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Autore: Stria93    14/04/2022    1 recensioni
[My Dress-Up Darling ]
"Kitagawa è come la luce del sole che in quel momento danza sulle onde. Ha divelto la porta della camera buia e angusta in cui si era rinchiuso, irrompendo con il suo brio e la sua spumeggiante naturalezza; spalancando il passaggio a quanto era rimasto tagliato fuori dalla sua vita per anni."
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sunshine

- Sai, mi è venuta sete. Vado a bere un altro po' di tè. -
Kitagawa si volta e corre verso la spiaggia, lasciandosi dietro un guizzo dei suoi capelli dorati e l'inconfondibile scia di profumo alla ciliegia, ora unito alle note salmastre dell'oceano.

Gojo si ritrova da solo ad ammirare l'immensa distesa di sfumature blu.
La luce del sole gioca con il movimento morbido dell'acqua. La brezza marina lo avvolge. La sabbia gli solletica i piedi nudi immersi fino alle caviglie, scorrendo tra le dita. Deve sforzarsi un po' per mantenere l'equilibrio e contrastare la spinta della risacca ma ci sta prendendo gusto e quel dondolio è divertente.
Il ragazzo inspira, assaporando quelle sensazioni che vanno ad aggiungersi al corollario di ciò che di inedito è stato portato nella sua vita eremitica da quando Marin Kitagawa ha fatto il proprio ingresso nel laboratorio di cucito, quel giorno benedetto.
Averla accanto è una ventata di vitalità che fin dal primo istante ha scompigliato le sue giornate solitarie.

Non ha mai rimpianto la mancanza di legami con i suoi coetanei: erano le sue adorate bambole gli amici di cui si circondava. Quando si dedicava a loro, vedendole prendere forma sotto le sue mani, si sentiva colmato da una felicità che era certo fosse impossibile sperimentare altrove. Non avrebbe rinunciato alla sua passione per timore del giudizio altrui, ma non possedeva neppure il coraggio per affrontarlo, finendo per ritirarsi in un isolamento tanto volontario quanto vigliacco.
Sono sempre stati lui, il nonno e le bambole. Non c'era spazio per nient'altro. Nessun altro. Si era convinto che andasse bene così. Non aveva bisogno di nulla di più.
Ma le bambole restano bambole: mute, immobili e perfette, indifferenti ad ogni cosa nella loro regale maestosità. L'espressione serena di quei volti candidi non può essere turbata da niente al mondo. E Gojo trovava rassicurante questa serafica immutabilità... finché non è arrivata lei.
Non è una bambola, Marin Kitagawa. Ride, piange, si arrabbia, arrossisce. Il suo viso è una cornice fatta per accogliere un variegato cabaret di emozioni, precluso ad ogni Hina-Ningyo.

Kitagawa è come la luce del sole che in quel momento danza sulle onde. Ha divelto la porta della camera buia e angusta in cui si era rinchiuso, irrompendo con il suo brio e la sua spumeggiante naturalezza; spalancando il passaggio a quanto era rimasto tagliato fuori dalla sua vita per anni.
Tesori che nella penombra rimanevano nascosti, Kitagawa li ha svelati. Ha dato voce a ciò che taceva da lungo tempo dentro di lui, forse per paura, comodità o semplice abitudine. Ha ravvivato un fuoco che dormiva sotto le ceneri e aggiunto un salutare tocco di caos alla sua tranquilla esistenza, portando meraviglia spesso mista a panico.
Lo ha preso per mano e accompagnato fuori dal guscio, mostrandogli quanto potesse essere bello là fuori. Senza mai un giudizio, mai un segno di disapprovazione. Mai un tentativo di forzarlo ad essere diverso da se stesso, eppure trasformandolo inconsapevolmente.


Gojo sorride all'orizzonte. Sarà un'estate indimenticabile.





[500 parole]

  
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