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Autore: Eevaa    14/02/2022    8 recensioni
«Oggi è pure San Valentino, come posso fare per convincere Diciotto a darmi una chance?» piagnucolò Radish.
Vegeta arrestò la sua camminata.
San Valentino. Quattordici febbraio.
Ecco cosa diavolo Kakaroth stava cercando di dirgli, chiedendogli che giorno fosse!
Vegeta si voltò in direzione dei due idiotici fratelli e Kakaroth rispose al suo sguardo con una stretta di spalle e due guance tutte rosse.
«Oh-oh. Qualcuno qui si è dimenticato di fare un regalo!» trillò Radish, imperatore delle conversazioni scomode.

•[Sequel della long "Across the universe"]•
Genere: Commedia, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: 18, Goku, Radish, Vegeta | Coppie: Goku/Vegeta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Across the universe - La serie'
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Disclaimer:
Questa storia non è scritta a scopo di lucro.
I personaggi usati e tutto ciò che fa parte dell'universo di Dragon Ball sono di proprietà di Akira Toriyama© e Toei Animation©.
Non concedo, in nessuna circostanza, l'autorizzazione a ripubblicare questa storia altrove, anche se creditata e anche con link all'originale.
I diritti delle immagini non mi appartengono.

 
 
 
ATTENZIONE!
Questa one-shot è un sequel della long "Across the universe", pertanto terrà in considerazione tutti gli eventi di quella storia. 
Può essere letta anche separatamente, ma la sconsiglio a chi fosse interessato alla lettura della long, in quanto andrebbe a spoilerare tutto. 
Per chi invece ha già letto "Across the universe", ecco un piccolo recap di quello che è successo:

DOVE ERAVAMO RIMASTI?
Anni e anni dopo il Torneo del Potere, dopo la morte di Chichi, Goku parte per lo spazio senza lasciare traccia di sé. Dopo dieci anni di attesa, un viaggio interminabile e mille peripezie per cercare lo smarrito Goku, Radish (riportato in vita grazie a Shenron) e Vegeta lo ritrovano su un pianeta lontano senza memoria.
Grazie alla Fusione riesce a recuperare i ricordi che ha in comune con Vegeta, e grazie a una lunga serie di racconti Goku riesce a mettere insieme qualche pezzo, ma molti suoi ricordi sono andati persi. I tre decidono di chiedere a Polunga di ripristinargli la memoria, ma a causa di una serie di sfortunati eventi devono utilizzare i desideri rimasti per riportare di nuovo in vita Radish (morto di nuovo a seguito di un'esplosione dell'astronave).
Goku e Vegeta - che finalmente si sono avvicinati e hanno intrapreso una relazione - decidono di poter aspettare che i Draghi tornino operativi per poter chiedere di ripristinargli la memoria. 
Infine, dopo il lungo viaggio nello spazio, Radish, Goku e Vegeta fanno finalmente ritorno sulla Terra.

 


- HERE COMES THE SUN -





 
Niente di interessante in prima pagina.
Con la punta del dito fece scorrere le parole sul tablet, poi prese un denso sorso di caffè.
"Evangeline si aggiudica il Festival della Canzone dell'Ovest”.
Vegeta grugnì, poi bevve un altro sorso. Sfogliò ancora, ma nemmeno sulla sezione sportiva vi erano notizie degne di nota.
Nulla di interessante sul giornale, nulla di interessante da nessuna parte, ma era meglio così.
Qualche volta gli mancava l'avventura, ma poi si ricordava che l'avventura comportasse anche una buona dose d'ansia. E lui di ansie e paranoie ne aveva già avute troppe, nella vita. Ne aveva ancora, ma il giorno gliele faceva dimenticare. Il Sole.
«Ehi, buongiorno!»
Kakaroth scese dalle scale diretto in veranda, petto nudo e pantaloni larghi della tuta che cadevano sui fianchi. Si grattò l'occhio, assonnato, poi rivolse a Vegeta un sorriso arruffato. Il Sole.
«Mh» grugnì Sua Maestà, mentre Kakaroth gli si avvicinava per sedersi sulla sedia in vimini di fronte a lui. Le onde del mare frusciarono sulla spiaggia soleggiata dell'isola.
Kakaroth si allungò verso la sua tazza e gliene rubò un sorso, poi fece una smorfia schifata.
«Bleah!»
Ogni giorno la stessa storia. A Kakaroth non piaceva il caffè - pazzo da legare - eppure sembrava che il suo sport preferito fosse rubargliene un po' ogni mattina e poi lamentarsene.
Una routine consolidata da oramai un anno. Da quando erano tornati dallo spazio avevano deciso di ritirarsi a vita privata nella vecchia casa di villeggiatura, dove avrebbero potuto allenarsi in santa pace senza disturbare nessuno e avere una privacy degna di tale nome.
C'era voluto qualche mese per riuscire a mettere le cose in chiaro con le loro famiglie, figli, nipoti. E, anzi, non avevano mai avuto il piacere di sedersi a tavola a fare il "discorsetto".
Lui e Kakaroth erano persone discrete, non c'era mai stato bisogno di mettere in chiaro che qualsiasi pubblica smanceria fosse vietata. Con le loro famiglie si comportavano come si erano sempre comportati, fino a quando... beh, ovviamente se ne erano accorti tutti che qualcosa fosse cambiato, rispetto al passato. Eppure non avevano mai fatto domande imbarazzanti, si erano limitati a iniziare parlare di loro come se fossero una coppia e basta. Quasi come se lo fossero sempre stati.
Oh, forse lo erano un po' sempre stati, ma con un livello di intimità molto diverso.
Lui e Kakaroth funzionavano parecchio, sorprendentemente. E avevano funzionato così bene che Kakaroth aveva espresso il desiderio di non recuperare nell'immediato i ricordi, ma di attendere un anno. Ogni giorno si era ricordato qualcosa di nuovo stando con le persone, i suoi figli... ancora c'erano angoli bui, ma aveva deciso che li avrebbe scoperti prima o poi, con calma.
Quella cosa faceva paura a entrambi.
La paura più grande era che iniziasse a sentire la mancanza di Chichi, rivivere il lutto e quindi che le cose tra loro si sarebbero incrinate.
Insomma, stavano procrastinando nella loro bolla di felicità. L'anno sarebbe scaduto da lì a un mese e l'ansia era troppa, ma cercavano di non darlo a vedere.

«Ehi, V... sai che giorno è oggi?» la voce ancora impastata dal sonno di Kakaroth lo fece distrarre dalla lettura del giornale.
Avrebbe tanto voluto ribadirgli di smetterla di chiamarlo in quel modo sdolcinato, ma erano le otto del mattino e non aveva alcuna voglia di iniziare la giornata con una futile protesta. Kakaroth avrebbe continuato a farlo ugualmente.
«Martedì?»
«Mh... sì, ma che giorno?» insistette.
Vegeta inarcò un sopracciglio di fronte a quell'improbabile interessamento per il calendario ma, di nuovo, aveva solo voglia di continuare a leggere le notizie in santa pace.
«Il quattordici» rispose, in base a ciò che leggeva sul display del tablet.
Kakaroth fece un mezzo sorrisetto e roteò gli occhi, poi iniziò a parlare.
«Sì, beh, io intendevo che-»
«BUONGIORNO, RAGGI DI SOLE!»
Vegeta sbuffò dalle narici.
Già, poi c'era Radish - il fratello demente del suo fidanzato idiota - il quale concetto di privacy era senza dubbio molto differente da quello di Sua Maestà.
Si era trasferito in un appartamento in centro a Città dell'Ovest e si era dato alla pazza gioia durante quell'anno. Sembrava quasi più terrestre lui che Vegeta - che ci viveva da sessant'anni, su quel pianeta.
Ce l'avevano spesso intorno. Ma, a parte quando si presentava alle otto del mattino urlando, non era così male. Kakaroth lo adorava, si era affezionato a lui da matti. E Vegeta, beh, aveva oramai accettato di provare un profondo affetto per il suo amico di infanzia.
Era bello essere tre Saiyan puri sulla Terra.
Radish percorse l'ingresso con andatura sconfortata e, dopo essersi buttato a pesce sul pouf, grugnì di disperazione.
«Radish, entra pure. Accomodati!» disse sarcastico Vegeta, ma Radish lo ignorò e proseguì con la sua lamentela.
«Io non so più cosa devo fare con lei!» piagnucolò nel cuscino, e Sua Maestà non riuscì a trattenersi dell'alzare gli occhi al cielo.
«Ancora!?»
«Non ti eri mica arreso?» aggiunse Kakaroth, mangiucchiando un croissant preso dal sacchetto che il fratello aveva lanciato sul tavolo.
Se non altro il demente sapeva come farsi perdonare le visite indesiderate.
«Ma come faccio ad arrendermi?!» pigolò Radish. «Io la amo follemente!»
«Sul follemente non ho dubbi...» borbottò Vegeta e, arrendevole, chiuse la pagina del quotidiano e poggiò il tablet sul tavolino.
Per quella mattina la pace era bella che finita.
«Dico sul serio!»
«Oh, sì, sul serio. Però intanto con quale delle tue squinzie ti sei visto stanotte?» lo prese in giro Kakaroth.
Radish aveva quella bizzarra propensione alla promiscuità che non si era ancora levato di dosso dai bei tempi andati. Se non altro aveva perso l'abitudine di frequentare giri di prostituzione. Le ragazze, sulla Terra, gli cadevano letteralmente ai piedi. E anche qualche baldanzoso giovane uomo.
Masochismo? Tendenza a ficcarsi in scomode situazioni? Vegeta se lo domandava di continuo quali problemi avessero questi personaggi per voler frequentare un pazzo come Radish.
«Ah, Annie... che ragazza meravigliosa!» si illuminò il suddetto, con un ammiccante occhiolino.
«E poi ti domandi perché Diciotto rifiuti i tuoi inviti a uscire...» grugnì Vegeta.
Da quando erano tornati sulla Terra, Radish era andato a letto con la stragrande maggioranza delle giovani single della regione dell'Ovest, ma non aveva mai convinto C18 nemmeno a concedergli una cena.
A detta sua si era innamorato perdutamente di lei durante un'uscita collettiva e, sempre a detta sua, anche lei aveva manifestato dell'interesse nei suoi confronti.
A parere di Vegeta, invece, l'interesse di Diciotto per Radish era pari all'interesse che si può nutrire al museo di storia naturale per gli australopitechi. E infatti Diciotto aveva gentilmente - ma non troppo - declinato ogni sua proposta di appuntamento, se non le uscite di gruppo. “Friendzonato”, come avrebbe detto Bra.
«Ma che c'entra, se dovessi uscire con Diciotto smetterei di vedere le altre... e gli altri» fece spallucce Radish.
«Dai retta a me, smetti di vederli e POI chiedile di uscire» si intromise Kakaroth, che poi era stato colui che aveva avuto la brillante idea di farli conoscere e tifava per il fratello. Quando si sarebbe ricordato del suo legame affettivo con Crilin - una volta recuperati i ricordi - chissà i sensi di colpa che avrebbe avuto!
Anche se Crilin era morto da quasi vent'anni. Pace all'anima sua.
«Ma Kakaroth, non vedi che è un caso perso? Oramai Diciotto si è accorta che è un cazzo di pervertito. Non ha speranze» gracchiò Vegeta, e Radish squittì un verso di disappunto.
«Ma giuro che per lei cambierei!»
Vegeta roteò talmente tanto gli occhi da farli sparire dietro il cranio poi, dopo aver agguantato un croissant, si allontanò dalla veranda con la sola intenzione di farsi una doccia e svegliarsi per bene.
«Cosa mi tocca sentire... sono il Principe dei Saiyan, non un terapeuta!» borbottò.
«Oggi è pure San Valentino, come posso fare per convincerla a darmi una chance?»

Vegeta arrestò la sua camminata.
San Valentino.
Quattordici febbraio.
Ecco cosa diavolo Kakaroth stava cercando di dirgli, chiedendogli che giorno fosse!
Vegeta si voltò in direzione dei due idiotici fratelli e Kakaroth rispose al suo sguardo con una stretta di spalle e due guance tutte rosse.
«Oh-oh. Qualcuno qui si è dimenticato di fare un regalo!» trillò Radish, imperatore delle conversazioni scomode.
Vegeta strinse i pugni e soffiò l'aria dal naso.
Avrebbe voluto teletrasportarsi dall'altra parte del pianeta, in quel momento – perché sì, dopo gli eventi nello spazio sia lui che Radish avevano accettato di farsi insegnare la tecnica del teletrasporto da Kakaroth, non appena se l'era ricordata. C'erano voluti tre mesi.
Sua Maestà indugiò con lo sguardo sui due idioti, poi trovò la forza di voltare di nuovo le spalle e proseguire a passi spediti verso il bagno. Con il croissant incastrato in gola.


 


Sua Maestà trascorse una buona mezz'ora in doccia a rimuginare su quanto accaduto.
San Valentino. E chi ci aveva mai pensato? Bulma lo sapeva bene che lui non era tipo di quelle cose e non si aspettava niente più che un timido "auguri" in risposta al suo.
Kakaroth davvero era uno che ci teneva a quelle usanze? A quanto ricordava, in passato si scordava persino del suo anniversario con Chichi, figurarsi San Valentino!
Però c'era da dire che quel Kakaroth avesse qualcosa di diverso, dopo che la sua memoria aveva subito un lavaggio completo. Sebbene fosse sempre il solito idiota allegro e dal cuore troppo grande e il cervello troppo piccolo, aveva sviluppato nuove conoscenze e nuove piccole abitudini. Ad esempio aveva imparato a leggere. Comprendeva e usava il sarcasmo, utilizzava il turpiloquio, era più disilluso e sicuramente più esperto sul fattore relazionale. E sessuale.
Vegeta ricordava bene che Kakaroth non fosse stato molto fisico con Chi-Chi. Mentre, beh... a giudicare da quanto prendesse l'iniziativa tra le lenzuola, su Morvir doveva aver fatto più che qualche esperienza nei vari bordelli di Capitol Anima.
E il solo pensiero faceva ribollire il sangue nelle vene di Vegeta, quindi tornò a focalizzarsi sul problema principale: davvero Kakaroth era diventato uno sdolcinato che badava a idiozie come San Valentino?
Forse avrebbero dovuto affrontare una piccola conversazione a riguardo. E per uno come Vegeta - che era assolutamente incapace a conversare di sentimenti ed emozioni - era un vero e proprio assalto alla dignità.
Tornò in veranda con i capelli ancora bagnati e gocciolanti e trovò Kakaroth intento a fare stretching sulla spiaggia. Muscoli tesi, dorsali in bella vista. Il cipiglio corrucciato sul volto di Vegeta sparì e lasciò posto a un lieve rossore.
Stupido sexy Kakaroth.
Gli si avvicinò ed egli, accorgendosi della sua presenza, sorrise.
«Dov'è andato il demente?» domandò Vegeta.
«A seguire i miei preziosissimi consigli sull'amore» ghignò, ammiccante.
«Ok, quindi devo presumere che lo ritroveremo presto qui con l'impronta dello stivale di Diciotto stampata in faccia?» replicò Vegeta, divertito.
Kakaroth fece leva con il piede nudo nella sabbia e ne calciò un po' nella sua direzione.
«Stronzo spassoso».
Un altro simpatico soprannome che Vegeta si era guadagnato durante il loro lungo viaggio attraverso l'universo. E comunque era sempre meglio che V.
«Emerito imbecille» ghignò Vegeta di rimando, scrocchiandosi le nocche. Era il momento di una bella lotta mattutina.
Chissà come quelle battaglie si trasformavano in altri tipi di lotte con una piacevole statistica del 75%. Forse uno strizzacervelli avrebbe potuto diagnosticare loro una tendenza alle pratiche BDSM. O forse - da quel che Vegeta aveva sentito dire - i Saiyan avevano la tendenza a non essere particolarmente docili nei rituali di accoppiamento e nei preliminari, soprattutto. Questione genetica.
Di fatto anche quel giorno, dopo un'incessante allenamento di otto ore filate, non si erano sentiti abbastanza stanchi per potersi gettare in doccia insieme e faticare ancora un poco. E poi anche nel letto.
Piacevolissima la resistenza Saiyan, ma il sonnellino pomeridiano dopo tutto quell'allenarsi era stato una manna dal cielo.



Fu il tramonto a svegliarli.
Vegeta si stiracchiò un poco, percependo un braccio addormentato a causa del gigantesco idiota che aveva preso quella fastidiosa e meravigliosa abitudine di dormirgli addosso.
Anche Kakaroth si svegliò, dopo che Vegeta gli sfilò via il braccio da sotto la testa senza troppi complimenti.
«Buongiorno, delicatezza» lo prese in giro, dopo un sonoro sbadiglio.
«Prima non ti sei lamentato della poca delicatezza» replicò Sua Maestà con un sorriso malizioso.
Kakaroth rise e si mise seduto, sbadigliando di nuovo.
«Ad ogni modo, Radish non è ancora tornato con l'impronta in faccia. Forse i miei consigli non erano così terribili» lo canzonò.
Vegeta si sollevò e gli si portò più vicino, mordendogli una spalla nuda. «Giusto per curiosità, Cupido, cos'è che gli avresti consigliato?»
«Uhm... di comprarle delle rose, di prenotare una cena per due in un ristorante, di scriverle un biglietto per specificare che le sue intenzioni non sono maliziose, e che gli sarebbe semplicemente piaciuto che lei gli desse una possibilità di farsi conoscere meglio e non in modo superficiale» spiegò Kakaroth.
Vegeta spalancò gli occhi, ammirato. Consigli rispettabili, se non fosse che le intenzioni di Radish fossero invece molto più che maliziose. Una bugia a fin di bene?
«E dire che eri un grandissimo imbranato! A volte stento ancora a riconoscerti» ammise Vegeta.
«Ehi, è colpa tua se sono diventato un vomitevole romantico» scherzò Kakaroth, baciandogli una guancia.
Vegeta si divincolò e storse il naso.
«In quale realtà alternativa sarebbe colpa mia?! Sono la persona meno romantica dei dodici universi».
«Sarà che mi ispiri romanticismo» fece spallucce Kakaroth, con un sorriso più genuino e idiota.
Vegeta distolse lo sguardo e si perse ammirando il tramonto. La conversazione lo riportò alle elucubrazioni mentali della mattina e, senza che riuscisse a frenare la lingua, si ritrovò ad affrontare il suo ennesimo problema socio-comunicativo.
«Uh, Kakaroth... a tal proposito. Io non... non sono decisamente la persona da San Valentino...» confessò Vegeta, senza guardarlo negli occhi.
«Ma davvero? Non l'avrei proprio mai, mai immaginato!» ridacchiò. Sarcasmo. Quel Kakaroth era davvero strano, anche dopo un anno di “nuova conoscenza”.
«Spero bene per te che non ti aspettassi rose, un biglietto o un regalo!» borbottò Sua Maestà, arrossendo violentemente. «Ma, se proprio ci tieni, possiamo al massimo uscire a cena».
Si pentì immediatamente di averlo detto al solo pensiero di stare seduti a un tavolo addobbato di candele, palloncini a forma di cuore e musica lagnosa di sottofondo.
Ma per fortuna Kakaroth sembrò avere pietà di lui.
«Sai, sarebbe proprio il mio sogno vederti immerso in un mare di palloncini rossi, ma siccome sono una persona buona credo che potrei risparmiartelo».
«Oh, grazie a Zeno!» sbuffò Vegeta, sollevato.
«Però, di contro, ho fame. Potremmo ordinare una montagna di cibo e mangiare qui. Senza vestiti, possibilmente. Ho in mente un paio di regali che potresti farmi» ammiccò Kakaroth sporgendosi verso di lui, e Sua Maestà si irrigidì.
Non si sarebbe mai abituato a quella nuova intraprendenza, ma doveva proprio ammettere che non fosse per nulla un difetto.
«Kakaroth, sei un maiale peggio che tuo fratello» fece finta di rimproverarlo, poi alzò le mani in segno di resa. «Ma, ehi, non sarò certo io a negarti certi vizi».
L'idiota rise di gusto, poi prese in mano un palmare per ordinare la montagna di cibo in questione. Una cosa che non sarebbe mai cambiata sarebbe stato il suo senso di sazietà. In quell'anno avevano dovuto anche imparare ad arrangiarsi a cucinare per due pozzi senza fondo Saiyan. E, inutile dirlo, Vegeta non perdeva mai occasione di ribadirgli che fosse molto – moooolto – più bravo in cucina di lui. Anche quella era diventata una sfida.
Ma era San Valentino, non era il caso di bisticciare anche quella sera. Meglio ordinare venticinque portate di Yakisoba. A testa.
«Beh, li vuoi prima o dopo cena, i regali?» domandò il Principe, dopo che l'idiota ebbe finito di ordinare.
Kakaroth strinse le labbra come per pensare ma, oramai Vegeta lo conosceva bene, in quello sguardo c'era qualcosa di non detto.
«A dire il vero, V...» iniziò a parlare, infatti, con lo sguardo basso e le guance tinte di un rosa acceso. «Io avrei davvero un regalo per te».
Vegeta trasalì e, in ordine di importanza di implicazioni di quella frase, decise di ignorare il ridicolo soprannome.
«Ma che diavolo! Kakaroth, ti ho detto che-»
«In realtà è un regalo per entrambi» si affrettò a interromperlo.


Vegeta arricciò il naso e inorridì. Qualsiasi cosa fosse, non prometteva nulla di buono. Sua Maestà pregò il cielo, le stelle i pianeti e pure gli Dei che quell'imbecille non avesse seguito i consigli del fratello imbecille sull'acquisto di strani oggetti e giocattoli per adulti dalle dimensioni mastodontiche.
No, impossibile, non era da Kakaroth una cosa del genere. Intraprendente, sì, ma non fino a quel punto.
«E c-cosa sarebbe?» balbettò Vegeta, tentando in tutti i modi di farsi scivolare via dalla mente l'imbarazzante immagine dei giocattoli sopracitati.
Kakaroth sospirò e abbassò lo sguardo, iniziando a torturarsi le mani.
«Non so come spiegarti la situazione...»
Situazione? Allora non era qualcosa di tangibile. Meglio così. Forse.
«Kakaroth, mi fai paura. Non sarai mica incinta!» ghignò Vegeta, nel tentativo di portare quell'imbarazzante situazione sull'ironico.
Un vero peccato che quel deficiente non fosse nelle condizioni di cogliere l'ironia.
«Oh, Kami, i Saiyan maschi possono avere bambini!?» gridò, nel panico più completo.
Vegeta strabuzzò gli occhi e non riuscì proprio a trattenersi dallo scoppiare nella più fragorosa risata degli ultimi tempi. E lui non rideva quasi mai in quel modo così sguaiato.
Kakaroth strinse gli occhi e gli fece il verso, fingendosi offeso.
«Avresti dovuto vedere la tua faccia!» soffiò Vegeta, con le lacrime agli occhi.
«Poi sarei io il deficiente...» brontolò Kakaroth, incrociando le braccia al petto.
Vegeta tornò serio.

«Sorvolerò sull'insulto al tuo Principe solo perché adesso sono curioso... cos'è che stavi tentando di dirmi?» gli domandò, interessato.
Anche Kakaroth divenne più serio, ancora riluttante, con le guance rosse e quell'insopportabile vizio di far tremare la gamba.
«Io... ehm... senti, lo so che ti avevo detto che avevo deciso che avremmo aspettato un anno esatto, ma sapevo quanto tutta questione della memoria ti metteva in agitazione. Quindi, beh, un paio di settimane fa mi sono teletrasporto su Neo Namek per non destare sospetti e.... uh, ho chiesto a Polunga di ridarmi la memoria».
Vegeta si paralizzò per un secondo di fronte a quanto enunciato. Giusto il tempo di mettere insieme le sinapsi.
«TU HAI FATTO COSA?!» urlò costernato e, quando Kakaroth tentò di prendergli le mani, si tirò indietro di scatto.
«Lo so, avrei dovuto dirtelo, ma sapevo che ti saresti agitato e preoccupato troppo e non volevo che tu stessi male. E alla fine è andato tutto bene! Mi sono ricordato tutto e... niente è accaduto. Ho avuto i miei ricordi ma non hanno affatto cancellato quello che sono stato quest'anno.
Mi sono solo ricordato bene di ogni cosa, di ogni persona, della mia infanzia e... mi ha ripristinato anche le poche memorie Saiyan che avevo perso in seguito alla botta in testa, sai? Ricordo i volti dei miei genitori! Ricordo Radish da piccolo! Poco, eh... ma qualcosa sì! Mi sono anche ricordato come sono finito su Morvir. mi ero perso per lo spazio e ho seguito semplicemente una nave mercantile fino a lì. Niente di più. Poi, uh, mi sono ricordato di Chichi e, sebbene io abbia ricordato il dolore... beh, sono comunque passati anni. Il lutto l'avevo già affrontato in precedenza, e non sono stati questi ricordi a farmi cambiare idea. Su niente».

Quando Kakaroth finì di spiegarsi, Vegeta si accorse di aver trattenuto il fiato per tutto il tempo. Non poteva credere che l'avesse fatto davvero. Stavano rimandando quel momento da un sacco di tempo proprio a causa dell'ansia e della paura di entrambi, come diavolo gli era saltato in mente di prendersi carico di una cosa del genere?!
«Kakaroth, ma... non avresti dovuto affrontare questa cosa da solo» soffiò Sua Maestà, dopo aver finalmente ripreso fiato.
«Forse è stato invece meglio così, ne avevo bisogno. Ho valutato tutto con tranquillità, senza aver paura di deluderti o doverti dimostrare qualcosa» fece spallucce lui.
E, ancora una volta, non aveva tutti i torti. Vegeta riuscì quindi a focalizzarsi sul punto centrale di tutto quel discorso: il recupero della memoria. Kakaroth aveva finalmente recuperato tutti i propri ricordi e, a detta sua, sembrava non aver cambiato idea. Non era cambiato niente e, effettivamente, in quelle due settimane Vegeta non aveva notato nulla di strano in lui.
Forse solo un giorno, proprio due settimane prima, Kakaroth gli si era fiondato addosso con fin troppa foga e l'aveva abbracciato in modo improprio in un momento inopportuno. Che fosse proprio il giorno in cui aveva riavuto indietro la memoria?
«Allora... ricordi tutto? Tutto quanto?» chiese conferma Vegeta, con la lingua secca contro al palato.
Kakaroth annuì e sorrise largamente.
«Ogni cosa... ma niente di tutto ciò mi ha fatto pentire di quello che abbiamo costruito quest'anno. E, memore di quello che ero... sì, avrei davvero voluto che il nostro futuro fosse insieme. In qualsiasi modo, ma insieme. Come ci eravamo promessi» concluse Kakaroth.

Rimarremo solo noi”.

La promessa che ci sarebbero sempre stati l'uno per l'altro. Come dimenticare!
E finalmente, al ricordo di quella promessa, Vegeta riuscì a farsi prendere le mani senza divincolarsi. Kakaroth gliele tenne strette, come per non farlo scappare.
«Sei... sei tu... al cento per cento?» chiese di nuovo Sua Maestà, ancora incredulo. Non poteva credere che quell'incubo fosse finito, che tutto fosse tornato alla normalità.
«Sono sempre stato io. Cento per cento l'emerito imbecille che conoscevi» confermò lui, con quel sorriso da idiota. «Solo un po' cambiato dagli eventi degli ultimi dieci anni ma, ehi, non mi pare che ti dispiacesse questo mio nuovo modo di essere! In effetti avevi proprio ragione quando mi dicevi che ero stupido!» ridacchiò.
«Kakaroth... tu sei ancora stupido» replicò Vegeta, senza però riuscire a trattenere un sorrisetto. «E matto da legare».
Se solo fosse stato uno da dimostrazioni di affetto plateali, Vegeta gli avrebbe gettato le braccia al collo e si sarebbe permesso un abbraccio di quelli stritolanti. Ma lui era pur sempre il Principe dei Saiyan: orgoglioso, burbero e distaccato. Eppure sorrise, frastornato da quella notizia inaspettata.
«Quindi... ti è piaciuto il regalo di San Valentino?» domandò Kakaroth, sornione.
«Sei davvero diventato un vomitevole romantico, mh?» ghignò Sua Maestà, poi tornò più serio e gli strinse la mani a sua volta. «Però sì... sono contento per te, che hai recuperato tutto e finalmente possiamo dichiarare chiusa la questione. E... ne sono sollevato. Grazie, Kakaroth» concluse, abbassando lo sguardo. “Sollevato” era un eufemismo ma, come già specificato, lui era il Principe dell'ostentato contegno.
Al contrario di Kakaroth che, invece, di contegno ne aveva sempre avuto ben poco. E non era il tipo da trattenersi dalle esternazioni private d'affetto.
Lo travolse e lo sotterrò in un abbraccio stritolante che gli fece intendere che, invece, il suo regalo lo avrebbe gradito prima di cena. «Di nulla... amore» gli disse, baciandogli il naso. Vegeta sbuffò.
Di tutti i nomignoli, “amore” era decisamente quello che feriva di più il suo orgoglio.
«Baka!» gli ringhiò contro, poi lo baciò con violenza.
Kakaroth era tornato, splendente più che mai. Al cento per cento. L'incubo era finito, quei dieci anni oramai erano lontani. Ecco il Sole, che splendente si fa breccia dopo una lunga tempesta.
Avevano davanti il resto della loro esistenza solo per loro. Insieme.


«Dio mio, ma non finirà mai questa fase da piccioncini!?»
Entrambi sussultarono e scattarono di nuovo seduti sul letto, coprendosi furtivamente con le lenzuola.
«RADISH!» urlò Vegeta, paonazzo. Da quando quell'imbecille aveva imparato a teletrasportarsi il concetto di privacy aveva subito ulteriormente un forte scossone.
«Almeno potresti bussare!» sibilò Kakaroth, e Radish esplose in una delle sue fragorose risate da completo cretino.
«Allora, fratellino, gli è piaciuto il regalo?» domandò poi.
Vegeta spalancò la bocca in un'espressione meno intelligente del consueto.
«Tu lo sap-» si interruppe, voltandosi minaccioso verso Kakaroth. «Lui lo sapeva?!»
Il deficiente iniziò grattarsi la nuca.
«Ehm, eheheheh
«Ti ammazzo. Vi ammazzo, entrambi» ringhiò Sua Maestà, ed entrambi i fratelli iniziarono a ridacchiare.
Cosa aveva fatto di male per essere circondato da così tanta idiozia?
«Ma Rad... se sei vestito così vuol dire che...» parlò poi Kakaroth, puntando un dito verso la figura del fratello.
In effetti era strano vederlo conciato in quel modo, elegante in un completo verde scuro e persino con la cravatta annodata con decenza al collo.
Il volto di Radish si deformò in un sorriso entusiasta.
«Ragazzi... DICIOTTO HA ACCETTATO L'INVITO!» annunciò, baldanzoso.
«Ma è fantastico!» esplose Kakaroth, in un'esultanza quasi bambinesca.
«Un'altra persona da mettere in lista tra quelle con problemi mentali» commentò invece Vegeta, incredulo che Diciotto avesse davvero così poco amor proprio da accettare un appuntamento con quel cretino. Anche se, sotto sotto, forse un poco era contento per lui. Forse.
Se tutto fosse andato per il meglio almeno avrebbe smesso di presentarsi a casa loro di primo mattino dopo una notte trascorsa con qualche persona a caso.
«Ahhh, non vedo l'ora, quando manca alle otto?» disse Radish, sognante, poi si gettò sul letto incurante che loro, lì, fossero stati nel bel mezzo di qualcosa fino a poco prima. E che fossero completamente nudi.
«Quanto manca a quando manderai tutto a puttane?» replicò Vegeta.
«Io?!» fece finta di indignarsi. «Mi comporterò come un signore, lo giuro».
«Questo vuol dire che dovrai rinunciare a Annie, Petra, Jean, Christa e tutte le altre squinzie» intervenne Kakaroth, incrociando le braccia. La lista dei nomi sarebbe potuta proseguire tranquillamente da lì alle otto, e mancavano ancora più di due ore.
Vegeta spalancò gli occhi. Questo significava che non si sarebbe schiodato da lì per altre due ore?! Oh, diamine.
«Croce sul cuore» promise Radish, sornione.
«Promesse da marinaio spaziale...» borbottò Vegeta, tirando un lembo del lenzuolo per coprirsi meglio.
«E dai, cognato, potresti tifare per me una volta ogni tanto?» si lagnò Radish, e Sua Maestà ringhiò di rimando.
«Non se continui a chiamarmi in quel modo!»
Era una moda, quel giorno, continuare ad appellarsi a lui con nomignoli ridicoli?!
«Già mi immagino all'altare, ragazzi!» sospirò Radish, sognante.
«Sì, in una bara, quando lei capirà di che pasta sei fatto» puntualizzò Vegeta.
Possibile che passasse da voler portare a letto chiunque respirasse a grandi sogni matrimoniali? In effetti, con Radish, tutto era possibile. E folle.
«Pensateci, potreste persino diventare zii!»
«Oh, Kami...» sbuffò Vegeta, portandosi una mano sulla fronte.
«Non starai correndo un po' troppo?» domandò Kakaroth.
«Non accetto questo tipo di critiche da due che ci hanno messo più di cinquant'anni per finire insieme» ghignò Radish.
Vegeta avvampò di colpo, e Kakaroth iniziò a ridacchiare con quella sua risata ridicola.
In effetti ce n'era voluto di tempo! Ma, a parte quei dieci anni di distanza, Vegeta non poteva rimpiangere nulla di quello che era stato il loro percorso insieme.
Tutto quello che li aveva condotti fino a lì, in quel letto, con quel cretino di Radish tutto intento a raccontargli castelli in aria e Kakaroth che gli dava corda.
Vegeta rimase in silenzio ad ascoltare quei due idiotici fratelli ma non riuscì proprio a fare a meno di pensare che, forse, il regalo più grande fosse proprio quello: una nuova vita, un nuovo Sole.
C'erano voluti cinquant'anni, ma ne era valso ogni singolo minuto.
«E invece, voi, quand'è che vi sposate?»
«RADISH!»


 
Buon San Valentino!
 
Riferimenti:
-Qualche affezionato l'avrà notato: a inizio capitolo ho citato Eva (Evangeline) uno dei miei personaggi originali presenti in After All e The Newborn Saiyan :) alzi la mano chi se la ricorda!
-Il titolo della one-shot, esattamente come "Across the universe" è tratto da un brano dei Beatles. 
-La casa in cui vivono Goku e Vegeta è quella che si vede all'inizio del film DBS Broly.
-L'idea di accoppiare Radish con Diciotto nasce dalla grande ispirazione che mi hanno dato negli anni le storie di Teo5Astor, che scrive spesso di questa coppia (andatevi a leggere le sue storie, sono meravigliose!)
-Qualcuno l'avrà notato, i nomi degli amici con benefici di Radish sono riferimenti ad alcuni personaggi di Attack on Titan :D

 
ANGOLO DI EEVAA:
Buongiorno, gente dallo spazio!
Oh, non avete idea di quanto mi sia mancato scrivere questa storia! In realtà questa os avrebbe dovuto essere l'epilogo della long stessa, ma poi ho deciso di modificarla e farne una storia di San Valentino :)
Che dire... mi era mancato più di tutti scrivere di questo Radish cretino e meraviglioso! Quanto è adorabile?
E quanto sono adorabili i nostri due babbioni che finalmente si godono una sana relazione? Per chi sta leggendo "HAKAI" sembrerà di sicuro un sogno xD lì sono ancora lontani anni luce!
Insomma... questa piccola storia ha dato una conclusione agli eventi lasciati in sospeso in "Across the universe". Spero che vi sia piaciuta :)
Ma la serie finisce qui? Ehehehe... mi sa che la risposta è no. Vi dico solo che ho già qualche piccola bozza nel pc per una nuova one-shot sequel... rileggetevi le ultime parole di Radish, và :D

Nel frattempo ci vediamo domenica prossima con il nuovo capitolo di "HAKAI"! Grazie di cuore a tutti e di nuovo buon S.Valentino!
Eevaa
  
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