Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: padme83    06/04/2022    6 recensioni
Da mi basia mille, deinde centum,
dein mille altera, dein secunda centum,
deinde usque altera mille, deinde centum.

*
[Raccolta di flash e one-shot, omogenea ma non troppo - benché i baci, in qualche modo, c'entrino sempre. Arco temporale variabile, con una predilezione per il periodo a Godric's Hollow; alcuni capitoli partecipano a challenge o a eventi/attività di gruppi fb; POV alternati, si comincia con Gellert]
*
"La pioggia cade, cade, sottile, non si ferma e vi sommerge, vi travolge, vi protegge, testimone fidata e discreta del vostro amore. Sussurra favole di innamorati, prima di voi, fra le stesse lenzuola umide e vestiti sfatti dimenticati in un angolo. Racconta di notti insonni, di gemiti soffocati con furia tra i denti, di amanti felici e pazzi come voi, legati come voi, disperati come voi.
Ma nessuno è come voi."
Genere: Erotico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Albus Silente, Gellert Grindelwald | Coppie: Albus/Gellert
Note: Lemon, Missing Moments, Soulmate!AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
Capitoli:
 <<  
- Questa storia fa parte della serie 'We were closer than brothers'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
A voi, adoratissimi figli di.
Siete uno dei regali più belli e terribili che la vita mi abbia riservato.
Grazie di tutto – nonostante tutto.

 
 
 
 
Combatteremo ancora,
combatteremo sempre,
perché cerchiamo il sonno
della morte affiancati,
e abbiamo voce roca,
fronte bassa selvaggia
e un identico cielo.
Fummo fatti per questo.
Se tu od io cede all'urto,
segue una notte lunga
che non è pace o tregua
e non è morte vera.
Tu non sei più. Le braccia
si dibattono invano.
Fin che ci trema il cuore.
Hanno detto un tuo nome.


Cesare Pavese – La terra e la morte
(19/20 novembre 1945)
 
 
 
 
 
~ Zhī Jǐ ~
 
(and tonight's the night that we begin the end)
 
 
 
 
 
 
 
Look me in the eye, say that again,
take me to your chest and let me in.
 

 
 
L’eco dei vostri respiri è fievole, a malapena percepibile, in questa stanza buia e ammantata di quiete.
Londra non è mai tranquilla – nemmeno di notte, nemmeno in pieno inverno – ma anche la realtà più ostile, adesso, è costretta a inchinarsi a un volere superiore (resistere non è un’opzione)e allora.
Che la città ammutolisca, che si nasconda, che si dissolva nelle tenebre con il necessario – con il dovuto – riserbo.
Che rimanga il silenzio, fra di voi e tutt’intorno – no. C’è un cuore che batte (furioso ribelle spezzato) sotto le vostre dita intrecciate (è il mio cuore? È il tuo cuore?) (Sono entrambi, sono insieme – sono).
È finito (finito finito finito) il tempo di parlare – eppure. La mente è ostinata (mai rassegnata) e non si placa, si accanisce e si contorce e si dimena e sfreccia ovunque – gira su sé stessa (gira gira gira), simile all’ago ammattito di una bussola ormai priva di magnete, obsoleta e rugginosa, consumata, inutile (dov’è il Nord? Dov’è la mia Stella Polare?).
Tutto è già stato discusso, rimarcato, implorato (“quel che stai facendo è follia, Gellert”), ogni mossa futura pianificata e decisa – scelta (“con te o senza di te, io brucerò il loro mondo, Albus, e tu non puoi fare nulla per impedirlo”)[1].
(Ne sei davvero convinto, bredhu?)
 
 
 
There's nothing left, no fortress to defend.
And tonight's the night that we begin the end.
 
 
 
Ti scosti un poco (il tuo petto, amore mio, il giaciglio più dolce – indimenticabile, insostituibile), ti sollevi sui gomiti e con improvvisa, febbricitante urgenza, ritorni a perderti (scioglierti) in lui, ad affondare i denti nell'incavo ruvido del suo collo, a leccare (adorare!) la linea affilata e perfetta che gli cesella il mento, a baciare (baciare baciare baciare) l'arco teso delle guance, la fronte ampia, gli angoli umidi degli occhi – una lacrima (una soltanto?) lo ha tradito, ha fatto breccia nelle mura inviolabili (forse no) della sua fortezza, è fuggita via, via, via (quando è successo? Vorrei ricordarlo, non lo ricordo – bugiardo).
(È successo mentre mi entravi dentro, mio blu. Mentre mi scopavi come un pazzo e mi esplodevi nelle viscere – carne e sangue e spirito –, mentre mi davi tutto te stesso – mentre ti davo tutto me stesso – ancora e ancora e ancora.)
Trattieni a stento un lamento – oh, Dio! Tu pure, tu pure hai pianto, in quel momento, hai singhiozzato e urlato e goduto e pregato nella sua bocca (l’ultima resa, amore mio – l’ultima vittoria).
Scivoli al suo fianco, senza fiato, e lo attiri a te – di nuovo –, lo avvolgi e lo culli e lo racchiudi fra le braccia, ferocemente, selvaggiamente, cercando disperato il suo sguardo – è spaventoso, è penetrante, è letale. È il tuo specchio e il tuo riflesso iridi di cielo e terra e acqua e fuoco, tinte luminose e sovrapposte, mescolate, diluite le une nelle altre – inevitabilmente. Irreversibilmente.
(Sei bellissimo, bellissimo.)
(Tu lo sei.)
I suoi palmi sul tuo viso sono roventi preludi d’estasi – una lenta, magnifica, terribile agonia –, dilaniano e guariscono, prosciugano e dissetano. Condannano e benedicono.
(Mio blu, mio blu. Qualunque cosa accada, voglio che tu lo sappia. Non dire mai che non lo sapevi.)[2]
(Io so chi sei, Gellert. L’ho sempre saputo. Amico – mai nemico –, fratello, padre, figlio, marito, amante. Più me di me stesso.)
È una storia antica quanto il mondo – un unico racconto, sussurrato da infinite voci e germogliato in luoghi sconosciuti, diversi e lontanissimi, irraggiungibili. Altri prima di voi hanno seguito questa strada – verso la gloria e lo sfacelo, il trionfo e la rovina – solo che.
(Credevo che tu fossi la mia anima gemella – il mio zhī jǐ.)[3]
(Lo sono. Lo sarò sempre. Questo non è cambiato, bredhu – non cambierà mai.)[4]
 
 
 
 
Now I tried, God knows I tried,
but there's nothing you can do to change my mind.
And I don't enjoy to watch you crumble,
I don't enjoy to watch you cry.”
 
 
 
 
L’ultimo bacio, pensi – realizzi –, non è amaro – il dolore atrofizza le labbra, secca il palato, graffia la gola. La verità è che non senti più niente (non sento e non sono – non sei, non siamo).
Il medaglione, ora, sfrigola rabbioso contro la pelle – morde ustiona scortica lacera.
(Se lo distruggi, distruggerai te stesso.)
(È un prezzo che sono disposto a pagare.)
Ti alzi dal letto e ti rivesti in fretta, senza guardarti indietroneanche una volta neanche per sbaglio non guardare non tremare è il freddo non tremare raddrizza le spalle non tremare non tremare
Getti un’occhiata rapida alla finestra. Al di là dei vetri opachi, il sole è una macchia livida nel chiarore polveroso del mattino.
(Non commettere errori, Grindelwald.)
(Non ne commetterò, Silente.)
Annuisci brevemente e per un istante – effimero, eterno – ti concedi il lusso di indugiare, di rubare qualche minuto al fato beffardo mentre ti abbottoni i polsini e sistemi con cura il nodo della cravatta – un mezzo Windsor, rigoroso e impeccabile.
Non ti resta che indossare guanti, sciarpa, cappotto.
Infili piano una manica, poi passi all’altra.
Come i bambini piccoli – rifletti. O come i vecchi.
Prendi la bacchetta fra le mani e la stringi con forza, con consapevolezza.
Un attimo.
Ancora un attimo.
Inspira – espira.
Quando ti volti, alla fine, sei sereno, calmo, sicuro.
(È andata come doveva andare.)
(È andata –)
(È –)

 
(La stanza è vuota.)
(Lui non c’è più.)
 
 
 
 
But make no mistake.
Make no mistake
 



 
 
 
 
 
 
{Words Count: 819}
 


 
[1] sì, la scena si colloca immediatamente dopo l’incontro al ristorante che abbiamo visto nel trailer;
[2] questa è forse la mia parte preferita in assoluto di Chiamami col tuo nome (libro, nel film questo dialogo era presente nella sceneggiatura ma poi non è stato inserito T.T), Oliver che dice a Elio (dopo la scena della pesca): "Qualunque cosa accada tra noi, Elio, voglio solo che tu lo sappia. Non dire mai che non lo sapevi";
[3] Wei WuXian: “Once I thought to you as my zhī jǐ.
Lan WangJi: “I am, still.”
(The Untamed – Ep. 27)
Senza stare qui a fare un discorso etimologico (per il quale comunque io non ho le competenze necessarie) basti sapere che questa parola ( – tradotta come soulmate, intimated friend, the one who knows you) racchiude un po’ tutte le sfumature del legame che in questi anni ho cercato di raccontare. Ah, la straordinaria capacità di sintesi della lingua cinese (Albus e Gellert sono due maghi coltissimi e non vedo perché non dovrebbero conoscerla);
[4] ricordo che questa serie ha già un suo epilogo ("Cor cordium"), nel quale la veridicità di questa affermazione viene inequivocabilmente rimarcata.
 
In questo racconto non ci sono dialoghi ad alta voce – il tempo delle parole, del resto, è finito. Anche il contatto mentale è sempre più fievole, frammentato, confuso. Per questo l’ho messo tutto tra parentesi, per sottolineare ancora di più l’inevitabile distacco: la verità, quest’ultimo momento di profonda sincerità fra Albus e Gellert, ormai fatica a trovare spazio, a emergere – eppure c’è, è ancora lì, seppellita nelle profondità più intime e nascoste dei loro pensieri.
 
 
 
 
 
Nota:

Sinceramente, non credo che avrei mai potuto concludere questa raccolta in un modo migliore (a prescindere dal risultato finale, che come al solito è discutibile), in un momento migliore, con una canzone migliore.
 
Tra qualche giorno (in alcune parti del mondo già oggi!) si concluderà un’era: ne sono successe di cose in questi (quasi) quattro anni, alcune belle, altre decisamente meno, ma non starò certo qui a riassumerle tutte quante. Non so cosa capiterà d’ora in avanti, questi ultimi mesi sono stati lunghi e confusi e difficili per questioni sia generali (come credo valga per tutt3) sia personali: sento che è giunta l’ora di chiudere questo capitolo, e quel che avverrà dopo, beh, sarà un’altra storia ancora. Una cosa però non cambierà mai. L’ho già detto una volta, lo ribadisco di nuovo: loro sono e saranno sempre, la mia sponda e il mio ritorno.
 
Grazie a voi tutt3, persone speciali e preziose, che mi avete accompagnata in questo straordinario viaggio ♥ ♥ ♥
 
(Abbiate pazienza ma non mi dilungo sono qui che piango come una vite tagliata siate comprensivi grazie)
 
Soundtrack: Begin the end, Placebo.
 
Vi aspetto su Instagram e Twitter ^^
 
Per raggiungere (rileggere\trovare per la prima volta\quel che volete voi) tutte le altre storie su questi due disgraziati, invece, vi invito a cliccare sul link alla serie che trovate nello specchietto introduttivo in alto. Tenete presente che molte OS e raccolte sono pubblicate nella sezione di Animali Fantastici.
 
Grazie come sempre a chi leggerà – anche silenziosamente –, e a chi commenterà o inserirà questa raccolta in una delle liste messe a disposizione da EFP.
 
Alla prossima avventura!
 
Un bacio :*
 
 
padme
 
 
 
 
 
 
 
Disclaimer:
Non concedo, in nessuna circostanza, né
l'autorizzazione a ripubblicare le mie storie
altrove, anche se creditate e anche con link
all'originale su EFP, né quella
a rielaborarne passaggi, concetti o TRARNE ISPIRAZIONE

 in qualsivoglia modo senza mio
consenso esplicito.


 
 
 
   
 
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: padme83