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Autore: Roe Jaeger    25/02/2022    0 recensioni
Il tempo cambia sempre le cose, ma alla fine il loro resterà per sempre un legame indissolubile. Giusto?
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Legame indissolubile

Il tempo cambia tutto e tutti
 

Un ennesimo sospiro accompagnò la mano che chiudeva la finestra. Il freddo cominciava a farsi sentire e non era ciò che quella ragazza dai capelli ramati desiderava. Ma ormai quel mese di ottobre stava volgendo al termine e desiderare ancora il caldo era un’assurda pretesa che non poteva in alcun modo trovare adempimento. 

Con la fine di ottobre il freddo si faceva sempre più intenso e, in quel pomeriggio uguale a tanti altri, la giovane padrona di casa, al momento sola nella sua abitazione, rischiava di annoiarsi. 

Perché allora non chiamare l’unica persona che avrebbe potuto scongiurare quell’evento? 

La mano della giovane Sora compose meccanicamente il numero del cellulare del suo migliore amico, sapeva di poter contare su di lui, da quando Mimi s’era trasferita stabilmente in America. Non che non soffrisse di quell’avvenimento, ma doveva pur continuare a vivere. Se poi Mimi un giorno sarebbe tornata, la vita di Sora sarebbe sicuramente migliorata, ma ora Mimi non c’era e a Sora non restava altro da fare che adattarsi nel modo più indolente possibile. 

Colui che almeno apparentemente sembrava aver rimpiazzato Mimi, non tardò ad arrivare, con enorme felicità da parte della Takenouchi. E la prima cosa che notò fu l’assenza della ragazza del suo migliore amico. 

– Che fine ha fatto la tua ombra? – 

Il ragazzo a quella domanda alzò gli occhi verso la sua interlocutrice. Forse Sora si riferiva alla sua ragazza, concluse dopo un complicatissimo ragionamento. 

– Quando l’ho avvisata della tua telefonata era impegnata in un’accesa lite con il fratello. – spiegò lui, non dicendo tuttavia chissà quale novità. 

– Mmm... meglio così. –  

Sora non si preoccupò minimamente di informarsi se andasse o meno tutto bene, se la ragazza in questione avesse qualche problema, o di altro... di solito l’avrebbe fatto, ma in quel momento aveva altro a cui pensare, ben più importante dei problemi della ragazza del suo migliore amico. 

– Come mai non dici niente? – si sentì chiedere Sora e proprio mentre stava per rispondere, arrivò la risposta a quella domanda proprio da chi l’aveva posta – Aspetta, non dirmelo... hai qualcosa che ti preoccupa? – 

Ecco... era successo di nuovo. Proprio come quando lei e Taichi erano amici, come ai vecchi tempi. Adesso anche lui era capace d’intuire cosa pensasse. Ma d’altro canto doveva essere per forza così: era o no il suo migliore amico? 

Negare l’evidenza con lui non serviva a niente e questo Sora lo sapeva bene, perciò si limitò semplicemente a sospirare. 

– Mi è concesso sapere cosa sia questo qualcosa? – 

Da quanto il suo migliore amico era così loquace e curioso? Non lo credeva così, fino a pochi secondi prima. Ma evidentemente tutti cambiano, anche lui. 

– Preferirei non dirtelo, Yamato. – 

– Come vuoi. – precisò lui, accendendosi una sigaretta. 

Sora lo vide e non poté far altro che preoccuparsi per lui, che continuava incessantemente a farsi del male da solo. 

– Ancora non hai smesso? Me lo avevi promesso, Yama! Quella roba ti fa solo male! – 

Per la seconda volta in quel pomeriggio, gli occhi di Yamato si persero in quelli di Sora. Il cielo nella nocciola. Ma se quello di poco prima era stato uno sguardo curioso, questo era uno sguardo carico di resa. Lo sguardo di chi lotta contro sé stesso per vincere una battaglia già persa in partenza. 

Lo sguardo di chi è consapevole di essere debole. 

Sora tutte queste cose le sapeva, ma era grata ugualmente all’amico. Se infatti Ishida davanti agli altri faceva il duro, sostenendo di fumare perché gli andava e ritenendosi capace di smetter in qualsiasi momento, almeno con Sora, quando era certo che nessuno potesse vederlo o sentirlo, ammetteva di non riuscire a perdere quel dannatissimo vizio. 

Eppure, diceva Sora sia a sé stessa che a lui, Yamato doveva riuscirci. Se non voleva farlo per lei, doveva farlo per rispetto della propria vita. 

Ma in quel pomeriggio del 16 ottobre Sora non aveva la forza di occuparsi di Yamato, presa com’era dalle sue preoccupazioni. Non era infatti difficile intuire che la ragazza stesse nascondendo qualcosa e anche di molto importante. 

Ma si sa, a tutti si possono nascondere delle cose, esclusi gli amici. Quelli veri, s’intende. Loro si accorgono di tutto, con semplicità, con l’intenzione di aiutare. 

Ma non sempre si riesce. 

Infatti, Yamato non sapeva cosa fare per Sora. 

Con molta probabilità aveva anche intuito il nome del suo problema: Taichi Yagami. Quel ragazzo tormentava positivamente i sogni della giovane da tutta una vita e Yamato lo sapeva bene, a causa di quella speciale amicizia che li univa da quando avevano circa tre anni. 

Ma la loro vita non era sempre stata così facile, e entrambi lo sapevano bene. 

 

– –  

 

Taichi e Hikari Yagami erano due ragazzi come tanti. Entrambi diplomati con il massimo dei voti, erano uno al quarto anno dell’università e l’altra al primo. Giurisprudenza lui, Lettere classiche lei. 

Lui con le ragazze ci aveva preso pochissime volte. Una storia vecchia più del mondo lo vedeva legato a una bambina dai capelli viola, quando anche lui era ancora un fanciullo, ora felicemente sposata con uno dei suoi migliori amici, nonché commissario al comando di polizia locale. Poi altre storielle poco importanti, tra cui Akemi Takaishi, una ragazzina di un paio d’anni più grande di lui... che chissà che fine aveva fatto. 

Lei, invece, solo una volta era stata con un ragazzino di due anni più piccolo di lei, un certo Iori di cui neppure ricordava il cognome, Hida forse, quando entrambi frequentavano le medie, di cui ora non aveva più notizie da anni, e poi quello scapestrato del suo ragazzo, che l’adorava e con il quale faceva ancora coppia fissa. 

Quel giorno Hikari sarebbe dovuta uscire a far compere con la sorella del suo ragazzo, quella giovane fanciulla che Taichi definiva semplicemente come la “futura cognata della sorella”. Ovviamente, a Hikari non andava molto a genio quell’etichetta, ma sapeva bene che quando Taichi si metteva in testa una cosa non c’era verso di farle cambiare idea. 

– Taichi, io esco! – 

Da quando Hikari s’era iscritta all’università, lei e il fratello avevano deciso di provare la convivenza senza genitori. Esperimento che, fino ad allora, non aveva ancora causato danni irreparabili. Peccato convivessero solo da sette giorni. 

 

Hikari era appena arrivata sul luogo dell’appuntamento, ma la sua compagna di compere non era ancora arrivata. 

“Tale a quale al fratello!” si ritrovò a pensare rassegnata Hikari, qualche secondo prima di vedere la sua amica avvicinarsi correndo, senza ormai più fiato in corpo. Abitare ai due poli opposti della città in questi casi si rivelava un vero handicap, in quanto non era semplice trovare dei luoghi d’incontro favorevoli a entrambi. Ma si sa, Hikari Yagami non molla facilmente. 

– Buongiorno Jun! – 

L’altra per tutta risposta, mentre cercava di riprendere fiato, provò a mormorare meste parole di scusa. Era davvero tanto cambiata Jun Motomiya in quegli anni. La ragazzina dai capelli disordinati che coltivava quell’amore non corrisposto per Yamato è soltanto un vago ricordo perso nei fitti meandri del passato. Ora il mondo conosce una donna laureata in Chimica, con un posto fisso nella Scientifica dell’Arma dei Carabinieri, con dei capelli lunghi e lisci che le scendono lunghi su quasi tutta la schiena, il viso ben truccato con grazia, che sa vestirsi e che non sente più il bisogno delle altrui conferme... 

“...e che finalmente cammina alla perfezione sui tacchi.” 

Concluse così il suo ragionamento Hikari, mentre Jun la squadrava nella speranza di capire, senza però riuscirci, cosa pensasse. 

– Andiamo? – chiese a quel punto la maggiore delle due – Abbiamo tante cose da comprare! – 

 

Taichi lasciò il proprio appartamento più o meno quando Hikari incontrò Jun. Avevano avuto una storia, quei due, ma nessuno aveva saputo, lo sapeva, o lo avrebbe mai saputo. E il fatto che nessuno avesse saputo mai di quella loro relazione, li faceva sentire due amanti. Anche per questo s’erano lasciati. 

E se c’era una persona che non doveva sapere niente, quella era il suo migliore amico. Fino a quel momento era riuscito a tenerglielo nascosto per quattro anni, e così avrebbe dovuto essere per sempre. Yamato Ishida non avrebbe mai saputo che la sua ragazza era l’ex del suo migliore amico.  

O questo almeno era ciò che Taichi credeva. 

Quello che il ragazzo non avrebbe mai immaginato, invece, era che il suo migliore amico già sapesse la verità da tanto tempo, da quando aveva scoperto che la sua ragazza non regge l’alcool. 

Dunque, la verità Yamato l’aveva saputa da un bicchiere di una sostanza leggermente alcolica e non dal suo migliore amico. 

Ecco forse un’altra cosa che aveva contribuito all’incrinarsi della loro splendida amicizia. 

Poi, il fatto che a Taichi non fosse mai stato riservato il privilegio di conoscere la migliore amica del bell’Ishida, aveva contribuito a peggiorare le cose. 

“Ma niente rimane uguale al passato” si diceva spesso Taichi “ed è assurda la pretesa che la nostra amicizia rimanga immacolata per sempre, vero Yama?” 

Ma questa teoria al posto di rafforzarlo, sortiva sempre l’effetto contrario. 

Quel pomeriggio il vento soffiava forte, e la pioggia non avrebbe tardato ad arrivare, a giudicare dal cielo. Taichi doveva sbrigarsi a raggiungere lo studio legale dove lavorava, se tra le sue intenzioni non rientrava quella di bagnarsi completamente. 

 

– – 

 

Koushiro Izumi e Joe Kido erano pressappoco rimasti gli stessi di una volta, se solo il tempo non fosse passato anche per loro. 

Ma purtroppo il tempo trascorre per tutti, e quindi anche per loro. Il giovane genio del computer presto si sarebbe laureato in Ingegneria informatica, essendo ormai al terzo anno, e di soli due anni più piccolo del suo migliore amico, che già possedeva una laurea in Medicina con il massimo dei voti. 

Erano entrambi andati a cercare fortuna all’estero, e da quando la vita li vide approdare nella capitale inglese, nessuno seppe più nulla di loro... 

 

– – 

 

Iori Hida invece era ancora in Giappone. Non aveva mai avuto amici, se non Koushiro e Joe. Ma sapeva che non poteva raggiungerli, senza prima avere quel diploma che mai aveva desiderato tanto come lo desiderava da quando i suoi migliori, e unici, amici lo avevano preceduto nella fredda Londra. Li avrebbe raggiunti prima o poi, e finalmente avrebbe dimenticato quella vecchia storia appartenente al passato. Quella storia che portava il nome di Hikari Yagami. 

 

– – 

 

Daisuke Motomiya aveva tutte le qualità necessarie per essere definito “un ragazzo scapestrato”. Era così che adorava chiamarlo la sua ragazza, nel senso buono del termine ovviamente. 

Finalmente sua sorella era uscita. Certo che era uno dei pochi a non avere un rapporto con la propria sorella. Anche se non lo dava a vedere, in fondo gli dispiaceva. Anche lui avrebbe voluto essere come Taichi, che con Hikari aveva un bel rapporto, ma lui e Jun non sarebbero mai stati come Tai e Kari. Neanche in un’altra vita. Dunque, non rimaneva altro da fare che aggrapparsi a qualsiasi cosa giustificasse il suo rapporto con Jun. Eppure, più pensava a questo qualcosa, meno giustificazioni gli venivano in mente. 

Erano troppo diversi, lui e Jun. 

Ma era una bugia. 

In realtà, il problema era che si assomigliavano troppo. 

E, avendo le stesse pretese, e gli stessi difetti, non riuscivano mai a trovare un accordo. Decisamente mai. 

 

– – 

 

Miyako Inoue è sempre stata la migliore amica di Takeru Takaishi. Un ragazzo abbastanza silenzioso nel complesso, e anche tranquillo, che però alle donne faceva un effetto particolare. A lui era impossibile resistere. Anche per questa ragione il ragazzo aveva scelto proprio Yolei, questo il soprannome della ragazza, come sua migliore amica: era l’unica ragazza che non era mai caduta ai suoi piedi. 

Il fortunato era un ragazzo coetaneo di Miyako e di un anno più grande di Takeru: tale Ken Icchijouji, nonché ragazzo prodigio fin dalla più tenera età. 

Ora Takeru era al primo anno dell’università, iscritto a Lettere classiche, con l’intenzione di diventare uno scrittore. Miyako, stupendo tutti coloro che credevano che la ragazza avrebbe lasciato la scuola alla conclusione del liceo, stava frequentando il secondo anno di Scienze dell’educazione. Niente d’impegnativo, a detta di molti, questo era vero, ma sicuramente meglio del non avere alcuna laurea. 

Inutile dire che Ken, ringraziando quella mente geniale che si ritrovava, s’era iscritto a Ingegneria matematica. No... decisamente non era una persona normale. 

Ken e Miyako erano assieme da cinque anni, mentre Takeru, ignorando tutte le ragazze che gli andavano dietro, era ancora alla ricerca dell’anima gemella. 

L’aspettava con pazienza, senza sapere che era dietro l’angolo. 

   
 
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