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Autore: Inquisitor95    10/03/2022    0 recensioni
Anno Stellare 2110
L'umanità ha finalmente sviluppato tecnologie per compiere il viaggio e l'esplorazione nel Sistema Sol fino ad esplorarlo completamente. Il grande Richard King dopo anni di studio è finalmente riuscito nel suo sogno: creare un'Arca con la quale cinquemila Passeggeri potranno raggiungere il sistema più vicino a quello nativo per poter cercare nuovi mondi abitabili. Tra questi coloni, suo figlio Raider parte colmo di speranze cercando di costruirsi una nuova vita. Tuttavia, quello che Raider scoprirà al suo risveglio lo lascerà senza fiato e confuso: il viaggio tra i sistemi doveva durare sette lunghi anni. Ma quando il giovane soldato apre gli occhi si trova sotto le cure di una donna aliena e scoprirà che è rimasto nel criosonno per ben trent'anni. Raider si trova quindi in un sistema nel quale l'umanità è ha raggiunto dei traguardi.
Genere: Azione, Introspettivo, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo Quarantatré
L’equilibrio stabilito
 
 
 
 
 
 
 
 
Settore Levante
Naxos – Palazzo dei Saggi, colonia di Hannak’Tara
 
Helena Milgford era una donna sicura di sé, questo traspariva dalla sua camminata a dal suo sguardo acceso mentre saliva sul palco della grande sala delle udienze. La conferenza era trasmessa in diretta e collegata a tutte le reti delle specie sensienti che abitavano nel Sistema Bael. Chiunque avrebbe visto quello che sarebbe stato chiamato successivamente il Giorno dell’Unione.
Raider osservava la scena lateralmente, si trovava insieme ad altri soldati, adornati delle loro corazze e messi uno di fianco all’altro. Lui aveva avuto un posto in prima fila per poter osservare la scena: la nuova direttrice Milgford era salita sul palco per raggiungere uno dei rappresentanti del Consiglio dei Saggi obakon, che per l’occasione avevano ospitato l’evento nel loro palazzo.
La struttura era alta e imponente, formata principalmente da linee dritte che si muovevano verso il cielo. Aveva una forma rettangolare e il soffitto sembrava perdersi all’occhio umano, Raider non riusciva ad immaginare a cosa potesse servire un tempio così tanto alto finché non lo aveva effettivamente chiesto prima della cerimonia: il Culto della Roccia Sacra degli obakon imponeva grandi spazi per la preghiera.
Il giovane soldato ritornò con lo sguardo verso il basso, dove le bare dei caduti erano state posizionate al centro della sala in modo da poter essere viste da chiunque. L’ultimo assalto contro la Lega era stato pieno di perdite da tutte e tre le fazioni. Tra quelle tombe, c’era anche quella di Allyson che ormai riposava serenamente.
“Buongiorno a tutti, o forse buonasera, per chi attualmente vede la luna con i propri occhi levati al cielo.” Cominciò la nuova direttrice, era stato necessario, quella carica non poteva rimanere a lungo scoperta e benché Raider trovasse difficile sostituire suo padre o Cordelia, Helena Milgford sembrava avere una carriera brillante.
“In questo grande giorno, le nostre tre razze sono più unite che mai. Eteren, umani, obakon. Abbiamo dovuto affrontare una pericolosa associazione che in più occasioni ha rischiato da farci cadere nell’abisso più oscuro. Ma tutti noi abbiamo resistito.” Gli occhi di Raider si muovevano mentre ascoltava passivamente il discorso; dall’altro lato della sala tra i guerrieri obakon, vi era anche Kellan che sembrava sonnecchiare in piedi, al soldato venne quasi da ridere.
“Questa battaglia ci ha fatto perdere molte persone: amici, compagni d’arme, familiari. Il loro tributo contro la Lega non sarà vano, poiché hanno permesso la realizzazione della più grande alleanza della storia. E oggi ci uniamo nel cordoglio. Ricordate chi è caduto, ricordate chi ha sofferto e soprattutto, ricordate chi ha combattuto affinché la pace e la libertà fossero difese!” 
Raider incrociò lo sguardo di Seeryn che si trovava invece sul palco; non aveva la sua solita suite bianca e nera, per l’evento aveva indossato un tailleur simile ai modelli umani sulle colorazioni del rosa e del viola come i suoi occhi. La facevano sembrava una vera dea, un contrasto di colori perfetto con la sua pelle blu. Aveva le spalle scoperte e il collo nudo se non per una collana con un pendente.
I due si scambiarono un cenno di saluto ritrovandosi dopo l’ultima battaglia: da quando aveva accettato il ruolo proposto dalla Regina come sua consigliera avevano avuto poco tempo per parlare, ma Seeryn meritava di stare su quel palco più di ogni altra persona.
“Quando vi sembra di cadere nella disperazione, ricordate che c’è chi lotta per voi ogni istante per fermare i malvagi. Unitevi anche voi alla battaglia e avremo salvato la nostra civiltà!” disse infine la direttrice Milgford, il suo discorso era giunto a conclusione ma Raider era sovrappensiero in quel momento: c’erano tanti pensieri che gli frullavano per la testa ma voleva semplicemente staccare la spina e immaginare che, almeno per qualche giorno, avrebbe potuto dimenticarsi del resto.
La sua battaglia forse era finita o forse no, al momento non gliene importava molto. Qualcun altro avrebbe dato la caccia alla pericolosa Lady Shadow; lui voleva solo godersi la sua meritata licenza.
Alla fine dell’evento, Raider uscì dal Palazzo dei Saggi scendendo la lunga scalinata, era uno degli ultimi che stavano lasciando la grande struttura, aveva concesso un ultimo saluto ad Allyson pensando che finalmente lei aveva raggiunto un posto migliore e che un giorno anche lui l’avrebbe raggiunta.
Alla base della scalinata lo stava aspettando Hunter: era poggiato alla colonna bassa indossando abiti da civile scuri, teneva un ginocchio leggermente piegato in modo da tenere il piede sulla colonna. Aveva poi le braccia incrociate e i suoi occhi che guardavano il lento scendere delle scale di Raider, come se lo stesse studiando.
Quando i due ragazzi si trovarono faccia a faccia ci fu un lungo attimo di silenzio, poi entrambi allargarono le braccia per unirsi in un abbraccio; quale che fosse il sentimento che li legava, Raider si sentiva bene come non lo era da molto tempo.
“Mi sarei unito a voi, ma pare che non c’era posto per un pirata spaziale di malafede. Magari all’anniversario di questo giorno potrò partecipare.” Disse sarcasticamente lui grattandosi la barba sul mento e ridacchiando. Raider fece un mezzo sorriso e annuì.
“Sarebbe stato bello averti. Ho sentito la tua mancanza, sai?” chiese Raider mentre i due camminarono fianco a fianco; il soldato lasciò le mani penzolare ai fianchi, Hunter le aveva infilate nelle tasche della propria giacca.
Un leggero vento si innalzò portando con sé il profumo dei fiori, trascinato dalla brezza della stagione primaverile che stava per iniziare su Naxos. Sembrava un paradiso più bello della Terra, con la stella secondaria Parra a brillare sopra di esso e ancora più lontana Bael, che splendeva di una luce più tenue come un puntino nella volta celeste.
Dietro di loro ci furono dei passi veloci, quando Raider si girò per vedere di chi fossero, vide Seeryn e Kellan che li avevano raggiunti. I quattro si fermarono nel largo viale che portava al Palazzo dei Saggi le cui porte erano ormai state chiuse.
“Mi sembra passata una vita da quando ti sei risvegliato. Sono cambiate tantissime cose, ma non sono altro che pochi mesi.” Disse Seeryn allungando una mano verso Raider e poggiandogliela sulla spalla, il suo tocco era delicato come quello di una carezza.
“Abbiamo fatto tutti tanta strada. Tu più di chiunque altro. Sei diventata la consigliera della Regina adesso, questo è un grande onore.” Disse il soldato sorridendo alla sua amica blu, lei fece lo stesso.
“Ci sono battaglie all’orizzonte, Raider. C’è ancora tanto da fare e finché la Guerra di Confine non avrà termine, saremo ancora tutti in pericolo. Abbiamo fermato la Lega, ma siamo ai limiti di quella che potrebbe essere definita come un’invasione.” Disse Seeryn facendo una breve pausa, i suoi occhi si abbassarono. “Non dovrei dirtelo, ma sappiamo che alcune navi da ricognizione dei wekaeni sono riuscite a superare il Confine. Potrebbero essere atterrati su qualche pianeta.”
Gli occhi di Seeryn assunsero una tonalità scura e lugubre. “Vuol dire che affronteremo una nuova guerra. Molto più vicina di quel che pensiamo. Sappiamo cosa vogliono da noi?” chiese il soldato, ma la risposta di Seeryn fu negativa scuotendo il viso.
“No, ma immagino che se perderemo lo scopriremo presto.” Disse lei in risposta, poi però alzò ancora lo sguardo e fece un largo sorriso carico di pensieri positivi. “Non dobbiamo però soffermarci su queste cose. Ora che le nostre tre specie sono unite, ho sentito dire che permetteranno l’arrivo di una quarta arca degli umani!” 
Raider annuì, aveva sentito poche cose al riguardo, tutto quello che sapeva era semplicemente il programma spaziale definito dal padre. Ma tutto quello che accadeva intorno, non gli riguardava. “Sì, parrebbe di sì. Elysium è pronta a partire, ma ci vorranno ancora cinque anni prima che possano arrivare. Pare che nel Sistema Sol abbiano fatto progressi e chissà, magari riusciremo a collegare il Crocevia con la nostra casa.” Disse il soldato nominando la quarta arca sulla lista.
“Altre facce rosa con il quale trovarsi ad andare d’accordo? Voi umani siete i più privilegiati non c’è dubbio!” intervenne Kellan spingendosi in avanti, affettuosamente tirò una pacca sul braccio di Raider che cercò di mantenersi in equilibrio per la forza che aveva usato l’obakon, poi scoppiò a ridere.
“Immagino che per voi sia difficile poter inviare un’altra Nave Generazionale. Ci avete messo molto tempo per arrivare fin qui. Ma ricordo che stavate studiando i motori della Syramo; novità?” chiese Raider, si ricordava bene quel giorno visto che si era scontrato per la prima volta con i membri della Lega. Era stata la prima volta che Lady Shadow era apparsa a lui e da allora erano cambiate tante cose.
“No, Pasticcino. Progettare un motore di quella portata da questa parte è più facile. Ma il problema è quello di spostare le persone dal nostro sistema originario fin qui. Ci vorrà ancora del tempo, ma abbiamo trasmesso i dati necessari.” Disse l’obakon.
“E tu cosa farai nel frattempo?” chiese ancora Raider.
“Voglio proprio farmi una bella vacanza nel buco più isolato di Naxos. Dicono che nella fascia tropicale ci siano delle bestie alte quando il Palazzo dei Saggi stesso! Voglio cavalcarne una o due!” disse Kellan ridacchiando in maniera incontrollata, di certo il suo ideale di vacanza era differente da quello che aveva in mente Raider.
“Da come lo hai descritto sembra l’opposto dell’essere tranquillo. Vedi di non sparire, Kellan. Ormai mi ero quasi abituato alla tua presenza e mi mancheresti.” Disse Raider, quelle sue parole suonavano come un vero e proprio addio. Bael con i suoi problemi e misteri aveva unito le loro strade ma era pronto a separarle ancora.
“Non ti libererai di me così facilmente, Pasticcino. Tu, piuttosto, vedi di fare attenzione. Queste terre spaziali sono piene di malintenzionati questo screanzato qui!” disse l’obakon rivolgendosi ad Hunter, tirò una pacca sul braccio anche a lui ma visibilmente più forte, il pirata riuscì quasi ad evitarla senza farsi troppo male mentre l’obakon scoppiò ancora una volta in una grassa risata soddisfatta.
“Sei instabile ma simpatico. Qualche giorno ci faremo una vera e propria bevuta insieme, sono certo che ti batterò!” disse Hunter a sua volta, tutti e quattro poi scoppiarono a ridere all’unisono quando dei nuovi passi fecero voltare Raider.
Helena Milgford si trovava in piedi a pochi passi di distanza tenendo le mani incrociate al ventre, aspettando che lui si accorgesse della sua presenza. Gli fece un mezzo sorriso e un cenno e Raider capì che voleva parlare con lui. “Forse la mia persona è richiesta dalla direttrice.” Disse il giovane soldato rivolgendosi ancora una volta ai suoi amici.
A quel punto, Seeryn si avvicinò allargando le braccia e senza chiedere abbracciò il soldato a sé. "Mi pare di avervi visto fare così. Si chiama abbraccio, giusto?” disse lei, stringeva troppo forte ma Raider non si sentì di correggerla. L’abbracciò in risposta e poi salutò anche Kellan con un cenno.
“Ti aspetto qui. Non posso mica lasciarti da solo.” Disse Hunter quando i loro occhi si incrociarono, Raider non poteva che esserne felice quindi annuì e si spostò verso la nuova direttrice.
“Le congratulazioni sono dovute. Un ruolo che richiede molta pazienza e tanto sacrificio: Cordelia Cross ha avuto il controllo per trent’anni quasi e le cose sono andate più o meno bene. Con questo nuovo accordo, ci aspettano anni di pace.” Disse Raider cercando di superare l’imbarazzo iniziale, non sapeva esattamente che tipo di persona fosse la nuova direttrice, lei sorrise amichevolmente.
“Tutto merito tuo, soldato King. Anche se noi capoccioni abbiamo siglato una pace e una serie di accordi, nulla è confrontabile a quanto hai fatto tu per Bael. Hai fermato la Lega prima che potessero diventare un problema maggiore!” disse la Milgford, sembrava parlare sinceramente anche se Raider non concordava con lei.
“Non ero da solo nella mia battaglia. Ho perso un’amica che ha combattuto con valore affinché noi potessimo vincere. E nonostante tutto, Lady Shadow è comunque riuscita a scappare.” Disse in risposta il soldato, aveva assunto un’espressione seriosa mentre fissava gli occhi della sua interlocutrice.
“Capisco. Avrei voluto averti sul palco, credo che fosse giusto ringraziare pubblicamente chi ha unito una squadra a permesso comunque questa pace. Ma alcuni dicevano che la trasmissione sarebbe parsa troppo umano-centrica ed ho evitato.” Disse lei ancora. Ma sembrava che ci fosse dell’altro che voleva dire. “Quanto a Lady Shadow, qualunque sia la sua vera identità ha ormai ogni strada chiusa. Possiamo rintracciarla facilmente.”
Raider si trovò ad annuire e con i pensieri vagava con la mente su quale sarebbe stato il destino di suo fratello. “E Ryan King? Ha collaborato e si è costituito. È stato lui a consegnarci l’Orbe, qualunque cosa faccia quell’oggetto, la Lega era interessata.”
Il suo ovviamente era un tentativo di difendere suo fratello, anche se non gli doveva nulla, restava comunque l’ultimo membro in vita della sua famiglia. La direttrice parve capire a cosa stava facendo riferimento. 
“Non so se posso concedere il perdono a tuo fratello, Raider. Ora che il mio mandato è appena iniziato, non posso dimostrarmi flessibile. Ma il suo processo non avverrà prima di sei mesi almeno. Quindi abbiamo tutto il tempo per pensarci. Nel frattempo, dovrà scontare una pena restando in prigione.” Disse lapidaria.
Sicuramente era un’informazione che nessuno avrebbe potuto dare così alla leggera, la nuova direttrice sembrava ben disposta nei confronti del soldato. “Capisco. La ringrazio dunque.” Disse Raider sinceramente, lei poi fece un mezzo sorriso.
“Sarà meglio che vada, non voglio rubarti ancora tempo e ho un sacco di scartoffie nel mio ufficio. Tutti arretrati!” disse lei voltandogli le spalle, fece qualche passo in avanti e poi si voltò ancora. “Torna nel mio ufficio quando avrai terminato la tua licenza, o quando ti sarai stancato di riposarsi.” Disse con un leggero sorriso amichevole.
“In pratica, quando sarò stanco di non fare nulla posso tornare da lei per essere integrato di nuovo.” Si disse il giovane soldato, anche lui diede una rapida occhiata alle sue spalle, aveva bisogno di una pausa dal lavoro ma soprattutto avrebbe voluto godersi il tempo con Hunter e voleva finalmente parlare a cuore aperto con lui.
Il pirata lo fissò facendo spallucce, come se non avesse capito il perché di quello sguardo. Poi Raider si voltò ancora verso la direttrice che si stava allontanando sempre di più. “Certo, ci vedremo prossimamente.” Disse lui in maniera vaga, poi girò sui tacchi dando le spalle alla donna per ritrovarsi col suo amico.
“Eccomi, finalmente ci siamo. Che ne dici se torniamo su Alantarea? Ho proprio bisogno di farmi una doccia lunga almeno tre ore!” disse sarcasticamente il soldato, tuttavia Hunter parve ricordarsi di qualcosa che aveva dimenticato di fare.
“Mi piacerebbe portarti in un posto prima di tornare a casa. Nessuno ne è a conoscenza e devi promettermi che resterà un segreto tra noi due.” Disse il pirata con l’espressione allegra, i suoi occhi brillavano con una luce diversa apparendo sereno.
“Va bene, allora ti seguo ovunque tu voglia.” 
“Bene. Dobbiamo passare attraverso il Crocevia.” Disse Hunter in risposta, si mantenne sul vago anche lui. Raider si affidò al suo amico osservandolo alle spalle visto che si trovava di pochi passi dietro. “Non so se ricordi, ti avevo accennato qualche tempo fa delle ceneri di Rekpali. Volevo portarle in quel posto speciale ma non aveva ancora avuto la forza. E ti sei ripromesso di aiutarmi, giusto?”
Raider fece un mezzo sorriso e annuì. “Sì, certo che mi ricordo. Se sei davvero pronto allora sono al tuo fianco.” Disse sinceramente.
Ci volle un po’ prima di arrivare al Crocevia dovendo spostarsi con un taxi alla stazione del manufatto; quando lo oltrepassarono lasciando chiudere il passaggio alle loro spalle, Raider vide che non c’erano guardie o soldati di nessuna razza a difesa della stazione, inoltre, attorno a lui si presentava un paesaggio simile ad una foresta e in quel momento era piena notte visto che la luna splendeva alta in cielo.
Le foglie avevano una colorazione bluastra e violacea ben differente dal verde donato dalla clorofilla; c’era un profumo dolce, piacevole, ricordava molto le notti estive in cui Raider era in licenza sulla Terra, aveva un odore simile alla brezza di campagna, vicino al mare frizzante e salato. Quel posto odorava di libertà.
“Ma dove siamo?” chiese Raider continuando a guardarsi intorno.
“Rekpali lo chiamava Minaervhe e lo considerava la sua casa, o meglio, il rifugio degli Stargazer.” Spiegò brevemente il pirata mentre camminava a zonzo per la stazione. Fece cenno al soldato di seguirlo all’esterno della struttura. “Si tratta di un pianeta extrasolare… fuori dai due Settori conosciuti. Non molto distante dal Confine di Bael in effetti.” Spiegò brevemente il ragazzo, mise la mano all’interno della propria giacca tirandone fuori una brocca stretta e allungata, Raider immaginò che al suo interno vi fossero contenute le ceneri.
“Quando Seeryn mi aveva parlato dei due Settori, non potevo immaginare quanto realmente fosse grande il sistema. In che area siamo?” chiese il soldato, la presenza di piante indicava anche la presenza di acqua e aria in abbondanza, anche senza casco, Raider non sentiva alcuno stato di debolezza derivante dall’assenza. 
“Non penso che abbia un nome ufficiale. Semplicemente conosciuto come Settore Fantasma; gli eteren lo avevano scoperto molti secoli fa ma le sue coordinate sono andate perdute.” Spiegò brevemente il ragazzo, poi fece un sorriso socchiudendo gli occhi. “Rekpali diceva sempre che qui ci avrei dovuto portare una bella ragazza e che le avrei dovuto chiedere di sposarla. Lo considerava una sorta di luogo romantico e qui aveva chiesto alla sua compagna di sposarlo. Poi lei è morta e lui è diventato più freddo.”
Mentre Hunter parlava teneva lo sguardo perso nel vuoto, le sue mani però si muovevano da sole: aveva preso il tappo del vaso funebre del suo maestro e con un movimento elegante ne aveva cosparso le ceneri sul terreno morbido non molto distante dalla stazione dal quale erano arrivati finché l’urna non fu vuota.
Raider aveva osservato il pirata dalle spalle per tutto il tempo, ascoltando con muto silenzio e rispetto. Quella scena somigliava proprio ad un funerale. Alla fine Hunter aveva pure poggiato per terra il vaso dimenticandolo lì, come una sorta di effigie. 
Si era voltato verso il soldato muovendosi contro di lui e soffermandosi a qualche passo di distanza mentre i due continuavano a guardarsi intensamente. Poi lui rise imbarazzato e Raider con lui.
“Spero che non stai per chiedermi di sposarti perché non credo di essere pronto per un passo del genere.” Disse Raider scherzosamente, la sua suonava come una battuta, ma forse visto l’imbarazzo di quegli sguardi e della situazione che stavano vivendo, era normale che ci fossero delle risatine tra loro.
“No, nulla di così complicato.” Disse Hunter ritornando serio in volto e guardando il ragazzo negli occhi: si fece avanti afferrandogli le mani e tenendole sollevate. Le loro dita si intrecciarono con dolcezza, come se fosse un contatto naturale tra loro. “Pensavo di essere pazzo, forse sento ancora di esserlo. Ma tu hai sempre creduto in me e mi hai aiutato a fare chiarezza su alcuni aspetti della mia vita.” 
Raider ascoltava, voleva intervenire a parole ma non poteva far altro che annuire e muovere appena il volto, chiudere gli occhi, accennare un sorriso. Come se le sue parole non servissero.
“Ho cominciato a pensare a te e a come forse, questa sia la risposta a molte delle mie domande. Forse eravamo in qualche modo predestinati, anche se non credo in queste cose. Ma sento di essere completo, di non essere più un semplice oggetto da usare!”  disse Hunter continuando a fissare il ragazzo negli occhi, Raider si sentiva il cuore battere più lentamente e con esso era come se il tempo stesso scorresse in maniera diversa.
“Se vuoi aggiungere qualcosa puoi farlo, mica di fermo.” Disse Hunter scherzosamente.
“Quando ho rotto con Erik, credevo che non avrei mai più pensato all’idea di conoscere un ragazzo o di relazionarmi in quel modo. Volevo solo concentrarmi sul lavoro e trovare la mia identità in un nuovo sistema.” Disse Raider parlando lentamente, le sue pause erano lunghe in modo da ponderare ogni parola per darle il giusto spessore e significato. “Ho sentito qualcosa tra noi, qualcosa che ci legava man mano che ci conoscevamo e le nostre avventure si facevano più pericolose. E quando ci siamo baciati al Palazzo di Cristallo, ho sentito un sentimento forte dentro di me.”
“Ti piaceva chiamarmi per nome, non è vero?” chiese Hunter scherzando ancora per spezzare la tensione, a quella battuta in effetti Raider sentì il peso delle sue parole più leggero e piacevole.
“Forse, anche se ho imparato a conoscerti come Hunter. Per te potrà anche non significare nulla o ricordarti un passato oscuro, ma trovo che sia comunque una parte di te. Una parte importante che non dovresti dimenticare.” Disse Raider in risposta, l’altro sorrise ampiamente.
“Se vuoi, puoi essere il solo che può chiamarmi con quel nome.” Disse Hunter, era la prima volta che dava quel permesso a qualcuno e doveva significare qualcosa di speciale. Poi il giovane pirata si avvicinò col viso all’altro ragazzo. “E sempre se vuoi, puoi anche avvicinarti a me.” 
Raider fece un’altra risata, poi le loro mani si separarono lasciando scorrere le mani lungo le braccia fino a quasi toccarsi i fianchi mentre i loro corpi si avvicinavano. Ad un palmo dal viso Hunter, il soldato chiuse gli occhi lasciandosi cullare dalle sue sensazioni e avvertì le fredde e dure labbra dal pirata unite alle sue.
Fu un bacio timido e impacciato, da parte di entrambi. Ma Raider avvertì dentro di sé la sicurezza e la tranquillità qualche istante dopo che le loro labbra si erano unite; la mano di Hunter si spostò verso l’alto sfiorando il collo del ragazzo con la punta delle dita. Poi le loro labbra si separarono e fu come strappare qualcosa di netto; Raider avvertì quella sensazione nel profondo del proprio petto, con dolore.
“Direi che non è andata male. Anche se come si usa dire, il primo bacio non si scorda mai.” Disse Hunter restando comunque vicino al volto di Raider, il soldato allora prese la palla al balzo per scherzarci su.
“Ah sì? Io non sono tanto convinto. Forse dovremmo provarci ancora, magari non lo abbiamo fatto nel modo giusto!” disse scatenando la risata dell’altro, i due ridacchiarono insieme lasciando che le loro mani scivolassero via in modo da liberarsi di quell’abbraccio.
“Forse hai ragione. Ma adesso vorrei godermi questo attimo di pace con te.” Disse Hunter mettendosi al fianco del soldato, gli poggiò un braccio sopra le spalle e lo spinse a sé. “Non sei d’accordo anche tu?” chiese accertandosi delle intenzioni dell’altro.
“Abbiamo tutto il tempo.” Disse infine Raider, a quel punto chiuse gli occhi senza pensare ad altro che non fosse quel piccolo momento ritagliato per entrambi.
I due ragazzi fissarono la luna per quello che parve essere un momento infinito; col il cuore che pulsava a mille, Raider sentiva di aver trovato qualcuno che lo avrebbe reso felice. Ed era certo che fosse lo stesso anche per Hunter, visto come i suoi occhi sembravano sereni mentre fissava la luna nel cielo.
“Andiamo a mangiare qualcosa? Ho una fame da lupi.” Disse Hunter, stavolta Raider si limitò ad annuire e insieme tornarono indietro di qualche metro dove si trovava il passaggio per il Crocevia. Aprendo la porta per andare in nuovi mondi. 
Uniti e felici.






Angolo dell'Autore:
Buon pomeriggio a tutti, dopo tanto tempo riesco finalmente a pubblicare l'intero libro. Sono stato molto impegnato in queste settimane ed ho pensato di pubblicare "per missioni" in modo da avere una sorta di continuità. Spesso a distanza di diversi giorni, ma alla fine ci sono riuscito. Ringrazio tutti i lettori e coloro che seguono la mia storia, chiedo scusa per eventuali errori, frasi poco chiare e altre cose che potrebbero disturbare la lettura; spero che il contenuto vi sia però piaciuto e che vi abbia portato fino a questo momento. Il libro è autoconclusivo, anche se il finale è molto aperto e ci sono tante cose ancora in sospeso. Chissà, forse ci sarà un secondo volume che continuerà gli eventi che sono stati iniziati in questo primo racconto.
Spero che lascerete almeno un piccolo commento per sapere quali personaggi vi sono piaciuti, quali momenti sono stati più appassionati e cosa non vi è piaciuto. PS: ci sono state delle citazioni nel corso di quest'opera, qualcuno che ne ha scovate? Al nostro prossimo incontro.
  
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