Anime & Manga > Ranma
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Autore: Missmilkie    07/03/2022    7 recensioni
Ok non ci stava ufficialmente capendo più niente. Peraltro lui disprezzava il baseball, era Akane quella brava in quello sport. Aveva trovato un’altra cosa in cui lei era migliore di lui nel giro di pochi minuti. Quanto adorava guardarla di nascosto durante l’ora di educazione fisica quando gli altri non lo vedevano. Ricordava ancora la prima pallina che lei gli aveva piantato in faccia. Che figuraccia che aveva fatto, i suoi super riflessi di artista marziale messi al tappeto da un bel visino in calzoncini corti.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akane Tendo, Ranma Saotome
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 1 – Vuoi una mano ad apparecchiare?

 
Casa Tendo, sabato mattina.

La camera del vecchio Happosai era ancora avvolta dall’oscurità. Aveva trascorso la nottata ad armeggiare intento a preparare il leggendario infuso dell’inversione, l’ennesimo intruglio descritto da una antichissima pergamena cinese di cui in qualche modo, sicuramente poco lecito, si era impossessato anni addietro.

Si narra che la suddetta sostanza, se bevuta contemporaneamente da due persone situate nel raggio di un metro l’una dall’altra, abbia il potere di trasferire la mente nel corpo dell’altra e viceversa.
Il piano era semplicissimo: sarebbe bastato scambiare la tazza di thè, precedentemente corretto con l’infuso, con quella di Ranma perché lui Happosai, il più grande maestro di arti marziali al mondo, recuperasse la giovinezza e la tanto decantata bellezza ormai sfiorita di cui, è bene precisare, non esisteva alcuna prova tangibile.

Il corpo di Ranma aveva innumerevoli vantaggi: dai più nobili quali mettere un fisico prestante ed allenato al servizio di un’esperienza ultracentenaria per creare l’artista marziale perfetto, allo sfruttare quello stesso fisico per far cadere ai suoi piedi tutte le giovani donzelle di Nerima. Per non parlare degli effetti benefici che poteva avere sul corpo, e su quel corpo in particolare, una bella doccia fredda. Il solo pensiero rischiava di distrarlo e mandare tutto a monte. Adesso doveva restare concentrato.

Spense il fornelletto elettrico e travasò il liquido fumante in un flacone con tutta l’attenzione di cui era capace.

“Finalmente è pronto…”
 

La veranda del soggiorno era già stata spalancata da una Kasumi mattiniera intenta a preparare la colazione. Quella del finesettimana era la sua preferita, perché poteva sbizzarrirsi in ricette più elaborate senza la fretta imposta della campanella del liceo Furinkan.

Akane fu la prima a scendere e presentarsi nell’ampia sala da pranzo, avvolta dal suo nuovo vestito bianco. Era una splendida mattina primaverile, di quelle che ti fanno sentire in pace con il mondo e per di più era sabato. Il che significava niente scuola e tempo libero per allenarsi e più tardi uscire con le sue compagne di classe. E poi quella sera ci sarebbe stata l’inaugurazione della fiera di primavera, un'occasione perfetta per indossare il suo adorato kimono.

“Buongiorno Akane, dormito bene?” chiese Kasumi iniziando ad apparecchiare la tavola.

“Benone, aspetta che ti do una mano” rispose un’Akane sorridente.

“Maledetto di un panda non ho chiuso occhio da quanto hai russato, ma perché non posso avere un genitore normale!?” evidentemente anche Ranma si era alzato e si stava stancamente strascicando nella stanza.

“Figlio degenere, è questo il rispetto che porti al padre che ti ha cresciuto e ti ha reso l’uomo che sei oggi?” e Genma lo seguiva borbottando come al solito.

“Intendi forse dire questo uomo?” Nabiki Tendo fece il suo ingresso sfoggiando nelle mani le foto appena sviluppate di una Ranma-chan piuttosto svestita. Proseguì diretta verso l’ingresso inforcando una borsetta a un paio di occhiali da sole all’ultimo grido, probabilmente acquistati con i proventi del suo giro di affari.

“Ah ah ah molto simpatica” fece Ranma di rimando sedendosi vicino ad Akane.

“Nabiki suvvia smettila non sta bene, ma piuttosto non fai colazione con noi?” esclamò Kasumi sorpresa dal fatto che qualcuno potesse uscire di casa saltando il pasto più importante.

“Non posso sorellina, prendo un caffè con un potenziale nuovo cliente. Buona giornata gente!” urlò la mezzana ormai sulla porta di casa.

Nel frattempo anche Soun aveva preso il suo solito posto a tavola ed iniziato a mangiare. Happosai sedeva praticamente ad un millimetro da Ranma, sorseggiando il thè che si era gentilmente offerto di versare lui per tutti i commensali. Adesso si trattava solo di aspettare pazientemente i minuti necessari a scatenare la magia.

La colazione a casa Tendo, come del resto tutti gli altri pasti, veniva consumata velocemente e, in men che non si dica, la sala da pranzo iniziò a svuotarsi. Kasumi tornò in cucina a rassettare, mentre Soun e Genma si avviarono verso la palestra per discutere delle tecniche che avrebbero insegnato agli allevi la prossima settimana.

Akane fece per salire le scale, diretta verso la sua camera, quando un lamento la fece rabbrividire e bloccare alla base della scalinata.

“No, no, no…” sentì arrivare dalla porta tra il soggiorno e le scale dove aveva appena lasciato Ranma.

Il suo cuore perse un battito. C’era qualcosa di sbagliato in quella voce, di profondamente sbagliato.
 
Happosai, rimasto in soggiorno a guardare distrattamente la televisione, lanciava continue occhiate all’orologio. A quanto pareva il suo infuso se la prendeva con calma.
 
“Hey Ranma va tutto bene? Cosa succ…” Akane non riuscì a proseguire oltre poiché le parole le morirono in gola, mentre a rallentatore si voltava in direzione del fidanzato.

“No, no, no, non è possibile, non a me, non di nuovo…” Ranma fissava con occhi sgranati le proprie mani improvvisamente così piccole e candide con le dita sottili che terminavano in uno smalto rosa chiaro un po’ sbeccato. E quella voce, che diavolo era quella voce? O forse sarebbe stato meglio dire di chi diavolo era quella voce, sicuramente non la sua.

Lentamente girò la testa in direzione di Akane. Ma la sua mente fu più veloce e, così come aveva subito ricondotto la propria voce a quella inconfondibile della fidanzata, allo stesso modo aveva immaginato quello che avrebbe visto di lì a poco.

Ed infatti, a qualche metro di distanza, con un piede già sul primo scalino ed una mano appoggiata al corrimano, c’era un bel ragazzo alto con i capelli corvini raccolti in un codino e due occhi blu che lo guardavano terrorizzati.

“AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHH!” il ragazzo urlò con tutto il fiato che aveva in corpo guardando verso la morettina con i capelli corti altrettanto scioccata.

Akane stava gridando a se stessa.

“AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHH!” Ranma gridò a sua volta con una voce che decisamente non gli apparteneva.

Ma l’urlo più lancinante e disperato fu quello di un povero vecchietto che aveva appena realizzato che quella mattina di primavera aveva commesso un errore madornale nella distribuzione del thè.
 
 
   
 
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