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Autore: AlbAM    20/03/2022    20 recensioni
Alba e Azaele finalmente si sono ritrovati e la loro storia sembra filare a gonfie vele. Ma la vita non è mai semplice e i problemi sono sempre dietro l'angolo, soprattutto se il protagonista è un diavolo innamorato e talmente sbadato da rischiare di provocare una nuova "Grande Guerra" tra Inferno e Paradiso. Ma che diavolo avrà combinato stavolta Azaele?
La scombinata banda di Demoni e Angeli di Un diavolo a Roma è tornata più in forma e incasinata che mai!
Genere: Azione, Commedia, Dark | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Universo Aza&Miky'
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Capitolo 5

Qualcuno se ne va!


Sael aveva bisogno di bere qualcosa, era triste e preoccupato per Michele, sapeva che lo stava facendo soffrire, ma purtroppo non se la sentiva di dirgli per quale motivo si stava convincendo che la loro relazione fosse sbagliata.

Atterrò davanti al Pantheon, si nascose dietro una delle colonne e dopo essersi reso visibile agli umani entrò in uno dei bar che si affacciavano su Piazza della Rotonda. Un bel ragazzo alto e biondo gli rivolse un'occhiata amichevole, ma Sael non era in vena di lavorare per cui evitò lo sguardo invitante del ragazzo. Un angelo lo guardò stupito, era la prima volta che gli capitava di incrociare un demone che rinunciava a tentare un umano! Sussurrò qualcosa nell'orecchio del ragazzo biondo che ripensò a quello stava per fare e, vergognandosi come un ladro, pagò il conto e usci dal bar per andare a comprare delle rose per il suo fidanzato.

Sael ordinò un mojito chiedendosi se stava esagerando, continuare a negare una spiegazione a Michele avrebbe finito per distruggere l'unica cosa veramente bella che gli era capitata da quando era stato precipitato all'Inferno. Per non parlare del fatto che era innamorato di Michele fin da ragazzino, da quella volta che l'angelo aveva beccato lui, Sakmeel e un altro gruppo di giovanissimi demoni a far casino nel Giardino dell'Eden.

A quei tempi la Grande Guerra era finita da poco, gli Angeli erano impegnati soprattutto a riorganizzare il Paradiso e il Giardino dell'Eden era rimasto un po' abbandonato per cui nessuno si era accorto che la porta da cui erano usciti Adamo ed Eva era rimasta aperta. Gli Angeli si ricordavano del Giardino più che altro quando desideravano un po' di “privacy”. Sael e i suoi amici, che ai tempi erano in piena adolescenza, avevano pensato di intrufolarsi e far casino per disturbare le coppiette angeliche e in effetti avevano finito per creare un tale parapiglia che Ysrafael aveva mandato Michele e Ariel a mettere a posto le cose.

All'arrivo dei due angeli, Sael e gli altri demoni erano scappati tutti a parte Sakmeel che aveva avuto la bella pensata di saltare in groppa ad un ipogrifo che dal canto suo non aveva apprezzato per niente l'idea e lo aveva sbalzato a terra riempiendolo di zoccolate. Sael era tornato indietro per aiutare l'amico e così erano stati catturati dai due angeli.

Ariel li aveva fatti inginocchiare con le mani alzate e dopo averli minacciati con la sua spada li aveva schiaffeggiati così forte da far uscire loro lacrime di dolore e di vergogna. Michele era intervenuto dimostrandosi molto più comprensivo. Dopo averli redarguiti severamente e costretti a promettere di non avvicinarsi più al Giardino, li aveva lasciati andare. Sael lo aveva sentito discutere con Ariel che lo aveva rimproverato di essere stato troppo buono, ma Michele aveva risposto che erano solo dei ragazzini e che non era il caso di esagerare.

Il demone non si era mai dimenticato degli occhi azzurri di Michele, così luminosi, né del suo sorriso comprensivo e forse anche un po' divertito.

Dopo quella volta per millenni non si erano più incontrati, lui era diventato un demone adulto e aveva avuto le sue storie d'amore, ma non era mai riuscito a trovare nessuno che potesse reggere il confronto con il ricordo di quell'angelo bellissimo e gentile.

Secoli dopo, quando lo avevano finalmente promosso assegnandolo agli utenti esterni, aveva conosciuto Azaele e con sua grande sorpresa aveva scoperto che il moretto e l'angelo erano migliori amici.

Ma Michele non aveva mai mostrato di riconoscerlo. Ed era comprensibile, Sael era molto cambiato rispetto al ragazzino dai lunghi capelli, magrissimo e spaventato che aveva rimproverato millenni prima.

Sospirò, non era ancora riuscito a ricordare a Michele quell'episodio tutto sommato divertente. L'idea di confessargli che era innamorato di lui praticamente da tutta la vita lo imbarazzava, temeva di potergli sembrare immaturo.

Solo Azaele e Sakmeel avevano intuito i suoi sentimenti.

Tra l'altro Sael aveva scoperto solo di recente che Sakmeel aveva sempre saputo della sua cotta per Michele ma si era tenuto il segreto e così si era reso conto che il demone tarchiato gli era molto più amico di quanto avesse mai creduto.

Osservò il bicchiere di mojito pensieroso e ritornò a riflettere sul suo rapporto con Michele. E se invece stava sbagliando tutto? Se aveva ragione Michele quando diceva che a nessuno sarebbe importato del loro amore finché entrambi avessero continuato a svolgere scrupolosamente il loro lavoro?

"Sael!". La voce adirata di Yrafael lo riportò alla realtà. Il supervisore angelico lo osservava contrariato, era accompagnato da Ariel che lo stava osservando con uno sguardo indecifrabile.

"Avevamo un appuntamento o sbaglio?". L'angelo si avvicinò al demone, seguito da Ariel che si sedette su uno sgabello libero al fianco di Sael, senza dire una parola.

"Sono stato molto impegnato con il lavoro, Ysrafael. Sul serio!". Rispose Sael un po' a disagio.

Il supervisore lo squadrò gelido. "Per essere un demone infernale menti piuttosto male. E togliti quegli occhiali quando parli con me, te l'ho già detto. Odio dovermi ripetere!"

Sael si tolse gli occhiali svogliatamente. Sapeva che il supervisore voleva delle risposte e lui non aveva voglia di dargliele. "Ysrafael!” ribatté facendo un cenno con la testa verso i tavolini del bar intorno ai quali un gruppetto di demoni cercava di creare nervosismo tra gli umani e uno di angeli di contrastare i tentativi dei colleghi infernali. “Scusa, ma non mi sembra il caso di parlare proprio ora, è pieno di colleghi!".

"Allora, hai riflettuto su quello che ti ho detto?". Domandò ancora Ysrafael ignorando la preoccupazione di Sael. Lui era un supervisore, se voleva parlare con un demone poteva farlo, era nel suo diritto.

Sael abbassò gli occhi sul mojito. "Michele dice che lassù non importa a nessuno se ci amiamo, che l'importante è continuare a svolgere il proprio lavoro con serietà e professionalità"

Ysrafael sogghignò leggermente "Mi pare ovvio che minimizzi, è parte in causa! Ma ciò non toglie che qualcuno potrebbe cominciare a chiedersi da che parte stia realmente!"

Sael impallidì. "Michele è la correttezza in persona! Io non credo che il fatto che stia con me possa creare dubbi sulla sua lealtà!"

"Forse non ti rendi bene conto di ciò che sei, guarda lo specchio e dimmi cosa vedi dietro di te" replicò un po' crudelmente Ysrafael.

Sael si voltò verso lo specchio del bar e osservò i colleghi. Gli angeli quando si avvicinavano agli umani ne aumentavano l'aura luminosa rendendo i loro sorrisi più aperti, le loro risate più allegre, le loro espressioni più cariche di fiducia ed empatia, i demoni al contrario spegnevano qualsiasi luce sul viso degli umani rendendoli cupi e rancorosi. Sael si guardò riflesso nello specchio e si rese conto di quanto le sue ali nere e la sua aureola spezzata fossero buie e inquietanti rispetto alla luminosità delle ali e delle aureole degli angeli. Provò un dolore così intenso che abbassò lo sguardo e due lacrime scivolarono lungo le sue guance.

La reazione di Sael stupì Ysrafael così tanto che l'angelo si sentì in dovere di posargli una mano sulla spalla per confortarlo.

"Ascolta ragazzo, lo vedo anche io che ti distingui dalla maggior parte di loro" concesse indicando gli altri demoni con un gesto circolare del braccio. "Ma ti rendi conto che anche tu porti quel buio con te? Capisci cosa può significare per Michele?"

Sael annuì senza riuscire ad alzare lo sguardo.

"Farai quello che ti ho suggerito?" domandò ancora.

"Si, lo farò!" rispose in un soffio il demone.

"Bene, ne sono felice per Michele e anche per te che mi confermi di essere meglio di ciò che sembri! Vedrai che un giorno capirai di aver fatto la scelta più giusta!"

Ysrafael, batté la mano sulla spalla di Sael e poi rivolgendosi ad Ariel disse "Andiamo!". Uscì dal bar e aprì le ali alzandosi in volo.

Ariel, che fino a quel momento non aveva aperto bocca, osservò Sael con uno sguardo strano, sembrava indeciso su qualcosa. Alla fine incrociò le braccia e disse "Pensaci bene prima di decidere cosa fare, perché a volte se si commette un errore grave nei confronti di una persona a cui teniamo, può capitare che non si riesca a ripararlo, mi spiego?"

Sael avrebbe voluto dirgli che no, non si era spiegato. Che non aveva capito se l'errore fosse lasciare Michele o continuare a stare con lui, ma non ebbe tempo di chiederglielo perché l'angelo era già volato via.


#


Arianna aprì il portabagagli e cominciò a raccogliere le buste della spesa. Era così presa dai suoi pensieri che sobbalzò al saluto cordiale del padre di Sael "Buonasera Arianna, serve aiuto?".

"Oh, buonasera Signor…" Arianna si rese conto di non conoscere il nome del padre di Sael che gli era stato presentato da Azaele semplicemente come il padre di Sael.

Safet rendendosi conto dell'imbarazzo della ragazza le venne incontro "Mi chiamo Safet".

"Che nome particolare, da dove viene?".

"Sono originario del Medio Oriente" rispose il demone sapendo che in genere quella risposta accontentava la curiosità degli umani.

"Bello!" rispose Arianna non sapendo che altro dire, si sentiva sempre in imbarazzo con gli amici di Azaele.

"Sei pensierosa, come mai? In genere sei molto più allegra e spensierata!" domandò Safet prendendo qualche busta dal bagagliaio per aiutare la ragazza a portare in casa la spesa. Arianna si domandò come faceva quell'uomo a conoscerla così bene considerando che l'aveva intravista una sola volta alla festa di Azaele ed Alba e in pratica non avevano scambiato una parola. Nonostante ciò, per qualche motivo che non seppe spiegarsi, provò il desiderio di confidarsi con lui. Chiuse il bagagliaio con una mano e appoggiandosi all'auto ammise "Sto per prendere una decisione che potrebbe cambiare la mia vita in meglio ma ferire la mia migliore amica".

"Hai trovato lavoro lontano da Roma e sei preoccupata perché Alba potrebbe prendere la tua scelta come un abbandono o peggio un tradimento?". Ipotizzò il demone osservandola con le buste della spesa in mano.

Arianna rimase di sasso.

"Tranquilla, non sono un mago. Sael mi ha raccontato qualcosa di te e di Alba e sapendo che stai cercando lavoro e che Alba è venuto ad abitare con te per aiutarti economicamente, ho solo fatto due più due".

"Secondo lei, cosa dovrei fare?" domandò Arianna che aveva bisogno di un consiglio obiettivo.

"Io penso che tu debba scegliere quello che ritieni meglio per il tuo futuro. Alba può trovare un nuovo inquilino più facilmente di quanto tu possa trovare un buona occasione di lavoro e se è tua amica non potrà che essere felice per te, non credi?"

Arianna lo osservò grata, erano esattamente le parole che aveva bisogno di sentirsi dire. Improvvisamente si rese conto che non era molto carino lasciare Safet lì sul marciapiede con tutte quelle buste in mano. "Mi scusi!" disse imbarazzata dirigendosi velocemente ad aprire il portone, Safet ridacchiò e la seguì.

"Prego!" lo invitò Arianna tenendo aperto il portone per farlo passare. Safet era molto divertito, si sentiva un po' come un vampiro che riceveva un invito ad entrare in casa della vittima ignara del pericolo. Fortunatamente per Arianna però, lui non era interessato a saltarle al collo e tanto meno a bere il suo sangue, cosa che peraltro reputava abbastanza disgustosa. Si limitò ad entrare e dirigersi verso l'ascensore seguito dalla ragazza.

Una volta entrati tra i due cadde un silenzio un po' imbarazzato. Arianna che si sentiva in dovere di ringraziare Safet per il consiglio, sorrise a disagio e disse. "Sael è fortunato, lei è una persona molto rassicurante!"

"Grazie!" rispose Safet chiedendosi se la ragazza avrebbe pensato la stessa cosa se avesse conosciuto la sua vera natura.


#


Safet e Arianna entrarono insieme in cucina per poggiare le buste della spesa. Arianna ebbe l'impressione che Azaele non fosse molto felice di vedere il padre di Sael. Sul tavolo c'erano quattro tazze. Arianna pensò che forse la quarta era per Safet e si rivolse ad Alba facendole un cenno per farle capire che aveva bisogno di parlarle in privato. Alba capì e la seguì in camera.

"Che succede?" domandò sedendosi sul letto.

Arianna sospirò "Ho una buona notizia e una cattiva…".


#


"Se sei venuto per ricominciare a cercare di convincermi a rinunciare a mio figlio puoi anche andartene!" esordì Azaele sorseggiando la cioccolata e rivolgendo a Safet uno sguardo carico di sfida. Michele strabuzzò gli occhi. "Cosa… che stai dicendo Aza?" domandò esterrefatto.

Safet rispose per Azaele. "Sta dicendo che siccome è un cretino che non pensa alle conseguenze delle sue azioni, ha deciso di scatenare una nuova guerra tra Inferno e Paradiso!"

"Aza, ma cosa…?"

"Senti, Safet, mi sono già rotto di questa storia, non vedo perché dovrei rinunciare a mio figlio sulla base di una cazzata che quel branco di idioti dei nostri colleghi demoni si sono inventati solo per consolarsi di essere stati sbattuti all'Inferno per avuto la presunzione di ribellarsi al Padre!". Protestò Azaele senza badare all'angelo che lo guardava a bocca aperta con la tazza in mano.

"Perché si dà il caso, che quel branco di idioti sia convinto che il mito sia vero e pertanto agiranno di conseguenza! Piccolo ebete!" rispose Safet.

"Ma veramente tu e Alba…" provò di nuovo a chiedere Michele che non riusciva a credere alle sue orecchie.

"Che provino a toccare la mia famiglia, sono pronto ad accoglierli insieme ai miei alleati! Non è vero, Michele?" urlò Azaele sbattendo con forza la tazza sul tavolo e facendo schizzare la cioccolata sulla tovaglia, sull'elegante completo di tweed di Safet e, cosa ancora più grave, sulla raffinatissima cravatta che diversi anni prima Cary Grant, noto e amato attore protagonista di numerose commedie Hollywoodiane, aveva regalato al supervisore infernale per averlo aiutato a tirarsi fuori da un'imbarazzante situazione di cui non si è mai fatto cenno in nessuna delle sue biografie e che Safet si era sempre ben guardato dal rivelare a qualcuno.

Il Supervisore infernale nel vedere le macchie di cioccolata profanare la sua adorata cravatta trattenne il respiro per qualche secondo, Azaele notando che le iridi di Safet si erano accese di un rosso cupo, pensò bene di zittirsi e tornare a sedere con aria vagamente mortificata.

"Aza, ma che diamine hai combinato?" domandò Michele sconsolato riferendosi sia alla paternità inaspettata dell'amico che alla cravatta di Safet.

"Ciao, papà. Ciao Aza!".

L'entrata di Sael colse tutti di sorpresa. "Michele, posso parlarti in privato?" domandò il demone con uno sguardo tetro.

L'angelo impallidì leggermente, Sael aveva un'espressione che non prometteva nulla di buono. "Va bene, andiamo in camera" rispose con il cuore che gli batteva così forte da rischiare di uscirgli dal petto.

Safet osservò preoccupato i due giovani uscire dalla cucina e per un attimo dimenticò gli Alfieri del male, le guerre tra angeli e demoni e la cravatta di Cary Grant. "Che succede?" domandò ad Azaele. "Qualcosa non va tra quei due?"

Azaele sospirò "Non lo so Safet. Ma Sael ultimamente è molto strano con Michele. Forse ha cambiato idea e vuole lasciarlo!"

"Stai scherzando, spero! Ma che accidente vi sta prendendo ultimamente, ragazzi? Possibile che non riusciate a fare altro che stupidaggini?" si lamentò Safet.


#


Adel chiuse con rammarico il rubinetto della doccia, si stava così bene sotto il getto dell'acqua calda. Uscì dalla doccia e si avvolse nell'asciugamano bianco e morbido che le aveva offerto Alba. Ancora una volta fu presa dai sensi di colpa. Quella ragazza era così carina e gentile, avrebbe dovuto avvertirla del pericolo che lei e il suo bambino stavano correndo. Si sedette sulla tavoletta del water cercando di riflettere sul da farsi.

Le strade erano principalmente due. Tappare la bocca alla sua coscienza e compiere fino in fondo il suo lavoro di spia per poi ricominciare la sua routine di segretaria di Akenet oppure rivelare tutto ad Alba e tornare dal suo capo facendo finta di niente e sperando che non scoprisse la verità e la condannasse a millenni di torture.

Alla fine decise per una via di mezzo. Sarebbe tornata da Akenet e gli avrebbe fatto rapporto, ma avrebbe anche lasciato da qualche parte un messaggio per Azaele e Alba in cui li informava del pericolo che stavano correndo.

Si alzò un po' più serena, uscì dal bagno per raggiungere gli altri in cucina e godersi la sua cioccolata calda intanto che la sua veste finiva di asciugarsi. Un attimo prima di entrare però sentì che Azaele stava parlando con qualcuno, si sporse leggermente per non farsi notare e riconobbe Safet, il supervisore infernale di Azaele e Sael. Si fece immediatamente indietro. Non sapeva se Safet la conosceva né se era al corrente che aveva sostituito la precedente segretaria di Akenet. Arretrò silenziosamente ritrovandosi davanti alla porta chiusa della camera di Arianna.

"Quando lascerai l'appartamento?". Domandò una voce che Adel riconobbe come quella di Alba.

"Questo fine settimana. Mi dispiace tanto Alba, ma non preoccuparti, ti pago tutto questo mese e anche il prossimo. Così hai tempo di trovare qualcuno che mi sostituisca!' rispose una seconda voce femminile.

"Non te l'ho chiesto per i soldi!" rispose Alba.

Passò qualche secondo di silenzio poi la voce della seconda ragazza domandò "Sei arrabbiata?"

"Ma, no. È solo che mi dispiace che vada così lontano. Sarà difficile vedersi. Mi mancherai tanto Arianna!"

"Anche tu, Alba".

Adel si domandò chi fosse la persona che andava via, sicuramente qualcuno a cui Alba teneva molto. Povera ragazza, non era di sicuro un bel periodo quello che si prospettava per lei.

D'improvviso sentì del movimento in cucina. Presa dal panico all'idea che Safet potesse uscire e riconoscerla, si precipitò verso la porta, la aprì e scappò via dimenticandosi completamente di recuperare la sua veste e di lasciare un messaggio ad Azaele e Alba.














   
 
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