– Cosa
volete, o principe degli sbruffoni?-
Ero troppo felice! Finalmente iniziavo a sentirmi più
vicina alla mia partenza!
D’altro canto, mancava solo un giorno e sarei arrivata ad Hogwarts!
-Allora, andiamo?- sbuffai, fredda, come
i miei genitori si aspettavano che io mi comportassi.
Io volevo, invece, mettermi a ballare
per la gioia! Ma ero pur sempre una Malfoy, e dovevo mantenere un certo
ritegno.
-Cassiopea! Abbi un po’ di pazienza!- mi
rispose mia madre.
Alzai leggermente lo sguardo verso di lei, si stava sistemando i lunghi capelli
biondi, dandomi le spalle. Quel giorno indossava un lungo vestito blu scuro e
un mantello dello stesso colore, ignorando il gran caldo di quell’afosa
giornata; mentre mio padre vicino a lei accarezzava il bastone da passeggio con
lo stemma di un serpente.
-Ma mamma! Non è colpa mia se quello è sempre in ritardo!-
- Guarda che ho un nome, sorellina, e mi piacerebbe che lo usassi-
Mio fratello era finalmente arrivato, degnandoci della sua presenza con
mezz’ora di ritardo. Non mi stupii neanche troppo, era tanto che fosse già
arrivato.
Mi limitai a lanciargli un’occhiataccia, significante “ne parliamo dopo”,
nessuno dei due era così pazzo da mettersi a litigare davanti ai nostri
genitori, specialmente con nostro padre impaziente.
Papà aveva già tirato fuori la
bacchetta, e aveva allungato il braccio verso di noi, un chiaro invito. Uffa!
Ma non potevamo usare la metro polvere come tutti?! No, noi eravamo una delle
più grandi famiglie di maghi, ci dovevamo distinguere!
Riluttante poggiai la mano sul suo braccio, tentando di resistere alla
tentazione di staccarmi appena iniziò la pessima sensazione della
materializzazione.
*
Giravamo per Diagon Alley da almeno un’ora, ma io non
smettevo di guardarmi intorno. Il bello era che eravamo a piede libero! I nostri genitori si erano dileguati poco
dopo l’arrivo, dandoci un po’ di galeoni a testa e ordinandoci di non spenderli
tutti. E infatti ci eravamo moderati.
Insieme ci erano rimasti sì e no venti galeoni, dei duecento a testa che
avevamo ricevuto. E nemmeno una delle buste, che affollavano due delle quattro
sedie intorno al tavolino della gelateria di Florian Fortebraccio, erano realmente per la scuola. Io almeno mi
ero contenuta, avrei voluto vedere Draco spiegare a papà a cosa sarebbe servita
la scacchiera d’argento.
-Ehi, sis, ora che facciamo?-
- Non ne ho idea, Dra… dove vuoi andare?- risposi
distrattamente, ricominciando a mangiare il cono a gusto “onda di mare”, anche
soprannominato “occhi di Cassy” visto che era della
stessa sfumatura di blu dei miei occhi.
- A comprare altra roba!-
- Perché c’è ancora qualcosa che non abbiamo preso?- chiesi ironicamente,
mentre tutti e due iniziavamo a ridere.
Eravamo davvero diversi rispetto a quando c’erano i nostri genitori. In quel
caso ci dovevamo comportare come due noiosissimi snob, ma appena si
allontanavano tornavamo a ridere e scherzare come due normali undicenni, in
fondo eravamo ancora senza preoccupazioni.
– Tutto quello che dovevate prendere, a quanto sembra- una voce conosciuta alle nostre spalle ci fece
tacere istantaneamente.
– Allora muovetevi, non abbiamo tutto il giorno!- continuò mio padre, schioccando le dita per
chiamare l’elfo di famiglia, Dobby, e facendogli
portare via tutti i pacchetti. Spedì noi due da Madama McClan
per le divise, dicendoci di raggiungere mamma da Olivander,
mentre lui pensava ai libri.
*
Mi stavo provando la divisa, anzi stavo aspettando che
il principino finisse di provare la sua. Gironzolando un po’ nel negozio,
facevo mentalmente l’inventario dei miei futuri regali di natale, quando sentii
che la porta si era riaperta.
Me ne preoccupai moderatamente, continuando a gironzolare, fino a quando Draco
non decise di rompere il silenzio del negozio.
– Cassy! Vieni
qui. Subito!- urlò.
Io, parecchio scocciata, mi avviai verso
il retro, incrociando, anzi scontrandomi, un ragazzino con i capelli neri che
andava nella direzione opposta, ma me ne andai senza degnarmi di scusarmi, in
fondo non ne avevo voglia.
– Cosa volete, o principe degli sbruffoni?-
-Come sto?-
-E poi sono io la vanitosa di famiglia!- risi – comunque bene! Dai andiamo
prima che papà ci lanci una maledizione.-
Ci incamminammo verso Olivander chiacchierando,
quando ad un certo punto il discorso cadde sul ragazzino di prima, a quanto
pare Draco ci aveva parlato un po’.
–A proposito chi era?- chiesi, sapendo che mio fratello aveva un parere che
voleva dirmi.
– Non lo so, uno che probabilmente finirà a Tassorosso,
mi ha detto che i suoi erano come noi, ma, se ti devo dire la mia, era solo un
Mezzosangue-
Io, silenziosamente, sbuffai contrariata, non avevo mai amato il razzismo che
dilagava nella mia famiglia. So di essere sempre stata una persona con problemi
ad aprirsi, ma un problema che non mi sono mai fatta è quello di controllare
gli alberi genealogici in cerca di Babbani, prima di
farmi amica una persona.
Nell’ufficio della pazza.
Ok, giuro avevo mollato tutto, avevo
smesso di scrivere… Ma no! Il mio istinto di rompi
palle mi costringe a tornare da voi quindi da oggi in poi revisionerò un
capitolo al giorno(e alla fine aggiungerò anche un capitolo!) quindi se siete
vecchi lettori spero che la revisione vi piaccia, se siete nuovi…
bhe qualunque cosa leggiate dopo questo capitolo è
solo la bozza e il finale (spero sarà meglio).. ora torno a togliere la polvere
all’ufficio..
SEE YA MATES!