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Autore: Mordekai    05/03/2022    0 recensioni
''Nessuno conosce la sua storia, nessuno sa da dove provenga o a quale borgo appartenga. Sappiamo solo che un giorno questo potente mago è comparso tra i cittadini, dispensando le sue conoscenze e segreti per espandere la grandezza della Stella a Cinque Punte. Questo fino al fatidico giorno in cui venne imprigionato nella Torre senza nome, incolpato di un crimine non commesso da parte di coloro che si fidava. Maledetti traditori bastardi. Perdona la mia rabbia, ma io ero l’unico testimone presente quando è avvenuto e nessuno mi ha voluto ascoltare. Ma io direi di iniziare concretamente, che ne pensi? Ottimo! Aberakazam!''
Genere: Azione, Dark, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Esterno della Stella a Cinque Punte. Terzo giorno d’Autunno. Anno: 719
 
Il folto gruppo armato della Repubblica di Biensard e l’esercito di soldati umanoidi dell’Istmo di Emssack inviati per catturare il mago giunsero ai limiti della splendente Stella a Cinque Punte con un giorno d’anticipo. I possenti destrieri color notte al galoppo, in armatura scintillante con il rispettivo stemma dei due luoghi, si udirono chiaramente dall’interno delle mura. Gli stendardi delle due casate venivano portati da un manipolo di creature bizzarre, protette anche loro da scarti di armature e lamiere. Ad aprire le file vi erano i rispettivi sovrani: Johans Salathis, capo della quinta casata della Repubblica di Biensard, un uomo veterano di grandi guerre e ormai stanco di intraprenderne altre. Al suo fianco, un giovane aitante dalla capigliatura bionda e gli occhi vispi conosciuto come Sir Alcan Byron von Destre, ma tutti lo chiamavano Alce per far prima. Leona Franzaert, baronessa dell’Istmo di Emssack, si muoveva solitaria sul suo fidato cavallo da guerra. Così come Johans, anche Leona aveva affrontato guerre eppure per il suo fisico quelle guerre non l’avevano minimamente scalfita e per la sua età restava una bella donna. Tra le fila di soldati, armati di ogni possibile arma, vi erano i due stregoni, il chierico e i due negromanti che Thym aveva citato, ma nessuno di questi cinque indossava un simbolo che li affiliasse o alla Repubblica o all’Istmo.
 
‘’Mercenari.’’- affermò Buccinide, sfruttando il lungo cannocchiale inventato da Archimede e potenziato da Baspar.

‘’E da quando loro si affidano a mercenari?’’- domandò Zea sistemandosi il mantello per evidenziare il prestigioso ruolo da lei intrapreso.

‘’Da quel che so, cinque anni fa hanno avuto una sommossa da parte dei loro soldati e sono stati giustiziati tutti quelli coinvolti. Da allora si limitano ad addestrane pochi e ad assoldare maghi o affini per poco.’’- rispose Hays, con un leggero tremore nella voce. Parnasso, invece, restò con lo sguardo fisso sulla sua arma, attendendo di farla ruggire di nuovo sulle teste di quegli inetti della Repubblica mentre Markides osservò il cielo ove Thym, simile ad un gigantesco corvo grazie al colore nero dei nuovi abiti da lui indossati, attendeva di scendere in picchiata per cibarsi delle sue prede; la governatrice si sentì rabbrividire e si sentì anche presa per i fondelli nell’aver fallito la missione di cacciare il mago dalla Stella. I cavalli dell’intero esercito delle due fazioni si fermarono a meno di cento metri dalle mura, mandando avanti un loro messaggero, goffo e pallido, che grazie ad un cristallo nella mano riuscì a far sentire la sua voce:

‘’La Repubblica di Biensard, stimata per i suoi trattati d’alleanza, assieme all’Istmo di Emssack chiedono immediatamente dialogo con i cinque governatori della Stella e la consegna del mago straniero per essere arrestato e giustiziato! Dovrà rispondere dei seguenti crimini: uso di magia proibita dalla Legge dei Flussi Arcani; coinvolgimento con la comparsa di una Torre che intralcia l’equilibrio magico in tutto il mondo; coinvolgimento con la morte dei cittadini della Stella. Inoltre, i cinque governatori dovranno rispondere dell’accusa di aver protetto un mago proveniente da un’altra realtà senza aver informato il Congresso. Inoltre dovranno rispondere dell’accusa di aggressione nei confronti dei Fondatori e dei loro seguaci.’’
Quelle parole suonarono come una condanna a morte per tutti i cittadini che cercarono riparo nelle loro abitazioni. I Grandi Arcani, invece, si sentirono disorientati per quel che stava accadendo, così come per le altre figure presenti nei cinque borghi. Parnasso, sbuffando e avendo accumulato fin troppa frustrazione, sfruttò il medesimo cristallo e chiese:

‘’E se dovessimo rifiutarci di consegnarvi Thym e di rispondere alle accuse?’’

La risposta arrivò immediatamente sotto forma di gigantesca meteora azzurra che si infranse su una barriera magica violacea. E il messaggero aggiunse, sotto consiglio di Leona:

‘’Verrete giustiziati per alto tradimento e l’intera stella verrà distrutta.’’- e si sentì un leggero sospiro affranto da parte del messaggero che venne redarguito da Leona con un violento scappellotto sulla nuca. I Cinque Governatori risposero a quell’accusa definendola assurda e mendace ma Johans diede l’ordine ai negromanti di evocare altre armate.

‘’Non rendete difficili queste trattative, governatori e governatrici.’’- furono le parole dell’uomo attraverso il cristallo magico strappato dalle mani del messaggero che si sentì rammaricato. Parnasso brandì subito la sua arma e si diresse all’entrata, muovendosi come un serpente ed evitando i suoi compagni che cercarono di fermarlo. Arrivato al cancello delle mura, aprì appena uno spiraglio di porta per poter fare fuoco ma uno dei Gran Maestri arcani lo fermò subito facendo da scudo umano:

‘’Governatore, ci pensi: affrontare decine di non-morti assieme ad un intero esercito non gioverà alla nostra posizione ormai critica. L’esercito ha a disposizione essenza magica maggiore della nostra. Per favore!’’- ma le parole del Gran Maestro vennero ignorate dall’esplosione del dardo magico dell’archibugio di Parnasso. Il proiettile centrò la testa marcia di uno dei non-morti, che si piegò all’indietro per l’impatto ma dalla sua schiena nacquero quattro zampe di ragno che impedirono al corpo di cadere. I non-morti risero, una risata simile a centinaia di zampe scheletriche colpire la pietra. Sir Alcan Byron von Destre alzò la mano dando il segnale ai soldati di avanzare e iniziare a fare fuoco usando le loro armi, e Leona spronò le sue truppe armate per colpire dalla distanza sfruttando anche l’aiuto del chierico che donava loro capacità superiori ad un essere umano qualunque. I Gran Maestri Arcani tennero alta la barriera il tempo necessario per consentire alle unità armate di preparare baliste, cannoni e altre armi costruite anni prima grazie all’ausilio di Archimede.

‘’Maledizione Parnasso, sei stato troppo impulsivo!’’- lo redarguì Hays, strattonandolo dall’uscio del cancello e arretrò subito, terrorizzato dallo sguardo di pura perfidia del collega.

‘’La Repubblica e l’Istmo non avevano alcuna intenzione di dialogare con noi. Mentre il messaggero parlava, riuscivo a sentire Johans e Alcan discutere nel dialetto della Repubblica: è tutta una formalità, avrebbero lo stesso attaccato.’’- e parte della cupola evocata dai Gran Maestri Arcani cadde sotto i costanti colpi delle unità magiche nemiche. Le spade, i cannoni, fucili, dardi magici ed esplosioni furono l’orchestra di quella battaglia e il governatore Buccinide, tra un dardo di fuoco schivato e la decapitazione di alcuni non-morti riusciti ad invadere le mura, sentì un lungo brivido gelido percorrergli la schiena; quel brivido si tramutò in puro terrore e ansia non appena Thym dissolse la barriera e i Gran Maestri Arcani caddero in ginocchio, stremati e schiacciati da una forza invisibile. I non-morti comandati dai negromanti vennero alzati a mezz’aria e implosero su sé stessi, venendo ridotti in cenere e i loro incantatori si trovarono impossibilitati ad evocarne altri. I dardi magici degli assalitori furono distrutti e una forza invisibile impedì l’avanzata dei soldati.

‘’Che accade?’’- domandò Johans, cercando di domare il cavallo imbizzarrito dal tumulto. Uno dei Negromanti, dalla pelle cadaverica e parte del viso sfigurato, rispose che qualcosa li stava intralciando e non comprendevano cosa fosse. Thym, visibilmente adirato, discese sugli eserciti nemici camminando e lasciando dietro di sé delle scie infuocate mentre alle sua spalle il cielo si tinse sempre di più del colore della tempesta; uno dei soldati, trovandosi nella sua traiettoria, cercò di sferrare un colpo di lancia, venendo immediatamente disintegrato con un singolo pugno e lasciando dietro di sé l’armatura ammaccata.

‘’La stella è sotto la mia protezione e del Congresso degli Shaildirn. Andatevene immediatamente o il vostro assedio non resterò impunito.’’- asserì Thym, distorcendo appena la sua voce per incutere timore nell’esercito già disorientato. Quella minaccia, però, non subì l’effetto sperato e Leona ordinò alle sue truppe di circondarlo e catturarlo, chiedendo al chierico di usare ulteriori incantesimi. Il giovane, pallido, suonò una minuscola campana più volte avvolgendo di una raggiante aura azzurra i soldati che si sentirono rinvigoriti e accerchiarono il mago con lance e spade creando una sorta di collare affilato.
‘’Le tue frivole minacce sono inutili contro i nostri eserciti, giovane mago. Continuate con l’assedio.’’
‘’Io vi avevo avvertito.’’- replicò l’incantatore, muovendo le mani come se volesse afferrare qualcosa. I soldati che lo accerchiavano cominciarono a sanguinare da occhi, naso, orecchie e bocca, cadendo uno per uno nella sabbia mentre la loro linfa vitale veniva assorbita dalle mani del mago. Contemporaneamente a quel macabro spettacolo, i non-morti che aveva inizialmente incenerito tornarono ma questa volta sotto il suo controllo. Ed erano numerosi.

‘’Lui…non è un semplice mago…’’- disse uno dei Negromanti, indietreggiando e preparandosi ad un sanguinoso combattimento brandendo una spada di mediocre fattura. Sir Alcan, ridendo in barba al pericolo che gli parava davanti, ordinò alle truppe incantate di respingere l’unico nemico che vedevano. I cavalli galopparono, i soldati scattarono con le spade e altre armi nelle loro mani pronti a fronteggiare l’incantatore. Quest’ultimo alzò appena la gamba per poi colpire la sabbia sottostante con forza tale da sconquassare tutto l’ambiente circostante e le truppe cadaveriche risposero all’ordine di Thym contrastando con brutalità i nemici. Il sangue assorbito dai soldati che lo aveva accerchiato venne solidificato e tramutato in scimitarre che vennero scagliate in direzione dei due negromanti e decapitati senza troppi intoppi. Johans, notando il gravoso risvolto della battaglia, decise di battere in ritirata lasciando Leona e Sir Alcan in balia di quella violenta magia sconosciuta.

‘’E lei dove crede di scappare?’’- domandò Thym, comparendo come uno spettro davanti al cavallo di Johans che lo disarcionò, liberandosi della zavorra e fuggendo. In passato, Johans Salathis era un fenomenale guerriero della Repubblica, freddo calcolatore e impareggiabile in battaglia. Sapeva quando attaccare, quando difendersi e quando la battaglia volgeva a favore del nemico. Non ha mai mostrato segni della paura, anche di fronte alla creatura più sanguinosa della storia. Ma il passato è passato, non è così?

‘’Lei pensa di battere in ritirata dopo aver attaccato la Stella a Cinque Punte? Pensa che tutto questo agli occhi del Congresso e ai miei possa restare impunito, generale?’’- domandò il mago, avanzando lento e riconoscendo il grado del condottiero; Johans si sentì soffocare dalla presenza del mago e dalla sua magia che non conosceva alcun limite. Un briciolo di coraggio lo fece scattare in piedi:

‘’Battere in ritirata quando il nemico ha già vinto è sempre stata una saggia scelta, ma a quanto pare se la mia fine è questa…allora non mi resta che combattere.’’- rispose l’uomo, togliendosi il mantello con il simbolo della Repubblica e sfoderando due spade corte di eccellente fattura. Thym sorrise riconoscendone il valore e aggiunse:

‘’Sir Alcan è suo nipote, vero? La nobiltà e ardore cavalleresco di quel giovane sono davvero mediocri rispetto i suoi. E invece di menare fendenti in modo casuale, lei ha assunto una posa che non vedevo da molto: posta brevis. E vedo che è attento ad ogni singolo movimento del suo avversario. Ammirevole.’’- applaudì visibilmente contento nell’apprendere che vi era ancora un cavaliere disposto a dimostrare il suo onore. E, di fatti, Johans corrugò la fronte sorpreso che qualcuno conoscesse gli stili dell’arte della spada.

‘’Lusingato che qualcuno conosca ancora tale arte, ma credo che il tempo dei convenevoli sia concluso. In guardia, maledetto.’’- e con uno scatto frontale, Johans eseguì un fendente che si tramutò in una finta e successivamente in un montante. Thym, però, aveva previsto ogni sua mossa e gli sferrò una gomitata sul naso con forza tale da romperglielo e fargli perdere la presa su una delle spade. Sfruttando il momento di confusione procurato, creò dei segni di interdizione sul corpo dell’uomo partendo dal collo e giungendo ai piedi. Una forza invisibile costrinse Johans ad inginocchiarsi e assumere la posa di uomo messo alla gogna. Il sangue sparso dai soldati della Repubblica e dell’Istmo vennero attratti dai simboli magici e crearono una prigione d’aculei che impedirono qualsiasi movimento dell’uomo eccetto per la sua testa:
‘’Lei potrà tornarci utile, Sir Johans Salathis von Destre, o dovrei chiamarla con il suo vero nome?’’- chiese Thym, incrociando il suo sguardo con quello di uno sconfitto Johans, e per la prima volta in vita sua provò terrore. Un terrore indomabile.

‘’Come fai a conoscerlo? Ho impiegato anni per celare questo mio segreto a tutti. Dimmelo oppure io…’’- protestò il condottiero, inutilmente dato che la prigione d’aculei reagì a quello scossone, trafiggendogli il corpo e distruggendo anche l’armatura. Il mago si lasciò alle spalle il generale, dirigendosi a passo lento verso lo scontro prossimo a concludersi. Fu affascinato dalla tenacia di Leona, imbrattata di sangue viscoso dalla testa ai piedi intenta a respingere più nemici contemporaneamente mentre il poppante Sir Alcan, mutilato di un braccio e dal volto tumefatto, cercava di respingere gli aggressori con l’uso di un insignificante spadino dalla lama spezzata. Dietro le mura della Stella a Cinque Punte, invece, tutti restarono ad osservare immobili l’esito di uno scontro agghiacciante. Uno dei Gran Maestri Arcani ne rimase disgustato, tanto da rigurgitare tutto quel che il suo stomaco contenesse:

‘’Non può essere vero. Due dei migliori eserciti spazzati come se fossero semplici fuscelli in una tormenta.’’- disse Markides pallida in volto e alla ricerca di un dialogo con qualcuno. Hays volse lo sguardo altrove per non essere la vittima sacrificale.

‘’Ora comprendi il desiderio di tenerlo con noi, Marki? Stesso vale per te, cara Zea. Thym può aiutarci nelle difficoltà che la Stella sta affrontando da mesi e chiede solo di avere un luogo dove poter vivere.’’- rispose Buccinide, posando nuovamente il cannocchiale su un tavolino. L’unico, però, ad essere infastidito era Parnasso desideroso di sfogare la sua rabbia su alcuni cavalieri della Repubblica o dell’Istmo e appoggiò al muro di una delle abitazioni adiacenti alle mura con violenza, facendo presente la sua contrarietà nel non aver partecipato. I governatori restarono ad osservare quella brutalità tramite un globo magico messo all’esterno delle Stella. Thym continuava a divertirsi, usando ogni magia conosciuta a sua favore per uccidere i soldati rimasti in vita; uno di loro, membro dell’Istmo, venne sbalzato in aria e mutilato dei quattro arti da una tempesta di spade e il corpo usato come ariete contro i compagni d’arme riducendolo in poltiglia. L’esercito di non-morti divenne inarrestabile e divenendone un singolo elemento privo di simboli o sigilli di riconoscimento, solo cadaveri in armatura e desiderosi di uccidere ancora. Dal sangue sparso nella sabbia dorata, sorsero agghiaccianti spettri che si unirono ai non-morti accerchiando Leona e Sir Alcan, stremati e feriti gravemente.

‘’Impossibile! Non ti permetterò di vincere!’’

‘’Leona, fermati, ti prego! Abbiamo perso…’’- urlò Johans tra le fila di non-morti che lo tenevano ancora ostaggio della prigione d’aculei. Eppure quella supplica ottenne l’effetto opposto sperato dal veterano, consentendo a Thym di usare la magia del sangue per paralizzarla. Non contento, usando i suoi poteri si divertì a rompere le articolazioni della donna una per una finché non fu la stessa ad urlare pietà.

‘’Sapete, tutto questo mi fa divertire perché avreste fatto lo stesso con i membri della Stella a Cinque Punte. Li avreste torturati, fisicamente e mentalmente, condotti allo stremo delle loro forze e poi uccisi. Non è così? Che peccato aver rovinato i vostri piani.’’- disse ironico, mentre l’esercito di non-morti rise pregustando la carneficina.

‘’Visto che lei e il generale Johans mi servite, vediamo se la mente di Sir Alcan ha qualcosa da offrire.’’- aggiunse Thym, avvicinandosi al giovane mutilato e, ghermendo la sua testa con le dita di entrambe le mani, riuscì a scavare nei suoi pensieri scoprendo che altre fazioni avevano intenzione di scontrarsi con la Stella, ignorando completamente il Congresso e i loro ordini. Thym sorrise soddisfatto finché il suo sorriso non divenne una maschera di pura perfidia riconoscendo lo stemma di una delle più potenti nazioni che conosceva la Stella a Cinque Punte.

‘’Ah, anche loro dunque? Non mi sorprendo, hanno sempre tentato di assoggettare al loro dominio anche villaggi privi di magia solo per espandersi. Perfetto. Il pranzo è servito, ragazzi.’’- disse il mago, spingendo nella calca di carne putrida Sir Alcan che venne fatto a pezzi tra urla e implorazioni. Ordinò ad altri di portare i prigionieri nella Stella e fu in quel momento che la Torre Nera reagì a tutta la magia usata da Thym e sembrò ridere anch’essa innanzi a tutta quella morte provocata dal giovane, però non attaccò, stesso per Abrax. Quando Thym e il suo esercito furono all’ingresso della Stella, tutti erano restii a farlo entrare.

‘’Hai usato magie proibite, tra cui la negromanzia. Speri vivamente che ti faremo rientrare dopo questo massacro?’’- domandò una delle creature facente parte del quarto borgo e sotto il governo di Markides, sbarrandogli la strada con una trave di ferro. L’incantatore mosse la mano e l’esercito di non-morti si dissolse in una nube di fumo lasciandosi dietro solo il cadavere di Sir Alcan e centinaia di armature ormai inutili.

‘’La Repubblica e l’Istmo sono stati solo l’antipasto. Molte altre fazioni hanno intenzione di venire qui e fronteggiarvi, tra cui una molto potente.’’- e cercò i governatori, sicuri di conoscere a quale fazione si riferisse il mago. Telepaticamente, disse a Buccinide il nome della fazione, quando si diressero in un palazzo governativo vicino:

‘’Pyrevakre.’’- e Buccinide sbarrò gli occhi, portandosi la mano al petto come se avvertisse un mancamento arrivare da un momento all’altro. La fronte si imperlò di sudore, la pelle divenne pallida e il respiro corto tanto da attirare l’attenzione degli altri presenti. Parnasso gli chiese cosa stesse accadendo e non appena il mago si palesò innanzi a loro, sorrise calmo mostrando attraverso una semplice invocazione un simbolo familiare anche agli altri: una chiave nera formata da una testa che si restringeva verso lo stelo formando una goccia, mentre lo stelo presentava diverse incisioni, il pettine differiva completamente dal resto della chiave, infatti rappresentava un grande occhio demoniaco che reggeva tramite quattro minuscoli aculei quattro elementi sconosciuti ad esseri comuni, ma non a chi conosceva le arti arcane e proibite. Inizialmente nessuno riconobbe lo stemma, un po’ confusionario per via della magia usata dal mago ma quando Buccinide rivelò il nome, piombò il gelo sull’intero gruppo presente.

‘’La Ierocrazia di Pyrevakre vuole attaccarci? Perché una nostra alleata secolare dovrebbe infrangere il patto?’’

‘’Non hanno intenzione di attaccare, ma di assoggettarvi al loro dominio. Useranno la forza solo se costretti. E ringraziate Sir Alcan per l’informazione.’’- rispose Thym, seduto su una sedia distante e con i piedi poggiati su un tavolo, mentre tra le mani fece comparire il teschio della persona citata per poi lanciarla sul tavolo dove i governatori erano intenti a dialogare.

‘’E tu hai visto tutto questo tramite la mente di Alcan?’’- domandò Hays, spostando lo sguardo dal teschio di Sir Alcan al foglio dove erano segnati i nomi delle fazioni in procinto di attaccare la Stella.

‘’Esattamente. A quanto sembri, l’attacco era già stato pianificato dalle fazioni che vi ho elencato. Inizialmente ne erano dodici, ma sette hanno deciso di rendersi neutrali successivamente all’inserimento di Pyrevakre. Ma ho una domanda: la Gerontocrazia di Deqyt e la Demagogia di Waregus non erano entrate in guerra qualche anno fa per questioni territoriali?’’

Quella domanda suscitò una leggera perplessità nei presenti e fu Zea a rispondere che, riflettendoci, le risultava alquanto strano che due potenze militari già tediate da scontri territoriali si unissero per fronteggiarli. Ma quando la governatrice cercò di dirigersi ad uno degli scaffali, una figura in armatura pesante irruppe nella stanza distruggendo la porta con forza inumana. Il viso ancora sporco di sangue raggrumato e di ferite ancora intente a rimarginarsi fece indietreggiare Zea, ma nulla le impedì di portare la mano sul pugnale. Anche gli altri governatori, eccetto Hays vigliacco come sempre, brandirono armi di fortuna mentre Thym restava nella stessa posizione intento a sonnecchiare. Leona, in un qualche modo, era sfuggita alla sorveglianza delle varie guardie nella sua cella e in quel momento lei reclamava vendetta per lo smacco subito. Nella mano tremante stringeva la spada danneggiata dalla battaglia delle ore prima e, anch’essa, sporca di sangue.

‘’Tu, bastardo maledetto!’’- ruggì Leona scattando verso il mago, spada puntata alla sua testa e colpì con un fatale fendente che si conficcò nel cranio del mago. Il sangue prese a scorrere sulla lama e sul corpo, facendo gioire Leona che infierì spaccando in due la testa dell’uomo. Leona si allontanò dal cadavere, ma non appena lo fece, un violento pugno a martello le ruppe il naso e il labbro, mandandola a sbattere contro il tavolo.

‘’Certo che voi condottieri non imparate mai. E questa è la seconda volta che uso uno dei miei fantocci, non è cortese.’’- asserì la voce di Thym togliendo la spada dal cranio spaccato del fantoccio che prese vita e sbuffò percependo l’enorme spacco toccandolo:

‘’Oh, ma che ho fatto di male? Non ci si comporta così! Anche l’altro ieri mattina è successo!’’- esclamò il fantoccio che iniziò a mostrare la sua vera natura di paglia e legno, prima di dissolversi sotto gli occhi di tutti i presenti ormai abituati alle stramberie del mago, eccetto Leona che arretrò verso una colonna. Thym, per l’affronto subito, afferrò Leona per il collo stringendole la trachea.

‘’Johans è stato più saggio di lei. Stava battendo in ritirata, ma visto che ho bisogno di lui per altre informazioni, è prigioniero adesso. E il suo ruolo in questa guerra quale sarebbe, Lady Leona? Mi ha attaccato mentre ero indifeso e non è nobile da parte sua.’’- disse il mago, allontanando la mano e lasciando che una forza invisibile stringesse ancora la gola della condottiera.

‘’Liberami, figli di putt…’’- ma le imprecazioni di Leona vennero arrestate da una stretta più violenta che la fece boccheggiare e salivare con disgusto fin quando la mano invisibile non la spinse sul tavolo, spaccandolo e tenendola ferma sul pavimento. Hays sobbalzò nuovamente a quel fracasso, estraniatosi nuovamente per chissà quale ragione. Thym si avvicinò lento, torreggiando diabolicamente sulla donna e le disse nuovamente:

‘’Lady Leona, cerchi di calmarsi, le verranno le rughe così.’’

‘’Ho detto di liberarmi, cane bastardo! Puoi anche torturarmi ma io non ti rivelerò nulla!’’- replicò la donna, tra un respiro gravoso e l’altro cercando di liberarsi. L’incantatore scosse la testa e chiese cortesemente ai presenti, eccetto Buccinide, di uscire dalla stanza. Tutti uscirono anche se Parnasso protestò curioso di vedere fin dove Thym potesse spingersi e dunque restò sull’uscio ad osservare. La stanza cominciò a puzzare di rancido, le pareti a trasudare grumi di liquido viscoso, simile a liquami di cadaveri e i due governatori notarono la mutazione nell’aspetto di Thym a partire dagli occhi completamente neri abisso e ogni polpastrello del mago si tinsero di rosso. Delle mani artigliate strinsero le caviglie e i polsi della condottiera, bloccandola; una di queste mani artigliate le afferrò la gola stringendola con forza, mntre l’aggressore si palesò dalla pozza con le fattezze di Sir Alcan.

‘’Questa tecnica l’ho eseguita una sola volta contro un traditore. Non è stato per nulla piacevole, ma era l’unico metodo per farlo parlare.’’- disse Thym posando successivamente le dita sul capo di Leona, facendo pressione ed iniziando a scavare nella mente della condottiera. Ogni terminazione nervosa della donna venne sconvolta da quella scarica di magia, paralizzando il suo corpo rendendolo rigido come il legno, i capillari negli occhi si ruppero e dalla bocca iniziò a sgorgare schiuma verdastra. Parnasso fece un passo per vedere da vicino ma Buccinide lo fermò con un gesto della mano ed un movimento del capo, intimandogli di fermarsi.

‘’Uhrshat’va Memromia Kèquash!’’- le mani dell’incantatore divennero rosse e, con uno scatto, estrassero dal cranio di Leona centinaia di filamenti, una ragnatela scarlatta che andò a posarsi sulle pareti circostanti. Ogni filamento era colmo di ricordi, di guerre affrontate, di luoghi conquistati e molti altri privati. Quest’ultimi vennero dissolti e riposti nuovamente nella donna ancora privata della propria volontà, ridotta ad un guscio di carne, ossa e muscoli. Buccinide si avvicinò ipnotizzato dall’orrida visione e osservò i vari ricordi della donna, soffermandosi sulla gioventù di Leona e su come fosse stata una donna allegra. Thym, però, non si sentì ancora soddisfatto e sfiorò le tempie della condottiera e anche da loro estrasse lunghi filamenti rossi, più densi e nodosi. Il mago, con estrema cura, aprì quel tessuto magico alla ricerca di qualcosa di importante; ma l’odore emesso da quella ragnatela non era uno dei migliori, tanto da costringere Parnasso ad aprire un po’ la porta.

‘’Questa è l’odore che emanano i pensieri di una condottiera? Ma poi cosa stai cercando, il suo passato?’’- domandò Buccinide, tappandosi il naso e indietreggiando un po’.

‘’Non proprio, ognuno di noi emana un proprio odore e quello che sentite è solo l’olezzo cadaverico dei soldati uccisi ore fa. E per quando riguarda l’altra domanda: no. Non cerco il suo passato, bensì eventi recenti, eventi che abbiano a che fare con questa guerra…Ah! Eccolo.’’- rispose Thym, notando l’unica tela rosea di ricordi. Da essa recuperò un minuscolo frammento che lasciò cadere nel baratro oscuro e da esso si materializzò il ricordo recente.

‘’Sai cosa implica il nostro coinvolgimento in tutto questo?! Morte. Dobbiamo impedire che qualcuno lo venga a scoprire Leona. Possiamo contare su di te?’’- disse una voce maschile familiare ai due governatori. Il ricordo proseguì mostrando poi la condottiera ricevere due borsellini pieni di monete dai due uomini:


‘’Ma quelli sono…’’

   
 
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