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Autore: Luxa05    31/01/2022    1 recensioni
Inizialmente volevo scrivere un copione per un piccolo sketch, ma... mai farsi aiutare dal generatore casuale di parole.
Piccola raccolta di one-shot serie ma non troppo.
Non riesco a capire perché da PC si vede bene mentre da cellulare no T.T, se qualcuno sa qual è il problema mi aiuti, grazie T.T
Genere: Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Nonsense | Avvertimenti: nessuno
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TRA RAZZI E ALBERI

Questa storia è ambientata ad Akomos, un piccolo borgo sulla costa orientale della Grecia con panorami stupendi e viste mozzafiato.
La gente qui si muove quasi sempre a piedi, perché è molto piacevole passeggiare e le automobili vengono usate davvero poco, poiché il borgo è molto piccolo ed è tutto facilmente raggiungibile anche solo camminando; inoltre i cittadini sono tutti convinti ecologisti.
La protagonista di questa storia è Kia, una ragazza creativa che canta e suona la chitarra, ma ha un piccolo sogno segreto: sta progettando di nascosto la costruzione di un suo personale razzo.
Un giorno le corde della sua chitarra si ruppero e Kia uscì per andarne a comprare delle nuove, ma per la strada incontrò un turista, cosa rara perché in quel borgo non giungevano quasi mai dei visitatori.
Il turista, vedendola, le si avvicinò: -Ehi ciao! Sono in viaggio per l’Italia e ho voluto visitare questo piccolo borgo sconosciuto. La vista da qui è stupenda! Potresti farmi una foto?-
Il turista porse il suo smartphone a Kia e iniziò a mettersi in posa, ma Kia prese subito la parola: -Guarda mi dispiace, il tuo cellulare è scarico, ma posso fare la foto col mio!- e subito rimediò al piccolo inconveniente.
-Grazie per la foto!- disse il turista, sorridendo -questo è il mio numero così puoi mandarmela- e le dettò il numero, per poi andarsene.
Kia comprò le corde e una volta a casa decise di salvare il numero e mandare la foto al turista.

Turista senza nome

Ciao! Sono Kia, la ragazza che ti ha scattato la foto, eccola qui!
[Foto]
Scusa ma come ti chiami?

Mi chiamo Martino, grazie per la foto!

Iniziarono così a conversare su WhatsApp del più e del meno e parlarono un po’ di quel meraviglioso borgo sperduto in Grecia. Lei si propose di fare da guida e così decisero di incontrarsi il giorno dopo. 
Dopo un piccolo giro nel paesino, Kia fece una sorpresa a Martino, portandolo in un museo di scienze astronomiche.
-Mio padre è capo di un’industria di materiali per razzi- disse Martino, e Kia diventò felicissima perché appunto voleva costruire un razzo.
-Nell’industria si produce anche carburante, rigorosamente ecologico, per razzi- continuò Martino. “Quindi sono apposto!” pensò Kia, al settimo cielo.
-Quello che mi stai dicendo è bellissimo, non so se te l’ho già detto sto progettando di costruire un mio razzo personale!- disse Kia.
Iniziarono così a progettare insieme questo razzo e per la felicità decisero di uscire una sera per bere del buon vino e giocare a biliardo. Purtroppo però, ad un certo punto della serata si ruppe il tacco di Kia e lei cadde ma lui la salvò e la prese in braccio. Ma a questo punto pensarono che sarebbe stato meglio tornare a casa per stare più tranquilli e cambiare le scarpe; una volta a casa decisero di giocare a Uno® e nel mentre accesero lo stereo.
Durante la partita però persero il senso del tempo e quindi la musica di notte non fece dormire tutto il vicinato; così i vicini andarono tutti a bussare e a lamentarsi. Addirittura un vicino cercò di tendere un agguato ai due ragazzi ma per sbaglio cadde e si ruppe la testa: per fortuna c'era tutto il vicinato in strada e quindi chiamarono l’ambulanza, che arrivò in tempo e lo salvò.
Nel frattempo i due spensero lo stereo e lui decise di tornare a casa, ma prima di andarsene disse a Kia: -Io ci sarò sempre per costruire il razzo, sono il tuo braccio destro-
Nel tragitto verso casa però si ricordò di dover prendere il pane integrale e andò in una panetteria by night. Preso il pane integrale, decise di farsi un sandwich di tonno e lo mangiò come spuntino di mezzanotte, anche se erano le tre passate. 
Quando poi lui si svegliò il giorno dopo, e si mise le scarpe, inciampò, perché qualcuno nella notte aveva annodato le stringhe del paio di scarpe.
I mesi passarono e finalmente il razzo era pronto; ora però mancava solo una cosa da fare: chi avrebbe testato il razzo? Ma la risposta non tardò ad arrivare: -IO!- disse subito Martino - ANDRÒ IO! Sono nato immortale e quindi non corro rischi!-
-Perfetto, allora andrai tu! E se il razzo è apposto ci trasferiremo su Marte… INSIEME!-
Il giorno dopo lui partì e andò nello spazio. Tutto stava procedendo secondo i piani, ma purtroppo i piani erano sbagliati e lui si perse nello spazio.
Ma per fortuna era immortale!
Immortale sì, ma non in grado di ritrovare la strada giusta e rimase così per sempre bloccato nello spazio.
Lei, non vedendolo tornare, pensò “mi ha abbandonata qui da sola” e allora decise di diventare un albero.

   
 
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