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Autore: Nocturnia    17/02/2022    0 recensioni
L'Occhio di Zaun padre; un pensiero già di per sé ridicolo.
Il signore della città di vetro e metallo e sua figlia: una barzelletta e scritta pure male.

[Arcane Universe] [Jinx, Silco, Sevika]
Genere: Angst, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jinx, Sevika, Silco
Note: Missing Moments, Movieverse | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie ' Lying by your side'
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"The lovesick, the betrayed, and the jealous all smell alike."
- Colette -




Dirty little animals




Sevika dovrebbe essere ormai abituata alle stronzate di quella scimmia psicotica che il capo si porta dietro da anni.
Nulla dovrebbe più sconvolgerla, o sorprenderla.
"Che cazzo è successo?" articola, aprendo le braccia attorno a sé.
"Come cazzo ha fatto a portare qui tutto... questo?" continua, spostando con la punta dello stivale un grumo di visceri.
Silco rimane immobile al suo fianco, riservando all'intera scena un'occhiata neutra, disinteressata.
Sevika scivola lungo le pareti dipinte di verde - facce contorte e piene di denti, la parola puttana ripetuta come un mantra - libera un grugnito irritato.
"Io l'ammazzo." mastica, e Silco le rivolge uno sguardo obliquo, ammonitore.
Sevika avanza, calpestando un bulbo oculare, fogli strappati e brandelli di stoffa - il divano squartato, la scrivania scarabocchiata di rosa fluo e verde acido.
China il capo, massaggiandosi la fronte.
"Faccio ripulire tutto."
Silco rimane in silenzio, fissando uno spaventapasseri che ciondola dal soffitto - V. L. inciso nelle guance del pupazzo.
"Vedo quello che riesco a salvare." sospira Sevika, chinandosi per raccogliere un rotolo di carteggi.
Silco sembra non prestarle attenzione, puntando lo sguardo verso l'angolo destro della stanza.
Sevika alza un sopracciglio, seguendo i suoi occhi.

Bugiardo.

Sotto la scritta il volto di Silco è quasi del tutto irriconoscibile.


Who told you what was down here?
Come along if you wanted a peek
I've seen your face around here.

Si era arrampicata verso il suo ufficio per mostrargli la sua nuova invenzione - una granata che si aggrappava all'obiettivo, sull'aletta il muso di uno squalo che fungeva anche da molla.

Tanto non gli piacerà, sfigata: sbagli sempre tutto.

Aveva ignorato la voce di Mylo, lo sguardo spaventato di Claggor - li aveva ricacciati più a fondo che poteva, comprimendoli in quel magma confuso che erano diventate le sue emozioni negli ultimi mesi.
Oh, piccola mia: hanno un nome quei sentimenti, aveva mormorato Vander, salvo poi dilatarsi, e assumere le fattezze di un mostro violaceo e furibondo.
E fanno di te un essere schifoso, depravato; oh, ma lo sapevo, lo sapevo fin dal primo giorno che qualcosa in te non andava - tic toc, tic tic tic, sei una di quelle fottute bombe che si inceppano sempre, Jinx, aveva urlato, liquefacendosi nella sua mente.
Jinx si ferma, stringendo a sé la granata - Sharky the Graspy.
"No." sussurra, spostando lo sguardo da una parte all'altra del condotto.
"No, non è così. Io... non c'è nulla di sbagliato." borbotta, ed è Vi a sedersi davanti a lei, deridendola.

Se ne sei convinta allora perché non fai la tua mossa, uhm? In fondo, sei grande. Sevika si è fatta ragazzine anche più giovani di te.

Jinx digrigna i denti, soffiando come un gatto rabbioso.
Il fantasma di Vi ride, e scompare in una nuvola di fumo rosa e nero.
Un topo le cammina vicino, sollevando il muso verso di lei e annusandola.
"Io... " incomincia, umettandosi le labbra.
"Io..." ripete - un disco rotto, bloccato tra un desiderio e un bisogno.
Jinx scrolla il capo, inspira con forza - conta fino a dieci, venti, trenta e riprende ad arrampicarsi verso il suo soppalco, rincuorata dal silenzio, dall'odore di fumo e cuoio che la raggiunge ancora prima della sua voce.

Un attimo.

Jinx si blocca, tende le orecchie - e , c'è qualcun altro con Silco.

Oh, a quanto pare arrivi tardi, sfigata.

Jinx chiude la mano a pugno, colpendo l'aria dietro di sé.
Sale, rannicchiandosi sul soppalco e facendo attenzione a non fare rumore.

Nessuno ti vorrà mai.

Si sporge appena oltre il bordo della tavola in legno, cogliendo il profilo di Silco dietro la scrivania, immerso nella lettura di un elenco di luoghi, numeri.
"Ho sentito che Voss ha perso le miniere."
"Purtroppo sì." ribatte una voce femminile, morbida.
Silco passa alla pagina successiva, scrollando il sigaro nel posacenere.
"Urgot l'ha costretta a tornare in superficie." prosegue la donna e Jinx si ritrova studiarla con molta attenzione - il naso piccolo e dritto, le labbra piene, di un rosso acceso, vivace.
"Uhm." è tutto quello che risponde Silco, chiudendo il fascicolo.
La donna inclina il capo verso la spalla, accavallando le gambe - lunghe, vestite di bronzo e oro.
"Forse dovresti intervenire." gli suggerisce e c'è qualcosa nel suo tono che fa scricchiolare i pensieri a Jinx, stritolandole il petto in una morsa calda e corrosiva.
Be', non si può certo dire non sia dotata la signora: davanti ha tutto quello che serve e anche di più, ridacchia Mylo, indicandosi il petto, e Jinx snuda i denti, nascondendo un sentimento dietro un altro - più conosciuto; compreso.
"E cosa dovrei fare, secondo te, Lenare?" ribatte Silco, asciutto.
La donna si alza e Jinx può adesso vedere quanto sia diversa da lei - curve e rotondità che la rendevano bella, non stupida.

Come te.

"Stupiscimi." blandisce Lenare, sedendosi sul bordo della scrivania e flettendosi verso Silco - un sorriso complice, carezzevole.
Jinx inspira con forza, conficcando le unghie nella superficie di Sharky - oh, e se ha voglia di lanciarsi sulla scrivania e assestarle un calcio dritto in faccia, spaccandole quel nasino all'insù e facendole ingoiare i suoi denti tutti bianchi e regolari e perfetti e...
"L'incontro è finito, Lenare: puoi andare." la raggiunge la voce di Silco, neutra.
Jinx si porta le ginocchia al petto, respira sempre più in fretta - le voci che parlano, e non smettono un secondo.

Stupida; sei una stupida! Pensavi di piacergli, uhm? Dovresti farti schifo da sola.

La donna studia il viso di Silco in silenzio per qualche istante, liberando poi un suono a metà tra lo sbuffo e la risata.
Jinx sa che non è successo niente, che a Silco non interessano queste cose - oh, ma quanto sei cretina? Certo che gli interessano, ma non con te. Dove credi vada quelle notti che esce con Sevika e ti dice di rimanere in camera, uhm? - ma la paranoia la soffoca, smembrando la realtà e ricucendola seguendo l'orlo delle sue paure.
"Ci vediamo, Silco."
"Velveteen Lenare." la congeda lui, seguendola con lo sguardo fino a quando non esce dal suo ufficio.
Jinx si arrotola quel nome sotto la lingua - Velveteen Lenare, Velveteen Lenare, Velveteen Lenare, puttana - senza riuscire a fermare il sentimento che le mastica il cuore.


Come alone, tell me under the table
What do you seek?

"Andremo avanti molto così?" sospira Sevika, sollevando brandelli di vestiti e stoffa.
Silco sfrega tra il pollice e l'indice ciò che resta della sua giacca, negli occhi un'espressione distante, pensierosa.
"Voglio dire," comincia Sevika, raccogliendo seta e cotone "meglio questo che far esplodere carichi di Shimmer o Enforcer, ma perché ce l'ha tanto con te?"
Silco si stringe nelle spalle, premendo le labbra tra loro quando trova un pupazzo impiccato con la sua cravatta.
Sevika lo guarda, mettendosi una mano sul fianco.
"Ha superato l'adolescenza da un pezzo." continua, seria "E anche all'epoca non ha mai rivolto la sua esuberanza contro di te. Be', quasi mai. Se non contiamo le granate cariche di brillantini e cuori per San Valentino. Puerile, ma anche tenero a suo modo."
Silco alza un sopracciglio, scoccandole un'occhiata interdetta.
"Cosa? Sono stata giovane anche io e ricordo bene come fosse difficile trovare la propria strada."
Silco adesso la guarda proprio come se fossero spuntate due braccia in più, facendole roteare gli occhi al soffitto.
"Magari si è innamorata."
Nessuna risposta.
"Quanti anni ha? Diciassette? Diciotto?"
"Diciannove." mormora Silco, aprendo il cassetto del comodino e trovandolo pieno di ingranaggi sporchi e arrugginiti.
"L'età giusta."
Silco chiude gli occhi, massaggiandosi le tempie.
Sevika è convinta di aver fatto centro e insiste, gettando tutti i vestiti tagliati sul letto.
"È un'adulta ormai: non mi stupirebbe affatto."
"Non le ho mai impedito di fare nulla." replica Silco, asciutto.
"Forse sa che non approverai."
Silco le getta un'occhiata da sopra la spalla, neutro.
"Il ragazzo che le piace. Forse teme che gli taglierai il cazzo come a quella guardia."
Silco non risponde, sedendosi sul bordo del letto e cominciando a tirare fuori i bulloni uno per uno.
"Lasciale il suo spazio; verrà lei da te quando sarà pronta."
"Grande suggerimento da dare con una ragazzina che ha paura di essere abbandonata." sussurra Silco, e Sevika scuote una mano in aria, disinteressata.
Sotto il groviglio di scarti metallici il biglietto di Jinx recita una sola parola: bugiardo.


Welcome to the playground, follow me
Tell me your nightmares and fantasies.

"Jinx." la chiama, e lei cerca di ignorarlo sbattendo più forte il martello sulla barra in acciaio.
"Jinx." ripete, avvicinandosi al suo banco di lavoro.
Il grammofono pompa musica a tutto volume e Jinx dondola il capo al ritmo sincopato di una canzone rock - batte i piedi, ondeggiando sullo sgabello con i fianchi.
Silco si passa una mano tra i capelli e Jinx ne coglie un riflesso fugace, distorto dalla superficie metallica di una piastra.
Avrei dovuto affogarlo anni fa, ringhia la voce di Vander, e Jinx tace, continuando a martellare.
Silco appoggia una mano vicino alla piastra, sfidandola a colpirlo - a ignorarlo ancora.
Jinx solleva il martello, sta per riabbassarlo quando si ferma a pochi centimetri dalla sue dita, sollevando il viso ed esibendo un sorriso a trentadue denti.
"Silly Silco." gli dice, togliendosi gli occhiali da saldatore.
"Perché lo stai facendo?"
"Cosa? Far esplodere gli edifici? Le persone? Eppure sono sicura di non averlo fatto negli ultimi giorni, ma sai, forse l'ho sognato o pensavo di sognare e..."
Silco estrae dalla tasca dei pantaloni un foglietto stropicciato, appoggiandolo sul bancone.
Jinx si ammutolisce, fissandolo.
"Bugiardo." ripete lui, quieto.
"Io sarei un bugiardo." continua, studiandola con attenzione.
Jinx piega il capo tra le spalle, flettendosi in avanti.
Silco si siede sui talloni, abbassandosi al suo livello.
"Sapresti dirmi il perché, Jinx?"
Jinx si tormenta le dita, liberando una risatina nervosa.

L'hai fatta grossa; adesso si arrabbierà e ti butterà viaviavia.

Silco allunga una mano verso il suo viso, prendendole la guancia nel palmo.
"Non succederà nulla, Jinx. Non sono arrabbiato."

Oh, certo. Lo dice adesso, ma quando saprà il perché gli farai schifo.

Jinx si morde il labbro inferiore, combattuta.
"Ti ricordi cosa ti ho detto la prima notte al Last Drop?"
Jinx annuisce, facendosi piccola piccola sulla sedia.
"La verità, Jinx: quella era l'unica cosa aveva importanza e che avremmo dovuto dirci sempre."

Coraggio, sfigata; diglielo. Digli quando di notte ti svegli e non sono gli incubi a condurti nella sua camera - che gli stai mentendo e che non è davvero quella ragione.

"State zitti." mormora Jinx, spostando lo sguardo su un punto imprecisato alla sua sinistra.
Silco le prende il viso tra le mani, cercandole gli occhi con i propri.
"Guardami, Jinx."
Le voci minacciano, si aggrappano agli angoli della sua mente - vengono respinte solo da quella di Silco.

Da lui.

Jinx incontra i suoi occhi, stringendogli i polsi con dita fredde, umide.

Paura e desiderio.

Silco abbozza un sorriso asimmetrico, gentile - qualcosa che aveva concesso a lei e lei soltanto.

Sempre.

Jinx si solleva verso la sua bocca e chiude gli occhi.


Sink into the wasteland underneath
Stay for the night, I'll sell you a dream.

Jinx è tornata a occupare il suo posto nel trespolo che si era costruita nell'ufficio di Silco, e Sevika non sa se questo sia un bene o no.
La settimana era stata particolarmente impegnativa e lei era stanca - vuole solo bere qualcosa al Last Drop e forse farsi una scopata. Forse.
Jinx ciondola a testa in giù, lasciando scivolare le trecce blu fino a terra.
Sevika resiste alla tentazione di afferrarne una e tirare come con il campanaccio di una mucca e vedere cosa succede - un riflesso puerile, che le capita spesso quando Jinx è nei paraggi.
"Vorrei un pony."
"Non ci sono pony a Zaun." le ribatte Silco, controllando il rapporto di Sevika.
Jinx sbuffa, incrociando le braccia al petto - e Sevika nota quanto sia piccolo quel top fatto di niente e lacci sparsi qua e là per la schiena.
Si gratta la nuca, pensando che sì, in effetti le servirebbe qualcosa di più pratico: non uno straccio da cui riesce a vedere persino la linea del seno e il tatuaggio a forma di nuvola.
"Allora una nuova mitragliatrice."
Silco annuisce, sfogliando le pagine.
"E della vernice spray." aggiunge Jinx, saltando sulla scrivania e rovesciando un portapenne.
Silco posa la mano su un libro che rischiava di cadere, tranquillo.
"Azzurra."
"Tutto quello che ti serve." mormora, arrivando alle penultime pagine.
Sevika arriccia il naso, quasi disgustata da tutta quella permessività.
Jinx scuote le spalle contenta, abbracciando Silco e lì rimanendo - e Sevika si annota mentalmente di comprarle anche un paio di pantaloni nuovi perché quelli sono logori e troppo, troppo bassi.
Silco le accarezza i capelli e Jinx scivola verso di lui, arrotolandosi sulle sue gambe.
Sevika alza un sopracciglio, interdetta.
Aveva capito fin da subito che la bambina cercava un contatto fisico continuo - dal modo in cui si aggrappava alla gamba di Silco sotto la scrivania e più avanti da come non lasciasse mai il suo fianco, sfiorandogli ora una spalla, ora la mano.
Da piccola gli lasciava piccoli regali sparsi per l'ufficio: ora una tazza decorata con un'espressione arrabbiata, il momento dopo il posacenere colorato di rosa e blu.
Sevika aveva cominciato a inciampare nei suoi disegni - tutti sanguinolenti e in cui solo lei e Silco sorridevano mentre gli altri bruciavano - e a volte persino in disastrosi tentavi di biscotti duri come sassi.

E che Silco aveva mangiato senza fare una piega.

Negli anni era cresciuta, Jinx, e la situazione non era affatto cambiata, sollevando più di una voce.
La tiene per sé, aveva mormorato Petrok, dando di gomito a Takeda.
Ho sentito che ha tagliato l'uccello a una delle sue guardie solo per averla guardata, aveva bisbigliato Voss, sorridendo ammiccante.
La sta educando, era stata l'illazione di Eramis, bevendo un sorso di vodka.
Sì, a fare pompini, la replica di Petrok, seguita da una risata generale - tutti, tranne Karvyq, serio e composto come una statua antica.
Sevika li aveva lasciati parlare - non troppo - ed era quasi certa che Silco ne fosse al corrente e li ignorasse deliberatamente.

Tump.

Sevika distoglie lo sguardo dal muro, posandolo sulla fonte del rumore.
"Direi che tutto procede per il meglio: la distribuzione di Shimmer è aumentata e abbiamo fermato due attacchi dei Firelight."
Jinx sembra essersi addormentata, il viso appoggiato sul petto di Silco e le mani strette nel suo gilet.
"Ci vediamo domani mattina: goditi la serata libera."
Sevika si alza, percependo la spalla sinistra pungere - irradiare un dolore fantasma.
Posa lo sguardo su Jinx - la bocca socchiusa, il corpo arrotolato addosso a quello di Silco.
"Non va bene."
Silco solleva gli occhi, fissandola.
Sevika indica davanti a sé, scuotendo le dita.
"Capisco quando era una bambina; quando di notte bussava a tutte le porte perché spaventata dai suoi incubi. Smise solo quando trovò la tua."
Silco tace, ascoltandola.
"Ma è cresciuta e non ha smesso."
Sevika aggrotta le sopracciglia come se un pensiero molesto e intrusivo l'avesse appena attraversata, umettandosi le labbra.
"Ti ha sempre dimostrato il suo affetto in maniera strana, ma adesso..."
Sevika si zittisce, sospirando.
"È una donna, Silco."
Nessuna risposta.
Sevika non sa se continuare o meno; se dirgli che l'ha vista. L'ha vista più di una notte entrare nella sua camera e non uscirne nemmeno il mattino dopo - ricomparire come nulla fosse sul suo soppalco e blaterare di aldorfit e fulminato di mercurio.
Silco la fissa con quel suo sguardo asimmetrico e neutro - una perfetta maschera che aveva perfezionato negli anni.
Sceglie, e tace Sevika, abbozzando un saluto e dando loro le spalle.
Finché Jinx non si metterà tra lei e Zaun allora nulla sarà un problema.


What brings you to the lost and found, dear?
Won't you pull up a seat?

L'Occhio di Zaun padre; un pensiero già di per sé ridicolo.
Il signore della città di vetro e metallo e sua figlia: una barzelletta e scritta pure male.

"C'è un mostro in ognuno di noi."

Sevika gliel'aveva chiesto una sola volta - appena si era svegliata dopo che l'esplosione le aveva polverizzato il braccio.

"Perché l'hai tenuta?"

E le aveva risposto onestamente, Silco; senza maschere.

"Perché è sola."

Tutti gli orfani lo sono, erano state le parole di Sevika.
Che differenza c'è tra lei e un altro?, aveva aggiunto.

Già, che differenza c'è, Silco?

Jinx conosce il sapore del tradimento; sa cosa significhi aprirsi a qualcuno - fidarsi - ed essere poi stritolati da quell'atto, la stessa mano che ritenevi amica spolparti vivo, lasciando di te ossa e rimpianti.
Jinx un po' gli assomiglia e forse, in maniera confusa, aveva pensato di poter salvare se stesso una seconda volta - di insegnarle a essere forte, migliore.

Di sopravvivere a se stessa e a tutti i suoi vostri fantasmi.

Eppure adesso non sa dove si trovi, Silco: che posizione occupi nella scacchiera dei ruoli.

"Ci siamo solo noi."

Ha usato le sue stesse parole, Jinx.
Gliele ha ripetute anche mentre si allungava su di lui, baciandolo come se fosse normale: come se quello fosse il pezzo mancante, la naturale evoluzione di un rapporto iniziato mentre la terra bruciava, il cielo cadeva.
E non l'ha fermata, Silco: non l'ha respinta, né evitata.
Potrebbe dire che l'ha fatto perché la mente di Jinx è fragile,

Bugiardo,

perché l'avrebbe visto come un rifiuto - un abbandono,

bugiardo,

e lui non voleva farla sentire così,

bugiardo,

mai più.

Bugiardo.

Silco si riflette nell'occhio cieco e trova la verità.


Everybody got a price 'round here to play
Make me an offer, what will it be?
Oh-oh, what will it be?

Qualsiasi cosa le sia successa Sevika quasi la preferiva prima.

Quasi.

Jinx non era mai stata una persona particolarmente equilibrata, ma trovarla frugare tra le sue cose raggiunge tutto un altro livello.
"Che cazzo stai facendo?" bercia Sevika, strappandole di mano un paio di mutande.
Jinx inclina la testa di lato, mostrandole un sorriso enorme - inquietante.
"Ehi, Se-se-sevika!" la saluta, rimanendo seduta sul pavimento.
Sevika arriccia le labbra sui denti, fissandola malevola.
"La mia camera è off-limits. Non ci puoi entrare e non avresti neanche dovuto riuscirci: ho cambiato la serratura un mese fa."
"Oh, quella." chiosa Jinx, ridacchiando "Be', non è stato poi molto complicato."
Sevika grugnisce un insulto, togliendole dalle dita un reggiseno e che cazzo, anche le sue riviste.
"Vai a rompere i coglioni a qualcun altro."
"Silco è occupato."
"Sì, be', condurre un fottuto impero criminale richiede attenzioni, sgorbio: non può sempre stare attaccato al tuo ossuto culo."
Jinx amplia il sorriso, mostrandole una chiostra di denti bianchissimi.
"A tal proposito..."
Sevika si blocca a metà del gesto di rimettere tutto nel cassetto, processando le sue parole - l'associazione logica che aveva appena fatto.
"... no, lascia stare: tanto tu queste cose non le sai."
Sevika si volta molto, molto lentamente: la guarda, improvvisamente attenta.
"In che senso?" le chiede, cauta.
Jinx si scrolla nelle spalle, allungando una gamba in avanti e appoggiandosi sul tallone.
"A te piacciono le donne, no? Ti ho sempre visto scegliere loro nel bordello."
Tu nemmeno dovevi esserci in quel cazzo di bordello, si ritrova pensare Sevika, deglutendo.
"Continuo a non capire cosa c'entri questo adesso con il fatto che sei entrata in camera mia."
"Cercavo qualcosa."
"Cosa?" ripete lei, stizzita.
Jinx si tocca il seno, imbrociando le labbra.
Sevika ha già visto quell'espressione insoddisfatta, ma mai su Jinx - uno sgorbietto pelle e ossa con la flessibilità di una scimmia isterica.
In realtà è diventata bella, Jinx, solo che per te rimarrà sempre questo - un problema e una spina nel fianco, riflette, ma ricaccia quel pensiero nel retro della sua mente, concentrandosi sul presente.
"Niente." mormora Jinx, dondolando da un piede all'altro - incerta.
Sevika inspira con forza - ti prego, non la chiacchierata, non quella - le punta l'indice e il medio addosso, fissandola.
"Dimmi che non stiamo parlando di sesso."
Jinx avvampa e Sevika capisce di aver fatto centro - cazzo cazzo cazzo.
"Tu non vuoi davvero chiederlo a me."
Jinx tace, grattandosi la punta del naso.
"No."
"Sei la sola donna che conosco."
"Assolutamente no."
"Non ci voglio andare dalle prostitute del bordello."
E fai bene, esala tra sé e sé Sevika; se lo scopre Silco mi ammazza. Sì, mi ammazza con le sue mani.
"Vai da Singed."
"Urgh." ribatte Jinx, disgustata.
"È un medico." controbatte Sevika, asciutta.
Jinx si infila due dita in gola, mimando l'atto del vomito.
Sevika china il capo, massaggiandosi la fronte.
"E comunque so cos'è il sesso."
"Magnifico." borbotta Sevika, esausta.
"Conosco la dinamica."
"Grazie dell'illuminazione."
"Volevo solo un... consiglio." sussurra, e Sevika la squadra da dietro le dita socchiuse.
Jinx strofina la punta dello scarpone sul pavimento, sembrando improvvisamente fragile - in difficoltà.
Sevika raddrizza le spalle, avvicinandosi.
"Forse Silco..."
Jinx si irrigidisce completamente, gettandole uno sguardo allarmato, quasi nel panico.
Sevika aggrotta le sopracciglia, confusa.
"Non ha importanza." le dice poi, allontanandosi "Posso fare da sola!" continua, alzando la voce e gettandosi nel corridoio in fretta e furia.
Sevika rimane al centro della stanza con la sgradevole sensazione di non aver capito niente.


Welcome to the playground, follow me
Tell me your nightmares and fantasies
Sink into the wasteland underneath
Stay for the night, I'll sell you a dream.

Qualcosa è cambiato; si è flesso e adesso ha assunto una forma del tutto nuova.
Jinx è sempre lei, ma al tempo stesso è altro - un desiderio e un'ossessione.
Il controllo gli appartiene e Silco non è nuovo alle sue diramazioni, al prezzo chiesto e mai restituito.
Il potere non è nel sangue, o nella forza, ma nella capacità di prenderselo - di gestirlo e puntarlo dalla parte giusta.

Peccato adesso non stia funzionando affatto.

Lo Shimmer brucia, accende ogni terminazione nervosa - si irradia alle tempie, lungo la schiena, facendolo inarcare all'indietro sulla poltrona.
Silco inspira con forza, scivolando leggermente in avanti quando lo Shimmer si diluisce al suo sangue, diventando una puntura distante, quasi un pizzicore sotto pelle.

Tum tum. Tum tum. Tum tum.

Il viso di Jinx entra nel suo perimetro visivo, la siringa ancora in mano.
Inclina il capo verso sinistra in un movimento curioso, avvicinandosi fino a sfiorargli il naso.

Tum tum tum. Tum tum tum.

Lo Shimmer chiama dentro di lui, una corrente violenta che lo rende esposto - sensibile.
Jinx gli posa una mano sul petto, poco sopra il cuore - ne sente il rullio furioso, vorace.
Silco la guarda, nell'occhio azzurro un avvertimento - un monito.

"Da qui non si torna indietro, Jinx."

Jinx gli prende il viso tra le mani e Silco arretra istintivamente quando gli tocca la cicatrice - fili di nero e rosso che lo rendono adatto al ruolo di Occhio di Zaun.

Non certo a quello di Signore del Concilio di Piltover.

Jinx lo trattiene a sé, sfiorandogli con il pollice l'occhio sinistro - sclera nerissima e iride rossa.
Silco le afferra un polso, percependo le cosce di Jinx stringersi attorno le sue - il respiro sul collo, la tensione emanata dal suo corpo.
Jinx si piega in un arco di pelle e muscoli - strattona, cercandolo in un bacio tutto denti e sangue.

"Come se volessi tornare indietro, Silly Silco."

Dentro Silco qualcosa strappa e cede.


Throw it into your mouth
Gets stuck between your teeth
Why would you die up there
When you can live underneath?
Dirty little animals
Beautiful cannibals

Ama esattamente come vive, Jinx; in un groviglio di colori e rumori.
Lo bacia e non ne ha paura - non ne ha mai avuta.
Lo cerca, e non c'è incertezza nei suoi movimenti - dubbio: solo la stessa, irriverente, curiosità con la quale aveva sempre smontato scimmie giocattolo e granate esplosive.

Che ha bruciato e distrutto tutto ciò che amava.

E si ferma, Jinx: si paralizza nel gesto di esplorarlo sotto la camicia - negli occhi un'espressione incerta, spaventata.

Rovinerai tutto, tutto. Non sai fare altro. Sei solo un povera sfigata - cosa credi? Gli fai pietà, null'altro.

Silco solleva il viso verso il suo, prendendole il mento tra le dita e costringendola a guardarlo.
"Non c'è nessuno, Jinx." mormora, e nella sua voce c'è una qualità nuova - densa, calda.
"Se ne sono andati." ripete, baciandole il collo, lo spazio tra i seni - spegnendo le voci, la colpa.

Sei disgustosa.

Allora lo sono anche io, le sembra di sentire ribattere Silco a Vander, e le viene da piangere e ridere e ridere ancora, perché cala finalmente il silenzio nella sua mente - non nel suo corpo.
Silco segue con l'indice il disegno delle nuvole che le percorrono il fianco destro, osservando ogni sua reazione - cogliendo ogni gemito, ogni ansito.
Ricorda quando Jinx era entrata correndo nel suo studio, sollevandosi di scatto la maglietta e mostrando orgogliosa il suo nuovo tatuaggio - ti piace, Silly Silco? Sono nuvole perché è dove dici che ho sempre la testa - incurante di Sevika, della propria nudità.
Ricorda, e Jinx stende il braccio di lato, seguendo con gli occhi la sua esplorazione.
"Pensavo ti saresti infuriato." sussurra, incantata dal movimento delle sue dita lungo la pelle.
Silco abbozza un sorriso, portandosi la mano di Jinx alla bocca e baciandone le nocche.
"Oh no, Jinx; tutt'altro." replica, nell'occhio azzurro una scintilla divertita, vivace.
Jinx ride, mostrandogli il profilo della donna che potrebbe essere se Vander e le altre voci morissero una volta per tutte - se riuscisse a cancellarle ed eradicarle dalla sua memoria.

Dai suoi incubi.

La risata di Jinx si spegne in un mormorio quieto, che si riverbera nel suo petto come una piccola scossa.
Lo guarda e lo comprende, Jinx: lo ama, e questo lo distrugge - lo rende di nuovo spogliato di ogni difesa, carne viva e pulsante.

E sei pronto all'eventualità di perderla?

Sulle sue labbra Jinx è condanna e promessa.


And though the world cries for our defeat
Our darkest hour will be our victory.

Le era sempre piaciuta la camera di Silco; era più grande della sua e lì si sentiva sicura, protetta.
Da piccola si era addormentata più di una volta sul tappeto a lato del letto, stringendo al petto un pupazzo a forma di coniglio logoro e sporco di terra.
Era cambiato tutto quando Silco l'aveva trovata così, rannicchiata in se stessa e con le palpebre gonfie di sonno e lacrime.
Era rimasto in silenzio, tendendole una mano e invitandola a salire sul letto con lui - scostando la coperta e lasciando che si nascondesse sul fondo, una palla di singhiozzi e incubi.
Non le aveva mai detto che in quelle notti rimaneva sveglio a controllare che non soffocasse; che al mattino la spostava fino alla testata del letto e lì la lasciava, pulendole il viso dalle lacrime e dalla paura.
Neppure lei gli aveva confessato che altre notti era stata lei a rimanere sveglia, fissandolo nel sonno e toccandogli la parte ferita del volto - attratta da quelle linee nerissime e che lo rendevano simile al drago delle storie.
Sputi anche fuoco?, avrebbe voluto chiedergli, ma quando l'aveva visto fumare dopo un incontro con i Chem Baron aveva sorriso senza dirgliene il motivo.
Adesso ho un drago tutto mio, aveva pensato, felice per la prima volta in mesi.
Ed era sempre rimasta aperta quella porta per lei - anche quando era stata troppo grande perché non si sospettasse altro.

Jinx si inarca sotto le sue mani, interrotta nei suoi pensieri dal frastuono del sangue nelle orecchie, da una sensazione nuova tra le cosce - che la fa sentire leggera, senza peso.
È impaziente, Jinx, e vorrebbe fare - l'ho visto in un libro, gli ha detto, stizzita; so benissimo come funziona.
Silco aveva trattenuto una mezza risata, scuotendo la testa.
Non è una delle tue invenzioni, Jinx: è un incontro. Uno scambio, aveva mormorato, baciandole la linea piatta dell'addome, scendendo e fissandola dallo spazio tra le cosce socchiuse.
Jinx aveva imbrociato le labbra, sicurissima di aver ragione e stava anche per ribattere quando...

Oh.

Le parole le muoiono in gola e mutano in un gemito impaziente.


Can we find the will
Can we climb this hill
Can we reach up to the light once more?

Jinx è calda sotto di lui, umida; si lascia condurre, ma impara in fretta e cerca la propria soddisfazione senza vergogna - lo tocca, e Silco può vederla assorbire ogni flessione nella sua voce, del suo corpo.
La guarda, e le pone una domanda silenziosa.

Sei con me, Jinx?

Jinx risponde al suo sguardo, negli occhi una luce languida, che la rende bellissima e gli stringe il cuore in una morsa.

Di tutti i peccati di cui potevi macchiarti questo è il peggiore, vecchio mio.

Silco si umetta le labbra ed è Jinx a catturare i suoi dubbi - a sconfiggerli, sollevandosi sui gomiti e baciandolo con la stessa forza con cui costruiva e distruggeva.
"Potrebbe fare male." mormora, e Jinx lo fissa con una fiducia sconsiderata - assoluta.

Puoi tornare indietro quando vuoi, Jinx: non mi arrabbierò. Non ti abbandonerò mai.

Jinx ride, incrociando i talloni dietro la sua schiena e spingendolo a sé - quasi in lei.
"Silly Silco." cantilena, divertita.
"Tu non puoi farmi male." gli dice, accarezzandogli una tempia.
Solo io posso, sono le parole che rimangono sospese tra loro - a metà tra una profezia e un sogno.
Jinx si curva verso il suo petto, stringe - e Silco affonda, strappando il respiro a entrambi.
Il sangue di Jinx ha la stessa consistenza dei loro segreti.


I am everything
I am nothing
I am what you need.

C'era davvero un altro finale possibile?
Se lo chiede mentre Jinx si flette in arco di colori e suoni - mentre l'orgasmo l'attraversa come una corrente elettrica e improvvisa.
Per un istante la parte peggiore di lui ride, e pensa a tutto quello che ha strappato a Vander - la giusta punizione per averlo tentato di uccidere come un ratto.

"C'è un mostro in ognuno di noi."

Jinx si china in avanti - respira, e c'è qualcosa di affascinante nel modo in cui gli percorre il viso in punta di dita, il petto.
E sorride, Jinx: gli mostra una piega storta e allegra - simile a quella di quando riesce a smontare un progetto particolarmente ostico, diversa nella scintilla che le anima gli occhi.

Furba, divertita.

Silco alza appena un sopracciglio, sa cosa significhi quello sguardo - lo stesso che precedeva un'esplosione di glitter e oggetti appuntiti.
"Jinx." le dice - l'ammonisce, ma lei ride, appoggiando entrambe le mani al suo petto e inarcandosi all'indietro - ruotando i fianchi in un movimento che spegne ogni altra replica.
Silco inspira bruscamente, premendole le dita nella pelle.
Jinx lo ripete, ridacchiando - catturando il suo gemito in un bacio scomposto, impaziente.

"Sarai la mia morte, Jinx."

Silco solleva di scatto la mano, circondandole la curva sottile del collo - un riflesso involontario; la risposta muscolare all'essere indifeso, esposto.
La pupilla di Jinx si dilata e per un attimo - un istante - è sicuro che adesso si allontanerà da lui, arretrando fino ai piedi del letto e scoccandogli un'occhiata ferita, forse persino disgustata e...

Ah.

Jinx gli circonda il polso con le mani, trattenendolo a sé.
Lo fissa, e non c'è paura nei suoi occhi, dubbio: solo un desiderio che lo sorprende - brucia, toccando ciò che c'è di peggiore in lui e liberandolo.
Si guardano, Silco e Jinx, e si trovano - parlano la stessa lingua, avvampano della stessa rabbia.
Jinx accompagna le sue dita, stringe - libera un suono di gola, riprendendo a muoversi su di lui in movimenti languidi, morbidi.
Silco ascolta il sangue di Jinx pulsargli sotto le dita - tra le cosce, dove è ancora umida e cedevole e...
Jinx affonda le unghie nel suo polso, taglia - e c'è altro sangue adesso su di loro, tra le lenzuola.
Ride, Jinx, e che sia follia o delirio o eccitazione non ha importanza - non quando i pensieri di disperdono, affogando nei loro respiri, tra le parole che mormorano l'uno sulla pelle dell'altro.

"Non sono fragile, Silly Silco: non mi rompo. Non troppo, almeno."

Jinx si tende sopra di lui, geme, e Silco la segue - viene, e ride insieme a lei perché cazzo, se ne ha infranti di limiti in vita sua, ma questo...

Oh, questo li valeva tutti, uhm?

Jinx scivola sopra il suo corpo e sorride.


I’ve found a way
To feel immortal
To feel alive.

Lo sveglia qualcosa che gli punzecchia ripetutamente il fianco.
Uno, due, tre. Pausa. Uno, due, tre. Pausa.
Silco affonda il viso nel cuscino, ignorandolo.
Percepisce il fruscio delle lenzuola, un peso gravargli all'improvviso sull'addome - dita sottili, agili, che gli sollevano la palpebra destra.

Jinx.

Lo accoglie con un sorriso a trentadue denti, saltellandogli addosso e schiacciandogli le costole - ridacchiando.
"È mattino." cinguetta, e Silco si volta dall'altra parte, soffocando un grugnito.
Jinx si china verso di lui, respirandogli a pochi centimetri dal viso.
"Posso usare la tua doccia?"
"Da quando mi chiedi il permesso?" mormora lui, assonnato.
"Mi sembrava una cosa carina da fare." ribatte lei, stringendosi nelle spalle.
"Uhm."
Jinx intreccia le dita nei suoi capelli, pettinandoli all'indietro in un movimento distratto, gentile.
"Sevika ti ha cercato."
Silco riapre gli occhi, improvvisamente vigile.
Jinx gli appoggia una guancia sul suo petto, sospirando.
"Ma ha trovato la porta chiusa e se ne è andata borbottando qualcosa e bla bla bla."
Silco si rilassa impercettibilmente sotto di lei, accarezzandole la schiena.
"Non credo dovremmo dirglielo." gli dice, cogliendolo di sorpresa.
Silco le conta le vertebre una per una, aspettando il seguito.
Jinx si solleva sui palmi delle mani, fissandolo con un'intensità adulta, seria.
"Non sono stupida."
"Non l'ho mai pensato."
Jinx preme le labbra tra loro, aggrottando le sopracciglia.
"So cosa comporta... questo." gli dice, allargando le braccia attorno a sé.
Silco non ne è completamente sicuro, ma ha imparato a conoscere Jinx e sa che possiede un'intelligenza acuta seppellita sotto tutte le sue paranoie.
"Non mi vergogno di te, Jinx." la rassicura, e Jinx sembra rifletterci sopra, tornando poi a sorridere.
"Oh, lo so, Silly Silco: come potresti? Sono perfetta." dice, ripetendogli le sue stesse parole.
Silco l'attira a sé per la nuca, baciandole la fronte.
"Perfetta." conferma, lasciando che nasconda il viso nell'incavo del suo collo e lì rimanga - ripari le sue fragilità, soffochi le voci e tutte le loro menzogne.
Jinx chiude gli occhi e ascolta il silenzio.


(Once there was a child's dream)
One night the clock struck twelve
The window open wide
(Once there was a child's heart).

Era stata la prima volta, non sarebbe stata l'ultima.
Il mondo non si era fermato e aveva continuato a girare - se ne era fregato di quello che era successo tra quelle lenzuola, in quella stanza.

E poi nel suo ufficio. E dopo nell'officina di Jinx. E di nuovo nella sua camera, in un circolo che non accennava a finire.

Zaun e Piltover avevano continuato a scontrarsi dai lati opposti dello specchio - la città di sopra, quella di sotto.

Avorio e cristallo; metallo e vetro.

La mente di Jinx non aveva smesso di frammentarsi, e ritornare poi insieme ogni volta un po' meno completa, un po' meno sana.

Maledizione disgrazia sfigata maledizione maledizione maledizione.

Gli obiettivi di Silco non erano cambiati - Zaun libera, Jinx con lui.

"La ragazza sta diventando un problema."
"Per chi?"
"Per tutti noi."

E si era chiesto se non fosse tutta colpa sua: se tutto questo non l'avesse resa ancora più instabile - in bilico tra l'ossessione e il piacere.

"Quella puttana!"
"È uno dei Chem Baron, Jinx: non devi temere nulla."
"Io... io... zitti, state zitti. Tutti. voi."

E Jinx aveva voluto così tanto compiacerlo - non sono debole, non sono debole - da aver creato un'arma a sua immagine e somiglianza.

"Si chiama Fishbone, ti piace?"
"È bellissima, Jinx."

Silco le sfiora il viso nella penombra della stanza, le luci pallide di Zaun che le regalano un profilo sfumato, intoccabile.
Jinx si china verso di lui, nascondendolo dietro una cortina di capelli blu come i suoi occhi.

Enormi, supplici.

E la percepisce, Silco; sa che gli sta sfuggendo di mano come acqua - quella in cui è morto e (ri)nato: a cui tornerà quando lei lo ucciderà e lo piangerà e lo amerà.

"Non ti abbandonerò mai, Jinx."

"Lo so." mormora lei, accarezzandogli con il pollice la guancia sinistra - toccandolo dove fa più male.

Dove sono uguali: feriti e soli.

Silco la bacia, sollevandola per i fianchi e ribaltando le posizioni.

"Spero che tu sappia quello che stai facendo."
"Con il Concilio?"
"No. Con Jinx."

Jinx mormora sulla sua bocca - lui non lo farà mai. Me l'ha promesso - gli circonda la vita con le cosce, aggrappandosi a lui per non affondare tra i suoi stessi pensieri.

"È un consiglio, Sevika?"
"Un avvertimento."

Silco respira sulla sua pelle - sei perfetta, Jinx - e lei sorride, perché è proprio così che si sente quando è con lui.

"Ci siamo solo noi, Jinx: null'altro ha importanza."

Sul ciglio della fine quei momenti saranno gli unici che sopravviveranno alla disperazione di entrambi.




"Love me. I have destroyed everything!
But if you love me, it can all be restored in a new form.
Love me."
- Anne Rice -




Note dell'autrice; la storia è stata scritta per il P0rn Fest, quindicesima edizione. Il prompt era Possessive!Jinx.
La canzone usata è Playground di Bea Miller.

   
 
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