Crossover
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Autore: fenris    12/04/2022    2 recensioni
[Moon Infinity][Kamen Rider] Dalla penna di Xephil e Fenris, tutta per voi la nuova grande cronaca di un incredibile viaggio e della battaglia che ne seguì: Il Male universale ha generato un nuovo figlio, un essere formidabile e spietato tramite il quale minaccia di far sprofondare il mondo nelle tenebre. Due gruppi di guerrieri (uno famosissimo, l'altro un pò meno) si uniscono per fronteggiare questa nuova terribile minaccia. Le due squadre, divise, dovranno però imparare prima a fidarsi l'una dell'altra e combattere insieme per poter vincere. Ma il loro avversario è il vero pericolo? Oppure l'oscurità nasconde molti più segreti di quanti se ne possa immaginare? Venite a scoprirlo, KAMEN RIDER ABOMINATION!
Genere: Avventura, Commedia, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Film, Libri, Telefilm
Note: Cross-over, Movieverse, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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La situazione sull'Arcadia era molto tesa. L'idea che le loro nove paladine, insieme a un rispettato capitano della flotta fossero sparite dopo l'incontro con un solo nemico era semplicemente terrorizzante per civili e soldati allo stesso tempo. I dati raccolti sulla spiaggia avevano per di più confermato che era avvenuto un salto dimensionale, cosa che complicava di molto la loro ricerca.
 
Michael, preoccupato come di rado prima d'allora e incolpandosi per non essere arrivato prima, si era sistemato nel suo ufficio a risolvere equazioni per un po', per poi tornare sul ponte a rassicurare i suoi sottoposti com'era suo dovere. E, con sua somma sorpresa, proprio in quel momento l’Arcadia ricevette da Martina le coordinate per trovare lei e le Warrior Planet tramite una trasmissione d'emergenza.
 
Martina era riuscita ancora una volta a superare le aspettative dell'Ammiraglio e di sua sorella Katia, con somma delizia dei due. L'uomo non perse tempo e diede subito ordine all’intera flotta di prepararsi per la nuova spedizione, mentre contemporaneamente faceva trasferire tutta la popolazione civile dell'Arcadia su Luna Spenta, che sarebbe stata difesa dal suo secondo in comando, Massimo Fenos.
 
Una volta che tutti gli armamenti e i membri dell'equipaggio furono pronti, l'Arcadia si diresse nello spazio profondo, dove avrebbe potuto eseguire il balzo dimensionale in tutta tranquillità. O così almeno Michael sperava....
 
*****
 
Galassia di Andromeda, poche ore prima…
 
Di rado le forze alleate del Male Universale si riunivano, preferendo fare piani in singolo, ma quella che si era radunata nella galassia di Andromeda era un'immensa flotta di astronavi, demoni e altro ancora, tutti lì per ascoltare il piano di Diablo, in quel momento in piedi su una propria navetta. Erano presenti anche diversi esemplari di nemici dei Rider inviatigli da alcuni dei suoi fratelli: Fangire, Smash, Dopant artificiali, Worm e tanti altri ancora.
 
“Grazie per essere venuti. Ammetto che non mi aspettavo arrivaste così in fretta”, cominciò il Rider oscuro, in piedi sul ponte di comando di un'astronave pilotata da una Mirror Beast, mentre diversi schermi olografici apparivano davanti a lui, ognuno a mostrare i capisquadra delle varie razze presenti al momento. Ognuna delle quali di rado andava d'accordo con le altre.
 
“A titolo informativo, parli sul serio? Riguardo l'infiltrarsi sull'Arcadia”, gli chiese una sorta di dinosauro umanoide. Si trattava di uno Zinchiano, una razza di parassiti spaziali. La flotta lunare aveva affrontato più volte loro e le loro sfere di Dyson, stazioni spaziali capaci di distruggere un pianeta, ed era stato proprio durante una delle battaglie con loro che Martina aveva eseguito il sacrificio che l’aveva in seguito obbligata a diventare un cyborg.
 
“Sì, ma sarà impossibile senza il vostro aiuto”, annuì il micidiale Heartdemon, il quale, ritto e fiero sulla navetta con le mani dietro la schiena, sembrava più che mai impersonare il pieno furore e il vigore marziale delle temibili razze infernali.
 
“E perché dovremmo aiutarti? Solo perché sei il giocattolo preferito di Astaroth?”, domandò irato un altro Heartdemon. Questi era stato per millenni un ufficiale di Astaroth e non intendeva piegarsi dinnanzi al primo esperimento raccomandato.
 
“No, perché sono il vostro ufficiale”, rispose semplicemente Diablo, senza vacillare minimamente all’insulto. Insinuazioni così deboli non erano altro che l’abbaiare scontento e inconcludente di miseri cani al guinzaglio, valeva a malapena la pena ascoltarli.
 
Tutti i luogotenenti infernali si misero a ridere in chiaro tono di scherno, ma Diablo si limitò a sospirare. Dopotutto si era aspettato la loro opposizione e sapeva benissimo come inculcare un po’ di disciplina nei cani disobbedienti.
Con un gesto rapido, inserì nel suo Driver la croce coi poteri di Wizard per poi far apparire un sigillo magico davanti a sé, mentre un sigillo identico compariva davanti al demone che aveva parlato. Vi infilò quindi il pugno a grande velocità e l'essere si ritrovò il setto nasale rotto da un colpo secco quando il suddetto pugno emerse dal sigillo centrandolo in pieno volto.
 
“La prossima volta userò proiettili. Letali. D'ora in poi, inoltre, pretendo di essere chiamato signore”, commentò Diablo, ritornando normale e usando un tono calmo ma che al contempo non ammetteva repliche. Come ciliegina sulla torta, la sua aura fiammeggiò intorno a lui come un incendio, manifestando chiaramente il suo potere e la veridicità della sua minaccia.
 
“S-Scusi, signore”, disse il demone tenendosi la parte colpita, che gocciolava sangue come un rubinetto.
 
“Lieto che ci siamo intesi. Dunque, per cominciare, quante sfere di Dyson avete?”, chiese agli Zinchiani presenti.
 
“Non molte, signore, e non abbiamo il tempo per costruirne abbastanza da attaccare l'Arcadia. Ma i nostri ultimi scontri ci hanno permesso di mapparla”, rispose il loro leader facendo apparire una schermata olografica davanti al Rider demoniaco, su cui mostrate un gran numero di sfere grandi come un pianeta attaccare un modello dell'Arcadia. Quest’ultimo poi s’ingrandì mostrandone l'interno.
 
“Fortunatamente l'Arcadia al momento non può usare la sua arma più potente: il cannone pulsar antiprotonico”, affermò Diablo, causando una reazione mista di sollievo e orrore negli Zinchiani, che ricordavano bene come una delle loro basi era stata inghiottita da un buco nero creato da quella micidiale arma.
 
“Ah, giusto. Le due principesse sono sparite con le loro chiavi”, ricordò un demone.
 
“Infatti, ma non per questo possiamo sottovalutare il nemico. L'Ammiraglio ha abbastanza esperienza da trasformare una possibile sconfitta in una vittoria e i suoi sottoposti non sono privi di risorse. Dovremmo lavorare come un sol uomo...volevo dire, mostro, per uscirne vivi. Il problema è che chiunque non abbia il permesso del computer viene disintegrato una volta entrato. Io potrei farcela grazie al DNA della principessa Serenitatis, ma mi sono costruito questo per ogni evenienza.” Concluse alzando un oggetto simile a una campanella piena di cavi, da lui costruito con lo scopo di nascondere la sua presenza almeno il tempo di consultare il supercomputer della nave e uscirne.
 
“Ma perché rischiare tanto quando potremmo semplicemente attaccare la Terra o Luna Spenta?”, chiese uno dei Fangire, diviso tra la sincera curiosità per la missione e il famelico desiderio di farsi una scorpacciata di anime.
 
“Devo trovare Decade e per riuscirci, è essenziale l’uso del supercomputer della loro nave. Se riuscissi a trovarlo e prendere i suoi poteri, allora neanche la regina Eternity, dovesse miracolosamente tornare, potrebbe fare nulla per fermarmi”, spiegò l'Heartdemon.
 
“Sicuro che sia una priorità... Signore?”, domandò cauto un Gurongi.
 
“Sì, tutti i primi Heisei Rider sono spariti e lui è l'unico che può sapere dove sono, ma da alcuni giorni non riesco più a trovarlo nonostante tutti i miei sforzi. Per questo, come ho detto, devo servirmi del supercomputer dell'Arcadia, è l'unico abbastanza avanzato da permettermi di calcolare la sua posizione.”
 
“E dopo?”, chiese un Mahotokoru, un demone delle campagne giapponese giunto con le forze di Dai Shocker. Il comandante di quella orribile orda dunque sorrise sadico e strinse le braccia con aria di superiorità.
 
“Lo trovo, assorbo i suoi poteri insieme alla posizione degli altri Kamen Rider e andremo a cercare loro e le Warrior Planet. Con Decade fuori dai giochi e il suo potere a mia disposizione, non avranno più scampo. Se non ci sono altre domande, vado a esporvi il piano.”
 
*****
 
Poco dopo la riunione di quei demoni, l'Arcadia era pronta ad andare nel mondo dei Kamen Rider. I membri della flotta, alcuni dei quali al corrente della fama di quei micidiali guerrieri, erano speranzosi di poter porre fine una volta per tutte a quella guerra millenaria. Michael e Katia, pur non volendo ammetterlo neanche a loro stessi, erano tra questi ultimi.
 
“Pronti al lancio?”, chiese l'Ammiraglio Moonlein allo staff in plancia. Aveva tracciato chiunque altro avesse ricevuto il messaggio di Martina con l’intento di portarli a bordo il più rapidamente possibile, per poi raggiungere le Warrior e i loro rispettivi compagni, pronto a salvare quelle meravigliose ragazze e porre rimedio al suo ritardo della sera precedente.
 
“Quasi, ma vedo qualcosa sul radar”, rispose un membro dell'equipaggio, spaventato dal numero di navi.

“Sono un misto di navi di vario tipo dell'esercito del Male Universale!”, notò Katia, stupita. La sorella di Martina era una bella ragazza dai capelli neri raccolti in due codine e occhi azzurri, molto intelligente e dotata della completa fiducia dell'ammiraglio Moonlein.

“Cosa?! È la prima volta che attaccano insieme! Quante sono?”, chiese quest’ultimo, stupito.
 
“Almeno un migliaio di navette, ma altre ancora stanno uscendo dalla velocità di curvatura!”, informò l'addetta ai radar.
 
'Cosa vuole fare Astaroth?', pensò confuso l'Ammiraglio. Sapeva come agiva in genere il capo degli Heartdemon e un attacco così diretto all'Arcadia non era da lui, specie non con una flotta così irrisoria. Ma ci avrebbe pensato dopo, per il momento doveva dare gli ordini per la battaglia imminente.
 
*****
 
La lotta tra l'Arcadia e le forze nemiche proseguì in una serie di giravolte, esplosioni pirotecniche e finte manovre attorno alla gigantesca astronave, che restava immobile come una fortezza, assorbendo ogni attacco con lo scudo e rispondendo col suo vasto arsenale.
 
Nel frattempo Diablo si trovava in piedi su una navetta poco lontana, pronto al suo ruolo. “Ricordatevi, attaccate dal fianco destro. La sfera di Dyson arriverà tra dieci minuti”, ordinò il guerriero infernale.
 
“Sì, signore. In bocca al lupo”, rispose il pilota.
 
“Grazie”, rispose roco l’Heartdemon mentre davanti a lui lo scontro spaziale continuava. Osservando la lotta in atto, fu lieto di notare che, per una volta, le varie razze infernali seguivano senza proteste gli schemi ordinati dai loro comandanti in un misto di esplosioni e laser: le varie navicelle volavano attorno all'Arcadia schivando abilmente gli attacchi e rispondendo colpo su colpo con sorprendente efficacia. Gli avrebbero dato tutto lo spazio di cui necessitava.
Con un ultimo sguardo alla battaglia, Diablo prese una delle sue croci e la inserì nella cintura.
 
“Kamen Rider Abomination! OOO: Tajadol!”
 
La sua armatura si trasformò in una versione deforme di una delle varianti dell’armatura di OOO, con linee rosso sangue a ricordare l’anatomia di alcuni volatili e speroni su gomiti e talloni, oltre che sulle ali, ora simili a un incrocio tra quelle di un pipistrello e di un uccello e dotate di strane piume dai bordi affilati. L’elmo, infine, divenne più grande e con una fisionomia simile a quella di un falco, dotato anche di una sorta di becco intorno alla parte orale.
Così trasformato, il Rider demoniaco fece schioccare le ossa del collo e pronunciò deciso: “Anime ruggenti, anime coraggiose dell'infinito amore (il nome Arcadia qua è appunto una sigla per questa frase), a noi!”
A quel punto, saltò dal ponte della navicella e volò attraverso un'autentica tempesta di laser e missili, riuscendo a schivarli tutti seppur spesso sul filo del rasoio. Il suo obbiettivo era un'entrata, per quanto minuscola, che gli permettesse di entrare, e si diresse verso un oblò visibile sul lato della nave. Altri laser e missili provarono a fermarlo, ma le sue ali fremettero e scagliarono le penne che le ricoprivano in ogni direzione, le quali, muovendosi come teleguidate, bloccarono o respinsero ogni attacco a lui diretto, andando anche a impattare contro gli scudi dell’Arcadia e facendoli vibrare per l’impatto.
 
Con un ultimo battito, Diablo arrivò all’oblò sopramenzionato e fece per romperlo con un pugno, quando venne afferrato da una macchia rossa che lo tirò via di forza e cominciò a farlo girare con sé nel vuoto dello spazio. “M-Ma cosa?! Lasciami subito!”, ruggì Diablo alla cosa che l'aveva preso, ancora non identificata.
 
“Sto salvando la vita a un sacco di persone compreso te, deficiente!”, rispose questa con un’irritata voce femminile, prima di trascinarlo dentro un varco e staccarsi da lui, mandandolo a schiantarsi su un qualche sconosciuto suolo solido.
Quando si rialzò, il Rider demoniaco vide di essere finito in un ampio parco deserto di una qualche cittadina altrettanto sconosciuta e che, davanti a lui, c'era una ragazza vestita con un costume simile a quello delle Warrior ma totalmente rosso. Portava i capelli dello stesso colore raccolti in treccine molto lunghe, i suoi occhi erano anch'essi rossi e alle sue spalle fluttuava un mantello bianco con sopra il simbolo del regno dell'Eden. Osservando quei tratti, Diablo riconobbe istintivamente la ragazza, avendone sentito parlare dal suo signore poco tempo dopo la sua nascita.
 
“Moon Space, giusto? Mi aspettavo di incontrare prima o poi l'assassina di lord Belphegor, ma non pensavo così presto. Mi ritengo lusingato”, disse ironico prima di evocare Malphas e lanciarle contro un fendente di fiamme nere.
 
“Sapevo che voi demoni siete delle teste calde, ma tu batti il premio”, commentò la ragazza, parando facilmente l’attacco con una barriera di energia rossa, per poi illuminarsi e far sparire la sua forma da battaglia per ridiventare Angelica, nuovamente nella sua divisa da apprendista della flotta lunare. Questo dettaglio stupì non poco Diablo, che decise di cessare la sua offensiva e adottare un approccio più prudente.
 
“E io non credevo tu fossi ancora solo una cadetta della flotta lunare”, commentò in seguito l’Heartdemon.
 
“Non sottovalutare i giovani. D'altronde alcuni dei tuoi predecessori o i loro compagni erano appena degli studenti quando hanno dovuto prendere le armi, no?”, gli rispose Angelica girandogli attorno.
 
“Così è, ma immagino che tu non sia qui solo per fermarmi”, affermò Diablo, sapendo che, se la guerriera dimensionale avesse voluto solo combattere, l'avrebbe già attaccato.
 
“Infatti, ma prima vorrei tu chiamassi i tuoi uomini e ordinassi un cessate il fuoco.”

“E perché mai dovrei?”, domandò indispettito il figlio di Astaroth.
 
“Perché posso dirti dove trovare non solo Decade, ma tutti gli Heisei Rider”, disse la principessa della Terra con uno sguardo talmente intenso che fece capire all'altro che non si trattava di un semplice trucco.
 
“Ok, hai la mia attenzione. Spiegati”, disse quindi piano Diablo.
 
“Tu ordini la ritirata delle tue truppe e mi affronti in un duello uno contro uno. Se vinco io, tu e i tuoi leccapiedi sparite e ricominci a cercare Tsukasa coi tuoi soli mezzi senza più mirare all’Arcadia. Se vinci tu, ti svelo tutto ciò che c’è da sapere sull’ubicazione sua e degli altri Rider.”
 
“Perché vorresti un simile patto, soprattutto considerando quant’è rischioso per te e Decade-senpai?”, chiese il Rider demoniaco, chiaramente confuso e sospettoso. “Ti sarebbe molto più facile lasciarmi continuare il mio attacco sull’Arcadia e sperare che la loro difesa mi annienti. Dopotutto sai benissimo che la piena potenza di quella nave e del suo equipaggio è qualcosa che non posso ancora sfidare senza paura o un serio rischio di essere distrutto a mia volta.”
 
“Vero, ma so anche che il tuo potere sta crescendo rapidamente, molto più di quanto ci si aspettasse”, replicò seria Angelica. “Anche se ci sono ben più probabilità che tu venga distrutto nella tua folle missione di quelle in cui tu riesca a portarlo a compimento, porteresti comunque la morte di troppe persone nel processo, forse addirittura alla distruzione dell’Arcadia stessa insieme a te. Direi che questo è un metodo ben più sicuro per fermarti, anche se solo temporaneamente.”
 
“E tu credi davvero di potermi sconfiggere da sola, Moon Space?” Il tono di Diablo divenne beffardo. “È chiaro che la mia evoluzione ti preoccupa, dovrei prenderlo come un segno che sono effettivamente più forte di te?”
 
“Non lodarti troppo, ragazzino d’un Heartdemon”, ribatté la guerriera con altrettanto scherno. “Sei ancora ben lontano dal superarmi, come ti dimostrerò tra poco… Se accetti la mia proposta.”
 
Diablo fissò tagliente Angelica, restando in silenzio per minuti apparentemente interminabili e suscitando un certo nervosismo nella seconda, che temeva di sentire un rifiuto. Alla fine, però, il demone si portò una mano all’elmo e attivò il ricevitore incorporato per aprire un canale di comunicazione. “Diablo chiama R-1.”
 
“Qui R-1, signore”, rispose il luogotenente che aveva ricevuto la chiamata, un Roidmude proveniente dal mondo dei Kamen Rider.
 
“Ordina la ritirata. Io sono stato costretto a lasciare il campo di battaglia, la missione è annullata. Vi raggiungerò appena possibile”, spiegò l'Heartdemon. In realtà, il suo piano prevedeva comunque la ritirata delle truppe a un certo punto, ma ormai non aveva senso che proseguissero oltre facendosi eliminare inutilmente. Avrebbe comunque ottenuto ciò che voleva da quell’inaspettato incontro.
 
“Ma è sicuro, signore?”, domandò stupito l'androide prima di eseguire una brusca schivata per evitare dei missili.
 
“Tranquillo, ho un piano B. Ritiratevi subito... E dì che chi osa restare, se mai dovesse sopravvivere, verrà usato come prossima cavia per i prossimi esperimenti di Lord Astaroth. Mai mettere in pericolo la vita dei propri compagni e la missione, se sono io a dare gli ordini”, comandò il Rider demoniaco con un tono che non ammetteva alcuna replica.

“Afferrato, signore. Darò subito l'ordine. Passo e chiudo”, rispose in tono chiaramente spaventato il Roidmude, prima di chiudere e affrettarsi a obbedire.
Anche se non aveva assistito a nessuno di essi, gli esperimenti del leader supremo degli Heartdemon erano incredibilmente infami persino tra le razze del Male Universale. Bastava ripensare a quelli che avevano generato Diablo e i suoi fratelli e sorelle: il numero di anime demoniache che erano state ibridate, mutate, modificate e torturate per crearli era talmente alto da sconvolgere persino gli stessi Heartdemon. E tutte le cavie coinvolte in quegli esperimenti avevano sofferto prima di morire. Sofferto Tremendamente .
 
“Ora a noi, Moon Space. Regole?”, chiese Diablo cambiando Malphas con Abraxas e caricando subito il fucile con una potente aura oscura, pronto al nuovo scontro.
 
“Solo due: possiamo usare solo i nostri poteri senza alcuna influenza esterna e non dobbiamo uccidere. Il primo che rende l'avversario incapace di alzarsi o lo costringe ad arrendersi vince”, spiegò la principessa, scrocchiando il collo.
 
“Ragionevole. Ci sto”, rispose il Rider demoniaco, eccitato dalla prospettiva di combattere anche contro la futura generazione delle paladine della Terra.
 
“Cure Warrior! Potestas spatio tempo, venio at me!”, esclamò Angelica illuminandosi di luce rossa e rindossando il suo costume da Warrior. “Sono la guerriera nata per custodire lo spazio tempo, Moon Space!”
 
“Kamen Rider Abomination: Riderman!”, esclamò per tutta risposta il Driver di Diablo, in cui questi aveva inserito una delle sue croci non appena la guerriera aveva iniziato la trasformazione. La sua armatura divenne più leggera e scura e su di essa apparve una sorta di giacca, mentre l’elmo mutava in una forma più umana, scoprendo anche la bocca zannuta, e il braccio destro veniva sostituito da una sorta di grossa tenaglia.
 
“Superior Nova Labefactum!”, esclamò la Cure Warrior lanciando una raffica di laser dello stesso colore del suo costume. Diablo si mosse con grande nonchalance schivando i colpi o bloccandoli con l’enorme tenaglia, prima di caricare Abraxas e sparare una potente sfera di energia oscura che Angelica bloccò con una barriera energetica per poi correre a sua volta contro l’avversario.
 
Il successivo corpo a corpo fu devastante, pugni e tenaglia che si scontrarono contro pelle e corazza distruggendo il terreno sottostante in un abile scambio di mosse.
“Niente male”, commentò l'Heartdemon tentando un calcio laterale, facilmente parato da Moon Space, la quale trascinò il rivale in un corpo a corpo sempre più acceso composto di prese, pugni e schivate, ognuna delle quali calcolata al millesimo di secondo.
Alla fine, Diablo riuscì a rievocare il suo fidato fucile a pompa e a incanalarvi un raggio di tenebra che spinse indietro Angelica, lasciando alcune bruciature sul suo vestito. Il sorriso di lei sembrava però notificare un certo divertimento.
 
“Non ho ancora mostrato niente, guarda questa”, disse la ragazza materializzando una lunga katana dalla lama color platino, avvolta da un'energia purissima che stupì lo stesso Diablo.
 
“Un'arma potente... Come si chiama?”
 
“Katana della Speranza, appartenente a tua madre. Lei stessa me l'ha data per metterti alla prova”, disse ironica Angelica alzando la lama argentea e rimettendosi in posizione. “Forgiata dallo chef Tony nelle fiamme del Monte Fato, raffreddata nella fabbrica dei gelati Motta. Una lega finissima fatta con un migliaio di Nokia e le pale dei Death Korps di Krieg. Pensi di poter resistere a un suo taglio?”
 
“…Non è un po'...irrispettoso parlare così di una delle più potenti armi dell'universo?”, chiese di rimando il Rider demoniaco, cambiando Abraxas con Malphas e gettandosi in una serie di affondi che Angelica evitò prontamente.
 
“Ehi, ho più di ottocento anni, qualche battuta ogni tanto posso permettermela.”
 
“La guardiana delle dimensioni che ama fare battute di pessimo gusto… Che beffa”, replicò il demone menando un fendente che l’altra parò con uno sguardo scocciato.
 
“Vediamo se preferisci QUESTA beffa!”, tuonò la ragazza prima di sprigionare un’onda di energia biancoargentea dalla sua katana, mentre questa ancora spingeva sulla Malphas dell’Heartdemon. Troppo vicino per schivare, quest’ultimo venne investito in pieno dall’attacco e spedito indietro di diversi metri prima di schiantarsi a terra, il petto bruciato e fumante.
 
“Urgh…energia sacra, eh? Dovevo immaginarlo”, commentò caustico, avvertendo il serio danno causatogli dall’onda. “In tal caso, alzerò anch’io il mio gioco!” E inserì una nuova croce nella sua cintura attivandola con un gesto secco.
 
“Kamen Rider Abomination: Shin!”
 
Subito dopo l’annuncio, il corpo di Diablo venne avvolto da un’aura rosso-verdastra che generò un esoscheletro del medesimo colore sulla sua pelle, simile a un’armatura di metallo organico, modificò i suoi arti in una forma più robusta e insettoide e formò delle lame simili a motoseghe sui suoi gomiti e lunghi artigli sulla punta delle dita. Inoltre, la sua testa mutò in una forma sempre simile a quella di un insetto, ma con enormi mascelle come tenaglie e piene di denti aguzzi, e guadagnò due corna simili ad antenne. Così mutato, il demone lanciò un ruggito stridente così forte che persino Angelica si sentì rabbrividire per un attimo.
 
“’Abominio’ è proprio la parola giusta… Le tue trasformazioni sono un oltraggio e un’aberrazione di quelle dei veri Rider!”, dichiarò preparandosi all’attacco nemico con la Katana della Speranza puntata contro di lui.
Tuttavia, persino Moon Space risultò impreparata alla velocità che Diablo dimostrò scattando verso di lei e scartando poi di lato, appena prima di toccare la sua arma; da quella posizione, il Rider demoniaco si lanciò contro Angelica e, deviata la spada di lei con la propria, l’afferrò alla gola con la mano libera, la sollevò e schiantò al suolo con terrificante brutalità, creando un piccolo cratere sotto di lei. L’Heartdemon aprì allora la bocca e tentò di azzannare il volto di Angelica, ma la guerriera dimensionale, nonostante il dolore e lo stordimento, riuscì a mettere in mezzo la sua katana all’ultimo istante e le terribili tenaglie zannute dell’altro si chiusero così sulla lama producendo un acuto stridio.
Spingendo con entrambe le mani, la Cure Warrior tentò di allontanare la testa di Diablo, tuttavia questi la sorprese di nuovo mollando la presa e allontanandosi di poco, per poi riaprire le mascelle e iniziare a concentrare un’intensa fiamma verde-violacea al loro interno.
 
“Oh no, non provarci!”, esclamò Moon Space premendo il palmo della mano sinistra sull’addome di Diablo e generando un impulso di luce rossa e argento che spinse indietro il nemico e gli bruciò il petto. Per sua sorpresa, però, l’attacco stavolta non ebbe lo stesso effetto superefficace avuto in precedenza, come se la resistenza dell’Heartdemon fosse aumentata notevolmente. Quest’ultimo ringhiò di rabbia e dolore e scagliò il fuoco che stava concentrando in bocca nella forma di un’enorme fiammata tra il verde e il viola, tanto rovente che il terreno su cui passò venne incenerito all’istante e l’aria circostante si deformò paurosamente. Angelica, tuttavia, non si fece intimidire e, concentrata una potente aura bianca intorno alla lama della Katana della Speranza, sferrò un fendente discendente che divise a metà il fuoco, disperdendolo così ai suoi lati.
 
“Tsk! Sei all’altezza della tua fama, Moon Space”, commentò Diablo roteando la propria arma, un ghigno sadico sul volto mostruoso. “Ma questo mi fa venire solo più voglia di combatterti con tutte le mie forze!”
 
“Hai bisogno di trovarti un altro hobby, lo sai, vero?”, domandò sarcastica Angelica.
 
Invece di rispondere, l’Heartdemon si scagliò su di lei e menò una serie di fendenti con Malphas che la guerriera dimensionale bloccò con la propria katana. Ogni volta che le lame entravano in contatto, la forza che sprigionavano generava un’onda d’urto tanto forte da far vibrare l’intero luogo dello scontro.
Seppur potenziato dai poteri di Kamen Rider Shin, tuttavia, Diablo non riusciva a passare la difesa di Angelica, la quale, allo stesso modo, non riusciva a trovare un’apertura nella tecnica del nemico. Lo stallo tra i due durò alcuni minuti, in seguito Diablo cambiò strategia tutto d’un tratto: invece di usare Malphas, il demone protese un gomito e usò i denti delle lame a motosega su di esso per bloccare la katana di Angelica e intrappolarla al tempo stesso. Colta di sorpresa dalla mossa inaspettata, la guerriera non fu in grado di sottrarsi al successivo fendente avvolto in aura demoniaca che la investì in pieno, scagliandola indietro con un’evidente bruciatura sul torace.
 
“Ugh… Ok, questa non me l’aspettavo…”, mormorò Angelica toccandosi la ferita e accigliandosi per il dolore. Non era grave, per fortuna, ma non era cosa da poco riuscire a ferirla, nemmeno per un Heartdemon. “Come temevo, stai progredendo troppo in fretta. Di questo passo, la tua evoluzione potrebbe diventare un serio problema anche prima che tu riesca ad assorbire il potere di altri Kamen Rider.”
 
“Oh? State dunque pensando di eliminarmi qui e ora, altezza?”, chiese Diablo in tono beffardo ma non eccessivamente arrogante. Sapeva benissimo che la guardiana delle dimensioni davanti a lui aveva un potere straordinario che, se avesse abbassato la guardia anche solo per un istante, forse avrebbe potuto distruggerlo sul serio. La sua massima sicurezza in quel momento era il patto di non uccisione che avevano stretto a inizio duello.
 
“No, non intendo farlo. Al di là del fatto che non ho la certezza assoluta di esserne in grado, ho comunque fatto un accordo con te per questo scontro e ne rispetterò le regole. Quindi no, Diablo, non ti ucciderò…” La lama della sua katana prese a brillare di un misto di luce rossa e bianca. “…ma stai pur certo che ti farò molto male e che sarò io a vincere!”
 
“Davvero? Allora provamelo, Moon Space!” Con quell’urlo, il Rider demoniaco inserì rapido un’altra delle sue croci nella cintura e la attivò proprio mentre Angelica muoveva la sua arma per lanciare una raffica di lame energetiche.
 
“Kamen Rider Abomination: Skyrider!”
 
L’armatura di Diablo mutò diventando più umana e semplice, simile a una tuta rinforzata che delineava i suoi muscoli e aveva un colore rossastro sul torso e uno più bluastro sugli arti, mentre la sua testa venne racchiusa in un elmo simile alla testa di una locusta con due lenti rosse. Le tenaglie dentate sparirono, ma la sua normale bocca zannuta restò visibile.
Così trasformato, il demone evitò ogni attacco di Angelica con rapidi movimenti laterali e scatti, al punto che sembrava quasi volare a pochi centimetri dal suolo, scivolando su un cuscino d’aria posto sotto i suoi piedi. Arrivato a portata dell’avversaria, tentò di colpirla con un fendente che lei evitò saltando indietro, ma a quel punto Diablo mosse fulminea l’altra mano, dov’era intanto comparsa Abraxas, e fece fuoco più volte mentre al contempo volava ad altissima velocità intorno ad Angelica. Quest’ultima mosse la sua katana per respingere ogni attacco, ma la rapidità del demone iniziò presto a metterla in crisi, soprattutto quando, a un tratto, Diablo aumentò la velocità del suo volo al punto da creare un vero e proprio tornado intorno alla guerriera dimensionale, sollevandola da terra verso l’alto.
 
Angelica cercò subito di riprendere il proprio assetto, ma l’Heartdemon non le permise di farlo: sfruttando il turbine creato dal suo movimento e la stessa capacità di volo supersonico di Skyrider, Diablo attaccò ripetutamente l’avversaria da ogni lato con fendenti e proiettili dalle sue armi, ferendola ripetutamente, per poi concludere con una picchiata dall’alto, Malphas puntata in avanti e avvolta in una potente aura negativa nera e rossa.
La guerriera dimensionale, fortunatamente, riuscì a sfruttare la sua esperienza per virare a proprio vantaggio la forza del vento: lasciandosi trascinare dalle correnti, Moon Space venne proiettata proprio contro il nemico, incontrandolo a mezz’aria e intercettando la sua spada con la propria. Le due energie vibrarono spaventosamente una contro l’altra, cercando di sopraffarsi reciprocamente, tuttavia alla fine risultarono alla pari ed esplosero con incredibile violenza, scagliando lontano i due duellanti.
 
Con una serie di rapide rotazioni, Angelica riprese il controllo e atterrò aggraziatamente a terra, controllandosi in fretta per assicurarsi delle proprie condizioni. “Stavolta c’è mancato poco…”, commentò dopo aver confermato che erano ancora una volta tutte ferite superficiali o poco profonde.
 
Non lontano da lei, Diablo atterrò con un fluido movimento, la corazza bruciata e fumante per l’esplosione, ma, come nel caso di lei, priva di danni o ferite gravi. “Mi sto davvero divertendo, sai?”, fu la sadica affermazione del Rider demoniaco, le ali sulla schiena frementi come se si stessero trattenendo dallo sbattere per la gioia selvaggia che il loro possessore stava emanando.
 
“Come stavo dicendo, dovresti trovarti un nuovo hobby. Yu-Gi-Oh è tornato di moda recentemente”, rispose Angelica, tirando fuori dal corpetto un mazzo del suddetto gioco e rimettendolo via subito dopo. Diablo le diede la propria opinione nella forma di un velenoso calcio ad ascia, che la principessa fermò a pochi centimetri dal viso prima di tentare di calare la propria spada sulla maschera del rivale.
 
Questi riuscì a evitare il colpo di Angelica e di nuovo partì a razzo verso l’alto, ricaricando Abraxas e scambiandosi raffiche di proiettili rossi e neri con Moon Space. La capacità aerea di Diablo, forte anche dell’esperienza e dei poteri del vero Skyrider, superava qualsiasi combattente volante la Guerriera della Pace avesse mai visto, ma pure lei non era priva di trucchi.
Caricando quanta energia possibile nei polpastrelli, Angelica riuscì a sparare una raffica di raggi energetici sufficientemente ampia da coprire tutta l’aria di fronte a sé. Capendo di non poter schivare completamente quello sciame di laser, Diablo si coprì con le proprie ali e incassò gli attacchi, che riuscirono comunque a farlo precipitare a terra; qui, seppur sofferente per le bruciature riportate, il demone si rialzò e, fatte sparire le sue armi, inserì rapido un’altra croce nel suo Driver.
 
“Kamen Rider Abomination: ZX!”
 
Stavolta l’armatura di Diablo andò a rassomigliare grosso modo al look di un ninja: il suo corpo venne ricoperto da vestiti di durissimo cuoio, lasciando scoperti solo gli occhi, mentre sulle sue ali comparirono dei grossi shuriken. Inoltre, tra le mani gli si materializzò una lunga catena spinata che non perse tempo a lanciare contro Angelica, la quale si ritrovò ad eseguire un rapido gioco di gambe e a levitare appena sopra il terreno per evitare di essere intrappolata.
Avvolgendo la sua nuova arma con un alone di fiamme demoniache, Diablo cominciò a farla roteare in mortali cerchi e si avvicinò sempre di più all’avversaria. Quest’ultima rimase immobile ad attendere il momento giusto, analizzando il più possibile il movimento dell’avversario. Quando infine la catena fu a poca distanza da lei, Angelica alzò la Katana della Speranza affinché si avvolgesse attorno a essa e tirò con forza per far perdere a entrambe le proprie armi e trascinare Diablo in un frenetico corpo a corpo, dove il guerriero infernale rivelò uno stile diretto soprattutto ai punti deboli di Angelica, della quale schivava i colpi spostandosi all’ultimo con ampie acrobazie da perfetto ninja e rispondendo poi con colpi rapidi e precisi che la fecero rantolare di dolore.
 
“Mi sbaglio o non sei poi così avvezza a quella katana?”, chiese sarcastico, sfiorando la mascella di Angelica con un gancio e venendo in risposta preso da un colpo al petto, avvolto nell’energia stellare della ragazza. Il match si intensificò ulteriormente, diventando sempre più rapido e acceso mentre i due cercavano di bucare la guardia avversaria.
 
“Non sbagli, come ho detto l’ho ricevuta in prestito da tua madre. In genere uso un arco, ma credo che sarebbe stato eccessivo per questo duello”, spiegò provocatoria la guerriera dai capelli rossi, prima di afferrare il braccio del rivale e proiettarlo a terra, scaricandogli in seguito addosso un potentissimo laser di energia.
Una terribile pressione si abbatté sull’armatura dell’Heartdemon, ma questi riuscì a resistere al dolore e riattivò il suo Driver con uno scatto, a cui seguì un’esplosione di tenebra dalla forza devastante che costrinse Angelica a retrocedere in fretta e richiamare la Katana della Speranza nelle proprie mani per prepararsi.
 
“Kamen Rider Abomination: V3!”
 
Stavolta la corazza di Diablo assunse una forma simile a quella di uno scheletro con sfumature rosso sangue e verde scuro, speroni su ginocchi e gomiti e un elmo simile alla riproduzione in ossa della testa di una libellula, sempre però con la bocca esposta a mostrare le sue zanne. Le sue ali, infine, divennero di due colori separati, rossa la destra e verde la sinistra, e sembrarono sviluppare un’ossatura più robusta. Così trasformato, con un gesto, l’Heartdemon fece ricomparire Malphas nella sua mano e la alzò, pronto ad attaccare la guerriera dimensionale con la tecnica di Ichigo e la forza di Nigo.
 
“Eccessivo per questo duello? Ora mi offendete, principessa…” La sua bocca dentata si piegò in un ghigno malevolo. “…ma cambierete presto idea!”
 
L’attacco successivo fu più rapido e improvviso di quanto Angelica si aspettasse: spostandosi con un fulmineo movimento laterale, Diablo fu in un attimo alla sua sinistra e sferrò un potente fendente ascendente che la guerriera dimensionale riuscì a deviare con la propria arma, ma venne costretta a indietreggiare dalla violenza del colpo. Il Rider demoniaco non perse tempo e incalzò subito Angelica con una raffica di fendenti misti a stoccate che l’altra deviò o bloccò con una certa difficoltà, evidenziando presto come la sua tecnica, per quanto notevole, fosse inferiore a quella dell’Heartdemon quando diversi attacchi iniziarono a passare e ferirla lievemente su braccia e fianchi.
Tuttavia, Angelica non era la famigerata Moon Space per nulla e compensò rapidamente la minor tecnica con un maggiore incremento di potere: la sua aura rossa e argentea la ricoprì più forte che mai e aumentò la sua velocità e forza a un livello tale che presto gli impatti tra i suoi colpi e quelli di Diablo iniziarono a generare esplosioni soniche e incrinare il terreno sotto di loro.
A un certo punto, sfruttando la sua incredibile flessibilità, la guerriera dimensionale bloccò un affondo nemico e, piegatasi in giù ad angolo retto, piantò le mani a terra e si alzò in verticale per sferrare un calcio rotante alla testa del Rider demoniaco, facendolo indietreggiare con un grugnito stordito. Senza fermarsi, una volta tornata coi piedi a terra, Angelica si scagliò in avanti per approfittare della debolezza nemica.
 
Questa volta, però, fu Diablo a coglierla di sorpresa: rivelandosi ben meno intontito di quanto potesse sembrare, l’Heartdemon spiccò un balzo potenziato dal battito delle sue ali e piombò letteralmente sulla guerriera dall’alto, calando la sua spada avvolta in una potente aura demoniaca con tale velocità che lei non poté fare altro che alzare la sua katana in posizione orizzontale per parare il colpo. La forza dell’avversario unita a quella di gravità, tuttavia, si rivelò troppo grande da sopportare e Angelica crollò così in ginocchio sotto quella tremenda pressione, rallentando Malphas solo quel tanto che bastava per evitare che le mozzasse il braccio, ma rimediando comunque una profonda ferita alla spalla sinistra.
Approfittando subito di quella debolezza, Diablo mosse rapido la gamba destra e colpì le mani di Angelica con un potente calcio che le fece perdere la presa sulla Katana della Speranza e spedì lontano l’arma. A quel punto, il demone avrebbe potuto mirare un colpo mortale al collo della sua avversaria disarmata, ma memore delle condizioni dello scontro, portò invece avanti il nudo palmo sinistro e rilasciò da esso un impulso energetico che sbatté indietro la guerriera dimensionale, mandandola a rotolare lungo il terreno.
 
“Si direbbe che abbiamo un vincitore”, commentò perfido il Rider demoniaco, battendosi Malphas sulla spalla con aria soddisfatta.
 
“Urgh… Quale vincitore, scusa?”, ribatté Angelica rimettendosi rapidamente in piedi e sputando un grumo di sangue a terra. Roteando un attimo la testa per riprendersi dal colpo, la guerriera constatò che poteva ancora combattere senza troppe difficoltà; la ferita alla spalla era l’unico danno davvero serio che doveva considerare e a cui fare attenzione, ma aveva subito di molto peggio nella sua vita. “Devi farti controllare la vista. A me pare che entrambi siamo ancora perfettamente in grado di continuare, non ha vinto proprio nessuno.”
 
“Heh, davvero notevole, Moon Space. La tua resistenza e determinazione sono ammirevoli, non c’è dubbio… Ma credi davvero di poter resistere ancora a lungo?” Per sottolineare le sue parole, Diablo roteò Malphas e la piantò a terra con un gesto secco, spaccando in due il terreno. “Non stai affrontando un semplice nemico. Io porto dentro di me il potere di tutti gli Showa Riders e parte di quello degli stessi Heisei Riders! Per quanto tu sia potente e abile, non puoi sperare di sovrastare tutto questo potere! Non da sola!”
 
“Può anche darsi… Tuttavia se non ci provo, non lo saprò mai, no?”, rispose Angelica con un sogghigno per poi assumere una posizione di guardia marziale con le dita delle mani piegate ad artiglio. “E comunque puoi scordarti che mi arrenda davanti a un ragazzino come te! Fatti sotto, moccioso d’un imitatore!”
 
Diablo digrignò i denti, palesemente infastidito. Non sopportava più di essere definito un imitatore, soprattutto dopo tutto il tempo che Decade ci aveva ricamato sopra insultandolo in mille modi sempre diversi. Era come se si stessero facendo beffe della sua abilità, sottolineando la mancanza di capacità veramente tutte sue. “Ora basta con questa storia!”, ruggì scagliandosi contro l’avversaria con la spada levata. Se proprio non voleva stare giù con le cattive, avrebbe usato le molto cattive! Dopotutto doveva solo evitare di ucciderla, ma mutilarla non significava necessariamente questo!
 
Per sua somma sorpresa, però, la guerriera dimensionale avvolse le sue mani nella propria aura e usò un colpo di palmo per deviare la lama di Malphas; subito dopo, fece un passo avanti improvviso ed entrò così nella guardia di Diablo, approfittandone per colpirlo con una doppia palmata ad addome e costato. L’energia di Moon Space esplose come una granata nel momento in cui le sue mani impattarono sul corpo nemico e lo sbalzò via con crepe evidenti sull’armatura.
Il Rider demoniaco sgranò gli occhi e tossì un misto di saliva e sangue per gli attacchi appena subiti, ma fu Angelica stavolta a non dargli tregua e, balzata in avanti, sferrò una serie rapida e implacabile di tecniche di arti marziali che prima aprivano la guardia dell’avversario con movimenti precisi e ampi e poi lo colpivano ripetutamente ai punti più vulnerabili del corpo con potenti palmate e pugni. Ringhiando di rabbia, Diablo diede un potente battito d’ali verso il basso, generando una raffica di vento che allontanò Angelica e gli permise di recuperare terreno; a quel punto, rivestì Malphas di energia demoniaca e sferrò una serie di fendenti che lanciarono numerose lame energetiche verso la guerriera, la quale rispose generando una barriera di luce stellare che respinse ogni attacco. Quello stallo, tuttavia, permise all’Heartdemon di cambiare di nuovo le sue croci:
 
“Kamen Rider Abomination: Amazon!”
 
A quel suono, una potente energia negativa mutò il corpo di Diablo in una forma stavolta fortemente simile a un rettile, come nel suo primo scontro con le Warrior Planet: la sua corazza si ricoprì di squame e parve divenire più simile a pelle verde scuro con zigrinature rossastre, i muscoli di petto e addome divennero più evidenti e di colore ocra e le sue estremità di braccia e gambe vennero avvolte da un’armatura nero pece e dotata di artigli e punte affilate. L’elmo assunse a sua volta una forma rettiliana con creste e occhi rossi luminosi e le sue zanne divennero più grandi e aguzze, al punto da spuntare fuori dalla bocca.
Così trasformato, Diablo lanciò un ruggito raccapricciante e, fatta sparire Malphas, si lanciò su Angelica coi suoi nuovi artigli. La guerriera dimensionale usò subito la sua tecnica marziale per rispondere all’offensiva, ma se da una parte lei aveva maggiore abilità, controllo e precisione, ora il Rider demoniaco vantava invece forza, velocità e imprevedibilità ben più elevate. Come nel primo duello contro le predecessore di Moon Space, la forma Amazon aveva reso lo stile di combattimento di Diablo più simile a quello di una fiera rabbiosa o di un berserker, tanto diretto e al contempo caotico da essere paradossalmente quasi impossibile da prevedere, e questo costrinse Angelica a cedere parecchio terreno mentre cercava di contrastarlo.
 
Punte e artigli avvolti in energia demoniaca incontrarono ripetutamente palmi, pugni e calci rivestiti di energia stellare, generando violente e continue esplosioni che devastarono il campo di battaglia mentre i due duellanti continuavano a combattere con un’intensità sempre maggiore, i corpi di entrambi che si coprivano di ferite a vista d’occhio.
A un certo punto, Angelica deviò una sferzata di avambraccio di Diablo e controbatté con un calcio che spinse indietro l’avversario, ma questi sembrò ignorare il dolore e si mosse in avanti con un altro attacco delle punte sulle sue braccia che la guerriera schivò prontamente, per poi controbattere con una sequenza di tre rapidi colpi di palmo alla schiena ora esposta dell’altro. Al momento di subire l’ultimo attacco, però, l’Heartdemon si voltò di scatto e spazzò il terreno con un calcio che centrò in pieno le gambe di Moon Space, mandandola a schiantarsi per terra. Diablo alzò allora un braccio e calò una violenta artigliata, tuttavia Angelica fu capace di rotolare via in tempo e gli artigli dell’avversario colpirono solo il duro suolo sottostante, facendolo letteralmente esplodere per la potenza immessa nell’attacco. Rimessasi in piedi, la guerriera dimensionale corse in avanti e deviò altre due artigliate del Rider demoniaco con altrettante palmate, poi ne sferrò un’altra dritta al volto nemico, sbalzandolo di lato e facendogli sputare sangue; in risposta, però, Diablo si mosse seguendo il movimento della propria testa e colse così di sorpresa Angelica con un fendente improvviso delle punte sull’avambraccio sinistro, lacerandole un lembo di carne del ventre.
 
‘Maledizione! Di questo passo, altro che ferite non mortali: finiremo per ucciderci a vicenda senza nemmeno accorgercene!’, pensò la guerriera dimensionale stringendo i denti per il dolore e continuando a contrastare i colpi implacabili del Rider demoniaco. ‘Bisogna arrivare a una conclusione al più presto!’
 
Numerosi altri scambi dopo, nel ruotare per l’ennesima volta su sé stessa con più forza possibile, Angelica sferrò un pugno superpotenziato d’aura positiva che stavolta intercettò e si schiantò direttamente sull’artigliata pregna di potere negativo di Diablo. Le due energie opposte si contrastarono per un istante e poi esplosero con inaudita violenza, generando un’onda d’urto tanto potente da distruggere completamente il terreno nel raggio di almeno 50 metri e scagliare via entrambi i duellanti, che rovinarono a terra parecchio più lontano coperti di polvere, detriti e sangue sia proprio che dell’avversario.
Dopo secondi interminabili, tutti e due si rialzarono barcollanti, feriti e ansimanti ma con degli sguardi ancora carichi di energia e voglia di combattere. Per quanto nessuno dei due volesse cedere, tuttavia, era chiaro che il loro duello non poteva continuare ancora per molto tempo, che lo volessero o meno.
 
‘Non avrei mai pensato che potesse arrivare a un potere simile mentre è ancora così giovane e in piena evoluzione…’, pensò Angelica asciugandosi il sangue che le colava sulla tempia da una ferita alla testa. ‘Non voglio nemmeno immaginare che potere avrà se dovesse acquisire anche i pieni poteri degli Heisei Riders… Se poi dovesse addirittura assorbire la Croce di Fuoco… Astaroth, dannato pazzo, ti rendi conto che, di questo passo, potrebbe superarti e rivoltarsi anche contro di te?!’
 
‘Devo ammettere che è più resistente e tenace di quanto potessi immaginare… Non per nulla è degna del titolo di guardiana delle dimensioni’, si disse invece Diablo pulendosi il sangue colato sul mento. ‘Se non fossi riuscito a prendere il potere degli Showa Riders prima di questo scontro… Heh, odio ammetterlo, ma per quanto stia amando questo duello, non posso nemmeno io continuare così in eterno. Non se voglio completare la mia missione.’
 
“Direi…che siamo in una situazione di stallo”, disse finalmente Angelica, una volta ripreso un po’ di fiato.
 
“Così sembra”, replicò Diablo con un sorriso stanco. “Ma dubito continuerà ancora per molto. È chiaro che siamo allo stremo, perciò è probabile che uno di noi commetterà un errore nel prossimo futuro…”
 
“…e questo permetterà all’altro di vincere. Per una volta siamo d’accordo”, concluse Moon Space. La guerriera mosse in seguito una mano e la Katana della Speranza le volò nel palmo, di nuovo splendente di energia stellare. “Ma cosa ti fa pensare che sarai tu a prevalere?”
 
“Non posso averne la certezza, ovvio…” Il ghigno del Rider demoniaco si allargò mentre le sue dita si stringevano intorno e sollevavano l’ennesima croce. L’energia negativa che questa emanava bastò a suscitare un brivido freddo e un tremendo sospetto nella guerriera dimensionale. “…ma ho ancora un asso da giocare. E l’ho tenuto apposta per questo momento!” E la inserì nella sua cintura.
 
“Kamen Rider Abomination: Ichigo!”, fu l’annuncio del Driver demoniaco, cui seguì lo scatenarsi di una micidiale aura e l’aumento della muscolatura di Diablo, ora chiuso in una corazza verde scuro e nera dall’inconfondibile motivo a cavalletta che aveva reso al contempo celebre e famigerato il primo di tutti i Kamen Rider e la cui nuova maschera sembrava l’annuncio di un’era di puro terrore. La terra stessa si spaccò allo sprigionarsi del potere di Ichigo, corrotto dalla sua prigione.
Senza ulteriori preamboli, il Rider demoniaco si chinò a raccogliere potere per un Diablo Kick, lo stesso con cui aveva sconfitto ognuno dei suoi avversari più potenti, Ichigo compreso. L’aura infernale che lo circondava crebbe presto al punto che particelle di polvere e frammenti di terreno cominciarono a volargli attorno e l’aria circostante si distorse paurosamente.
 
‘Avrei dovuto portarmi dietro le altre. Mannaggia al mio orgoglio’, si rimproverò Angelica, mettendosi in una posa da iaido e canalizzando potenti fiotti di energia nella Katana della Speranza. Come nel caso dell’avversario, anche la sua aura aumentò tanto da alterare il paesaggio circostante, ma stavolta di un’energia tanto splendente da sembrare una stella nascente.
 
Il processo dei due avversari, ora madidi di sudore, coperti di ferite e trafitti da crampi ai muscoli di tutto il corpo, continuò per quasi un minuto. L’energia combinata che stavano accumulando sfiorò livelli impensabili, al punto che il cielo stesso si scurì e le nuvole cominciarono a rilasciare prima piccole seppur visibili scariche elettriche e, in seguito, veri e propri fulmini iniziarono a cadere intorno ai due, mentre il vento soffiava sempre più violento e assordante.
 
Infine si scagliarono l’uno contro l’altra. Diablo compì un breve balzo, piegò le gambe a mezz’aria e prese infine a scendere in picchiata con un calcio teso nella posizione che aveva reso celebri i suoi predecessori, mentre Angelica piantò la punta della spada nel terreno e corse a rotta di collo in avanti, in attesa di rilasciare tutta l’energia accumulata in un ultimo fendente ascendente.
 
“Basta così!”, li interruppe una voce appena prima che si scontrassero, mentre due varchi temporali si materializzavano davanti ai contendenti, i quali non ebbero la possibilità di curvare ed evitarli. Così, entrambi si ritrovarono all’improvviso in aria per poi cadere dritti verso terra, dove si schiantarono in modo brusco ma non troppo doloroso. Rialzatisi e sputato un po’ di terriccio, i due videro Tsukasa davanti a loro, già trasformato.
 
“Tsukasa, che ci fai qui?!”, domandò Angelica. Il Rider si avvicinò con passo severo, le dita strette attorno alla pistola.
 
“Vi risparmio dall’uccidervi a vicenda”, affermò autoritario, rivolgendosi dunque all’avversario dell’amica. “Diablo, interrompi lo scontro e vattene ora e, in cambio, io mi offrirò spontaneamente a te tra tre giorni.”
 
L’Heartdemon, tornato normale, mosse con grande cautela occhi e piedi, tenendosi a debita distanza dal guerriero in magenta. Non era certo sopravvissuto alle sue prime settimane di vita, trascorse nel peggior regime d’allenamento immaginabile, fidandosi del primo patto vantaggioso che gli veniva offerto.
“E dove dovremmo rincontrarci?”, chiese sospettoso, aspettandosi che al punto promesso ci sarebbe stata la stessa orda di Kamen Rider che l’aveva fermato giorni prima.
 
“Recati al tempietto di Okinawa che c’è a quest’indirizzo”, disse Tsukasa, lanciandogli un biglietto che venne preso al volo. “C’è un portale diretto alla mia locazione. Non lotterò insieme ad altri, non ti impedirò di affrontarmi e non scapperò sul più bello. Ci batteremo per l’ultima volta con tutte le conseguenze che verranno dall’esito, qualunque esso sarà.”
 
“Ti ringrazio per la franchezza, Decade-senpai… Ma verrò comunque ben accompagnato. Non per aiutarmi in combattimento, solo per assicurarmi che non farai uno dei tuoi soliti trucchetti. Dopotutto, non si sa mai...specie con te”, disse sarcastico Diablo, prima di evocare un vortice in cui svanì, scambiando un ultimo sguardo con Angelica.
 
Una volta sparito lui, la guerriera dimensionale sciolse la sua trasformazione e si diresse subito dall’amico. “Tsukasa, ma sei serio? Qui si rischia di mandare a puttane l’intero piano!”, esclamò indignata la principessa, dandogli un colpetto sulla spalla.
L’armatura del fotografo svanì in multiple immagini traslucide, mostrando sulla faccia di lui un’espressione alquanto pensierosa. Era chiaro che non aveva concesso la propria posizione a cuor leggero.
 
“Sono molto serio”, disse lui con tono fermo, prima di addolcirsi. “Sta tranquilla, custode. Così come te, anch’io non avrei tentato questo patto, se non avessi avuto la certezza di poterne uscire vivo. Anche se sei stata molto incauta verso la fine… Quasi arrogante, oserei dire.”
 
“Lo ammetto, mi sono lasciata troppo prendere dall’adrenalina, oltre che dal fatto che si è rivelato molto più forte di quanto immaginassi”, gli concesse Angelica, deglutendosi e maledicendo la sua presunzione. “Spero tu sappia quello che fai comunque, o saremo davvero nei guai.” Con un sospiro di resa, prese il suo comunicatore: “Nonno Michael, mi ricevi?”
 
“Sono qui, bambina mia. La flotta nemica si è ritirata all’improvviso e stiamo tutti bene. C’entri tu per caso?”, chiese l’antico condottiero, che aveva avuto già modo di vedere molte volte cosa la sua dolce e testarda nipote era capace di fare.
 
“Sì, ho trattato con Diablo. Era lui a capo dell’attacco”, spiegò lei. “Ora se n’è andato. Sono riuscita a ritardarlo e darci altro tempo, tuttavia non posso dire di essere certa dei risultati.”
 
“Sta’ tranquilla. Con te in giro, ho imparato che tutto si può risolvere per il meglio.”
 
‘Ah, magari fosse così’, sospirò la ragazza, ripensando ai mille errori fatti nei suoi otto secoli e mezzo di vita, in particolare quelli legati alle persone che amava.
 
“Ti voglio bene, nonno. Buona fortuna”, concluse prima di riavvolgersi in un’aura rosso fuoco che si trasformò nel suo costume.
 
“Arrivederci, Ammiraglio”, salutò a sua volta Tsukasa. “Spero che, dopo quest’ultima faticaccia, potremo goderci un bel bicchiere di sakè insieme.”
 
“Ricambio i vostri auguri, ragazzi miei. Ricordatevi di non perdere mai la voglia di combattere. Finché avrete anche solo un briciolo di volontà, potrete sempre fare la differenza”, concluse Michael, con un tono pieno d’affetto per la Cure Warrior e una nota di rispetto per Decade.
 
A quel punto, i due guerrieri dimensionali si diedero un ultimo saluto, prima di svanire nei rispettivi portali.
 
Angelica si diresse verso casa, intenta a riposarsi prima dell’ultimo atto di quella complessa storia e pregare che tutto andasse per il meglio.
Altrove, anche Michael si sedette sulla sua sedia, al centro della plancia, e alzò una mano per attirare l’attenzione dei propri sottoposti.
 
“Arcadia... Go!”
 
*****
 
Mentre le forze del bene e del male si erano preparate al prossimo e terrificante scontro, in un oscuro angolo di una galassia ormai quasi distrutta, una grossa sfera ne aveva mostrato le mosse a una titanica figura.
Astaroth aveva osservato per lo più impassibile gli scontri tra i suoi figli e l'alleanza tra le Warrior e i Kamen Rider, concedendosi a volte qualche sprazzo di emozione. Come una soddisfatta risata quando il povero Ifrit si era visto negare la possibilità della lunga vita che sognava.
Per quanto amasse portare distruzione o piegare interi imperi al suo volere, a volte Astaroth viveva solo per quei momenti in cui trasformava le emozioni altrui nei suoi giocattoli.
 
 Al momento, il globo mostrava le coppie di combattenti avvicinarsi separatamente a Osaka sui rispettivi veicoli, fermandosi di tanto in tanto per riposarsi o allenarsi. “Cominciavo a credere che questo giorno non sarebbe mai arrivato”, disse soddisfatto l'essere noto ai più come il Male Universale, nascosto dall'oscurità del suo antro. “Ho finalmente la possibilità di distruggere in un colpo solo le paladine dell'Eden e quei seccatori che giocano a fare i samurai. Dopodiché nulla sarà in grado di fermarci.”
 
In quel momento, un portale si aprì accanto al colossale demone e ne emerse Diablo. Le ferite riportate nello scontro con Angelica erano guarite e l'aura del Rider demoniaco sembrava tornata a piena potenza. Con un gesto fluido e riverente, questi s'inginocchiò. “Mio signore, vi porto buone nuove.”
 
“So già tutto, figlio mio, ma voglio sentirle dalla tua bocca”, ordinò il signore infernale, sistemando gli affilati artigli sul suo nero trono, un gesto che denotava un piccolo nervosismo. Angelica non si era sbagliata: la capacità evolutiva della sua ultima creazione cominciava a intimorire persino Astaroth.
 
Pur avendo notato il gesto del suo signore, Diablo decise di non darvi peso: “L'attacco all'Arcadia non è andato come speravo, ma lo scontro con Moon Space mi ha aperto la migliore delle possibilità: tra tre giorni troverò di nuovo Decade-senpai e questa volta ho e avrò la certezza che non scapperà da me. Molto presto il suo potere sarà mio e a quel punto non sarà difficile trovare gli altri Rider e prendere anche il loro.”
 
“Molto bene, questo è per noi il migliore degli sviluppi”, affermò soddisfatto Astaroth, prima di indicare la sfera. “Tuttavia, i nostri nemici raggiungeranno lo stesso luogo contemporaneamente al vostro presunto incontro. Ad attaccarli ora separatamente, c’è il rischio che Michael si metta in mezzo, ma farò in modo che non possa raggiungere il luogo dove ti incontrerai con Decade. Almeno il tempo necessario a procedere col piano.”
 
“Mi perplime solo una cosa: Decade-senpai sa meglio di noi che i nostri nemici arriveranno lo stesso giorno in quel luogo e dubito che sia così sciocco da credere che non prenderemo precauzioni per impedirgli di arrivare. Pensa di potermi comunque sconfiggere da solo, in caso si trovi davvero senza aiuto? O c'è altro che ci sfugge?”, chiese Diablo in tono interrogativo, avendo imparato ad aspettarsi l’imprevisto in ogni circostanza.
 
“L'ipotesi più probabile è che si sia messo d'accordo con Diend, ma sa che anche in quel caso prenderemo delle precauzioni. E io ne ho una in particolare”, affermò il signore degli Heartdemon con un ghigno visibile anche tra le tenebre. In quel momento, dieci sfere di un malato violetto scesero tra lui e Diablo, assieme alle orde di mostri che avevano aiutato il Kamen Rider ad attaccare l'Arcadia
 
La vista delle sfere, tuttavia, portò uno strano turbamento in Diablo. E un chiaro fastidio, nato da un che di familiare che avvertì provenire da esse. “Padre... Mio signore, cosa sono queste?”
 
“Un fallimento. Un fallimento, però, a cui ho deciso di dare un'ultima occasione. Assicurati che la faccia contare”, rispose con tono quasi sadico Astaroth, facendo volteggiare e vorticare quegli inquietanti globi in un unico punto, finché questi non presero a fondersi generando una terribile aura che terrorizzò anche i più crudeli dei mostri presenti. In particolare, alcune delle razze affrontate dagli Heisei Rider sentirono una sorta di dolore nel petto e si fecero indietro, come se temessero di venire risucchiati dal quel blasfemo gorgo.
 
“...quelli...sono i miei fratelli?!”, domandò Diablo preso da un atroce sospetto e, per la prima volta, da un senso di reale terrore. Questo quasi tranquillizzò Astaroth, lieto di sapere che anche la sua migliore creatura non era immune alla paura.
 
“Sì, esatto. I loro corpi sono stati distrutti, ma il loro spirito ha resistito ed è tornato alla fonte...cioè me. E adesso avranno una chance di vendicarsi. Uniti saranno ancora meglio di come li avevo progettati all’inizio”, spiegò Astaroth, mentre il vortice cominciava ad assumere una forma vagamente umanoide.
 
“...è davvero necessario, mio signore? Anche se hanno fallito, hanno comunque svolto il loro dovere”, insistette Diablo. Non poteva dire di essere mai stato davvero legato ai suoi fratelli, ma, a dispetto di quello che tutti, compresi questi ultimi, potessero pensare, in realtà non li aveva mai odiati e aveva provato un sincero rispetto per ognuno di loro nel vederli combattere con tanta determinazione e forza contro le Warrior Planet e i Kamen Rider, nonostante fossero stati alla fine sconfitti. Per questo, quello che ora le loro anime stavano per subire non gli piaceva affatto. “Trasformarli in questa amalgama in cui ogni loro identità sarà perduta... È...”
 
“Dovrei sprecare un simile potenziale quando siamo tanto vicini alla vittoria? No, Diablo. Utilizzeremo qualsiasi sporco trucco per finirla una volta per tutte”, fu la spietata replica del signore infernale.
In quello stesso istante, con un terribile urlo di dolore, il vortice di anime si condensò finalmente in una fumosa figura umanoide dalla forma ancora nascosta dall'immenso buio di quel luogo. L'essere appena nato ringhiò pericolosamente, alzandosi con lentezza e puntando due occhi color dell'ambra su Diablo.
 
Il Rider demoniaco si era finora fatto vantato di non essere intimorito da niente e nessuno. Né le Warrior Planet, né i leggendari Showa Riders l'avevano mai spaventato e nemmeno gli impressionanti poteri di Decade e Moon Space gli avevano impedito di agire o combattere con tutto sé stesso.
Ma ora, davanti al terrificante e quasi infantile sguardo della mostruosità che gli stava davanti, nemmeno lui poté trattenersi dal fare un passo indietro. Non perché si sentisse più debole di quell'essere, tutt'altro, ma la sua mera esistenza era talmente aberrante da disgustarlo profondamente e indurlo inconsciamente ad allontanarsi da esso. Soprattutto perché avvertiva chiaramente l'energia di coloro che erano stati suoi fratelli e sorelle vorticare al suo interno, in uno spaventoso e raccapricciante caos.
 
“...è rivoltante. Non credo ci siano altre parole per definirlo”, non riuscì a trattenersi. “Non ha nemmeno volontà propria, a malapena sarà in grado di distinguere nemici da amici e questo tenendolo al guinzaglio! Che utilità può davvero avere questa...cosa?!”
 
'Farti fuori qualora decidessi di ribellarti, nel caso fosse necessario', pensò Astaroth, soddisfatto dalla reazione del figlio. Ovviamente, non diede voce ai suoi pensieri e si limitò a dire: “Consideralo il tuo cane da guardia, per ora. E un asso nella manica in caso di imprevisti. Non preoccuparti per la sua intelligenza: ne ha quanto basta per obbedirti senza fare storie.”
 
Diablo si voltò verso il suo creatore, una smorfia perplessa e lievemente scocciata sulla bocca zannuta. Quando parlò, tuttavia, la sua voce uscì controllata e calma: “Padre, avete dubbi sulla mia forza, per caso? Credete che non sia in grado di sconfiggere Decade da solo?”
 
“Oh, non ho dubbi che tu sia più che capace di batterlo. Ma dopo tutti i guai che ha causato”, affermò il potente Heartdemon alzando il collo taurino e il tono di voce “credo che quel cosiddetto ‘distruttore’ meriti un po' di sana umiliazione. Idem per le Warrior Planet. Non vedo l’ora di godermi la visione dei loro corpi martoriati… E soprattutto l’espressione dei miei fratelli nel sapere che siamo stati noi ad assestare il colpo di grazia ai nostri nemici!” Concluse quelle parole con una risata roboante e sadica, talmente pregna di malvagità che l’aria stessa parve gridare per il dolore che quel suono le arrecava.
 
Intanto la bizzarra e sfortunata creatura nata dai fratelli di Diablo si alzò in piedi, muovendo i suoi primi goffi passi, e i mostri radunati lì intorno si mossero immediatamente più lontano da essa, nervosi e timorosi di scatenare una qualsiasi reazione da parte sua.
 
Diablo osservò ancora l'abominevole creatura e l'esercito assegnatogli da Astaroth e decise di non parlare oltre. Ormai il suo signore e creatore aveva preso la sua decisione e discuterne non avrebbe cambiato niente. Doveva fare solo una cosa: adempiere alla sua missione acquisendo il potere dei rimanenti Kamen Rider e distruggere le Warrior Planet, per poi conquistare anche la potenza della Croce di Fuoco. Il potere assoluto.
 
Eppure, nonostante il misto di eccitazione e impazienza che gli suscitava la prospettiva di combattere una guerra tanto grande e ottenere una potenza incommensurabile, i suoi occhi continuarono a spostarsi verso l’orrido amalgama che portava le anime dei suoi fratelli e sorelle, che, persino in mezzo all'assordante cacofonia dell'esercito infernale e alla risata maligna del suo signore, risuonava nelle sue orecchie come il più atroce degli stridii.
 
In quel momento, nel nero e corrotto guscio che avvolgeva in una morsa di puro male il cuore del Rider demoniaco, una piccola, quasi impercettibile crepa parve aprirsi e una luce scintillò per un attimo attraverso di essa.
 
'Questo...non è giusto.'
 

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1) Armata di Warhammer 40k
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Una buona serata a tutti voi lettori, io e Xeph ci auguriamo che abbiate trascorso mesi piacevoli dal nostro ultimo aggiormento. Io personalmente sto facendo i miei primi passi nella magistrale e il mio collega nel mondo del lavoro. Nello scorso capitolo si è conclusa la presentazione di Rider e compagne, questo può invece considerarsi il vero prologo alla battaglia finale della storia, prima della quale metterò( in settimana, salvo imprevisti) una raccolta di ' file sulle razze di mostri affrontati nel corso degli anni dai nostri eroi in motocicletta. E a questo proposito, a chi di voi è piaciuto Venom, consigliamo di guardare l'ultima stagione, Kamen Rider Revice. Intanto sentiti ringraziamenti.
  
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