Serie TV > Our flag means death
Ricorda la storia  |      
Autore: leila91    11/04/2022    14 recensioni
[Spoiler finale prima stagione - What if? - Stede/Edward]
Ci sono notti in cui la Revenge si inabissa, sembrata in tanti pezzi dal Kraken; altre in cui fa naufragio contro le rocce, attirata dalla luce di un faro come un marinaio che, pur sapendo di andare incontro alla morte, è inesorabilmente attratto dalla melodia incantatrice delle sirene.
Eppure, anche in quei momenti, non manca mai quel che sta nel mezzo.
Genere: Angst, Hurt/Comfort, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Stede Bonnet
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Quel che sta nel mezzo






Gli incubi per Stede sono cominciati poco dopo l’incidente con Nigel Badminton.
In essi non vi è oscurità ma splende la luce intermittente di un faro – in sottofondo una voce femminile carica di biasimo.
A volte è quella di Mary, altre quella di Alma, la loro primogenita.
Stede vorrebbe rispondere, chiedere perdono, ma riesce solo ad annaspare e a balbettare scuse bagnate da lacrime di finto rimorso.
Quando si sveglia si accorge che non c’è alcun faro all’orizzonte, ma è la luce della luna a illuminare la sua cabina. Sospira e cerca di riprendere sonno, tuttavia il più delle volte riesce solo a scivolare inesorabilmente dentro a un altro incubo, dove ad accoglierlo è il viso del suo vecchio aguzzino, sfigurato per metà da un pugnale.
(Sei un patetico moccioso viziato, Baby Bonnet.)


 
 
Le notti di Edward sono avvolte da tentacoli, viscidi e squamosi, che emergono all’improvviso dall’acqua, letali e implacabili. Si avvolgono attorno al collo di suo padre e stringono, stringono, stringono: reclamano la sua vita e scivolano via solo dopo averla ottenuta.
Edward se la sente addosso, la colpa, come se fosse uno dei suoi tanti tatuaggi: è lì, cucita sul petto, una parola di appena sei lettere: mostro.
(Io sono il Kraken.)
Eppure non riesce a chiedere perdono, Edward (non vuole): e come potrebbe, quando nel suo cuore non alberga una sola briciola di pentimento? Edward sa con sconvolgente certezza che, se anche gli venisse data la possibilità di tornare indietro nel tempo, lui sarebbe pronto a rifare tutto. Tuttavia alcune notti la stanchezza si fa sentire di più, pesa nelle ossa e nell’animo, brucia nella gola e nei polmoni.
(Io sono una cattiva persona. È per questo che non ho amici.)



 
Esiste anche qualcos’altro, da quando Barbanera e il Pirata Gentiluomo si sono incontrati, ed è quel che sta nel mezzo.

È uno sguardo diverso, una finestra aperta su seconde possibilità.

Quel che sta nel mezzo è la scoperta di saper indossare con eleganza indumenti raffinati, è il rendersi conto che anche chi ci ama a volte può sbagliarsi: Edward è cresciuto convinto di non essere destinato a possedere, o anche solo a provare, cose belle, eppure negli occhi di Stede (che brillano più di tutti i gioielli che Barbanera abbia visto in vita sua) la parola mostro si disgrega, si assottiglia, scompare.

Stede è cresciuto convinto che non sarebbe mai potuto essere più di un codardo viziato (è inutile che scappi, ti prenderemo, Baby Bonnet!) ma lì, nel mezzo, scopre che un pirata può essere anche un gentiluomo e che esiste qualcuno in grado di farlo sentire al sicuro, al posto giusto, importante.

Quel che sta nel mezzo sono labbra che si sfiorano con una lentezza struggente, sono la gioia e il terrore del rendersi conto di essere uno la vera felicità dell’altro.



*

 
Gli incubi per Stede non sono mai scomparsi del tutto.
Dopo il suo ritorno sulla Revenge assieme all’equipaggio e a un Lucius che per diverso tempo è stato più morto che vivo, sono ricominciati con una frequenza snervante.
Non è più la luce del faro ad abitarli ma l’ombra del Kraken.
Anche le notti di Ed sono tornate a farsi minacciose e insonni per lungo tempo: i ricordi di un alba solitaria e di una spiaggia vuota lo hanno tormentato fino a quando un giorno la sagoma del Pirata Gentiluomo non è riapparsa sul ponte della nave, fra l’incredulità generale.

Stede e Barbanera hanno impiegato mesi per perdonarsi a vicenda e per perdonare se stessi: ci sono notti in cui capiscono di non esserci ancora riusciti del tutto, quando Stede si sveglia in preda alle allucinazioni, convinto di avere le mani del compagno strette attorno al collo, o quando è Edward a piangere nel sonno urlando il nome dell’altro con una disperazione straziante, o mugolando quello di Lucius, con tono carico di rimorso.
(Domanda perdono, Ed, e questa volta lo chiede davvero.)

Ci sono notti in cui la Revenge si inabissa, sembrata in tanti pezzi dal Kraken; altre in cui fa naufragio contro le rocce, attirata dalla luce di un faro come un marinaio che, pur sapendo di andare incontro alla morte, è inesorabilmente attratto dalla melodia incantatrice delle sirene.

Eppure, anche in quei momenti, non manca mai quel che sta nel mezzo.

Sono le rassicurazioni dolci e sincere di Stede, la promessa di non abbandonare mai più quella felicità che hanno trovato insieme.
“Sono qui e non ti lascio, Ed, te lo giuro.”
Sono le carezze ruvide ma piene di affetto, di perdono, che Ed dispensa al compagno quando i suoi occhi chiari si spalancano terrorizzati dopo un incubo, sporcati dall’ombra di un antico mostro marino.
“Shh, sei al sicuro, Stede. Non potrei mai farti del male, lo sai.”
 
Ed è la certezza che un giorno, forse domani o forse fra un anno, entrambi saranno pronti a scambiarsi quegli stessi voti davanti alla loro nuova famiglia.







 

Il mio, spero non troppo patetico, tentativo di venire a patti col finale della prima stagione.
Rivoglio questi due, li rivoglio insieme, possibilmente ieri.
Grazie a chi ha letto e a chi vorrà lasciare un parere!

Bennina vostra
   
 
Leggi le 14 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Our flag means death / Vai alla pagina dell'autore: leila91