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Autore: Diana924    07/04/2022    0 recensioni
C’era qualcosa che non andava in quella situazione.
AU!Victoria serquel e berlermo, scritta per il "rockotber around the clocktober" di landedifandom
Genere: Generale, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Berlino, Il professore, Palermo
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Autore: Diana924
Fandom: La Casa de Papel
Titolo: El momento que pasaba parecía eternidad
Personaggi: Sergio Marquina |el Professor, Andrés de Fonollosa| Berlin, Martìn Berrote| Palermo
Rating: NC13
Note: AU!Victorian, het, slash, secret relationship, implied cheating
Note2: lo so, potevo sfruttare meglio le mie conoscenze ma si fa quel che si può
Note3: il titolo deriva dalla versione spagnola di "Fernando" degli ABBA, si, esiste una versione in spagnolo

Note4: scritta per il "rockotber around the clocktober" di landedifandom con prompt "Alternative Universe - AU Victorian"

 

C’era qualcosa che non andava in quella situazione.

Sergio Marquina non era un ingrato, non lo era mai stato e conosceva il valore della riconoscenza ma purtuttavia quella situazione stava diventando sempre più strana. Quando undici anni prima aveva ricevuto l’ordine di esilio si era preparato a partire da solo, mai e poi mai avrebbe chiesto a suo fratello di seguirlo. Invece Andrés non ci aveva pensato due secondi, aveva chiuso tutto per lui e insieme a Tatiana e Rafael lo aveva seguito devotamente a Londra, d’altronde non essendo compreso nelle tante liste di proscrizione i terreni della famiglia gli consentivano una rendita più che cospicua. Certo, nessuno dei due era stato entusiasta di doversi trasferire pur essendo innocente ma Tatiana sapeva scendere a più miti consigli e l’opinione di Rafael per suo fratello aveva lo stesso peso di quella di un soprammobile, motivo per cui Rafael era stato spedito ad Eton e che fosse anche riconoscente.

Londra gli piaceva, quella città brulicava di libertà, nuove idee e di “decenza”, la stessa decenza che in Spagna era sempre stata ignorata. Non era così stupido da credere che fossero tutti felici della situazione ma almeno esisteva la libertà di stampa e di opinione, aveva spesso incontri con altri fuoriusciti e il suo status di fratello di un duca era utile, figlio di un matrimonio morganatico ma in Inghilterra quello contava appena, se un uomo era bravo poteva davvero ottenere dei risultati impensabili a Madrid.

E pure malediva ancora il giorno in cui a una di quelle riunioni di fuoriusciti e di esiliati aveva conosciuto Martìn Berrote e peggio ancora lo aveva invitato a cena. Famiglia creola arrivata ai tempi di re Carlo, rivoluzionario con tendenze all’anarchia e intriso di orgoglio nazionalistico nonché dotato di un cervello che funzionava meglio del calcolatore di miss Lovelace l’argentino era diventato in breve un amico prezioso ma di cui non era mai fidato del tutto, specialmente dopo aver visto la maniera in cui lui e Andrés si guardavano.

Due leoni che hanno appena riconosciuto nell’altro un suo eguale aveva pensato Sergio il giorno che li aveva presentati, tempo una settimana e Martìn si era definitivamente trasferito a casa loro, occupando prima la soffitta e poi la stanza di Rafael, ovviamente una volta tornato a casa per le vacanze Rafael de Fonollosa si era dovuto rassegnare a dormire in soffitta. E da allora era cominciato tutto quello.

Quei due erano strani, si cercano con gli occhi, non perdevano un’occasione per toccarsi e spesso finivano le frasi dell’altro con assoluta naturalezza come se in qualche modo sapessero sempre cosa pensava l’altro. Non era geloso del loro rapporto ma preoccupato si.

Era stato Andrés a rivelargli con assoluta naturalezza che Martìn preferiva la compagnia degli uomini e che quindi se per caso ogni tanto avessero sentito dei rumori o visto operai e valletti saltare fuori dalla finestra non doveva preoccuparsi. Quei due non potevano esserne turbati ma da allora lui viveva nel terrore che la polizia bussasse alla loro porta per arrestarli per “indecenza”, Martìn per aver avuto rapporti con uomini e loro per averlo coperto; sapeva che era reato, Martìn lo sapeva eppure sembrava non preoccuparsene, non aveva mai parlato di cosa lo avesse spinto a lasciare Buenos Aires ma Andrés lo sapeva, Andrés sapeva tutto di Martìn tranne una cosa, una cosa fondamentale.

Andrés poteva anche considerare i gusti di Martìn un esotismo, un divertissement e qualcosa che riempisse le sue giornate ma da quando aveva cominciato ad osservarli Sergio si era reso conto di quanto Martìn fosse innamorato di Andrés, poteva dormire con altri uomini, anche con mezza Londra visto e considerato che fosse un seduttore incallito ma Martìn era innamorato solamente di Andrés e nemmeno lo nascondeva, semplicemente Andrés non se ne rendeva conto, ed era l’unico.

Raquel Murrillo, riparata in Inghilterra con la figlia e in fuga da un marito violento, li aveva tranquillamente scambiati per una coppia la prima volta che li aveva visti, Agata Jimenez era convinta che la relazione tra il suo migliore amico Mirko Dragic, fuggito in Inghilterra a seguito dell’ennesima rivolta serba contro gli austriaci o contro i turchi, e Martìn fosse finita prima ancora di cominciare proprio a causa di Andrés e lui stesso era sicuro che ai due mancasse solamente l’elemento più meramente carnale per poter essere una coppia a tutti gli effetti.

E poi c’era stato quel momento.

Quando aveva ricevuto l’amnistia si era preparato per tornare in Spagna, con le carte per aiutare Raquel a chiedere l’annullamento ma quello era un progetto privato, senza immaginare che suo fratello non aveva alcuna intenzione di muoversi da Londra, una città che spesso aveva definito “malsana”, “inospitale” e “volgare”. Tatiana per la prima volta aveva perso la pazienza e se non se n’era andata era solamente perché non sapeva dove andare, Rafael tornato da Oxford con baule e biglietto della nave si era ritrovato spedito in America senza poter nemmeno dire la sua e lui si era arrovellato per settimane su quella decisione.

<< Sicuro che davvero non abbia nulla in Inghilterra? >> gli aveva domandato Raquel durante una delle loro passeggiate, un conto era frequentarsi come una coppia di giovani innamorati e un’altra vivere con lei more uxorio, pur avendo messo il mare tra lei e il marito Raquel era ancora legalmente sposata e lui non aveva mai avuto quel genere di coraggio.

<< Detesta Londra, detesta l’Inghilterra, detesta la regina vittoria e detesta giocare all’emigrato, l’unica cosa che abbia a Londra è Martìn e può comunque chiedergli di venire con noi >> aveva risposto prima di chiedersi se…

<< Martìn verrebbe con voi a Madrid? E lo farebbe di sua spontanea volontà o per non dispiacere a tuo fratello? >> aveva domandato Raquel facendogli venire un’idea fissa.

E anche in quel momento a caccia non riusciva a smettere di pensarci. Le battute di caccia gli erano sempre sembrate una crudeltà inutile, come poteva una muta di cani contro una volpe sola essere una caccia onorevole?

Era però stato invitato e aveva accettato, più per cortesia che per vero interesse, detestava anzi tutto quello; specialmente dopo aver perso contatto col resto del gruppo. Questo significava che aveva più tempo per potersi dedicare al suo piano, solamente perché era in esilio da dieci anni non voleva dire che non ci avesse più pensato, anzi, per concentrarsi era persino smontato da cavallo e stava camminando tenendolo per le briglie, da sempre si concentrava meglio se camminava. Fu così che riuscì a sentirli.

<<… se vuoi tornare puoi farlo, non ti obbliga nessuno a rimanere >> disse una voce in un misto di inglese stentato e di spagnolo dall’accento coloniale

<< Sappiamo entrambi che non è così, tu non verresti mai in Spagna e io non voglio separarmi da te, noi due siamo amici, no? >> disse una seconda voce alternando inglese e spagnolo, il secondo con un forte accento e il secondo con il lessico forbito delle classi alte.

<< Noi … certo che siamo amici ma so quanto ti manca la Spagna, dovresti tornare, io… posso venirti a trovare quando ti sarai sistemato o posso scriverti >>

<< E come pensi che dormirei sonni tranquilli a Madrid sapendo che potresti venire arrestato da un momento all’altro? Ci sono stati dei momenti in cui sei stato fin troppo spudorato, quasi una sgualdrina da marciapiede >>

<< Non hai mai avuto nulla da ridire su quello che sono, eppure prima di invitarmi a casa tua lo sapevi >>

<< Non sei stanco di questa vita? Di fingere un’amicizia che non provi? Di reprimere quello che provi davvero? >>

<< Non so di cosa tu stia parlando, sei il mio migliore amico, il mio confidente, perché non dovrei raccontarti tutto? >>

<< Perché hai paura che le cose cambino, e te l’ho già detto: non devono cambiare. Vieni con me a Brighton il prossimo mese >>

<< A Brighton? E tua moglie e Sergio saranno felici di sapere che vengo con voi? >>

<< Non devono per forza saperlo, ricordi com’è stato a Bath? Siamo stati felici in quei giorni e non voglio che le cose cambino >>

<< A Bath è accaduto quello per cui ho pregato per anni ma… non è prudente, non come vorresti fare, ci arresteranno e tu non puoi sopportare le carceri inglesi >>

<< Potrei sorprenderti, non dimenticare che le regole non valgono per quelli come me >>

<< Valgono per tutti, e non sopporterei di saperti in carcere a causa mia >>

<< Non sarebbe a causa tua, mai ti darò la colpa di quello che provo per te, anche se continui a pensare di non meritarlo >>

<< Cambierebbero troppe cose e… non voglio essere egoista, non merito di essere così felice >>

<< Ricordi di cosa abbiamo parlato a Bath? Voglio farlo, e non puoi negare l’ultimo desiderio a un condannato a morte >>

<< Posso però provare a farlo ragionare >>

Poi non sentì altro perché i due cominciarono a sussurrare come se temessero di essere scoperti e Sergio fu sicuro di una cosa: qualsiasi cosa fosse avvenuta a Bath i rapporti tra suo fratello e Martìn erano cambiati e non come avrebbe sperato, anzi quei due si stavano incamminando su una china pericolosa, con incoscienza e spavalderia da un lato e forse eccessivi timori ma era troppo tardi per fermarli. Doveva solo sperare che il piccolo mondo perfetto che aveva contribuito a creare non andasse in mille pezzi troppo presto.

   
 
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