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Autore: AlbAM    02/04/2022    20 recensioni
Alba e Azaele finalmente si sono ritrovati e la loro storia sembra filare a gonfie vele. Ma la vita non è mai semplice e i problemi sono sempre dietro l'angolo, soprattutto se il protagonista è un diavolo innamorato e talmente sbadato da rischiare di provocare una nuova "Grande Guerra" tra Inferno e Paradiso. Ma che diavolo avrà combinato stavolta Azaele?
La scombinata banda di Demoni e Angeli di Un diavolo a Roma è tornata più in forma e incasinata che mai!
Genere: Azione, Commedia, Dark | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Universo Aza&Miky'
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Capitolo 6

Rivelazioni



Adel atterrò sulle rocce del nono girone e si sedette su un enorme masso arrotondato. Era triste, amareggiata e notevolmente imbarazzata per la codardia che si era resa conto di aver dimostrato scappando come una ladra, senza recuperare la sua veste e soprattutto senza lasciare alcun messaggio ad Azaele e Alba.

E ora doveva anche trovare la forza di relazionare ad Akenet quanto aveva scoperto.

Sbuffò contrariata, non era giusto, perché doveva essere proprio lei a distruggere la felicità di quei due?

Provò a sforzarsi di trovare una soluzione, ma per quanto riflettesse non riusciva proprio a trovare un modo per evitare che la nascita dell'erede di Azaele diventasse di pubblico dominio. Prima o poi sarebbe stato inevitabile, era solo questione di chi lo avrebbe saputo prima, Angeli o Demoni.

Sicuramente i demoni avrebbero fatto di tutto per rapire il piccolo ed educarlo a diventare il loro liberatore.

Adel alzò gli occhi al cielo al pensiero del mito dell'Alfiere del Male. In fondo erano stati gli stessi demoni a causare la loro condanna eterna ribellandosi al Padre in quel modo! Adel ripensava spesso a qui tempi e malgrado continuasse a ritenere che non tutte le motivazioni di Lucifer fossero sbagliate, ora che aveva qualche millennio in più si rendeva conto che se anziché limitarsi a fare tanto casino avessero almeno provato ad ascoltare le ragioni del Padre, forse non si sarebbero ritrovati a gestire l'Inferno con le aureole spezzate e le ali da pipistrello. Che poi gestire era una parola grossa, con il casino che c'era! Per un attimo rifletté sulla possibilità di tornare sulla terra e prendere tempo inventandosi di aver inviato una comunicazione mai arrivata ad Akenet. Tanto era un classico che le comunicazioni infernali scomparissero nel nulla. La connessione di rete infernale era pessima, con tutti quei gironi, cerchi e fossati erano più le volte che le comunicazioni andavano perse di quelle che arrivavano al destinatario! Per non parlare del fatto che quasi tutti gli Arcidiavoli avevano la pessima abitudine di non degnare praticamente mai di un'occhiata le loro caselle e-mail. Una disattenzione che assieme alla proverbiale mancanza di disciplina dei suoi colleghi, era la causa principale dei problemi organizzativi diffusi in tutti i gironi!

A parte il nono... gestito da Akenet, riflettè mestamente Adel. Il suo capo era l'unico Arcidiavolo che svolgeva il suo lavoro con una certa dose di serietà! Forse perché lavorava nel girone più vicino a Lucifero o forse perché, doveva ammetterlo, Akenet era più intelligente della maggior parte degli Arcidiavoli. Fatto sta che il nono era l'unico girone che funzionava con una certa efficienza! Adel sospirò, la scusa del messaggio non avrebbe retto e comunque non avrebbe dato abbastanza vantaggio ad Azaele e Alba.

Mentre era immersa nei suoi pensieri tre giovani demoni si affacciarono da dietro il masso, la osservarono ridacchiando e si scambiarono uno sguardo complice.

#


Alba uscì dalla camera di Arianna chiedendosi che fine avesse fatto Adel. Pensò di andare a cercarla nel bagno per gli ospiti, ma non fece in tempo ad arrivare perché passando davanti alla camera di Michele e Sael le sembrò di sentire dei singhiozzi, bussò delicatamente alla porta e entrò a controllare trovandosi di fronte Michele distrutto dal dolore. L'angelo piangeva sommessamente seduto sul letto con il capo poggiato sul braccio destro mentre con l'altro cingeva le gambe strette contro il petto. Le sue ali avevano perso la loro lucentezza e l'aureola emanava una luce fievole, la finestra spalancata le fece intuire che doveva avere appena litigato con Sael.

"Michele! Che cosa c'è, che ti succede?" domandò allarmata.

Michele sollevò lo sguardo e riuscì solo a dire "Ti prego, chiama Azaele!"

Alba si precipitò in cucina. "Aza, corri, Michele sta male!"

Azaele non si prese neppure la briga di aprire le ali, si smaterializzò direttamente in camera dell'amico e vedendolo in quelle condizioni lo abbracciò commentando furioso "Non dirmi niente, ho già capito! Giuro che lo ammazzo quel cretino!".

Safet e Alba li raggiunsero un attimo dopo.

"Michele, che succede?" domandò preoccupato Safet.

"Succede che quel decerebrato di tuo figlio ha lasciato Michele e questo è il risultato" spiegò Azaele irritato.

Safet impallidì. In tanti anni passati all'Inferno la storia tra Sael e Michele e quella tra lui e Aurora, erano state tra le poche gioie di cui aveva potuto godere e ora suo figlio si era appena comportato da imbecille lasciando un compagno splendido come Michele, oltretutto proprio in un momento in cui tutti loro sarebbero dovuti essere più uniti che mai.

"Ma per la miseria!" sospirò scuotendo la testa. "Possibile che voi ragazzi non riusciate mai a farmi stare tranquillo? Almeno ti ha dato una ragione, un motivo minimamente sensato?"

Michele sollevò il viso rigato di lacrime dalla spalla di Azaele. "Dice, che lo fa per me, per proteggermi!"

"Oh, bé! È riuscito a trovare una scusa ancora più cretina di ti meriti di meglio o non è colpa tua, sono io che sono sbagliato! Certo che lo hai educato proprio bene tuo figlio!" commentò con cattiveria Azaele, sapendo benissimo che Safet non aveva potuto educare Sael, perché costretto ad abbandonarlo poco più che neonato.

Safet si irrigidì e per una volta non riuscì a dire niente.

Alba intervenne arrabbiata. "Sei ingiusto e crudele Aza. Dire cattiverie a Safet non aiuterà certo Michele a stare meglio! E comunque credo che sia anche colpa mia, avrei dovuto parlare con Michele del sogno di Sael”

Ti ha raccontato il suo sogno?” domandò Michele ancora più affranto nello scoprire che il suo ragazzo si era fidato più di Alba che di lui.

Si, proprio stamattina. Mi dispiace tanto non averti informato subito, ma oggi sono stata davvero male e poi non pensavo che Sael arrivasse addirittura a lasciarti, credevo fosse solo uno sfogo passeggero!"

"Di che sogno parlate?" domandò Safet.

"Un incubo ricorrente che non mi ha mai voluto raccontare!" mormorò Michele.

"Sogna che Michele viene condannato all'Inferno a causa della loro storia d'amore e che gli Arcidiavoli lo costringono a torturarlo" spiegò Alba rivolgendosi a Safet.

"Cosa? Ma come gli è venuta in testa una simile idiozia?". Si lamentò il demone.

"È colpa di Ysrafael" disse Ariel affacciandosi dalla finestra ed entrando in camera di Michele seguito da Gabriel. I due angeli si erano incontrati casualmente di fronte al balcone della cucina e avendo sentito delle voci provenire dalla camera di Michele erano entrati senza premurarsi di chiedere il permesso, cosa che irritò leggermente Azaele. "Si può sapere che ci fate voi due a casa mia?" si lamentò contrariato.

"Veramente sarebbe casa mia e di Arianna, visto che il contratto di affitto è a nome nostro!" sottolineò Alba che era ancora un po' arrabbiata con Azaele per come aveva maltrattato Safet.

"Bé, ma io e Michele contribuiamo alle spese!" replicò Azaele offeso.

"Con quali soldi?" domandò perplesso Safet.

Michele e Azaele si guardarono imbarazzati. "Stavamo parlando di Sael e del fatto che c'entrava Ysrafael…" sviò il discorso il demone.

"Già è vero! Che c'entra Ysrafael?" intervenne Gabriel perplesso.

Tutti si voltarono verso Ariel che nel frattempo si era avvicinato al letto dove ora Michele sedeva a gambe incrociate con un braccio di Azaele intorno alle spalle.

Ariel incrociò le braccia e indicando con il mento Michele rispose "È contrario al rapporto tra Michele e Sael. Secondo lui, Michele è già abbastanza condizionato dall'amicizia con Azaele...". Gabriel e Azaele sollevarono entrambi il sopracciglio destro in segno di disappunto. “...ci manca solo che abbia un fidanzato demone!"

"E perché sei venuto a dircelo?" domandò Michele sconfortato.

Ariel osservò Michele e rispose "Perché per una volta non sono d'accordo con lui, non fate niente di male, in fondo!"

"Oh, che magnanimo!" sbuffò Azaele.

"Grazie!" rispose sinceramente Michele che a differenza di Azaele per una volta aveva apprezzato il comportamento di Ariel.

"Quel bastardo ipocrita che fingeva di essermi amico sta cercando di rovinare la vita di mio figlio senza un motivo valido!" sibilò furioso Safet.

"Ysrafael, pensa che Michele potrebbe essere…" provò a spiegare Ariel.

"Ho già capito cosa pensa!" lo interruppe Safet con le pupille completamente rosse.

"Safael, calmati!" intervenne Gabriel preoccupato nel vedere l'amico così arrabbiato.

"Sono calmissimo!" rispose Safet con un tono di voce talmente freddo da far paura. "Immagino mi perdonerete se ora vi abbandono per andare a cercare Ysrafael e spiegargli, pacatamente, che non è il caso che si intrometta nella vita di mio figlio!"

"Tu non vai da nessuna parte, stai per perdere il controllo!" ordinò Gabriel avvicinandosi all'amico.

Safet era completamente nero, aveva sguainato gli artigli e i suoi occhi rossi erano ridotti a due fessure.

"Ti ho detto che sono calmo, spostati Gabriel e fammi passare altrimenti… "

"Altrimenti cosa?" rispose Gabriel poggiando una mano sul petto dell'amico e bloccandolo contro il muro.

"Lasciami passare Gabriel!" ripeté Safet strisciando contro il muro gli artigli neri e lasciando dei solchi profondi che indicavano come malgrado la rabbia, stesse cercando di controllarsi per non aggredire Gabriel e rischiare di ferirlo.

"Non ti lascio andare finché non ti sei calmato, Safael. Ti conosco, tu non ti arrabbi praticamente mai, ma quando succede diventi pericoloso e non ho intenzione di rischiare che…". Gabriel si interruppe bruscamente cambiando completamente argomento. "E quelle macchie lì cosa sono?" domandò stupito.

"Cosa?" domandò Safet senza capire.

"Quelle macchie di cioccolata sulla cravatta che ti ha regalato Cary Grant!" rispose Gabriel ormai completamente distratto.

Safet sorrise e la sua espressione si fece meno tesa. "Chiedilo a quell'imbranato di tuo figlio!"

Gabriel lo guardò esterrefatto, poi si girò verso Azaele che fece un'espressione tipo "Eh già. Lo so!"

Ariel li osservò a bocca aperta rendendosi conto che in effetti, a parte per la mascella di Gabriel più squadrata, erano praticamente la versione più alta e più bassa della stessa persona. "No, ma cazzo, sono circondato!" si lamentò crollando sconfortato sul letto di Michele.

"Le scarpe sul letto no! Che caspita!" gridarono all'unisono Azaele e Gabriel disgustati.

Ariel si tolse le scarpe emettendo un gemito di disperazione che strappò involontariamente una risatina a Michele.

"Gabriel" intervenne Safet, che grazie al piccolo intermezzo aveva ripreso il controllo di sé. "Tu per caso sai se, davvero, lì da voi stanno pensando di punire Michele o se è solo una paranoia che Ysrafael ha messo in testa a Sael per convincerlo a lasciare Michele?"

"Ne abbiamo effettivamente parlato tra noi Arcangeli e alla fine abbiamo deciso di non intervenire perché, come ha detto Ariel, non ci sembrava stessero facendo niente di male e poi non abbiamo ricevuto indicazioni a riguardo!"

"Quindi si tratta solo di una cretinata inventata dalla controfigura di Dante Alighieri!" sbottò Azaele. "Bene, allora vado a recuperare Sael!" concluse scendendo dal letto e aprendo le ali per prepararsi a volare via.

"No!". Lo bloccò deciso Gabriel.

"Scusa?" domandò Azaele.

Gabriel si avvicinò al figlio sovrastandolo con il suo metro e novantotto. "Non è proprio il caso che ci vada tu!"

Azaele si innervosì "Ah, si? E perché?"

"Perché sei un demone!"

"E allora?"

"E allora è ovvio che Sael non ti crederà! Ragiona, ranocchietto!"

Azaele fraintese le parole di Gabriel e replicò offeso. "Senti, ma tu credi di arrivare qui e darmi ordini solo perché ti sei ricordato dopo migliaia di anni che sono figlio di una tua scopata?"

Gabriel per un attimo rimase interdetto. Safet e Michele si scambiarono uno sguardo costernato, Ariel si lasciò scappare una sghignazzata e Alba impallidì.

Azaele saltò verso la finestra e stava per prendere il volo quando Gabriel si riprese dallo sbigottimento e aprì le ali rabbiosamente facendo saltare il bastone che reggeva le tende e che rimbalzò due volte sulla testa dell'Arcangelo per poi decidere saggiamente di ritornare al proprio posto evitando di rimbalzare una volta di troppo.

Gabriel, innervosito dalle botte in testa e per la figura imbarazzante, sbatté le ali e contemporaneamente si rivolse al figlio con la stessa voce tuonante che in genere utilizzava per comunicare all'Universo le decisioni del Padre. "NON PERMETTERTI MAI PIÙ DI RIVOLGERTI A ME IN QUESTO MODO!"

Azaele fu catapultato contro il muro, il palazzo tremò e il Signor Marchesi - interno n. 18, quinto piano - pubblicò immediatamente un tweet indignato nel quale accusava dell'accaduto Bill Gates e il 5G. Con sua grande soddisfazione al tweet seguì una lunga serie di accorate risposte pro e contro che gli regalarono il suo personale quarto d'ora di notorietà.

Alba corse ad abbracciare Azaele crollato a terra per la botta, lo aiutò ad Alzarsi e fulminò Gabriel con uno sguardo carico di rimprovero. "Non c'era bisogno di trattarlo in questo modo!"

Gabriel imbarazzato chiuse le ali e cercò di scusarsi "Uh, forse ho un po' esagerato..."

"Un po'?" domandò Azaele passandosi una mano sulla tempia destra dolorante per l'impatto contro il muro. "Hai quasi buttato giù il palazzo!"

"Tu mi hai provocato!" replicò suo padre stizzito.

"In ogni modo adesso abbiamo anche un altro problema" disse Safet, attirando la loro attenzione su Arianna che li osservava con gli occhi sbarrati sulla soglia della camera di Michele.

Alba si rese conto che nella foga della discussione si erano dimenticati tutti di passare alla modalità visibile agli umani ma senza ali e aureole.

"Lu… Lucifer?" balbettò Arianna indicando Gabriel un attimo prima di svenire.


#


I tre Demoni uscirono all'improvviso da dietro il masso su cui era seduta Adel e le saltarono addosso cercando di toglierle l'asciugamano nel quale era avvolta. Adel provò a resistere ma uno dei tre riuscì a strapparle l'asciugamano proprio sul petto emettendo un grido di soddisfazione. "Yo! Non fare quella faccia Adel, vedrai che adesso ci divertiamo!"

Peccato che invece di divertirsi il demone prese improvvisamente fuoco, seguito immediatamente dai suoi compari. Tutti e tre cominciarono a urlare e rotolarsi a terra nel tentativo di spegnere le fiamme.

Adel non capì cosa stesse succedendo finché da dietro lo stesso masso sbucò Akenet che commentò "Non mi risulta che siate mai stati autorizzati a scoparvi la mia segretaria!"

I demoni terrorizzati chiesero immediatamente pietà all'Arcidiavolo che senza scomporsi e aumentando l'intensità del fuoco infernale, ordinò. "Chiedete scusa alla mia segreteria!"

"Scusa, scusa, Adel. Ti prego perdonaci non lo faremo mai più!" piansero in coro i tre disgraziati.

"Di questo ne sono sicuro!" commentò Akenet impassibile.

Adel, non riuscendo più a sopportare le urla dei tre colleghi intervenne. "Va bene così, Signore!"

"Come desideri!" rispose l'Arcidiavolo spegnendo le fiamme."Levatevi dai piedi, merde!" ordinò ai tre demoni che non se lo fecero ripetere e scapparono via un po' malconci ma vivi.

Akenet osservò Adel e commentò "Ti si vedono le tette, palletta!"

Adel diventò paonazza e cercò di coprirsi con quel che restava dell'asciugamano stracciato.

L'arcidiavolo ridacchiò, si tolse la maglietta e la lanciò ad Adel "Levati quello straccio e mettiti questa!"

Adel gli rivolse uno sguardo imbarazzato sperando che sarebbe stato così gentile da girarsi ma Akenet la incalzò. "Ti muovi o no?"

La piccola demone sospirò e lasciò cadere a terra l'asciugamano restando praticamente nuda di fronte all'Arcidiavolo che non sembrò esserne particolarmente colpito né imbarazzato. Indossò più velocemente possibile la maglia nera che la coprì praticamente come un vestito e rivolgendosi al suo superiore disse "Sono pronta, Signore!"

"Non sono cieco, palletta! Andiamo, ci aspettano in aula Zuckerberg. Al tuo rientro all'Inferno è stata indetta immediatamente una riunione straordinaria degli Arcidiavoli. Attendono tutti la tua relazione sulla situazione di Azaele!"

La ragazza non riuscì a trattenere un'espressione di sconforto.

L'Arcidiavolo interpretò male e pensando che la segretaria fosse ancora turbata per quanto le era appena accaduto inaspettatamente domandò "Te la senti?"

Adel capì che nonostante tutto il suo capo non avrebbe accettato un no e rispose. "Si, Signore!"

"Bene, odio le piagnone! Devo dire che sotto questo aspetto sei perfino meglio di Esael!" commentò Akenet soddisfatto voltandosi e procedendo spedito verso l'aula Zuckerberg.

Adel lo osservò stupita cercando di tenere dietro al suo passo, era la prima volta che il suo superiore le faceva un complimento.

Mentre percorreva il sentiero che portava all'aula in cui erano riuniti gli Arcidiavoli cercò di pensare velocemente ad una soluzione che permettesse ad Alba e Azaele di avere abbastanza tempo per mettersi in salvo.

Akenet si fermò di colpo, si girò e domandò ad Adel “Il bambino è in arrivo o no?”.

Adel rimase interdetta, non si aspettava che il suo capo le rivolgesse quella domanda prima di raggiungere gli altri Arcidiavoli.

Akenet sogghignò soddisfatto. “Bene, stavolta non è un falso allarme!”.

Adel trattenne le lacrime dandosi della stupida. Il suo capo era troppo sveglio e lei troppo emotiva. Senza volerlo aveva già condannato Alba e Azaele.


   
 
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