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Autore: milla4    16/02/2022    1 recensioni
Colin voleva una famiglia normale, come la sua.
Colin voleva quella ragazza che tanto gli era sembrata adatta allo scopo.
Colin voleva cose e persone senza conoscerle veramente.
Storia facente parte della serie
Genere: Generale, Horror, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Una linea sottile'
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Colin era stato un bambino molto fortunato: sua padre era un appaltatore delle tasse che si occupava del villaggio mentre sua madre era la figlia di un semplice carpentiere.
Aveva avuto tutto quello che un figlio poteva chiedere, tranne una cosa.
In realtà non aveva richiesto di vedere sua madre tradita… a ben vedere, se si fosse fermato a pensare, e non era una cosa gli riusciva così bene,  non aveva chiesto nemmeno che suo padre bevesse tanto, né che portasse le sue puttane in casa per umiliare sua moglie.

Ma erano cose che possono accadere in una famiglia e lui se n’era rapidamente assuefatto.

Ora che era un giovane uomo con ampie prospettive voleva un vita normale, senza guizzi di novità e sentimenti contrastanti, una vita fatta di duro lavoro e una moglie a casa che aspettava il suo ritorno.
Era un villaggio di pescatori, dove ad ogni morte erano associate più nascite perché il mare esigeva braccia forti e giovani in continuità; Colin aveva cercato la compagna ideale tra tutte le ragazze nubili e l’aveva trovata, si nascondeva in una casa al centro del villaggio. Annis era una delle sei figli della birraia locale, i lunghi capelli neri le fasciavano il corpo come una corvina sottoveste di pizzo.

Era la figlia più piccola, quella più strana, sin da piccola Annis aveva amato le cose sbagliate, a cinque anni accudiva i piccoli di gabbiano e se li portava in casa, nel suo letto, a dieci aveva gettato nel fuoco le bambole che suo zio le aveva portato dalla Città, le aveva spaccate con l’accetta di suo padre e le aveva gettate nella stufa. In famiglia nessuno parlò mai di quello che era accaduto né indagò sul perché delle frequenti crisi che la piccola aveva ogni volta che il  giovane fratello di sua madre li veniva a trovare, si era tacitamente deciso che sarebbe rimasta in casa ad accudire i genitori una volta che sarebbero diventati anziani.

Lo zio Patrick improvvisamente smise di far visita a sua sorella.

Ma i piani dei Byrne andarono in fumo quando Colin Walsh chiese la mano della loro Annis, non della bella Aine, la loro gemma più preziosa. Nessuno seppe dove l’avesse vista, non la facevano mai uscire di casa per paura che avesse uno dei suoi "momenti" davanti agli abitanti del villaggio, ma Colin era irremovibile e così dopo meno di undici mesi dalla richiesta Cillian Byrne non potè far altro che consegnare sua figlia nelle mani del suo futuro marito: Ada avrebbe preso il suo posto, non sarebbe diventata una suora come avrebbe voluto ma avrebbe adoperato il suo voto di abnegazione verso la sua famiglia.
Nessuno chiese mai a Annis cosa ne pensasse del suo matrimonio, sembrava non avere una sua voce e a suo marito andava bene così: l’aveva attirato con la sua remissività che si accordava perfettamente con l’espansività di lui, le aveva parlato poche volte prima di prenderla in moglie e ogni volta era lui a condurre la conversazione, lei lo guardava con i suoi occhi verdeacqua come se cercasse di assorbirne le parole per poterle assaporare. A pochi mesi dal matrimonio Colin si accorse che il ventre di sua moglie si era ingrossato e che il suo sogno di normalità si stava allargando per comprendere un figlio.

Annis non gli disse nulla, sembrava non essersi nemmeno accorta della vita che le stava crescendo dentro, soltanto le crisi che sembravano essersi acquietate come se il suo corpo non potesse spendere energie. Poi un giorno, cominciò a cantare a quella pancia che si faceva mese dopo mese più grande, cantava canzoni in celtico di marinai perduti nel vento, canzoni di odio e di amore, passava le ore ad accarezzarsi la protuberanza che si faceva ogni settimana più imponente.

E poi avvenne il fatto: un giorno Colin tornò dal lavoro e trovò sua moglie cullare un bambino, il sangue le impregnava i vestiti e le carni, non aveva chiesto aiuto. Era così bella, i lunghi capelli neri le adornavano il viso sfatto per la fatica… soltanto una cosa era sbagliata. Qualcosa mancava, c’era tutto eppure mancava qualcosa di importante. Colin si avvicinò titubante a quel quadretto, Annis cullava il suo bambino con devozione sorridendogli ma il bambino sembrava non muoversi né emettere fiato. La donna alzò il bambino verso suo padre che lo prese: un urlò squarciò il silenzio nel villaggio. Con orrore si accorse che il primo fiato del suo bambino era stato anche l'ultimo e che una lenza da pesca era attorcigliata intorno al suo collo. La donna non lo guardò, troppo intenta a canticchiare per quello che per lei era il figlio perfetto.
 
Lo aveva creato per lui, per il suo Colin aveva creato la famiglia perfetta e voleva condividerla per sempre con lui, ma quello che ottenne fu un tradimento.

Le aveva giurato di starle accanto e invece l'aveva fatta rinchiudere in un manicomio, come poteva non capire che aveva salvato il loro bambino? Che gli aveva impedito di perdere la sua purezza per mano estranea?
Era quello che ogni madre avrebbe fatto.

 
NOTE: storia facente parte della serie "Una linea sottile" che ha come linea d'ispirazione quella di parlare di un personaggio secondario della storia precedente.
In questo caso, dopo "L 'inganno del rosso" ho voluto parlare di Annis, forse non è proprio nei miei intenti principali, ma Colin ha preso il suo spazio e forse così mi piace anche di più: l'Annis che ho presentato qui non è quella dell'altra storia, ancora non ha una voce e costringerla a essere protagonista avrebbe reso tutto finto.
Spero vi piaccia, fatemi sapere!
A presto

milla4
   
 
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