Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: Cida    15/04/2022    15 recensioni
[BodyOfProof!AU]
Quando il detective Overland decide di tornare a casa, il medico legale Bleket non ne è particolarmente felice, soprattutto perché alcuni misteriosi omicidi li costringono ad essere a stretto contatto. Ferite mai rimarginate tornano a sanguinare, mentre un nuovo tipo di giustizia si fa largo in città.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Anna, Elsa, Kristoff
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Capitolo 1


 

«Quindi il tuo nuovo misterioso partner arriva oggi?» Anna diede un piccolo sorso alla sua mug fumante «Sei riuscito a scoprire qualcosa su di lui?»
Kristoff finì di sistemarsi il colletto della divisa «Sì, sembra uno che sa davvero il fatto suo»
«E come mai un tipo così in gamba avrebbe deciso di trasferirsi da una città così grande ad una più piccola?»
«Pare che sia originario di queste parti e abbia preferito tornare a casa. Da quel che ho capito abitava nel vostro stesso quartiere e, se non sbaglio, dovrebbe avere la stessa età di tua sorella o, forse, qualche anno in più. Magari lo conoscete: si chiama Overland»
Anna per poco non si strozzò con la sua colazione «Vuoi dire Jack Overland?» esalò priva di fiato e con le lacrime agli occhi.
«Mmm… mi pare che di nome faccia Jackson…»
Lei sventolò una mano con noncuranza «Jackson detto Jack, è lui di sicuro»
«Quindi lo conosci…»
«Oh sì che lo conosco…» gongolò con un sorriso inquietante «Ma quella che lo conosce meglio è mia sorella: è stato il suo ragazzo al liceo»
«Cosa?» figurarsi la gelida Elsa innamorata andava ben oltre le doti di immaginazione di cui era provvisto.
«Di che ti stupisci?» lo riprese la moglie divertita «Anche Elsa è un essere umano, non è di certo fatta di solo spirito»
Il se lo dici tu che trapassò la mente di Kristoff se lo tenne per sé «Ho bisogno di chiedertelo: si sono lasciati bene, vero? Saranno felici di ritrovarsi, no?»
Anna tirò il labbro di lato in un’espressione eloquente «Ecco, su questo non ci giurerei...»
«Oh no…» singhiozzò il poliziotto, cercando nervosamente il cellulare «La devo avvisare subito»
«Tu non avviserai proprio nessuno…» gli disse invece lei con fare furbetto.
«Sei matta? Quando scoprirà che io - suo cognato - le ho tenuto nascosta la cosa, mi ammazzerà»
«Non dire sciocchezze: lei ci lavora con i cadaveri ma, di certo, non se li procura da sola» scese dal suo sgabello e gli si avvicinò, tirandolo un poco verso di sé per lasciargli un bacio a fior di labbra «Vedrai che alla fine ti ringrazierà, forse…» spostò, poi, lo sguardo sulle scale che portavano al piano di sopra e urlò, mettendo seriamente a rischio l’incolumità del timpano del marito «Freja, scendi! Lo scuolabus sarà qui a momenti, rischi di perderlo…»
Un discreto trambusto testimoniò l’arrivo di un mini uragano biondo lanciato a tutta velocità: una mano a stringere lo zainetto e l’altra impegnata a cercare una via di fuga dalla manica della giacca «Eccomi!»
Letteralmente volò giù dalla rampa, con le sue immancabili treccine smosse dal vento della sua esuberanza. Prese il sacchetto della merenda che sua madre le stava porgendo e l’abbracciò, per poi correre a mettersi le scarpe all’ingresso «Ciao mamma, ciao papà!»
«Ehi, recluta!» Kristoff la raggiunse proprio mentre stava per aprire la porta di casa «Non stiamo dimenticando qualcosa?» le disse chinandosi leggermente, picchiettandosi l’indice su una guancia.
Freja alzò gli occhi al cielo ma con il sorriso sulle labbra «Mi perdoni, detective» si scusò con una risata argentina per alzarsi, poi, in punta di piedi per far schioccare un bacino proprio dove indicato.
«Ottimo lavoro, recluta! Può andare!» disse l’altro soddisfatto, imitando un rigido saluto militare.
La piccola batté i tacchi sul posto e divenne il suo riflesso, per poi sparire al di là dell’uscio.

§

La morte era entrata nella vita di Elsa Bleket, e di sua sorella Anna, senza chiedere il permesso. Aveva fatto loro visita la prima volta quando avevano rispettivamente solo otto e cinque anni, portandosi via nel sonno – senza preavviso - la nonna paterna e aveva decisamente stravolto le loro vite dieci anni più tardi, quando un pirata della strada aveva investito e ucciso entrambi i genitori. La vita sotto la tutela legale di loro nonno Runeard non era stata per nulla rose e fiori e, nella sua rigidità, aveva reso Anna ancora più indomita e sognatrice mentre aveva fatto chiudere Elsa in se stessa, concentrata su unico obiettivo: dare giustizia ai morti, cosicché il destino dei suoi genitori, il cui assassino era rimasto senza volto - e, quindi, impunito, - non si fosse ripetuto mai più, almeno non per quei corpi passati sotto alle sue mani di medico legale.

Elsa tirò il freno a mano e posteggiò, poco lontano dal luogo che le era stato indicato al telefono, e scese dall’auto, subito imitata dalla sua assistente: una giovane laureata in etnologia, dalle spiccate doti artistiche e maga del saper catturare i più piccoli dettagli con la sua fidata fotocamera. Sbuffò e l’aria rigida del mattino fece condensare il suo respiro in una piccola nuvola di vapore acqueo: quella settimana si stava rivelando un vero inferno, le temperature erano scese drasticamente e, praticamente ogni giorno, qualche sventurato finiva sul suo asettico tavolino: vittima di un incidente causato dal ghiaccio, o del freddo che l’aveva fatto addormentare per sempre per mancanza di una fissa dimora. Visto il vicolo delineato dai nastri gialli, ipotizzò si trattasse di quest’ultimo caso. Li oltrepassò con una certa eleganza, subito seguita dalla sua assistente «Kristoff, che cosa abbiamo oggi?» chiese senza nemmeno guardare la figura che le dava le spalle, intenta com’era ad indossare i suoi guanti in lattice: ultimamente aveva visto suo cognato ben più di quanto lo avesse fatto sua sorella e la cosa, a ben pensarci, aveva del surreale.
«Maschio bianco, fra i quaranta e cinquanta… mi sentirei di escludere una rapina finita male, vista la posizione del corpo… il resto spero possa dirmelo lei, Dottoressa Bleket»
Quella voce la fece rabbrividire, alzò lo sguardo e se possibile, data la sua carnagione chiarissima, impallidì ancora di più «Tu…» sibilò «Che diavolo ci fai qui? Sulla mia scena, poi…»
«Oh…» fece lui, regalandole un sorriso in risposta «E ciao anche a te, è un piacere rivederti dopo tutto questo tempo»
«Rispondimi»
L’altro sbuffò «Sia dia il caso che questa sia la mia scena, sono il nuovo partner del detective Bjorgman»
«Il nuovo partn…» ripeté, sgranando gli occhi «Mi domando come mai nessuno si sia degnato di avvisarmi…» sibilò tagliente e qualcuno, lì nei paraggi, tremò.
Morto per morto, Kristoff si giocò la carta del io-non-so-niente e si avvicinò ai due «Buongiorno Elsa, vedo che hai già incontrato Jackson Overl…»
«Lo so chi è» lo interruppe secca.
«Oh sì, lo sa…» gli fece eco l’altro con una faccia da schiaffi.
Elsa comprese il sottinteso di quella frase immediatamente e gli intimò con lo sguardo di non osare aprire ulteriormente la bocca, se solo ne avesse avuto la possibilità, probabilmente, lo avrebbe congelato sul posto.
«Sono io o qui sta succedendo qualcosa che mi sfugge?» s’intromise l’assistente, leggermente piccata per non essere stata ancora presentata «Sono Jane Porter, comunque» disse, tendendo la mano al nuovo detective.
«Jackson Overland, ma gli amici mi chiamano Jack…» rispose lui, ricambiando la sua stretta con un sorriso smagliante che la fece arrossire non poco.
«Jane… » sibilò Elsa tagliente «Fotografa tutto, per piacere»
«Subito » la vide scattare sull’attenti mentre reprimeva a stento un brivido lungo la schiena che niente aveva a che fare con la temperatura esterna.
La lasciò fare per qualche istante e poi si chinò sul cadavere: era un uomo di mezza età, come Jackson le aveva detto, ed era tutto tranne che un senzatetto, vista la pregevole fattura degli abiti che indossava. Aveva addosso solo una giacca leggera, il che era molto strano ma ancor più strana era la posizione del corpo, come se si fosse semplicemente accomodato su quel gelido marciapiede prima di addormentarsi per sempre. Gli prese un braccio e lo trovò rigido, lo spostamento rese ben visibile il costoso orologio che portava al polso, ancora una volta Jackson aveva visto giusto: niente aggressione a scopi di rapina. Improvvisamente, lo sguardo le si accese alla vista di un altro particolare.
«Jane, qui per favore»
Lei scattò.
«E qui» la invitò, poi, sull’altro polso. Si mosse, infine, verso i piedi e, scostando un poco i calzini, le chiese anche di immortalare le caviglie.
Vedendola, finalmente alzarsi una volta per tutte, Jackson riprese parola «Allora?»
Lei si tolse i guanti in lattice e si spostò un poco, in modo che l’equipe della scientifica potesse concludere il proprio lavoro «Non può essere morto da molto tempo, direi al massimo un paio di giorni ma, date le temperature, potrò confermartelo solo con un’autopsia più approfondita. Non è stato aggredito da un ladro…» confermò, evitando accuratamente di dargli ragione «Ma ha delle escoriazioni sui polsi e le caviglie, come se fosse stato a lungo legato. Anche la posizione è sospetta, io credo non sia morto qui ma che ce l’abbiano messo solo in seguito»
«Stai suggerendo che l’abbiano effettivamente ucciso?» le chiese Kristoff.
«Non esattamente…» disse lei, piegando appena il capo «Potrebbe essere stato un qualche tipo d’incidente, non ha segni di soffocamento, non ci sono ferite… è tutto molto strano»
«Ma le abrasioni che hai trovato?»
«Giochi erotici?» buttò lì Jackson con un ghigno divertito, il suo compagno di squadra per poco non si strozzò con la sua stessa saliva.
«Forse…» gli concesse l’altra, per nulla turbata «Ma, in quel caso, non credo siano stati il colpo di grazia, altrimenti non si sarebbero presi la briga di rivestirlo di tutto punto»
«Sappiamo chi è?» chiese, quindi.
Kristoff si prese un momento per verificare con i colleghi «Non al momento» disse infine, scotendo il capo «Dai primi controlli, pare non avere documenti. Ha un cellulare ma è scarico, dovremmo chiedere aiuto al nostro IT» consultò il suo taccuino «E’ stato trovato dai netturbini del mattino, quelli della sera non hanno riscontrato niente di sospetto, per cui è stato messo qui questa notte. Ci sono diversi appartamenti con le finestre rivolte su questa strada, magari vale la pena di cercare di capire se qualcuno ha visto qualcosa»
«Eppure…» disse Jane pensosa, guardando con attenzione quei capelli biondi tagliati a spazzola e quel pizzetto perfettamente curato. Si passò una mano sotto al mento, l’altra ancora stretta nella sua fotocamera «Mi sembra di averlo già visto da qualche parte»
«Lo conosci?» chiese Elsa, alzando un sopracciglio curiosa.
«Non esattamente, è più quella sensazione di avere di fronte un volto noto… forse ho letto un articolo sul giornale, o seguito qualcosa in tv… ma, diamine, non riesco proprio a ricordarlo al momento»
«Chiunque sia, lo scopriremo presto» affermò risoluto Kristoff «Vieni Jane, andiamo a chiamare i ragazzi per farlo portare via»
«E perché devo venire anche io, scusa?» chiese quella non capendo, salvo illuminarsi davanti all’espressione eloquente dell’altro «Ah sì, certo… ti accompagno subito! Allora la senti anche tu questa tensione ses…»
Lui trasalì «Vuoi stare un po’ zitta?» bofonchiò, spingendola via.
«Fai sparire quel sorriso dalle tue labbra, Overland» lo ammonì Elsa freddamente, prendendolo per un braccio e trascinandolo lontano da quella che sembrava sempre più una scena del crimine.
«Perché?» disse lui sinceramente divertito «Mi piacciono, sono convinto che andremo d’accordo. Nonostante il mio partner sembri avere un certo interesse per il bondage…» sghignazzò.
«Se anche solo prova a pensare di legare mia sorella, finirà sul mio tavolo…» sibilò lei a denti stretti.
Jack fischiò «Quindi mi stai dicendo che l’uragano Anna si è sposata? Non c’è da stupirsi, visto quanto fosse innamorata dell’amore» alzò le spalle «Beh, mi sembra davvero un tipo a posto… magari non la vuole legare ma farsi legare…»
Elsa roteò gli occhi al cielo «Ripensandoci, forse, ci staresti meglio tu sul mio tavolo…»
Lui ghignò «Sta minacciando un pubblico ufficiale, Dottoressa? O è un qualche tipo di proposta perversa?»
L’altra tagliò corto «Seriamente, perché sei qui?»
L’espressione di lui si rabbuiò di colpo «Perché il tempo passa: oltre alla carriera mi sono accorto di non avere nient’altro. Ho pensato che tornando a casa, forse, avrei potuto avere una possibilità» la guardò «Non sono più un ragazzino, Elsa»
«Lo vedo…» confermò lei dura, portando lo sguardo sui suoi capelli: del castano che li aveva accesi durante la sua giovinezza non c’era più traccia, trasformato in un grigio scuro che dall’attaccatura sfumava verso le punte in un candore degno della prima neve stagionale. Neanche si concesse di pensare quanto questo lo rendesse ancor più attraente, con quegli occhi azzurri accesi dalla perenne scintilla del divertimento « … ma se questa possibilità pensi che possa, in qualche modo, riguardare me… beh, ti sbagli di grosso. Noi saremo semplicemente colleghi, niente di più»
Jackson alzò le mani in segno di resa «Elsa, guarda che stai facendo tutto da sola…»
Lei assottigliò lo sguardo, per fargli ben comprendere che non si sarebbe fatta convincere «Per te, comunque, sono la Dottoressa Bleket»
Lui si portò una mano al petto e fece un piccolo inchino «Come desidera, Dottoressa» acconsentì in tono improvvisamente neutro «Aspetto una sua chiamata per quando finirà l’autopsia. Ora, se non le dispiace, avrei delle indagini da mandare avanti»
Elsa lo guardò andare via, non si concesse nemmeno il lusso di lasciare andare quel sospiro che le era cresciuto nel petto da quando se l’era trovato di fronte, maledicendo il destino che, ancora una volta, aveva messo Jackson Overland sul suo cammino.



Ebbene sì, sono tornata... forse.
Dopo tre mesi di blocco totale un pochino di ispirazione ha fatto capolino per questa nuova storia.
Sì, al solito è una AU e, come da specchietto, si basa sulla serie televisiva Body of Proof e, in particolare, sulla terza stagione perché Megan e Tommy sono un calderone continuo di Jelsa vibes e niente mi farà cambiare idea al riguardo ù_ù
Non rientra nella raccolta Falling Snowflakes perché sarà un multicapitolo... di quanti? Non ne ho idea.
Come potete immaginare dalla presenza di Jane Porter, direttamente dal film animato di Tarzan, ho deciso di ampliare i miei orizzonti in ambito di personaggi, principalmente fomentata dalla lettura qui sopra di crossover di dimensioni epiche (capito Spirit e Evil? Sì, è tutta colpa vostra XD).
Non credo proprio arriverà alla stessa portata di questi lavori ma qualche personaggio in più farà la sua comparsa, sia in pianta stabile sia come semplice cameo. Tenete sempre bene a mente, però, che la serie tv parla della vita di un medico legale, quindi, preparatevi psicologicamente ad un certo numero di morti... io vi ho avvisato.
Giusto per mettere un po' di pepe, anche il morto in questione è un personaggio Disney (un po' rimaneggiato): si aprono le scommesse su chi possa essere.
Sempre grazie a Spirit, nella cui storia Jack ha i capelli castani ma gli occhi azzurri, ho preso coraggio per dare libero sfogo ad un'idea che mi frullava in testa da un bel po': trasformare Jackson in un sexy quarantenne brizzolato ma, va da sé, che l'accoppiata capelli bianchi e occhi azzurri non si può separare, ed è per questo che gli occhi sono di questo colore e non castani come in tutte le altre mie storie in cui è umano.
Lo sviluppo di questa fic è ancora decisamente in corso, non so bene che strada prenderà né con che frequenza verrà aggiornata ma, intanto, abbiamo rotto il ghiaccio. Giusto per rimanere in tema.
E' anche la prima volta che mi lancio su questo tipo di polizesco, tutte le mie conoscenze delle dinamiche delle investigazioni si basano meramente su episodi di serie TV visti e libri letti: spero mi perdonerete se alcune cose potranno risultare poco realistiche.
Nel caso sono aperta a suggerimenti.
Spero di aver acceso la vostra curiosità. Chiunque deciderà di seguire questa avventura mi farà ben felice.
Alla prossima
Cida
P.S Freja is back!
P.P.S No, questo specchietto non è grigio proprio a caso ;)



  
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