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Autore: xla    07/02/2022    0 recensioni
[Vegeta/Goku - Vegeta/Bulma - Goku/ChiChi]
Il cuore del Principe era puro, Goku non aveva dubbi. E avrebbe fatto qualsiasi cosa per il bene di Vegeta.
-Oh Vegeta… sei mio amico e sei ferito, perché dovrei lasciarti soffrire? -
-Perché non fai altro, Kakarot! –
Genere: Avventura, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Bulma, Chichi, Goku, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta, Chichi/Goku, Goku/Vegeta
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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What a Prince deserves
 
Capitolo 7
 
This is me - part. II
 
 
 
 
780, Un anno dopo.
 
 
Un giorno sentirono l’aura di Trunks crescere a un livello spaventoso, si bloccarono dagli allenamenti in simultanea anche se erano in due punti diversi. Vegeta arrivò subito da lui, il legame che trillava in allarme. Goku annuì.
-Maestro Whis, dobbiamo andare. –
L’angelo portò le mani dietro la schiena, annuendo a sua volta e consegnando ai saiyan un piccolo oggetto, dicendo che potevano mettersi in comunicazione con lui tramite questo, sarebbe stato chiamare il suo nome,
Vegeta mise una mano in quella di Goku che lanciò una piccola scintilla nel loro spazio condiviso, anche se l’espressione sul viso era seria, mentre si portava un dito alla fronte, concentrandosi per localizzare e afferrare il ki del bambino.
Appena arrivarono nel giardino di casa Brief, Trunks lasciò andare il livello di super saiyan, Goku lo guardò sorridendo: era davvero un giovane molto forte. Poi si voltò per vedere Vegeta che guardava Bulma negli occhi e in quello sguardo i due vissero una vita intera. Sorrise ancora di più, era felice per loro.
Poi Bulma attirò l’attenzione di tutti verso il gazebo, e lì su una brandina c’era Trunks, più grande e con accanto una spada. Goku si avvicinò mentre sentiva il racconto di Bulma: semplicemente era comparso dal nulla con la macchina del tempo ma questa volta privo di sensi. 
Steso e così malandato sembrava più giovane di quello che ricordava. Goku aveva solo una vaga idea di quello che viveva quella giovane vita ma sapeva che era sopravvissuto anche grazie al suo sangue saiyan. 
Vegeta lo guardò e lui annuì ancora, mettendosi due dita ancora sulla fronte, trovando subito il ki che gli serviva. Quando tornò con i fagioli senzu e Trunks ne mandò giù uno, Bulma tirò un sospiro di sollievo. 
In lei rivide un po’ Chichi. Erano due donne così forti… 
Quando Trunks aprì gli occhi sembrava spaesato, poi lo guardò e lui sorrise, ma il ragazzo si alzò velocemente con negli occhi la determinazione di chi non si sarebbe fermato per niente al mondo, scattando in avanti e caricando un pugno contro di lui.
-Tu! Maledetto! – urlò mentre lo colpiva.
Goku lo bloccò facilmente, ma il gesto di Trunks lo aveva completamente spiazzato.  
-Trunks, cosa-- - balbettò Bulma, sconvolta.
La sua voce richiamò alla realtà il mezzo saiyan che si girò per osservarla: i suoi occhi divennero lucidi e cadde ai piedi della madre, abbracciandola, stringendosi a lei come se fosse tutto ciò che aveva nella vita. Bulma lo abbracciò preoccupata, mentre Vegeta si sentiva ancora più in allerta, Goku inviò attraverso il legame un buffetto dolce- l’amico rispose con un sospiro ma le sue spalle erano meno rigide.
-Mamma, oddio mio mamma… sei tu. – pianse Trunks, - Sei viva! –
Bulma si bloccò carezzando la testa del figlio. Qualunque cosa fosse successo era grave, ma le parole di Trunks fecero tremare qualcosa dentro Vegeta e tutto quello che Goku poteva fare al momento era mandargli calore, costringendosi a non toccare alcuna parte del suo corpo con la coda.
Trunks raccontò tutto, e fu terribile, pensavano che le cose si fossero sistemate quando era tornato indietro per dare la medicina a Goku e poi contro Cell, ma non era servito a niente e adesso nel mondo del ragazzo si era palesato un nuovo nemico, qualcosa di nuovo e incredibile, un personaggio misterioso e potente: Black Goku. Qualcuno che aveva l’aspetto di Son Goku e che si era presentato come tale.
Il nome Black Goku era stato dato con cupo umorismo dalla Bulma del futuro, anche se quella attuale aveva avuto da ridire sul nome, trovandolo un orrendo stereotipo. 
Semplicemente un giorno questa persona era apparsa e si era presentata dicendo che avrebbe sterminato tutti i terrestri in nome della giustizia. Lo stesso trattamento che aveva riservato ai mortali su altri pianeti. 
Il combattimento è andato avanti per un anno tra questo Black Goku e Trunks, decimando quasi del tutto la razza umana. E anche Bulma… 
Bulma che aveva visto morire il suo migliore amico e poi i suoi amici, la sua famiglia e infine era stata uccisa da uno sconosciuto che aveva lo stesso volto di quel migliore amico.
Attraverso il blocknotes della futura Bulma, quella del presente poteva fare qualcosa con la macchina del tempo. Lo aveva fatto perché sapeva che su di loro poteva contare, affidandogli il figlio, la speranza della Terra. 
Rivedere Trunks era stato strano, non era lì per una visita di cortesia, ma era sempre un’occasione come un’altra per rivedersi quella di dover menare le mani. Trunks era cresciuto ancora, diventano se possibile ancora più responsabile, un guerriero che era stato cresciuto un in mondo desolato e quasi privo di vita che nutriva una grande speranza, incarnandola e continuando a lottare… ecco, Trunks era diverso da lui, da Vegeta e da Gohan… non combatteva per diventare migliore fine a se stesso, non lo faceva perché gli piaceva… combatteva, continuava ad allenarsi, per difendere il suo mondo, per combattere contro lo minacce che cercavano di distruggere ogni cosa. Per tutte quelle persone che non potevano e per chi non c’era più. 
Trunks incarnava la speranza che non si arrendeva mai. E conservava ancora un cuore puro e gentile. 
Goku era orgoglioso di questo ragazzo… Vegeta lo mostrava invece in un modo diverso, ma d’altronde Vegeta era fatto in quel modo, incoraggiava e comunicava con azioni più rudi rispetto ai canoni umani- perché non era umano. 
Sapeva cosa c’era nel cuore e nella mente di Vegeta, il loro legame mentale era solo un vago suggerimento, ma il saiyan più anziano teneva profondamente alla moglie e al figlio.
Mentre esteriormente, Vegeta continuava a mantenere il focus verso il nuovo rivale… questa volta non così nuovo, un nemico che era forse più simile a un riflesso di ciò che aveva sempre desiderato. Goku poteva sentire il cuore di Vegeta pompare più velocemente, il sangue correre frenetico… il Principe era eccitato all’idea di scontrarsi con questo individuo sadico e privo di scrupoli, perché portava il suo volto. Continuava a ripetere che avrebbe sconfitto lui Kakarot… Goku non comprendeva, lui era lì. Quale altro Kakarot c’era? Quello chiamato Black Goku non poteva esserlo. Lui non avrebbe mai agito in quel modo.
Probabilmente Vegeta cercava il brivido della sfida. Non era abbastanza per lui? Le loro sessioni di allenamento erano diventate ripetitive, lui era forse banale nelle tecniche? 
La coda avvolta attorno la vita si era gonfiata, dalla confusione e dall’irritazione.
Certo, Goku stesso aveva notato da tempo che non c’era più nulla che Vegeta potesse nascondergli, anticipava le sue mosse come se le potesse compiere lui, e uguale per Vegeta, ma Goku aveva pensato che fosse una cosa stupenda da esplorare e sfruttare in combattimento e non solo. Era scontato che per Vegeta non fosse così… doveva essere qualcosa con radici molto profonde e lui ancora non aveva compreso il suo spirito? Poteva davvero essere così cieco?
 
 
 
Con un forte tuono, uno squarcio si aprì con un rumore sinistro nel cielo azzurro, e quando vide se stesso volare a così breve distanza non resistette e sfrecciò in aria verso di lui, curioso di osservarlo più da vicino: erano davvero due gocce d’acqua.
Non sapeva perché era lì, con quel completo simile al suo ma nero e rosso, ma era sicuro di non aver mai avuto uno sguardo così sadico in viso. 
-Sei Black… -
-Buongiorno a te, Son Goku. –
La voce sembrava dolce, il suo nome quasi un complimento. Dentro il legame Vegeta tirò uno strattone per riportalo sull’attenti, sbuffò in risposta, mandando un segnale che no, lui non abbassava mai la guardia.
-Ho sentito che sei forte. –
-Sì. –
-Combattiamo! – non era una domanda, se questo tizio era almeno un po’ come lui allora come poteva non voler combattere? 
-Sarà un onore, anche io volevo combattere contro di te con questo corpo. –
Cosa? Ma non si sarebbe fatto prendere di sorpresa, non davanti la sua stessa faccia! Anche se era davvero strano perdersi a pugni, non aveva mai avuto un’occasione del genere e non se la sarebbe fatta scappare. Non era particolarmente interessato al perché delle azioni e al come fosse riuscito ad arrivare dal tempo di Trunks, sapeva solo che stava avendo un buon combattimento.
Era forte come aveva raccontato Trunks, ma continuava a blaterare di adattamento e che quel corpo era fantastico, così forte, potente e un sacco di altra roba che a Goku non importava. Non voleva ascoltare niente sul suo desiderio di “possedere un tale corpo così stupendo”.
Gli stava dando un buon combattimento sì, mettendolo alla prova poteva dire che ci sapeva fare, forse troppo euforico, come un bambino che stava ancora imparando a usare un nuovo giocattolo, e poi più lo colpiva, più questo rideva. 
Sforzandosi di non dare fondo alle proprie energie, buttò letteralmente Black al suolo e questo si alzò. Goku sorrise, doveva riconoscerglielo, poteva essere divertente.
Poi la voragine in cielo tremò, e anche qualcosa sulla mano di Black, venne risucchiato da un vortice che lo stava aspirando con grande potenza, per poi sparire nel nulla esattamente come era comparso, ma non prima di aver distrutto la macchina del tempo di Trunks.
Goku tornò a terra, l’atmosfera era tesa, non chiese perché Vegeta fosse così irritato, non ne aveva bisogno e non lo fermò quando questi volò via a gran velocità, sapeva che era diretto verso la Stanza dello Spirito e del Tempo, prima di entrarvi, sentì solo: me la pagherà cara, e poi il nulla. 
Lui rassicurò Bulma e Trunks e si misero d’accordo che presto si sarebbero sentiti, intanto la scienziata stava scrutando il blocknotes che era riuscita a salvare dalla macchina, gli appunti della Bulma del futuro per costruire un’altra macchina del tempo, ma sembrava scoraggiata, quando la donna si illuminò e corse dentro casa, tornando con l’altra macchina del tempo che Trunks le aveva lasciato. Così, Goku li salutò e andò da Re Kaioh. Aveva bisogno di allenarsi e di schiarirsi le idee…
Se davvero Vegeta lo voleva morto allora perché quelle parole, quei gesti… quei sentimenti… no, Vegeta non lo voleva morto. Voleva altro… il suo istinto lo faceva ritornare al pensiero che l’amico cercasse una battaglia stimolante e senza freni, e gli venne voglia di ringhiare: lo riteneva troppo morbido? Non si era risparmiato nelle loro lotte, erano diventati sempre più forti insieme, i loro ki erano quelli degli dei! Condivideva la voglia di diventare sempre più forte, non ne aveva mai abbastanza, ma che preferisse un altro a lui… un altro Goku che era perfido e privo di scrupoli, un assassino… quello che… che-
Si teletrasportò a casa di Bulma, seguendo il legame con Vegeta che era tornato e non riuscì a restare di più da Re Kaioh, voleva vedere Vegeta! Anche guardarlo vicino a Bulma lo scaldava e sperava con tutto se stesso che faceva lo stesso per il saiyan. Pronto per combattere contro questo nuovo nemico e portare la pace nel pianeta di Trunks.
Goku guardò Vegeta. Quante possibilità potevano esserci? Il saiyan più anziano ricambiò l’occhiata con un cipiglio- Goku coprì appena la propria parte del legame ma la trepidazione no, quella no, per quanto il pensiero di Vegeta lo riempisse, l’idea della lotta che li attendeva lo faceva fremere dal desiderio. Per fortuna l’altro non andò oltre, Vegeta non lo faceva mai.
-Se stai pensando di essere il primo, contro questo Kakarot, puoi andare, ma- -
-Il colpo di grazia deve essere tuo. – concluse, oramai abituato a quella frase, sentita troppo spesso verso se stesso.
-Vedi di ricordartelo anche mentre combatti. – lo ammonì come una minaccia.
Goku mise le mani sui fianchi: - E tu ricordati che quello non sono io. –
-Sei tu. – imbeccò il Principe con nonchalance. 
-No. Non farei mai le cose orrende che ha fatto quell’individuo! –
-Esattamente per questo! –
Goku aprì la bocca ma cercò di mantenere la calma, agitarsi non avrebbe portato a nulla. Prese un piccolo respiro e placò il proprio ki. E parlò con voce leggera, come se stesse conversando del tempo. La coda si agitava in aria dietro la schiena.
-Vuoi combattere contro di lui… perché è come vorresti che fossi? –
Vegeta spalancò gli occhi e si avvicinò a grandi falcate, fino a prendergli la parte superiore del body arancione superiore e tirarlo in un pugno verso di sé.
-Quando parli così mi fai venire voglia di aprire quella testaccia dura e vedere da me quanto sia vuota! – 
-La mia era solo una domanda. – continuò senza scomporsi, alzò gli occhi al cielo – È forte, è cattivo, ha la mia faccia… - tornò a guardare l’amico: - Sembra simile a ciò che ti aspetti da un saiyan. –
-Tu sei, un saiyan! Una dannata terza classe, ma sei un saiyan! – gli ringhiò a pochi centimetri dalla faccia.
Davanti quegli occhi, Goku sentì una spinta interiore che lo portava a voler ringhiare in risposta, ma non lo fece, la sua stessa coda non mostrava alcun segno di alterazione di animo.
-Lo è anche lui. –
-Oh. – ghignò Vegeta, improvvisamente sorridente: - Qualcuno è geloso che ho un nuovo compagno di giochi? –
Goku sorrise: - Sei il mio compagno di giochi? –
-Dannazione, Kakarot! – urlò, mollando la presa sul vestito e dandogli una forte spinta. 
Goku si ricompose subito e si avvicinò di nuovo a Vegeta, la coda che dondolava dietro di lui.
-Ehy, Vegeta… non sono geloso, a dire il vero non so bene cosa sia la gelosia, o se la sto provando senza saperlo. Penso solo… so che non vuoi uccidermi, in qualche modo l’ho sempre saputo anche al di là del tuo desiderio di farlo. – ridacchiò, - quindi cos’è? So che abbiamo una missione e che la porteremo a termine, non importa cosa, ci riusciremo, però questa tua insistenza nel chiamarlo come chiami me e la tua voglia di combattere contro di lui… -
Vegeta lo ascoltava a braccia conserte e occhi chiusi, quasi non volesse guardarlo.
-Mh. – rispose dopo due secondi. – Come avevo detto: sei un idiota! –
Goku sbuffò: - Vegeta, se continui ad insultarmi non capirò mai. Spiegati. –
-Io? Sono un Principe, un Principe non spiega: comanda! –
-Non puoi fare un’eccezione? – ridacchiò passandosi una mano dietro la nuca. 
Vegeta cercò di non esplodere, piuttosto sentì il ki mutare, come se avesse visto uno spiraglio inaspettato nella propria aura. Sorrise con quel sorrisetto piccolo e strafottente. Goku deglutì ma non poteva nascondere la curiosità.
-Non vedi l’ora di incontrare di nuovo questo Black Goku, perché fin dai racconti di Trunks, hai capito che è temibile e oh, dei, sei eccitato al solo pensiero, non vedo l’ora di sapere cos’altro farai. Qualcuno come te, hai ragione, ma è… più forte di te, mh? Lo è? – lo prese in giro: - Come reagirai, quando ci vedrai combattere? Quando lo riempirò di pugni e lui farà altrettanto con me? Sarà davvero il saiyan che dovevi essere quando sei stato spedito su questo pianeta blu? – la coda di Goku era scesa dietro una delle cosce coperte dai pantaloni arancioni. – Forse è davvero un Kakarot che è riuscito a non rompersi la testa. – vide che si prese un momento come per immaginare la scena: - Tu non sei geloso, hai ragione… sei furioso, questo è saiyan. – lo disse con molta soddisfazione.
-No, non sono arrabbiato. –
-Infatti ho detto furioso, sei oltre la rabbia, Kakarot. – sollevò un indice per provare il punto: - Non vedi l’ora di massacrarlo, vero? – negli occhi una piccola scintilla che non aveva mai visto. – Due Kakarot che si battono ai miei piedi… sembra un comune giorno per un reale! –
Goku quasi arrossì.
-Se continui così finirò tutto io, Vegeta, te lo dico! – 
-Non oserai… - gli ringhiò addosso, quando sapeva che era solo la miccia per scatenare l’incendio, infatti gli sorrise alzando il ki.
-Vuoi mettermi alla prova? –
-Sempre! –
Goku allora quasi si stava per trasformare, quando Bulma li chiamò: la macchina del tempo era pronta.
 
 
 
Non erano del tutto pronti a ciò che li attendeva. Trunks aveva parlato di quanto non fosse facile il suo futuro, ma lo spettacolo orrendo davanti i loro orecchi era un’altra cosa.
Ed era tremendo, quel ragazzo e tutte le altre persone avevano già avuto la loro dose di guai e a difendere la Terra era rimasto solo Trunks, cosa che Black aveva sfruttato per diventare più forte, una volta capito come funzionava un corpo saiyan e come fargli produrre lo zenkai. 
Non era bastato un viaggio per sconfiggerlo, ma solo come testimonianza di quanto la situazione fosse grave.
Ma la volontà dei terrestri era così grande, la loro fiducia in Trunks lo era ancora di più- questo a quanto pare faceva sorridere Black, beffeggiandoli. Gli umani avevano creato un piccolo gruppo dove si supportavano a vicenda e si aiutavano, dimostrando ancora una volta il verso animo dell’umanità.
Erano stati condotti attraverso uno dei loro rifugi, con Trunks che teneva in braccio una ragazza priva di forza, al punto da aver bisogno di un fagiolo senzu e che il ragazzo le passò attraverso un bacio.
Goku sospirò nel guardare la scena, trovandola molto dolce, sorpreso anche del gesto che aveva spesso visto nei film e nella mente di Vegeta tra il Principe e Bulma. Quando espresse a voce la sua sorpresa le persone apparivano sconvolte, soprattutto Vegeta, che forse non si era mai preoccupato di controllare o meno se avesse mai baciato: no, non lo aveva mai fatto, non ne vedeva il motivo. Vegeta lasciò cadere l’argomento e vide saltare un’ampolla della Capsule Corp. facendo spuntare un’enorme quantità di cibo per tutte quelle persone che sembrava avessero passato l’inferno: Goku gli mandò onde di calore, nel vedere la premura dei suoi due amici nel portare nel futuro il cibo per chi ne avesse bisogno.
Quando Trunks si riprese, iniziò un lungo e doloroso discorso: sembrava che Trunks avesse in sé troppo da gestire e quasi come se non si sentisse in dovere di manifestarlo, ma tenersi tutto dentro.
-Secondo Black… nella perfezione dell’universo, gli esseri umani sono l’unica imperfezione. L’unico errore. E lui vuole che la Terra diventi un luogo di assoluta perfezione. –
Vegeta schioccò la lingua: - All’amico manca qualche rotella nella testa. O non l’ha sbattuta. –
Goku non mancò il riferimento, ma non rispose a quella che sembrava essere una provocazione, concentrandosi su Trunks.
-Quindi vuole uccidere gli umani… perché vuole un mondo perfetto. –
-Sì. Parlava di pace e di come gli umani non siano in grado di fare buone scelte. –
-E ha ragione, - intervenne ancora Vegeta, - Gli esseri umani sono un branco di idioti buoni a nulla. –
-Ma- Vegeta! – balbettò Goku, confuso dal discorso dell’amico.
-Ma questo non significa che può venire qui sulla Terra e fare i suoi sporci comodi. – concluse, incrociando le braccia al petto. 
Il saiyan cresciuto sulla Terra sorrise. Purtroppo Trunks non aveva finito:
-L’ha chiamata la sua grande missione, lo sterminio degli umani. Anche se… ho la sensazione che il suo odio vada ben oltre gli umani, che si estenda a ogni mortale. Si è definito un dio e in quanto tale si sente in dovere di—correggere quelli che per lui sono errori… se soltanto fossi più forte… - ringhiò a denti stretti.
-Tu sei la nostra speranza, Trunks. – intervenne Mai, - Lo sai, se non fosse stato per te- noi… - gli prese una mano e la strinse: - Siamo vivi grazie a te, Trunks. –
-Mai… -
-Lei ha ragione. – si mise in mezzo Goku, avvicinandosi ai due giovani: - Non ti sei dato un momento di tregua, per difendere il tuo mondo. Dovresti essere fiero di te. – sorrise.
-Ma non sono stato abbastanza, io non- -
-Smettila di piagnucolare! – ringhiò Vegeta, facendosi avanti. – Se pensi di non aver dato il massimo allora alzati da lì e preparati, perché l’unico modo che abbiamo per vincere è questo: continuare a combattere! –
Goku allungò un po’ il legame verso Vegeta, lo sentiva molto nervoso e oltre alla situazione generale poteva intuire che era triste nel vedere il figlio in quello stato. Il Principe non diede tempo a nessuno di rispondere, allontanandosi.
-Vorrei davvero farlo. – sussurrò Trunks con le braccia di Mai avvolte attorno alle sue spalle: - Non penso che lo renderò mai orgoglioso. – 
-Tuo padre è orgoglioso di te. – a quelle parole il giovane sussultò, fissandolo con grandi occhi così simili a quella della madre. – Lo sai, che lo è… la sua irritazione viene dal fatto che tu sai di essere forte e non dai il massimo. –
-Come… come fai a dirlo? –
-Oh, eheh… - ridacchiò piano, - Io e tuo padre, noi- ehm… - poteva condividere quello? Poteva? L’unico altro individuo che lo sapeva era Whis. Si portò una mano alla nuca, dubbioso.
-Voi? – domandò Trunks, curioso, con accanto Mai che fissava con un’espressione sempre più sorpresa, finché non emise un piccolo sussulto:
-State… insieme? – 
Trunks scattò in piedi come se lo avesse punto qualcosa, guardando Goku con il viso rosso, il saiyan della Terra aveva ancora il sorriso in faccia:
-È vero Goku? –
-No, no. Mh noi non… siamo- - cosa erano? Tutto il loro percorso e il legame… significava qualcosa, soprattutto: significava per Vegeta? Sapeva che non lo odiava ma come poteva pretendere altro… sapeva solo che era un miracolo che l’altro non avesse scoperto il Patto che aveva fatto con Re Enma e che non aveva preso come un’offesa che lo considerasse un buon amico, e forse di più anche se non conosceva le parole giuste per dirlo, avere il legame era stata una benedizione. Poteva parlare anche senza parole.  
Goku guardò Trunks: il ragazzo aveva perso troppe persone nella sua vita.
-No, forse qualcosa saiyan, io non so bene queste cose, Vegeta sì. Ma non gli piace parlarne. – 
Trunks lo squadrò: - È per questo che sembra che non abbiate bisogno di parlare? – 
Era la prima volta che erano così lontani dal pianeta di Lord Beerus e che agivano con attorno qualcuno che non fosse l’angelo e il Dio della Distruzione. Loro due non avevano mai detto nulla in merito, e lui per primo non aveva notato un allontanamento simile tra lui e Vegeta… forse grazie al legame. Comunicare in quel modo doveva aver dimezzato la loro comunicazione verbale… 
-Noi… ci siamo allenati insieme. Un allenamento diverso dal solito. –
Trunks annuì: - Le nuove trasformazioni. –
-Sì, abbiamo un ki divino, quindi le cose sono un po’ cambiate credo. Ma sono le stesse. – si grattò la testa: - Scusami Trunks, non so come spiegarlo. E a Vegeta non piace. –
Trunks non ci pensò un momento prima di dire: - Non so molto di mio padre, lo sai… ma da quello che mi raccontava la mamma non c’era verso di fargli fare qualcosa se non voleva. Quindi… se avete questa cosa saiyan è perché la vuole anche lui. –
-Io… non l’avevo mai vista così. – mormorò Goku. – Ma le circostanze sono state al di là del nostro controllo. – anche se da quel giorno Vegeta non aveva più fatto intendere niente che volesse dire che voleva il legame spezzato.
-Goku, ce lo vedi mio padre a fare qualcosa contro la sua volontà? –
Goku ridacchiò e Trunks sbuffò dal naso con un sorriso sulle labbra. Poi Vegeta bussò nel legame e Goku si voltò verso di lui, come arrivato in silenzio per non disturbare. Trunks osservò la scena in silenzio e così anche Mai.
-È qui fuori. – disse Goku, il Principe annuì.  
Da quando erano arrivati nel futuro, Vegeta si era chiuso in un piccolo bozzolo, come se quelle pareti fredde fossero tornare, non lo aveva sentito così gelido quel luogo da molto. Poteva solo mandare onde di calore, un flusso continuo per ricordargli che non era solo.
Sembrava come se non lo vedesse, concentrato oltre ogni dire nella missione: l’odio verso Black era aumentato, ed era l’unica cosa che filtrava dalla barriera. Alcune volte Goku doveva ricordarsi che quelle emozioni non erano verso di lui o Vegeta stesso, ma Black.
Che li attendeva e non era solo.
Assieme a Black c’era anche un individuo che i due saiyan avevano già conosciuto: nella loro permanenza sul Pianeta di Lord Beerus erano andati a trovare un altro Kaioshin e il suo assistente, era forte e Goku non aveva resistito dal chiedergli di combattere, per l’esasperazione di Vegeta e l’ira di Lord Beerus, mentre l’angelo sorrideva. 
Lo scontro era durato poco ma si era divertito, ricordava gli occhi freddi e diffidenti allargarsi in realizzazione di come qualcuno come un morale potesse affrontare un essere come un Kaioshin. Vegeta lo aveva rimproverato di essere stato il solito arrogante, ma nel legame Goku avvertiva uno strattone di orgoglio saiyan che Vegeta non poteva esternare ma che lì invece faceva. 
Aveva scaldato Goku, già dimenticandosi dello scontro appena accaduto, concentrato solo sul Principe e quello che era il loro spazio personale. 
Ma questo gli ricordava anche che forse non era stata una buona idea lasciare quella sorta di bottone magico che gli aveva dato Whis a Bulma prima di tornare nel futuro di Trunks.
Zamasu era il nome dell’apprendista Kaioshin che aveva combattuto contro Goku e adesso era vicino a Black nel cielo, attorno a lui un ki oscuro e pericoloso e sui loro visi la stessa espressione truce e beffarda. Lo sguardo di chi si divertiva a schiacciare quelli che considera spazzatura.
Ma perché loro due erano lì e soprattutto… come era possibile che si fossero incontrati? 
Zamasu osservò le loro facce confuse e rise: - Noto con piacere che le vostre ottuse menti non riescono a capacitarsi di chi hanno davanti, visto che non vi siete ancora inginocchiati. – 
Black incrociò le braccia al petto ridacchiando. 
L’apprendista Kaioshin si focalizzò su Goku e sorrise con un’espressione dolce che fu molto inquietante: - Salva, Son Goku. –
-Zamasu! – urlò Goku, sollevandosi in volo: - Cosa sta succedendo? –
-È un piacere vederti. – indicò Black: - Cosa ne pensi? –
-Non capisco… -
-Grazie a te abbiamo capito che i mortali sono molto pericolosi e che era nostro sacro dovere proteggere l’universo. Lo scontro che c’è stato tra di noi ci ha aperto gli occhi e confermato che dovevamo fare qualcosa, in quanto Kaioshin è nostro compito. –
-No ehy, - la coda di Goku si gonfiò, - Non provare a scaricare la colpa su di me, che cosa stai dicendo? –
Vegeta arrivò al suo fianco in aria, ringhiando: - Basta chiacchiere! Non hai ancora capito, Kakarot? Concentrati sul loro ki! –
Goku lo fece, rimproverandosi mentalmente per la mancanza: Black e Zamasu avevano un ki molto simile, diverso ma… simile. Non era semplice da spiegare, era qualcosa di negativo che faceva scattare tutti gli allarmi del saiyan.
Inoltre, guardando quei due negli occhi… sentiva come se lo stessero chiamando. Rabbrividì. 
-Hai capito finalmente. – biascicò Vegeta a denti stretti: - Sono la stessa persona. –
Goku gli lanciò un’occhiata per poi tornare a focalizzarsi su questa coppia di nemici così temibili. Era stato difficile combattere contro Black e la trasformazione che aveva chiamato super saiyan rosé, e per quanto l’apprendista Kaioshin non fosse in sé una minaccia sicuramente non erano del tutto sprovveduti. I loro occhi erano così folli… crudeli. 
-Ma come è possibile che tu abbia la mia faccia? –
-Viaggi temporali, Kakarot! – sputò Vegeta, che tremava dalla rabbia, la sete di vendetta che saliva: - Sono apprendisti, ma sempre Kaioshin, hanno viaggiato nel tempo come Trunks. Ecco come hanno avuto il tuo corpo. –
Black ridacchiò: - Ma che bravo, Vegeta, sapevo di poter contare su di te. – la voce che cercava di imitare quella di Goku.
-Non rivolgerti a me in quel modo! – urlò il Principe serrando i pugni. 
La coda di Goku frustava l’aria, mostrando l’impazienza del saiyan. Il Maestro Whis non avrebbe approvato, ma non era lì. Forse stava osservando, ma non gli importava. 
Trunks arrivò vicino a loro, già trasformato in super saiyan: - Black! Vigliacco! –
-Oh, - scrollò le spalle questo riflesso sbiadito di Son Goku, - Stai giù, cucciolo, adesso parlano i grandi! –
-Hai detto che sono stato io a renderti più forte, vero? Bene, sarò io che metterò la parola fine a questa storia! – sfoderando la spada si buttò contro il nemico anche se Goku gli aveva urlato di non farlo, purtroppo Trunks era accecato dalla frustrazione e il risultato fu che venne scaraventato a chilometri di distanza e la sua spada spezzata in due.
-Maledetto… - ringhiò forte Vegeta, - La pagherai anche per questo. -
-Oh, non vediamo l’ora, Vegeta. – trillò Zamasu come se fosse tutto solo un gioco. – Perché vedi… sappiamo che nessuno può niente contro di noi. Abbiamo creato il piano perfetto e la vostra presenza non cambierà nulla. –
-Sterminare i mortali? – sbuffò Goku: - Quale grande piano! –
-Oh no, ti sbagli Goku. – il nome di Goku nella bocca di Zamasu era così sbagliato… sembrava che l’apprendista assaporasse ognuna delle sillabe. – Perché non solo ci hai aperto gli occhi, ma ci hai dato anche il modo migliore per poter avere un risultato certo. –
-Ancora con questa storia? – si mise in posizione di attacco: - Abbiamo parlato abbastanza; combattiamo! –
-Sono d’accordo, per me state solo prendendo tempo. – gli venne dietro Vegeta, contento di potersi finalmente sfogare. Nel loro legame si era aperto più di uno spiraglio e da quello di Vegeta usciva solo una cieca e gelida furia. Istintivamente Goku pensò di andare da lui, di calmarlo, ma sapeva che non sarebbe servito a nulla e che lui per primo non aveva molto controllo in quel momento.
-Uh, quali vili animali che siete… - ridacchiò Black. – Non vi preoccupate, finirete presto all’altro mondo, ma prima volevamo rendervi partecipi di una cosa. È giusto che soprattutto Goku lo sappia. –
-E se non volessi? – scoprì i canini. 
-Sono sicuro che ti piacerà. E anche a te, Vegeta. – continuò Black.
-Per me potete andare a farvi fottere tutti e due! – urlò il Principe.
-Sapete invece cosa volevamo noi? – iniziò il discorso Black come se non fosse mai stato interrotto, trattando i saiyan con una tale indifferenza che aumentò solo la loro rabbia. – La potenza, ecco perché abbiamo scelto questo corpo. –
-E l’immortalità. Abbiamo radunato le sette super sfere del drago e chiesto il corpo di Son Goku e l’immortalità. Siamo un essere perfetto e imbattibile. -
Vegeta improvvisamente ridacchiò: - E dire che le divinità dovrebbero essere intelligenti. –
-Come? – gli occhi dei nemici lampeggiavano in modo pericoloso per quello che consideravano un grande affronto.
Vegeta schiccò la lingua e con un sorrisetto incrociò le braccia al petto: - Se volevi la potenza potevi desiderarla, semplicemente. –
-Volevo questa potenza. – disse Black, indicandosi il corpo trafugato.
-Sì, indubbiamente è un corpo potente. Ma tu non volevi solo quella potenza, perché bastava chiedere il potenziale saiyan no, volevi il corpo di Son Goku! –
-Sono un dio, come osi, mortale!? – urlò Zamasu.
-Non cederemo alle tue provocazioni, saiyan. – rispose Black che cercava di mantenere la calma. – Non puoi nulla, siamo immortali. –
-Lui è immortale. – Vegeta indicò Zamasu. – Tu sei un tizio nel corpo del suo sogno erotico, altrimenti potevi chiedere un potere saiyan e l’immortalità. Invece sei solo un pervertito! –
Black stava quasi per saltargli addosso, invece fermò il compagno, invitandolo ad aspettare, poi si rivolse a Vegeta con un sorriso.
-Vegeta, Principe Vegeta… te la sei presa perché ti ho rubato l’idea? –
Dopo un istante in cui Vegeta sembrava spiazzato si ricompose subito: - Oh, per favore, questi giochetti con me non funzionano. –
Il viso di Black cercò di assumere un’espressione dolce: - Non serve nascondere quei pensieri sporchi e quei sentimenti impuri… so cosa provi, posso leggerlo dentro di te, come mi guardi… sei schifosamente eccitato, mi chiedo come faccia Son Goku a non sentire il tuo odore… è ovunque! –
-Bada a come parli! – urlò, potenziandosi.
-Prego, vieni pure… - aprì le braccia in un invito, - Se non ho capito male… è parte dell’accoppiamento saiyan, giusto? –
-Kakarot… - chiamò Vegeta e onestamente Goku era abbastanza confuso dalla conversazione. Capiva solo che adesso il loro legame era come un pozzo in ebollizione e che sentiva di potersi scottare talmente era diventato bollente all’improvviso.
-Sì? –
-Cambio di piano, da qui in poi ci penso io. –
-Ma Vegeta, avevi detto che il primo round era mio. Non ho ancora finito! – pigolò, non capiva bene cosa fosse successo, ma voleva continuare a combattere, lo avrebbe aiutato a schiarirsi le idee. – Ti prometto che il colpo finale è tuo! Lasciami ancora divertire! –
-No. – ringhiò il Principe. – Non voglio solo ucciderlo, voglio massacrarlo! –
E da lì Vegeta partì all’attacco senza neanche il suo benestare, ma non se ne curò. Guardò verso Trunks e Mai, trovandoli un po’ ammaccati ma tutto sommato stavano bene. Controllò i ki attorno trovandone troppi pochi per come era abituato. Dovevano assolutamente vincere questa battaglia…
Zamasu si parò davanti a lui.
-Mi piacerebbe un combattimento contro di te. – proclamò l’apprendista con voce melliflua.
-Sai che posso batterti, perché dovrei accettare? –
L’altro ridacchiò: - Mio caro Goku… sono immortale, ricordi? Posso rigenerare qualunque parte del mio corpo quindi ti invito a fare del tuo peggio. – si leccò le labbra: - Scarica su di me la tua potenza, per favore. –
-Sei pazzo! – sbottò. 
Il sorriso di Zamasu divenne così lascivo che Goku se lo sentì addosso fisicamente. Fece un balzo indietro. Ogni cosa dentro di lui urlava di tenersi alla larga della creatura che aveva davanti, l’altra parte lo incitava a iniziare un combattimento sfrenato. Entrambi gli istinti provenivano dal legame. 
-Se non vuoi mettermi le mani addosso dovrò fare qualcosa a riguardo… - sussurrò e in un attimo fu a pochi centimetri da lui, e il suo corpo si mosse da solo, lanciando una sfera di ki sulla faccia dell’apprendista e volando distante da lui. 
Dove era stato colpito, Zamasu aveva un profondo foro ma lui sorrideva soddisfatto e in pochi secondi la ferita si rigenerò.
-È un inizio. – disse, - Quindi dovrò solo continuare, finché non mi colpirai con tutto ciò che hai. – 
Non sarebbe stata così semplice, la battaglia aveva preso un piega inquietante.
Dentro di sé, durante quel combattimento a cui lo aveva portato Zamasu, Goku pensava al discorso che avevano fatto prima di rivali e sulla reazione di Vegeta. Non aveva capito molto… ma da quello che aveva percepito dal legame, la furia di Vegeta era tale che avrebbe potuto disintegrare pianeti solo con la forza del pensiero, giusto per anticipare il suo futuro come Dio della Distruzione. 
Avevano nominato del profumo di Vegeta e sì, Goku lo conosceva bene, gli piaceva quell’odore e Vegeta sembrava aver rinunciato a rimproverarlo quando emanava quei feromoni- adesso riusciva a controllarli meglio anche grazie ai consigli dell’amico, ma non era sempre nel pieno controllo, la sua coda sembrava quasi avere una mente a sé ed era attirata da Vegeta. Era buffo, anche se il Principe non lo trovava divertente, e lo aveva incitato più volte a mettere la coda attorno alla vita per comodità ma Goku la preferiva lasciare libera. Tranne quando combattevano, allora la maggior parte delle volte involontariamente seguiva la dritta di Vegeta.
In un istante in cui Zamasu si stava rigenerando, sentì dal legame delle parole di Vegeta, che in forma super saiyan blu stava combattendo come una furia contro Black:
 
Mi preme ricordarti che sei solo uno stupido errore. Quel tuo corpo è inutile. Ogni singola cellula di Kakarot è il frutto di una serie di combattimenti faticosi e feroci. Speravi di rubare tutto questo come se niente fosse? Il corpo di Goku è quello di un autentico saiyan, e soltanto un temerario, un folle come lui è capace di dominarlo!
 
Non aveva mai sentito Vegeta così… e poteva contare su una mano le volte che lo aveva chiamato con il suo terrestre… doveva davvero essere fuori di sé. Si ricordò quando aveva visto e sentito l’ammirazione del Principe per il suo soldato, quando lo aveva visto durante la battaglia contro Freezer come il leggendario guerriero dai capelli dorati. 
 
 
 
 
Prossimo aggiornamento: 14/02/2022
 
   
 
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