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Autore: Teo5Astor    23/03/2022    7 recensioni
Quanto può essere labile il confine che separa sogno e realtà, sanità mentale e pazzia, amore e odio?
Quanto può far male il non riuscire a trovare il proprio posto nel mondo? Quanto può renderci fragili e allo stesso tempo forti il rincorrere un amore che sembra impossibile?
E quanto può essere forte il bisogno di evadere? La necessità di sentirsi davvero liberi, per una volta? Di fregarsene di tutto?
Quante domande ci poniamo? Quanti dubbi ci bloccano?
Lazuli Eighteen cercherà le sue risposte, ritrovandosi catapultata in un mondo incantato dove ogni cosa sembra essere possibile e dove tutto appare assurdo e allo stesso tempo perfetto.
Un viaggio nel Paese delle Meraviglie, in mezzo a personaggi straordinari, ma, soprattutto, un viaggio dentro sé stessa.
Alla ricerca di sé stessa.
Un viaggio nell'amore e nell'amicizia, nelle gioie e nei dolori che la vita ci mette davanti.
Una sfida ai sentimenti e alle paure.
Con un ragazzo un po' matto con un cappello calcato sulla testa pronto ad aiutarla, a indicarle la via e a regalarle quel sorriso di cui tutti, in fondo, avremmo bisogno nei momenti difficili.
Benvenuti a "Lazuli in Wonderland", rivisitazione libera di "Alice in Wonderland"
Genere: Commedia, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: 18, Bulma, Goku, Radish, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta, Chichi/Goku
Note: AU, Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate
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26 - La Quadriglia delle Aragoste
 
 
"Molto bene! Per prima cosa ci vuole un po' di riscaldamento e un po' di potenziamento" disse la Finta Tartaruga, pensierosa, entrando in casa.
Ne uscì poco dopo sorreggendo tra le mani una cassetta di legno contente sei bottiglie di vetro piene di latte, almeno a giudicare dalla scritta "Milk" sull'etichetta e dal colore bianco del liquido al loro interno.
La appoggiò sui gradini d'ingresso e si stiracchiò, massaggiandosi la schiena sotto al guscio che continuava a portare come fosse uno zaino.
"Sono tutto anchilosato e gli anni cominciano a farsi sentire. Poi è bella pesante, in effetti, questa cassetta" ridacchiò.
"Cosa dovrei farmene?" domandò Lazuli, stranita.
"Cento giri correndo intorno all'isola stando attenta a non rovesciare neanche una goccia di latte" allargò le braccia Muten, come se fosse un'ovvietà.
"Cosa?! Che senso ha farmi fare una roba del genere?!" alzò il tono di voce la ragazza, che non capiva se la stesse di nuovo prendendo in giro.
"Correre sulla sabbia è più faticoso, sostenendo al contempo un simile peso migliorerai anche la forza delle braccia, del busto e in generale il tuo senso di equilibrio" rispose il vecchio, serio e concentrato.
Lazuli si rese conto che non stava scherzando. E che, forse, avrebbe dovuto fidarsi di lui.
"Per diventare la Regina di Cuori dovrai imparare a utilizzare la tua energia spirituale e a sprigionarla al massimo della sua potenza" continuò. "Ma tutto questo sarebbe inutile senza un adeguato rafforzamento fisico che ti permetta di gestire la potenza che ti renderai conto di avere dentro di te".
"E va bene, lo farò" si limitò a dire Lazuli, avvicinandosi alla cassetta piena di bottiglie.
"Aspetta, aspetta, mia cara! Così sarebbe troppo facile!" la fermò Muten sogghignando. "Dovrai portare in spalla un guscio come il mio. Prima di diventare Regina, devi imparare ad essere una Finta Tartaruga!"
"Se pensi che andrò in giro conciata come te, beh, allora hai capito male!" ringhiò Lazuli.
"Ma guarda che anche questo fa parte del tuo allenamento, eh!" rise Muten, sfilandosi il suo guscio lilla e lasciandolo cadere alle sue spalle.
Lazuli rimase sbalordita per come sprofondava nella sabbia. Doveva essere pesantissimo.
"Ah, ogni tanto fa bene alla schiena e allo spirito levarsi di dosso quel fardello!" esclamò Muten, inarcando il busto rachitico e facendosi scrocchiare la schiena. "Se anche un arzillo vecchietto come me è in grado di farlo, non dovrebbe essere un problema per una bella ragazza dal fisico atletico come te" aggiunse, ammiccando. "A proposito, se vuoi puoi cambiarti e metterti qualcosa di più comodo per allenarti, ho preparato delle cose per te nell'armadio all'ingresso. Falle vedere tu, Umigame, io intanto vado a prenderle il suo guscio".
"Va bene, Maestro" rispose la tartaruga, cominciando a salire i gradini davanti all'entrata della piccola casetta posta al centro dell'isola. "Seguimi, Lazuli".
"In effetti forse non sarei molto comoda ad allenarmi con questo vestito... e poi fa davvero tanto caldo..." convenne lei, scollandosi dal seno l'abitino bianco e azzurro. Era decisamente sudata.
"Bene, il Maestro ha detto di aprire qui e ..." si interruppe Umigame, dopo aver aperto l'anta dell'armadio.
Lazuli osservò quello che c'era appeso al suo interno e strinse i pugni con rabbia, osservando poi la tartaruga.
"Tu lo sapevi?" si limitò a commentare, gelida.
"N-no..." balbettò Umigame, terrorizzato.
Se la sua pelle di rettile gli avesse consentito di sbiancare per la paura, probabilmente lo avrebbe fatto. Se ne rese conto anche Lazuli, bastava osservarlo.
"Quel vecchio bavoso pervertito... gli spacco in testa quel guscio, altro che allenamento..." sibilò, mente guardava i vari baby-doll, completini intimi decisamente succinti, perizomi e giarrettiere che si trovavano all'interno dell'armadio.
C'era persino un frustino, un costume da gattina e uno da coniglietta.
"Dammi qualcosa di decente per allenarmi o giuro che non la passerai liscia nemmeno tu" ordinò a Umigame, fulminandolo con lo sguardo.
"C-certo! Avevo... avevo preparato anch'io qualcosa!" rispose lui, terrorizzato, aprendo un cassetto.
Conteneva degli shorts blu sportivi e una canottiera morbida bianca, oltre che un costume celeste.
"Ecco... dopo la corsa dovrai allenarti anche in mare, quindi...".
"Ok, ok, ho capito..." lo liquidò Lazuli, prendendo i vestiti. "Vai fuori con quel vecchio demente, devo cambiarmi..." sbuffò.
 
"Così va meglio" disse poco dopo Lazuli, accennando un sorriso verso Umigame, che l'aveva aspettata appena fuori dalla casa.
La sabbia le solleticava i piedi nudi, mentre avanzava e si legava in vita di lato la canotta.
Era una bella sensazione. Quell'isola era stupenda, le sarebbe piaciuto un giorno andare insieme a Radish in un posto simile.
Già, Rad... pensava a lui, e non poteva fare a meno di guardare inorridita Muten che agitava le mani per richiamare la sua attenzione e le indicava un grosso guscio da tartaruga rosa che le aveva preparato.
Quanto tempo era passato da quando si era separata da Radish? Aveva la sensazione che in quell'isoletta il tempo scorresse in maniera diversa, ma non poteva averne la certezza. Avrebbe fatto in tempo ad essere pronta per il Cell Game? Non voleva per nessuna ragione al mondo perdere Radish. Non voleva perdere nessuno dei suoi amici, in realtà. Loro contavano su di lei, e lei doveva salvarli tutti. Solo così, forse, avrebbe davvero salvato sé stessa.
"Ah, mia cara, sei uno schianto anche così!" starnazzò la Finta Tartaruga, dopo essersi abbassato gli occhiali da sole per guardare meglio le generose curve di Lazuli. "Anche se speravo che avresti indossato...".
"Scordatelo, vecchio bavoso" lo interruppe lei, fulminandolo con lo sguardo. "Non ti faccio a pezzi solo perché mi servi per rendermi più forte, ma vedi di non azzardarti mai più" aggiunse, ringhiando.
"Al maestro piace scherzare e..." provò di nuovo a raffreddare gli animi Umigame, ritrovandosi gelato da un'occhiataccia di fuoco da parte della ragazza che lo convinse a tacere e a farsi da parte.
"Devo mettere su questo, giusto?" sbuffò Lazuli, sistemandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio e avvicinandosi al guscio.
Afferrò una cinghia di quella sorta di zaino enorme e si rese conto che era davvero pesantissimo. Respirò profondamente e strinse entrambe le cinghie, riuscendo a issare il guscio e a posizionarselo sulla schiena.
Era talmente pesante che rischiò di cadere all'indietro mente sprofondava leggermente nella sabbia coi piedi. Le spalle e la schiena le facevano male.
Come avrebbe potuto fare cento giri intorno all'isola correndo mentre teneva tra le mani una cassa piena di bottiglie di latte?!
"Sei uno spettacolo meraviglioso, dolcezza!" esclamò la Finta Tartaruga, mentre una goccia di sangue gli colava dal naso.
"S-Se non taci, giuro che ti ammazzo... s-sul serio, eh..." sibilò lei, regalandogli uno sguardo carico d'odio e cercando di camminare verso la cassetta del latte.
"Ce la puoi fare Lazuli!" la incoraggiò Umigame.
"Certo, se ce la fa un arzillo vecchietto come me a portare sempre in spalla un simile peso non vedo perché non dovresti riuscirci tu" sorrise Muten, facendo sfoggio del suo guscio. "Vedrai che quando avrai finito questa prova ti sembrerà di essere diventata velocissima e più leggera!"
Lazuli dovette fare appello a tutta la sua tenacia e alla sua determinazione, anche al suo orgoglio ovviamente.
Sollevò la cassa piena di bottiglie e cominciò a camminare, per poi iniziare a correre goffamente. A ogni passo rischiava di rovesciare il latte, ma anche di sbilanciarsi all'indietro schiacciata dal peso del guscio. Le faceva male ogni parte del corpo, sia le braccia che le mani, per non parlare di schiena, spalle e gambe, che le davano l'impressione di poter quasi esplodere da un momento all'altro.
La sua andatura da lenta e scoordinata si fece però pian piano più veloce e aggraziata.
Anche se cercava di non darlo a vedere stava male, il sole le picchiava sulla testa e il sudore le faceva bruciare gli occhi e le accarezzava i muscoli, ma sentiva che stava migliorando in quel folle allenamento.
Sapeva di non poter mollare, il suo stesso carattere le impediva di farlo. Era abituata a soffrire in silenzio. A nascondere quello che provava.
Correva, e non smetteva di farlo anche quando le tremavano le braccia per il dolore e rischiava di caderle tutto. Non si fermava nemmeno quando sentiva fitte alla schiena, o quando vedeva nero davanti a sé.
Nei momenti di crisi cercava di pensare a Radish, a quanto non poteva deluderlo né abbandonarlo. E pensava a sé stessa, a quanto sarebbe diventata forte per poterla far pagare cara a Cell. Per poter vendicare suo fratello. Anzi, i suoi fratelli.
Perse il conto dei giri dopo il sessantacinquesimo, nemmeno la sua mente analitica e profondamente razionale riusciva più a gestire con lucidità la fatica, il caldo e la voglia di gettare via quella stupida cassa e quel pesantissimo guscio.
Andava avanti per inerzia, ormai non badava nemmeno più ai commenti perversi di Muten e agli incoraggiamenti di Umigame. Le sembrava di poter perdere i sensi da un momento all'altro, ma non poteva mollare. Non doveva cedere.
Non sentiva più nulla, vedeva a malapena una distesa di sabbia seguita da una macchia azzurra che era il mare. Nemmeno il tintinnio delle bottiglie di vetro arrivava più alle sue orecchie.
"Ferma! Lazuli, basta!"
Si scontrò contro qualcosa e cadde all'indietro, rovesciando di lato la cassa e tornando per un attimo in sé.
"No! No, l-le bottiglie... io... io d-devo continuare a correre..." biascicò, cercando di rialzarsi.
"Hai già fatto centodieci giri, Lazuli! Non devi più correre!"
Fu in quel momento che la ragazza si riscosse del tutto. Davanti a sé si delineò lentamente la figura di Umigame, in posizione eretta davanti a lei con le pinne anteriori spalancate. Era stata la tartaruga a sbarrarle la strada con la sua mole.
"Hai fatto anche più di quello che ti avevo ordinato, non avevo mai avuto un'allieva forte e tenace come te!" aggiunse Muten, alle sue spalle, mentre la aiutava a sfilarsi il guscio. "Non ho mai avuto nemmeno un'allieva bella come te, a dire la verità".
Lazuli trovò a malapena la forza di voltare la testa per fucilarlo con un'ennesima occhiataccia, dopodiché si alzò a fatica, in silenzio, e cominciò a camminare come un automa verso il mare.
Sapeva solo che aveva bisogno di gettarsi in acqua, di trovare un po' di fresco. Di entrare in contatto con quello che, in fondo, era sempre stato il suo elemento.
Si sfilò la canotta fradicia e la gettò ai suoi piedi, mentre si lasciava cadere anche gli shorts e cominciava a corricchiare verso il bagnasciuga con le ultime forze che le erano rimaste.
Sentire il contatto con l'acqua fredda e cristallina sui piedi e sulle caviglie sembrò rigenerarla. Avanzò finché l'acqua non le raggiunse le cosce, prima di tuffarsi e nuotare giusto un paio di bracciate per dirigersi verso un punto in cui l'acqua era più profonda. Si voltò a pancia in su e rimase a fissare il cielo, mentre l'acqua marina la cullava e la trasportava seguendo la debole corrente.
Lazuli respirò profondamente e chiuse gli occhi. All'improvviso sentì fluire di nuovo in sé un'energia nuova, una linfa vitale che non aveva mai conosciuto.
Non era più stravolta, nemmeno affaticata. Si sentiva meglio di prima.
Era tutto assurdo, ma ormai aveva rinunciato da tempo a trovare un senso compiuto in ciò che le capitava in quel mondo.
 
"Dovresti aver recuperato le forze, eh dolcezza?"
La voce di Muten la riscosse e la convinse ad aprire gli occhi. Al suo fianco galleggiava anche Umigame, e lei gli sorrise.
"Sei stata brava" le disse. "Ma era solo la prima parte del tuo allenamento".
"Lo credo bene, non poteva essere così facile" fece spallucce Lazuli, volutamente sbruffona, prima di nuotare verso riva in modo da poter toccare coi piedi pur restando a mollo.
"Forse tu non hai vissuto a lungo sott'acqua..." prese la parola Muten, appollaiato su uno scoglio, dopo essersi schiarito la voce per attirare l'attenzione di Lazuli.
"No, sai com'è, non sono una sirena..." lo interruppe lei, acida.
"Però sei di una bellezza abbagliante proprio come una sirena, ora che ti osservo per bene in costume!" ribatté Muten, prima che una goccia di sangue gli colasse dal naso per l'ennesima volta.
"Ma quanto puoi fare schifo?! Se non ti sbrighi con la seconda parte dell'allenamento vengo lì, ti butto in acqua e ti affogo" ringhiò Lazuli.
"Ok, ok, scusami cara!" rise la Finta Tartaruga. "Come dicevo, se non hai mai vissuto sott'acqua, non puoi sapere che cosa sia la Quadriglia delle Aragoste".
"È un allenamento speciale" si intromise Umigame.
"Prima di tutto si forma una linea in acqua..." riprese Muten.
"Tre linee!" lo corresse la vera tartaruga.
"Giusto, tre! È da tanto tempo che non sottopongo nessuno a questa prova!" ridacchiò il vecchio. "Foche, tartarughe, salmoni!"
Davanti a Lazuli, improvvisamente, comparvero tre file orizzontali formate da questi animali così variegati.
"Foche... qui?!" sgranò gli occhi lei, allibita.
"Non dimenticarti che io sono una tartaruga che parla. Sei un po' matta Lazuli, te lo ricordi, vero?" le disse timidamente Umigame.
Lei si limitò a guardarlo di sbieco, prima di tornare a fissare Muten con aria severa.
"Se è una delle tue pagliacciate, ti uccido".
"Non è una pagliacciata... se fossi in te penserei ad evitare tutte quelle meduse" rispose lui.
Lazuli tornò a guardare davanti a sé, e si rese conto di essere circondata da un gruppo di grosse meduse che avevano tutta l'aria di avercela con lei. Nell'aria cominciò a diffondersi una strana musica. Sembrava adatta a un ballo di gruppo ottocentesco.
"Bene, comincia a danzare, Lazuli! Si parte con la Quadriglia!" annunciò Muten, ridendo.
"Ma... cosa?!" gridò lei, mentre le meduse cominciavano ad attaccarla.
Nuotò di lato evitandole, e si rese conto di essere velocissima nonostante la resistenza dell'acqua.
Che fossero i primi frutti del suo allenamento precedente?
Intorno a lei apparvero dal nulla delle aragoste, che formavano due cerchi concentrici e saltellavano, come se stessero eseguendo dei passi di danza a ritmo di musica.
"Devi evitare le meduse e riuscire ad afferrare un'aragosta! La Quadriglia è un ballo di coppia, prima che di gruppo!" annunciò Muten.
Lazuli si scagliò verso le aragoste, ma queste si dimostrarono subito più veloci di lei.
"Prendi un'aragosta e poi nuota fino a quello scoglio laggiù! Dovrai superare le tre linee di foche, tartarughe e salmoni! E arrivare prima di quell'aragosta che ha già iniziato a nuotare verso lo scoglio!" gridò Muten. "Forza, Umigame, vecchio mio! Canta e balla con me!"
"Ecco, io..." farfugliò la tartaruga, inabissandosi leggermente, imbarazzata.
"E va bene, canterò da solo per incoraggiare la nostra dolce e incantevole Lazuli!" proclamò il vecchio. "Fa il bianchetto alla lumaca: 'Vuoi andare più veloce? A pestare la mia coda c'è un marsuino assai feroce".
Lazuli cercava di non distrarsi, anche se quella sorta di stridulo latrato non faceva altro che innervosirla. L'avrebbe fatta pagare anche a quel vecchio pervertito quando tutta quella storia sarebbe finita.
Quelle maledette aragoste erano tremendamente rapide, ma lei era più furba e non era di certo lenta. Ne afferrò una per la coda, evitò l'attacco delle sue compagne e soprattutto delle meduse, e si preparò a sfidare la linea di foche che la attendevano minacciose.
"Tartarughe e aragoste sono pronte ad avanzare, stanno ferme sulla spiaggia, manchi tu per cominciare! Fai la statua o sciogli il passo? Vuoi venir sì o no a danzare?" continuava a cantare Muten, mentre Lazuli superava con qualche ammaccatura di troppo le linee nemiche e cominciava a lanciarsi all'inseguimento dell'aragosta in fuga.
Era difficilissimo nuotare stringendo in una mano l'altro crostaceo che continuava a cercare di pungerla con le sue chele. La musica e gli stridii della Finta Tartaruga la innervosivano, ma non poteva mollare, doveva vincere.
Ignorò il dolore lancinante che iniziava a provare e iniziò a nuotare con tutte le forze che le erano rimaste, in apnea, finché non toccò lo scoglio col palmo delle mano. Riaprì gli occhi solo in quel momento, e vide che era riuscita a battere l'aragosta sua avversaria.
All'improvviso tutti gli animali intorno a lei scomparvero, insieme a quella stupida musica.
Chiuse un pugno, stravolta e felice, e lo alzò verso il cielo, mentre sentiva di nuovo fluire dentro di sé una nuova ricarica di energia. Era successo esattamente come prima. Aveva superato un'altra prova e si sentiva più forte.
"Sei pronta per la prova finale, cara Lazuli!"sorrise Muten. "Hai ballato bene la Quadriglia delle Aragoste, ma riuscirai davvero a diventare la Regina di Cuori?!"
 
 
 
 
 
 
 
Note: bene, un altro capitolo dedicato al disagio e all'allenamento di Lazuli è andato, e spero vi sia piaciuto! Ho voluto ancora una volta dare spazio al capitolo dedicato alla Finta Tartaruga presente nell'opera originale perché secondo me è un personaggio sottovalutato nel suo delirio insieme al Grifone, e poi ho voluto fare qualche citazione anche a Dragon Ball ovviamente.
Però dal prossimo capitolo non si scherza più.
 
Grazie come sempre a tutti voi che mi sostenete, che mi scrivete le vostre impressioni e mi sostenete nella complicata fase conclusiva di questa mia long, siete speciali! E grazie anche a chi legge in silenzio, ovviamente.
 
Bene, in cosa consisterà l'ultima parte dell'allenamento? Riuscirà Lazuli a diventare la Regina di Cuori che tutti attendono? Cosa ne pensate dei look preparati da Muten per Lazuli, soprattutto?! Avreste voluto vederglieli indossati?! ;-)
Il titolo del prossimo capitolo è decisamente significativo: "Il Cell Game".
Grazie ancora, ci vediamo tra due settimane!
 
Teo
 
        
 
 
   
 
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