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Autore: hermy09    19/02/2022    1 recensioni
Una raccolota di fanfiction (per la maggiorparte oneshots) sulla coppia Jason Grace e Reyna Ramirez Arellano.
Sono tutte storie tradotte dall'inglese all'italiano. Leggere il primo capitolo per più info.
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gwen, Jason Grace, Reyna, Reyna/Jason
Note: Missing Moments, Traduzione, What if? | Avvertimenti: nessuno
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ATTENZIONE, questa non è una mia fanfiction, è stata scritta da HiddenEye e pubblicata su AO3 e fanfiction.net

Io l'ho solo tradotta dall'inglese all'italiano.

Qui trovate la storia originale: https://archiveofourown.org/works/2269251

"Reyna."

Jason venne zittito dalle labbra di lei quando si posarono all'angolo delle sue, le sue dita lo accarezzarono ai lati del collo, e lui le cinse forte la vita con le braccia. Sotto il tocco delle sue dita sentiva la pelle di lei nuda e morbida,  le percorreva la schiena, su verso i capelli dove le dita affondarono. Il suo seno premeva contro il suo petto, lei gli dava piccoli baci sulle labbra, mentre indietreggiavano sempre più vicini al letto, lasciandosi dietro una fila di vestiti sul pavimento.

Quando il retro delle gambe di Jason si scontrò contro il bordo, caddero sul materasso, lei finì sopra di lui, le loro gambe attorcigliate tra loro.
Lui fece in modo di invertire la posizione, così da sovrastarla col suo fisico imponente, le sue mani a lati della testa dei lei lo sorreggevano .

Avvicinò il viso al suo - i suoi occhi azzurri erano così intossicati dalla passione da farle battere il cuore sempre di più - il suo naso sfiorò quello di lei. Jason poteva sentire il suo caldo respiro spandersi sulla sua bocca inumidita, i suoi occhi scuri un vuoto senza fine in cui aveva paura di perdersi, un luogo pericoloso, che appartenevano di una pericolosa padrona.

Jason inclinò leggermente il capo, accarezzandole le labbra con le sue una volta, e poi un'altra ancora, e poi la baciò con una tale delicatezza, assaporando il bacio lentamente come il primo che si erano scambiati, ricordandosi il modo in cui quelle labbra piene erano state le prime che avesse mai reclamato, come gli avevo tolto il fiato in ogni modo possibile.

"Reyna".

Sentiva che veniva spinto indietro mentre lei si inginocchiava lentamente, e dovette alzare la testa al tirare dei denti di lei sul suo labbro inferiore. Sentì che cinse le mani al suo collo. Le artigliò la schiena con le dita e soppresse un lamento quando lei si scostò leggermente e non sentì più la pressione delle labbra di lei sulle sue.

"Che cos'è che mi fai?" Ringhiò leggermente, incredulo che riuscisse a ridurlo così, che avesse così tanto potere su di lui.
Pazienza, pensò mentre le dava un bacio a bocca aperta sulla parte finale della mascella, non gli importava così tanto, per adesso.

Riusciva a sentire le vibrazioni delle sue risatine mentre le annusava il collo, scendendo poi verso giù, premette le labbra sullo spazio tra i suoi seni, con le dita tracciava le curve del suo corpo.

"Nulla," mormorò lei, affondando le dita nei suoi capelli biondi, alzò la testa in modo da poterlo guardare, e lui notò come le brillassero gli occhi. "Sei tu che hai voluto tutto questo, io faccio solo ciò che desideri."

Aveva sempre pensato che lei facesse del suo meglio per essere migliore di lui in ciò che faceva, per essere avanti in tutto. Lui voleva diventare pretore, e anche lei ci era riuscita. Se lui era a metà con le scartoffie, lei le aveva finite il giorno prima. Lui era il miglior guerriero al Campo Giove, e lei lo aveva battuto in combattimento più volte di quante potesse contarne. Era frustrante, ma lui sapeva come era fatta, che la smania di vincere fosse nel suo DNA. Per la figlia di Bellona, ogni vittoria le ricordava che era sopravvissuta a un altro giorno senza essere uccisa.

Però trovò fosse crudele da parte sua usare quella tattica con lui.

Fece un sorrisetto, non pronunciando neanche una parola che confermasse ciò che gli aveva detto, e poi la tirò sopra di se. Si misero in una posizione più comoda, finchè Jason non sentì il suo respiro farsi corto quando le gambe di Reyna si strinsero forti alla sua vita, il viso di lei contro le sue spalle. Le  baciò la guancia, e poi avvicinò le labbra al suo orecchio.

"Te amo."

"Regina mia."

_______________________________________

Jason aprì gli occhi di botto, il suo corpo si era svegliato scosso dalla fine del sogno. Il suo respiro era frenetico, il cuore batteva come se fosse un uccellino in trappola dentro la sua gabbia toracica. Sbatté le ciglia per mettere a fuoco ciò che aveva attorno. Quando venne accolto dalle ombre scure sul soffitto si passò una mano sul volto, asciugandosi nel frattempo il sudore dalla fronte.
Il sogno non era propriamente un sogno, lo aveva capito già la seconda volta che lo aveva fatto, da lì aveva compreso l'avvertimento che gli aveva fatto Giunone la notte prima del suo primo ricordo, una settimana dopo la grande guerra.

La dea lo aveva informato che i suoi ricordi gli sarebbero stati restituiti nel sonno, tramite i sogni, lentamente, in un paio di giorni, magari settimane, perché nessun mortale potrebbe recuperare tutti i suoi ricordi in una volta senza morire. Un ricordo riacquisito da svegli avrebbe fatto male quanto venire impalati in testa. Ciò di cui non gli aveva parlato erano gli effetti del risvegliarsi con i suoi ricordi.

Alcuni ricordi erano innocui, quelli felici non avevano un effetto così terribile, ma quelle che coinvolgevano l'uccidere mostri, o dove qualche amico moriva...
Riusciva a sentire i muscoli tendersi nel sogno mentre alzava sulla sua testa il gladio che aveva in mano, il respiro del mostro contro cui si batteva lo avvolgeva come una coperta, il grido di dolore che gli risuonava nelle orecchie, e come il vento gli soffiasse in faccia mentre cercava di raggiungere chi aveva bisogno il suo aiuto.

Erano passati mesi dall'avvertimento di Giunone, e si era svegliato nel cuore della notte con le lenzuola attaccate al suo corpo sudato, il cuore che batteva selvaggio mentre il ricordo bruciava ancora impresso nella sua mente.

Come gli era stato promesso, quei tipi di sogni arrivavano a distanza di settimane, ogni due se doveva fare una stima, e ogni volta che si svegliava, la situazione più accurata era quella in cui si trovava in quel momento. A quanto pareva, la sua reazione al ricordo più recente era stata peggiore di quelle avuto con gli altri sogni che aveva fatto.

Non riusciva a crederci, anche se l'aveva visto, era uno di quei sogni, e lo aveva sperimentato più volte per la miseria, ma non riusciva a credere di aver avuto veramente quel tipo di rapporto con Reyna.
A quel punto aveva realizzato che i suoi muscoli non avevano dimenticato come aveva fatto il suo cervello, non poteva sfuggirgli tale consapevolezza dal modo in cui le sue dita si muovevano quando la vedevano, o da come a volte sentiva il bisogno di abbracciarla. Era presente anche una sensazione di calore scottante nel suo petto che fin'ora sembrava non conoscere .

Aveva anche detto di amarla.

"Jason?"

Girò la testa di lato, dove Piper era sveglia, i suoi occhi multicolore che lo fissavano, le sopracciglia aggrottate, confusa.
"Stai bene? Chiese cauta, come se maneggiasse del vetro infranto.

Non poteva fare a meno di pensare che lei sapesse cosa aveva sognato e si fece teso, ma si sforzò di rilassarsi e farle un sorriso stanco.

"Era solo un sogno" la rassicurò, mettendole una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
"Nulla di cui preoccuparsi."

Lei gli prese le mani.
"Di quel tipo?"

Lui esitò. "Sì."

Gli baciò il palmo della mano. "un altro brutto ricordo, vero?"

Non ne era sicuro, non sapeva nemmeno cosa pensare. Sapeva solo che era successo. "Puoi dirlo forte."

"Ti va di parlarne?"

Provò a non sussultare.
Era l'ultima cosa che avrebbe voluto fare .
"Credo di poterla gestire" disse lui insicuro.
Vedendo l'espressione scettica di lei, forzò nuovamente un sorriso rassicurante.
"Era solo un altro brutto ricordo."

Difficile.

La avvolse tra le sue braccia quando gli si fece vicino, e poggiò il mento sopra la sua testa. Riusciva a sentire le labbra di lei poggiate sulle sue clavicole, un segno che lei sarebbe sempre stata lì per lui, che avrebbe aspettato se avesse voluto parlargliene.
Ma per un momento il sogno gli riapparve nella mente. Strinse Piper più forte, chiudendo gli occhi sperando di cacciarlo via, ma era abbastanza futile quando riusciva ancora a sentire lei sussurrare il suo nome, quando ancora sentiva la pelle sul suo corpo solleticare dove le sue dita lo avevano toccato, dove le sue unghie avevano lasciato mezze lune sulla sua schiena.

Sperò se ne andasse, non era giusto nei confronti di Piper, non era giusto per lui.

Ma Reyna era sempre stata indimenticabile, anche quando la sua testa era un campo di battaglia.

_______________________________________

Piper era preoccupata Jason.

Perchè sognava ancora lei.

E ciò lo stava facendo deprimere.

Conosceva le parole che gli aveva detto Era, che la dea gli stesse restituendo i suoi ricordi attraverso il sonno, era molto contenta per lui.

Ma le dava i nervi che la maggior parte di essi riguardassero la figlia di Bellona.

Provò a lasciar perdere, ignorare il tutto, ma ovviamente non aveva funzionato. Non le era sfuggito il modo in cui diceva il suo nome, quanto fosse così colmo d'affetto da stringerle il cuore. Sapeva che non avrebbe dovuto sorprendersi, la loro relazione da colleghi era ancora più profonda, avevano passato la maggior parte della loro vita insieme, e i loro sentimenti si sarebbero manifestati, che gli piacesse o meno.

I vantaggi di essere la figlia della dea dell'amore includevano sapere cose di questo tipo.

Lui non sapeva nemmeno di averlo fatto. Piper ricordava che quando lui si era già addormentato, mentre lei si stava preparando per andare a letto, lui cominciò a mormorare delle parole. Lei si era incuriosita e si era avvicinata al letto per sentire cosa stesse dicendo, aveva sorriso al pensiero che Jason parlasse nel sonno.

"Reyna."

Piper aveva sperato di aver sentito male, il suo sorriso si era subito spento, lo aveva guardato ad occhi sgranati, sotto shock, la mano di lui tendeva verso l'altro lato del letto, mentre lei invece stava rannicchiata senza nessun contatto fisico, sentì borbottare di nuovo il nome di lei.

Era un dolore insopportabile, provò a lasciar perdere. Ma poi la sognò una seconda volta, e quasi quando lui le abbracciò la vita mentre sospirava un nome che non era il suo, si mise a piangere.

Quel sogno a quanto sembrava non lo aveva lasciato dormir bene, e la sua perfetta faccia da poker, e il comportamento nonchalant che aveva avuto per tutta la mattina dopo, avrebbe potuto competere con Nico. Piper vedeva quanto fosse molto più teso del solito, il suo sorriso disinvolto era più forzato di quanto volesse. Lei stava provando a non fare la ficcanaso, ma doveva scoprire cosa fosse successo tra loro che lo facesse svegliare nel bel mezzo della notte, quanto sembrasse terrorizzato dopo aver detto il suo nome.

"Immagino tu debba dirmi qualcosa"

Reyna a stento la guardava, la giovane guerriera affilava il uso gladio mentre Piper stava in piedi di fronte a lei, le mani nelle tasche della felpa, il suono stridulo della pietra contro il metallo risuonava nella stanza mentre i suoi due fedeli guardiani stavano ai fianchi di Reyna , le loro teste appoggiate sulle zampe mentre dormivano. Il pretore indossava solo un reggiseno sportivo e dei leggins, e stava seduta su un piccolo sgabello, una strana visione per Piper che l'aveva sempre e  solo vista in armatura e toga, con i capelli acconciati nella sua solita treccia.

"Se così non fosse non mi avresti cercata nel bel mezzo della notte quando dovresti, ah, riposare" Reyna sollevò un sopracciglio, e per un momento sentì nel petto una punta di fastidio, perchè aveva usato il suo atteggiamento da santarellina, ma l'aveva spazzato via quando si era ricordata perchè era venuta lì. "Non mi piace pensare che i miei ospiti possano sentirsia disagio."

Lei scosse la testa. "Per quanto ne so va tutto bene, questo riguarda solo noi. Strinse le labbra "E Jason."

Reyna fece una pausa per un po' e la guardava . "Non lo è tutto alla fine?" La cruda osservazione non passò inosservata. Reyna scosse la testa mentre posava la lastra di pietra, si alzò e i suoi cani si svegliarono. "Cosa devi dirmi su di lui?"

"I suoi ricordi," Piper notò come le luccicarono gli occhi. "Era glieli sta restituendo in sogno, circa due volte al mese, e spesso lo fanno svegliare continuamente nel bel mezzo della notte. Probabilmente sono brutti ricordi, non mi ha detto cosa accade esattamente. Inoltre lui," Si schiarì la gola. "Sogna di te."

Reyna la fissò. "Sogna di me," ripetè lei, e Piper dovette ricordare a se stessa di non tremolare sotto al suo sguardo calcolatorio. " E  come fai a sapere che è me che sogna?"

"Parla nel sonno," le fece un sorriso cauto. "E ti ha cercato nel letto, dovevo fartelo sapere  a questo punto."

Reyna strinse le labbra, e distolse lo sguardo da lei. "Ci sei arrivata in fretta, vero?" Si fece scappare una risata priva di umorismo, fece un passo indietro per prendere il gladius. "Forza chiedi ciò che vuoi," continuò a dire lei con una visibile punta di sbeffeggiamento mentre appendeva l'arma al muro. "So che deve esserci dell'altro oltre al volermi informare che sta riacquistando la memoria, tanto vale che tu melo dica ora che ne hai l'occasione."

Piper serrò la mascella, l'espressione sul viso dell'altra ragazza nascondeva la sua impazienza nell'attesa di una risposta. "Allora è vero," Scattò lei. "Voi due avevate una relazione, lo amavi."

"E perchè dovrebbe importarti?" ribattè Reyna, prendendo la giacca che era piegata sul bracciolo del divano per infilarsela. "Eravamo ragazzini, la nostra storiella adolescenziale appartiene al passato, lui neanche se la ricorsa, perchè persisti nel saperne di più?"

"Storiella adolescenziale?" Sibilò Piper incredula. "Spiegami allora perchè si sveglia come se i suoi sogni cercassero di ucciderlo. Ti ha cercata, Reyna, sta ricordando chi è e la prima persona che ha cercato sei stata tu, e a te non importa?"

Reyna si mise dritta. "Ormai è passato, e sta con te. Perchè interferire se ci farebbe solo soffrire tutti?"

Piper la guardò esterrefatta. "Sei senza cuore lo sai?"

Nei suoi occhi scuri passò un lampo di rabbia. "E cosa ti aspetti che io faccia, figlia di Venere? Portartelo via? Dargli la gioia che condividevamo prima che mi fosse portato via? Sto risparmiando molta sofferenza a tutti, mentre tu cerchi di portarci a quello". 

Piper si inumidì le labbra. "Cosa gli hai fatto?"

"Nulla," rispose Reyna con un cedimento alla voce. "Ha commesso l'errore di amarmi, di pensare che potessimo avere un futuro insieme," cambiò discorso dopo aver scosso la testa. "è stato un idiota," continuò dure. "Ha fatto promesse quando sapeva di doversi aspettare l'inaspettato."

Piper restò lì impotente per un momento, sopraffatta dalle informazioni che aveva ricevuto. Ovviamente lui aveva pensato che avrebbero avuto un futuro assieme, erano molto vicini, troppo vicini perchè nessuno dei sue non sentisse qualcosa per l'altro. "Lui aveva fede in entrambi, e anche tu lo ami."

"Amavo," la corresse Reyna. "Adesso lui non è più che qualcuno con cui una volta lavoravo."

Aurum e Argentum mostrarono i canini alla loro padrona. "Sembra che i tuoi cani non la pensino allo stesso modo, Pretore," La schernì mentre Reyna la guardava male "e io sono una figlia di Afrodite, ricordi? Sono immune alle tue bugie su questo tipo di cose."

La ragazza urlò in latino ai suoi cuccioli, che esitanti ubbidirono e si allontanarono, le orecchie che sbattevano Piper suppose a causa del fastidio. "Cosa prova questo, Piper?" Reyna all'improvviso sembrava stanca mentre guardava i cani andare via. "Sei venuta quì, a parlarmi del ritorno della sua memoria e che mi sogna, e poi mi hai accusata di ferirlo quando in realtà non ho fatto nulla di male," fu allora che la guardò di nuovo. "E anche se fosse, non hai alcuna prova."

"Mi basta il suo dolore."

"Io non ho fatto niente," Reyna enfatizzò la sua sentenza, irrigidita mentre stringeva lo sguardo verso di lei. "I suoi ricordi lo stanno facendo soffrire, il peso delle sue parole e delle mie lo stanno schiacciando per le promesse che abbiamo pronunciato, il senso di colpa lo sto divorando vivo perchè non è stato capace di mantenerle," Scosse la testa, le sue labbra fecero un sorriso beffardo. "Lui è sempre stato quello leale".

"E tu lo aiuterai?," Piper chiese, la lingua ammaliatrice si insinuò un po' tra le sue parole. "Tu devi"

A quanto pare Reyna era capace di rilevarle. "Non permetterti di usare la magia su di me, graecus," Le ringhio. "o il rispetto che ho per te scomparirà completamente."

"Giusto," Piper brontolò, ricordandosi qualcosa sulle sue conoscenze in campo magico. "Circe."

Reyna le fece un mezzo sorriso. "Esatto," il sorriso scomparve. "Ti consiglio di andartene, Piper, qualunque cosa tu stia cercando di fare non ti sta riuscendo."

"Lo stai ferendo." Piper provò ancora, le sue parole erano piene di disperazione.

Reyna strinse le labbra, e Piper colse il suo dolore attraversarle gli occhi mentre distolse lo sguardo. "Te l'ho detto, è colpa sua."

Piper rimase lì in piedi per un po', senza riuscire a capire cosa avesse sentito. Poi, lasciò cadere la testa sconfitta, dirigendosi verso la porta per andarsene. Fece una pausa sulla porta, con la mano già sulla maniglia. "Sperò tu te ne renda conto quando crollerà," Mormorò lei. "Perchè tutto questo sta uccidendo te quando lui."

Appena prima che la porta si chiudesse alle sue spalle, Piper credette di aver sentito le parole sussurrate da Reyna in risposta.

"Oh, non sai quanto hai ragione."
_

______________________________________

Provo pena per la donna che ti amerà quando io non ci sarò più

Lei si presenterà al vostro primo appuntamento con scopa e paletta, pronta a raccogliere i pezzetti in cui ti ho lasciato .

Sentirà il mio nome così spesso che comincerà a svuotare dentro di lei fosse

A quel punto crescerà il dubbio

Guarderà il tuo collo, i tuoi fianchi stretti, la tua bocca, domandandosi in che modo ti toccassi 

Ti farà le mie stesse promesse e alcune che io non potrei mai fare

Lei sentirà solo le storie più brutte 

Come bevevo

Come mentivo 

Si chiederà (come facevo anch'io) come sia possibile che qualcuno così meraviglioso come lui potesse amare un tale mostro come la donna che c'era prima di lei

Dovrà comunque competer col mio fantasma.

Lei capirà perchè non guardi in fondo all'armadio

Perchè ha paura di ciò che c'è sotto il letto.

Lei saprà che ogni angolo di te è infestato da me.

-Clementine Von Radics-

I pity the woman who will love you when I am done.
She will show up to your first date with a dustpan and a broom, ready to pick up all the pieces I left you in.
She will hear my name so often it will begin to dig holes in her.
That is where doubt will grow
She will look at your neck, your thin hips, your mouth, wondering at the way I touched you.
She will make all the promises I did and some I never could.
She will hear only the terrible stories.
How I drank.
How I lied.
She will wonder (as I have) how someone as wonderful as you could love a monster like the woman who came before her.
Still, she will compete with my ghost.
She will understand why you do not look in the back of the closets.
Why you are afraid of what's under the bed.
She will know every corner of you is haunted by me.

Note

Ciao! Spero che questa storia vi sia piaciuta. Ho cominciato a tradurla a dicembre mentre ero in fila per fare il vaccino (se non lo avete ancora vaccinatevi, Jason e Reyna lo farebbero ;) ), e 'ho finita adesso che sono finalmente libera dalla sessione invernale. Ammeto che è stato un po' strano tradurre la prima scena scena, abbastanza imbarazzante ahahahah. Non è stata la mia storia preferita ma volevo portare qualcosa di diverso e di un'altra autrice. In più mi era stato espressamente chiesto un po' di angst. Vi ho lasciato la poesia originale in fondo perchè per quanto ci abbia provato non mi sento qualificata a tradurre poesie. Fatemi sapere cosa ne pensate e che altro tipo di storia vorreste leggere!

 

   
 
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