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Autore: Dalybook04    15/04/2022    0 recensioni
Nell'antichità ogni tanto nascevano persone magiche con delle voci speciali, talmente belle da far tremare le montagne ed esplodere i cuori dei nemici, distruggere le mura nemiche o far fiorire le colture anche durante gli inverni più rigidi. Erano persone molto, molto speciali, e venivano venerate al pari degli dei. Ne nasceva uno su un milione, erano rarissimi. Non ne nascono più da un migliaio di anni, forse di più.
Ma sarà davvero così?
Genere: Dark, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Nord Italia/Feliciano Vargas, Spagna/Antonio Fernandez Carriedo, Sud Italia/Lovino Vargas
Note: AU, Lime | Avvertimenti: nessuno
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Appena Feliciano vede suo fratello e Antonio tornare, lascia la mano di Ludwig e corre loro incontro insieme ai bambini che li hanno visti. Travolge suo fratello e lo abbraccia forte, scoppiando, e questa volta il verbo è una descrizione accurata, a piangere.
"Sta... state bene?" il corpo di Lovino è caldo, respira e non esita a stringere il fratellino. È vivo.
"Sì" Lovino ride quando i piccoli travolgono lui e Antonio, il quale, nonostante l'umore cupo, sorride a sua volta e stringe i bambini più vicini a sé.
Feliciano nota distrattamente che alle spalle di suo fratello ci sono Sadiq, Eliza e Gilbert, il quale è stato placcato dal proprio fratello, e nota anche che qualcosa non va.
"Com'è andata la... la battaglia?" mormora, la voce più roca di quanto si aspettasse. Lovino gli stringe la mano per avvertirlo di non dire troppo.
"Ne parliamo dopo, mh?"
Il sole è splendente, l'erba rigogliosa, il fiume ai loro piedi scorre e i bambini ridono. È tutto assolutamente perfetto, idilliaco, incredibile, come se non si fosse appena consumata una delle più memorabili battaglie della storia dell'umanità.
Lovino allontana da sé il fratello e si inginocchia davanti ai piccoli, che subito lo investono e lo riempono di domande.
"Non è successo nulla di interessante" li interrompe, con un sorriso "ma è finita, abbiamo vinto. Potete tornare dalle vostre famiglie" a quelle parole scoppia il putiferio: urla, pianti di gioia, di tristezza, abbracci, corse a comunicare la novella ai bambini rimasti in casa ignari della situazione...
Lovino alza un po' la voce e si zittiscono "quelli che hanno una famiglia da cui tornare ci torneranno, troveremo una sistemazione a quelli che l'hanno persa o da cui non vogliono andare" torna a sorridere, con aria paterna "ora andate a fare le valigie, su"
E, alla spicciolata, chi dando un bacio sulla guancia a Lovino, chi correndo senza voltarsi indietro, chi rifugiandosi a piangere tra le braccia di Antonio o di Feliciano per qualche secondo, alla fine tutti i bambini vanno nelle loro stanze a prepararsi.
Non appena anche l'ultimo bambino si è allontanato, Feliciano si pianta davanti al fratello.
"Ora mi spieghi che è successo? Ci sono stati dei feriti? Dei... dei morti?"
Lovino scambia un'occhiata con Sadiq prima di parlare, cosa che a Feliciano non piace.
"Nessun ferito e nessun morto, né da una parte né dall'altra"
"E che razza di battaglia è? Meglio per noi eh, però mi sembra strano che..."
"Non c'è stata una battaglia infatti" sbotta Eliza.
"Come?!"
"Non abbiamo combattuto" riprende Lovino "semplicemente abbiamo buttato tutti le armi"
"Ma non ha senso! Anni di tensione e..." Feliciano assottiglia lo sguardo, la situazione gli puzza. Guarda prima suo fratello, che è inspiegabilmente tranquillo, Antonio, che invece è inspiegabilmente zitto, e di nuovo suo fratello. A ben vedere, ha lo stesso sguardo e lo stesso sorriso di quando ha resuscitato Antonio: una calma perfetta, di chi ha fatto quel che era destinato da sempre a fare. Feliciano sgrana gli occhi.
"Hai cantato! Hai... hai cantato e li hai convinti a..."
"Non dire stronzate, Feli, non sono mica un mago" il sorriso di Lovino sta diventando irritante "andiamo a vedere cosa stanno combinando in casa" afferra il braccio del fratellino e lo trascina verso la casa, con una morsa ferrea che non lascia spazio a repliche. Feliciano ha il tempo giusto di girarsi verso Ludwig e lanciargli un'occhiata che, spera, sia abbastanza significativa, prima di venire portato via.
Per fortuna lo è, o se non lo è comunque Ludwig ha in mente la stessa cosa che ha in mente lui perché, non appena i due ragazzi hanno la possibilità di rimanere da soli qualche minuto in camera di Feliciano, Ludwig riferisce di aver indagato proprio come voleva chiedere quell'occhiata.
Al piano di sotto, a quelli di sopra e nelle stanze intorno a loro si stanno organizzando i preparativi per le partenze prossime, così Feliciano ha approfittato del caos per scappare via da suo fratello e sgattaiolare in camera sua; Ludwig lo ha raggiunto poco dopo e i due si sono abbracciati forte non appena si sono visti.
"Ho chiesto a Gilbert che diamine sia successo" mormora Ludwig, controllando con un'occhiata che la porta sia chiusa. Ci manca che qualcuno li senta.
"E? Hai scoperto qualcosa?"
"Sì... avevi ragione, tuo fratello ha cantato prima che iniziasse la battaglia, ma non si è sentito niente, come se avesse usato gli ultrasuoni o cose simili. Secondo Gilbert ha usato delle frequenze che hanno attivato qualche ormone o disattivato qualcosa, sta di fatto che tutta la voglia di combattere è scomparsa o quasi, così... si sono semplicemente accordati per la pace. La cosa interessante è che lo stanno facendo in, be', tutto il mondo"
"Quindi è finita?"
"Già. Sadiq se n'è andato subito proprio per gestire la situazione"
"E Antonio? Perché era strano?"
"È preoccupato che facciano del male a Lovino. Gilbert li ha sentiti che discutevano... Antonio non voleva che facessero tornare subito i bambini e vorrebbe che Lovino se ne stesse nascosto per un po' per sicurezza, ma Lovino non ha voluto sentire ragioni. Sembra che sappia qualcosa che sa solo lui"
"Uhm... indagherò anch'io. Prima o poi gli scucirò qualcosa" no, non ci riuscirà.
"Non si deve sapere che è stato Lovino" aggiunge Ludwig "comporterebbe una quantità di conseguenze enormi e..."
"Sì, ho capito. E le altre creature? Potranno..."
"...tornare sulla Terra? Sì. Si stanno organizzando" Ludwig bacia il ragazzo castano tra i capelli "credo che tornerò in Germania per un po' con Gilbert... dobbiamo chiarire delle cose in famiglia e tutto"
"Anche io pensavo di tornare in Italia... mi manca. Ci andrò con Lovino e lo metterò sotto torchio finché non mi dirà tutto" tra una cosa e l'altra si distrarrà e non lo farà più di tanto e comunque Lovino non gli dirà niente "comunque ci possiamo sentire via telefono, no?"
"Certo. Tutte le sere" risponde Ludwig, in fretta. Feliciano sorride e lo bacia.
"Ti amo. Torno da mio fratello prima che si accorga che me ne sono andato"

Eliza non riesce a stare ferma. I suoi sensi sono all'erta, e come darle torto? Si è preparata per giorni, anni se volete, a uno scontro, che alla fine non c'è stato. Il canto di Lovino può anche averla calmata, ma la tensione di cui si è caricata per tanto, tanto tempo rimane lì, meno di quanta ce ne fosse prima ma comunque fastidiosa.
Gilbert è seduto su una vecchia poltrona a guardarla fare avanti e indietro. Fino a poco prima c'era anche Ludwig con loro, poi Feliciano lo ha trascinato a ballare alla piccola festa che hanno organizzato per festeggiare la vittoria e l'ultima sera tutti insieme, prima che, la mattina dopo, i primi bambini inizino a tornare a casa. Ci vorranno due settimane prima che tutti trovino una sistemazione, tra famiglie che non vedono l'ora di riaccogliere i loro piccoli e altre che sono disposte a conoscere un nuovo bambino.
"Hai fatto avanti e indietro cinquantatré volte negli ultimi sette minuti" interviene Gilbert a un certo punto "siediti dai"
"No!" la ragazza si ferma nel bel mezzo della stanza "hai idea di quanta tensione io abbia accumulato?"
"Più o meno" vedendolo alzarsi e avvicinarsi a lei, Eliza inarca un sopracciglio.
"Cosa vuoi fare?"
"Sfogare la tensione. Be', non proprio la tensione" Gilbert si gratta la nuca, a disagio "più che altro... l'ansia, ecco. Avevo ansia che ti succedesse qualcosa, così... uhm... ho riflettuto e..."
Eliza intuisce dove quel discorso balbettato voglia andare a parare, d'altronde ci girano intorno da anni, da quando si conoscono probabilmente, se lo aspetta. Così afferra il viso del ragazzo tra le mani, mentre quello ancora blatera quello che vorrebbe essere un discorso romantico, lo fa abbassare e lo bacia sulle labbra.
"Oh" la faccia di Gilbert è comica, sembra un pesce lesso. Eliza lo trova adorabile.
"Già. Oh"

Lovino si guarda intorno, il binario a cui si è fermato il treno che ha preso è affollatissimo. Stringe il manico del suo trolley e cerca la sua famiglia con lo sguardo fino a quando non si sente chiamare. Si gira appena in tempo per essere travolto prima da Maria Rosa, che gli si è precipitata incontro, poi dagli altri tre, più lenti nella corsa. Li stringe forte, il trolley è caduto ma pazienza, non è che abbia granché dentro. Per la foga lo sollevano persino da terra, facendolo scoppiare a ridere.
"Due anni senza farti vedere!" lo rimprova Maria Rosa, ha le lacrime agli occhi e sta continuando ad abbracciarlo senza sosta.
"Scusate" ha avuto i suoi motivi, ma non è il momento di parlarne. Ora vuole solo farsi abbracciare.
"Maronn, ma siete gemelli o cosa?" Gaetano è il primo a notare Feliciano, che si guarda intorno a disagio con il suo trolley e quello del fratello, l'ha raccolto da terra, tra le mani.
"Ma va, è piccino lui" ride Lovino, allontanandosi e dando una pacca sulla spalla al fratellino "vero?"
"Veramente sono più alto io"
"Solo di un centimetro"
"Comunque piacere, Feliciano" il ragazzo sorride e porge la mano ai tre sconosciuti, che si presentano, Maria Rosa lo abbraccia persino.
"E l'uomo tuo 'ndo sta?" domanda Salvatore mentre escono dalla stazione.
"A Madrid. È andato dalla sua famiglia per un po', poi ci raggiungerà qui"
"Un po' quanto?"
"Boh. Una settimana, due? Andiamo a mangiare la pizza, vi prego, sono in astinenza"

Francis osserva il paesaggio sempre uguale della campagna francese tagliato in un rettangolo dal finestrino del treno, mentre al suo fianco Arthur sta leggendo. Francis scenderà a Parigi per tornare dalla sua famiglia, Arthur procederà fino alla Manica, dove lo aspetta un traghetto per l'Inghilterra e il successivo treno per Londra. Prendere l'aereo sarebbe sicuramente più veloce, ma quelle ore con Francis valgono la pena. Non che l'abbia detto, la scusa è stata che ha paura di volare.
"Mon amour?"
"Mh?" il protagonista sta per morire, possibile che quel francese debba interromperlo proprio nel momento clue?
"Vuoi essere il mio ragazzo?"
"Ah, non lo ero già?"
I passeggeri intorno a loro chiaccherano, il treno sferraglia e scivola sulle rotaie. Poi Francis scoppia a ridere.
"Je t'aime" fa girare il viso ad Arthur e lo bacia, piano "vuoi restare da me a Parigi? Ho un piccolo appartamento tutto per me..."
Arthur alza le spalle "okay. Tanto i biglietti me li paga lo stato"

Antonio esce dal gate dell'aereoporto e cerca l'autista con lo sguardo, ma quando una figura piccola, più bassa di lui, gli si lancia addosso per abbracciarlo come prima cosa pensa che l'abbia scambiato per qualcun altro.
Gli ci vuole un po' a rendersi conto che quella figura minuta è sua madre, non perché Isabella sia cambiata granché negli ultimi anni, solo qualche ruga in più e i capelli più corti, ma perché il giovane tutto si aspettava meno che trovarla lì, né che lo abbracciasse con tanta enfasi. Sconvolto ricambia la stretta e si rende conto che in fondo in quegli anni gli è mancata almeno un po'. Pochi secondi dopo suo fratello si avvicina, Isabella è corsa incontro al figlio ritrovato lasciandosi momentaneamente indietro l'altro, e si unisce all'abbraccio.
"Il mio bambino..." Isabella lo scruta, attenta e per una volta davvero materna, e lo trova così cresciuto... ormai un uomo in tutto e per tutto "abbiamo tante cose di cui parlare, non credi?"
"Uhm... sì"
João tira uno scappellotto al gemello "se sparisci di nuovo senza dire una parola mi faccio figlio unico, te lo giuro!"

Due settimane e mezzo dopo Lovino è in aereoporto a guardarsi intorno. Si sistema una ciocca di capelli dietro all'orecchio, batte il piede in terra, il volo da Madrid è atterrato da pochi minuti, lo ha detto l'autoparlante...
Non appena vede Antonio uscire si mette a correre e gli salta addosso per abbracciarlo. Antonio, che questa volta se lo aspetta, lo solleva da terra per stringerlo meglio e i due piccioncini si scambiano un bacio.
"Mi sei mancato, mi amor" Antonio lo bacia di nuovo, ancora e ancora, stanno dando spettacolo ma chi cazzo se ne frega.
"Vi dispiace staccarvi? Esistiamo anche noi" Lovino fa il medio a suo fratello e a Salvatore, che l'hanno accompagnato lì, ma alla fine si allontana dal suo ragazzo, che lo mette giù, e si danno giusto un altro bacio prima di separarsi del tutto. A quel punto Feliciano abbraccia a sua volta Antonio, che ride e lo stringe.
"Felì! Ti sei fatto più alto o sbaglio?"
"Speriamo di no" brontola Lovino. Antonio si separa dal cognato non ancora ufficiale e stringe la mano a Salvatore, con un bel sorriso stampato sul volto.
"È bello conoscerci dal vivo, finalmente"

Lovino sgattaiola fuori dalla sua stanza, momentaneamente divisa con il fratellino, e cammina piano verso il salotto. Dal divano-letto Antonio lo sente arrivare e si gira a guardarlo.
"Lovi? Mi hai spaventato" si mette a sedere e gli porge la mano "stai bene? È tardi, hai avuto un incubo?"
"Feli è al telefono col crucco da un'ora e mezza e non mi lascia dormire" risponde quello, sdraiandosi accanto all'ospite senza neanche chiedere il permesso.
"Ma è l'una di notte"
"È quello che gli ho detto io. Perché sei sveglio?" Lovino stringe la mano del suo bastardo e gli accarezza piano il dorso, soffermandosi sulle vene in rilievo sulla sua pelle scura. Lo osserva attentamente per cercare qualche segno di squilibrio, di disagio, piccolo stronzetto premuroso quale è.
"Non riesco"
"Mh. Perché?"
Antonio torna a sdraiarsi e sorride al suo querido "pensieri. Non sembra vero che possiamo starcene qui, tranquilli, senza nessuno che ci perseguiti o..."
"Fai corna" e il napoletano si tocca le parti basse in gesto scaramantico "e con i tuoi com'è andata?" glielo ha già chiesto, ovviamente, ma ora che sono faccia a faccia, da soli, si fida di più della risposta. Antonio fissa il soffitto, quel poco del lampadario che viene illuminato dai lampioni esterni e sembra pensarci un po'.
"Incredibilmente bene. Mamma si è preoccupata in questi anni e... ed è stata molto, non so, materna. Credo che quando sono sparito si sia sbloccato qualcosa. Ah, e ha detto che vuole conoscerti"
"Oh. Tuo padre?"
"Non s'è fatto vedere e non mi interessa cercarlo"
"Tuo fratello?"
"Al solito, era solo un po' più apprensivo. Vuole conoscerti anche lui"
"E... sei felice?"
"Credo di sì. È quello che mi stavo chiedendo"
Lovino lo bacia sulla guancia. Si sentono le loro voci bisbigliate, le risatine di Feliciano dalla stanza accanto e qualche rumore da fuori, ma è come se ci fossero solo loro nel mondo "ti meriti una famiglia che ti ama, te l'ho sempre detto"
Antonio si volta a guardarlo e gli sorride "e se ce la costruissimo noi?"
Il sorrisino sarcastico di Lovino sembra illuminare il mondo "è una proposta di quel tipo per caso?"
"Forse. Accetteresti?"
"Non ora. Siamo ancora giovani, no? E ci sono tanti di quei casini che ci manca solo un matrimonio o dei... dei figli. Ritenta tra qualche anno" si baciano, sulla bocca questa volta "e soprattutto dillo prima agli altri e a Feli, o ti ammazzano"
"Devo chiedere a loro il permesso di sposarti?"
"Mh, non è che devi, ma meglio se lo fai"
"Tuo nonno..." c'è una domanda nascosta in quelle due parole, o forse sarebbe più corretto dire che ce ne sono troppe.
Lovino sceglie di rispondere a quella più semplice.
"Non serve che tu gli chieda la mia mano o minchiate simili. Mi offendo se lo fai" ridacchia, baciando il suo futuro sposo sulla bocca "quindi occhio"
"Okay" Antonio lo stringe, capendo quel che c'è da capire. Niente novità "come lo vuoi l'anello?"
"Sorprendimi" si baciano ancora. Lovino abbassa lo sguardo e continua "sta lavorando per... sai, le leggi, quelle robe lì. Il nonno intendo. Hanno chiesto il suo aiuto, visto che è una Bella Voce pure lui ed è stato generale eccetera... con Feli siamo passati a Roma prima di venire qui e, uhm, l'ho incontrato per... per qualche minuto. Credo che voglia ricominciare appena la situazione si sarà calmata"
"E tu vuoi?"
"Credo di sì. Posso provarci"
Antonio gli bacia il dorso della mano "qualunque cosa accada, sarò qui a sostenerti, siempre"
"Basta con le cose sdolcinate per stasera" Lovino lo bacia, ne approfitta per chiudere gli occhi e scacciare le lacrime ai lati delle palpebre. Ride, due soffi fuori dalle sue labbra "posso dormire qui, vero?"
"Per me certo, ma non so se i tuoi amici poi mi castrano" e detto questo, lo spagnolo lancia un'occhiata preoccupata al corridoio che porta alle camere da letto dove dormono gli altri, completamente silenzioso. Lovino alza gli occhi al cielo, giocherellando con i capelli ricci dello spagnolo.
"Ma per favore! Lo sanno che abbiamo scopato e che sono due anni che praticamente conviviamo. Avranno capito che ormai abbiamo fatto tutto quel che si può fare, siamo tutti adulti qui, tranne Feli e se scopro che fa cose con il crucco ci penso io a castrarlo, nessuno si scandalizza"
Antonio alza le spalle "mi sembrano abbastanza iperprotettivi, e comunque non abbiamo fatto tutto quel che si può fare"
"Hai capito cosa intendo e ti ho già detto che non mi faccio legare"
"Non c'è limite alla fantasia, Lovi... e potrei farmi legare io"
Lovino ci pensa su per qualche istante "si può fare. Magari non qui, ci sono cresciuto qua dentro"
"Be'... immagino che ora che siamo adulti dovremmo trovarci un lavoro o cose simili. Presumo che avremo una casa nostra"
L'italiano alza gli occhi al cielo, divertito "ho detto basta con le proposte romantiche per stasera"
"Ho fatto un'ipotesi. Ti piace come ipotesi?"
"Mh, forse, però voglio la vasca da bagno"
"Ci posso stare, ma con il soffione della doccia" Antonio bacia la spalla del suo ragazzo al di sopra della maglia sottile del suo pigiama.
"Andata" e si baciano per suggellare la promessa. Lovino tira leggermente i capelli del suo amore, baciandolo appena sotto alla mandibola "e se..."
"Uhm, non ho tanta voglia adesso" mormora Antonio, allontanandosi di qualche centimetro da lui "scusa"
"Oh, figurati" Lovino torna a rannicchiarsi contro di lui, nonostante sia estate e faccia un caldo indecente.
"Non sei tu, davvero. Solo che non..."
"Antò, lo so. Va bene. Non ti devi scusare" lo bacia sulla fronte "è un tuo diritto dire no, giusto? Quando sono io a dirti di no lo rispetti e basta, faccio lo stesso per te"
"Grazie"
"Non devi ringraziarmi. È decenza umana"
"Ti amo"
"Anch'io. Dormiamo?"
"Le coccole però le voglio..."

Lovino si guarda allo specchio, nervoso. Si sistema la giacca scura, nonostante sia perfettamente a posto.
"Lovi, sei pronto?" suo fratello entra nel suo camerino, il violino tra le mani.
"Secondo te?" Lovino fa una piccola giravolta, lasciandosi guardare.
"Sei perfetto. Andiamo dai, tra poco tocca a noi"
Sono a un concerto di beneficienza, organizzato per risarcire le vittime della guerra e celebrare il secondo anniversario della pace tra gli uomini e le altre creature. Li hanno invitati per un'esibizione di canto e violino, esibizione che stanno preparando da settimane ormai. È stato loro nonno a suggerire i loro nomi.
Sul palco un gruppo di folletti sta finendo la loro esibizione e dietro alle quinte ci sono Antonio e Ludwig, pronti a placare qualsiasi crisi di nervi delle rispettive dolci metà.
Feliciano raggiunge e bacia il suo ragazzo, un bacio un po' troppo lungo per i gusti di Lovino, che però glielo concede, e quando si separano gli sorride "non distogliere lo sguardo da me. Neanche un secondo"
Ludwig, così rosso da far quasi preoccupare per la sua salute, annuisce comunque sicuro di sé in qualche modo "ja. Non vedo perché dovrei farlo"
Antonio intanto ha stretto le mani di Lovino tra le sue, forte "non ti auguro buona fortuna. Non ti serve, sei eccezionale così" gli bacia il dorso della mano sinistra, dove spicca un piccolo anello all'anulare. Alla fine non sono riusciti ad aspettare più di tanto, giovani impazienti, e così tra pochi mesi si sposeranno "dimostra loro quanto vali e andrà tutto bene"
Lovino gli fa l'occhiolino "ovvio" dice e si solleva sulle punte per baciarlo "ti amo"
"Anch'io. Sfonda tutto, voglio poter dire di essere il fidanzato del cantante più bravo del mondo"
Lovino ride "cretino" e, dopo un altro bacio, si gira verso il fratello. Gli porge la mano, che quello stringe forte, e insieme salgono sul palco.
Sono passati due anni e tutto va bene.
Passerà una vita e tutto continuerà ad andare bene.
Direi che se lo sono meritati, non trovate?

Ehm
Hello.
Finisce così questa storia.
Vabbé che sono una perfezionista di merda, ma non sono soddisfatta. Un po' per mancanza di ispirazione, un po' per motivi personali, un po' perché ho questa cosa che dopo un po' mi stanco delle storie e perdo interesse nello scriverle, sta di fatto che ho fatto un po' un pastrocchio e mi scuso se non ho rispettato le aspettative e se gli aggiornamenti non sono stati puntuali come avrei voluto. Comunque, that's it.
Spero che abbiate apprezzato e ringrazio chi è arrivato fino a qui. Vi è piaciuta la storia? Avete consigli, curiosità, critiche, insulti? La sezione per le recensioni è lì apposta ;)
Io vi saluto e vi ringrazio di nuovo per tutto.
Un grande abbraccio a tutti voi
Daly

 

   
 
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