Anime & Manga > Haikyu!!
Ricorda la storia  |      
Autore: Kodama_    14/04/2022    4 recensioni
[AtsuHina | 1400 parole]
Atsumu e Shouyou si trovano all’interno di una parentesi. Dentro la parentesi c’è giusto lo spazio per loro due e per una margherita.
(Shouyou prepara il tè, Atsumu nel frattempo pensa agli scenari apocalittici e ama esageratamente.)
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Atsumu Miya, Shouyou Hinata
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Mentre i grattacieli ci crollano addosso


Piove. Shouyou gli dà le spalle mentre prepara del tè verde, canticchiando una canzone, e Atsumu gli fissa la schiena. Shouyou sembra minuscolo, con le spalle che scompaiono sotto il pigiama sgualcito. Atsumu vorrebbe toccargli i capelli, la curva del collo.
Piove. Le gocce di pioggia picchiettano sulla strada, sul tetto, sulla finestra. Scandiscono un tempo che in quel momento ha cessato di scorrere, di esistere, di essere. Almeno per un po’, almeno finché rimarranno in quella cucina striminzita.
Fuori è buio. La cena è finita da un pezzo. Atsumu e Shouyou si trovano all’interno di una parentesi. Dentro la parentesi c’è giusto lo spazio per loro due e per una margherita. Si sta stretti, ma ad Atsumu piace. È come se il segreto per cristallizzare il tempo fosse nascosto lì, in due persone che si stringono. O almeno, così gli piace immaginare.
Atsumu fissa Shouyou che armeggia con il bollitore, poi chiude gli occhi. Ascolta la pioggia, ascolta Shouyou che canta sottovoce.
La voce di Shouyou è bella e gentile. Anche la pioggia di quella notte è bella e gentile. E sarebbe bello baciare Shouyou sotto la pioggia. Ma sarebbe bello baciarlo anche lì, in cucina, le dita intiepidite dal vapore.

“Atsumu-san,” gli domanda dunque Shouyou, smettendo di cantare. “Cos’è che mi volevi dire?”


E mentre Shouyou finisce di preparare il tè, Atsumu precipita rovinosamente in un gorgo fatto di margherite e temporale.

Atsumu non ricorda quando è iniziato. In principio, si è trattato di un susseguirsi di meraviglia e gentilezza. Shouyou è luce, catartica delle volte e bruciante altre, e Atsumu ha sempre subito il fascino delle cose luminose. Poi sono arrivati i silenzi che non avevano bisogno di essere riempiti per risultare confortevoli. Poi, quando Shouyou veniva a trovarlo nel suo appartamento sempre più spesso e Atsumu si sentiva sempre più euforico e grato, ha capito. E quando Atsumu ha capito, era oramai troppo tardi per porsi qualunque tipo di domanda. Atsumu è innamorato e non c’è nulla che si possa dire o fare a riguardo.
Atsumu non può amare piano, o sottovoce, o dignitosamente, o con il contagocce, o con prudenza, moderatezza, discrezione. Atsumu può solo amare furiosamente. Terremoti e tremori febbrili, l’amore deve pulsargli insieme al sangue dentro i polsi, il cuore deve battere sempre più veloce, infatuato e raggiante, un vulcano che esplode. Atsumu guarda Shouyou, palpita, freme come la superficie dell’acqua, diventa pozzanghera, diventa oceano, sistole e diastole di sale e di baci che non ha il coraggio di dare. È vulnerabile, struggente, invincibile, perché quando ami con tutto te stesso ti senti un po’ così, un animale morente che comunque ha l’arroganza di continuare a scalpitare, vibrante di vita. L’amore ti trasforma in qualcosa di temerario, di tremendamente stolto, di esagerato, di miserabile. Ed è bellissimo. È splendido. È assolutamente privo di senso. È pericolosissimo.
Atsumu guarda Shouyou e non capisce se stia fissando un campo assolato di girasoli o un precipizio rovinoso.
Shouyou gli porge il tè in una grande tazza.
“Ecco,” dice sorridendo.
Atsumu ringrazia e si porta la tazza alle labbra.

Fuori piove e il tè scotta. Shouyou, mentre attende pazientemente che Atsumu gli dica quello che gli deve dire, soffia con le guance gonfie nella tazza. Una nuvoletta di vapore gli sfuma la faccia.
Oh, pensa Atsumu. Voglio questo. Voglio questo per tutta la vita.
Vuole. Vuole come quando vede qualcosa di bellissimo in un negozio. Una bellissima camicia in vetrina, o un bellissimo giocattolo quando era bambino, o il budino di Samu. Vuole, vuole, vuole. Ma adesso è diverso, perché quando Atsumu guarda le camicie in vetrina non ha mica voglia di mettersi a piangere. Non pensa mica ‘voglio questo per sempre’. Adesso vuole, desidera, non soltanto con gli occhi, ma con la parte più insita e adombrata della sua anima, quella che di solito resta celata talmente a lungo da portarti a dimenticare persino che esista. Poi, non appena la percepisci di nuovo, pensi oh. E ti ricordi cosa significa desiderare l’eternità.
Il vapore sprigionato dalla tazza di tè continua a salire. Sfuma i contorni di Shouyou, che si tramuta una sagoma rossa e caliginosa.
È un po’ come una fiaba, pensa Atsumu mentre beve il tè a piccoli sorsi e si scotta la lingua. È un po’ come una fiaba. Sembra finto, sembra immaginario, sembra una specie di sogno, sembra che qualcuno abbia fatto un dipinto e io ci sia finito dentro, eppure Shouyou è qui, io sono qui, è reale, è vero.
Shouyou-kun, vorrebbe dirgli. Io non lo so cosa sta succedendo. O meglio, lo so, lo so benissimo, non mi fa paura sapere di essere innamorato, soltanto che tra il saperlo e il viverlo c’è tipo un universo di differenza. Non so spiegarlo bene, ma è come se dall’altra parte ci sia l’apocalisse. Io e te siamo qui, al sicuro, con la pioggia, dentro la cucina, ma dall’altra parte io sto morendo, dall’altra parte mi stanno massacrando, dall’altra parte sta crollando tutto e la cosa strana è che è bellissimo lo stesso. Vivere è meraviglioso, soprattutto quando il mondo si sbriciola e tu ti sbricioli con esso.
Atsumu spalanca la bocca, le parole si aggrovigliano fra loro e poi si nascondono in profondità come una tartaruga quando reclina la testa nel guscio. La manifestazione articolata tramite sillabe di quello che prova finisce ingoiata insieme a un altro sorso di tè.
“Shouyou-kun,” lo chiama poi invece. “Qual è la cosa che ti piace di più?”
Shouyou allontana la tazza di tè dal viso, l’espressione attenta.
“Giocare a pallavolo.”
Atsumu sorride. “E dopo?”
Shouyou riflette per qualche secondo, poi lo guarda e gli dice: “il mare.”
“Perché il mare?”
“Perché è bellissimo,” risponde Shouyou. “Perché fa paura. Perché ti può uccidere e quindi ti fa sentire vivo. Perchè è instabile e imprevedibile. Perché è sempre, sempre affamato. Lo fisserei per ore.”
Perciò, l’amore è un po’ come il mare. Shouyou stesso è un po’ come il mare per cui stravede, e quindi è come l’amore. Insondabile, cangiante, catalizzante, soffice come la sabbia, insidioso come l’alta marea che giunge all’improvviso. Il mare può regalarti storie e conchiglie, o può farti affogare. Shouyou anche.
Ma non importa. Atsumu ha sempre subito il fascino dello squilibrio, dell’imprevisto, del pandemonio, degli scenari apocalittici e di quelli smielati. Atsumu fisserebbe Shouyou - l’amore, la fatalità dell’amore - per ore, proprio come Shouyou fisserebbe il mare. E quindi che arrivi pure la tempesta. Che arrivi pure la fine del mondo, che saltino tutti in aria. Lui si crogiolerà comunque sotto lo scroscio di acqua, a prescindere se sia fatto di veleno o di margherite. Perché amare è meraviglioso, soprattutto quando è così intenso, soprattutto quando si ama dentro una parentesi in cui si sta stretti stretti che eppure racchiude il segreto dell’infinito.
“Atsumu-san,” lo chiama Shouyou, da sopra la tazza. “Cos’è che volevi dirmi?”
Che ti amo. Ma tipo, tantissimo. Voglio sposarti. Voglio andare a vedere tutto il mondo con te, viaggiare pure nello spazio, sulle stelle che ti piacciono tanto, giocare a pallavolo con gli alieni. Voglio pure che ci chiudiamo dentro una stanza e che ci restiamo dentro finché non muoriamo di vecchiaia, a mangiare sushi e a vederci Netflix e a giocare ad Animal Crossing. Voglio che ci sia un’apocalisse zombie e voglio che io e te combattiamo insieme. Voglio che mi abbracci quando non riesco neanche a guardarmi allo specchio. Poi voglio farti vedere quanto sono bravo. Voglio portarti al luna park e voglio che tu vinca un orso gigante per poi regalarmelo davanti a tutti. Voglio che mi prepari la colazione e io chiederò a Samu di prepararci il pranzo. Voglio portarti all’acquario. Voglio baciarti. Voglio che mi insegni il portoghese. Voglio che balliamo intorno al tavolo della cucina mentre fuori il mondo crolla.
Atsumu non dice nulla di tutto questo. Gli dice solo: “domani andiamo al mare. Se ti va. Così ti dirò quello che ti devo dire.”
Shouyou scopre i denti in un sorriso.
Lui sa. Shouyou sa perfettamente quello che gli deve dire, Atsumu glielo legge negli occhi luccicanti.
“Va bene,” acconsente infine. “Allora me lo dirai domani. È un appuntamento, giusto?”
“Giusto,” risponde Atsumu.
Il sorriso di Shouyou diventa più largo. Poggia la tazza, oramai vuota, poi allunga il braccio e gli accarezza la guancia.
Atsumu chiude gli occhi. Sente il canto della pioggia, i polpastrelli morbidi di Shouyou premuti sulla sua pelle, l’odore di tè verde rimasto appiccicato alle sue mani.
La notte, cristallizzata, durerà ancora.
La fine del mondo è dolcissima.


Note
CIAOOO non volevo dire niente con questa storia ma è stato un momento carino per staccare un attimo con il pensiero! Grazie per aver letto davvero !!! <3333
See ya!
   
 
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Haikyu!! / Vai alla pagina dell'autore: Kodama_