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Autore: pampa98    22/02/2022    3 recensioni
[Storia Partecipante alla Challenge "To Be Writing 2022" indetta da Bellaluna sul forum Ferisce più la penna]
Jaime/Brienne | Hogwarts!AU
Quando Albus Silente aveva annunciato il tradizionale ballo invernale in onore del Torneo Tremaghi, lo sguardo di Jaime era scattato all’altro lato della stanza, dove sedeva Brienne. Solo in un secondo momento aveva ricordato la presenza di Cersei al suo fianco.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Brienne di Tarth, Bronn, Jaime Lannister, Tyrion Lannister
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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VUOI DANZAR?




 

«Bene, a questo punto mi sono rimaste solo tre opzioni. Bah, nessuna di queste mi eccita più di tanto. Voi due che dite?»
«Dico che a molto meglio di questo non puoi puntare» rispose Tyrion, sfogliando distrattamente il libro aperto sul tavolo davanti a sé. «Comunque Lollys Stokeworth non è male. Punta su di lei.»

Bronn sollevò lo sguardo verso il soffitto, la testa inclinata di lato come se stesse riflettendo con molta attenzione sul da farsi – probabilmente, visualizzando la ragazza nella sua mente. Alla fine batté le mani sul tavolo e annuì soddisfatto.
«Ma sì, vada per lei! Grazie, nano. E grazie pure a te, principino, sei stato di grande aiuto.»
«Non c’è di che» rispose distrattamente Jaime Lannister, continuando a guardare fuori dalla finestra. Bronn aveva cominciato a importunare lui e suo fratello con la scelta di una partner per il Ballo del Ceppo sin da quando era stato annunciato, ma il ragazzo si era sempre limitato a lasciarlo blaterare senza dargli corda.
«Ah, già» Bronn si affiancò a lui, guardando a sua volta i prati sottostanti. «Alla peggio c’è Brienne Tarth. Lei non avrà ancora trovato nessuno, no?»
Jaime scattò in piedi. «Vuoi usarla come un ripiego?»
Bronn si strinse nelle spalle. «Dopo tua sorella, sono state tutte ripieghi. Qual è il problema? Vuoi invitarla tu, per caso?»
Jaime non rispose. Si voltò, dirigendosi verso il quadro della Signora Grassa.
«Voi due dovreste tornare nella vostra Casa» disse, prima di varcare la soglia e scendere le scale, dirigendosi a passo spedito verso il cortile. 

Quando Albus Silente aveva annunciato il tradizionale ballo invernale in onore del Torneo Tremaghi, lo sguardo di Jaime era scattato all’altro lato della stanza, dove sedeva Brienne. Solo in un secondo momento aveva ricordato la presenza di Cersei al suo fianco.
“Sarà Robert Baratheon il mio accompagnatore.”

Non sapeva se Cersei avesse notato quel fugace sguardo o se la sua scelta di danzare con un altro fosse dovuta all’insieme delle colpe di cui si era macchiato da quando avevano messo piede a Hogwarts – prima tra tutte, non essere un Serpeverde – e che avevano portato al loro inesorabile allontanamento; tuttavia, aveva risposto all’annuncio della sorella con un semplice cenno del capo e un augurio di buona fortuna, e nessun sentore di gelosia o fastidio era emerso in lui immaginandola tra le braccia di un altro. 

Quando giunse nel cortile, notò che Brienne era ancora seduta con la schiena poggiata contro un albero, impegnata nella manutenzione della sua scopa. La raggiunse e si sedette accanto a lei.
«Fortuna che non sono già al settimo anno. Avrei odiato lasciare la scuola senza averti dato un’ultima batosta a Quidditch, donzella.»

Brienne sbuffò. «Ricordami quale sarebbe stata la prima? A quanto mi risulta, ti ho sempre stracciato.»
«Sono un gentiluomo» rispose, facendo spallucce. «Non trovo giusto infierire su una fragile fanciulla.»
Quel commento fece sì che la “fragile fanciulla” gli piantasse il manico della scopa nelle costole. Jaime si massaggiò il fianco dolorante, ma un sorriso fece comunque capolino sul suo volto: prendere in giro Brienne era diventata la sua attività preferita dal momento in cui l’aveva conosciuta.
«Sei venuto qui per qualche motivo?» gli chiese poi la ragazza. «O volevi solo fare lo sbruffone come al solito?»

Jaime non aveva davvero pensato di raggiungerla e sedersi a parlare con lei. Era solo accaduto.
Ogni volta che i suoi occhi si posavano su quella ragazza troppo alta e troppo mascolina per appartenere al genere femminile, un’attrazione magnetica lo spingeva a raggiungerla e a restarle accanto, indifferente al resto del mondo.
Lo Appellava senza bisogno di muovere la bacchetta e, in fondo, a Jaime andava bene così.

«Vieni al ballo con me?»
Le parole si erano espanse nell’aria con lo stesso incantesimo che attraeva tutto il suo essere verso di lei. Brienne si irrigidì, il suo volto pallido si tinse di rosso: Jaime non capì se per rabbia o imbarazzo.
«Perché?»

“Sei innamorato di Brienne, vero?” Tyrion gli aveva posto quella domanda mesi prima, dopo aver osservato attentamente il loro rapporto. Era una domanda retorica: conosceva la risposta, ma voleva udirla da Jaime stesso. Ma lui non era riuscito a rispondere e si era limitato a cambiare discorso.
Non avrebbe potuto fare lo stesso anche con Brienne, tuttavia anche questa volta nessun suono lasciò le sue labbra. 

Brienne sospirò. Ripose il suo kit per la manutenzione della scopa nella borsa, si tirò la sciarpa con i colori dei Tassorosso fin sopra il naso e si alzò. Jaime la imitò.
«Non mi hai risposto» le fece notare, consapevole che nemmeno lui l’aveva fatto.
«E-Ecco… Sei… Sei stato educato a chiedermelo».
Teneva lo sguardo basso, impedendogli di scorgere l’espressione nei suoi occhi.
«Quindi?» la incalzò.
«Quindi puoi trovare di meglio» rispose, incamminandosi verso il castello.
«Sarebbe un no, quindi? Con una motivazione così del cazzo?»
Brienne si fermò di colpo e Jaime, che l’aveva seguita a ruota, per poco non le sbatté contro.
«Mi sembra una motivazione più che valida» gli disse, voltandosi per fronteggiarlo. «Apprezzo il gesto, sebbene non ami ricevere la pietà degli altri, men che meno...» Si zittì e un fugace lampo di paura attraversò i suoi occhi blu. Si voltò per riprendere il suo cammino, ma questa volta Jaime riuscì ad afferrarle un polso e trattenerla.
«Ma tu non ce la fai proprio a non pensare subito al peggio, eh?» esclamò, tirandole il braccio per avvicinarla a sé. «Pietà? Credi che ti abbia invitata per pietà
«Quale altro motivo avresti per scegliere me anziché una qualsiasi delle altre ragazze?» sbottò Brienne, ormai solo arrabbiata. «Sono abbastanza grande da sapere che ci sono solo due motivi per cui qualcuno vorrebbe stare con me e, anche se il tuo non è crudele, io non… non intendo illudermi di nuovo!»
Si liberò dalla sua stretta con uno strattone secco. Scosse di dolore percorsero il braccio destro di Jaime, che strinse i denti per non impedirsi di gemere.
«Oh… Oh, Merlino, mi dispiace, Jaime!» esclamò Brienne, subito dimentica della sua furia per accorrere ad aiutarlo. «Scusami, non ho pensato che…»
Nemmeno Jaime pensò. Portò la mano sinistra dietro la testa di Brienne e la attirò a sé, mettendo a tacere le sue scuse con la propria bocca. Le mani della ragazza, che si erano sollevate per controllargli il polso ferito, si bloccarono a mezz’aria, tutto il suo corpo pietrificato dalla sorpresa.
Quando Jaime parlò di nuovo, lo fece sulle sue labbra, fissandola negli occhi spalancati e increduli.
«Io non sono Renly Baratheon. Non ti ho invitata perché non posso avere di meglio, né per cercare di farti felice. Non mi importa nemmeno di quello stupido ballo, in realtà: voglio solo stare insieme a te. È tanto difficile da accettare?»
Le accarezzò i capelli corti e poi fece un passo indietro, dandole il tempo di elaborare ciò che era appena successo e di rispondergli, sperava, con la stessa sincerità con cui aveva parlato lui.
Brienne impiegò qualche secondo a riprendersi, sebbene il suo colorito non accennò a diminuire di intensità.
«Non… Non so bene che dire…»

Jaime si trattenne dal roteare gli occhi. «Ti serve un bigliettino, per caso? Devi solo dire sì o no.»
«Sì.»
Jaime non aveva notato il peso che gli gravava sul cuore finché non udì quella parola. Annuì: paradossalmente, a quel punto era lui quello sorpreso.
«Bene» disse, schiarendosi la gola. «Ne sono felice. E poi, direi che me lo dovevi». Le mostrò il polso destro, che si stava tenendo con la mano sinistra. «È la seconda volta che mi ferisco per te, donzella.»
La tensione, l’imbarazzo e l’incertezza che si erano diffuse intorno a loro svanirono con lo sbuffo spazientito di Brienne e il sorriso trionfante di Jaime.
La ragazza si avvicinò a lui, prendendogli il polso con dita delicate.
«Solo un folle tenterebbe di fermare un Bolide con la mano.»
«Me ne ricorderò la prossima volta che rischierà di fracassarti la faccia, allora.»
Brienne scosse la testa. Prima che potesse dire altro, Jaime la anticipò.
«Niente Infermeria.»
«Se ci fossi andato già la prima volta, non ti farebbe più male.»
Jaime si strinse nelle spalle. «Un po’ di dolore non ha mai ucciso nessuno, tranquilla. Il freddo però sì e anche la fame. Andiamo.»
La prese per mano ed entrarono nel castello così, fianco a fianco, pronti ad affrontare un nuovo capitolo della loro storia.

 

 

   
 
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