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Autore: Roe Jaeger    25/02/2022    0 recensioni
Il tempo cambia sempre le cose, ma alla fine il loro resterà per sempre un legame indissolubile. Giusto?
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Legame indissolubile

Amore e amicizia superano ogni ostacolo 
 

Citofonare Taichi. 

Salire a casa sua. 

Chiedergli scusa. 

Ritornare amici come anni prima. 

Non era poi tanto difficile, in fondo. 

Il problema era la profondità di quell’ipotetica buca. 

E dove trovare il coraggio per mettere in atto quel programma. 

Yamato non era sicuro di riuscire, mentre Daisuke aveva una missione da compiere. 

Ma dovevano farcela, in nome di quell’amicizia che li legava. 

 

− − 

 

Intanto, Sora e Taichi erano all’oscuro di tutto di tutto. 

Avevano appena finito d’amarsi, ignari dell’imminente visita che avrebbero ricevuto di lì a pochissimo. 

Ignari finché non sentirono il citofono suonare. 

Taichi non aveva per nulla voglia di ricevere visite in quel momento. 

E ciò non deponeva a favore dei due visitatori. Per niente. 

 

− − 

 

Takeru e Miyako sembravano aver trovato un accordo, pertanto restava loro solamente da definire i dettagli. 

Ma forse era proprio quella ad essere la parte più complessa. 

− Secondo me, dovremmo coinvolgere tua cugina. − 

Miyako era irremovibile circa quella convinzione, mentre Takeru, dal suo canto, non condivideva neanche lontanamente quel pensiero: lui sapeva bene cosa si sarebbe scatenato, se si fosse recato dalla cugina. 

Pensava che non le avrebbe chiesto nulla neanche fosse caduto... 

− E non dire che non ci parli neanche cadesse l’Everest, perché già l’hai fatto sparire da tutte le carte geografiche del mondo. − 

Ecco, appunto. 

E poiché non aveva più giustificazioni, Takeru Takaishi non aveva scampo: doveva parlare con Akimi. 

 

− − 

 

Non moltissimo tempo dopo, Yamato, Daisuke, Taichi e Sora si trovavano in una stanza ove l’aria era tanto tesa quanto irrespirabile, con una miriade di cose da dirsi. 

Particolari che occorreva svelare. 

Solo che nessuno sapeva da dove cominciare. 

Sora si sentiva tra due fuochi, mentre scrutava ora Yamato, ora Taichi. 

Quest’ultimo rivedeva dopo quattro anni colui che un tempo, neanche troppo lontano a pensarci bene, era stato il suo migliore amico e che aveva condiviso con lui davvero ogni attimo della vita. 

Il biondo, dal suo canto, sapeva, sapeva di aver sbagliato, sapeva dell’esistenza di una situazione –nata, tra l’altro, per colpa sua− alla quale occorreva trovare celermente una soluzione. 

Trovarla e, soprattutto, applicarla. 

E sapeva anche che Daisuke forse avrebbe definitivamente frantumato le già tentennanti certezze di Sora. Anzi, sicuramente. 

Ma non era giusto continuare a tacere, nonostante la nobiltà della causa. 

Il flusso dei suoi pensieri fu interrotto dalla voce di Daisuke, il quale aveva cominciato a spiegare a Sora tutta la verità: − ...io sono stato adottato... − stava dicendo − ...qualche tempo fa mi hanno telefonato due ragazzi, sostenendo di essere i miei fratelli biologici. Lui, Yonen, era più propenso a volermi far conoscere i miei veri genitori con un appuntamento formale, in casa loro. Sua sorella Jidai, forse più intelligente di lui, mi ha detto di prendermi del tempo per abituarmi all’idea di dover adattarmi a un’altra famiglia... − 

Ad esclusione di Yamato, al quale Daisuke aveva raccontato precedentemente ogni piccolo dettaglio di quella vicenda, gli alti due ascoltavano rapiti quel racconto. 

− In poche parole, entrambi erano certi che io avrei accettato la realtà senza opporre alcuna resistenza, ma così non è stato. Io resto dove sono, costi quel che costi. − 

Una strana luce brillava negli occhi di Daisuke mentre pronunciava quell’ultima frase, ma Taichi ritenne opportuno chiedere una cosa fondamentale: − E perché lo stai raccontando proprio a noi due? − 

− Perché i miei veri genitori sono Ryo Takenouchi e Ayumi Nakazono.− 

Sora tremava, come mai in vita sua. Era abbastanza intelligente da comprendere che, alla luce di quanto Daisuke aveva appena detto, erano fratello e sorella. 

− Ah, Taichi... anche io ho qualcosa da dirti… − intervenne Yamato − ...ma credo che questo sia molto più significativo... − 

E corse ad abbracciare il suo migliore amico, il quale ricambiò caldamente quel gesto d’amicizia, entrambi pronti a riprendere un grande legame, a scapito di quattro anni di silenzio e una stupidissima vicenda di quattro anni prima. 

Erano pronti a ricominciare il loro legame. 

Legame indissolubile. 

 

− − 

 

Hikari e Jun erano fuori a pranzo con Miyako, che le metteva al corrente del bel piano del giovane Takaishi. 

− E chi sarebbe questo Takeru? − chiese curiosamente Hikari, mentre addentava il proprio panino. 

− È il fratello del mio ragazzo. − spiegò Jun − Nonché fratello del migliore amico del tuo ragazzo. Possibile che tu non lo conosca? − 

Hikari parve rifletterci su per un po’, ma poi disse: − NO! − 

− Un esaltato, a parer mio − confessò Miyako − Un tipo molto, molto strano. Uno che vuole scrivere un libro per raccontare la storia di tuo fratello, Jun e Yamato, che tra l’altro è suo fratello. – 

− Senti, tu! − sbottò Hikari − Mi conosci solo perché sei una conoscente della mia migliore amica e mi vieni a dire che un perfetto sconosciuto scriverà un libro suo mio fratello? − 

− Quel perfetto sconosciuto sarebbe il mio migliore amico. − precisò la ragazza dai capelli viola. 

− Ah, dove andremo a finire! Il mondo sta andando in rovina! − esclamò Hikari, provocando le risate delle altre due. 

 

− − 

 

Ken e Takeru erano a casa del biondo, per discutere dell’alquanto bizzarro progetto di pubblicazione del libro. 

− Secondo me, non è corretto pubblicare la storia di tuo fratello senza chiedergli prima un parere, sperando che questo sia positivo. − 

Il giovane Icchijouji aveva appena esposto il proprio parere, mentre Takeru lo fissava fortemente dubbioso: − Tu dici? − 

Ken annuì, aggiungendo: − E a parer mio non è neanche giusto scegliere tre persone il cui nome deve sostituire quello di tuo fratello, Jun e Yamato. Sei uno scrittore, no? È tanto difficile pensare tre nomi da affibbiare ai protagonisti? − 

Ken aveva perfettamente ragione, e l’unica cosa che Takeru pensò in quel momento fu il dettaglio che, dopo tanti anni, era riuscito a trovare un pregio alla propria migliore amica: gli aveva presentato il fidanzato. 

 

− − 

 

− Tranquilla, Sora... Jun non saprà mai che l’ho tradita, puoi cominciare già da subito a pianificare la tua vita assieme al mio migliore amico! − 

Yamato, per quella battuta, nonostante fosse riuscito a tranquillizzare la nuova coppia, riuscì a meritarsi una ramanzina di Daisuke: − Ah, e così già mi hai messo da parte, eh? − 

− Macchè, siete entrambi i miei migliori amici, ragazzi... − liquidò immediatamente la lite Yamato. 

Quei due avevano troppi anni di dolori alle spalle, per poter cominciare sin da subito. 

No, sicuramente avrebbero fatto il possibile per evitare qualsiasi litigio. 

 

− − 

 

Quel Natale, in America sarebbe uscito il nuovo libro di Takeru Takaishi. A New York, ci sarebbe stata la presentazione del libro intitolato “Legame Indissolubile”. 

Il giovane scrittore era già in volo per la rinomatissima città, mentre ripensava al fatto che all’aeroporto sarebbe andato a prenderlo Mimi, che non vedeva da parecchi anni, e avrebbe pernottato per qualche tempo a casa sua... 

Quando i due furono faccia a faccia, in quell’aeroporto americano, s’accorsero di quanto tempo avevano sprecato, e si riscoprirono pensierosi, mentre dall’autista di Mimi venivano condotti a casa dell’attrice. 

 

− − 

 

La platea accolse caldamente il nuovo libro del famoso scrittore giapponese, perché in fondo è da coraggiosi parlare pubblicamente della vita sentimentale del proprio fratello maggiore, amante della ragazza del proprio migliore amico, pagando loro tutti i diritti e utilizzando i nomi originali. 

Ecco perché Takeru Takaishi non avrebbe mai più fatto ritorno a Tokyo. 

 

− − 

 

Takeru, rigirandosi assonnato in quel letto matrimoniale, diede un’occhiata alla sveglia: 3:21. 

Poi, guardò la donna che dormiva placidamente accanto a lui, e le donò un dolce sorriso, un sorriso di un ragazzo innamorato, dopo una notte d’amore, mentre rifletteva su quanto fosse bella Mimi Tachikawa... i capelli del loro naturale lunghissimi, gli occhi dolci, candidamente addormentati, un bel corpo e un sorriso angelico... 

Sì, Takeru era fermamente convinto che il rimanere in America fosse stata la scelta giusta, e rafforzava questa sua decisione mentre riprendeva sonno accanto alla donna della sua vita. 

E siamo arrivati alla fine di quest'altra avventura da me scritta un po' di tempo fa, ma che da poco mi è stata betata, perciò vedete online tutta insieme.
Beh, spero vi sia piaciuta la fic, alla prossima,
Roe. 

 

 

   
 
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