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Autore: MusicAddicted    14/02/2022    7 recensioni
Il problema, o almeno uno dei problemi principali fra Jessica e Killgrave, è che non si capiscono, non sanno com’è la vita dell’altro/a, non sanno com’è avere il potere dell’altro/a…
E se le cose cambiassero? Se loro cambiassero? Letteralmente!
Una fanfic follissima (?) che parte dall’episodio 1x7 ‘AKA Top Shelf Perverts’ e poi degenera!
Genere: Commedia, Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jessica Jones, Kilgrave
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo VI: When it’s time to take off the disguise


Killgrave’s POV


Quanti negozi di abbigliamento avrà mai New York? Centinaia?
E di tutti quelli che poteva prendere d’assalto Patsy… doveva essere proprio questo?

Beh, non gliene posso far certo una colpa, semmai quella di avere un certo buon gusto nel vestire.
Come me, ma non quanto me, ovvio.

Oh, Jessie, perché anziché trasmettere tu alla tua sorellina questa insana mania di fare l’eroina non ti sei fatta contagiare dalla sua passione modaiola?

“Cazzo, Killgrave, viene verso di noi, fa’ qualcosa!” mi bisbiglia Jessica, con una gomitata nel fianco.

Tesoro, non riesci più a picchiar duro come prima, oserei quasi dire che è solo una piacevole carezza.
Però che peccato che abbia già smesso di chiamarmi ‘Kevin’... oh, per l’Inferno maledetto, ma che vado pensando? Io quel nome lo detesto.

“Mia cara, dimentichi che ora il potere più incisivo per fare qualcosa ce l’hai tu, valle incontro e dille di dimenticare ciò che ha visto.. almeno per dodici ore non ci darà il tormento. Poi scaduto l’effetto, al limite andiamo avanti a ripeterlo.” la sprono.

“Cosa? No! Non c’è la sola minima possibilità che io provi a controllare mia sorella! Va’ tu a parlarle come se fossi me e…”

“E dirle cosa? Che mi sono follemente innamorata di Killgrave? Oh beh, qualcosa potrebbe già averlo intuito quando eravamo dal parrucchiere!”

“Non vedo l’ora che rientri nel tuo cazzo di corpo per prenderti a calci nel culo!”

“E chi lo sa? La cosa magari potrebbe pure piacermi!” schiocco la lingua con fare accattivante.

Uh, forse non è il momento più adatto per flirtare, prima dovrei seguire il suggerimento di Jessica.

Sto per andare verso Patsy ma proprio quando quell’incontro sembra inevitabile, lei scuote la testa, cambiando direzione e infilandosi nell’ascensore.

“Non ci credo. Se ne è andata?” borbotta Jessica, basita quanto me, mentre ci osserviamo meglio: io con quel vestitino viola e nero a fantasia leopardata, decoltè con tacco dodici sulle quali non avrei mai pensato di muovermi così bene e lei in anfibi e jeans neri, T-shirt dozzinale e giacca di pelle nera.

“Direi che il nostro abbigliamento ci ha salvato, avrà pensato di aver preso un abbaglio e che fossimo solo due persone che somigliavano molto a chi pensa lei.” deduco io e lei approva con un cenno del capo.

“E di chi è stata la brillante idea di andar a far un po’ di shopping per riappropriarci ciascuno del proprio stile?” si pavoneggia lei, soffiandosi sulle unghie.

“Ma guardati, qualche giorno nel mio corpo e sei già diventata boriosa più di me!”

Per tutta risposta, Jessica mi mostra il terzo dito.

“Ammetto che dà una certa soddisfazione farlo col tuo aspetto.” ridacchia lei. “Immagino che un damerino come te non si sia mai comportato così, no?”

“Abbassarmi a una così rozza gestualità Americana? Oh, Jessie, a volte mi domando se tu davvero mi conosca!” mi fingo offeso, no, un momento, forse non sto fingendo affatto

“Io dico di sì!” sogghigna lei, prima di cambiare quel gesto in uno di vittoria, con l’indice e il medio, ma col dorso rivolto verso di me.

Sorrido.

Oh sì, decisamente in tutti i mesi che ho passato con lei qualcosa gliel’ho insegnato.


“Sbaglio o dall’altro lato della strada c’è un distributore di merendine?” mi chiede lei, mentre ci avviamo all’ascensore, per uscire dal negozio.

“Sì, perché? Hai voglia di uno spuntino?”

In effetti ho un certo appetito anche io, ma gradirei più un cocktail di scampi, delle ostriche, delle tartine al caviale, non certo una dozzinale merendina confezionata che sa solo di plastica.

“No, più che altro è che siamo a secco, ci serve un taxi per tornare e… anche per altre cose da sistemare.” chiarisce lei.

“Oh, ho capito, vuoi scassinarlo. O meglio, vuoi che io lo scassini. Quindi è già finita la nostra crociata contro le Multinazionali del Tabacco?”

“L’obesità, soprattutto nei bambini, l’iperattività che causa in loro, tutte quelle carie… insomma, pensaci bene, forse l’Industria Dolciaria è il super villain per eccellenza!” mi fa ridere lei e non ho bisogno di altre motivazioni per accontentarla.

Ormai devo dire che la cosa comincia pure a divertirmi.

Un pugno ben assestato e un altro bel gruzzoletto finisce nelle nostre mani.

Io chiamo un taxi, mentre anche Jess è impegnata in un’altra telefonata, anzi, più di una, ma non capisco di che tipo.

La capisco ancora meno quando il taxi arriva e anziché a Higgins Drive lei dà come destinazione Hell’s Kitchen.

“Non ti piace già più vivere con me?” mi imbroncio.

“Oh, ma vivere con te non può smettere di piacermi,” mormora, con il tono di voce più dolce che sono solito usare. “Perché non ha mai iniziato a farlo!” aggiunge subito dopo con tutta l’acidità di cui sono ed è capace, riflessa nel suo sguardo… che è il mio.

“E comunque no, è solo una tappa che dobbiamo fare. Cioè la farei anche da sola, se non fosse che il falegname e l’addetta alle pulizie si aspettano di trovare la padrona di casa, non solo un bellimbusto che vuol farne le veci.”

“Oohh, allora mi trovi bello.” gongolo, spingendomi più verso di lei, che però mi chiude le labbra fra due dita.

“Chiudi quella cazzo di bocca!” bercia.

Quando giungiamo al suo appartamento il falegname è già sul corridoio che ci aspetta.

“È un mio vicino di casa, per quello che ha fatto così presto. Ricordati che tu sei me.” mi spiega Jess, mentre ci avviciniamo.

“Devo essere la versione più gentile di te? Sempre che ce ne sia una!” la punzecchio.

“Stronzo! Trova il modo di metterlo al lavoro e basta.” taglia corto lei.

“Oltre alla porta, che avrai già visto, c’è anche un armadio in camera da sistemare. Non badare al casino che c’è per casa, a breve arriverà anche una donna delle pulizie,” lo istruisco e l’uomo si avvia.

Sentiamo le porte dell'ascensore aprirsi, convinti che si tratti dell’addetta alle pulizie, ma non è così.

“O è Patsy che ha risposto prima alla tua chiamata, per arrotondare lo stipendio, o stiamo per avere un bel problema, mia cara.” bisbiglio a Jessica, che è già in preda al panico.

“Oh, merda!” si lascia sfuggire.

“Avevo già un dubbio quando vi ho visti in quel negozio, ma mi son detta: ‘No, ci assomigliano e basta, non può essere!’, poi però quando vi ho spiati mentre eravate al distributore non ho avuto più dubbi e vi ho seguito fin qui.” esordisce Patsy, che ha un’aria tutt’altro che amichevole.

Cerco di salvare le apparenze, pronto a rivolgermi a lei com’è solita fare Jessica, ma la mia detective intelligente ha la mia stessa idea, solo che è più veloce di me.

“Patsy, se fossi in te me ne andrei via da qui e di corsa.”

Non è un comando, ma sa quasi di minaccia, direi che è comunque nel mio stile.

Tuttavia, Patsy a quella minaccia sembra insensibile.

“Non permetterò a questo bastardo di controllarti di nuovo.” ringhia la biondina e prima che me ne possa accorgere il suo pugno carica verso la mia Jess che cade a terra, con un livido sotto l’occhio destro.

Per l’Inferno maledetto, nessuno tocca la mia Jessica!

 

Jessica’s POV


Oh, merda.
Che cazzo ci fa Trish qui?
Sto perdendo i colpi. Avrei dovuto tenere i sensi più all’erta.
Ci ha visti prima intenti fare shopping, insieme, per forza il dubbio le deve essere venuto.
Avrei dovuto preventivare che ci avrebbe potuti spiare mentre eravamo al distributore e soprattutto che poi avrebbe potuto seguire il nostro taxi.
Ma ora è troppo tardi per gli ‘avrei dovuto’, mia sorella è qui e io devo solo fare una cosa: salvare le apparenze.

“Patsy, se fossi in te me ne andrei via da qui e di corsa.” le intimo, col tono più glaciale di Killgrave che riesca a riprodurre, tanto che mi metto i brividi da sola.

Trish rimane praticamente impassibile, anzi, sembra ancora più incazzata.

“Non permetterò a questo bastardo di controllarti di nuovo.” ringhia determinata, caricando veloce il suo pugno micidiale, prima che io le possa dire anche solo una sillaba.
Ahia, cazzo, Trish ha sempre picchiato duro, ma così è pure peggio.

Quello che mi allarma di più però è che so quanto protettivo Killgrave sia nei miei confronti, infatti non mi piace affatto come sta guardando mia sorella.

Nonostante sia ancora piuttosto dolorante, mi alzo con un colpo di reni.
Il suo corpo sarà anche mingherlino, ma almeno è agile.

Lo vedo avvicinarsi a Trish, con la mano stretta a pugno.

Super forza e rabbia.
Connubio pericolosissimo.

“No!” lo fermo in tempo, prendendo le sue mani nelle mie e basta questo contatto a calmarlo. “Non mi ha fatto nulla, sto bene.”

Trish però ci guarda perplessa, senza capire.
In effetti, ai suoi occhi appare che Killgrave la stia proteggendo da una furibonda Jessica. Furibonda, perché ha provato a far del male a Killgrave.
Praticamente un mondo che va alla rovescia.

La confusione però la rende più aggressiva.

“Comodo far di lei la tua guardia del corpo, eh? Ma non te lo permetterò ancora a lungo.” ringhia pronta a colpire di nuovo.

Odio farlo, ma devo.

“Patsy, sta’ ferma.” le intimo, ma non accade nulla e schivo il nuovo colpo solo per miracolo.

Oh, merda, temo di aver capito cosa stia succedendo. Se da una parte ammiro Trish per la sua astuzia, dall’altra non posso far a meno di pensare che l’abbia mostrata nella più sbagliata delle situazioni.

Guardo Kevin e non capisco perché si stia avvicinando a me.

“Fingi che io ti tramortisca, poi fidati di me.” mi sussurra, facendo pressione su un punto del mio collo.

Nella mia carriera di detective ho dovuto recitare ruoli molto più complicati di questo, per me accasciarmi a terra è facile come bere un bicchier d’acqua.

Devo stare ferma e con gli occhi chiusi.
Ora sì che devo davvero fidarmi di lui.

“Oh Trish, scusami, ora sono tornata in me, mi è bastato vederti per trovare la forza di volontà sufficiente per oppormi a quel bastardo,” gli sento dire a mia sorella e dio solo sa quanta fatica gli costi autoinsultarsi. “Non ti farò più del male”

Sono pronta a scommettere che lui la stia abbracciando.

“Jess! Ero così in pensiero per te quando vi ho visti insieme!” mormora Trish, probabilmente ricambiando l’abbraccio. “Che facciamo con lui? Lo leghiamo, imbavagliamo e lo spediamo dritto al Raft?”

Oh, cazzo.
Forse sono stata una stupida a fidarmi.

“Non ti preoccupare di lui, so io cosa fare,” sento rispondere Killgrave. “Ma soprattutto so che questi tappi per le orecchie ormai non ti servono più.” aggiunge e credo che glieli stia togliendo.

 

“Jessica, no! Che fai…?” si allarma lei.

Ora o mai più.

“Patsy, sta’ ferma e zitta!” esclamo, riaprendo gli occhi e rialzandomi.

Anche se non può parlare, mi basta vedere il suo sguardo per capire quanto sia delusa da me… o meglio, quello che lei crede sia me.

Quel che è peggio è che non ho ancora finito con lei.
Devo parlare con Kevin e gradirei non avere un pubblico.

“Ignora tutto quello che io e Jessica ci diremo.” le impongo.

“Sono o non sono stato bravo?” gongola Killgrave, con quel fare spaccone che di solito ho io, con le braccia allargate, come ad autocelebrarsi.

“L’avevi capito anche tu che si era messa i tappi, eh?”

“Sai quante volte ho avuto a che fare con quell’invenzione maledetta? La gente pensa che basti così poco per liberarsi di me,” sbuffa lui.

“Beh, Trish stava per riuscirci… e se non fossimo in questa situazione non ti nego che le avrei concesso di dartele di santa ragione.”

Lui si imbroncia, ma poi sfodera un ghigno compiaciuto.

“Ma non le avresti permesso di uccidermi.”

“Mi servi vivo. Per Hope.” ribadisco, ma lui quel sorrisetto impertinente non se lo leva dalla mia faccia. “Ora però parliamo di cose serie: Trish ci ha visto, crede che io sia tua prigioniera. Anche se le chiedo di dimenticare tutto, poi fra dodici ore saremo punto e a capo.”

“Hai ragione. Potremmo inventarci un’alleanza, per un nemico comune che stiamo avendo.” propone lui.

“Qualcuno peggiore di te? Fatico a credere che possa esistere.” lo punzecchio.

“Mia cara, tu mi lusinghi sempre!” schiocca la lingua lui.

“Comunque, sì… io e te che collaboriamo per qualcosa, potrebbe funzionare.” approvo.

Proprio in quel momento le porte dell'ascensore si aprono di nuovo e stavolta è l’addetta alle pulizie.

“Miss Jones, mi perdoni per il leggero ritardo,” si rivolge a Kevin, prima che la sua attenzione venga catalizzata da altro.

In effetti c’è una giovane donna che se ne sta lì imbambolata, immobile, nel corridoio a fissare il vuoto.
Ammetto che sia qualcosa che un po’ l’attenzione può attirarla.

“Oh, mio dio!” si allarma la signora. “Ma è Trish Walker!”

Ah. Okay. È questo ad attirare la sua attenzione.

I fan a volte sono persone orribili, tanto che la vedo tirare fuori il telefonino per farsi un selfie con la versione zombie di mia sorella.

Vado verso di lei e le abbasso il telefono in tempo.

“No, non è lei, le assomiglia e basta. Ora fila a lavorare.”

La signora entra in casa come un’automa.

Cazzo, questo potere è micidiale.

 

Killgrave’s POV

Sexy.
Sexy in un modo quasi indecente.
Ogni volta che Jessica usa il mio potere, la naturalezza con cui lo fa, come si stupisce ogni volta, il sottile gusto che ci prova.
Perché lo so che è così.
Oh, Jessie, se non fosse che mi manca così tanto, il mio potere lo lascerei a te, quando e se ritorneremo ciascuno nel suo corpo.
Per ora però mi limito a godermi lo spettacolo.

“Beh, Jessie, se ci pensi bene non sarebbe nemmeno una bugia: tu ed io stiamo collaborando per cercare di risolvere questa situazione e il nostro nemico comune è chi ce l’ha causata.” la faccio riflettere.

“Oh sì, certo, che cosa ci vuole a dirle: ‘Sai, Trish, Killgrave e io stiamo combattendo una strega cattiva che ci ha scambiato di corpo.’!” borbotta, guardandomi con aria scettica.

Ora è lei che fa riflettere me.

“Quindi non hai intenzione di dirle la verità?”

“Perché, tu sì?” aggrotta le ciglia lei.

“Io credo che ci farebbe bene dirlo a qualcuno…”

“No, non adesso. Diciamo solo che ci siamo alleati e che tu non mi controlli più.” decide lei. “Ora la sveglio dalla sua trance.”

Ho poco da obiettare, visto che ha già deciso tutto lei.

“Patsy, rimani calma, non fare gesti avventati, ma torna a parlare e ad ascoltarci.”

Sì, ribadisco: Jessica è estremamente sexy ogni volta che lo fa.

“Ma cosa…? Jess! Tu mi hai tolto i tappi, come hai potuto?” mi guarda rancorosa Patsy.

“Te li ho tolti perché non erano necessari. Killgrave non è più nostro nemico, almeno per il momento.” le spiego frettolosamente.

“Ma soprattutto, io non la controllo più.” ci tiene a puntualizzare Jessica. “Diglielo, Jess, che non ti controllo.”

“Lui non mi controlla.” dico in modo robotico, volutamente.

Jessica infatti mi fulmina con lo sguardo.

“Killgrave, a me sembra che tu l’abbia appena controllata.” protesta Patsy, rimettendosi sulla difensiva.

Jessica comincia a innervosirsi.

“No, è solo una coincidenza, ti giuro che non è così. Ora te lo dimostro.” si impunta, per poi guardare me. “Jessica, baciami.”

Ho l’occasione di baciare la mia Jess, non importa in quale corpo si trovi.
E secondo lei io non me ne approfitto?

La tiro a me prima che abbia il tempo di dire una sillaba e le mie labbra sono sulle sue, di nuovo.
Lei inizialmente sussulta, non capendo che cosa stia succedendo.
Mi aspetto che mi allontani bruscamente da un momento all’altro, invece lei chiude gli occhi, come faccio io, forse per immaginarci l’una l’altro come siamo davvero; ma soprattutto dischiude le sue labbra, la sua lingua accarezza la mia, sento le sue mani cingere i miei fianchi, mentre io sto ben attento a non stringere lei.

Forse anche felicità e super forza potrebbero essere un connubio pericoloso.

Proprio quando il bacio si sta approfondendo, con entrambi che mugoliamo di piacere, Jessica si tira indietro, guardandomi confusa, arrabbiata, ma anche con un’altra emozione che non riesco bene a decifrare.

“Jessica! Sei impazzita? Perchè lo hai fatto?” ringhia.

“Ti ha baciato. E che bacio! Non dirmi cazzate, Kilgrave, tu la stai ancora controllando come ti pare e piace.”

“No, davvero, Trish, lui non mi controlla più… è stata la forza dell’abitudine,” faccio spallucce, con lo sguardo un po’ svampito, mentre mi passo soddisfatto due dita sulle labbra. “Killgrave sarà anche un bastardo, sadico sociopatico, ma è innegabile che sia un ottimo baciatore.” sfido Jessica con lo sguardo.

“Io credo che invece sia negabilissimo,” ribatte mordace lei. “In realtà tu non volevi baciarmi, né tantomeno io volevo ricambiare, ma, è come dici tu… la forza dell’abitudine. Una pessima abitudine che ho perpetrato per mesi, svuotandoti di ogni volontà.”

“Oh, tesoro, se fossimo andati avanti con quel bacio ti avrei svuotato di ben altro!”

L’ho già detto che il mio hobby preferito è provocare Jessica?
Oh, ma guarda, sono adorabile quando arrossisco all’improvviso.

“Smettetela, tutti e due!” sbotta Patsy. “Siete troppo strani… a partire da come siete vestiti.”

“Oh, ma quello è perché siamo in incognito, così nessuno ci riconosce.” intervengo prontamente, guadagnandomi un cenno di approvazione da parte di Jessica.

“Jess ha ragione, te l’ha detto no? Io e lei stiamo collaborando, abbiamo un nemico comune.” prosegue lei.

“Chi?” si acciglia Patsy.

“Una strega cattiva!” replico io, guadagnandomi l’ennesima occhiata di fuoco da parte della mia detective.

“Jess, risparmiami il tuo sarcasmo pungente, piuttosto dimmi ‘Fatti i cazzi tuoi’!” sbotta la biondina.

“Diciamo che meno sai di questa storia e meglio è.” mugugna Jessica. “Ti basti solo sapere che non posso più controllare Jessica, ora te lo dimostro per davvero.”

E di nuovo si rivolge a me.

“Jessica, rotola giù per le scale senza proteggerti.”

“No!” si allarma Patsy, pronta a fermarmi, ma poi si accorge che non mi sto muovendo di un passo.

“Ma… allora è vero,” ci guarda confusa Patsy, poi però scuote la testa. “No, non mi convincete, è tutto troppo strano, voi due siete troppo strani. Come vi comportate, quello che dite. Tu, Killgrave, sembravi quasi infastidito dalla prospettiva che Jessica potesse esser attratta da te e tu, Jess, gli sei letteralmente saltata addosso, senza che fosse un comando.”

“Possiamo non parlare di questo?” sbuffa Jessica.

“No, invece, cara rovina della mia vita, parliamo di come tu non mi abbia respinto.” la metto in difficoltà io.

“Ecco, vedete? Lo state rifacendo. Non è normale. Jess, mio dio, tu ci stai praticamente flirtando. E tu, Killgrave… aspetta un attimo… tu non la volevi morta o qualcosa del genere? Un po’ come volevi morta me…”

“Beh, mi hai fatto le tue scuse e le ho apprezzate, motivo per cui sei ancora viva.” replica Jessica, impersonandomi alla perfezione.

 “Semmai voleva morta te, ma poi abbiamo risolto, no? Quanto a me, ha sbollito il rancore, semmai lui mi ama.” dichiaro apertamente, guardando Jessica con occhi innamorati, ma lei sposta repentina la testa.

“Lui ti … cosa?” domanda basita Patsy.

“Sì, okay, la amo, ma non ne farei questo affare di stato, anche perché lo so per certo di non aver alcuna speranza con lei, ora che nemmeno la posso più controllare poi.” mi manda un chiaro messaggio Jessica.

“Dopo il bacio che ho visto comincerei a essere un po’ più ottimista se fossi in te.”

Oh, Patsy, stai diventando una delle mie persone preferite.

Okay, Jess, ho deciso di cambiar tattica, chissà mai che ora ti venga voglia di confessare la verità alla tua sorellina.

“Trish, la cosa importante è che ora sai che Killgrave non mi controlla più e che lui se ne sta per andare, per oggi abbiamo collaborato pure troppo.” commento. “Ti va se passiamo una serata fra noi così ti racconto meglio un po’ tutto?”

“Sì, Jess, credo di aver bisogno di capirci qualcosa in più. Ti ho lasciata che volevi sacrificarti andando a farti rinchiudere nel carcere di massima sicurezza, poi il giorno dopo ti presenti da me per cambiar look e raccontarmi di come tu abbia cambiato idea all’ultimo momento, senza accennare nemmeno per un attimo al fatto che hai incontrato Killgrave… e adesso questo?” parla a raffica Patsy, sempre più perplessa.

“No, che non vi lascio da sole!” si oppone fermamente Jessica.

Jessica’s POV

Col cazzo che lascio da sola Trish con questo sociopatico che ora ha pure la mia forza.

Sì, okay, sono già rimasti soli un’intera mattinata e l’unica conseguenza è stata una graziosa frangetta, ma … non mi fido e basta!

“Io resto sola con mia sorella quanto mi pare e piace. Se è vero che non sei più un nemico di Jessica, dimostra che non lo sei nemmeno di me e vattene.”

Ma Trish l’ha capito, vero, che il potere di Killgrave non funziona più solo se lo usa su di me, mentre sugli altri continua ad avere lo stesso tremendo effetto? Perché mi sembra si stia prendendo troppa libertà.

Guardo Killgrave, ma lui per lo più sembra solo divertito dall’intera situazione.

Bene, stronzo, guarda come te la ribalto la situazione.
Mi sa che avevi ragione tu, è meglio farle conoscere la verità.

“Trish, non vi voglio lasciare sole perchè… in realtà sono io Jessica.”

Trish mi guarda come se mi fosse spuntata una seconda testa.

“Questa è bella!” scoppia a ridere sfrontato Killgrave. “Trish, te lo ricordi il Sufentanil con cui l’abbiamo imbottito qualche giorno fa? Di sicuro fra gli effetti collaterali ritardati ci dev’essere il delirio.”

Ah, è così, quindi’ Quando voleva dirla lui la verità andava bene e ora che ho cambiato idea io lui mi rema contro?

“No, Trish, devi credermi, sono davvero Jessica. Vedi che non ti voglio controllare? L’ho fatto prima, ma solo perché era strettamente necessario. Il vero Killgrave ti avrebbe reso il suo burattino e chissà che altro.”

“Questo è vero…” mugugna Trish, facendo un passo nella mia direzione, ma Killgrave la tira a sé, grazie al cielo senza usare il mio potere.

“Tsk, tsk, sorellina, ti devo spiegare sempre tutto. Ma lo hai visto? Quello è un manipolatore fatto e finito, sia che il suo potere lo utilizzi o meno. Non farti fregare. Non so cosa voglia ottenere con questa farsa che lui sia me… il che porterebbe alla conclusione che in realtà io sono lui… ti pare possibile?” ridacchia, finendo per convincerla.

Dannazione, quello che ha detto è vero, a lui non serve il suo potere per manipolare chi vuole, come vuole.

“Killgrave, se tu fossi davvero Jessica avresti interrotto subito quel bacio e non mi sembra proprio che sia andata così.” mi rinfaccia mia sorella.

In effetti non lo so nemmeno io che accidenti mi ha preso, perché non l’ho fermato? Perché cazzo mi è piaciuto così tanto? Anche più di quel bacio che mi ha dato davanti ai resti della casa stregata.

Forse è perchè mi piaccio e lui ora  è me, forse è perchè a me piace baciare, a prescindere, o forse…

Non è il momento di farmi domande a cui non sono in grado di rispondere.
In questa situazione del cazzo, devo cercare di avere mia sorella dalla mia parte.
E forse so come fare.

Bastardo, guarda e impara.

“Trish, ti prego, posso provarti che sono io: chiedimi tutto quello che vuoi di quella nostra vacanza insieme a Miami.”

Killgrave si mette subito sulla difensiva.

“Trish, devi sapere che quando ero con lui, quel bastardo mi ha fatto raccontare ogni cosa, di me, di te e di noi… e ha pure un’ottima memoria. Tu però non gli credere, anche se risponderà correttamente.”

Ingenuotto di un ragno viola, sei finito intrappolato nella mia ragnatela.

“Oh, mio dio!” capisce tutto Trish, scostandosi da lui. “Io e Jess non abbiamo mai fatto una vacanza insieme a Miami. Allora è vero, cazzo. Non sei tu mia sorella,” lo guarda con sdegno, prima di voltarsi e venire verso di me.

“Jessica, sei davvero tu lì dentro?”

Annuisco, dopo qualche attimo di esitazione ci abbracciamo e un po’ io, un pò Kevin, a turno, ci apprestiamo a raccontarle tutto.

Abbiamo appena concluso il resoconto di cos’è avvenuto dentro quella casa stregata, quando le porte dell’ascensore si aprono per l’ennesima volta.

Perchè cazzo non ci decidiamo a levarci da questo corridoio?

Si tratta di Malcolm e quello che sta vedendo può concepirlo solo come Killgrave che abbraccia Trish, mentre Jessica se ne sta lì a guardare.

“Oh, cazzo!” si lascia sfuggire, in preda al panico, valutando se sia più saggio rientrare in ascensore o correre verso il suo appartamento, restando lì immobile nel dubbio.

Non me ne frega un cazzo se Killgrave possa essere d’accordo o meno, ho deciso che dirò la verità anche a lui.

Sto per farlo, ma qualcuno è più veloce di me.

“Malcolm, non devi aver paura. Killgrave non è più una minaccia, almeno temporaneamente, perché lui e Jessica devono collaborare. E poi lui la ama. A proposito, a causa di una specie di sortilegio di una strega Killgrave al momento è nel corpo di Jessica e viceversa.” gli spiega Trish, come se nulla fosse.

“Ho capito: siete solo un’allucinazione, i residui di un trip davvero potente dell’ultima dose che mi ero fatto e che evidentemente ancora non ho smaltito del tutto.”  trae le sue conclusioni il mio vicino, ora molto più tranquillo, raggiungendo il suo appartamento

Okay, facciamo che glielo  spiego con più calma alla prossima occasione che mi si ripresenta.

--

TBC

 

Qualche cosina da dire su questo capitolo che non sapete quanto sia stato complicato da scrivere ^^’:

Il segno di Vittoria col dorso mostrato  è praticamente l’equivalente del terzo dito Americano/Italiano che sia .. e ad insegnarmelo è stato nientemeno che Spike ai tempi di BTVS XD
Non a caso pure lui dice ‘Bloody Hell!’ a profusione, che io ho sempre tradotto ‘Per l’Inferno maledetto!’ XD

Trovo canon che in passato qualche vittima di Killgrave abbia cercato di ‘fregarlo’ con dei tappi per le orecchie, ma a lui non la si fa XD
 

Amo troppo Malcolm, quindi doveva far la sua comparsa anche lui, spero non vi dispiaccia ;P

Liberi di dirmi quel che più vi pare, alla prossima ^^

 
   
 
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