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Autore: LadyHeather83    14/02/2022    3 recensioni
Marinette toccò il petto di Chat Noir dopo avergli chiesto il permesso per controllare la situazione, poi gli volse uno sguardo interrogativo.
“Non so come fare… voglio dire, mi sembra che la tuta non si possa togliere, giusto?” Deglutì conoscendo perfettamente la risposta.
Lui fece spallucce “Non ci ho mai provato e non mi sono mai posto il problema.”
Marinette avvicinò le dita affusolate e tremolanti sul campanello dorato e provò a tirarlo giù.
Si mosse e lei mancò un battito, come lui del resto.
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MARICHAT
Genere: Hurt/Comfort | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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* * *

La Febbre

*

**

Marinette si era appena messa sotto le coperte quando udì un tonfo sordo provenire dal terrazzino che la spaventò a morte.

Scostò le lenzuola e la testa iniziò a vorticarle pesantemente per via del movimento brusco che aveva appena fatto, costringendola a sedersi per riacquistare il dovuto equilibrio, anche se non era facile, la febbre aveva appena raggiunto il suo picco massimo e Marinette aveva dovuto prendere del paracetamolo per farla scendere di qualche grado.

Aprì leggermente la botola per controllare la situazione e subito vide Chat Noir stramazzato al suolo, inerme.

Non ci pensò due volte e lo tirò dentro per dargli le dovute cure.

Sapeva che aveva dovuto combattere contro quell’akumizzato da solo e doveva ammettere che se l’era cavata piuttosto bene anche senza il suo aiuto.

Chissà che cosa aveva pensato non vedendola arrivare in suo aiuto.

Ma Marinette non riusciva a trasformarsi perché le forze le venivano meno, così aveva purtroppo optato per rimanere a casa, pregando tutti i santi in paradiso che Chat Noir non ne uscisse troppo malconcio.

Purtroppo però, l’eroe gatto, sebbene fosse riuscito a mettere fuori gioco l’akumizzato e a liberarlo dalla sua akuma distruggendola con il suo potere speciale, aveva subito ingenti danni, tanto da costringerlo a fermarsi da una persona di sua conoscenza sperando che l’aiutasse a medicare le ferite prima di ritornare a casa come se niente fosse successo.

A suo padre avrebbe pensato più tardi che cosa raccontargli per giustificare gli ematomi e i graffi.

“Oh mio dio!” Esclamò lei mentre esaminava minuziosamente la sua tuta lacerata, e subito si sentì in colpa per non essere stata in grado di aiutarlo con i suoi poteri.

Chat Noir tossì.

Aveva diverse ferite sanguinanti lungo il torace e qualche livido poco accentuato su una guancia.

Respirava affannosamente mentre era seduto su un lato del letto e guardava con occhi da cane bastonato la ragazza che gli stava davanti.

“Scusami se sono venuto qui… ma non sapevo dove andare.”

Marinette gli sorrise “Hai fatto bene, ma che ti è successo?” Gli spostò un ciuffo di capelli biondi per controllare la fronte, che fortunatamente era immacolata.

“Ho sconfitto un super cattivo da solo…

“Sei stato grande… e sono convinta che Lady Bug sarà fiera di te!” Gli sorrise, un sorriso che scaldò il cuore del super eroe. “Aspettami qui, vado a prendere qualcosa per medicarti queste ferite.” Marinette balzò giù dalla scala, dalla quale dovette tenersi per non cadere perché le ginocchia le facevano male.

“Stai bene?” Mormorò lui vedendola camminare malamente.

S-si tranquillo, non ho niente, sono inciampata nell’ultimo gradino.” Mentì volgendogli un timido sorriso prima di sparire all’interno del suo bagno personale, dal quale uscì dopo pochi minuti con una bottiglia di disinfettante, un tubetto di pomata, garze e cerotti di ogni genere.

*

Marinette toccò il petto di Chat Noir dopo avergli chiesto il permesso per controllare la situazione, poi gli volse uno sguardo interrogativo.

“Non so come fare… voglio dire, mi sembra che la tuta non si possa togliere, giusto?” Deglutì conoscendo perfettamente la risposta.

Lui fece spallucce “Non ci ho mai provato e non mi sono mai posto il problema.”

Marinette avvicinò le dita affusolate e tremolanti sul campanello dorato e provò a tirarlo giù.

Si mosse e lei mancò un battito, come lui del resto.

Era convinta che una cosa del genere non potesse verificarsi, ricordava bene che anche Lady Wi-fi ci aveva provato con la sua maschera senza ottenere nessun risultato.

“Sta scendendo.” Disse timidamente mentre spogliava il super eroe e i suoi pettorali con annessi addominali venivano rivelati lentamente.

La timidezza di Marinette venne mascherata dal già rossore che aveva sulle guance a causa della febbre, che stava aumentando a causa di quello spettacolo mozzafiato che le si stava presentando davanti ai suoi occhi.

Non immaginava proprio che il suo compagno di mille avventure tenesse un fisico statuario, da modello per essere più precisi e doveva ammettere con sé stessa che non era affatto male, se solo non parlasse troppo e non fosse così irritante con le sue battute, magari ci avrebbe anche fatto un pensierino.

Scrollò la testa per scacciare via quei pensieri poco casti, lei amava Adrien, e nessun altro poteva occupare quel posto speciale nel suo cuore.

Prima o poi avrebbe trovato il coraggio per dichiararsi.

Deglutì il nulla e con le mani tremolanti imbevette di disinfettate del cotone idrofilo che picchiettò sulle sue ferite, facendo gemere Chat Noir.

“Brucia?” Chiese guardandolo negli occhi.

“Un po’… ma sopporto.” Le sorrise sentendosi strano e anche un po’ intimidito da quella situazione, volse lo sguardo altrove perché gli occhi languidi e troppo vicini della sua amica gli fecero battere forte il cuore.

Li abbassò per puro caso e senza alcuna malizia, facendoli posare sull’orlo superiore della canotta rosa, da cui sbucava il seno di Marinette.

Chat Noir deglutì il nulla sentendosi mortificato, anche se non riusciva a toglierle gli occhi di dosso.

Il super eroe doveva ammettere con sé stesso di non si essersi pentito per niente ad essere andato lì e che la sua amica non era affatto male per certi versi.

Gli piaceva come si stava prendendo cura di lui e di come le sue mani vagavano delicatamente lungo il suo busto, una sensazione strana e appagante allo stesso tempo.

“Ho quasi finito.” Disse lei mordendosi il labbro rallentando i movimenti per potersi beare ancora per qualche secondo di quella vista mozzafiato.

Marinette prese un po’ di pomata trasparente e la cosparse sul livido che Chat Noir aveva sulla guancia.

“E’ pomata all’arnica, vedrai, domani sul viso non avrai più niente.”

“La conosci bene questa medicina.” Replicò sarcastico cercando di smorzare un po’ la tensione.

Sai… sono molto sbadata e cado spesso, serve a far guarire le ferite che mi faccio.” Marinette chiuse il tubetto e Chat Noir appoggiò delicatamente la mano guantata sopra la sua.

“Grazie”

Figurati… salvi Parigi tutti i giorni, è il minimo che possa fare per sdebitarmi con te.” Mormorò restando ammaliata da quegli smeraldi.

Chat Noir non riusciva a toglierle gli occhi di dosso perché dentro di sé cresceva sempre di più il desiderio di stringerla tra le sue braccia, si avvicinò di più al suo viso.

Le sue labbra erano così invitanti, e non solo quelle…

Marinette si sentì catturata da lui e non riusciva a capire il perché.

Attratti come una falena versoa una fiamma.

Se avesse anche solo posato le sue labbra su quelle del super eroe, sicuramente si sarebbe scottata, e questo non poteva permetterlo, ma di spostarsi o respingerlo non ne aveva alcuna voglia.

Era curiosa di sapere come sarebbe stato, anche se conosceva già la risposta, solo che questa volta lui avrebbe collaborato rendendo il momento magico.

Anche Chat Noir non aveva alcuna intenzione di andarsene di lì finchè non avrebbe ringraziato Marinette a dovere, e se quel bacio che le stava per scoccare gli fosse piaciuto?

Si umettò le labbra come se davanti a lui avesse una portata invitante, pronto ad assaporarla.

Il cuore di entrambi batteva forte ed i loro profumi entrarono dalle narici fin dentro la parte più nascosta, facendola vibrare e irradiare impulsi elettrici nelle vene.

La testa di Marinette vorticava e brividi di freddo percorsero tutto il suo corpo, la vista si stava annebbiando sempre di più, ma questo non le avrebbe impedito di assaggiare quelle labbra che vedeva avvicinarsi sempre di più, finchè chiuse gli occhi per vivere quel momento appieno.

Purtroppo la testa si fece d’un tratto pesante e si appoggiò sulla spalla di Chat Noir che riuscì ad attutire il colpo e a scrollarla perché riprendesse i sensi.

Con la mano le tastò la fronte.

Era bollente.

“Mio dio, Marinette. Ma tu hai la febbre alta!”

S-si… lo so” Mormorò lei con un filo di voce e con gli occhi ridotti a due fessure, le guance color cremisi e la fronte che stava andando a fuoco.

“Come, lo sai? E hai pensato a me e non a te?” Chiese rammaricato sentendosi terribilmente in colpa.

“Ho sonno, chat…” Disse in un sussurro non rispondendo per niente alla sua domanda.

“Dio, Marinette stai tremando.” Proprio come la sua voce preoccupata.

La giovane aprì leggermente gli occhi sentendoli bruciare.

Chat Noir la prese in braccio e la adagiò sul letto sfatto, la coprì del tutto e le mise un fazzoletto bianco e bagnato sulla fronte.

Prese il termometro dalla mensola sopra la sua testa e le misurò la temperatura.

“Trentanove e tre!” Chat Noir strabuzzò gli occhi, e d’improvviso le ferite che aveva lungo il busto non fecero più male.

Quello che lo stava destabilizzando in quel momento, era lo stato di salute di Marinette.

Anche se era un super eroe, per la prima volta si sentì impotente, non c’era nulla che potesse dire o fare per farla stare bene subito, immediatamente.

La vedeva vibrare sotto una coltre spessa di coperte e lui d’istinto l’abbraccio invadendola con il suo calore.

Chat…” Sussurrò lei in preda agli spasmi non riuscendo ad aprire gli occhi per la stanchezza.

“Sono qui, principessa”

Non… non andare… andare via.”

Mai…” Mormorò stringendola più forte fino a che la sentì rilassarsi.

*

Passò una buona mezz’ora da quando Marinette si era addormentata tra le braccia del super eroe, le convulsioni sembravano essere passate e la fronte non era più incandescente, Chat Noir le cambiava ogni due o tre minuti la benda immergendola nell’acqua fresca.

Si sedette sul bordo del letto attendendo il suo risveglio e salutarla, non rendendosi conto dell’ora tarda.

Sentì un rumore provenire dal piano inferiore, Sabine doveva essere rincasata, ed infatti poco dopo la sentì invocare il nome della figlia e salire le scale.

Doveva a malincuore andarsene, ma non prima di aver stampato sulla fronte di Marinette un tenero bacio.

“Riprenditi presto, principessa. Tornerò.”

*

FINE

*

Angolo dell’autrice: Ciao a tutti! E Buon San Valentino! Grazie di cuore per essere arrivati a leggere fino a qui, e se vi è piaciuta lasciatemi un segno del vostro passaggio, ma anche se non fosse così, sapete che accetto anche le critiche, ovviamente costruttive.

La fan art che vi ho messo all’inizio di questa storia è stata quella che mi ha ispirato a scrivere queste poche righe, io adoro quell’artista J

*

Io vi do appuntamento a giovedì con la terza ed ultima storia dedicata a questo periodo fatto di tanti cuoricini e vi aspetto anche lunedì con l’aggiornamento di Ascolta il tuo cuore.

Un abbraccio grande, Erika

*

P.s. per chi ha telegram e gli piacerebbe fare anche solo due chiacchiere, vi lascio il link del canale a cui sono iscritta, è a tema Miraculous, ma posso garantirvi che si parla spesso e volentieri di altro.

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https://t.me/joinchat/I3Kvz8x75yVmMDRk

 

  
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