- sospirai prendendo fiato -E’ proprio come lo avevi descritto!- continuai a ridere di gusto.
-P-perché cosa ti ha detto?- mi chiese Renji rosso in volto -Maledetta! Parli male di me alle mie spalle?- disse poi rivolto a Rukia, ma non fece in tempo a girarsi completamente che lei gli assestò un calcio che lo fece cadere, in avanti.
-Taci e presentati!- urlò lei.
Erano davvero buffi.  Ridevo talmente tanto che mi uscivano le lacrime.
-va bene ho capito non serve che mi maltratti!- disse in tono offeso. Si alzò sgrullandosi i pantaloni sporchi di polvere, ancora rosso in faccia. Si girò a guardarmi e con un leggero inchino disse -sono Abarai Renji, è un piacere Ayame-.
-molto piacere- sorrisi cercando di asciugarmi le lacrime e gli porsi la mano, lui la prese, ma, invece di stringerla, la girò sul dorso e la baciò delicatamente. Rimasi ferma, immobile.
“un po’ azzardato in effetti! Che spavaldo.” Pensai. lui alzò lo sguardo, mi sentii in fiamme la faccia. Mi penetrarono dei bellissimi occhi rossi. Non feci in tempo a capire altro che Renji sparì dalla mia vista, steso da un calcio laterale di Rukia.
-Andiamo Ayame … lasciamo stare questo pervertito!- disse lei prendendomi per una manica della divisa e trascinandomi verso l’entrata della scuola camminando come se non fosse successo nulla.
Guardai in direzione di Renji seduto per terra che si massaggiava un fianco con una smorfia di dolore.
-ahi ahi che male… maledetta questa volta me la paga- sussurrava inviperito. Si accorse del mio sguardo e sorrise mestamente. -Scusami Aomori-san!-  gli feci un cenno di saluto con la mano, ricambiando il sorriso.
“cavolo quel sorriso gli esce proprio bene” rimasi ancora in silenzio qualche istante a guardarlo. Mi staccai un secondo da Rukia e mi avvicinai a lui, gli presi la mano tra le mie.
 -Chiamami Ayame-  un ultimo sorriso e scappai via verso Rukia. Quel ragazzo, così maldestro e scapestrato aveva mosso qualcosa dentro di me. Era davvero strano. Toccandomi le guance e sentendole bollenti come lava entrai in classe, e stetti con la testa tra le nuvole per il resto della giornata. Mi persi quasi tutto il discorso iniziale sul kido e dovetti chiedere a Rukia i suoi appunti. Recuperai in fretta e mi rimisi al passo con la lezione.
 
 
 
Renji iniziò a farsi vedere più spesso quando io ero con Rukia, il che a me faceva piacere.
Ancora  non avevo raggiunto per livello di sicurezza e confidenza da poter stare sempre con Rukia, ma con il passare dei giorni, scoprii che potevo quasi considerarla una sorella. Avevamo visioni del mondo molto simili, parlavamo di tutto! Passato, presente, esperienze vissute e anche alcune confidenze. Iniziavo davvero a fidarmi al cento per cento di lei.
D’altro canto vedere Renji e Rukia battibeccare era quasi diventato un mio passatempo; era piacevole passare il tempo con loro, finalmente sentivo che delle persone riuscivano a farmi integrare. Mi raccontavano degli aneddoti divertentissimi di quando erano piccoli e ne combinavano di tutti i colori, e quasi li invidiai. La mia d’infanzia nel Seireitei, sì era stata bella, ma a causa del mio precoce sviluppo della reiatsu ero sempre debole, avevo dovuto abbandonare tutto quello che facevo, dal semplice aiutare mia madre e mia nonna in casa, al prendere la legna per il fuoco nel boschetto vicino casa. Ero costretta a riposare il più possibile. Questo ha fatto in modo di modificare il mio carattere, tanto da essere abbastanza sulle mie e taciturna, passando il mio tempo a leggere tutto quello che trovavo e a scrivere le mie pochissime memorie da umana. Era curioso, ma a quanto pare, più passava il tempo, più dimenticavo la mia vita terrena.
Un giorno ci trovavamo all’aperto, dopo una sessione intensa di addestramento con la spada, quando Renji ci raggiunse.
-Ragazze, ho notizie dalla prima classe. A breve cominceremo gli esercizi con il kido.- sembrava un po’ nervoso, tanto che non aveva la solita faccia sorridente quella mattina. –Il sensei ha detto che per me sarà veramente complicato. -
-Perché?- chiesi
-Ah non lo sai?- disse Rukia con fare di scherno –Renji il primo giorno ha quasi fatto esplodere il cortile solamente incanalando la sua Reiatsu nel kido!-
-Rukia, sei veramente una maledetta! Sono solamente più forte di te, razza d’invidiosa!-.
-COS’HAI DETTO? RIMANGIATELO!- Rukia iniziò a battibeccare come sempre con Renji, il che la cosa mi fece molto ridere.
“come al solito!” pensai mentre il finto litigio andava avanti. “potrei abituarmi a tutto questo.”
Mi sentirono ridere e guardandomi, interruppero la litigata e risero insieme a me.
“Già, mi ci potrei proprio abituare.”
   
 
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