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Autore: pampa98    02/04/2022    1 recensioni
[Storia Partecipante alla Challenge "To Be Writing 2022" indetta da Bellaluna sul forum Ferisce più la penna]
Breve missing moment del terzo film, ambientato prima che Balin e Bilbo parlino della Malattia del Drago.
«Tu sei il re, Thorin» rispose Bilbo, accennando un sorriso. «Lo sei sempre stato. Fin dal giorno in cui hai varcato la soglia di casa Baggins, eri…»
«Grazie, mastro Baggins» lo interruppe, avvicinandosi a lui con un piccolo sorriso in volto. Un’espressione gentile, che niente aveva a che spartire con la famosa Malattia del Drago. «È rassicurante sapere di avere un vero amico al proprio fianco.»
Genere: Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Bilbo, Thorin Scudodiquercia
Note: Missing Moments, Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Hope(less)



 

I passi dei due nani riecheggiarono lungo il corridoio. Bilbo li guardò allontanarsi, chiedendosi se dovesse o meno seguirli: non era certo se con quel “Andatevene!”, Thorin si stesse riferendo anche a lui.
«Perché non vogliono darmi ciò che mi appartiene di diritto?» mormorò Thorin, accasciato sul trono. «Parlano di lealtà, eppure…»

Bilbo si dondolò sul posto, aprendo e chiudendo i pugni mentre si sforzava di ignorare le voci di Re Elrond e Smaug che si sovrapponevano nella sua mente. Thorin non aveva avuto un attimo di respiro da quando aveva perso la sua casa e, adesso che l’aveva ritrovata, tutta la tensione e la stanchezza degli ultimi anni lo stava sopraffacendo. Non stava davvero dubitando della sua famiglia. Non stava impazzendo.

Sono quasi tentato di lasciartela prendere. Fosse solo per vedere Scudodiquercia che soffre.

«Io sono il re» ripeté Thorin, un’affermazione che lasciava le sue labbra spesso da quando erano giunti a Erebor. Sollevò gli occhi azzurri su di lui, in una tacita supplica di conferma alle sue parole.
«Tu sei il re, Thorin» rispose Bilbo, accennando un sorriso. «Lo sei sempre stato. Fin dal giorno in cui hai varcato la soglia di casa Baggins, eri…»
«Grazie, mastro Baggins» lo interruppe, avvicinandosi a lui con un piccolo sorriso in volto. Un’espressione gentile, che niente aveva a che spartire con la famosa Malattia del Drago. «È rassicurante sapere di avere un vero amico al proprio fianco.»
Bilbo deglutì a vuoto. Trattenne l’impulso di toccare l’Arkengemma, nascosta sotto il suo cappotto.

Osservare come lo distrugge. Come corrompe il suo cuore.

«Hai molti amici qui, Thorin. Ogni nano in questa montagna ti è fedele. Lo sai, vero?»
Un’ombra passò sulle iridi del nano, che scosse lentamente la testa.
«La tua fiducia in loro è encomiabile» disse, con voce roca, «tuttavia, temo che sia infondata.»
«Infondata?»
«Perché non ho ancora avuto ciò che mi spetta?» esclamò, voltandosi a fissare la concavità sullo scranno che avrebbe dovuto ospitare l’Arkengemma.
«C’è molto oro, là sotto» disse Bilbo. «Potrebbe volerci del tempo. Ma non ha molta importanza, in fondo.»
«Non ha… importanza?»
Bilbo si lasciò sfuggire un sospiro. «Sei il Re Sotto la Montagna, Thorin. Con o senza quella gemma.»
Thorin sgranò gli occhi, sorpreso da quella che per Bilbo era invece un’ovvietà. Per qualche momento rimasero a fissarsi in silenzio, mentre l’eco di Smaug prendeva sempre più vigore nei ricordi dello Hobbit. Poi l’espressione di Thorin mutò e Bilbo rivide nei suoi occhi il nano sul cui onore non aveva esitato a garantire di fronte all’intero popolo di Esgaroth. Sentì un sorriso aprirglisi sul volto quando Thorin si avvicinò a lui e gli mise una mano sulla spalla. Aveva capito; era tornato.
«Da quanto tempo non riposi a dovere, mastro Baggins?»
Non era ciò che si era aspettato di sentire, ma era sempre meglio di un’ennesima rimarcazione del suo titolo regale.
«Be’, immagino da quando ho lasciato la Contea» disse, con un mezzo risolino.
Thorin rise. «Già. Non abbiamo incontrato molti letti confortevoli in questi mesi. Va’ pure nelle mie stanze a riposare, te lo meriti.»
Bilbo si sentì arrossire. Portò la sua mano sopra quella del nano e, dopo un paio di tentativi per schiarirsi la voce, disse: «Immagino… che anche tu sia stanco, dopo tutto questo viaggio. Hai mai dormito da quando siamo qui?»
«Non preoccuparti per me, sono piuttosto resistente.»
Si allontanò bruscamente da lui, facendo cadere una folata di gelo nel punto in cui i loro corpi erano stati a contatto. Quando il Nano si sedette sul trono, Thorin Scudodiquercia era nuovamente scomparso.
«Thorin…»
«Vai, Mastro Scassinatore» sentenziò, la gentilezza di poc’anzi assorbita dalle pietre della sala, senza lasciarne un solo briciolo in Thorin.
Bilbo esitò un momento. Desiderò di nuovo toccare l’Arkengemma, come se la pietra stessa potesse rispondere ai suoi timori. Thorin è davvero impazzito? Se ti avesse, cosa accadrebbe? Tornerebbe in sé?
Pensò quasi di dirgli la verità; ma il vuoto nello sguardo dell’altro gli fece serrare le labbra in un silenzio ostinato. Non poteva agire d’istinto, non con tutto quello che c’era in ballo –
il cuore di Thorin. Gli rivolse un saluto impacciato, poi scese dalla pedana e uscì dalla sala.
Quella maledetta gemma brillava di luce propria, ma non era in grado di dargli le risposte che cercava; altri, però, potevano farlo. Alcuni membri della compagnia avevano già visto la Malattia del Drago – Bilbo si rifiutava di credere che Thorin fosse già arrivato a quel punto, ma era certo che il seme della follia stesse germogliando dentro di lui, più in fretta di quanto chiunque di loro avrebbe potuto immaginare – e forse potevano guidarlo per salvare Thorin.
Si diresse dalla parte opposta rispetto alle camere, seguendo la direzione che aveva visto percorrere a Balin dopo che aveva lasciato la sala del trono. Camminò tenendo le braccia incrociate sotto il cappotto, una mano a stringere l’Arkengemma e l’altra la piccola ghianda che aveva preso dal giardino di Beorn. Sperò di riuscire a mostrarla a Thorin, un giorno: era certo che l’avrebbe apprezzata.
Trovò Balin in mezzo a polverosi scaffali pieni di pergamene. Il fatto che stesse piangendo non era rincuorante, ma Bilbo deglutì la sua paura, lasciò andare l’Arkengemma e si fece avanti.
Smaug aveva detto che quella pietra sarebbe stata la fine per Thorin; sperò che Balin gli confermasse che sarebbe stata la sua salvezza.

   
 
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